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[EDS- finestre] seicentosessantasei

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il pazzo dei bonsai

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Aug 20, 2003, 10:41:58 PM8/20/03
to
Hic sapientia est: qui habet intellectum, computet numerum bestiae;
numerus enim hominis est: et numerus eius est sescenti sexaginta sex.

E questo da dove cazzo è sbucato?
Si avvicina con calma, sfiorando con le dita le pareti scabre del corridoio
sud; ora una, ora l'altra. È un bel ragazzo, piuttosto alto. Ha una sacca
sulla spalla, una di quelle tute blu che indossano tutti, la barba incolta e
gli occhi spenti, inespressivi, di un automa; niente di insolito visti i
tempi che corrono.
Fischietta un motivo che non riconosco, poi abbozza un cenno di saluto. Dà l
'idea di essere un carpentiere errante, per via della sacca degli attrezzi,
ma quando parla il tono è quello febbrile dei profeti; ha uno strano
accento:
"Il mio compito è d'aprire finestre laddove prima v'erano muri".
"Oddio... E proprio qui vuoi aprirle, nel bunker?"
Fa spallucce: "Perché no?"
"Perché è stato costruito così apposta; per proteggerci".
Ci mancava solo uno psicomanovale... Se avessi saputo che lasciavano entrare
gente del genere me ne restavo fuori, me ne restavo, altro che farmi
seppellire viva. Picchio sulla parete con il palmo della mano: "Vedi? È
tutto cemento armato, di prima qualità".
"Il mio compito è d'aprire finestre laddove prima v'erano muri".
Me l'immagino; con i miseri arnesi di cui può disporre questo disgraziato, a
occhio e croce gli ci vorranno sei o settecento anni: "E come fai ad aprire
'ste finestre? Sentiamo..."
Indica la sacca: "Ci ho delle bombe qua".
Niente di meno, una bomba in questo budello: "Una porta nel pavimento
magari, ecco... di quella sì che ci avrei bisogno, ti presto io il piccone
se vuoi..."
"Botola, si dice botola... E cosa te ne fai di una botola?"
E cosa me ne devo fare, figlio mio? L'ho detto giusto per tenerti buono e
guadagnare tempo: "Mi ci vorrebbe anche un bel tavolo solido e una
cassapanca. Posso pagare bene, ora ti mostro dove teniamo il materiale..."
"Il mio compito è d'aprire finestre laddove prima v'erano muri".
Se pesco chi gli ha messo in testa 'sta minchiata delle finestre... "Qui,
per dire, ci manca tutto: i letti per esempio. Bussi a una qualunque delle
porte di questo settore, ti presenti e zacchette: costruisci un letto...
laddove prima v'erano sedie. Un letto al giorno. Faresti soldi a palate,
altro che finestre. Su, siediti qui, ti riposi un po' e dopo ne riparliamo".
"Io letti non ne faccio. Il mio compito è d'aprire finestre..."
"Gesù, ma sei un disco rotto!"
"Cioè?"
"La parola vinile l'hai mai sentita? E quarantacinquegiri... Ti dice
niente?"
"No".
"Si vede che sei troppo giovane".
"O tu troppo vecchia".
"Sei mica gentile a dire così..."
"Il mio compito è d'aprire finestre laddove prima v'erano muri".
Occazzo, c'ha proprio l'idea fissa il talibano: "Su, adesso smettila che mi
stai facendo paura..."
Inizia a canticchiare in falsetto: "Quando sei qui con me, questa stanza non
ha più pareti... La conosci?"
"Ma certo, era di... di..."
"La sento sempre più spesso, la cantano in certi corridoi bui che conosco
io. Bisogna stare in silenzio per capire bene. Un verso alla volta, mi sono
detto, e poco a poco ho pensato questa cosa delle finestre".
Riattacca con quella nenia, ora si sta sgolando: "Quando tu sei vicino a me
questo soffitto viola, no, non esiste più..." E d'un tratto sibila: "Ti ci
puoi giocare il culo che andrà così, vecchia troia".
Dovrei acchiapparlo per un orecchio e rispedirlo a ceffoni da dove è venuto;
invece fingo di non aver sentito; dopotutto sono una donna sola e questo
sente le voci...
"Io vedo il cielo sopra noi che restiamo qui, abbandonati come se non ci
fosse più niente, più niente al mondo..."
Roba da non credere. Graziaddio qui da noi c'è così poco ossigeno che si
deve fermare per riprendere fiato: "Lascia che te lo dica... sei stonato
come una campana, giovanotto. Senza offesa, eh?"
"Hai mai sentito parlare del numero della bestia? Beh, non è come pensano
tutti, il seiseisei e roba varia: il numero della bestia è proprio quello
che cantavo adesso, l'ho capito ascoltando nel buio".
Sta a vedere che non è lui lo stonato, sono le voci: "Guarda, non c'è
bisogno che aggiungi altro. Ora che l'ho sentito sono convinta anch'io".
Tira fuori un affare dalla sacca, una specie di barattolo rugginoso, e lo fa
volteggiare passandolo rapidamente da una mano all'altra: "Eggià. Sei una
sveglia, tu".
"Guarda che se quel coso scoppia saltiamo solo tu e io, queste mura non gli
fa manco un graffio".
Strappa via qualcosa dal barattolo: "Il mio compito è fare le pentole, non i
coperchi..."
Dai e dai almeno ha cambiato ritornello.

Writer

unread,
Aug 21, 2003, 10:43:13 AM8/21/03
to
"il pazzo dei bonsai" <cave...@yahoo.it> wrote in message

> E questo da dove cazzo è sbucato?

....

> Strappa via qualcosa dal barattolo: "Il mio compito è fare le pentole, non i
> coperchi..."
> Dai e dai almeno ha cambiato ritornello.


Molto divertente.
I riferimenti (stralunati) all'attualità lo rendono godibile.


W.


--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG

lubna

unread,
Aug 21, 2003, 2:53:57 PM8/21/03
to
"il pazzo dei bonsai" scrive:

> [...]


> Ci mancava solo uno psicomanovale...

> [...]

"Ho imparato in questa mia esperienza a sondare la stupidaggine, ad
atomizzare la puerilità, a vivisezionare il grottesco e l'imbecillità del
nostro prossimo, per arricchire il museo della cretineria. Il
sentimentalismo odioso, la prosopopea, il tragicismo ad ogni costo mi hanno
attratto irresistibilmente; e la boria presuntuosa di qualche attore del
teatro così detto serio mi ha fornito molto materiale umoristico per il mio
teatro".

E. Petrolini


il pazzo dei bonsai

unread,
Aug 24, 2003, 6:37:27 PM8/24/03
to

"lubna" <das...@ranx.it> ha scritto nel messaggio
news:9z81b.119045$cl3.3...@news2.tin.it...

> "Ho imparato in questa mia esperienza a sondare la stupidaggine, ad
> atomizzare la puerilità, a vivisezionare il grottesco e l'imbecillità del
> nostro prossimo, per arricchire il museo della cretineria. Il
> sentimentalismo odioso, la prosopopea, il tragicismo ad ogni costo mi
hanno
> attratto irresistibilmente; e la boria presuntuosa di qualche attore del
> teatro così detto serio mi ha fornito molto materiale umoristico per il
mio
> teatro".
>
> E. Petrolini

non vedevo l'ora:
chissà cosa cita lubna... chissà cosa cita lubna...
mentre scrivevo, come una specie di tarlo.


il pazzo dei bonsai

unread,
Aug 24, 2003, 6:37:26 PM8/24/03
to

"Writer" <om...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:813871f0b3144ba3e0a...@mygate.mailgate.org...

> Molto divertente.
> I riferimenti (stralunati) all'attualità lo rendono godibile.

beh, grazie. a me sembrava una mezza boiata.


Rimuda Riccardomustodario

unread,
Jul 14, 2021, 4:37:08 PM7/14/21
to
una mezza boiata riuscita molto bene, tanto è vero alla fine ho pensato ad una bomba a mano più che una scatola di pomidoro a pezzettoni.

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