re: Una legge per la Brigata Ebraica

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antonio

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Apr 19, 2017, 11:26:50 AM4/19/17
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Una legge per” la Brigata Ebraica” 
La proposta all’esame dell’aula

brigata

Pubblicato da Moked ‍‍19/04/2017 ניסן 5777. .http://moked.it/blog/2017/04/19/legge-la-brigata-ebraica-la-proposta-arriva-parlamento/

   

A pochi giorni dai cortei per il 25 Aprile e nel pieno di una nuova ignobile contestazione nei confronti della Brigata ebraica da parte di alcuni gruppi estremisti che nulla hanno a che spartire con quella storia, una proposta di legge per far attribuire la medaglia d’oro al valor militare ai 5mila volontari che ne fecero parte, tutti provenienti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele), si appresta a raggiungere l’aula del Parlamento. Nella giornata di domani infatti dovrebbe arrivare dalla stessa il via libera affinché sia la Commissione Difesa ad esprimersi direttamente nel merito, così da velocizzare l’iter.
“Il sostegno dovrebbe essere unanime, o quasi” sottolinea con soddisfazione il parlamentare del Pd Emanuele Fiano, tra i primi firmatari della proposta assieme alla collega di partito Lia Quartapelle. “La presente proposta – vi si legge – intende tutelare la memoria di questi giovani che, per liberare il mondo dalla potenza distruttrice delle forze dell’Asse e per porre fine alla Shoah, lasciarono la terra della sicurezza e sfidarono l’odio razziale e il pericolo del fronte, affinché la storia della Brigata palestinese, ricordata come la Brigata ebraica per mostrine e composizione esclusiva di ebrei, non venga strumentalizzata da tensioni socio-politiche, che trovano sfogo negli atti di odio e di violenza verbale che stanno diventando un insopportabile rituale d’intolleranza nelle manifestazioni di ogni 25 aprile”.
Un segnale concreto, viene aggiunto, “per garantire alle famiglie di manifestare per il ricordo di giovani che operarono per la pace, tutelando la memoria delle vittime che contribuirono a concedere all’Italia un’opportunità di riscatto morale dinanzi all’ignominia delle leggi razziali”.
L’auspicio di Fiano è che dopo l’ok della Camera la proposta possa essere accolta dal Senato entro l’estate.

Antonio Testini

antifascista

Piazza della Vittoria 13\c già Piazza della Pace

39100 Bolzano

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Adriana Martinelli

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Apr 22, 2017, 7:48:01 AM4/22/17
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Assolutamente d'accordo.

Così  si abbatteranno, speriamo,  le strumentalizzazioni e le provocazioni, che ogni anno in prossimità del 25 aprile si riversano sulla importante e storica  partecipazione della Brigata Ebraica al

Movimento di Liberazione dal nazifascismo.

Adriana Martinelli Landolfi

Il 19/04/17 17.25, antonio ha scritto:
--
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dariocangelli su tin.it

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Apr 22, 2017, 9:48:50 AM4/22/17
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gentile Adriana Martinelli,
si tratta di un episodio storico mai negato, mentre invece le strumentalizzazione e le provocazioni sono iniziate nel 2004 – a protagonisti ormai andati – da parte dell’associazione Amici di Israele alias Italia-Israele (ed è già detto quasi tutto) intenzionata a violare le manifestazioni della Liberazione e del 25 aprile italiano con le bandiere di Israele, con tutto quello che una scelta simile si porta appresso.
Al loro seguito scese per la prima volta in manifestazione il 25 aprile una destra ipocrita, nostalgica nell’animo ma filo israeliana quando conviene, intenzionata a dividere l’antifascismo e che finanziò quella brutta impresa con striscioni, bandierine e biglietti gratis del treno (alcuni ne partirono anche dalla mia città).
A proposito dei provocatori, nessuno di loro era (ed è, a parte qualche minima eccezione) al corrente dei fatti storici riguardanti la Brigata Ebraica, 42 caduti in tutto. Ed in proposito:
Poi c’è chi si è lasciato strumentalizzare ed ha confuso quanto avvenuto dopo il conflitto (rammento, la Brigata Ebraica fu creata nell’ambito dell’esercito Inglese dalla stessa Gran Bretagna che osteggiò in ogni modo la nascita di Israele) l’epopea della formazione di Israele, con le impresentabili imprese israeliane degli ultimi anni, neppure guerresche e gloriose ma semplicemente massacri di indifesi.
L’ANPI in merito si è espressa nei modi più chiari, poi che dire, la testa ce l’avete anche voi, da capire i veri motivi delle scelte di una parte fetida del pd che si accoda come fece Forza Italia a suo tempo.
Le Comunità ebraiche son sempre a tempo a prendere le distanze dalle polemiche e da chi tresca.
Gentile Adriana, se vuoi che cessino le proteste al cospetto del vessillo di quello stato governato da militari e ortodossi, non c’è che cambiarne le politiche. Un po’ di decenza, suvvia.

gianni...@alice.it

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Apr 22, 2017, 4:59:41 PM4/22/17
to deporta...@googlegroups.com

Ottima proposta, sottoscrivo assolutamente. 

W il XXV aprile e W tutti coloro che l'hanno reso possibile.

GT
------------------
----Messaggio originale----
Da: a.l...@tiscali.it
Data: 22-apr-2017 12.45
A: <deporta...@googlegroups.com>
Ogg: Re: [R-esistiamo] re: Una legge per la Brigata Ebraica
ATT0

gianni...@alice.it

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Apr 22, 2017, 4:59:41 PM4/22/17
to deporta...@googlegroups.com

La striscia di Gaza non è governata da "militari e ortodossi"? Quelli di Hamas sono forse campioni di democrazia?

Detto questo, mi sfugge per quale motivo la bandiera di Israele sia considerata una provocazione... mah...

GT
------------------
----Messaggio originale----
Da: darioc...@tin.it
Data: 22-apr-2017 15.05
A: <deporta...@googlegroups.com>
Ogg: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni

gentile Adriana Martinelli,
si tratta di un episodio storico mai negato, mentre invece le strumentalizzazione e le provocazioni sono iniziate nel 2004 – a protagonisti ormai andati – da parte dell’associazione Amici di Israele alias Italia-Israele (ed è già detto quasi tutto) intenzionata a violare le manifestazioni della Liberazione e del 25 aprile italiano con le bandiere di Israele, con tutto quello che una scelta simile si porta appresso.
Al loro seguito scese per la prima volta in manifestazione il 25 aprile una destra ipocrita, nostalgica nell’animo ma filo israeliana quando conviene, intenzionata a dividere l’antifascismo e che finanziò quella brutta impresa con striscioni, bandierine e biglietti gratis del treno (alcuni ne partirono anche dalla mia città).
A proposito dei provocatori, nessuno di loro era (ed è, a parte qualche minima eccezione) al corrente dei fatti storici riguardanti la Brigata Ebraica, 42 caduti in tutto. Ed in proposito:
Poi c’è chi si è lasciato strumentalizzare ed ha confuso quanto avvenuto dopo il conflitto (rammento, la Brigata Ebraica fu creata nell’ambito dell’esercito Inglese dalla stessa Gran Bretagna che osteggiò in ogni modo la nascita di Israele) l’epopea della formazione di Israele, con le impresentabili imprese israeliane degli ultimi anni, neppure guerresche e gloriose ma semplicemente massacri di indifesi.
L’ANPI in merito si è espressa nei modi più chiari, poi che dire, la testa ce l’avete anche voi, da capire i veri motivi delle scelte di una parte fetida del pd che si accoda come fece Forza Italia a suo tempo.
Le Comunità ebraiche son sempre a tempo a prendere le distanze dalle polemiche e da chi tresca.
Gentile Adriana, se vuoi che cessino le proteste al cospetto del vessillo di quello stato governato da militari e ortodossi, non c’è che cambiarne le politiche. Un po’ di decenza, suvvia.
Sent: Saturday, April 22, 2017 12:45 PM
ATT0

antonio

unread,
Apr 22, 2017, 4:59:42 PM4/22/17
to deporta...@googlegroups.com

La Brigata Ebraica fu una delle  prime a sfondare la linea gotica. E’ un fatto. I morti: 45. E’ un fatto . (un inciso: si devono contare i morti e poi ridicolizzarli ?)
Ed a proposito del sito segnalato. “Foto:
3 Aprile 1945: Moshe Sharret della Jewish Agency consegna la bandiera di combattimento al Generale Ernest Frank Benjamin comandante della Brigata Ebraica a San Ruffillo di Brisighella (Ravenna) - la bandiera sarà il vessillo del futuro Stato d’Israele (sotto)Aprile 1945.” Il simbolo diventerà il vessillo dello Stato d’Israele.  E allora?Qual è il problema? E a proposito di decenza: si smettano  di criticare le strumentalizzazioni e poi strumentalizzare  il ruolo della Brigata inserendo le solite tiritere antisraeliane ed antisemite. E non si incoraggino  la presenza e la partecipazione di associazioni che non solo sono estranei alla nostra storia ma  contrappongono simboli e drappi ( questi sì indecenti!) un tempo al fianco di Hitler nel progetto di annientamento del popolo ebraico. Si taccia,si taccia almeno in questa occasione!

Segnalo con amarezza, che per manifestare il 25 aprile, in alcune città,  gli eredi della Brigata ebraica e gli ebrei che parteciparono alla Resistenza dovranno essere circondati da un servizio d’ordine.

Infine,la migliore risposta a deliranti riflessioni:

“L’appello  di Roberto Cenati, presidente ANPI di Milano e provincia a tutte le sezioni provinciali.

Nella ricorrenza del 72° anniversario della Liberazione si svolgerà a Milano una grande e unitaria manifestazione che si concluderà in piazza Duomo con l’intervento, tra gli altri, del Presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia e del Presidente del Senato Pietro Grasso.
Siamo convinti che anche quest’anno Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, saprà isolare e respingere ogni tipo di provocazione e di inaccettabili contestazioni  come quelle che si sono verificate negli anni trascorsi, da parte di uno sparuto gruppo di cosiddetti “filo palestinesi”, all’indirizzo della Brigata Ebraica. Tutti noi dobbiamo essere grati ai 5.000 soldati della Brigata ebraica che si sono resi protagonisti di azioni decisive, come il primo sfondamento della linea Gotica  e l’ingresso in numerose località dell’Italia centrale. Una pagina di coraggio che ancora pochi oggi conoscono ma che ha rappresentato un contributo fondamentale per liberare il nostro Paese dal nazifascismo.
Bisogna con forza ribadire che chi offende il simbolo della Brigata Ebraica ingiuria l’intero patrimonio storico della Resistenza italiana che è stata un grande moto unitario di popolo e di Combattenti per la Libertà.
Quest’anno l’associazione BDS che boicotta i prodotti israeliani ha ipotizzato di  partecipare al corteo del 25 aprile con cartelli nei quali si indicherebbero “ i nomi dei villaggi distrutti da Israele dal 1948 in poi.” Invitiamo i Presidenti di Sezione e i nostri iscritti a non aderire assolutamente all’appello del Bds che probabilmente circolerà nei prossimi giorni.

Nella giornata del 25 aprile si celebra la Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. Appelli e sigle come quella del Bds non hanno nulla a che fare con la ricorrenza della Liberazione e rischiano di creare pericolose tensioni che potrebbero turbare lo svolgimento della manifestazione nazionale che anche quest’anno sarà sicuramente partecipata, numerosa e pacifica.”

 Ultima chiosa: la proposta di legge arriverà tra poco in aula.

 

Antonio Testini

antifascista

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Da: deporta...@googlegroups.com [mailto:deporta...@googlegroups.com] Per conto di dariocangelli su tin.it
Inviato: sabato 22 aprile 2017 15:05
A: deporta...@googlegroups.com
Oggetto: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni

Maria Mantello

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Apr 23, 2017, 4:51:20 AM4/23/17
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Già. bisogna conoscere la storia contro l'uso strumentale per celare l'antisemismo.
Buon 25 aprile a tutti
 
MM
 

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Maria Mantello

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Apr 23, 2017, 4:51:20 AM4/23/17
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SOTTOSCRIVO
 sia personalmente che in qualità di presidente della Associazione nazionale del Libero Penaiero "Giordano Brunono"
MM.

 
Sent: Saturday, April 22, 2017 5:51 PM

Irene Lopez

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Apr 23, 2017, 5:15:46 AM4/23/17
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Fabio Lopez ha pubblicato sulla sua pagina facebook questa riflessione e ve la propongo:

25 aprile - La brigata Ebraica e le "tifoserie" palestinesi - ... quanta confusione.

Anche quest'anno si ventila l'aggressione (almeno verbale) allo stendardo che ricorda la Brigata Ebraica. Per gli smemorati e gli ignoranti, si trattò di un contingente di circa 5.000 uomini e donne ebrei dell'esercito britannico che fu in prima linea nella liberazione italiana. I loro genieri portarono l'acqua a Napoli e Firenze, aprirono con i loro ponti la via agli Alleati verso Milano; recuperarono uno per uno gli ebrei nascosti negli anfratti dell'Italia nazifascista; accolsero gli orfani ebrei dei campi di sterminio tedeschi. Posero le basi per la rinascita di un popolo calpestato come scarafaggi. Questa è la loro storia italiana del 25 aprile. Vanno onorati assieme a tutti gli altri che ci hanno liberato dalla schiavitù. Ora e sempre.
Coloro che, trincerandosi sotto la bandiera palestinese, offendono la Brigata Ebraica, offendono l'Italia intera, ciascuno di noi 60 milioni di cittadini attuali. Le vicende che riguardano gli arabi di Palestina e la loro bandiera (che hanno tutti i diritti di vedersi riconosciuto un proprio stato, a fianco di Israele e in pace ) non c'entrano nulla con il 25 aprile. Loro semplicemente non c'erano a liberare l'Italia: è un fatto. La Brigata Ebraica invece sì ed ebbe un ruolo importante. Fare un minestrone di tutto, dove si strumentalizzi il passato in funzione del presente, non aiuta alla causa dei sentieri di pace.



Inviato: sabato 22 aprile 2017 15:05


Oggetto: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni

Sent: Saturday, April 22, 2017 12:45 PM

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dariocangelli su tin.it

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Apr 24, 2017, 5:07:48 AM4/24/17
to deporta...@googlegroups.com
La riflessione di Fabio Lopez è in gran parte condivisibile, in particolare dove afferma che “fare un minestrone di tutto, dove si strumentalizzi il passato in funzione del presente, non aiuta alla causa dei sentieri di pace”. La Brigata Ebraica ebbe un merito nella conclusione della guerra, l’ho scritto ieri.
Ma quindi, per concludere, che ha invece da spartire lo stato di israele con la Resistenza Italiana? in particolare quell’israele degli ultimi vent’anni, dei genocidii e del bombardamenti degli indifesi, del muso e delle detenziani illegali. Nulla.
Non stiamo parlando della Svizzera, caro Trezzi e cari altri dall’insulto facile, ma delle bandiere di uno stato (di un esercito, di una classe politica) che si macchia di delitti efferati, e sempre peggiori. Bollato centinaia di volte dalle condanne delle Nazioni Unite (loro se ne ridono, faceva così anche un certo leader italiano che aggredì paesi africani perché l’Italia voleva la quarta sponda). Uno stato salvato più volte dalla condanna per apartheid solo grazie al veto degli Stati Uniti.
Chi vuole esserne amico – di quello stato – si prenda le sue responsabilità.
Chi vuole tutelati i valori dell’ebraismo, la sua storia millenaria, i suoi mille rivoli culturali, ne prenda le debite distanze.
Il delirio al solito è quello dei finti ingenui che invocano lo spettro dell’antisemitismo per lavare i panni ad Israele. Si vergognino dei loro insulti. Si studino la storia dell’ebraismo, che va ben al di là dello staterello di Israele, finito in pessime mani.
Sent: Sunday, April 23, 2017 11:12 AM
Subject: Re: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni
 
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gianni...@alice.it

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Apr 24, 2017, 5:42:03 AM4/24/17
to deporta...@googlegroups.com

Dove lo vedi l'insulto facile? Ribadisco di non capire la polemica sulla bandiera della Brigata ebraica, che se non erro è SUCCESSIVAMENTE diventata la stessa dello Stato d'Israele. Se quella era la bandiera che issavano durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo in Italia, cosa dovrebbero fare: cambiare vessillo?

GT
--------------------

----Messaggio originale----
Da: darioc...@tin.it
Data: 23-apr-2017 11.51
A: <deporta...@googlegroups.com>
Ogg: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni - non stiamo parlando della Svizzera

dariocangelli su tin.it

unread,
Apr 24, 2017, 9:10:10 AM4/24/17
to deporta...@googlegroups.com
caro Trezzi, poeta candido: facile rispondere di sì, a mio parere se il
vessillo è divenuto ad oggi simbolo di ignominia, meglio non sventolarlo.
Ma siccome alcuni hanno sempre pronta in tasca l’arma ultima dell’accusa
infamante di antisemitismo, “se non la pensi come me (e come israele) sei un
antisemita”, vorrei proporre davvero fuori di polemica, alcune riflessioni.
Mi scuso con Primarosa e con chi ne avrà piene le scatole...

1) non credo si possa dare dell’antisemita a Moni Ovadia. Se c’è libertà di
opinione, sentiamo la sua sull’operazione della riesumazione strumentale
della Brigata Ebraica e sulla vicenda del Gran Mufti.
https://ilmanifesto.it/la-perversione-del-senso-ultimo-del-25-aprile/
La perversione del senso del 25 aprile - di Moni Ovadia
Nel corso della mia vita e da che ho l’età della ragione, ho cercato di
partecipare, anno dopo anno a ogni manifestazione del 25 aprile. Un paio di
anni fa, percorrendo il corteo alla ricerca della mia collocazione sotto le
bandiere dell’Anpi, mi imbattei nel gruppo che rappresentava i combattenti
della “brigata ebraica”, aggregata nel corso della seconda guerra mondiale
alle truppe alleate del generale Alexander e impegnata nel conflitto contro
le forze nazifasciste. Qualcuno dei componenti di quel drappello mi
riconobbe e mi salutò cordialmente, ma uno di loro mi rivolse un invito
sgradevole, mi disse: «Vieni qui con la tua gente».
Io con un gesto gli feci capire che andavo più avanti a cercare le bandiere
dell’Anpi che il 25 aprile è «la mia gente» perché io sono iscritto all’Anpi
con il titolo di antifascista. Lui per tutta risposta mi apostrofò con
queste parole: «Sì, sì, vai con i tuoi amici palestinesi».
Il tono sprezzante con cui pronunciò la parola palestinesi sottintendeva
chiaramente «con i nemici del tuo popolo». Io gli risposi dandogli
istintivamente del coglione e affrettai il passo lasciando che la sua
risposta, sicuramente becera si disperdesse nell’allegro vociare dei
manifestanti.
Questo episodio, apparentemente innocuo, mi fece scontrare con una realtà
assai triste che si è insediata nelle comunità ebraiche.
I grandi valori universali dell’ebraismo sono stati progressivamente
accantonati a favore di un nazionalismo israeliano acritico ed estremo. Un
nazionalismo che identifica stato con governo.
Naturalmente non tutti gli ebrei delle comunità hanno imboccato questa
deriva sciovinista, ma la parte maggioritaria, quella che alle elezioni
conquista sempre il “governo” comunitario, fa dell’identificazione di ebrei
e Israele il punto più qualificante del proprio programma al quale dedica la
prevalenza delle sue energie.
Io ritengo inaccettabile questa ideologia nazionalista, in primis come
essere umano perché il nazionalismo devasta il valore integro e universale
della persona, poi come ebreo, perché nessun altro flagello ha provocato
tanti lutti agli ebrei e alle minoranze in generale e da ultimo perché, come
insegna il lascito morale di Vittorio Arrigoni, io non riconosco altra
patria che non sia quella dei diseredati e dei giusti di tutta la terra.
L’ideologia nazionalista israeliana negli ultimi giorni ha fatto maturare
uno dei suoi frutti tossici: la decisione presa dalla comunità ebraica di
Roma, per il tramite del suo presidente Riccardo Pacifici, di non
partecipare al corteo e alla manifestazione del prossimo 25 aprile. La
ragione ufficiale è che nel corteo sfileranno bandiere palestinesi, vulnus
inaccettabile per il presidente Pacifici, in quanto nel tempo della seconda
guerra mondiale, il gran muftì di Gerusalemme Amin al Husseini, massima
autorità religiosa sunnita in terra di Palestina fu alleato di Hitler,
favorì la formazione di corpi paramilitari musulmani a fianco della Germania
nazista e fu fiero oppositore dell’instaurazione di uno stato Ebraico nel
territorio del mandato britannico. Mentre la brigata ebraica combatteva con
gli alleati contro i nazifascisti. Tutto vero, ma il muftì nel 1948 venne
destituito e arrestato: oggi vedendo una bandiera palestinese a chi viene in
mente il gran muftì di allora? Praticamente a nessuno, se si eccettua
qualche ultrà del sionismo più isterico o qualche fanatico modello Isis.
Oggi la bandiera palestinese parla a tutti i democratici di un popolo
colonizzato, occupato, che subisce continue e incessanti vessazioni, che
chiede di essere riconosciuto nella sua identità nazionale, che si batte per
esistere contro la politica repressiva del governo di uno stato armato fino
ai denti che lo opprime e gli nega i diritti più elementari ed essenziali.
Un governo che lo umilia escogitando uno stillicidio di violenze
psicologiche e fisiche e pseudo legali per rendere esausta e irrilevante la
sua stessa esistenza.
Quella bandiera ha pieno diritto di sfilare il 25 aprile – com’è accaduto
per decenni e senza polemica alcuna – e glielo garantisce il fatto di essere
la bandiera di un popolo che chiede di essere riconosciuto, un popolo che
lotta contro l’apartheid, contro l’oppressione, per liberarsi da un
occupante, da una colonizzazione delle proprie legittime terre, legittime
secondo la legalità internazionale, un popolo che vuole uscire di prigione o
da una gabbia per garantire futuro ai propri figli e dignità alle proprie
donne e ai propri vecchi, un popolo la cui gente muore combattendo armi alla
mano contro i fanatici del sedicente Califfato islamico nel campo profughi
di Yarmouk, nella martoriata Damasco.
E degli ebrei che si vogliono rappresentanti di quella brigata ebraica che
combatté contro la barbarie nazifascista hanno problemi ad essere un corteo
con quella bandiera? Allora siamo alla perversione del senso ultimo della
Resistenza.
La verità è che quella del gran muftì di allora è solo un pretesto capzioso
e strumentale. Il vero scopo del presidente Pacifici e di coloro che lo
seguono – e addolora sapere che l’Aned condivide questa scelta -, è quello
di servire pedissequamente la politica di Netanyahu, che consiste nello
screditare chiunque sostenga le sacrosante rivendicazioni del popolo
palestinese.
Per dare forza a questa propaganda è dunque necessario staccare la memoria
della persecuzione antisemita dalle altre persecuzioni del nazifascismo e
soprattutto dalla Resistenza espressa dalle forze della sinistra. È
necessario discriminare fra vittima e vittima israelianizzando la Shoah e
cortocircuitando la differenza fra ebreo d’Israele ed ebreo della Diaspora
per proporre l’idea di un solo popolo non più tale per il suo legame libero
e dialettico con la Torah, il Talmud e il pensiero ebraico, bensì un popolo
tribalmente legato da una terra, da un governo e dalla forza militare.
Se come temo, questo è lo scopo ultimo dell’abbandono del fronte
antifascista con il pretesto che accoglie la bandiera palestinese, la scelta
non potrà che portare lacerazioni e sciagure, come è vocazione di ogni
nazionalismo che non riconosce più il valore dell’altro, del tu, dello
straniero come figura costitutiva dell’etica monoteista ma vede solo nemici
da sottomettere con la forza.

2) seconda riflessione, ancora sul Manifesto, la prof. Meriggi (tra l’altro
insegna qui all’università di Bergamo) porta un suo importante contributo di
storica a pro della presenza nelle manifestazioni della Brigata Ebraica
https://ilmanifesto.it/perche-nella-liberazione-la-brigata-ebraica-e-a-casa-propria/
Maria Grazia Meriggi - Perché nella Liberazione la Brigata ebraica è a casa
propria
25 aprile. La componente ebraica in tutta la Resistenza europea è
indubitabile e va riconosciuta - 22.04.2015
Come cittadina democratica con qualche competenza storica vorrei condividere
alcune riflessioni sul «25 aprile romano».
Innanzitutto definire «coloniale» o imperiale la presenza ebraica nei
territori palestinesi dell’Impero turco significa rimuovere una presenza
storica ebraica di lunga durata, da una parte. E, dall’altra, va ricordato
il carattere di un’emigrazione che è parte del movimento che coinvolge tanti
proletari e operai ebrei russi e polacchi in fuga dai pogrom e dal crollo
economico. Attribuire una identità nazionale solo araba o solo ebraica a
quei territori o è anacronistico, oppure appartiene alla categoria della
«invenzione della tradizione».
Sul piano storico, l’Inghilterra mandataria gioca con il nazionalismo arabo
nascente: presentare le potenze occidentali come sostenitrici dell’emigrazione
ebraica cozza contro la verità storica.
Nella II guerra mondiale una parte della classe dirigente araba collabora
con la Germania nazista, una scelta suscitata dalla lotta contro il mandato
ma anche dalla speranza in Hitler distruttore degli ebrei. Si può spiegare,
ma non “giustificare”, il gran Muftì con la lotta antimperialista; Messali
Hadj (dirigente del primo movimento democratico di liberazione dell’Algeria),
dal carcere, ha rifiutato la stessa proposta, in situazione identica, contro
la Francia.
Si potrebbero citare altri casi. Il gran Muftì non rappresenta tutti gli
arabi palestinesi dell’epoca: bisogna ricordare quelli che combatterono con
gli inglesi e quelli che salvarono gli ebrei nel pogrom di Hebron. Ma
nemmeno si può rimuovere quell’episodio.
Anche la continuità presunta fra la Brigata ebraica, la minoritaria corrente
sionista ultranazionalista di Jabotinski e l’esercito dello Stato d’Israele
è contestabile. Coloro che lasciarono il territorio palestinese per l’uropa – come Enzo Sereni – lo facevano proprio perché rifiutavano l’esclusivismo
nazionalista e si riconoscevano in una lotta universalistica e umanistica
contro i fascismi, che conferiva il suo significato più innovativo all’impresa
sionista.
Certo l’attività della Brigata ebraica non esaurisce il ruolo della
componente ebraica nella lotta di liberazione.
Migliaia di ebrei democratici, socialisti, comunisti hanno partecipato, nei
loro Paesi, alla lotta antifascista esprimendovi i contenuti migliori della
loro identità. Ma nel bilancio dei protagonisti – come ha ricordato Wlodeck
Goldkorn – tutte queste forme di impegno facevano parte allo stesso titolo
della rivendicazione degli ebrei – le vittime principali, anche se in
terribile e dolorosa compagnia, del nazismo – all’autodifesa e insieme alla
partecipazione alla difesa della civiltà. Nella lotta antifascista sionisti
e militanti del Bund (il partito operaio ebraico russo-polacco aderente alla
II Internazionale) riconoscono la reciproca dignità e il reciproco valore.
Inoltre: rifiutiamo il principio del «sangue e del suolo» ovunque, quindi
anche in Medio Oriente. Lo Stato d’Israele nasce, con il sostegno
determinante dell’Urss, per un voto dell’Onu e da esso trae la sua
legittimità, entro i confini allora stabiliti. Fra il ‘45 e il ‘50 ci sono
stati spostamenti di popolazione e disegni di nuovi confini e nuovi Stati.
La nascita di Israele si può capire solo in questo contesto e la mancata
creazione di uno stato arabo nella Palestina mandataria si deve al cinismo
delle «classi dirigenti» arabe, che hanno usato i palestinesi per alimentare
(non da soli, certo) guerre infinite. Se fra i dirigenti di quel futuro
Stato ci fosse stata una mente come quella del Lenin che impose la pace di
Brest Litovsk (cediamo territorio e cerchiamo di fare del nostro meglio al
suo interno)…
Ciò non significa sminuire le sofferenze di quelle popolazioni ma collocarle
nel loro contesto e cercare di capire perché non hanno in seguito trovato
una sistemazione territoriale definitiva in nessun paese arabo circostante.
Inoltre: la cultura politica a cui appartengo individua i proprio alleati e
avversari trasversalmente e non per «blocchi di alleanze internazionali». I
movimenti che abbiamo chiamato «Occupy…» e che hanno coinvolto Israele pochi
anni fa, sono nostri interlocutori al di là dei loro governi, in attesa di
vedere sorgere – e ogni tanto se ne ha notizia ma presto soffocati –
movimenti democratici simili fra i palestinesi.
La Bandiera della Brigata ebraica appartiene a una delle formazioni che sono
state in prima fila nella liberazione d’Europa. È quindi a casa propria il
25 Aprile.
I movimenti di liberazione attuali – come quello palestinese – hanno tutto
da guadagnare in credibilità politica nel rispettare questa presenza.

3) la posizione ufficiale dell'ANPI sull'argomento - sottolineo l'ultimo
capoverso " Le partigiane e i partigiani che hanno combattuto a fianco delle
brigate ebraiche nel Ravennate, con l'Ottava Armata, non tollereranno che ad
esse si manchi di rispetto".
"È in atto una vergognosa offensiva contro l'ANPI. Si salvaguardi l'unità
del 25 aprile"
21 Aprile 2017
La Segreteria Nazionale ANPI: "È in atto una vergognosa offensiva contro
l'ANPI. Si salvaguardi l'unità del 25 aprile"
Il 25 aprile è diventato, a Roma, l'occasione per discussioni pretestuose e
per attacchi nei confronti dell'ANPI.
Ce ne doliamo molto, perché la Festa della Liberazione dovrebbe essere
unitaria e concentrata sui ricordi, sui valori, sul presente e sul futuro.
Nella convinzione che si tratti di una delle giornate più significative ed
importanti per la storia del nostro Paese, lasciamo da parte le polemiche
sulle quali torneremo, semmai, in seguito, anche per cercare di indurre
certi incauti commentatori politici a vergognarsi delle loro offensive
elucubrazioni.
Adesso, il problema vero è la riuscita della manifestazione a Roma, come in
tutto il resto d'Italia. Noi speriamo sinceramente che ognuno ci ripensi,
sia che si tratti della Comunità ebraica, sia che si tratti del Partito
Democratico, al quale vogliamo solo ricordare che non è il corteo ad essere
divisivo (ché anzi è stato immaginato e costruito come assolutamente
unitario). E che la tradizione di ogni partito che si rifaccia alla
democrazia non può che essere quella del rispetto dei valori unitari della
Resistenza e della valorizzazione di queste pagine, tra le più belle della
nostra storia.
L'ANPI nazionale ha invitato tutte le organizzazioni periferiche a dar vita
a manifestazioni imperniate sulla Resistenza, sulla Liberazione,
sull'antifascismo e sulla piena attuazione della Costituzione. Il nostro
fermo desiderio è che ciò avvenga in modo unitario e con una partecipazione
massiccia, talché anche eventuali dissidenze (di cui saremmo comunque assai
dispiaciuti) risultino secondarie e accessorie rispetto alla grandezza
corale di un giorno di festa che è e deve essere di tutti.
Di qui il nostro fermo invito, a nome dei combattenti per la libertà, che
rappresentiamo e rappresenteremo sempre, checché ne dicano certi articolisti
che ignorano i principi affermati anche da numerose sentenze, è rivolto a
tutti gli italiani e a tutte le italiane, da Roma a Milano, da Reggio
Calabria a Torino, da Palermo a Bologna perché partecipino in massa e con
entusiasmo ad una giornata dedicata ai valori fondamentali della Carta
Costituzionale e dunque della nostra stessa convivenza civile.
Le bandiere fondamentali saranno quelle della Pace e della Resistenza; chi
intende disturbare sarà isolato pur con i mezzi limitati di cui disponiamo.
Le partigiane e i partigiani che hanno combattuto a fianco delle brigate
ebraiche nel Ravennate, con l'Ottava Armata, non tollereranno che ad esse si
manchi di rispetto, perché esse saranno presenti – lo auspichiamo – a pieno
titolo. La piazza è di tutti, in un giorno di festa nazionale, ma a
condizione che tutti usino rispetto per le idee degli altri, riguardo per la
Resistenza, amore per la Costituzione.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

4) Sulla Brigata Ebraica si è fatta molta ricerca, vi propongo qualche
lettura e visione.
- il documentario "In Their Own Hands" con testimonianze di protagonisti
(2010), qui una presentazione sul Jerusalem Post
http://www.jpost.com/Local-Israel/Tel-Aviv-And-Center/We-proved-to-the-world-that-we-can-fight
e qui, per nostra fortuna, si può vedere l'intero documentario
http://mediaburn.org/video/in-our-own-hands-the-hidden-story-of-the-jewish-brigade-in-world-war-ii/
- il saggio di Howard Blunt "The Brigade: An Epic Story of Vengeance,
Salvation, and WWII" (2002) tradotto in italiano come "La Brigata, una
storia di guerra, di vendetta e di redenzione".
https://books.google.it/books/about/La_brigata.html?id=C3mMPQAACAAJ&redir_esc=y&hl=it
Oltre a mettere l'accento sul ruolo che la Brigata ebbe nell'assistenza agli
scampati dalla Shoah che gli Alleati volevano rispedire ai paesi di
origine - e perché non parlare anche di questo oltre alla battaglia del
Senio? Ma l'accento è soprattutto sul ruolo che la Brigata, dopo il 25
aprile 1945, e stabilita a Tarvisio, svolse in modo semiclandestino, di
caccia ai nazisti.
Giusto o sbagliato che fosse, Blunt calcola in 1500 circa il numero dei
nazisti presi e giustiziati dalla Brigata.
- di questo ne parlava già l'Independent nel 1998
http://www.independent.co.uk/news/jewish-brigade-shot-nazi-prisoners-in-revenge-1191139.html
- Forse per il troppo entusiasmo ed autonomia messi dalla Brigata Ebraica in
questo lavoro di vendetta, gli inglesi decidono di smobilitarla - basta
stipendi ed armi - nel settembre 1946.
I protagonisti tornano in Eretz Israel, e si dedicano in buona parte alla
(cruenta) lotta antibritannica. Sull'eccesso di zelo In proposito vedi
https://it.wikipedia.org/wiki/Brigata_Ebraica
nella parte dedicata all'attività militare, ultime righe, "....un capitolo
ancora tutto da chiarire è il ruolo che, secondo notizie recentemente
raccolte in un'intervista rilasciata da Chaim Miller uno dei componenti la
Brigata, la Brigata stessa ebbe nel Tarvisiano nell'esecuzione di criminali
nazisti e collaborazionisti, con azioni che secondo alcune testimonianze, in
alcuni casi sarebbero sfociate anche in atti di violenza ai danni della
popolazione locale "colpevole" solamente di avere cognomi tedeschi...".
Ma nella stessa pagina di wikipedia, è molto interessante la parte dedicata
alle attività in appoggio alle popolazioni ebraiche, ed in parte
assimilabile a quelle svolte dalla Sciesopoli ebraica in bergamasca, e
l'impresa di Moshe Zeiri.
http://www.sciesopoli.com/
Sulla Brigata ci sarebbe anche da consigliare questo documentario,
realizzato in Israele e trasmesso in Italia da La Storia Siamo Noi nel 2010.
Spiace per i commenti che sono orrendi, ma noi stiamo sul documentario
https://www.youtube.com/watch?v=yryAUp5prEE

Bene, scusate per la lunghezza e buon 25 aprile a tutti

Irene Lopez

unread,
Apr 24, 2017, 1:36:56 PM4/24/17
to deporta...@googlegroups.com
Dario Cangelli, come spesso nei suoi interventi, utilizza solo e soltanto contro Israele parole durissime, mentre per altri stati e luoghi dove i massacri sono quotidiani e di ben altro tipo e numero da lei non si legge un solo rigo di condanna. 
Ciò detto, venendo allo specifico, sono pienamente d'accordo sul fatto di essere contrari all' attuale politica dello stato di Israele, ma parlarne in tono spregiativo e ridicolo chiamandolo staterello, senza importanza...  Non è questione di invocare lo spettro dell'antisemitismo, è un dato di fatto: ci fosse stato già all'inizio del ventesimo secolo, certamente la persecuzione hitleriana non avrebbe potuto raggiunto i numeri che sappiamo. 

Il giorno 23 aprile 2017 11:51, dariocangelli su tin.it <darioc...@tin.it> ha scritto:
La riflessione di Fabio Lopez è in gran parte condivisibile, in particolare dove afferma che “fare un minestrone di tutto, dove si strumentalizzi il passato in funzione del presente, non aiuta alla causa dei sentieri di pace”. La Brigata Ebraica ebbe un merito nella conclusione della guerra, l’ho scritto ieri.
Ma quindi, per concludere, che ha invece da spartire lo stato di israele con la Resistenza Italiana? in particolare quell’israele degli ultimi vent’anni, dei genocidii e del bombardamenti degli indifesi, del muso e delle detenziani illegali. Nulla.
Non stiamo parlando della Svizzera, caro Trezzi e cari altri dall’insulto facile, ma delle bandiere di uno stato (di un esercito, di una classe politica) che si macchia di delitti efferati, e sempre peggiori. Bollato centinaia di volte dalle condanne delle Nazioni Unite (loro se ne ridono, faceva così anche un certo leader italiano che aggredì paesi africani perché l’Italia voleva la quarta sponda). Uno stato salvato più volte dalla condanna per apartheid solo grazie al veto degli Stati Uniti.
Chi vuole esserne amico – di quello stato – si prenda le sue responsabilità.
Chi vuole tutelati i valori dell’ebraismo, la sua storia millenaria, i suoi mille rivoli culturali, ne prenda le debite distanze.
Il delirio al solito è quello dei finti ingenui che invocano lo spettro dell’antisemitismo per lavare i panni ad Israele. Si vergognino dei loro insulti. Si studino la storia dell’ebraismo, che va ben al di là dello staterello di Israele, finito in pessime mani.
Sent: Sunday, April 23, 2017 11:12 AM

dariocangelli su tin.it

unread,
Apr 24, 2017, 3:05:14 PM4/24/17
to deporta...@googlegroups.com
non mi pare giusto, gentile Irene Lopez,
nella lista per forza di cose si parla spesso di Israele, dell’utopia che ha significato per molti...
Si tratta pur sempre di “deportati mai più”; poi sicuramente le situazioni e le occasioni di denuncia riferite a fatti ambientati in altri paesi (ma anche nel nostro) sarebbero molte altre e ci si indigna anche per quelle, non creda che si tratti di una fissazione.
O meglio... provo a dare qualche spiegazione disordinatamente
Il progetto sionista ha un suo fascino innegabile, che deriva proprio dalla premessa di creazione di un paese composto da persone unite da qualcosa di diverso dal nazionalismo, che è là ma al tempo stesso ovunque. Oggi in un’altra mail ho postato anche documenti sulla vicenda di Eretz Israel, su Sciesopoli. Certo, Lei dice, ci fosse stato già all’inizio del novecento... ma Il principale nemico della nascita di Israele fu l’imperialismo britannico, lo sblocco della situazione si dovette all’URSS.
La questione delle leggi razziali, dell’olocausto, della sorte e delle terribili sofferenze imposte agli ebrei è un qualcosa che tocca nel profondo, a tutti gli antifascisti sinceri, che stringe e in buona misura stabilisce temi e dà continuità all’antifascismo. Non manco mai, in un visita a Venezia, Roma, Berlino, Trieste, Ferrara, Carpi o altrove, un omaggio al Ghetto e ad un museo. E ho amici ebrei, che stanno in Israele o ne sono tornati, i più sono laici. Un’importante amicizia per me è stata quella con Riccardo Schwamenthal, fotografo, ricercatore, amante del jazz e del cinema, scrittore... scomparso pochi mesi fa. Quando si gioca a quale sia il libro migliore, rispondo “Le botteghe color cannella” di Bruno Schulz. E anni fa insieme ad altri soci, ho messo in scena una lettura in musica di “Vita o Teatro” di Charlotte Salomon – a proposito c’è una sua mostra imperdibile a Palazzo Reale, a Milano.
Ciò non mi impedisce, come dice molto meglio di me Bruno Segre, di essere fieramente oppositore della politica attuale di Israele.
La definizione della questione palestinese – per inciso i militari della Brigata Ebraica portavano sulla divisa la scritta Palestine – è urgente ed attesa da tutto il mondo.
Nel mio definire “staterello” Israele non c’è spregio, mi spiace che sia stato letto in questo senso. Piuttosto è paura, e pena. OK c’è Tel Aviv che mi dicono sia moderna, laica e politicamente aperta. Ma resta un piccolo paese, con relativamente pochi abitanti, con un parlamento minuscolo, e di contro è troppo importante, con un esercito spropositato, con l’atomica, l’ossessione della vittoria, centinaia di migliaia di lavoratori “stranieri” che ogni giorno sono costretti a entrare e uscire, le prepotenze degli ortodossi e le mille contraddizioni di cui spesso parliamo. Non era un’utopia facile da realizzare.
Intorno e altrove la storia dell’ebraismo scorre ugualmente, anche e nonostante...
Buona serata e buon 25 aprile

Adriana Martinelli

unread,
Apr 27, 2017, 8:09:24 AM4/27/17
to deporta...@googlegroups.com

Gentile Cangelli,

I vessilli e le bandiere e i sostenitori della Brigata Ebraica avevano tutti il diritto di partecipare alla Manifestazione del 25 aprile, mi chiedo però che diritto avevano i vessilli palestinesi ad ondeggiare in una manifestazione che davvero non gli apparteneva. Sappiamo tutti che mentre i 42  ebrei della Brigata Ebraica si sacrificavano morendo per la libertà da nazifascismo, gli altri flirtavano con i Gran Muftì, amico e complice di Hitler. Poi lei dice 42, ma credo che fossero di più. Ma anche se 42, sempre martiri per un Ideale di giustizia e di libertà erano. Quindi non capisco il suo "erano solo 42", in tono quasi di scherno, e quanti dovevano essere? E gli altri dove stavano?

E poi mi dica, adesso, dove è la decenza? Per me parlano i fatti. Per lei?

AM


Il 22/04/17 18.10, gianni...@alice.it ha scritto:

Adriana Martinelli

unread,
Apr 27, 2017, 8:09:24 AM4/27/17
to deporta...@googlegroups.com

Gentile Dario Cangelli,

se lei si pone dei quesiti rispetto al vessillo di quello Stato che  d'Israele, da lei e tanti altri così odiato, io mi pongo dei quesiti rispetto ai vessili e alle bandiere palestinesi che sventolavano in una manifestazione che davvero non gli apparteneva.

A me risulta che fossero di più  i morti della Brigata Ebraica, ma anche se fossero 42, sono sempre 42 martiri sacrificatisi per la Liberazione, ed oggi scherniti ed umiliati, anche solo nella frase "erano solo 42". E quanti dovevano essere? Ad ogni modo c'erano e sono morti, ma gli altri, i palestinesi   dove stavano? Forse a flirtare con il grande amico di Hitler, Il Gran Muftì?

Adriana Martinelli


Il 22/04/17 18.10, gianni...@alice.it ha scritto:

rober...@libero.it

unread,
Apr 27, 2017, 2:04:19 PM4/27/17
to deporta...@googlegroups.com
E' mai possibile che qui si continui a litigare (usiamo un eufemismo) interpretando in modo distorto quanto scrivono gli interlocutori? Quando dissentivo dal governo Berlusconi, criticandolo aspramente, odiavo forse l'Italia? Suvvia, cerchiamo di comprendere quanto scrivono coloro che criticano la politica d'Israele (e non Israele come stato né l'ebraismo in sé). E' pura semplicioneria (se non malafede) confondere aspre critiche alla politica d'Israele con posizioni antisemite (Moni Ovadia ne è chiaro esempio).
R.C.

----Messaggio originale----
Da: "Adriana Martinelli" <a.l...@tiscali.it>
Data: 26/04/2017 13.37
A: <deporta...@googlegroups.com>
Ogg: Re: [R-esistiamo] Brigata Ebraica e provocazioni

dariocangelli su tin.it

unread,
Apr 29, 2017, 6:00:11 AM4/29/17
to deporta...@googlegroups.com
gentile Adriana Martinelli, quante incomprensioni! sicuramente io ho usato termini impropri ma ora
perché non moderiamo i termini, ed andiamo un po’ più al concreto? per esempio: considerato che di Brigata Ebraica non è che si masticasse molto qui in lista ed anche tra i membri più vicini ad Israele, personalmente nei giorni scorsi ho cercato e postato documenti originali, ed il documentario con le testimonianze dei reduci “In our own hands” che spero Lei abbia poi visto.
Ho acquistato il libro inchiesta di Howard Blum in versione originale, dovrebbe arrivarmi con Amazon nei prossimi giorni. Sto cercando anche di reperire altri opuscoli prodotti qui in Italia ma ormai difficili da rintracciare perché fuori produzione.
Quanto alla serietà delle ricerche in wikipedia, va segnalato che digitando il nome vero della Brigata, che era quello di Jewish Brigade, si trova il WIKI in lingua inglese, che è molto più ricco di notizie, di inquadramento storico ed internazionale. Per inciso i caduti in questo sito diventano 87, si parte dalle vicende del 1917, molto più sviluppata la parte sulla mission di salvataggio operata a fine guerra.
 
Viva quindi la Brigata Ebraica – forse sarebbe meglio chiamarla con il suo nome vero di Jewish Brigade al fine di una maggiore aderenza alla realtà storica - con quello che ha significato in quel periodo storico, pochi morti (ma meglio così, no?) che nessuno si sogna di schernire e/o umiliare e tante altre imprese di salvataggio, accoglienza, presenza simbolica e quanto altro. D’altronde gli stessi reduci, intervistati nel documentario, ponevano sì un certo rilievo sul “battesimo del fuoco” ma ben più importante ritenevano quanto agito in seguito, incalzati dalla sorda opposizione britannica e dal poco tempo a disposizione, che non poteva essere più di tanto, prima o poi sarebbe arrivato l’ordine di smobilitare.
 
Pensando a chi celebra il 25 aprile per i suoi motivi fondanti: l’informazione sul reale episodio storico della Brigade aiuta a superare la naturale scarsa simpatia che – non neghiamolo, dai – promana da un gruppetto che “nasce” nel 2004 con gadget pagati da Berlusconi e sotto le cui insegne sfilano personaggi non proprio piacevoli come un Magdi Allam e via destreggiando. Anche la “vostra” parte dovrebbe porsi il problema e dare una ripulita alle facce ed agli slogan, puntando sull’informazione in merito all’episodio storico e lasciando ad altri ambiti e soggetti la propaganda.

Adriana Martinelli

unread,
Apr 29, 2017, 11:57:26 AM4/29/17
to deporta...@googlegroups.com
Gentile Dario Cangelli,  mi sembra giusto il suo approccio all'argomento e il suo interesse. Sono effettivamente argomenti seri che richiedono da parte di tutti una seria considerazione.

Cercherò il libro inchiesta di Blum anche se la versione originale mi procurerà delle difficoltà.

Le reazioni, purtroppo, molto  spesso sono uguali e contrarie. Mi riferisco a quanto si è visto in Tv a Milano, gli insulti allo striscione della Brigata Ebraica e quant'altro, con  il riferimento, nemmeno tanto sottinteso,  al popolo ebraico.

Ma se riuscissimo tutti a considerare, come è giusto che sia,   l'evento in sè per quello che ha significato nella storia di un paese, nella storia dell'Occidente e dei popoli che vi hanno partecipato, nella vittoria della democrazia, sarebbe veramente

un grande passo avanti nella direzione giusta.

Adriana Martinelli

Il 29/04/17 11.34, dariocangelli su tin.it ha scritto:
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