Care/i,
come condiviso alla riunione di Coordinamento nazionale di Bologna segnalo
di seguito e in allegato un contributo alla discussione in merito al
percorso della Coalizione
sociale.
Un saluto.
Paolo
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ALCUNE RIFLESSIONI SULLA
PROPOSTA DI COALIZIONE SOCIALE
Come Forum
Italiano dei Movimenti per l’Acqua abbiamo cominciato a riflettere sulla
necessità di una coalizione sociale già all’indomani della straordinaria
vittoria referendaria del giugno 2011.
L’emersione della crisi
economico-finanziaria a livello globale e la sua declinazione come crisi del
debito pubblico in Italia ci hanno infatti messo subito di fronte al contesto
attraverso il quale le elite politico-finanziarie avrebbero potuto prima
sterilizzare l’esito referendario per poi riprendere il cammino delle
privatizzazioni.
E’ stato per rispondere a questo nuovo quadro che, in tutte
le assemblee nazionali e le iniziative del movimento per l’acqua, abbiamo posto
il tema dell’allargamento, dell’inclusione e della costruzione di nessi fra le
varie conflittualità aperte sui temi dei beni comuni, dei servizi pubblici e
della democrazia.
Ci è sembrato da subito chiaro come, senza un salto di
qualità di questo tipo, capace di porre a tema anche le questioni della trappola
del debito e della necessità di una nuova finanza pubblica e sociale, ciascuna
vertenza si sarebbe trovata di fronte il “muro di gomma” del patto di stabilità,
dei vincoli monetaristi e del mantra “
I soldi non ci sono”.
Oggi
ci troviamo di fronte ad un attacco concentrico a tutti i livelli, anche
mediante trattati internazionali quali TTIP e TISA: dal mondo del lavoro ai beni
comuni, dall’ambiente ai servizi pubblici, con una progressiva espropriazione di
democrazia.
Per queste ragioni, pensiamo che la proposta avanzata dalla Fiom
di aprire un percorso per la costruzione di una coalizione sociale nel nostro
Paese, porti con sé importanti potenzialità: è infatti a tutti evidente come,
data la crisi verticale della democrazia e il degrado delle forme di
rappresentanza, solo un nuovo ciclo di mobilitazione sociale possa arginare
l’attacco portato avanti dalle politiche di austerità, a suon di privazione dei
diritti, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, e
riaprire spazi per un’inversione di rotta verso un altro modello sociale per
uscire dalla crisi.
Abbiamo partecipato alle prime riunioni di questo
percorso in maniera costruttiva e propositiva, ma ovviamente non in modo
acritico. E, per questo, ci sentiamo di proporre alcune riflessioni, che, in
base alla nostra esperienza, riteniamo importante socializzare per contribuire
alla riflessione collettiva.
1. La crisi è sistemica e, nel nostro
Paese, si innesta dentro un profondo degrado delle istituzioni e della
democrazia e dentro un’altrettanto profonda frammentazione delle relazioni
sociali: per questo la coalizione sociale è un orizzonte necessario che va visto
e praticato come processo e non definito come prodotto. La coalizione sociale va
di conseguenza vista come un movimento reale di trasformazione della realtà
presente e non come un luogo di rappresentazione dello stesso.
In questo
senso, anche il termine di “coalizione sociale” deve essere considerato nella
sua dinamicità, essendoci già in campo una pluralità di coalizioni sociali che
agiscono e operano nella società (per fare solo l’esempio che ci riguarda, ma
senz’altro non il solo, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua è di per sé
una coalizione sociale).
In questa direzione, la proposta non può avere
l’obiettivo di costruire un luogo che possa sussumere tutte le esperienze
esistenti, bensì deve avere la capacità di farle comunicare e di costruire i
nessi dentro un confronto condiviso.
2. Riteniamo che il primo
compito di questo processo sia quello di definire i temi e i nessi che li legano
l’un l’altro. In questo senso, ci sembra che non si possa immaginare un percorso
di coalizione sociale che si basi su un tema portante e su una serie di altri
temi aggiunti. Diciamo questo perché l’analisi della realtà che abbiamo di
fronte ci dice della pervasività delle politiche liberiste e dei grandi
interessi finanziari che oggi cercano di mettere sotto scacco non solo
l’economia, bensì il lavoro, la società, l’intera vita delle persone e persino
la natura.
Non si tratta neppure di giustapporre tutti i temi, facendo
l’ennesimo lunghissimo elenco delle rivendicazioni sociali in campo, ma di
produrre spazi di analisi, di riflessione e di confronto sui diversi temi e
sulle diverse lotte per capirne i nessi e per trovare obiettivi che le rendano
reciprocamente più forti e sistemicamente più efficaci nel produrre
trasformazioni culturali, sociali e politiche.
A tal proposito diviene anche
rilevante porsi l'obiettivo di individuare gli strumenti mediante i quali poter
praticare il cambiamento auspicato.
3. Crediamo che, proprio
perché la coalizione sociale deve coinvolgere i movimenti reali, l’elemento
della territorialità debba configurarsi come il vero motore di questo processo.
Non si tratta qui di proporre una discussione stantia sul conflitto
centro/periferia o locale/nazionale, bensì di far fermentare dentro i luoghi
reali in cui le persone vivono e lottano le possibilità di un’azione comune
verso obiettivi e pratiche condivise. Si tratta in qualche modo di mettere “a
sistema” le comunità territoriali in quanto tali per produrre percorsi di
rivendicazione di un altro modo di produrre, di riappropriazione sociale dei
beni comuni e dei servizi, di messa in atto di una nuova democrazia
partecipativa.
4. Consideriamo dunque la dimensione territoriale e
l'individuazione dei nessi e degli obiettivi che intende darsi la coalizione
sociale i due punti portanti dell'esperienza cui intendiamo dare corso. Proprio
su queste due questioni - generalizzare cioè il progetto della coalizione
sociale nei territori e individuare i temi di fondo su cui far coagulare la
nostra iniziativa e gli strumenti ad essa connessi (manifestazioni, campagne,
eventuali iniziative referendarie) - riteniamo debba incentrarsi
prioritariamente la nostra riflessione collettiva, a partire dalle giornate di
maggio.
Queste sono le prime riflessioni che abbiamo maturato dentro la
nostra esperienza. Ci dicono anche che ogni percorso che voglia essere vero ed
efficace nel produrre cambiamento deve sapersi dare i tempi di crescita e
maturazione necessari, senza alcuna fertilizzazione artificiale, la quale, se
nel breve può dare l’illusione dell’aumento di potenza, in realtà finisce per
rendere improduttivo il terreno su cui si è seminato.
Riteniamo che, data
l’importanza e la potenzialità della proposta in campo, sia necessaria
l’apertura di una discussione ampia e inclusiva, producendo luoghi e momenti che
consentano ad ogni realtà di dare il proprio contributo. Per quanto ci riguarda,
faremo la nostra parte.
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER
L'ACQUA