auguri di Buon Natale!

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John D'Orazio

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Dec 23, 2016, 9:37:05 AM12/23/16
to Cappellania Università degli Studi Roma Tre

In occasione delle festività natalizie, i cappellani augurano alle autorità accademiche e amministrative, al personale docente, al personale TAB, e al personale dei vari servizi un Natale di serenità e di pace, di gioia e di speranza. Possiamo dire che il Natale è l'evento che segna l'inizio dell'umanesimo cristiano, in quanto il Dio che si fa uomo valorizza l'umanità. Nei libri sapienziali delle Sacre Scritture, viene molto poeticamente personificata la Sapienza che "fissa la sua tenda in Giacobbe" (cf. Siracide 24,8) ossia nel popolo di Israele. Similmente nel prologo del Vangelo di Giovanni viene ripresa questa espressione poetica in riferimento alla "incarnazione del Verbo": il Verbo di Dio, dall'alto dei cieli, "mise la sua tenda tra di noi" (cf. Giovanni 1,14). Il Natale è la celebrazione del Verbo e della Sapienza di Dio che entra nell'umanità, che si fa umanità. Umanesimo significa valorizzare tutto ciò che di vero e di bello c'è nella esperienza e nella cultura umana. Il Natale è la festa dell'umanesimo!

 

 

La Natività (tra il 1291 e il 1299), opera in mosaico di Pietro Cavallini, realizzata nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Una grotta inquadra la Vergine sdraiata accanto al Figlio di Dio appena nato, bilanciata a sinistra da Giuseppe seduto e a destra dall'annuncio della lieta novella ai pastori. Un piccolo edificio in basso ricorda la Taberna Meritoria, luogo dove scaturì la fons olei. In questo mosaico vengono riuniti il momento della nascita (Mt 1,18-25; Le 2,1-7) e l'annuncio ai pastori (Le 2,8-20). La presenza del bue e dell'asino è raccontata invece nei Vangeli Apocrifi.

 

La Basilica di Santa Maria in Trastevere è una delle più antiche chiese di Roma, edificata da Papa Giulio II nel 340. Venne inizialmente chiamata "Titulus Calixti" in memoria del martirio che Papa Callisto I (217-222) aveva subito in quel luogo. Nel 707, Giovanni VII la adornò di pitture murali. Nell'828 Gregorio IV edificò vicino alla chiesa un ampio monastero, e vi pose monaci che salmodiavano giorno e notte in onore del Signore. Rialzò pure il pavimento della chiesa e vi fece alcuni altri restauri. Un secondo restauro lo ordinò Leone IV nell'848, e nell'856 Benedetto III ricostruì il portico che minacciava rovina, il battistero e i secretari. Ma fu Innocenzo II (Papareschi) che nel 1139 rifece la basilica dalle fondamenta ordinandone la ricca decorazione musiva che ancora vi si conserva.

 

Cavallini, Pietro nacque a Roma verso il 1240 o 1250 e morí quasi centenario, dopo una lunga e fortunata operosità svolta nelle maggiori chiese romane e napoletane per committenti di alto rango, come Pietro di Bartolo Stefaneschi, Carlo e Roberto d’Angiò. La sua opera più antica fra quelle superstiti è la decorazione a mosaico nell’abside di Santa Maria in Trastevere recante il nome dell’artista, che vi rappresentò sei episodi della Vita della Vergine e la figura del donatore Stefaneschi presentato alla Vergine da San Pietro. Il mosaico raffigurante la Natività di Cristo figura pertanto tra altri cinque episodi della Vita della Vergine Maria: la Natività di Maria, l'Annunciazione, la Natività di Cristo, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione di Gesù al Tempio, la Dormizione di Maria.

 

Si possono leggere le seguenti scritte all'interno del mosaico:

 

L’angelo ai pastori : « Nuntio vobis gaudium magnum » ("Vi annuncio una grande gioia").

Davanti a Giuseppe, « Taberna meritoria » (in questo luogo infatti, precedentemente alla costruzione della chiesa, vi fu un ospizio romano per i soldati feriti.)

Nella didascalia dell'immagine : « Iam puerum iam summe pater post tempora natum accipimus genitum tibi quem nos esse coevum credimus hincque olei scaturire liquamina tybrim » (In questo luogo, secondo la leggenda, il giorno della nascita di Gesù Cristo sgorgò una polla d'olio, per cui fu detta comunemente fons olei.)

 

Per un pittore della sua generazione era naturale un’educazione ancora fondata sui modelli bizantini; ma il suo atteggiamento nei confronti della tradizione non fu di passiva assimilazione dei piú fortunati manierismi bizantini ma di libera e grandiosa rievocazione delle forme piú alte e anche piú antiche di quell’arte. In questo senso, il Cavallini percorse l’unica vera grande strada della pittura romana tardomedievale. La grandezza del pittore romano si rivela nell’incontro con l’opera di Giotto. È vero che l’ampiezza e la solidità formale delle figure affrescate a Santa Cecilia costituiscono rispetto ai mosaici di Santa Maria in Trastevere un balzo in avanti che può spiegarsi solo con l’influenza giottesca; ma il ruolo tutto particolare assegnato al colore, che costruisce in modo autonomo la forma, la predilezione per ombre intense e soffuse, che lasciano emergere con placida solennità la figura, infine la creazione di una realtà fisionomica che sa esprimere nello stesso tempo eletta sacralità e umano appagamento sono caratteri inconfondibili della personalità del pittore romano, cui conferiscono altezza poetica e potente individualità di accento.

 

 

Auguri di buon Natale!

 

don John D'Orazio, cappellano coordinatore e di ingegneria, matematica, scienze

padre Alfredo Pereira, cappellano giurisprudenza

don Angel Alba, cappellano scienze della formazione primaria

don Emanuele de Maria, cappellano scienze dell'educazione

don Francesco de Feo, cappellano lettere e filosofia

don Pino Fanelli, cappellano scienze politiche e scienze dell'economia e studi aziendali 

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