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Legalmente parlando, come si vende il software?

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Massimo Ungaro

unread,
Jan 2, 2000, 3:00:00 AM1/2/00
to
Ciao a tutti,
e qualora questo non fosse il newsgroup adatto per la mia domanda scusatemi
anticipatamente (nel caso non è che potreste suggerirmi quello adatto?).
Vorrei sapere come si fa a vendere del software. Insomma qual'è l'iter da
seguire (partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, e affini).
Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che (SPERO!!!) vorrete darmi
Massimo Ungaro (unga...@libero.it)

Marco Fabiani

unread,
Jan 2, 2000, 3:00:00 AM1/2/00
to
Massimo Ungaro ha scritto nel messaggio ...

>Vorrei sapere come si fa a vendere del software. Insomma qual'è l'iter da
>seguire (partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, e affini).


Partita IVA -> iscrizione albo artigiani (non cdc, se il software lo fai
tu) -> apertura ditta -> incrocia le dita.
O, piu' semplicemente, vai da un commercialista e fa tutto lui (tranne le
dita).

--
Marco Fabiani
in...@fabisoft.it
www.fabisoft.it
www.totoclub.com


Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 2, 2000, 3:00:00 AM1/2/00
to

Massimo Ungaro wrote:
>
> Vorrei sapere come si fa a vendere del software. Insomma qual'è l'iter da
> seguire (partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, e affini).

Se vendi software scritto da te ti basta la partita IVA per poter fare
le fatture.

EMG


Il Ghenio

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to
On Sun, 02 Jan 2000 14:55:18 GMT, "Massimo Ungaro"
<unga...@libero.it> wrote:

>Ciao a tutti,
> e qualora questo non fosse il newsgroup adatto per la mia domanda scusatemi
>anticipatamente (nel caso non è che potreste suggerirmi quello adatto?).

Sicuramente non é questo il newsgroup adatto,ma devo dire che si
tratta di una questione mooolto importante.

>Vorrei sapere come si fa a vendere del software. Insomma qual'è l'iter da
>seguire (partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, e affini).

>Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che (SPERO!!!) vorrete darmi
>Massimo Ungaro (unga...@libero.it)

Penso che avere la partita IVA sia sufficiente.Inoltre credo che sia
indispensabile che il software venduto sia coperto dai diritti di
autore.

Il Ghenio

Massimo Ungaro

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to
Innanzitutto grazie Marco Fabiani per la risposta alla mia domanda.
A livello economico ci sono dei costi da sostenere per l'apertura della
partita I.V.A. e per l'iscrizione all'albo degli artigiani? Ed altra cosa
importante, ci sono tasse da pagare ogni annoindipendentemente dal
fatturato, o pago solo in percentuale a quanto fatturo?
Grazie ancora per l'aiuto e porgo nuovamente le mie scuse al newsgroup per
aver posto una domanda non prettamente tecnica (anche se credo che può
interessare molti).

Marco Fabiani <modove...@tin.it> wrote in message
84o21g$qrd$1...@nslave1.tin.it...


> Massimo Ungaro ha scritto nel messaggio ...

> >Vorrei sapere come si fa a vendere del software. Insomma qual'è l'iter da
> >seguire (partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, e affini).
>
>

Marco Fabiani

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to
Massimo Ungaro ha scritto nel messaggio ...
>Innanzitutto grazie Marco Fabiani per la risposta alla mia domanda.
>A livello economico ci sono dei costi da sostenere per l'apertura della
>partita I.V.A. e per l'iscrizione all'albo degli artigiani?

Si, ma roba di poco. Qualche centinaio di migliaia di lire.
Il commercialista invece costa di piu' ma e' praticamente indispensabile.
Scegline uno bravo (e sopratutto onesto).

>Ed altra cosa
>importante, ci sono tasse da pagare ogni annoindipendentemente dal
>fatturato, o pago solo in percentuale a quanto fatturo?

Si. L'INPS la paghi a prescindere (nel senso che c'e' un minimo fisso, mi
pare).
L'IRPEF va a scaglioni e paghi in funzione del fatturato.
Poi c'e' sempre qualcosina di fisso che devi pagare per forza: partita IVA
aperta, INAIL, bolli e registri vari, commercialista, tassa sul macinato
(no, questa l'hanno abolita) ecc. ecc.
A conti fatti, se fatturi sui 20-40 milioni all'anno, piu' o meno la meta'
la paghi di tasse. Se sali paghi di piu'.
Controlla bene le leggi perche' a volte, per particolari fasce di eta' o
luoghi geografici, ci sono agevolazioni fiscali.

Se pensi di fatturare di meno o di non avere spese ti conviene farti pagare
in ritenuta d'acconto. Fino a 5-10 milioni l'anno, mi pare, non devi nemmeno
presentare la dichiarazione dei redditi.

Morale: il vantaggio e' uno solo: puoi detrarre le spese. Ma, almeno io, una
volta cambiato computer, comprato i compilatori e messo su l'ufficio di
spese non ne ho piu', tranne eventualmente la pubblicita' (che per ora ho
gratis). Mi detraggo le 500k/bolletta di telecom.

Alex Martelli

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to
Il Ghenio <sme...@tin.it> wrote in message
jcxwOORuVG4pRn...@4ax.com...
[snip]

> Penso che avere la partita IVA sia sufficiente.Inoltre credo che sia
> indispensabile che il software venduto sia coperto dai diritti di
> autore.

Quest'ultima condizione mi sembra assurda. Non si puo`
vendere software che sia nel pubblico dominio...?! Questo
porrebbe l'Italia clamorosamente fuori dai trattati, a livello
internazionale, che essa ha firmato, come il protocollo di
Berna, e sarei veramente attonito che qualche pazzo di un
burocrate avesse sancito un'idiozia del genere.


Alex


Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to

Il Ghenio wrote:
>
> Inoltre credo che sia
> indispensabile che il software venduto sia coperto dai diritti di
> autore.

Non è vero. Non solo non è indispensabile ma è anche, a mio parere, del
tutto inutile.

EMG

Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to

Massimo Ungaro wrote:
>
> A livello economico ci sono dei costi da sostenere per l'apertura della
> partita I.V.A. e per l'iscrizione all'albo degli artigiani?

L'iscrizione all'albo non è obbligatoria. Per la partita IVA c'è una
piccola tassa annuale. Se emetti fatture devi ovviamente gestire la
contabilità (IVA trimestrale, IRPEF e relativi acconti, Tassa della
salute, Contributo INPS, etc.).

> Ed altra cosa
> importante, ci sono tasse da pagare ogni annoindipendentemente dal
> fatturato, o pago solo in percentuale a quanto fatturo?

Se ti iscrivi all'albo non lo so. Metti comunque in conto l'onorario del
commercialista.

EMG

Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 3, 2000, 3:00:00 AM1/3/00
to

Marco Fabiani wrote:
>
> Si. L'INPS la paghi a prescindere (nel senso che c'e' un minimo fisso, mi
> pare).

Solo se sei iscritto a qualche albo.

> INAIL,

Che roba è?

> bolli e registri vari,

Solo il registro delle fatture e quello degli acquisti. Spese irrisorie.
Più che altro la scocciatura di andare a farseli vidimare.

> A conti fatti, se fatturi sui 20-40 milioni all'anno, piu' o meno la meta'
> la paghi di tasse.

Questa stima mi sembra un po' eccessiva. Però se oltre alle imposte ci
si mettono anche i versamenti per qualche forma pensionistica allora la
tua stima diviene reale.

> Se pensi di fatturare di meno o di non avere spese ti conviene farti pagare
> in ritenuta d'acconto.

Il problema è che molti clienti vogliono la fattura.

> Fino a 5-10 milioni l'anno, mi pare, non devi nemmeno
> presentare la dichiarazione dei redditi.

Questo non mi risulta proprio. Ne sei sicuro?

> Morale: il vantaggio e' uno solo: puoi detrarre le spese.

Sotto un certo reddito entra in ballo la contabilità forfettaria e
quindi non ti detrai, in pratica, neanche quelle.

EMG


Marco Fabiani

unread,
Jan 4, 2000, 3:00:00 AM1/4/00
to
Enrico Maria Giordano ha scritto nel messaggio
<38712177...@flashnet.it>...
>Marco Fabiani wrote:
>> INAIL,
>
>Che roba č?

Infortuni sul lavoro

>Questa stima mi sembra un po' eccessiva. Perň se oltre alle imposte ci


>si mettono anche i versamenti per qualche forma pensionistica allora la
>tua stima diviene reale.

Ti sapro' dire l'anno prossimo con esattezza.. :)

>> Fino a 5-10 milioni l'anno, mi pare, non devi nemmeno
>> presentare la dichiarazione dei redditi.
>
>Questo non mi risulta proprio. Ne sei sicuro?

Fino a un paio di anni fa era cosi' (il limite mi pare fosse 5 milioni)

Marco

Il Ghenio

unread,
Jan 4, 2000, 3:00:00 AM1/4/00
to
On Mon, 03 Jan 2000 20:45:23 +0100, Enrico Maria Giordano
<e.m.gi...@flashnet.it> wrote:

>Non è vero. Non solo non è indispensabile ma è anche, a mio parere, del
>tutto inutile.

Inutile?Ne sei proprio sicuro? Se io produco e metto in vendita un
software non coperto dai diritti di autore corro il serio rischio che
qualcuno possa appropriarsi della mia idea e che possa addirittura
impossessarsi del mio programma spacciandolo per suo.Non mi pare una
cosa da poco questa.

Il Ghenio

Marco Fabiani

unread,
Jan 5, 2000, 3:00:00 AM1/5/00
to
Il Ghenio ha scritto nel messaggio ...

A me e' appena successo.
Ora mi sto informando per benino sulle procedure da attuare per fargli
passare un brutto quarto d'ora, ma credo che si tratti di un reato penale.
In particolare io posso dimostrare di aver fatto il programma (ho i
sorgenti), lui ha cambiato l'help e la pagina info del programma mettendoci
il suo nome (retroingegneria: vietato) e si appropriato indebitamente della
creazione del programma. In questo caso non credo serva la registrazione o
il brevetto.
Comunque di appropriazione indebita si tratta. Ad ogni modo, quando ho
finito di prendere informazioni, se vuoi ti faccio sapere.

Marco

Antonio Donatiello

unread,
Jan 5, 2000, 3:00:00 AM1/5/00
to
"Marco Fabiani" <modove...@tin.it> ha scritto:

>>A me e' appena successo.
>>Ora mi sto informando per benino sulle procedure da attuare per fargli
>>passare un brutto quarto d'ora, ma credo che si tratti di un reato penale.
>>In particolare io posso dimostrare di aver fatto il programma (ho i
>>sorgenti), lui ha cambiato l'help e la pagina info del programma mettendoci
>>il suo nome (retroingegneria: vietato) e si appropriato indebitamente della
>>creazione del programma. In questo caso non credo serva la registrazione o
>>il brevetto.
>>Comunque di appropriazione indebita si tratta. Ad ogni modo, quando ho
>>finito di prendere informazioni, se vuoi ti faccio sapere.

Hai perfettamente ragione. Non c'e' bisogno ne' di brevetto, tantomeno di registrazione. Il software e' protetto automaticamente dalle leggi sui diritti d'autore.
In bocca al lupo.

Antonio

Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 5, 2000, 3:00:00 AM1/5/00
to

Il Ghenio wrote:
>
> > Non è vero. Non solo non è indispensabile ma è anche, a mio parere, del
> > tutto inutile.
>
> Inutile?Ne sei proprio sicuro?

Ti rispondo in privato.

EMG

Massimo Ungaro

unread,
Jan 5, 2000, 3:00:00 AM1/5/00
to
Assodato che c'è bisogno di un commercialista altrimenti non si va da
nessuna parte [oltre che in carcere per la violazione di qualche tassa
perversa :-) ], sapreste indicarmi qualche buon sito dove documentarmi su
tutte queste questioni? Anche sulle agevolazioni per fasce d'età e luoghi
geografici, perchè mi sa tanto di poter rientrare in entrambe!
Altra cosa, mi avete parlato di infortuni sul lavoro, anche se l'azienda
(diciamola così anche se "azienda" mi pare un nome decisamente GROSSO) è
composta nominalmente da una o due persone, deve preoccuparsi
dell'infortunistica?
Ancora una volta grazie a tutti per aver risposto ad un quesito
originariamente abbastanza Off Topic!!!

Massimo Ungaro


Il Ghenio

unread,
Jan 5, 2000, 3:00:00 AM1/5/00
to
On Wed, 5 Jan 2000 00:18:45 +0100, "Marco Fabiani"
<modove...@tin.it> wrote:

>A me e' appena successo.

Uhm...allora é vero che capita!!

>Ora mi sto informando per benino sulle procedure da attuare per fargli
>passare un brutto quarto d'ora, ma credo che si tratti di un reato penale.
>In particolare io posso dimostrare di aver fatto il programma (ho i
>sorgenti), lui ha cambiato l'help e la pagina info del programma mettendoci
>il suo nome (retroingegneria: vietato) e si appropriato indebitamente della
>creazione del programma.

In questo caso si trattava presumo di un'applicazione, che un tale
anonimo ti ha plagiato spacciandola per sua, ma tu puoi dimostrare di
essere l'autore della suddetta applicazione in quanto possiedi i
sorgenti. Tutto bene in questo caso, ma metti che l'opera plagiata non
fosse stata un'applicazione ma fossero stati ad esempio dei file MIDI?
In questo caso non avresti potuto dimostrare di essere l'autore dei
suddetti files, e l'impostore molto probabilmente l'avrebbe scampata.
Ciò dimostra che quando si distribuisce del software, soprattutto su
Internet, é sempre meglio prendere tutte le precauzioni del caso. Per
quanto mi riguarda, io non mi azzarderò mai a pubblicare qualcosa
fatta da me che non sia protetta dai diritti d'autore.

>In questo caso non credo serva la registrazione o il brevetto.Comunque di


>appropriazione indebita si tratta. Ad ogni modo, quando ho finito di prendere
>informazioni, se vuoi ti faccio sapere.

Si,si. Fammi sapere tutto! Magari per e-mail. L'argomento infatti mi
interessa molto.Ciao!

Il Ghenio

Marco Fabiani

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to
Il Ghenio ha scritto nel messaggio <5ERzOMOc0huTIX...@4ax.com>...

>In questo caso si trattava presumo di un'applicazione, che un tale
>anonimo ti ha plagiato spacciandola per sua, ma tu puoi dimostrare di
>essere l'autore della suddetta applicazione in quanto possiedi i
>sorgenti. Tutto bene in questo caso, ma metti che l'opera plagiata non
>fosse stata un'applicazione ma fossero stati ad esempio dei file MIDI?

Giusto. In quel caso, senza la registrazione alla SIAE (o a quello che
serve) credo non si possa fare nulla.
D'altro canto lo stesso discorso vale per i brevetti sulle "idee".

>Internet, é sempre meglio prendere tutte le precauzioni del caso. Per
>quanto mi riguarda, io non mi azzarderò mai a pubblicare qualcosa
>fatta da me che non sia protetta dai diritti d'autore.

Gia che ci sono, quanto costa?

Alvaro De Amicis

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to
>
>Giusto. In quel caso, senza la registrazione alla SIAE (o a quello che
>serve) credo non si possa fare nulla.
>D'altro canto lo stesso discorso vale per i brevetti sulle "idee".

Andiamoci piano con i brevetti sulle "idee". Io sono decisamente contrario.
Un programmatore indipendente rischierebbe di dover pagare diritti
per ogni riga di codice che scrive (le multinazionali del software
in USA, dove e' possibile, stanno cercando di brevettare qualunque cosa,
dagli algoritmi comunemente usati, alle "interfacce" tipiche dei programmi)

>
>>Internet, é sempre meglio prendere tutte le precauzioni del caso. Per
>>quanto mi riguarda, io non mi azzarderò mai a pubblicare qualcosa
>>fatta da me che non sia protetta dai diritti d'autore.

usa la GPL :-)


Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to

Il Ghenio wrote:
>
> Tutto bene in questo caso, ma metti che l'opera plagiata non
> fosse stata un'applicazione ma fossero stati ad esempio dei file MIDI?

> In questo caso non avresti potuto dimostrare di essere l'autore dei
> suddetti files, e l'impostore molto probabilmente l'avrebbe scampata.

> Ciň dimostra che quando si distribuisce del software,

Solo un'obiezione: perché parli di software riferendoti ai file MIDI?
Certo, in senso lato potrebbe anche essere considerato appropriato ma in
pratica la cosa mi suona un po' strana.

EMG

Marco Fabiani

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to
Alvaro De Amicis ha scritto nel messaggio ...

>Andiamoci piano con i brevetti sulle "idee". Io sono decisamente contrario.

Pure io.

Marco

Enrico Maria Giordano

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to

Marco Fabiani wrote:
>
> > Andiamoci piano con i brevetti sulle "idee". Io sono decisamente contrario.
>
> Pure io.

Ogni persona sana di mente e con un minimo di buon senso lo sarebbe.

EMG

Il Ghenio

unread,
Jan 7, 2000, 3:00:00 AM1/7/00
to
On Fri, 07 Jan 2000 13:50:59 +0100, Enrico Maria Giordano
<e.m.gi...@flashnet.it> wrote:

>Solo un'obiezione: perché parli di software riferendoti ai file MIDI?
>Certo, in senso lato potrebbe anche essere considerato appropriato ma in
>pratica la cosa mi suona un po' strana.

Semplice. Mi stavo solo chiedendo se fosse una buona idea o meno
quella di utilizzare nel mio futuro sito(e quindi mettere a
disposizione di tutti gli utenti Internet ed anche di eventuali lamer
burloni)alcuni file MIDI da me realizzati.

Il Ghenio

Massimo Ungaro

unread,
Jan 8, 2000, 3:00:00 AM1/8/00
to

Avete già sottoscritto la protesta contro il brevetto delle idee?
C'era un sito di cui non ricordo l'indirizzo (ma giuro che se v'interessa lo
posterò al + presto possibile!), dove si poteva apporre la propria "firma"
contro la legge sui brevetti, che dovrebbe tra l'altro andare in discussione
a breve nel parlamento europeo su idea di Mario Monti.

Massimo

alessandro steinfl

unread,
Jan 9, 2000, 3:00:00 AM1/9/00
to
Posto una serie di mie considerazioni a suo tempo gia' apparse in alcuni
newsgroups (comp.lang.c e comp.lang.visual-basic).

Parlare di "brevetto delle idee" e' concettualmente sbagliato, in quanto non
e' attualmente previsto che una "idea" possa essere brevettabile, ne' e'
pensabile che cio' possa accadere nel futuro. Cio' che e' brevettabile e'
una realizzazione pratica di una idea, la quale realizzazione sia nuova,
originale e goda di applicabilita' industriale.
Detto cio', bisogna pero' ammettere che esistono alcuni gruppi di persone
che ritengono che prima o poi un qualunque tipo di routine software sara'
brevettabile.

Una tale considerazione è pero' semplicistica ed a ben vedere non
corrisponde al vero.
Ricordo che attualmente la Convenzione sul brevetto europeo (CBE) prevede
(proprio per il rispetto dei concetti di brevettabilita' sopra esposti) la
non-brevettabilità del software "in quanto tale", a differenza ad esempio
della legge brevetti statunitense che non contiene questo tipo di
limitazione.
La frase "in quanto tale" significa dire che - ai sensi della legge
europea - un "apparecchio" contenente del software può essere brevettato
anche se la sua novità ed originalità risiede solo nel software, mentre un
software e basta può essere brevettato solo nel caso in cui questo realizzi
un qualche effetto tecnico. Un sistema operativo realizza ad es. un effetto
tecnico sulla macchina (computer) sulla quale viene installato, mentre un
videogioco o un programma gestionale no.
E' dunque chiaro che con il termine effetto tecnico viene ad essere inteso
un qualcosa che vada al di là della normale interazione tra software ed
hardware, anche perchè altrimenti si potrebbe sostenere che un qualunque
software possiede un effetto tecnico.
Una prima conclusione e' che pertanto "non tutto" il software può essere
brevettato.
Visto che però una certa differenza tra la legge europea e quella
statunitense rimane, è stata allestita una proposta di Direttiva per
l'armonizzazione dei requisiti per la brevettabilità delle invenzioni
relative
al software, direttiva presentata a Parigi nello scorso mese di giugno,
durante una conferenza intergovernativa indetta "ad hoc".

Ad oggi non c'è niente di più.
Molti pensano che una revisione della legge sia ormai prossima ed a seconda
del treno sul quale viaggiano glorificano il cambiamento o innalzano gli
scudi (per questa ultima posizione si puo' leggere il sito
www.freepatents.org).
Anche se prima o poi la modifica della legge dovesse passare (dopo un bel
po' di trafile burocratiche), questo non significherà minimamente che un
qualsiasi software potrà essere brevettato, ma solamente che probabilmente
gli esaminatori europei saranno un po' più leggeri nel valutare il sopra
esposto concetto di effetto tecnico, più o meno come accade negli Stati
Uniti. Il problema è semmai un altro, e cioè la non-completezza delle banche
dati a disposizione degli esaminatori di brevetto, in quanto sono banche
dati
costituite in maggior parte da brevetti e non anche da tutte le riviste più
importanti nel settore. Ciò significa che potrebbe succedere che venga
rilasciato un brevetto su una tecnologia obsoleta.

Colgo l'occasione per fare luce su alcuni punti a volte discussi nei
newsgroup:
1) Brevettabilità degli algoritmi
E' noto che con il copyright (diritto d'autore) si protegge l'espressione
creativa di un idea (anche qui non si protegge mai l'idea in quanto tale), e
pertanto ad es. un programma che faccia uso di un determinato algoritmo. Una
qualunque opera creativa (e il software non fa eccezione) e' protetta sin
dal momento della sua creazione.
Il diritto d'autore e' un tipo di proprieta' intellettuale per il quale (a
differenza del brevetto) non e' richiesta la registrazione. Se pero' si
ritiene che il fatto di dover un giorno provare la paternita' e la data di
concepimento dell'opera potesse risultare una operazione difficile, e'
possibile e consigliabile registrare il software presso un apposito
registro, vale a dire il registro pubblico dei programmi per elaboratore
tenuto dalla SIAE. Possono qui essere registrati i programmi per
elaboratore pubblicati in Italia. Nel caso di programmi non pubblicati,
questi potranno essere iscritti nel registro delle opere inedite.
La registrazione (facoltativa) fa fede della esistenza dell'opera fino a
prova contraria. Mentre pero' in assenza di registrazione saranno l'autore
ed il titolare dei diritti economici a dover fornire la prova su chi sia
l'autore ed il titolare dei diritti economici sul programma, nel caso
opposto di registrazione l'onere gravera' sui terzi. Quanto detto vale anche
per quanto riguarda la data da cui il diritto viene a decorrere.

Nel caso in cui si voglia cercare di proteggere l'algoritmo, si deve cercare
la strada del brevetto.
Va però sfatata la convinzione purtroppo comune che negli Stati Uniti un
qualunque algoritmo - purchè nuovo ed originale - sia brevettabile e che tra
poco ciò potrà applicarsi anche nei confronti di domande di brevetto
depositate presso l'Ufficio Brevetti Europeo.
La verità è che alcuni algoritmi possono essere brevettati ed altri no.
Ad esempio un metodo di ordinamento di dati (come Quicksort, Hoare 1960) non
è brevettabile in quanto tale, esattamente come non è brevettabile un
algoritmo che permetta la conversione da BCD a binario.
Affinchè un algoritmo sia brevettabile, questo deve poter essere applicato
ad un determinato settore industriale e risolvere un particolare problema
tecnico. Trasformare numeri in numeri oppure ordinare sequenze di numeri
altro non sono che metodi matematici astratti, per i quali non vi sarà mai
la possibilità di ottenere un brevetto. Un esempio di "algoritmo"
brevettabile può essere visto nel brevetto USA 4 744 028 a nome Karmarkar
(uno dei vari siti in cui si possono leggere brevetti e'
http:\\ep.espacenet.com) , il famoso autore di uno dei migliori algoritmi
alternativi al metodo del simplesso. Il testo di brevetto non concerne l'
algoritmo in quanto tale, bensì la sua applicazione ad un particolare
problema tecnico e cioè l'instradamento lungo una rete di apparecchiature
per telecomunicazioni nel caso di un gran numero di tali apparecchiature.

2) Rischio per un programmatore di contraffare diritti altrui
Da quanto sopra detto un programma è coperto da copyright (e questo sin dal
momento della sua creazione e fino a 70 anni dopo la morte dell'autore),
mentre un algoritmo alla base di un programma può essere coperto da brevetto
(per una durata massima di 20 anni dal momento del deposito) qualora questo
algoritmo risulti applicato ad un particolare settore tecnico ed ovviamente
sia anche nuovo ed originale. Un programmatore può pertanto operare
contraffazione dei diritti di proprietà intellettuale di terzi sia ai sensi
della legge sul diritto d'autore nel caso in cui venga a produrre un
programma simile o identico al programma coperto da copyright sia ai sensi
della legge brevetti quando venga ad utilizzare un algoritmo nel particolare
settore tecnico per il
quale questo algoritmo è coperto da brevetto (ed ovviamente ammesso che ci
si trovi in un Paese in cui il brevetto sia valido e non siano ancora
trascorsi i canonici 20 anni di durata del brevetto).

Per quanto riguarda i Database - nel caso in cui anche questo argomento
possa interessare qualcuno - alcuni di questi sono proteggibili tramite
brevetto, ma esistono sempre le solite limitazione su un particolare impiego
di questi, similmente a quanto sopra discusso con riferimento agli
algoritmi. Incidentalmente, per i DataBase esiste anche una tipologia di
protezione "sui generis", distinta dalla legge brevetti.

3) Rilascio di un brevetto per una tecnologia già nota, o di dominio di
terzi
Questo problema è ben noto, specialmente in Italia ove l'Ufficio Brevetti
non esegue - per legge - un esame di merito della domanda.
Può benissimo capitare pertanto che il titolare di una domanda si veda
concesso un brevetto per un qualcosa di noto (ad es. la macchina di Von
Neumann) o per qualcosa già brevettato da terzi. E allora? Allora niente. Il
brevetto potrà essere sempre contestabile presso il Tribunale nel caso in
cui il titolare voglia cercare (anche in buona fede) di far valere i propri
diritti.
Ci tengo a far sapere questo, perché mi sembra che a volte vi sia l'opinione
che un brevetto concesso sia incontestabile ed eternamente e saldamente
valido. Ciò non è vero. Presso l'Ufficio Brevetti Europeo c'è addirittura un
periodo di 9 mesi a partire dal rilascio di un determinato brevetto entro il
quale chiunque (meno che il titolare del brevetto stesso) può produrre
documentazione volta a revocare il brevetto concesso.

Mi scuso per la lunghezza, ma penso che quanto da me scritto possa essere di
interesse per qualcuno.

--
Alessandro Steinfl
European Patent Attorney
(la presente non costituisce un parere legale)

Massimo Ungaro <unga...@libero.it> wrote in message
NYHd4.6861$I3.7...@news.infostrada.it...

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