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"Tamerlano" di Haendel al Regio di Torino.

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Andrea Finotello

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Sep 15, 1997, 3:00:00 AM9/15/97
to

Ieri ho assistito alla seconda replica del "Tamerlano" di Haendel al Regio di
Torino.

Questo evento e`, a suo modo, storico in quanto e` la prima opera di Haendel
rappresentata al Regio in piu` di 250 anni di storia. Tale lacuna e` stata,
almeno parzialmente, colmata con questa nuova produzione affidata ad interpreti
giovani.

La regia, invero stravagante, era di Giorgio Gallione e i costumi (non meno
stravaganti) di Daniela Dal Cin. La scena era completamente spoglia (solo
sul fondo apparivano proiezioni colorate di bell'effetto cromatico)
ma tuttavia invasa da ballerini che danzavano durante le arie dei protagonisti,
i quali in genere cantavano mettendosi al centro di rettangoli di luce
bianca proiettati sul palcoscenico.
I costumi erano, come detto, stravaganti: Tamerlano, piu` che un feroce
guerriero, con quella strana tunica sembrava una versione ridotta di Jessye
Norman , mentre Leone, con quei baffoni a manubrio e il cilindro bianco con i
pon-pon colorati faceva pensare ad un Dulcamara capitato li` per sbaglio.
Non ho colto il perche` la coppia Leone-Irene (confidente-principessa) si
muovesse corricchiando sotto un ombrellino fornito di tendina trasparente
(lunga fino a terra),che veniva poi sollevata "liberando" cosi` i due.
Comunque, a parte queste amenita`, ci sono stati momenti anche suggestivi,
come per esempio il finale dell'opera: quei nastri rossi agitati dai
ballerini su Asteria abbandonata sul cadavere del padre sono stati un
momento veramente azzeccato.

Sul vesante musicale, invece, gli appunti da fare credo siano proprio pochi e
l'esecuzione mi e` parsa estremamente equilibrata.
Il direttore era Corrado Rovaris (che gia` si era fatto conoscere a Torino
l'anno scorso col "Ritorno di Ulisse in patria" e che quest'anno, dicono, ha
ottenuto un bel successo nel "Bruschino" di Pesaro), che ha diretto con bella
sicurezza l'Orchestra del Regio in organico cameristico.

I ruoli di Tamerlano ed Andronico, scritti in origine per castrato, sono
sati qui affidati rispettivamente ad un mezzosoprano ed un contralto.
Qualche difficolta` mi pare abbia palesato Maria Jose` Trullu (Tamerlano),
di voce piccola e, a volte, un po' gutturale.
Sara Mingardo ha reso bene il personaggio di Andronico e non ha fatto
rimpiangere troppo l'annunciata Bernadette Manca di Nissa.
Bravissima Patrizia Ciofi (prossima Susanna al Regio e reduce dalla bella "Lucie
di Lammermoor" di Martina Franca, da poco trasmessa su Radiotre), come Asteria,
sicura nelle agilita` e commovente nella chiusa del secondo atto.
Corretta e` stata l'Irene di Marianna Kulikova e adeguato il Leone di
Antonio Abete.
Una sorpresa, almeno per me, e` stato il tenore Furio Zanasi (qualche
parentela col baritono Mario?) nel ruolo di Bajazet. Un tenore vero (con timbro
scuro e voce bene impostata: non uno di quei passerotti pigolanti che
infestano certe incisioni discografiche filologiche o presunte tali), che ha
reso un Bajazet impetuoso (emblematico e` stato il suo "Ciel e terra armi di
sdegno"), incisivo nei recitativi, in grado -infine- di rendere a meraviglia la
grande scena del suicidio.
Singolare il fatto che la (frettolosa) recensione di Gallarati apparsa domenica
su "La Stampa" non menzioni ne` l'interprete ne' tantomeno il personaggio,
Bajazet, che, naturalmente, e` centrale nell'economia dell'opera.....

Mi pare che il pubblico abbia apprezzato la ripresa di un'opera sconosciuta ai
piu`: la platea era praticamente esaurita e non ho notato "defezioni" tra un
atto e l'altro. Particolarmente opportuna e` stata la scelta di rappresentare
l'opera, anche se - naturalmente - cantata in italiano, con i sopratitoli.
Cosa gia` avvenuta, peraltro, con lo stupendo "Mitridate" di tre anni fa e (mi
dicono) con il Devereux di quest'anno.
Se Gallarati riporta di "applausi di cortesia" per la prima di venerdi` scorso,
ieri il successo e` stato vivo e gli applausi finali particolarmente calorosi.
E, per quello che mi riguarda, assolutamente meritati.

Andrea.

--
Andrea Finotello

CSELT - Centro Studi E Laboratori di Telecomunicazioni
Via Reiss Romoli 274 - 10148 Torino (Italy)

mailto:Andrea.F...@cselt.it

Massimo Campostrini

unread,
Sep 15, 1997, 3:00:00 AM9/15/97
to

Andrea Finotello <Andrea.F...@cselt.it> writes:

> La regia, invero stravagante, era di Giorgio Gallione e i costumi (non
> meno stravaganti) di Daniela Dal Cin. La scena era completamente
> spoglia (solo sul fondo apparivano proiezioni colorate di bell'effetto
> cromatico) ma tuttavia invasa da ballerini che danzavano durante le
> arie dei protagonisti, i quali in genere cantavano mettendosi al
> centro di rettangoli di luce bianca proiettati sul palcoscenico. I

> costumi erano, come detto, stravaganti: ...

Ricollegandomi anche al thread "'La Frascatana' di Paisiello":

Perche` un direttore/solista/cantante che si azzardi a cambiare
qualcosa dalla partitura originale viene appeso al pennone piu` alto
(giustamente), mentre un regista/costumista puo` fare impunemente quel
c...o che gli pare, non solo inventandosi tutto di sana pianta,
ignorando totalmente le direzioni ed i bozzetti di scena originali, ma
facendo cose che non c'entrano assolutamente per niente con l'opera?

Tanto per fare un'altro esempio: forse qualcuno di voi ha visto il
Barbiere (dall'Arena di Verona) trasmesso dalla RAI questo agosto. Io
non ho il coraggio di descrivere la regia, vi posso solo dire che
quando Figaro ha imbracciato una chitarra elettrica per accompagnare
il Conte ("Se il mio nome saper"), ho spento il televisore; non era
neppure la cosa peggiore, solo la goccia che ha fatto traboccare il
vaso. A teatro cos'avrei fatto? Forse chiuso gli occhi. ;-)

Oggi le esecuzioni sono "storicamente informate" (grazie al cielo),
perche` non possono esserlo anche le regie?

--
Massimo Campostrini,
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Sezione di Pisa.
Music home page: http://www.difi.unipi.it/~campo/Music.html

Ciorans'son -Luca F.Palmieri-

unread,
Sep 16, 1997, 3:00:00 AM9/16/97
to

On Mon, 15 Sep 1997 15:44:30 +0200, Andrea Finotello
<Andrea.F...@cselt.it> wrote:

>Ieri ho assistito alla seconda replica del "Tamerlano" di Haendel al Regio di
>Torino.
>
>Questo evento e`, a suo modo, storico in quanto e` la prima opera di Haendel
>rappresentata al Regio in piu` di 250 anni di storia.

Grazie per la bella recensione....
ma io cosa dovrei dire adesso?
Chi era, Ric, che diceva che non si fa altro che rappresentare opere
rare...
Non conosco le stagioni del Regio, ma mi mangio il cappello se verdi
non e' stato rappresentato tutto almeno 80 volte (Jerusalem
compresa)!!

.....250 anni senza Haendel!
ma che vergogna!!!

Ciao.

P.S.
Il fatto che il teatro fosse pieno mi sorprende ma mi rincuora.
.
Cioran's son
Luca F.Palmieri
ned...@iperbole.bologna.it
---------------------------

"Sperare significa smentire l'avvenire"

(Emil Michael Cioran)
-------------------------

Riccardo Domenichini

unread,
Sep 16, 1997, 3:00:00 AM9/16/97
to

Ciorans'son -Luca F.Palmieri- wrote:

> .....250 anni senza Haendel!
> ma che vergogna!!!

Caro mio, ti ricordo che anche il Serse dato due o tre anni fa al
Comunale di Bologna era il primo Haendel nella storia di quel teatro!
R.
--

========================================================================
Riccardo Domenichini
Istituto Universitario di Architettura di Venezia
Archivio Progetti - Centro di Servizi Interdipartimentali
S. Marta, Dorsoduro 2196 - 30123 Venezia tel (0)41.2571014
fax (0)41.715788
mailto:r...@ofelia.iuav.unive.it
http://oberon.iuav.unive.it
========================================================================
"Va bene che quasi tutti i tenori sono stupidi, ma lei
esagera!"
[Tullio Serafin a un ignoto cantante]
========================================================================

Andrea Finotello

unread,
Sep 16, 1997, 3:00:00 AM9/16/97
to

Ciorans'son -Luca F.Palmieri- wrote:
>
> Chi era, Ric, che diceva che non si fa altro che rappresentare opere
> rare...
> Non conosco le stagioni del Regio, ma mi mangio il cappello se verdi
> non e' stato rappresentato tutto almeno 80 volte (Jerusalem
> compresa)!!
>
Se sono 80 non lo so, comunque ti confermo che Jerusalem e` stata rappresentata 2 anni
fa....perche`, non ti piace? :-)
Guarda che e` una bellissima opera e anche Budden la giudica complessivamente superiore ai
"Lombardi" (da cui peraltro trae gran parte della musica).

> .....250 anni senza Haendel!
> ma che vergogna!!!
>

257 per la precisione: ma vedrai che il Tamerlano sara` la prima di una lunga
serie....:-)
Comunque, per far recuperare punti in media inglese al Regio nella tua classifica, ti
diro` che nella prossima stagione non ci sono opere di Verdi. :-)))
E, per farti morire di invidia, ti diro` che qualche anno fa, in compenso, e` stata
rappresentata "La regina di Saba" di Goldmark...;-)))

>
> P.S.
> Il fatto che il teatro fosse pieno mi sorprende ma mi rincuora.
> .

Si`, sono stato piacevolmente sorpreso anch'io. Ricordo una "Incoronazione di Poppea" (di
una ventina di anni fa) in cui intere file di spettatori si eclissavano fra un atto e
l'altro. Il teatro era gia` mezzo vuoto in partenza per cui alla fine rimanemmo in pochi
irriducibili. Ma ricordo anche una sala mezza vuota - non piu` di una dozzina di anni fa -
per una recita di "Tancredi" (in cui *non* cantava la Valentini, quelle in cui cantava
erano esaurite...).
Stavolta le cose sono andate meglio: per esempio, i miei vicini di sinistra (che erano
fuggiti dopo il primo atto dei "Maestri Cantori", 2 anni fa) stavolta sono rimasti fino
alla fine. E il mio vicino di destra, che durante quei "Maestri" era stato sveglio solo
per i primi 5 minuti di ogni atto, stavolta ha sonnecchiato decisamente meno.
Potenza della musica di Haendel...:-)))))))

Ciao.

Ciorans'son -Luca F.Palmieri-

unread,
Sep 18, 1997, 3:00:00 AM9/18/97
to

On Tue, 16 Sep 1997 09:57:09 +0200, Riccardo Domenichini
<r...@ofelia.iuav.unive.it> wrote:

>Ciorans'son -Luca F.Palmieri- wrote:
>
>> .....250 anni senza Haendel!
>> ma che vergogna!!!
>

>Caro mio, ti ricordo che anche il Serse dato due o tre anni fa al
>Comunale di Bologna era il primo Haendel nella storia di quel teatro!

Tu porti acuq al mio mulino, vecchio mio....

Ciao.

Marco Marcelli

unread,
Sep 18, 1997, 3:00:00 AM9/18/97
to


Massimo Campostrini <ca...@mailbox.difi.unipi.it> scritto nell'articolo

>
> Perche` un direttore/solista/cantante che si azzardi a cambiare
> qualcosa dalla partitura originale viene appeso al pennone piu` alto
> (giustamente), mentre un regista/costumista puo` fare impunemente quel
> c...o che gli pare, non solo inventandosi tutto di sana pianta,
> ignorando totalmente le direzioni ed i bozzetti di scena originali, ma
> facendo cose che non c'entrano assolutamente per niente con l'opera?
>

Sottoscrivo im pieno l'indignazione.
Cosa avresti detto nel vedere Norma prostituta nazista che canta "casta
diva" sul tetto di un camion delle SS ?????
E' successo a Genova qualche anno fa, regia di Ken Russell.

> Tanto per fare un'altro esempio: forse qualcuno di voi ha visto il
> Barbiere (dall'Arena di Verona) trasmesso dalla RAI questo agosto. Io
> non ho il coraggio di descrivere la regia, vi posso solo dire che
> quando Figaro ha imbracciato una chitarra elettrica per accompagnare
> il Conte ("Se il mio nome saper"), ho spento il televisore

Male: non hai visto le arrampicate di Rosina su una strana costruzione, le
corse di Don Bartolo da una parte all'altra del palcoscenico, la
passeggiata dei lavoranti che cambiavano un asse con un'altra (ma che
c'entrava?!?).....:-)))


Ciao

Marco Marcelli

Michele Saran

unread,
Sep 18, 1997, 3:00:00 AM9/18/97
to

Nell'articolo <341D3B...@cselt.it>, Andrea Finotello
<Andrea.F...@cselt.it> =E8 stato scritto:

Ieri ho assistito alla seconda replica del "Tamerlano" di Haendel al Regio
di
Torino.

Questo evento e`, a suo modo, storico in quanto e` la prima opera di Haende=
l


rappresentata al Regio in piu` di 250 anni di storia. Tale lacuna e` stata,
almeno parzialmente, colmata con questa nuova produzione affidata ad
interpreti
giovani.

La regia, invero stravagante, era di Giorgio Gallione e i costumi (non meno


stravaganti) di Daniela Dal Cin. La scena era completamente spoglia (solo
sul fondo apparivano proiezioni colorate di bell'effetto cromatico)
ma tuttavia invasa da ballerini che danzavano durante le arie dei
protagonisti,
i quali in genere cantavano mettendosi al centro di rettangoli di luce
bianca proiettati sul palcoscenico.

I costumi erano, come detto, stravaganti: Tamerlano, piu` che un feroce
guerriero, con quella strana tunica sembrava una versione ridotta di Jessye
Norman , mentre Leone, con quei baffoni a manubrio e il cilindro bianco con
i
pon-pon colorati faceva pensare ad un Dulcamara capitato li` per sbaglio.
Non ho colto il perche` la coppia Leone-Irene (confidente-principessa) si
muovesse corricchiando sotto un ombrellino fornito di tendina trasparente
(lunga fino a terra),che veniva poi sollevata "liberando" cosi` i due.
Comunque, a parte queste amenita`, ci sono stati momenti anche suggestivi,
come per esempio il finale dell'opera: quei nastri rossi agitati dai
ballerini su Asteria abbandonata sul cadavere del padre sono stati un
momento veramente azzeccato.

Sul vesante musicale, invece, gli appunti da fare credo siano proprio pochi
e
l'esecuzione mi e` parsa estremamente equilibrata.
Il direttore era Corrado Rovaris (che gia` si era fatto conoscere a Torino

l'anno scorso col "Ritorno di Ulisse in patria" e che quest'anno, dicono, h=


a
ottenuto un bel successo nel "Bruschino" di Pesaro), che ha diretto con
bella
sicurezza l'Orchestra del Regio in organico cameristico.

I ruoli di Tamerlano ed Andronico, scritti in origine per castrato, sono
sati qui affidati rispettivamente ad un mezzosoprano ed un contralto.
Qualche difficolta` mi pare abbia palesato Maria Jose` Trullu (Tamerlano),
di voce piccola e, a volte, un po' gutturale.
Sara Mingardo ha reso bene il personaggio di Andronico e non ha fatto
rimpiangere troppo l'annunciata Bernadette Manca di Nissa.
Bravissima Patrizia Ciofi (prossima Susanna al Regio e reduce dalla bella
"Lucie
di Lammermoor" di Martina Franca, da poco trasmessa su Radiotre), come
Asteria,
sicura nelle agilita` e commovente nella chiusa del secondo atto.
Corretta e` stata l'Irene di Marianna Kulikova e adeguato il Leone di
Antonio Abete.
Una sorpresa, almeno per me, e` stato il tenore Furio Zanasi (qualche
parentela col baritono Mario?) nel ruolo di Bajazet. Un tenore vero (con
timbro
scuro e voce bene impostata: non uno di quei passerotti pigolanti che

infestano certe incisioni discografiche filologiche o presunte tali), che h=
a
reso un Bajazet impetuoso (emblematico e` stato il suo "Ciel e terra armi d=
i
sdegno"), incisivo nei recitativi, in grado -infine- di rendere a meravigli=
a


la
grande scena del suicidio.
Singolare il fatto che la (frettolosa) recensione di Gallarati apparsa
domenica
su "La Stampa" non menzioni ne` l'interprete ne' tantomeno il personaggio,
Bajazet, che, naturalmente, e` centrale nell'economia dell'opera.....

Mi pare che il pubblico abbia apprezzato la ripresa di un'opera sconosciuta
ai

piu`: la platea era praticamente esaurita e non ho notato "defezioni" tra u=


n
atto e l'altro. Particolarmente opportuna e` stata la scelta di
rappresentare
l'opera, anche se - naturalmente - cantata in italiano, con i sopratitoli.
Cosa gia` avvenuta, peraltro, con lo stupendo "Mitridate" di tre anni fa e
(mi
dicono) con il Devereux di quest'anno.
Se Gallarati riporta di "applausi di cortesia" per la prima di venerdi`
scorso,
ieri il successo e` stato vivo e gli applausi finali particolarmente
calorosi.
E, per quello che mi riguarda, assolutamente meritati.

Dev'essere stato molto bello. Ah, a proposito, mi puoi segnalare se dalle
tue parti fanno un'esecuzione del "Messiah" di Haendel? Mi piacerebbe molto
partecipare.... Grazie. (mailto: sag...@iol.it)

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