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In elogio a Duisemberg (ovvero, la vendetta dell'Austrian Economics)

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Enzo Michelangeli

unread,
Apr 17, 2003, 11:00:14 PM4/17/03
to
Tempo fa scrivevo, nell'articolo archiviato a
http://groups.google.com/groups?threadm=izP1XKmiCHA.2044%40nntp01.icare.priv&rnum=5
:

: Con "armonizzazione" intendo una situazione in cui i vari
: governi colludono e adottano le stesse politiche di prelievo
: e spesa in modo da evitare reciproca concorrenza (un
: eufemismo per "cartello", o magari "associazione
: per delinquere" ;-) ). Ma la BCE, almeno al momento, e'
: indipendente: non segue le indicazioni di un governo, e si
: limita a cercare di mantenere l'inflazione nel range 0-2%,
: che e' precisamente quel che le e' stato chiesto di fare.
: Piu' che un'idea buona o cattiva, e' l'unica strada
: praticabile almeno finche' l'Europa ha un governo unificato
: che decida di aggiustare i tassi per altri fini, per esempio
: per massimizzare l'occupazione o agire sui cambi della valuta.

Recentemente ci sono segni di crescente scontento internazionale verso
la volatilita' che la politica attivista della FED impone al dollaro:

http://quote.bloomberg.com/apps/news?pid=10000039&sid=anZbHuX9q8gI

| Indonesia May Dump Dollar; Rest of Asia Too?: William Pesek Jr.
| By William Pesek Jr.
|
| Tokyo, April 17 (Bloomberg) -- Pertamina, Indonesia's state
| oil company, dropped a bombshell recently. It's considering
| dropping the U.S. dollar for the euro in its oil and gas trades.
| [...]
| One reason leaders like Mahathir Mohamad of Malaysia favor
| the euro: It lacks a domestic agenda. Washington has proven
| quite adept at steering the dollar up and down depending on
| economic needs. In the early 1990s, a lower dollar was
| favored to boost growth. Later in the decade the White House
| favored a rising currency to attract foreign capital.
| [...]
| Since 12 countries use Europe's single currency, it may be
| less susceptible to unpredictable political agendas. Also,
| the European Central Bank, not politicians, manages it. In a
| perfect world, the Japanese yen would be Asia's preferred
| currency. Tokyo's active manipulation of currency markets
| makes the yen about as appealing as the Russian ruble.
| [...]

In altri termini, per chi ne fa uso il pregio principale di una valuta
e' di essere stabile, e le manipolazioni monetariste volte a
stabilizzare il tasso di crescita dell'economia (e far contenti gli
elettori) non sono prive di prezzi da pagare. La cosiddetta inazione
dell'ECB (richiesta dalla natura non integrata delle politiche
economiche degli stati membri dell'EU, e, esplicitamente, dal suo
mandato) e' "a feature, not a bug".

Ciao --

Enzo

Il sacrestano del Rev. Bayes

unread,
Apr 18, 2003, 9:04:40 PM4/18/03
to
nos...@em.no-ip.com (Enzo Michelangeli) wrote in message news:<78835ff6.

> Recentemente ci sono segni di crescente scontento internazionale verso
> la volatilita' che la politica attivista della FED impone al dollaro:
>
> http://quote.bloomberg.com/apps/news?pid=10000039&sid=anZbHuX9q8gI
> [...]

> | Indonesia May Dump Dollar; Rest of Asia Too?: William Pesek Jr.
> | By William Pesek Jr.
> |
> | Tokyo, April 17 (Bloomberg) -- Pertamina, Indonesia's state
> | oil company, dropped a bombshell recently. It's considering
> | dropping the U.S. dollar for the euro in its oil and gas trades.
> | [...]
>
> In altri termini, per chi ne fa uso il pregio principale di una valuta
> e' di essere stabile, e le manipolazioni monetariste volte a
> stabilizzare il tasso di crescita dell'economia (e far contenti gli
> elettori) non sono prive di prezzi da pagare.

Ciao Enzo,

Ho letto degli stessi rumori in un contesto diverso qualche settimana fa
(a seguito di un articolo da "conspiracy theory" apparso in Australia che
suggeriva la possibilita` che l'OPEC adottasse l'Euro come moneta di
riferimento per i prezzi del petrolio come causa scatenante dell'intervento
diretto degli USA nell'area).

Quest'articolo di John Mauldin (http://tinyurl.com/9u7w) apparso su IP
tuttavia suggerisce in maniera assai convincente che l'intero soggetto
e' in effetti irrilevante, data l'odierna efficenza dei mercati monetari.

Mi farebbe piacere sentire la tua opinione al riguardo.

Saluti
Franco Callari <fra...@cim.mcgill.ca>

Enzo Michelangeli

unread,
Apr 19, 2003, 12:25:51 PM4/19/03
to
gl...@yahoo.com (Il sacrestano del Rev. Bayes) wrote in message news:<39230bf8.03041...@posting.google.com>...

> Ciao Enzo,
>
> Ho letto degli stessi rumori in un contesto diverso qualche settimana
> fa (a seguito di un articolo da "conspiracy theory" apparso in
> Australia che suggeriva la possibilita` che l'OPEC adottasse l'Euro
> come moneta di riferimento per i prezzi del petrolio come causa
> scatenante dell'intervento diretto degli USA nell'area).
>
> Quest'articolo di John Mauldin (http://tinyurl.com/9u7w) apparso su IP
> tuttavia suggerisce in maniera assai convincente che l'intero soggetto
> e' in effetti irrilevante, data l'odierna efficenza dei mercati
> monetari.
>
> Mi farebbe piacere sentire la tua opinione al riguardo.

Ciao Franco, lieto di risentirti.

La faccenda e' complessa, e certamente 'sto Geoffrey Heard non sembra
materiale da Nobel per l'economia (al massimo potra' vincere il Premio
Zorro ;-) ); peraltro, non sono completamente d'accordo neppure col
suo critico John Mauldin. Dato che sei un sacrestano ;-), come
premessa ti citero' la sconsolata conclusione a cui arrivo' nel 1347
l'abate benedettino, e, pare, amico di Dante Alighieri, Gilles li
Muisis da Tournai:

En monnoies est li cose moult obscure
Elles vont haut et bas, se ne set-on que faire
Quand on guide wagnier, on troeve le contraire.

(le valute son cose assai oscure / van su e giu', non si sa che fare /
quando si crede di guadagnare, si scopre il contrario).

Dunque, la questione secondo me sta in questi termini:

1. La moneta, com'e' noto dai testi di economia elementare, ha tre
funzioni essenziali (omnia trina perfecta sunt): mezzo di scambio,
unita' di conto e riserva di valore. Le tre cose non sono
indipendenti: in particolare, ha poco senso costruire riserve in una
valuta che non e' usata come mezzo di scambio. L'accumulo di riserve,
peraltro, non e' perseguito solo come "buffer" per mantenere ben
lubrificato il commercio internazionale. Le riserve di maggiori
dimensioni sono attualmente mantenute da Giappone e "Greater China"
(China, Hong Kong e Taiwan), per ragioni essenzialmente mercantiliste:
prevenire il riapprezzamento della propria valuta su quella del loro
mercato principale, cioe' gli Stati Uniti. Come zio Alan nota a
http://www.federalreserve.gov/boarddocs/speeches/1999/19990429.htm ,
in un mondo caratterizzato da cambi perfettamente flessibili non serve
alcuna riserva di valuta straniera; questo pero' e' un contesto
considerato indesiderabile da molti governi. I motivi di questi paesi
esportatori in Asia hanno poco a che fare col petrolio, e la loro
incidenza sul mercato dei cambi e' probabilmente molto piu' importante
del commercio di tale materia prima.

2. Mercantilismo a parte, eccessive fluttuazioni sono antipatiche, non
foss'altro perche' forzano a cambiare in continuazione i listini
prezzi dei prodotti legati al commercio internazionale (qui entra in
gioco la funzione della moneta come unita' di conto). L'articolo che
citavo discuteva proprio il fastidio verso la volatilita' del dollaro
da parte di paesi con economie fortemente dipendenti
dall'import-export.

3. Come ripeto spesso, controllo sui tassi d'interesse, controllo sui
tassi di cambio e apertura dei confini al flusso di capitali sono tre
obiettivi impossibili da ottenere simultaneamente. Ai tempi del Gold
Standard, i tassi d'interesse erano lasciati fluttuare e quelli di
cambio erano fissi. Nel periodo successivo agli accordi di Bretton
Woods, i flussi internazionali di capitali erano strettamente
regolati, i cambi erano fissi e i tassi di interesse erano usati a
fini di economic policy, per stabilizzare il ciclo economico. Dopo la
rivoluzione monetarista degli anni '80, nella maggior parte dei paesi
industrializzati i flussi di capitali sono stati liberalizzati e i
cambi lasciati fluttuare (esistono eccezioni, come la Cina che
mantiene il Renminbi non convertibile in conto capitale ed anche per
questo e' stata largamente immune dall'Asian Crisis).

4. Nonostante l'adozione del framework monetarista attualmente
prevalente richieda sul lungo termine cambi flessibili, varie nazioni
hanno cercato di opporsi a fluttuazioni (specie se rapide), come
dicevo piu' sopra. La Gran Bretagna falli' spettacolarmente quando,
nel 1992, cerco' di mantenere la sterlina nel serpente monetario a un
livello (creduto da Lawson appropriato) di 3 Deutschemarks, con grande
gioia di Soros. In altri casi, peraltro, la manipolazione dei cambi fu
meglio concertata ed ebbe maggior successo, come nel caso del Plaza
Agreement nel febbraio del 1985 (per far deprezzare il dollaro) o del
Louvre Accord di due anni dopo (per fermare l'eccessivo deprezzamento
del dollaro). E "strong dollar" o "weak dollar" policies sono spesso
state rivendicate apertamente e ufficialmente da varie amministrazioni
USA. Quindi, neppure John Mauldin la racconta completamente giusta.

5. Avere una valuta forte o debole ha pro e contro, e il rapporto tra
gli uni e gli altri dipende dalla fase del ciclo economico che un
paese attraversa. Nella presente fase, c'e' maggior rischio di
deflazione che di inflazione, e quindi una valuta debole presenta
importanti vantaggi. Nella sua fretta di smentire Heard, Mauldin
afferma due cose in mutua contraddizione: da un lato, che i mercati
dei cambi sono altamente efficienti rendendo impossibili manipolazioni
da parte dei governi; e dall'altro, che gli Stati Uniti non stanno
cercando di mantenere un dollaro forte perche' il dollaro debole
combatte i rischi di deflazione. In realta', l'economia americana ha
un'enorme componente interna, e a fini di stabilizzazione
macroeconomica i tassi d'interesse giocano un ruolo molto piu'
importante di quelli di cambio. Questi ultimi hanno avuto importanza
durante il bull market degli anni '80 e '90 per rassicurare gli
investitori stranieri sul fatto che i loro titoli denominati in
dollari non avrebbero perso di valore con una svalutazione di tale
valuta, ma al punto in cui stiamo non credo che lo stesso discorso
valga ancora (chi voleva uscire dal mercato lo ha gia' fatto).

Altre opinioni sono sempre gradite.

Ciao --

Enzo

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