Scelta del nome del progetto e logo

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Leonardo Vaghaye

unread,
Sep 12, 2010, 3:25:24 PM9/12/10
to jumpstartupit
Apro questa nuova discussione prendendo spunto da una giusta
osservazione fatta da Andrea in altri 3d: effettivamente per quel che
riguarda la scelta del nome del progetto, forse potremmo pensare di
rivedere un po' le cose: è disponibile solo il .it tra i domini
principali, e oltretutto con una breve ricerca su google è facile
verificare che si tratta di una scelta che non credo ci possa essere
particolarmente utile ai fini del posizionamento tra i search engine.

Sia ben chiaro, a me jumpstartup sta benissimo, vorrei solo invitarvi
a riflettere sul fatto che magari possa non essere il più adatto.

Inoltre potremmo approfittare della discussione sul nome per lavorare
su quello che dovrà essere il logo, e in questo caso non posso proprio
essere d'aiuto (ma sicuramente c'è qualcuno che se la cava...).

Insomma, parliamone :-)

Folletto

unread,
Sep 12, 2010, 3:40:30 PM9/12/10
to jumpstartupit

Io non credo di avere molta voce in capitolo, perché sono stato io a
proporre originariamente quel nome quindi rischierei di essere di
parte. :)

Posso solo spiegarne il motivo e poi lasciare spazio alla
discussione. :)
. "jumpstart": significa avviare o riavviare con vigore, boost è un
sinonimo. Deriva dal riavviare una macchina con la batteria a terra
(già l'analogia dovrebbe essere forte hehehe)
. "startup": ovviamente il nostro obbiettivo
. "it": sia "it" come Italia, sia it come "jumpstart it", ovvero,
"avvia quello".

Che composti diventano: "jumpstartup.it".

Quindi, il pezzo "it" è parte del nome, e quindi non mi preoccupa il
fatto che manchino i .com e i .net, che invece non fanno parte
dell'identità del nome. :)

|D

CioboMario

unread,
Sep 12, 2010, 3:44:41 PM9/12/10
to jumpstartupit
Ora che hai spiegato il nome, me ne sono innamorato! :D Per me va più
che bene Jumpstartupit

uitco

unread,
Sep 12, 2010, 5:11:37 PM9/12/10
to jumpstartupit
Volevo fare delle considerazioni su alcuni cambiamenti introdotti
quest'oggi, facendo una breve premessa.
Al di là di quello che andremo a fare: raccolta dati,
cataloghizzazione degli stessi, ecc., ecc., che possono sembrare
attività fredde, puramente informative, quello che deve passare con
questo progetto deve essere l'entusiasmo, l'emotivo, la passione che
tutti, ognuno a modo suo metterà in questa iniziativa, alle persone
non dovremmo parlare alla mente, ma al cuore, quindi:

a) Non condivido e non mi piace il nome "Charter" in luogo di Mission-
Obiettivi, il significato del primo va spiegato, è freddo non rende
l'idea sottesa, troppo aziendale (da template), poco comunicativo,
pollice verso
b) Per la premessa su fatta, non mi piace nemmeno il messaggio
interno, assolutamente meglio quella di Folletto, c'è espresso il
"sentiment" che ci ha smosso verso questa iniziativa e che dovrebbe
essere il veicolo con cui ci presenteremo alla community
c) Non comprendo il senso dello sponsor, non c'è e non ne vogliamo,
nel senso che chiunque voglia essere tale lo deve essere nei fatti e
non pensando di voler mettere il suo cappello su qualcosa di
interessante che altri hanno pensato, alimentato e portato avanti.
Ognuno di noi dovrà essere lo sponsor di questo progetto, quindi ...
d) Il nome è scelto e indietro non si torna, non è importante che
altri domini .com .org .che-ne-so-io siano già occupati, primo non
vedo perchè dovremmo occupare tutti i domini, non siamo mica una
holding, secondo se il problema è di posizionamento, beh scusate ma io
non sono un esperto SEO/SEM, ma chiunque lo fosse sa benissimo che
indipendentemente dal nome del dominio si può tranquillamente
posizionare una pagina tra le prime posizioni anche se l'argomento
trattato in quella pagina non ha nulla a che vedere con il nome del
dominio, terzo a proposito del logo, a mio parere un bravo design,
deve saper ricavare un buon logo sia sulla base del nome del dominio
che sulla base di quella che è la mission in senso lato del sito in
oggetto

Finita la parte critica, passa a quella propositiva, penso che un po
tutti avrete letto che in questi giorni ho battuto molto sulla parte
che riguarda la ricerca di fondi, che alla fine ritengo tra quelle
principali, perchè se c'è visibilità, se il progetto è buono, ma
mancano i soldi tutto diventa inutile.
Per me fondi, significa reale e quasi certezza di accedere alle
risorse economiche in tempi brevi, i finanziamenti, i VC, i bandi, e
simili, tutto ciò non lo garantiscono, perchè ci sono troppi passaggi,
troppi intermediari, troppa burocrazia, mentre io immagino un'accesso
quasi diretto, del tipo, si presenta il progetto e poi sarà ogni
componente della community dopo averlo visionato a decidere se vuole
finanziarlo con un importo a sua scelta. Semplice, diretto,
coinvolgente.
In questo modo anche chi pensa che in Italia tutto tace, nulla accade
e non sa che invece esiste un mondo sotterraneo di giovani o di
potenziali imprenditori che vorrebero far nascere un proprio progetto
e comunque provarci, verrebbe a conoscenza di ciò.

Ecco a me piacerebbe occuparmi di questo aspetto, ovvero tutta la
parte relativa alle risorse finanziare per i progetti, ovvero:
a) studio (cosa che sto già facendo) di come funzionano altre
strutture simili in altre parti del mondo e se sono progetti
esportabili anche qui da noi anche e soprattutto sulla base della
nostra attuale legislazione in ambito di strumenti finanziari e
mobiliari. In tal senso esplicito è stato l'alto là dato da Banca
d'Italia un anno fa a Zopa Italia (http://www.zopa.it/ZopaWeb/),
piattaforma on-line che permetteva l'incontro tra la domanda di soldi
e l'offerta da parte di chi ne aveva e li voleva investire, è di
qualche settimana fa la domanda di Zopa a Banca Italia per essere
autorizzata a riprendere la propria attività.

b) individuazione e pubblicazione di modelli di raccolta fondi già
funzionanti e che possono essere operativi anche in Italia per
raccogliere finanziamenti, anche attraverso l'uso di dispositivi
mobili

c) individuazione di professionisti che operano come fundraiser, che
solitamente raccolgono fondi per organizzazioni di ambito sociale, per
verificare che possibilità ci sono e che interesse possano avere
affinchè raccolgano fondi per progetti di start-up

Ovviamente se ad altri stuzzicano questi argomenti e vuole dare una
mano, magari. Più si è, più teste ci sono e più alte sono le
probabilità di fare qualcosa di buono
Alfonso

Andrea Giannangelo

unread,
Sep 12, 2010, 6:08:38 PM9/12/10
to jumpstartupit
Esistono tanti possibili nomi, bisogna solo pensarci sopra. Tra
l'altro, sembra che qualcuno ci abbia già pensato (http://
www.jumpstartup.net/).
Il fatto di possedere tutte le declinazioni di primo livello è
fondamentale per una questione di branding e di problemi di
digitazione. Il fatto, inoltre, di fare del dominio di primo livello
una parte del nome crea confusione. Vedi l'abbandono del delirio di
qualche tempo fa, stile del.icio.us e compagnia.

Con l'emotività non si va da nessuna parte. La passionalità ha vita
breve, a mio parere. L'unico sentimento davvero importante è la
determinazione.

Andrea Giannangelo
W: http://www.iubenda.com | B: http://www.iubenda.com/blog
Skype: facens
E: andrea.gi...@gmail.com
T: http://twitter.com/Facens
FB: http://www.facebook.com/andrea.giannangelo

On 12 Set, 23:11, uitco <uitc...@gmail.com> wrote:
> Volevo fare delle considerazioni su alcuni cambiamenti introdotti
> quest'oggi, facendo una breve premessa.
> Al di là di quello che andremo a fare: raccolta dati,
> catloghizzazione degli stessi, ecc., ecc., che possono sembrare

Folletto

unread,
Sep 12, 2010, 7:09:50 PM9/12/10
to jumpstartupit
@uitco

1. Il "Charter" l'ho variato prima mantenendo cmq la struttura
modificata che non mi sembrava male, ma ripristinando il registro
lessicale originale. Credo che ora vada meglio, butta un occhio. Nel
caso, rinomina pure da Charter a una cosa che si preferisce, io non ho
preferenze da questo punto di vista.

2. Per il dominio voglio capire se c'era una motivazione importante
dietro al consiglio com/net/org o era semplicemente un nice to have.
Se ci fosse un motivo rilevante credo che si possa cambiare (a patto
che si faccia *rapidamente*, Daniele ha cmq già pagato per il dominio)
altrimenti vediamo in futuro, se abbiamo successo direi che un cambio
di nome si può fare anche successivamente (esattamente come
del.icio.us hehe).

3. Fantastico per tutto il pezzo finale. Vedo che ti sei già segnato
nella pagina degli Spazi di Competenze, quindi direi avanti a vele
spiegate! Credo che contatterai inizialmente Daniele e Corrado per
definire come gestire i contenuti in modo da renderli visibili.

P.S.: Alfonso, riesci a cambiare il tuo nick visualizzato qui così
leggo anche Alfonso nel nome in cima? O altrimenti segna anche il tuo
nick in giro. ;)


@Andrea Giannangelo

A. Si, è verissimo che esistono tantissimi nomi è però davvero
necessario un cambio? Può darsi eh, al momento credo di no, ma magari
ci sono motivi rilevanti e significativi che possono valere la pena di
far fare uno stop a tutto. Come diceva Alfonso, non è fondamentale
avere tutti i domini per essere trovati (vedi ad esempio la ricerca
per "bzaar" e conta che non abbiamo mai fatto nessuno sforzo SEO!). :)

B. E' una affermazione davvero forte che con l'emotività e la
passionalità non si va da nessuna parte. C'è gente che ha cambiato il
mondo con queste cose. E in particolare, in Italia c'è bisogno di
queste cose oggi. Questo naturalmente non vuol dire che la
determinazione non sia importante, anzi! E' fondamentale anche la
determinazione! Ma perché non provare a fare giocare tutti i fattori,
invece che uno solo? Se tu sei bravo - come sembra - sulla parte della
determinazione, allora credo potrai prendere un ottimo ruolo per
spingere il progetto in questo senso, mentre altri più bravi sul lato
di emozione e passione collaboreranno con te per ottenere il miglior
risultato possibile. L'importante è non calpestarsi i calli a vicenda,
ma unirsi! Che ne pensi? :)

La mia esperienza peraltro mi dice che i fattori che servono sono
tutti: molti dei miei progetti personali non han raggiunto il successo
che speravo (e alcuni han purtroppo fallito) perché ci mettevo
passione, ma non determinazione, mentre in altri ci mettevo
determinazione, ma non passione. Alla fine quelli che mi han sempre
dato la soddisfazione maggiore e la riuscita maggiore sono stati
sempre quelli in cui riuscivo a metterci entrambi.

Proviamo? :)


|D

Andrea Giannangelo

unread,
Sep 13, 2010, 3:08:08 AM9/13/10
to jumpstartupit
Va bene per tutto il resto, ma continuo a ripetere che il nome di
dominio è fondamentale. State sottovalutando qualcosa che, se il
progetto diventa qualcosa d'importante, sarà un tallone d'Achille non
più rimediabile.
Detto ciò, io studio Economia e Marketing, ne so di Web Design, di SEO
e di altre cose; il mio tempo è tuttavia scarso, molto scarso.

Vorrei infine segnalare il bel progetto di Stefano Passatordi, che
forse avrebbe senso coinvolgere (se non persino accodarsi ad esso).
http://youstartup.blogspot.com/

Giarty

unread,
Sep 13, 2010, 3:37:42 AM9/13/10
to jumpstartupit
Personalmente ritengo che possedere tutte le declinazioni sia poco
importante. Per abitudine da anni quando lancio un sito .it con
prospettive importanti compro anche il .com e viceversa, ma non mi
metto a impazzire dietro ai .eu, .info, .net, ecc. ecc. Se partiamo
con l'ansia di essere copiati ...

Grazie della segnalazione di http://youstartup.blogspot.com/, ora me
lo vado a guardare.

Francesco.

Michele Zonca

unread,
Sep 13, 2010, 4:21:01 AM9/13/10
to jumpst...@googlegroups.com
Il 13 settembre 2010 00:08, Andrea Giannangelo
<andrea.gi...@gmail.com> ha scritto:

> Vorrei infine segnalare il bel progetto di Stefano Passatordi, che
> forse avrebbe senso coinvolgere (se non persino accodarsi ad esso).
> http://youstartup.blogspot.com/

Qualcuno di voi ha già contatti diretti con Passatordi?
Se ho capito bene è a San Francisco e dovrebbe passare in questi
giorni al pier 38 per cui dovrei incontrarlo..
proverò a parlargli poi vi faccio sapere

Andrea Giannangelo

unread,
Sep 13, 2010, 3:53:14 PM9/13/10
to jumpstartupit
Io conosco Stefano Passatordi.
On 13 Set, 10:21, Michele Zonca <shat...@gmail.com> wrote:
> Il 13 settembre 2010 00:08, Andrea Giannangelo
> <andrea.giannang...@gmail.com> ha scritto:

Andrea "gareth" Scarpetta

unread,
Sep 16, 2010, 10:14:24 AM9/16/10
to jumpstartupit

Riprendo questo thread per aggiungere un dubbio

> 2. Per il dominio voglio capire se c'era una motivazione importante
> dietro al consiglio com/net/org o era semplicemente un nice to have.
> Se ci fosse un motivo rilevante credo che si possa cambiare (a patto
> che si faccia *rapidamente*, Daniele ha cmq già pagato per il dominio)
> altrimenti vediamo in futuro, se abbiamo successo direi che un cambio
> di nome si può fare anche successivamente (esattamente come
> del.icio.us hehe).

la mia opinione da seo è "il nome del dominio è importante" SE si
cerca di avere visibilità
con delle chiavi di ricerca. Infatti, a lungo andare, il nome del
dominio che riassume una parola chiave tende
a posizionarsi in alto nei risultati organici (es:
portaceneredilusso.com)

Per un microsito dedicato ad una parola chiave, sarebbe una strategia
da percorrere, come pure per un brand.

In questo caso che il brand non esiste ancora e non c'e' una parola
chiave "primaria" da promuovere, ma
un intero "gruppo di argomenti", il problema direi che è poco
rilevante.

Non credo che ci saranno problemi di ambiguità nella ricerca: il
dominio è .it, i contenuti saranno in italiano (giusto?),
le ricerche fatte dall'italia metteranno jumpstartup.it in prima
posizione quasi di certo. (e se non da subito, i link
che metteremo dai nostri relativi siti, sicuramente la faranno
spuntare).
Mettendo una metadescription appropriata, compariremo in italiano.

Ora arrivo al dubbio: jumpstartup.net

E' un VC che opera in India. Ha solo 16 link entranti (provenienti da
4 domini) ed è in inglese.
Non vedo molti problemi di sovrapposizione (tranne con google instant,
ma questo ne parliamo in seguito).

Un giorno questi tizi potrebbero svegliarsi e dire "Guai a voi
avvoltoi!" (altrimenti detto Cease & Desist) perchè
abbiamo usato lo stesso brand?

Io non parlo il legalese (al massimo parlo php), quindi mi rivolgo a
chi ha più esperienza in questo campo!

ps: siamo già in prima pagina con jumpstartup... con twitter :D

Twitter / JumpStartup.it: La lean startup e il custo ... - [ Traduci
questa pagina ]
La lean startup e il customer development model. In Italia. http://j.mp/bIIlh8.
twitter.com/jumpstartupit/status/24596015300

Scusate per la prolissità.

Folletto

unread,
Sep 16, 2010, 10:38:29 AM9/16/10
to jumpstartupit

Un po' di legge in ambito digitale la conosco, quindi posso
risponderti anche se non ho naturalmente la sicurezza di chi lavora in
questo campo specifico. ;)

I domini non sono universalmente riservati, né in generale sono
riservabili. Essendo il ".it" la società indiana in questione dovrebbe
dimostrare di avere avuto rilevanza sul territorio italiano
sufficiente per avere diritto al dominio it. Seppure infatti non ci
sia un enforcing diretto dei domini it, comunque c'è un requisito
minimo di residenza che dovrebbe essere provato:

"An .it domain can be registered by citizens that are of age, self-
employed people, and organizations (companies, bodies, associations
etc) belonging to one of the 27 members of the European Union."
- http://www.nic.it/faq-en/who-can-register-domain-names-.it

E quindi, una società indiana potrebbe rivendicare ciò che vuole, ma
non riuscirebbe ad ottenere nulla. ;)

~

Parlando in generale, dal mio punto di vista l'ideale per questa
iniziativa sarebbe che riuscisse a posizionarsi in prima pagina per
"startup" su Google.it. ;)

|D


On Sep 16, 3:14 pm, "Andrea \"gareth\" Scarpetta"
> La lean startup e il customer development model. In Italia.http://j.mp/bIIlh8.

Andrea Giannangelo

unread,
Sep 17, 2010, 1:34:43 AM9/17/10
to jumpstartupit
Vengo io a rassicurarvi.
Il nome di dominio viene assimilato all'insegna, e ne segue la
normativa.
L'insegna (quindi il nome di dominio) non può coincidere con un
marchio, che sia marchio registrato o comunque notorio.
In questo caso specifico, io dubito fortemente che "jumpstartup" sia
registrato, anche vista la sua genericità.
Anche qualora lo fosse, certamente non sarà registrato in Italia o
Europa, il che scongiura del tutto la possibilità di rivendicazioni.

Il VC in questione, fra le altre cose, ha anche cessato la propria
attività (se non ricordo male l'ho letto da qualche parte nel sito).
Le mie pressioni riguardavano il fatto che non abbiamo nessun motivo
particolare per tenere questo nome; quindi risolvere questi problemi
sarebbe molto semplice, giusto cambiandolo.

Ad ogni modo, va bene ugualmente. Non è mia intenzione insistere.
On 16 Set, 16:38, Folletto <folle...@gmail.com> wrote:
> Un po' di legge in ambito digitale la conosco, quindi posso
> risponderti anche se non ho naturalmente la sicurezza di chi lavora in
> questo campo specifico. ;)
>
> I domini non sono universalmente riservati, né in generale sono
> riservabili. Essendo il ".it" la società indiana in questione dovrebbe
> dimostrare di avere avuto rilevanza sul territorio italiano
> sufficiente per avere diritto al dominio it. Seppure infatti non ci
> sia un enforcing diretto dei domini it, comunque c'è un requisito
> minimo di residenza che dovrebbe essere provato:
>
> "An .it domain can be registered by citizens that are of age, self-
> employed people, and organizations (companies, bodies, associations
> etc) belonging to one of the 27 members of the European Union."
> -http://www.nic.it/faq-en/who-can-register-domain-names-.it
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