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Dell'Utri chiede una commissione parlamentare per le stragi del '92

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Gisella

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Aug 19, 2009, 4:10:12 PM8/19/09
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Non � il Truman Show, siori e siore...� la maledetta realt�. Ormai non hanno
pi� pudore neppure per se stessi.


POL - *Sar� il Parlamento a indagare sulle stragi di mafia
--IL VELINO SERA--

Roma, 19 ago (Velino) - A settembre il senatore Marcello Dell'Utri, se non l'avr�
gi� fatto il suo partito, presenter� una proposta di legge per l'istituzione
di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi di mafia del 1992.
Era ora. � la prima cosa seria che si sente da quando, e sono mesi, persino
le procure del professionisti dell'antimafia sono state costrette a
riconoscere che le indagini e i processi per la strage di via D'Amelio, dove
furono massacrati il giudice Borsellino e gli agenti della scorta, sono
falliti e che, dopo diciassette anni, non si conoscono ancora gli esecutori
materiali e i veri mandanti e tutti quelli che sono stati finora indagati e
giudicati in ben tre diversi processi, con sentenze confermate in Appello e
in Cassazione, e condannati all'ergastolo, non sono i veri responsabili. E
da quando, invece di fare ammenda delle indagini sbagliate e dei loro
clamorosi errori giudiziari e di avviare la revisione dei processi
sbagliati, liberando gli innocenti e trovando i veri colpevoli, le stesse
procure hanno ripreso a parlare confusamente di "trattative" tra lo Stato e
la mafia e hanno ripreso a processare, invece dei mafiosi, i carabinieri che
li hanno arrestati.

Ce n'� di materia su cui indagare e su cui in tutti questi anni i
professionisti dell'antimafia non hanno saputo e potuto e forse non hanno
veramente voluto indagare. A partire, prima ancora delle stragi di Capaci e
di via D'Amelio, dall'assassinio dell'onorevole Salvo Lima, quello che
"sconvolse" letteralmente Giovanni Falcone e lo spinse, poco prima di essere
a sua volta ucciso, a recarsi segretamente negli Stati Uniti per interrogare
Tommaso Buscetta. Falcone intu�, e lo dichiar�, che da quel momento "niente
pi� sarebbe stato come prima", perch� il movente di quell'assassinio era
"politico", e non era quello che fu frettolosamente adottato di una
"vendetta" della mafia per promesse non mantenute. Come, dall'altra parte
della barricata, lo intu� e lo scrisse Vito Ciancimino, che parl� di un
"architetto" di un'operazione politica, ma chiese invano di essere ascoltato
dalla commissione parlamentare antimafia, allora presieduta da Luciano
Violante.

E prima ancora il Parlamento dovr� indagare su chi e perch�, prima di
ammazzare Lima, indusse un falso "pentito", quel tale Pellegriti detenuto
nelle carceri di Bologna, ad accusare Lima di essere stato il mandante dell'assassinio
del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, volendo cos�
inguaiare, prima di ucciderlo, il capo della corrente di Andreotti in
Sicilia, e alla vigilia delle elezioni del nuovo presidente della
Repubblica. Falcone non credette a Pellegriti e invece di arrestare Lima
arrest� il falso pentito, rivolgendo le indagini decisamente verso il
movente politico (e telefon� persino ad Andreotti per avvertirlo del
complotto in atto contro di lui). Ma, ucciso Falcone, i professionisti dell'antimafia
misero in piedi un processo farsa, in cui invece di processare gli assassini
processarono Lima, l'assassinato, e gli assassini, rimessi in libert� e
retribuiti dallo Stato in quanto "pentiti", furono chiamati a deporre contro
colui che avevano assassinato.

Lo stesso filone politico, intuito da Falcone e denunciato a tutte lettere
da Ciancimino, fu indicato, fin dalle sue prime dichiarazioni, da Giovanni
Brusca, l'uomo che organizz� la strage di Capaci e premette il pulsante per
far saltare in aria Falcone, quando rivel� che Tot� Riina volle fare tutto
in fretta perch� erano in corso le votazioni per la Presidenza della
Repubblica e Forlani si era ritirato e Andreotti rischiava di essere eletto.
Anche per la strage di Capaci, dove pure furono trovati e processati gli
esecutori materiali e i mandanti propriamente mafiosi, bisogner� indagare e
rivedere radicalmente i veri moventi e individuare i mandanti politici:
nemmeno Falcone fu ucciso semplicemente per una tardiva "vendetta" della
mafia e anche per l'assassinio di Falcone, come aveva scritto Ciancimino, ci
fu un "architetto", che non poteva che essere lo stesso architetto dell'assassinio
di Lima.

E quando l'inchiesta del Parlamento sar� arrivata alla strage di via D'Amelio
non potr� non indagare, anche a proposito della famosa "trattativa" tra lo
Stato e la mafia, sui processi ai carabinieri che si susseguono
interrottamente da diciassette anni. E sulle singolari coincidenze che
riguardano almeno sette di questi carabinieri e che vanno dal maresciallo
Lombardo al generale Mori. Il maresciallo Lombardo fu infamato alla
televisione e minacciato di arresto e si suicid� proprio mentre si
apprestava a recarsi negli Stati Uniti a prelevare il boss Gaetano
Badalamenti che sarebbe venuto a deporre al processo Andreotti per smentire
Buscetta. Il tenente Canale, che era il cognato di Lombardo ed era il
principale collaboratore di Paolo Borsellino, fu indagato e processato
proprio quando denunci� davanti ai magistrati e davanti la commissione
antimafia le vere ragioni del suicidio del cognato e fece i noli dei
responsabili. Il colonnello Obinu, processato assieme al generale Mori per
non aver voluto arrestare Provenzano, aveva accompagnato Lombardo negli
Stati Uniti per convincere Badalanti a venire a deporre al processo
Andreotti e aveva denunciato nel rapporto stilato per il comando dei
Carabinieri che il magistrato della procura di Palermo che li aveva
accompagnati nella missione gli aveva consigliato di lasciar perdere.

Il capitano De Donno, collaboratore di fiducia di Falcone, � stato
denunciato quando aveva rivelato che il dossier segreto dell'inchiesta sul
problema mafia - appalti, da lui portata a termine per incarico dello stesso
Falcone, era misteriosamente fuoriscito dalla Procura di Palermo ed era
finito nelle mani degli inquisiti. Il tenente colonnello Meli, che comandava
i carabinieri di Monreale, era stato iscritto nel registro degli indagati
quando aveva intercettato le telefonate del "pentito" Baldassare Di Maggio,
quello del "bacio" tra Andreotti e Riina, e aveva scoperto che Balduccio,
mentre a spese dello Stato scorazzava libero in Sicilia, secondo la teoria
dell'"utilizzazione dinamica dei pentiti", in effetti aveva ricominciato a
mafiare e ad uccidere.

Il capitano Sergio Di Caprio, il famoso capitano "Ultimo", che sotto la
direzione del generale Mario Mori aveva catturato Tot� Riina, � stato
processato assieme a Mori ufficialmente per aver lasciato incustodito il
covo di Riina invece di perquisirlo immediatamente per permettere alla mafia
di portar via il famoso "papello", prova regina della trattativa tra la
mafia e lo Stato: in effetti per accreditare il teorema che Riina non era
stato catturato, ma era stato "consegnato" proprio in seguito alla
trattativa e a condizione di non prelevare i documenti pi� compromettenti e
di dar mano libera in seguito a Bernardo Provenzano. E ci siamo: Mori e
Obinu sono di nuovo sotto processo perch� non vollero arrestare Provenzano.
Sette carabinieri, dal maresciallo al generale, il fior fiore dell'Arma
Benemerita, il meglio che lo Stato ha offerto per combattere la mafia negli
anni delle stragi. Questa singolare guerra dei professionisti dell'antimafia
ai carabinieri dura appunto da diciassette anni e si intreccia strettamente
alle stragi di mafia. L'inchiesta del Parlamento non potr� non occuparsene,
come dovr� indagare a fondo su questa famosa "trattativa" tra lo Stato e la
mafia, se veramente c'� stata perch�, come dice Dell'Utri, "non si pu� stare
qui a sentir parlare dell'arco tra Stato e mafia come se fosse l'accordo tra
la Confindustria e i sindacati", e su questa storia, come sulle stragi, "�
assurdo che non ci sia stato ancora un verdetto di verit� acclarata
accettata da tutti". E a questo punto soltanto il Parlamento, con buona pace
dei Di Pietro e dei De Magistris, a cui farebbe comodo che il tutto restasse
eternamente nelle mani e a discrezione dei responsabili dei fallimenti di
questi anni, pu� fare chiarezza.

(L. Jannuzzi)


longion

unread,
Aug 19, 2009, 8:04:54 PM8/19/09
to
On Wed, 19 Aug 2009 20:10:12 GMT, "Gisella" <gis...@libero.it> wrote:

>Non � il Truman Show, siori e siore...� la maledetta realt�. Ormai non hanno
>pi� pudore neppure per se stessi.

Il giocoliere Guzzanti contro il coniglio Travaglio.

"La Corte d'appello di Milano mi assolve dandomi atto che
l'intervista a Borsellino era manipolata col copia e incolla per far
credere che il mafioso Mangano parlasse con Dell'Utri, mentre invece
parlava con un mafioso della famiglia Inzerillo.

E si certifica anche che quando Dell'Utri parlava di cavalli, parlava
di...cavalli!

E pensare che questo era un cavallo di battaglia del solito Travaglio
che spadroneggia in TV e su youtube senza contradditorio. E' una
sentenza devastante per il finto giornalismo basato su documenti falsi
e manipolati."
-Paolo Guzzanti-


whatazor

unread,
Aug 20, 2009, 12:35:59 AM8/20/09
to

e invece le telefonate dove Dell'Utri e Berlusconi parlano della bomba
messa da Mangano
e' un'allucinazione uditiva di massa vero?

longion

unread,
Aug 20, 2009, 7:53:08 PM8/20/09
to
On Aug 19, 9:35 pm, whatazor <dan...@gmail.com> wrote:

Le hai sentite? Sono vere? Cosa dicono?

SydneyBlue120d

unread,
Aug 20, 2009, 9:06:24 PM8/20/09
to
"longion" <longi...@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:7c3858e3-c921-44c1...@y10g2000prf.googlegroups.com...

> Le hai sentite? Sono vere? Cosa dicono?

Le potremmo definire "carinerie" ante litteram.

--
XBOX/PSN Tag: SydneyBlue120d
http://www.itcompconsole.net/
http://www.bmwserie1virtualclub.it/
BMW E87 120d Attiva driver

whatazor

unread,
Aug 21, 2009, 3:27:19 AM8/21/09
to

si ci sono le registrazioni, si sono vere. Definiscono quella bomba
quasi come un allarme sonoro.
Cerca in internet e le trovi pure te.

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