“Ho capito, non la convinco, ma mi consenta almeno di dire che sto
passando un compleanno di merda!”. Nel tentativo di accaparrarsi qualche
voto in più, Silvio Berlusconi c’ha provato anche con l’Italia dei
Valori. Il primo intervento in Aula, dopo quello del presidente del
Consiglio, è toccato a Massimo Donadi. “Ci aveva abituati al monologo –
ha detto il presidente dei deputati Idv riferendosi al discorso appena
pronunciato – adesso siamo arrivati alle barzellette”. Non sapendo che
Berlusconi una battuta gliel’avrebbe fatta davvero. Non appena Donadi è
sceso dallo scranno per raggiungere il Transatlantico, il premier l’ha
seguito e apostrofato: “Perché ce l’ha tanto con me?”. “Non ce
l’ho con lei, ce l’ho con quello che fa, con gli atti del governo” ha
replicato Donadi. Ma il Cavaliere non l’ha mollato: “Guardate che io
sono buono, me lo diceva mia mamma che ero troppo buono. E anche Cossiga mi
disse nel ‘94 che non avrei mai potuto fare politica proprio perché sono
troppo buono”. A quel punto Donadi ha usato l’ironia: “Avrebbe dovuto
dargli ascolto...” gli ha risposto allontanandosi.
Il discorso incriminato
È L’AULA delle grandi occasioni, pronta ad ascoltare il secondo
intervento di Berlusconi in due anni e mezzo.
Nonostantelerichiestedell’opposizione, il premier non si era mai più
presentato a Montecitorio per riferire al Parlamento. Soffre, costretto ad
ascoltare quattro ore di dibattito, e va oltre i limiti durante
l’intervento di Antonio Di Pietro. Si alza, chiede al presidente della
Camera di farlo smettere, fa il gesto della follia sventolando la mano
davanti alla fronte finché Giulio Tremonti non gli blocca il braccio e lo
ferma.
“Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un ‘pregiudicato’
illusionista–diceDiPietroall’inizio del suo discorso – che ha
raccontato un sacco di frottole agli italiani, descrivendo un’Italia che
non c’è e proponendo azioni del governo del tutto inesistenti e lontane
dalla realtà”. I deputati del Pdl rumoreggiano e cominciano ad avventarsi
verbalmente contro il leader dell’Idv alla frase successiva: “Lei,
signor Berlusconi non è un presidente del Consiglio ma uno ‘stupratore
della democrazia’ che, dopo lo stupro, si è
fattounalegge,anziunaventinadi leggi ad personam per non rispondere di
stupro. Lei non è, come alcuni l’hanno definito, uno dei tanti tentacoli
della piovra.Leièlatestadellapiovrapolitica che in questi ultimi
vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e
criminale per piegarle agli interessi personali suoi e dei suoi complici
della setta massonica deviata di cui fa parte”.
Il premier perde la pazienza
A QUESTO punto l’aula diventa una bolgia,il Pdl è in piedi ad urlare
contro Di Pietro ma anche contro Gianfranco Fini che chiede al leader Idv di
“assumersi la responsabilità delle proprie parole”. C’è chi lascia
l’emiciclo e chi continua a urlare mentre Berlusconi si alza e cerca lo
sguardo di Fini affinché fermi l’intervento di Di Pietro.
Ma siamo in democrazia e tutti possono parlare:
“Lei ci ha detto della volontà del governo di implementare la lotta alla
corruzione, all’evasione fiscale e alla criminalità economica delle
cricche – ha continuato l’ex magistrato – e che fa, si arresta da
solo? O ha deciso di prendersi a schiaffi tutte le mattine
appenasialzaesiguardaallospecchio? Lei controlla il sistema bancario e
finanziario del Paese, le nomine degli organi di controllo che dovrebbero
controllare il suo operato, si è impossessato dell’informazione
pubblicaeprivataelamanipola in modo scientifico e criminale”. Poi incalza:
“La magistratura che lei ha corrotto le piace. Non le piace quella che
vuole giudicarla per i suoi misfatti, tanto che al primo punto del suo
‘vero programma’, quello di cui oggi non ha parlato, c’è la
reiterazione del Lodo Alfano, cioè di quella legge che deve assicurarle
l’impunità per un reato gravissimo che lei ha commesso : la corruzione di
giudici etestimoni”.Alla fine dell’intervento dal Pdl continuano le urla
di chi è rimasto in aula. A sentire certe parole non sono ancora abituati.
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