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Ecco la BANDA di TANGENTARI al GOVERNO

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Francy Edy Sacc�

unread,
Nov 9, 2009, 1:02:29 PM11/9/09
to
12 ottobre 2009

Tangenti, chiesto rinvio a giudizio per Fitto e Angelucci

Si � conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 78 dei 90 indagati
la discussione dell'udienza preliminare a carico, tra gli altri, del
ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto (Pdl), e dell'editore e
imprenditore romano Giampaolo Angelucci. La richiesta � stata fatta dalla
pubblica accusa al termine dell'udienza del procedimento "La Fiorita", che
si celebra dinanzi al gup di Bari Rosa Calia di Pinto.

All'udienza, che si concluder� il 30 novembre prossimo, � costituita parte
civile la Regione Puglia. I fatti contestati fanno riferimento al periodo
compreso tra il 1999 e il 2005, quando Fitto era presidente della Regione
Puglia, e si prescriveranno tutti entro il 2012. A Fitto i magistrati della
procura barese contestano i reati di associazione per delinquere, peculato,
concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai
partiti. I reati di corruzione e di illecito finanziamento di 500.000 euro
al partito di Fitto "La Puglia prima di tutto" si contestano anche
all'editore de il Riformista e di Libero Angelucci.

Secondo la difesa di Fitto, i reati contestati sono insussistenti, anche
perch� il finanziamento elettorale ricevuto fu regolarmente registrato.
Prima della discussione il gup ha ammesso sette imputati al giudizio con
rito abbreviato e per altri cinque, tra i quali l'imprenditore campano
Alfredo Romeo (accusato di turbativa d'asta e di concorso in rivelazione del
segreto d'ufficio), ha disposto l'invio degli atti alla procura di Roma per
competenza territoriale. Il gup ha inoltre respinto tutte le eccezioni del
difensore di Fitto, l'on.Francesco Paolo Sisto (Pdl), relative alla
inutilizzabilit� delle intercettazioni e di alcuni atti d'indagine.

Il reato di corruzione contestato a Fitto ed Angelucci riguarda una presunta
tangente di 500.000 euro pagata - secondo i pubblici ministeri -
dall'editore al movimento politico creato da Fitto per le regionali
dell'aprile 2005, "La Puglia prima di tutto" (che candid� alle ultime
leezioni baresi anche la escort Patrizia D'Addario). Il danaro fu elargito -
sostiene la procura - per ottenere dalla giunta regionale pugliese, nel
2004, l'aggiudicazione dell'appalto settennale da 198 milioni di euro per la
gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Per questi fatti
Angelucci, il 20 giugno 2006, fu posto agli arresti domiciliari per alcuni
giorni; per Fitto, che nel frattempo era diventato parlamentare di Forza
Italia, la magistratura barese chiese senza successo alla Camera
l'autorizzazione a procedere all'arresto.

L'indagine - nella quale sono coinvolte anche 14 persone giuridiche, molte
delle quali del gruppo Angelucci - riguarda una presunta associazione per
delinquere finalizzata al compimento di reati per assicurare alla societ�
barese "La Fiorita" le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed
ausiliariato da parte di enti pubblici e di Ausl pugliesi. Ci� - secondo
l'accusa - per far conservare alla societ� una posizione di monopolio nel
settore, per realizzare profitti illeciti e per gestire in modo clientelare
numerosissimi posti di lavoro. A Fitto si contesta di aver offerto
"copertura politica" all'attivit� dell'associazione a capo della quale vi
sarebbero stati Dario e Pietro Maniglia, proprietari della Fiorita.

Nel procedimento sono imputati anche il presidente e il dg di Aeroporti di
Puglia, Domenico Di Paola (accusato di corruzione) e Marco Franchini
(turbativa d'asta), l'editore salentino Paolo Pagliaro (corruzione), il
consigliere regionale Giovanni Copertino (Pdl), l'ex assessore regionale di
Fi Andrea Silvestri (truffa e turbativa d'asta) e l'ex dg dell'Ares Puglia
Mario Morlacco (falso).

12 ottobre 2009


Papi

unread,
Nov 9, 2009, 2:43:37 PM11/9/09
to
Il /09 nov 2009/, *Francy Edy Sacc�* ha scritto:

> 12 ottobre 2009
>
Ecco la banda dei tangentari:
: Il governatore della Puglia Nichi Vendola venerd� 7 agosto, incupito per
un articolo di Panorama, ha lanciato una �fatwa� contro il pm D�sir�e
Digeronimo, colpevole di indagare sulla sua giunta e il suo partito,
Sinistra e libert�.
n una lettera aperta l'ha �ricusata�, compitando le ragioni della presunta
incompatibilit�. Ha poi tracciato i confini che il magistrato non deve
travalicare. Una reazione ruvida a una situazione a cui i politici di
centrosinistra non sembrano abituati.

Anzi, con questi uffici (gli stessi che hanno dato la �scossa�
preannunciata da Massimo D'Alema su escort e Silvio Berlusconi) il
centrosinistra in passato si � trovato in sintonia. Tanto che pi� di un
magistrato pugliese ha fatto il gran salto passando alla politica.

Gli esempi non mancano: Alberto Maritati e Gianrico Carofiglio, oggi
senatori del Pd, o Michele Emiliano, sindaco di Bari. Una campagna acquisti
nel segno di D'Alema, amico ed estimatore di alcuni pm che ben conosce,
anche perch� l'ex premier in Puglia � stato iscritto sul registro degli
indagati per finanziamento illecito, indagine poi archiviata.

I contatti con le toghe risalgono alla prima sanitopoli pugliese, che nel
maggio 1994 port� in prigione una trentina di persone, accusate di una
truffa stimata in 87 miliardi di lire e di falso ai danni della regione.
Tra loro Francesco Cavallari, ex informatore medico divenuto un re Mida
delle cliniche private pugliesi.

La nuova sanitopoli barese ha somiglianze con quell'inchiesta, i meccanismi
paiono analoghi e qualche personaggio ricompare. Dal suo buen retiro
caraibico Cavallari oggi ci rimugina sopra.

L'imprenditore, dopo avere terminato la sua via crucis processuale con
condanne e assoluzioni, dal 2005 si � trasferito a Santo Domingo, dove fa
il consulente per un paio di strutture sanitarie e percepisce una pensione
di 1.700 euro.

Dalle spiagge di La Romana segue con attenzione questo d�j� vu e non si
stupisce. All'epoca ammise di avere pagato tangenti �a tutti i partiti, dal
Pci al Msi�: il computo finale fu di 4,5 miliardi di lire, cifre annotate
nelle sue agende consegnate proprio a Maritati.

�Il magistrato pensava che avessi un tesoro all'estero, ma io ho dato prova
certa di quelle dazioni: uscivano dall'azienda attraverso false
fatturazioni� racconta Cavallari, 71 anni. �Pagavo in continuazione, per le
campagne elettorali e prima di ogni delibera a me favorevole, soprattutto
gli amici socialisti�. Senza contare le decine di assunzioni che fece su
segnalazione dei politici.

In 12 anni quel sistema gli agevol� l'apertura di dieci cliniche, alcune
tra le pi� grandi d'Europa. Strutture applaudite dai luminari dell'epoca.
Forse per questo l'uomo non sembra pentito n� rancoroso: �Era una classe
dirigente pi� seria, c'era maggiore moralit�. Io alle feste offrivo Coca-
Cola, non cocaina�.

Dopo l'arresto di Cavallari inizia una caccia alle tangenti che colpisce
molti e salva pochi. �In quell'occasione vennero ingiustamente coinvolte
persone perbene come Rino Formica e Vito Lattanzio� sostiene ora Cavallari,
che nei suoi verbali cit� moltissimi politici: �Ne rimasero coinvolti una
sessantina. Tra loro c'era anche il socialista Alberto Tedesco�.

Cio� l'ex assessore alle Politiche sanitarie di Vendola ora accusato dalla
Direzione distrettuale antimafia di Bari di corruzione, turbativa d'asta,
truffa e associazione per delinquere.

�All'epoca i magistrati mi chiesero anche di lui e, a mio parere, la sua
posizione era pi� delicata di quella di altri politici finiti in manette.
Ma non venne indagato. Io non mi spiego la decisione dei pm�.

Secondo Cavallari, Tedesco era il referente di un noto parlamentare
socialista, Claudio Lenoci. �Alla vigilia della campagna elettorale del
1992 mi disse: "Domani devi portare 400 milioni per il mio deputato di
riferimento" e io obbedii. Mi risulta che quell'onorevole abbia ammesso e
patteggiato la pena a Roma�.

L'ultimo �contributo� a Tedesco Cavallari lo avrebbe versato prima delle
elezioni del 1994: �Ricordo che gli diedi 40 milioni a pochi mesi dal mio
arresto�. Ma c'erano anche altri aiuti, del tipo di quelli oggi al centro
dell'indagine del pm Digeronimo: �Quando aprii la casa di cura Villa
Bianca, un gioiello della cardiochirurgia, Tedesco mi mand� il fratello che
rappresentava alcune aziende di apparecchiature e materiale sanitario. Era
una segnalazione che non si poteva rifiutare�.

Le accuse di Cavallari oggi potrebbero suonare come una vendetta, anche
perch� Tedesco, dopo l'arresto del re Mida, venne nominato assessore alla
Sanit� e blocc� i pagamenti alle Case di cura riunite dell'imprenditore:
�In quel momento ero un appestato, non poteva fare diversamente. Per
fortuna, proprio un mese fa, la Corte d'appello di Bari ha stabilito che la
Regione Puglia mi deve restituire 67 miliardi di lire di prestazioni, dalle
tac alle risonanze magnetiche ingiustamente non rimborsate. Io pagavo
tangenti, per� lavoravo davvero�.

Maritati fece arrestare alcuni politici presumendo che �non potevano non
sapere�, mentre per altri chiese l'archiviazione essendo prescritto il
reato di finanziamento illecito dei partiti. Tra i sommersi c'erano Formica
e Lattanzio, tra i salvati D'Alema.

Il gip Concetta Russi scrisse nelle motivazioni del proscioglimento: �La
corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del Pci ha trovato
sostanziale conferma (...) nella leale dichiarazione dell'onorevole
D'Alema, all'epoca dei fatti segretario regionale del Pci�.

Cavallari ricorda altre cifre: �Io consegnai personalmente a D'Alema 20
milioni in contanti in una busta bianca durante una cena a casa mia. Ma non
fin� l�. In altre due occasioni gli diedi due finanziamenti da 15 milioni
che gli portai al consiglio regionale. Successivamente gli feci avere altre
due tranche sempre da 15: in tutto 80 milioni di lire�.

Ma nell'inchiesta si � sempre parlato solo di 20 milioni... Cavallari
afferma: �Nell'agenda inizialmente annotai il nome "D'Alema" poi, vista la
cresciuta confidenza, lo indicai come "Massimo". Maritati non mi ha
creduto�.

I rapporti fra Cavallari e l'ex premier iniziano a met� degli anni Ottanta
e durano diversi mesi. �Fu Antonio Ricco, commercialista e direttore
generale delle mie cliniche, oggi consulente personale del sindaco Emiliano
(Ricco � indagato per corruzione in un'inchiesta sulla costruzione del
centro direzionale San Paolo, ndr), a presentarmelo: andava in giro a
chiedere soldi per conto del Partito comunista�.

Cavallari incontr� il funzionario pi� volte: �Io, nel chiarire la mia
posizione a Maritati, spiegai che D'Alema mi era stato molto utile nei
rapporti con la Cgil. Dal momento in cui sono iniziate le dazioni di danaro
io non sono pi� stato attaccato violentemente dal sindacato, il rapporto �
diventato pi� collaborativo e garbato. Una volta, a Roma, D'Alema
sottoline� questi progressi, ma mi raccomand� un atteggiamento pi�
dialogante nei confronti del sindacato rosso e non solo verso Cisl e Uil�.

Un discorso che per gli avvocati di Cavallari prefigurava altri reati oltre
al finanziamento illecito. Maritati fu di diverso avviso. Quattro anni
dopo, il 30 giugno 1999, il magistrato viene eletto senatore e il 4 agosto
� nominato sottosegretario all'Interno del primo governo D'Alema.

Nel frattempo Cavallari venne condannato a 18 mesi per concorso esterno in
associazione mafiosa: �Non potevo reggere oltre, ero gi� stato operato al
cuore: patteggiai�. Fu l'unico condannato su un'ottantina di imputati.

Per l'ex re della sanit� pugliese l'accusa di mafia resta indigesta:
�Assumevo ex detenuti o i loro familiari per non saltare in aria. Che
vantaggi avevo? La quiete�. Per i magistrati, invece, i dipendenti
�mafiosi� intimidivano il sindacato, anche se non ci sono state condanne. I
carabinieri segnalarono episodi di tensione nell'azienda. �Macch� minacce,
mi sono salvato dalla Cgil grazie a D'Alema!� dice Cavallari.

Le coincidenze tra ieri e oggi non sono finite. Dalla memoria riemerge
anche la figura di una affascinante ragazza bionda: �Io quella Patrizia
D'Addario (la escort che ha raccontato di incontri con Berlusconi, ndr)
l'ho conosciuta. Me la present� un giornalista con cui si accompagnava. Mi
chiese di poter intrattenere i nostri ammalati con giochi di prestigio. Era
una brava prestigiatrice, molto bella e di classe. Ma il direttore
sanitario mi sconsigli� l'iniziativa�. La ribalta, Patrizia, la conquister�
vent'anni dopo.

Papi

unread,
Nov 9, 2009, 2:45:46 PM11/9/09
to
Il /09 nov 2009/, *Francy Edy Sacc�* ha scritto:

>Ecco la BANDA di TANGENTARI

Per inquadrare la sibilla D�Alema pu� esser utile soffermarsi sui rapporti
tra l�ex leader ds e la magistratura pugliese, barese in primo luogo. Per
farlo occorre lavorare pazientemente d�archivio, compulsare avvocati,
carabinieri e pm locali non schierati, leggere con attenzione atti
processuali e (suoi) proscioglimenti contestati, sfogliare un recentissimo
libro dal titolo curioso (Toghe, patate e cozze, scritto da Tommaso
Francavilla e Franco Metta) ma dai contenuti devastanti per l�immagine del
preveggente ex leader ds. Che si � preoccupato di far eleggere in
Parlamento alcuni corregionali pm, mentre altri se li � portati al governo,
e uno l�ha messo addirittura a fare il sindaco nonostante fosse il titolare
dell�inchiesta sugli sperperi miliardari della missione Arcobaleno dove
figurava pure il suo nome.

La storia � lunga. E ha natali lontani. Parte ovviamente dall�ondata
giustizialista nazionale cavalcata dal Pci e portata avanti dai magistrati
d�area, nei primi anni Novanta, tra avvisi di garanzia e carcerazioni
preventive. Tra il 1990 e il 1995 cambiano cinque presidenti regionali,
altrettanti sindaci baresi, non c�� giorno senza che pi� consiglieri
comunali e funzionari di partito finiscano indagati o arrestati. Solo una
parte (indovinate quale) � casualmente risparmiata dalle inchieste.

Un�intera classe politica viene tolta di mezzo, e a nulla varr� la tardiva
consolazione delle assoluzioni di massa degli indagati eccellenti e dei
flop nelle aule di giustizia. Per l�ascesa in politica dei protagonisti
pugliesi con la toga, gli esempi si sprecano. Il pi� eclatante riguarda la
cosiddetta �Operazione Speranza�, con riferimento al re delle cliniche
private Francesco Cavallari e alle presunte tangenti elargite a destra come
a sinistra. Tantissimi politici si ritirarono dalla politica attiva e bast�
l�annuncio intimidatorio, poi rivelatosi inesatto, di una �seconda ondata�,
per bloccarne altri o per dirottarli all�improvviso altrove, come Pino
Pisicchio pronto a candidare il fratello in Forza Italia, dopodich� ripar�
sotto Lamberto Dini (oggi � con Di Pietro).

Si salvarono solo i comunisti, si salv� soprattutto D�Alema accusato d�aver
intascato qualche soldarello pure lui quand�era ancora segretario del Pci
pugliese e consigliere regionale. Il reato venne �derubricato� in �illecito
finanziamento� datandolo prima dell�amnistia del 1989. Reato prescritto,
pratica archiviata. Non tutti sanno che D�Alema, su quel finanziamento
generosamente elargito dal boss della sanit�, qualcosina aveva ammesso a
verbale dopo che Cavallari al pm l�aveva tirato in ballo quale suo
referente in Regione. Poi il re delle cliniche aggiunse: �Sa, signor
magistrato. Non nascondo che in una circostanza particolare ho dato un
contributo di 20 milioni al partito. D�Alema � venuto a cena a casa mia, e
alla fine della cena io spontaneamente mi permisi di dire, poich� eravamo
alla campagna elettorale 1985, che volevo dare un contributo al Pci�.

Accogliendo la richiesta d�archiviazione avanzata dal pm, il gip Concetta
Russi il 22 giugno �95 decise per il proscioglimento, ritenendo superfluo
ogni approfondimento: �Uno degli episodi di illecito finanziamento riferiti
� scrisse nelle motivazioni - e cio� la corresponsione di un contributo di
20 milioni in favore del Pci, ha trovato sostanziale conferma, pur nella
diversit� di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione

dell�onorevole D�Alema, all�epoca dei fatti segretario regionale del Pci

(...). L�onorevole D�Alema non ha escluso che la somma versata dal
Cavallari fosse stata proprio dell�importo da quest�ultimo indicato�.

Chi era il titolare dell�inchiesta che sollecit� l�archiviazione? Il pm
Alberto Maritati, eletto coi Ds e immediatamente nominato sottosegretario
all�Interno durante il primo governo D�Alema, numero due del ministro
Jervolino, poi ancora sottosegretario alla giustizia nel governo Prodi,
emulo di un altro pm pugliese diventato sottosegretario con D�Alema:
Giannicola Sinisi. E chi svolse insieme a Maritati gli accertamenti su
Cavallari? Chi altro firm� la richiesta d�archiviazione per D�Alema?
Semplice: l�amico e collega Giuseppe Scelsi, magistrato di punta della
corrente di Magistratura democratica a Bari, oggi titolare della
segretissima indagine sulle ragazze reclutate per le feste a Palazzo
Grazioli, indagine �anticipata� proprio da D�Alema. Il quale � stato
generoso anche con un altro suo inquisitore: Michele Emiliano, attuale
sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, gi� titolare del
procedimento sugli sperperi della missione Arcobaleno per aiutare i
profughi kossovari che sfior� proprio D�Alema e pezzi del suo governo, come
il sottosegretario Barberi (rinviato a giudizio) e l�imputato
sottosegretario diessino Giovanni Lolli, per il quale l�anno scorso il gip,
su sollecitazione del pm Di Napoli, ha dichiarato il non luogo a procedere
insieme a un altro ex ds, Quarto Trabacchi.

L�inchiesta che per bocca del pm Emiliano inizialmente prometteva sfracelli
e di cui poi chiese a sorpresa l�archiviazione (contestata dal procuratore
Di Bitonto), col tempo s�� lentamente arenata fino alla contestuale
candidatura del pm Emiliano � benedetta da D�Alema - a sindaco di Bari.
Prima di entrare in politica, Emiliano ha iniziato a lanciare invettive
politiche contro il sindaco precedente sulla scarsa lotta alla criminalit�
da parte dell�amministrazione cittadina eppoi s�� scoperto garantista di se
stesso quando il suo nome comparve in una intercettazione telefonica con
cui una famiglia mafiosa gli faceva la campagna elettorale, in vista di una
vittoria che per la prima volta spost� a sinistra i quartieri pi� �a
rischio� di Bari: oggi, insieme a Maritati, fa a gara a straparlare di
pericolo di voto di scambio con la criminalit�.

Ma non c�� solo Bari nell�orbita di interesse della magistratura militante
considerata vicina a D�Alema. C�� l�intera Puglia. C�� Taranto, dove la
procura ha messo ripetutamente sott�inchiesta le ultime tre amministrazioni
di centrodestra i cui rappresentanti sono stati �condannati a trascorrere
decenni nelle aule di giustizia a discolparsi all�infinito da ogni genere
di incriminazioni� � scrivono Metta e Francavilla �, senza riuscirci nel
caso del povero Mimmo De Cosmo, ma solo perch� morto anzitempo, stroncato
dalle persecuzioni.

In procura a Taranto, nel 2007, a ridosso delle amministrative, cal�
l�allora sottosegretario Maritati, insieme a esponenti locali dei Ds.
Voleva perorare un�accelerazione delle inchieste a carico degli ex
amministratori di centrodestra. L�unico a ribellarsi fu il procuratore capo
che parl� di un assedio stalinista al suo ufficio, �volto a fargli aprire
comunque inchieste anche in assenza di adeguati fondamenti�. E c��
Brindisi, dove il potere dalemiano imperniato sul triangolo Bargone�La
Torre-Di Pietrangelo �avrebbe fortissimi riferimenti nel palazzo di
giustizia - si legge sempre nel libro-shock � e aveva scientificamente
massacrato la vecchia guardia democristiana e socialista, con la quale pure
aveva condiviso molte vicende, quali la gestione � tramite il
vicepresidente dell�Enel Valerio Bitetto, che chiam� in causa D�Alema � dei
succulentissimi appalti della centrale nucleare a costruirsi negli anni
�80...�.

L�inchiesta era quella sulle operazioni fatte intorno a un famoso
rigassificatore inglese, inchiesta che si sofferm� su alcune societ� off-
shore in paradisi fiscali riconducibili a Bargone coinvolte nelle indagini
che avevano inguaiato l�ex sindaco Antonino. Intanto nella met� del 1995
inizia a far parlare di s�, anche per inchieste �politiche�, un altro
magistrato predestinato a sedere a Palazzo Madama col Partito democratico:
Gianrico Carofiglio. Sul pm-giallista si � abbattuta l�ira del ministro
pugliese Raffaele Fitto a causa della moglie del neoparlamentare che � nel
pool sui reati contro la pubblica amministrazione, competente quindi a
indagare �sul Comune di Bari guidato da un collega e amico del marito�.

Prima ancora la sinistra aveva puntato sul pm barese Nicola Magrone, oggi
procuratore a Larino, autore di uno spettacolare arresto, �a ridosso delle
elezioni politiche del 1994, con due imputazioni rivelatesi assolutamente
fasulle, del Cda dell�Irccs �De Bellis� il cui presidente era stato
designato quale possibile candidato del Polo. Fu il suo ultimo atto prima
di mettersi in aspettativa in vista dell�elezione alla Camera�. L�inchiesta
poi abort�. Come sono abortiti tantissimi altri procedimenti nati nei
confronti di esponenti del centrodestra a ridosso delle elezioni. Oggi
l�andazzo si ripete a poche ore al ballottaggio dove concorre con qualche
difficolt� l�ex pm della procura di Bari, Michele Emiliano. Sar� un caso,
ma � sempre la stessa, identica storia. Stavolta con l�aggravante della
sibilla D�Alema.

vidimarte

unread,
Nov 9, 2009, 3:07:27 PM11/9/09
to
On 9 Nov, 19:02, "Francy Edy Saccà" <F...@out.it> wrote:
> 12 ottobre 2009
>

La famosa "Banda Larga" della PdL,
molto larga.


Vdm

Papi

unread,
Nov 9, 2009, 3:13:35 PM11/9/09
to
Il /09 nov 2009/, *vidimarte* ha scritto:

> On 9 Nov, 19:02, "Francy Edy Sacc�" <F...@out.it> wrote:
>> 12 ottobre 2009
>>
>
> La famosa "Banda Larga" della PdL,
> molto larga.

tanto larga che..................

Francy Edy Sacc�

unread,
Nov 9, 2009, 5:38:52 PM11/9/09
to

"vidimarte" <vidi...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:e05eced3-369d-4882...@a31g2000yqn.googlegroups.com...

>La famosa "Banda Larga" della PdL,

Infatti, ce ne sono parecchi ;-)

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