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Quello che non avremmo mai saputo: Metti il bunga bunga col bavaglio

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ernesto

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Oct 6, 2011, 8:18:21 PM10/6/11
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Quello che non avremmo mai saputo: Metti il bunga bunga col bavaglio
di Gianni Barbacetto

Il caso Ruby? Sarebbe un mistero italiano, se fosse già in vigore
la legge bavaglio che il Parlamento sta approvando. Sarebbe una storia
dai contorni vaghi, chiacchiere a luci rosse, dichiarazioni difensive,
brandelli d’interviste alle protagoniste e qualche riassunto
d’interrogatorio.
Cene eleganti controverse, un bunga-bunga sfuocato, strani viaggi di
decine di ragazze nelle notti di Arcore.
Le intercettazioni spiegano in presa diretta che cosa le protagoniste
delle feste si dicevano, che cosa facevano, che cosa raccontavano a
Mora e a Fede. Tutto azzerato. Tutto segreto. Vietato pubblicare tutte
le intercettazioni, fino all’udienza filtro che deve decidere quali
telefonate sono rilevanti e utilizzabili. Vietato pubblicare anche il
riassunto, la sintesi delle telefonate. Così la storia di Ruby
Rubacuori sarebbe un fotoromanzo dai contorni slabbrati.

Un anno di black out

Tutto inizia il 26 ottobre 2010, quando “il Fatto” pubblica le
prime notizie su una minorenne che avrebbe frequentato la villa di
Silvio Berlusconi ad Arcore.
Ma l’udienza preliminare, in cui il giudice ha deciso quali
intercettazioni dovranno essere trascritte dal perito per il
dibattimento, si è conclusa soltanto il 3 ottobre 2011, quasi un anno
dopo l’emersione della vicenda.
Dunque è ipotizzabile che l’udienza filtro si sarebbe potuta fare
soltanto ora: dopo un anno di black out assoluto.
Solo ora si potrebbe conoscere , dopo dodici mesi di nebbia sui
fatti, il racconto del bunga-bunga che emerge dalle conversazioni
telefoniche delle Olgettine e dei loro interlocutori. E anche ora,
sarebbero pubblicabili soltanto le telefonate dichiarate utili per il
dibattimento. Vietate per sempre quelle processualmente irrilevanti: è
dunque un giudice a decidere che cosa i giornali possono o non possono
mettere in pagina.

Il ricatto da 5 milioni

“Noemi è la sua pupilla, ma io sono il suo culo”, si vanta al
telefono la protagonista di questa storia, Karima El Mahroug in arte
Ruby, riferendosi a Berlusconi. “Il mio caso è quello che spaventa
tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia (Noemi,
ndr). Loro mi stanno comunque vicini. Io ho parlato con Silvio e gli
ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni”.

In un’altra telefonata, confida a un amico:
“Lui mi ha chiamato dicendomi ‘Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago,
ti metto tutto in oro, ma l’importante è che nascondi tutto. Non dire
niente a nessuno’”.

Per questo Karima è stata “salvata” dalla questura di Milano, la notte
del 27 maggio 2010, grazie a una telefonata del presidente del
Consiglio che fa pressioni sui funzionari: reato di concussione,
sostiene la procura di Milano. Il giudice per le indagini preliminari
conferma l’ipotesi, disponendo il giudizio immediato per Berlusconi.
Quelle telefonate fatte in questura, secondo i pm, servivano a
“liberare” la ragazza affinché non venisse alla luce un reato
ulteriore: i rapporti sessuali a pagamento di Silvio con una
minorenne.

È la storia del bunga-bunga, raccontato al telefono da una trentina di
ragazze che lo hanno visto con i loro occhi.

Melania T., per esempio, lo descrive così: “Sembra di stare al
Bagaglino ma è peggio. Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi
alle ragazze. Se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari
tuoi, ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia
a lavorare”.

Sono le telefonate e gli sms tra le ragazze a svelare anche il lavorio
che viene fatto per portare sempre nuova “carne fresca” alle cene del
Drago.

Ecco per esempio il messaggio che Flo (Florina Marincea, ex di “La
Pupa e il secchione”) manda alla Minetti il 13 gennaio 2011: le
propone di portare ad Arcore “la mia amica molto affidabile bella
figa. La conosco da quando avevo 14 anni... Lei abita a Riccione,
studia e fa la modela. È una afidabile tranquilla ti piace siguro”.

Poi la festa, prevista per sabato 15 gennaio, salta a causa delle
perquisizioni del giorno prima a casa di Minetti e delle ragazze
dell’harem, che vivono a spese di Berlusconi nel residence di via
Olgettina.

Il costo: solo 30 mila euro

Nei giorni seguenti, gli atti processuali, contenenti molte
intercettazioni, vengono inviati al Parlamento e perdono il carattere
di segretezza.
Le intercettazioni finiscono legittimamente sui giornali.
I lettori vengono a conoscenza della ricattabilità a cui il presidente
del Consiglio si espone.

Con la nuova legge, tutto sarebbe rimasto segreto.

Nella vicenda Ruby, del resto, lo strumento investigativo delle
intercettazioni è stato usato con estrema parsimonia. Solo una
quarantina gli obiettivi posti sotto controllo. E per un periodo molto
breve: dall’agosto 2010 a metà gennaio 2011. Spesa bassissima: solo 30
mila euro. Altro che “grande orecchio” attivato per spiare gli ospiti
di Arcore.
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