Il papa e gli ebrei
Riparazioni e restituzioni
Scialom Bahbout
Fervono i preparativi per la riapertura della Biblioteca Vaticana -
chiusa per restauro dal settembre 2007 - prevista per il prossimo
settembre (Corriere della sera del 7/01/10). E' noto che la biblioteca
contiene una notevole quantità di incunaboli e manoscritti ebraici di
Bibbia, Talmud, halakhà, commenti etc che, almeno in parte a mio parere,
dovrebbero trovarsi in altre biblioteche, ad esempio la Biblioteca
Nazionale di Israele a Gerusalemme. In base a quali principi, mi si
chiederà.
Bene, una delle domande che dovremmo porci per quanto riguarda ciascuno
dei manoscritti, incunaboli etc, è quale sia la sua provenienza: se e
come sia stato acquistato, se sia stato sottratto ad ebrei nel corso dei
secoli, se sia stato trovato, magari dopo un pogrom o quant'altro.
In linea di principio, possono essere applicati in questo caso varie
norme: norme relative al furto, norme relative alla restituzione di un
oggetto smarrito, norme relative al "non mostrare disinteresse" per un
oggetto smarrito (lo tukhàl lehit'allem). Per un oggetto smarrito si può
applicare anche il principio di "jeush" (rinuncia) che può essere
"consapevole (midda'at) o "non consapevole" (shelo midda'at): è chiaro
che, a meno che non sia costretto, nessun ebreo rinuncerebbe mai a un
testo di studio di Torà.
L'analisi dell'applicazione di questi principi è complessa e non può
essere fatta in questa sede. La difficoltà a individuare gli antichi
padroni potrebbe essere una scappatoia non restituire gli oggetti.
Ritengo tuttavia che, anche se sono trascorsi molti secoli da quando
l'oggetto è stato sottratto o perduto, il principio della "rinuncia" non
potrebbe essere applicato seriamente, anche perché esistono degli eredi
e questi sono gli ebrei del mondo: ci si potrebbe/dovrebbe comportare
come è stato fatto, ad esempio, per la restituzione dell'obelisco di
Axum all'Etiopia nel 2002. Oggi che esiste in Israele, un centro
culturale e politico ebraico internazionale universalmente riconosciuto,
mi sembra che quello potrebbe/dovrebbe essere l'indirizzo più naturale a
cui restituire tutti quegli oggetti (come manoscritti, incunaboli etc)
che, per un motivo o per un altro, non si trovano nel posto giusto. Così
ha fatto la Germania Federale quando ha voluto "riparare" i danni
materiali subiti dagli ebrei durante la persecuzione nazista.
L'annunciata visita di Papa Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma
potrebbe/dovrebbe essere l'occasione per un opportuno gesto riparatore.
Quoto
Tb
--
"A vote is like a rifle, it's usefulness depends upon the character of
the user."
~ Theodore Roosevelt
visto che la comunità ebraica più antica del mondo non sta in Israele,
ma a ROma, è tutto da dimostrare che l'entità sionista sia il posto
giusto.
>Quoto
Mi sembra una proposta assolutamente accettabile e perfettamente
coerente con le dichiarazioni d'intenti nel dialogo interreligioso tra
cattolici ed ebrei.
MMAX
--
Usa la testa, il culo la seguira'.
(Derek Raymond - Il Museo dell'Inferno)
http://bloggoanchio.splinder.com
un monologo non è un dialogo, ma sappiamo che questo è un concetto
ostico per i sionisti.
> In linea di principio, possono essere applicati in questo caso varie
> norme: norme relative al furto, norme relative alla restituzione di un
> oggetto smarrito, norme relative al "non mostrare disinteresse" per un
> oggetto smarrito (lo tukh�l lehit'allem). Per un oggetto smarrito si pu�
> applicare anche il principio di "jeush" (rinuncia) che pu� essere
> "consapevole (midda'at) o "non consapevole" (shelo midda'at): � chiaro
> che, a meno che non sia costretto, nessun ebreo rinuncerebbe mai a un
> testo di studio di Tor�.
Per curiosit�, tutto questo apparato giuridico si applicherebbe, per
esempio, anche ai beni immobili di arabi in territorio israeliano i cui
proprietari furono dichiarati assenti?
probabilmente anche con maggior puntualità di quanto si richiede alla
chiesa.
e sarebbe opportuno si applicasse ai beni degli ebrei cacciati da ogni
dove, non credi?
<:3)-
> interessante intervento sulla mailing list Kolot
[...]
> Scialom Bahbout
mino bahbout, comunità ebraica di roma (ortodossa?).
un... collega (collaboratore?) di quel rav di segni così poco
autorevole secondo quel poverino di nahum.
<:3)-
> è tutto da dimostrare che l'entità sionista sia il posto giusto.
no, questo è già dimostrato.
ma tu, bombacci, non t'intendi di dimostrazioni.
<:3)-
> Per curiosità, tutto questo apparato giuridico
si chiama halakha'. Stai cercando di dimostrare qualcosa a tale proposito?
> si applicherebbe, per
> esempio, anche ai beni immobili di arabi in territorio israeliano i cui
> proprietari furono dichiarati assenti?
Credo che per qualsiasi sistema giuridico (halacha inclusa) ci siano
differenze tra beni immobili e mobili, quali p. es. che sono logicamente
una faccenda diversa rispetto a incunaboli, manoscritti e quant'altro
requisiti con la violenza da parte di chi credeva di essere in possesso
della unica intepretazione ammissiobile.
La tua e' comunque una osservazione interessante. Potresti spiegare
meglio la domanda? Come mai poni una equazione tra beni mobili e beni
immobili ? come mai non con altri beni immobili? Per dire, le proprieta'
tolte agli ebrei nei Paesi arabi, al cui proposito -correggimi se
sbaglio- non si conoscono tue posizioni.
Ma credo dovresti rivolgere la domanda all'autore. Che peraltro dovrebbe
gia' conoscere le tue interessanti prospettive sulle preghiere ebraiche
e sulla geografia di Israele.
> > Per curiosit�, tutto questo apparato giuridico si applicherebbe, per
> > esempio, anche ai beni immobili di arabi in territorio israeliano i cui
> > proprietari furono dichiarati assenti?
>
> probabilmente anche con maggior puntualit� di quanto si richiede alla
> chiesa.
attendiamo fiduciosi di vedere con i nostri occhi
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ll...@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
Tra circa seicento anni, dunque, potremo cominciare a discuterne
serenamente, magari prendendo spunto per un po' di calma aggiuntiva
dalle penose svicolate in ritardo mostrate su usenet da un moderatore di
un gruppo cattolico, evidentemente affezionato al suo bottino.
Ma chiss� se detto moderatore, cos� attento a costruire reciprocit�
piuttosto acrobatiche, auspicherebbe che il corrispettivo gli venga
restituito anche da qualche altro punto di vista.
Tb (bieco illuminista)
Babhout deve dare aria ai denti, l'ho fatto anch'io nel fine settimana
(mi è saltato un ponte e sono stato a dieta semisolida per due giorni),
ma in modo più discreto.
http://www.vaticanlibrary.va/home.php?pag=in_evidenza_art_00015
Poi immaginatevi il villico medioevale o il contadino russo intento a
mettere a ferro e fuoco il ghetto, che si ferma incuriosito: "Corpou di
mille balalaike! Cosa vuedou muai! Un preziosou manoscrittou del
Talmuoud babilonuese! Non lo spiezzeruo' in due ma lo vuendero al nunzio
apuostuolico di Smuolensk!!"
Apprendiamo che secondo Fritz il bottino vaticano si è costituito per
immacolato concepimento.
ah, quindi sei un pensionato...
> Babhout deve dare aria ai denti, l'ho fatto anch'io nel fine settimana
> (mi è saltato un ponte e sono stato a dieta semisolida per due giorni),
> ma in modo più discreto.
e pare che tu abbia avuto dei crampi alle dita, tant'è che stai
facendo ginnastica con i polpastrelli.
infatti, dal link che riporti ( http://www.vaticanlibrary.va/ecc.) c'è
un solo paragrafo che parla del periodo precedente al 17-esimo secolo,
ecco leggiamolo va'...
<<Ma è del 1549 l’ingresso dei primi volumi ebraici sicuramente
identificabili con codici attuali: fra di essi era l’odierno Vat. ebr.
177, donato alla Biblioteca, sotto il pontificato di Paolo III
Farnese, dal card. di Santa Croce Marcello Cervini (1501-1555), che
l’aveva ricevuto dal domenicano Juan Alvárez de Toledo (1488-1557), a
quell’epoca cardinale e vescovo di Burgos.>>
si può tranquillamente ipotizzare che il vescovo di burgos abbia
ricevuto i volumi (*nella prima metà del 1500*) in dono da ebrei che
volendo trascorrere altrove le vacanze hanno, giustamente, pensato di
alleggerire i bagagli.
per il resto, le acquisizioni provvengono da "una serie di passaggi di
proprietà e di successivi inglobamenti, che costituiscono quasi un
singolare incastro di scatole cinesi"
sicuramente, come dici, il più è stato raccolto da villici medievali e
contadini russi (che poi hanno fatto gradita offerta al sommo
pontefice, un po' come quando si trova un tartufo gigante.
<:3)-
Vedi Anto', quello che tu e Babhout ignorate (un altro partecipante al
thread non credo abbia almeno formalmente la scusante dell'ignoranza), è
che anche un'istituzione tutto sommato di livello non infimo come la
biblioteca vaticana possa avere una sua storia documentata. P.es. qui
(e nei numerosi studi citati nelle bibliografie del sito) si parla anche
di ebrei
http://www.vaticanlibrary.va/home.php?pag=in_evidenza_art_00015
ma non nei termini, in buona sostanza fantastici e virtuali, per non
dire speciosi e diffamatori nei confronti del Vaticano di cui parla
Babhout. Subito fatti propri aprioristicamente dai soliti noti, ché
tanto anche se in realtà non sono nemmeno plausibili ben si adattano
comunque e alla impellente necessità di attaccare sempre e comunque la
chiesa e alla propria personale e autoimposta mitopoiesi.
L'editto dei reyes catolicos � del 1492, e fu eseguito subito.
Reipotizza e sarai pi� furtuonatou
> > probabilmente anche con maggior puntualit di quanto si richiede alla
> > chiesa.
>
> attendiamo fiduciosi di vedere con i nostri occhi
epperò non hai risposto alla mia domanda...
te la ripeto: non credi che sarebbe opportuno si applicasse ai beni
degli ebrei cacciati da ogni dove?
<:3)-
Ci sono ottime storie, e ottime storie italiane, di come si sia formato
il bottino cattolico di testi ebraici.
Non ti resta che studiare, cretinetto nazi.
Seee magari.. In realtà sono lavori che hanno anche destato un certo
interesse in qualche laureato in odontoiatria fatti a più riprese a
coprire problemi giovanili. Per ironia della sorte dopo praticamente una
decina di lavori diversi nello stesso punto poi mi è pure spuntato un
dente sovrannumerario che ha richiesto un'ora e mezza di smadonnamenti
del dentista di turno per l'estrazione...
Mah, si sta parlando della biblioteca vaticana. Certo è incredibile che
gli studiosi della biblioteca gerosolimitana, che collaborano gomito
a gomito con i colleghi vaticani, ignorano bellamente gli scempi
perpetrati nei secoli dagli spoliatori di incunaboli papali senza fiatare.
Probabilmente dei self haters.
allora non scrivi a Bahbout? Diciamo che non ti interessa la risposta
alla tua domanda?
Mah, sai viste le migliaia di euro che sono stato costretto a spendere..
Per fortuna che adesso ho un dentista in famiglia. Ti ho mai raccontato
di quando mi misero davanti una panoramica vecchia di due anni più del
dovuto e fui l'unico ad accorgermi del misfatto perchè fui l'unico a
notare che la lastra aveva ancora i due denti del giudizio che mi
avevano tolto anni prima?
sei scemo o ci fai?
stai affermando che la mia ipotesi non è verosimile perchè il
cardinale di santacroce (che li aveva ricevuti dal vescovo di burgos)
ha fatto recapitare i volumi 40 anni dopo la cacciata degli ebrei?
invece le tue idiozie sui villici sarebbero più plausibili.
<:3)-
Sempre più appassionante.
>un... collega (collaboratore?) di quel rav di segni cos� poco
>autorevole secondo quel poverino di nahum.
beh, anche secondo me.
Ma io di rabbini ci capisco poco.
:-)
se � per questo contiene una collezione di manoscritti musicali unica al
mondo.
Che, anche qui, non si capisce come mai stia l� (non sto parlando di musica
sacra).
Uno mi dir�, basta che stia conservata in una buona biblioteca.
E sono d'accordissimo. meglio che stia l� piuttosto che in alcuni posti
sfasciatissimi che si vedono qua e l�, pomposamente chiamati biblioteche, in
realt� gabbie di topi.
Il problema � che, appunto, entrare l� � come entrare alla Casa Bianca.
Va bene adesso che era chiusa per lavori.
Ma prima, per entrarci servivano i santi in Paradiso.
Non so quante mail ho ricevuto dagli USA e da altri paesi di studiosi che mi
chiedevano, ma come cacchio si fa a entrare in quella Biblioteca?
Mii, mi sono rivolta persino a un amico di*** (notissimo politico ex
democristiano molto vicino al Vaticano), giuro.
Io dico che una Biblioteca che contiene questi tesori deve essere
accessibile. A tutti. Non solo ai preti eh.
Per quanto riguarda il materiale ebraico, s�, sarebbe bello se si trovasse
in Israele.
Se � italiano anche in Italia, ma liberamente accessibile a *chiunque*.
Sulla questione della restituzione, non saprei.
Poi ti chiedono in cambio met� Gerusalemme, non mi pare il caso.
Lo specchio di Fritz sempre più insaponato. E il sillogismo sghembo non
aiuta a salire.
> gli studiosi della biblioteca gerosolimitana, che collaborano gomito
> a gomito con i colleghi vaticani, ignorano bellamente gli scempi
> perpetrati nei secoli dagli spoliatori di incunaboli papali senza fiatare.
certezza che tu ricavi da quale fonte, di grazia?
<:3)-
E' una domanda retorica o non avevi ancora fatto la conoscenza di Fritz,
il talmudista atestuale?
la prima che hai detto.
<:3)-
no, raccontaci tutto.
ossibilmente in dettaglio.
<:3)-
Esattamente: l'unica cosa nota � che i volumi vengono dalla spagna, il
resto � roba buona al massimo per Dan Brown. L'editto dell'Alhambra
consentiva agli ebrei in partenza di portare con se tutti i loro beni, a
parte monete d'oro e argento.
> > stai affermando che la mia ipotesi non verosimile perch il
> > cardinale di santacroce (che li aveva ricevuti dal vescovo di burgos)
> > ha fatto recapitare i volumi 40 anni dopo la cacciata degli ebrei?
>
> Esattamente: l'unica cosa nota che i volumi vengono dalla spagna, il
> resto roba buona al massimo per Dan Brown.
infatti la mia era una domanda retorica: sei scemo.
> L'editto dell'Alhambra
> consentiva agli ebrei in partenza di portare con se tutti i loro beni, a
> parte monete d'oro e argento.
e ci tieni a ribadirlo.
<:3)-
Beh, all'epoca andavo in uno studio piuttosto grosso e noto in citt�
completamente informatizzato. Ogni poltrona aveva accanto un suo pc,
prima di ogni intervento il gestionale dello studio mostrava la scheda
del paziente e le ultime lastre, scansionate direttamente dalla
macchina. Io credo che per colpa loro o del tecnico che gli gestisce il
sistema informatico a un certo punto sia stato ripristinato un vecchio
backup dopo una perdita di dati di qualche tipo (l'alternativa � che mi
abbiano fatto una lastra 'a vuoto'): anche perch� nonostante le mie
insistenze poi volevano riprendermi l'appuntamento per ..togliermi i
denti che non avevo pi�! Alla fine anche se hanno ammesso l'errore ho
cambiato dentista, anche perch� sospettavo una certa propensione
all'overtreatmente. Passi l'errore tecnico o informatico, ma non puoi
millantare e insistere su una diagnosi in base a una lastra che
evidentemente non � stata presa il mese scorso..
E' quello che penso anch'io. Magari mettere in rete.
> Sulla questione della restituzione, non saprei.
> Poi ti chiedono in cambio metᅵ Gerusalemme, non mi pare il caso.
basterebbero due o tre luoghi santi, un po' di extraterritorialitᅵ, una
adeguata esenzione fiscale per gli immobili destinati al culto divino e
relative pertinenze e poi coronare tutto con un bel concordato... Non ᅵ
una buona idea?
le tue stronzate, invece, possono essere un ottimo combustibile per
intiepidire queste fredde notti invernali.
<:3)-
Mah, potrei rispondere che gli scemi siete tu, Barucco, Babhout, ma non
è nel mio stile. Più modestamente potresti indicare dove si parla in
questo testo scritto da noti antisemiti dove si parla di indubitabili
pogrom, di ovvii bottini, di altamente probabili saccheggi, di evidenti
spoliazioni?
http://nli.org.il/imhm/vaticanhebmss.pdf
Copiancollo dalla pagina 15 del pdf
Historical Introduction
Delio Vania Proverbio*
The earliest documents regarding the existence of a core of Hebrew
manuscripts
in the pontifical Libreria segreta date to the period immediately
following the
Sack of Rome in 1527, an event so traumatic that it is likely to have
erased even
the memory of any previous acquisitions on the part of the Popes. We find an
explicit reference to Hebrew books in the Bibliotheca magna secreta in
the Index
omnium librorum of the Custodians Fausto Sabeo1 and Niccolo` Maiorano,2
dated to September 1533, which gives a few details about four Hebrew books
(including a triglot parchment Pentateuch), as well as mentioning multi
alii libri
armeni Greci Arabi et hebraici in folio 4 et 8. libri no 61.3 However,
Sabeo explains,
at the end of this list, that […] suprascripti libri […] non sunt nobis
custodibus
assignati quia sunt hebrei et caldej […].4 In spite of this, the two
Custodians, on 5th
April 1549, received into the Library a bibbia hebbrea in duj volumi in
pergameno
scritta a mano,5 gift of a Cardinal styled de Viseo, i. e. of Alessandro
Farnese the
Younger (1520–1589); again, on 15th May of the same year, a libro hebreo in
pergameno scritto a mano,6 gift of the then Cardinal of Santa Croce,
Marcello
Cervini (1501–1555);7 on il d`ı ultimo di aprile MDLI (30th April 1551),
a book
chiamato Isaac ben Parlij [sic] de significationibus […] scritto in
hebreo;8 another gift
of Cervini, who, we are told, had received it from Joannes card.
Compostellanus,
i. e. Juan Alva´rez de Toledo (1488–1557); and finally, on il d`ı ultimo
di aprile 1552
(30th April 1552), an euangelio di san Mattheo in hebraico.9 On 15th
January 1555,
the Custodians Fausto Sabeo and Guglielmo Sirleto10 received from Cardinal
Cervini un espositore in ebreo sopra alcuni luoghi della Bibia scritto
in foglio […];11
and on 30th January 1556 they received from the Cardinal Librarian
Roberto de’
xvi HISTORICAL INTRODUCTION
Nobili12 a Biblia hebro˜a in duobus tomis and a Biblia hebro˜a cum
annotationibus
Rabinorum, in duobus tomis.13 Around this time, the inventory drawn up
sometime
after 1552 in the hand of the Scriptor Latinus Federico Ranaldi14 includes
189 items in Hebrew15; however, it includes not only manuscripts but also at
least 25 items which may be securely identified as printed books. It is
impossible
to state anything certain about the fate of the Hebrew manuscripts which
had belonged to the library of Card. Guglielmo Sirleto: a report by the
Roman
bookseller Domenico Basa (d. 1596), mentions 96 ‘books in Hebrew, Chaldean
and other languages;’16 and a group of libri scritti ad mano from his
library was
in fact received into the Vatican Library by Federico Ranaldi on 20th
January
1586.17
At the beginning of the seventeenth century, before the arrival of the
Palatine
and Urbinas collections (respectively in 1623 and 1657), Hebrew manuscripts
were acquired only occasionally. The current mss. Vat. ebr. 79, 267 and 268,
which once belonged to the convert Ottavio Franceschi (1543–1601), alias
Alessandro
Franceschi juniore,18 arrived in the Library in 1601, among the printed
books which were appropriated from his estate.19 Among the books
‘appropriated
by the express order’ of Paul V (1605–1621) from the private library of
Prospero Podiani of Perugia on 30th March 1616 and handed over to Ladislao
d’Aquino, bishop of Venafro and Governor General of Umbria,20 there was a
libro in lingua hebraica manuscritto in bambagino.21 The size of the
collection of libri
hebrei manoscriti [sic] della Libraria Vaticana at that time is
indicated by the inventory22
drawn up by the neophyte Federico Carlo Borromeo, who was Scriptor
Hebraicus from 1633 to 1646: it describes 173 manuscripts, and includes
an index
in Latin, signed and dated by Fioravante Martinelli.23 These
descriptions had
been preceded by a draft of an analytical inventory relating to a much
smaller
group of 16 manuscripts24, and by a sort of notebook, relating both to
manuscripts
and to printed books in Hebrew, which had been compiled by Borromeo
verso il 1620 circa, sino al 1640.25
The Hebrew manuscripts of the Palatine Library of Heidelberg, which arrived
in the Vatican Library in 1623, were not kept separately (as was later to be
the case of the Urbinates), but were rather added to the Vaticani
series. Among
the Hebrew manuscripts from the Palatine Library, the main nucleus is
the collection
of the banker Ulrich Fugger (1526–1584), which arrived there after he
had moved to Heidelberg in 1567;26 to this core were later added the Hebrew
volumes of the ‘old’ Palatine collection, as well as later accessions,
for a total of
262 items.27
In January 1654,28 the Vatican Library purchased 69 Hebrew books, including
5 manuscripts, from Abraham Pesato, who later became a correspondent of
the Scriptor Hebraicus Giovanni Pastrizio,29 who was appointed in 1695
and was,
moreover, also very active in purchasing Hebrew books for his own personal
library.30
In the mid-seventeenth century, all of the Hebrew manuscript collections in
the Vatican Library were itemized in the Index librorum omnium
Hebraicorum, tam
impressorum quam Mss., qui anno Jubilei MDCL in B(ibliotheca) V(aticana)
extabant,31 written by the Cistercian Giulio Bartolocci, Scriptor
Hebraicus from
1650 onwards.32 It contains descriptions of 425 manuscripts.
In 1657 the collection of the Dukes of Urbino became part of the Vatican
Library. Noteworthy among the treasures of this collection is a nucleus
of Hebrew
manuscripts, originating from a remarkable fifteenth-century library
whose vicissitudes must now be related. On 18th June 1472, the city of
Volterra
was laid waste by the forces of Count Federico of Urbino. Among the victims
of the indiscriminate pillaging which was inflicted upon the unarmed
population
was the wealthy merchant Menahem ben Aharon Volterra, whose precious
collection of Hebrew manuscripts was secured by Federico himself as an
ornament
for his personal library. The Indice vecchio,33 which is a topographical
inventory
of the Urbino library written between 1487 and 1498, included 82
items.34 These were reduced to 70 in the inventory35 drawn up sometime after
1543 under Guidubaldo II (1538–74), and were further reduced to a mere 57 by
1616, when another inventory was prepared by Vittorio Venturelli;;36 the
number
then remained stable in the inventory which was certified by the notary
Francesco Scudacchi in 1632. Of the Urbinates, 32 contain Menahem Volterra’s
ex libris, or records of their purchase by him, namely the Urb. ebr.
4–6, 8, 10–15,
17, 19, 21–24, 26, 28–32, 37, 40, 48–50, 52, 55, 57. To these may be
added at least
one item which is not included among the current Urbinas shelf-mark
series: the
ms. Parma, Biblioteca Palatina, 3518,37 which was one of the Hebrew
books sold
in 1816 by Salomon Stern and Mordecai Bisliches to Maria Luigia, Duchess of
Parma, and which had previously belonged to Moses Benjamin Foa
(1729–1922). As for the ms. Rome, BNCVE, Orientale 52 [Di Capua 7], which
came from the Collegio Romano and contains at the bottom of f. 181v a note
which is dated to ‘7 Shevat 5227’ (=13th Jan. a. D. 1467) and which
would seem
to indicate that the manuscript was sold by one Menahem ben Menahem
ha-Rofe´ to Menahem ben Aharon, it may also have been one of these early
Urbinates, but this cannot be proven.
The Urb. ebr. 18, 39, 41–43 and 56 contain neither ex libris nor records
of purchase,
although such notes are explicitly mentioned by Giuseppe Assemani in
his Catalogus.38 However, for at least four of these manuscripts, there
is reason
to believe that that one or more flyleaves have been lost, since they
include
fragments of parchment, trimmed and glued onto the page, containing
titles or
brief tables of contents.39 In addition, the Urb. ebr. 18 has no title
at the beginning.
It is not unlikely that the removal of flyleaves which we are supposing
here might have taken place when the manuscripts were re-bound, that is, to
judge from the coats of arms on the backs of the current bindings, in
the time of
Cardinal Librarian Angelo Mai (1782–1854; in office 1853–4).
33 Urb. lat. 1761, ff. 101r-107r, of which the first part (up to f.
105r) was certa
As for the so-called ‘Volterra Bible’ (Urb. ebr. 1), whose sumptuous morocco
leather binding bears the arms of Gregory XVI (1831–1846), nothing is known
for certain, apart from the fact that it came from Volterra. On the
other hand, the
Urb. ebr. 2, which once belonged to one Sˇmuel ben Yehiel of Orbetello,
was sold
by his son, together with three siddurim, to Aharon, son of Menahem
Volterra,
on ‘Wednesday 29th August 5229 [1469 a. D.]’. Altogether, then, at least
40 manuscripts
from what was the library of Menahem Volterra have survived. However,
from the numbering system which seems to go back to Menahem himself,
we may deduce that his collection included at least 211 items.
The Hebrew Urbinates were inventoried almost immediately: the index
contained
in the Urb. lat. 1771 on ff. 186r-204r, in the hand of Giovanni Battista
Giona
Galileo,40 is only slightly more recent than the arrival of the
manuscripts. The
current Urb. ebr. 5841 and 5942 were only later added at the end of the
series.
In 1661, a new general inventory of the Hebrew collections (Vaticani,
Palatini,
Urbinates) was completed. This was the opus magnum of the aforementioned
Giulio Bartolocci, the ‘Moˆ re Maqoˆm’ (‘Guide to subjects’).43 This
‘Guide’ may
be considered a terminus ad quem for events preceding the catalogue of
Giuseppe
Simonio Assemani (1687–1768). It is worth pausing to consider briefly the
figure of this Maronite churchman who became a Custodian and played such
an important role in the history of the Vatican Library in general and
of its Hebrew
collections in particular.44 ‘[…] He was named Scriptor of the Syrian and
Arabic languages in the Vatican Library on 10th March 1710. He was named
Second Custodian of the same on 30th September 1736. He was named First
Custodian of the same on 3rd January 1739. He was named beneficed cleric of
the Vatican Basilica on 12th December 1713. He was named beneficed priest on
25th August 1719. He was named Canon on 18th December 1738. […] He was
named Historian of the King of Naples in [[June of]] the year 1751. He was
naturalized as a Neapolitan, with privilege of the benefices of the
Realm, on
13th September 1752. In 1759, on 24th September, he was named Datary. In
1761,
on 27th January, he was named Sigillator. In 1766, on 1st September, he was
declared Archbishop of Tyre […].’ 45 He died idibus Januarii a. 1768 and was
buried in ecclesiam Maronitarum, in pariete,46 that is, in the church
previously
known as St John della Ficozza in via dei Maroniti, which also contains
the tomb
of the Maronite Andrea Scandar (d. 1748), as well as many others. Soon
after his
death, on 30th August of the same year, a large part of his personal
library was
destroyed in a terrible fire. Regarding Assemani’s fame as a universal
scholar,
it is perhaps appropriate to recall here an anonymous ‘memoria’, which
certainly
dates to before 1757.47 This ‘memoria’, which was addressed to Benedict
XV, argues against the possibility, which had been raised in unofficial
rumours,
that the ‘Illustrissimo Signor Commendatore Francesco Vettori (d. 1770)’
might
attempt to ‘remove the supervision of this Museum [i. e., of the planned
Museo
Sacro] from the two Custodians of the Vatican Library [i. e., G. S.
Assemani and
Giovanni Bottari], to whom it ought naturally to belong.’48 It pointed
out that
this could not occur ‘without grave harm to the two current Custodians,
since
it would amount to a public declaration that they are either ignorant,
or negligent,
or infidels.’49 This, however, was done, on 27th January 1757.
Nonetheless, it is difficult to overstate the historical importance of
Assemani’s great Catalogus, published in 1756 and containing descriptions of
the current Vat. ebr. 1–453 (among the more recently acquired
manuscripts, it
included the current Vat. ebr. 447, which had belonged to Scandar). The main
author of the descriptions was the Scriptor Hebraicus Giovanni Antonio
Costanzi.50 This in folio volume appeared to contemporary readers to include
a considerable number of errors of transcription, identification and
interpretation,
and even forgeries. Its mediocre value was underscored in particular by
Giovanni Giorgi, a converted Rabbi and Scriptor Hebraicus51 who had at his
disposal the rich library of Bartolocci, since it was he who numbered
and organized
the many dozens of precious Hebrew printed books (now part of the shelfmark
series R.G.Bibbia and R.G.Oriente) i quali furono comprati dalla Biblioteca
stessa in tempo della s. m. di Pio VII, conosciuti sotto il nome di
libri di S. Pudenziana.52
Most of these books contain records of purchase written by ‘Abbas Iulius’
[Bartolocci]. In his ‘Note critiche,’53 and also in the numerous glosses
which he
wrote in the margins of a printed copy of the Catalogus,54 Giorgi
severely criticized
his predecessors. His note in the margin of p. 110 may serve as an example:
Per dettagliare, e chiosare minutamente questa farraggine di spropositi
coacervati in
questo articolo, troppa noja costerebbe a me, e agli altri; e prima
d’ogni altro mi
converrebbe crivellare con lunga catena di note gli errori assai
grossolani in questo loco
presi dal Bartolocci e dal Volf.55 In Giorgi’s eyes, the authority of
Assemani’s catalogue
was undermined by the untrustworthiness of his main source, namely
Bartolocci himself: ‘[…] Il dotto Giovanni Pastrizio, il quale fu
Censore di tutta
l’opera di Bartolocci, pare che non resto` sodisfatto del suo metodo, ed
ordine,
particolarmente per i molti granchi e paradossi che vi trovo` in detta
opera […].56
The first printed auctarium to Assemani’s volume appeared in the first
half of
the nineteenth century. This Appendix ad Catalogum, published in 1831 by the
then First Custodian Angelo Mai, actually comes from two different sources.
The older one,57 written perhaps in the hand of Vincenzo Alessandro Costanzi
(d. 1800 or 1802),58 with occasional marginal glosses which may be securely
attributed to Giorgi, describes the Vat. ebr. 454–499 and was certainly
written
before 1801.59 The second source,60 which describes the Vat. ebr.
500–531, was
written by Mai, except perhaps for the first three descriptions.61
Among the later acquisitions, the ‘manuscripts from the Library of the late
Monsignor Andrea Molza’62 deserve to be mentioned here. They were purchased
by Second Custodian Pio Martinucci (d. 1884, in office 1850–1876) for
571.25 scudi.63 Included in these, along with Arabic, Coptic, Latin,
Syriac, and
Turkish manuscripts which were respectively added to the relevant Vaticani
shelf-mark series, there were also an unknown number of Hebrew manuscripts.
64
An auctarium of new acquisitions down to 1909, which was never printed
http://nli.org.il/imhm/vaticanhebmss.pdf
Sono 775 pagine, hai di che riscaldarti, balabiott..
Straordinario.
Poi mette un copincolla... e voilà.
La piuma oltre la pece.
> epper� non hai risposto alla mia domanda...
>
> te la ripeto: non credi che sarebbe opportuno si applicasse ai beni
> degli ebrei cacciati da ogni dove?
non credi che sarebbe opportuno si applicasse ai beni di chiunque sia
stato cacciato da ogni dove, indipendentemente dal gruppo di
appartenenza?
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ll...@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
a chi lo dici...coi sovrannumerari che mi hanno tolto a me ci si
poteva fare la dentiera a uno squalo. E ovviamente la maggioranza di
quei figli di puttana se ne stava ben incastrata nelle gengive....
sì. qua: http://www.israele.net/sezione,,2390.htm
dove si riportano le parole di un tal mons. pier francesco fumagalli
(vice-prefetto dell'ambrosiana) che afferma -fra l'altro- questo:
<<La sete di Hebraica Veritas - per lo più in funzione
conversionistica - spingeva molti cristiani, come Giannozzo Manetti, a
raccogliere manoscritti ebraici, che finirono col confluire alla
Vaticana, insieme con i fondi urbinate (a. 1657), reginense (a. 1690),
neofiti (1891-96), borgiano e barberiniano (1902), rossiano (1921).
L’aggiunta di un Indice nei nomi dei censori avrebbe, credo, potuto
facilitarci nel riconoscere che spesso i codici, recanti le firme dei
censori dell’Inquisizione, i passi censurati, le annotazioni, sono
anche testimonianza di drammi personali umanissimi, e provengono per
vie dirette o indirette da sequestri. A volte, come nel caso dei
codici urbinati, le collezioni custodivano tesori frutto di saccheggi
precedenti, quando il duca di Urbino nel 1472 aveva spogliato Volterra
raccogliendo i libri di Menahem ben Aharon da Volterra, tra cui doveva
trovarsi la splendida Bibbia Volterra (Urb. Ebr. 1) con decorazioni
micrografiche.>>
<:3)-
per secoli, al momento della incoronazione del nuovo papa, gli ebrei
romani sono stati costretti alla umiliante cerimonia del bacio della
pantofola, seguito da un buffetto papale, che simbolizzava la perpetua
sottomissione degli israeliti al potere papale. In quella occasione, gli
ebrei romani donavano al pontefice un Sefer Torah. Credo che quei
sefarim siano finiti nella Biblioteca Vaticana, e mi pare sarebbe una
bella cosa restituirli al popolo ebraico - dopotutto e' difficile
considerare spontanea quella donazione ricorrente.
Ma certa gente e' affezionata ai simboli.
>
>
>
> Tb (bieco illuminista)
>
>
e una bella gogna con dedica di un tal mons. fumagalli.
<:3)-
accidenti, non riesci a smettere di pensarmi, eh?
a che pagina sta l'idiozia sui villici russi?
<:3)-
Il suicidio in pubblico, tra le fiamme di un bunker di cazzate, � il
vero talento di Fritz.
guardatelo come gronda ammirazione.
sei ecolalico?
in ogni caso, io ho risposto alla tua (prima) domanda, dovrebbe
toccare a te rispondere alla mia (e poi risponderò alla tua e così
via...)
allora: credi che sarebbe opportuno si applicasse ai beni degli ebrei
cacciati da ogni dove?
<:3)-
ti trovo esilarante.
<:3)-
> esenzione fiscale per gli immobili destinati al culto divino e
> relative pertinenze
cazzo, quanto vi brucia pagare le tasse!
<:3)-
a partire da quando?
iniziamo con i Cananei?
dipende, stiamo discutendo di un problema di tempo o di giustizia?
<:3)-
gran brava persona, BTW. E anche in buoni rapporti con Israele e il
mondo ebraico. Ha fatto carriera anche molto giovane, suscitando i
soliti prevedibili malumori negli antisemiti alla Logi. Che poi si
sfogano su Usenet.
>
> s�. qua: http://www.israele.net/sezione,,2390.htm
>
> dove si riportano le parole di un tal mons. pier francesco fumagalli
> (vice-prefetto dell'ambrosiana) che afferma -fra l'altro- questo:
>
> <<La sete di Hebraica Veritas - per lo pi� in funzione
> conversionistica - spingeva molti cristiani, come Giannozzo Manetti, a
> raccogliere manoscritti ebraici, che finirono col confluire alla
> Vaticana, insieme con i fondi urbinate (a. 1657), reginense (a. 1690),
> neofiti (1891-96), borgiano e barberiniano (1902), rossiano (1921).
> L�aggiunta di un Indice nei nomi dei censori avrebbe, credo, potuto
> facilitarci nel riconoscere che spesso i codici, recanti le firme dei
> censori dell�Inquisizione, i passi censurati, le annotazioni, sono
> anche testimonianza di drammi personali umanissimi, e provengono per
> vie dirette o indirette da sequestri. A volte, come nel caso dei
> codici urbinati, le collezioni custodivano tesori frutto di saccheggi
> precedenti, quando il duca di Urbino nel 1472 aveva spogliato Volterra
> raccogliendo i libri di Menahem ben Aharon da Volterra, tra cui doveva
> trovarsi la splendida Bibbia Volterra (Urb. Ebr. 1) con decorazioni
> micrografiche.>>
>
> <:3)-
Sei tutto scemo, lasciatelo dire. L'articolo di israele.net un certo
qual modo definire di sapore zanardiano - parla proprio della stessa
catalagazione fatta dalla NJL, e dello stesso documento di cui ho
copiaincollato l'introduzione storica, e di cui ho postato il link. Dove
sono le spoliazioni, etc. in quel documento? Com'� che gli studiosi
della NJL non sentono il bisogno, a differenza del pennivendolo di
israele.net, dell"indice dei censori dell'inquisizione?"
Menahem ben Aharom da Volterra, lo stesso citato del resto nella pagina
del sito della biblioteca vaticana, fu una vittima del saccheggio
dell'intera citt� di Volterra da parte di Federico d'Urbino, che acquis�
la sua biblioteca. Cosa c'entra il Vaticano?
> per secoli, al momento della incoronazione del nuovo papa, gli ebrei
> romani sono stati costretti alla umiliante cerimonia del bacio della
> pantofola, seguito da un buffetto papale, che simbolizzava la perpetua
> sottomissione degli israeliti al potere papale. In quella occasione, gli
> ebrei romani donavano al pontefice un Sefer Torah. Credo che quei
> sefarim siano finiti nella Biblioteca Vaticana, e mi pare sarebbe una
> bella cosa restituirli al popolo ebraico - dopotutto e' difficile
> considerare spontanea quella donazione ricorrente.
Boh, li trovi nel catalogo?
prego, fai pure.
> L'articolo di israele.net un certo
> qual modo definire di sapore zanardiano - parla proprio della stessa
> catalagazione fatta dalla NJL, e dello stesso documento di cui ho
> copiaincollato l'introduzione storica, e di cui ho postato il link.
e davvero pensi che io non l'abbia capito?
ti ho citato un passo di un *tuo* correligionario, esperto proprio di
*quel* patrimonio librario che ha parlato durante la presentazione di
*quel* catalogo.
> Dove
> sono le spoliazioni, etc. in quel documento?
qui, scemo:
<<L’aggiunta di un Indice nei nomi dei censori avrebbe, credo, potuto
facilitarci nel riconoscere che spesso i codici, recanti le firme dei
censori dell’Inquisizione, i passi censurati, le annotazioni, sono
anche testimonianza di drammi personali umanissimi, e provengono per
vie dirette o indirette da sequestri. A volte, come nel caso dei
codici urbinati, le collezioni custodivano tesori frutto di saccheggi
precedenti, quando il duca di Urbino nel 1472 aveva spogliato Volterra
raccogliendo i libri di Menahem ben Aharon da Volterra, tra cui doveva
trovarsi la splendida Bibbia Volterra (Urb. Ebr. 1) con decorazioni
micrografiche.>>
> Com'è che gli studiosi
> della NJL non sentono il bisogno, a differenza del pennivendolo di
> israele.net, dell"indice dei censori dell'inquisizione?"
è fumagalli, scemo, che parla dell'indice dei censori.
hai problemi con la lettura, oltre che con i denti.
> Menahem ben Aharom da Volterra, lo stesso citato del resto nella pagina
> del sito della biblioteca vaticana, fu una vittima del saccheggio
> dell'intera città di Volterra da parte di Federico d'Urbino, che acquisì
> la sua biblioteca. Cosa c'entra il Vaticano?
chiedilo a monsignor fumagalli (oppure leggilo, è scritto).
<:3)-
> parla proprio della stessa
> catalagazione fatta dalla NJL, e dello stesso documento di cui ho
> copiaincollato l'introduzione storica, e di cui ho postato il link. Dove
> sono le spoliazioni,
Hai mai sentito parlare di espurgazione dei libri ebraici?
> Menahem ben Aharom da Volterra, lo stesso citato del resto nella pagina
> del sito della biblioteca vaticana, fu una vittima del saccheggio
il che non significa che i volumi in suo possesso non fossero stati
censurati (o "espurgati") dal solito solerte inquisitore. O da un suo
sgherro, qualche ebreo fattosi cristiano spinto dalla miseria, che si
cavava da vivere andando alla ricerca di passi in cui secondo lui il
cristianesimo veniva svillaneggiato.
In Israele biografie di personaggi del genere non sono studiate, in
Europa si' - e proprio per questo sarebbe utile, come e' stato notato,
un indice dei censori.
suvvia, uno sforzo di fantasia. Se quei Sifre Torah ci fossero, sarebbe
opportuno restituirli, non credi? O pensi si tratti di donazioni
spontanee di qualche ricchissimo mercante ebreo?
>>> <:3)-
>>
>> Sei tutto scemo, lasciatelo dire.
>
> prego, fai pure.
>
>> L'articolo di israele.net un certo
>> qual modo definire di sapore zanardiano - parla proprio della stessa
>> catalagazione fatta dalla NJL, e dello stesso documento di cui ho
>> copiaincollato l'introduzione storica, e di cui ho postato il link.
>
> e davvero pensi che io non l'abbia capito?
>
> ti ho citato un passo di un *tuo* correligionario, esperto proprio di
> *quel* patrimonio librario che ha parlato durante la presentazione di
> *quel* catalogo.
>
>> Dove
>> sono le spoliazioni, etc. in quel documento?
>
> qui, scemo:
>
> <<L�aggiunta di un Indice nei nomi dei censori avrebbe, credo, potuto
> facilitarci nel riconoscere che spesso i codici, recanti le firme dei
> censori dell�Inquisizione, i passi censurati, le annotazioni, sono
> anche testimonianza di drammi personali umanissimi, e provengono per
> vie dirette o indirette da sequestri.
Me ne rendo conto, ma il condizionale di mons. Fumagalli vale poco pi�
dei pogrom di Babhout. Resta pura supposizione senza un minimo di basi
diverse dal fatto 'ovvio' che si tratta di roba ebraica deve essere
frutto di furto da parte dei goy. Nel tomo di 775 pagine steso della
biblioteca nazionale di Gerusalemme non se ne trova traccia documentale.
Questi giudaisti gerosolimitani sono pi� realisti del re. Tutto il
resto invece fa suppore che la stragrande maggioranza dei testi ebraici
della Biblioteca Vaticana siano stati acquisiti con denaro o tramite
donazioni.
>A volte, come nel caso dei
> codici urbinati, le collezioni custodivano tesori frutto di saccheggi
> precedenti, quando il duca di Urbino nel 1472 aveva spogliato Volterra
> raccogliendo i libri di Menahem ben Aharon da Volterra, tra cui doveva
> trovarsi la splendida Bibbia Volterra (Urb. Ebr. 1) con decorazioni
> micrografiche.>>
Me ne rendo conto, ma qui il vaticano o i pogrom antelitteram non
purtroppo per te e Fumagalli non c'entrano, al massimo � Kriegsbeute
come tanta altra roba.
Si, ma si tratta di interventi inesistenti fatte contro maledizioni
notoriamente inesistenti.
sbagliato. Riprova, suvvia.
> maledizioni notoriamente inesistenti.
"stampate in piccolo" sostiene la solita carogna.
le due cose non sono disgiunte.
> L'editto dei reyes catolicos è del 1492, e fu eseguito subito.
E dopo?
si chiama davvero così? LOL
http://www.youtube.com/watch?v=Q4PS-Oaksnc
prendo atto che febo si considera più esperto del viceprefetto
dell'ambrosiana in tema di manoscritti ebraici di proprietà del
vaticano.
e ancora nessuna fonte sull'idiozia del villici.
spero ti siano passati i crampi alle dita; ginnastica gliene hai fatto
fare abbastanza.
<:3)-
i villici ricevevano in dono manoscritti in ebraico e li recapitavano
ai papi insieme a tartufi giganti.
<:3)-
> > dipende, stiamo discutendo di un problema di tempo o di giustizia?
> le due cose non sono disgiunte.
anche tu sei per il processo breve, eh, bombacci?
<:3)-
No, ma come faccio notare in
http://delendanet.blogspot.com/2010/01/si-chiama-pietro-ritorna-indietro.html
dove riassumo la questione, ritengo pi� autorevoli gli esperti della NJL -
peraltro i destinatari della restituzione invocata da Babhout che i preziosi
manoscritti vaticani li hanno catalogati uno per uno.
E anche stavolta in esclusiva mondiale.
chissa' se parla delle espurgazioni dei libri ebraici. Ma magari e' la
solita lagna sulla chiesa perseguitata da ebrei censori.
Vabbe'. c'e' comunque roba piu' interessante da leggere.
> basterebbero due o tre luoghi santi, un po' di extraterritorialit�, una
> adeguata esenzione fiscale per gli immobili destinati al culto divino e
> relative pertinenze e poi coronare tutto con un bel concordato... Non �
> una buona idea?
no.
Si trovano in Israele e appartengono al governo israeliano.
L'esenzione andrebbe a maggior gloria di Dio.
diciamo che andare troppo indietro nel tempo porta inevitabilmente a
problemi molto complessi. Per esempio, chi dovrebbe pagare per le
persecuzioni degli ebrei negli stati italiani preunitari, facciamo per
esempio quelli uccisi dai Viva Maria....il granducato di Toscana, che
non esiste più?
quindi qual è, bombacci, il limite di tempo "ammissibile"?
<:3)-
e le tasse a miglior funzionamento dello stato.
finchè dio non si preoccupa, in prima divinità, delle buche per strada
direi che è più sicuro che tutti paghino le tasse.
<:3)-
è una questione da dibattere, mentre la giustizia di principio delle
compensazioni è fuori discussione...
> > mi sembra che quello potrebbe/dovrebbe essere l'indirizzo più naturale a
> > cui restituire tutti quegli oggetti (come manoscritti, incunaboli etc)
> > che, per un motivo o per un altro, non si trovano nel posto giusto.
>
> visto che la comunità ebraica più antica del mondo non sta in Israele,
> ma a ROma, è tutto da dimostrare che l'entità sionista sia il posto
> giusto.
Con il pisellino stretto nel pugno il Bombacci è pronto a difendere la
Chiesa...
quando deve dare contro al diritto degli ebrei alla autodeterminazione,
ogni cosa gli va bene.
Quello fra l'altro è fra gli ultimi dei suoi problemi.
> il
> Leviatano, se non erro, che difendi anche tu.
Aver letto e apprezzare la modernità di Hobbes non significa mica
difendere l'assolutismo. Non ti facevo coosì ignorante. Dammi retta:
butta a mare la paccotiglia pretesca che ti sfarfalli e leggi un po'
di sano e pragmatico pensiero occidentale.
> Chiaramente e' una posizione pre-politica, che dovrebbe avere qualche
> rapporto con la figura paterna.
Cosa che fra l'altro mi accomunerebbe con tutti gli altri esseri
umani...
> > Con il pisellino stretto nel pugno il Bombacci è pronto a difendere la
> > Chiesa...
>
> quando deve dare contro al diritto degli ebrei alla autodeterminazione,
> ogni cosa gli va bene.
Può essere, però sospetto che la sua vicinanza alla Chiesa nasconda
anche ragioni meno strumentali...
Io peraltro non sono tanto convinto che l'origine di un reperto o
testo antico basti sic et simpliciter a determinarne la restituzione.
Nel Prado a Madrid ci sono quadri fiamminghi sottratti ai riformati
assassinati durante la rivolta olandese: avrebbe senso restituirli
all'Olanda?
IMO è una questione da valutarsi caso per caso.
ah, ma lui si sente nobile e disinteressato quando difende i poveri
nativi palestinesi espropriati dal feroce e anonimo potere mondialista.
> IMO è una questione da valutarsi caso per caso.
in questo caso si tratterebbe di una faccenda simbolica, che il Vaticano
riconosca il diritto degli ebrei alla sovranita' nel loro Paese e nella
loro capitale. E nel contempo simboleggi la cessata pretesa dei
cattolici di conoscere l'unico vero ed autentico significato delle
scritture ebraiche (una nozione -come puoi leggere dai rivoltanti
interventi di Luca Logi- che non e' ancora diffusa negli strati piu'
illetterati della popolazione cattolica).
Terrorizzato dalla prospettiva, Giovannino ha arraffato il pisello e
scritto le sue solite cazzate.
Eh sì, dai. Non ti sembra a volte di esagerare con 'sto buddhismo? Un
po' di Hobbes non ti farebbe che bene.
Una volta sei pure arrivato a dire che il proselitismo
interconfessionale andrebbe vietato.
> temo che tu sia un ignorantello prevenuto colto con il dito nel
> barattolo della marmellata, bambino antolino.
Suvvia Am. take it easy...
chiamare "cosa" una comunità che era più antica della distruzione del
secondo tempio mi sembra fuori luogo
difendi solo lo stato di polizia, che ne è l'equivalente moderno. Fa
l'istess
diciamo che siete voi che vi credete furbi a fare i coloni di uno
stato senza madrepatria....
> scritture ebraiche (una nozione -come puoi leggere dai rivoltanti
> interventi di Luca Logi- che non e' ancora diffusa negli strati piu'
> illetterati della popolazione cattolica).
> Terrorizzato dalla prospettiva
ma no, continuate pure a credere in cazzate scritte 3 millenni fa, non
sono certo io a diffondere la fola che siete tanto intelligenti
imho nel caso specifico l'invida era per il bastone che le suore gli
infilavano nel culo quando sbagliava la preghierina...
come ogni questione complessa, bisogna verificare caso per caso.
se leggessi quello che c'è scritto, non faresti certe figure. Io ho
detto che c'è una comunità ebraica a Roma ben più antica di Israele,
che meriterebbe quei testi più di quello stato posticcio