di Douglas Rushkoff*
Angoscia e stupore. Sono questi i sentimenti che accompagnano gli utenti
di Facebook ad ogni cambiamento della pagina del social network. Ma
quello che forse non tutti sanno è che non è per il fatto che non
paghiamo che non possiamo ritenerci dei consumatori.
Consideriamo i cambi. Fino ad oggi sulla homepage di ogni profilo
compariva una lunga lista di “updates”, aggiornamenti da amici, gruppi e
società con cui si è stretta amicizia. Senza distinzione tra link serie
e quelli più stupidi e i messaggi personali degli altri utenti.
Invece, negli ultimi aggiornamenti l’elenco è cambiato, distinguendo tra
“top stories”, ovvero quelle che Facebook ritiene prioritarie per noi e
le altre in ordine cronologico. Naturalmente le “top stories” sono
scelte in base a un calcolo, fatto dai gestori, di quello che ogni
utente ritiene importante in basa a comportamenti passati, alla
abitudini e alle pagine più frequentemente visitate.
Non solo. Con la nuova applicazione Timeline Facbook permette di vedere
tutto quello che capita agli altri in tempo reale, un po’ come con
Twitter o con la barra “Ultim’ora” della CNN. Insomma, un modo per dare
la priorità a chi davvero vi è amico rispetto alla lunga lista di “amici
su Facebbok”, come i vecchi compagni di scuola mai rivisti ma ai quali
sembra scortese rifiutare l’amicizia. Insomma, se sul social network
tutti sono amici di tutti è anche necessario distinguere i gradi di
questo rapporti.
Ecco però cosa non va in queste innovazioni: esse disturbano gli utenti.
Già perché chi naviga su Facebook è una persona pigra, forse con un
concetto superficiale di amicizia, di certo con molto tempo libero. Ecco
che se ci si deve adattare ai cambiamenti la cosa diventa
improvvisamente complicata e stressante.
Ma proprio qui sta il punto. Se ci fermiamo e riflettiamo, infatti,
possiamo capire come non siamo affatto i clienti del signor Zuckerberg.
Anzi. Facebook non si pone come obiettivo quello di aiutare Jonnhy, per
fare un nome a caso, a interagire meglio con i suoi amici. Al contrario
tutto ruota attorno a come guadagnare dai contatti di Jonnhy. Le precise
annotazioni sulle amicizie, i link e le connessioni di Jonnhy, infatti,
non sono che la merce di scambio tra l’azienda e i suoi veri
consumatori, ovvero tutte le altre aziende che mettono le loro
pubblicità e i loro messaggi sul social network.
Così, non stupisce nemmeno la scarsa stima che gli utenti di Facebook
hanno per Mark Zuckerberg. Nulla a che vedere con il carismatico Steve
Jobs che per lunghi anni ha rappresentato al meglio la Apple. Il
ventisettenne californiano, invece, non convince mai fino in fondo. E
forse nemmeno lui si è reso conto che la sua fortuna dipende solo dal
fatto che centinaia di persone nel mondo non si sono ancora accorte che
su Faccbook non consumatori, ma solo una merce di scambio.
*Teorico dei media e di comunicazione multimediale e digitale
Fonte:
http://www.nuovasocieta.it/inchieste/29226-se-facebook-ci-stesse-usando.html
Ho provato a vedere come ᅵ fatto il sito, ma non mi attrae e non ho mai
capito il motivo del successo.
Ma probabilemente mi sbaglio io, perchᅵ se ha tutto questo successo un
motivo ci sarᅵ.
--
Giuseppe
> Ho provato a vedere come ᅵ fatto il sito, ma non mi attrae e non ho mai
> capito il motivo del successo.
> Ma probabilemente mi sbaglio io, perchᅵ se ha tutto questo successo un motivo
> ci sarᅵ.
Il successo? I motivi principali, imho, sono 2:
- La semplicitᅵ di uso. All'epoca c'era Myspace che spadroneggiava, ma
era un social network pesantissimo da caricare (ci volevano pc
piuttosto nuovi) e soprattutto da configurare. Facebook ha il suo
template fisso e uguale per tutti, ed anche il piᅵ ignorante di
computer dopo 30 minuti che lo usa ᅵ giᅵ in grado di orientarsi senza
difficoltᅵ
- La scomparsa dell'anonimato. Sembra banale, ma fino ad allora sulle
chat, sui forum, e sugli altri social network si erano sempre usati dei
nick. Il fatto di iscriversi con il proprio nome e cognome ha
comportato una serie di conseguenze fondamentali per il suo successo.
Infatti la prima cosa che si fa quando ci si iscrive ᅵ andare alla
ricerca dei vecchi amici di infanzia, gli ex compagni di scuola, ex
fidanzate/i di cui si sono perse le tracce da anni. Un effetto amarcord
potentissimo
--
Dove trovarmi sul web: il mio blog Bakuizm http://tinyurl.com/4xws3e8
Google+ http://tinyurl.com/3pms2y8
Facebook http://tinyurl.com/3kmxpvk
Twitter http://tinyurl.com/3b586xo
Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale,
sembra proprio poverina.
In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno puᅵ scrivere sulla
pagina dell'utente.
Mi perdo qualcosa io?
--
Giuseppe
> Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale, sembra
> proprio poverina.
> In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno puᅵ scrivere sulla pagina
> dell'utente.
> Mi perdo qualcosa io?
Ha una sua chat per comunicare con gli amici online, ma ha sempre
funzionato malissimo. Non ti so dire se l'hanno migliorata perchᅵ l'ho
sempre usata pochissimo e ormai da quasi un annetto su FB ci sto
pochissimo.
Comunque la sua peculiaritᅵ non ᅵ mai stata la comunicazione, ma farsi
i cazzi degli amici spulciando le loro foto e leggendo quello che
facevano, anche perchᅵ all'inizio quasi tutti tenevano i profili
pubblici. Poi si ᅵ capito che la cosa era pericolosa perchᅵ fidanzati/e
o mariti/mogli gelosi per non dire di datori di lavoro, spulciando le
bacheche di Facebook venivano a conoscenza di fatti spiacevoli. E
allora si ᅵ cominciato a fare piᅵ attenzione alla privacy e a tenere i
profili privati. Solo negli ultimi giorni perᅵ Facebook ha copiato dal
nuovo Google+ un sistema intuitivo per condividere contenuti solo con
determinate persone, escludendo altri.
Comunque, visto il numero di iscritti che ha, ᅵ normale che su FB ci
sia tantissimo cazzeggio e una girandola infinita di messaggi banali.
Dipende molto dalla qualitᅵ dei contatti che si hanno
Rimane però sempre qualcuno che sa tutto di tutti: Facebook stesso. Chi
gira per la rete, pseudo-anonimo o no, lascia un po' di informazioni su
di sé qua e la. Facebook, però, controlla questa informazione in maniera
*concentrata e asimmetrica*. Non è il villaggio globale, nel quale la
distribuzione dell'informazione è diffusa e simmetrica (tutti sanno tutto
di tutti). E' il Grande Fratello (nel senso di Orwell) globale: tutti
sanno qualcosa di tutti, ma uno solo sa tutto di tutti.
Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
anche perché dipende pesantemente dai javascripts. L'ho provato per un
po', per vedere com'era, e l'ho abbandonato, cancellandomi, in modo da
non apparire più fra i suoi prodotti.
.c.
Cos'è Tor ?
un software che nasconde il proprio IP
--
Giuseppe
> Nio ci ha detto :
>> Il 25/09/2011 13.03, Chiara ha scritto: ........................
>>> Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
>>> anche perché dipende pesantemente dai javascripts.
>>
>> Cos'è Tor ?
>
> un software che nasconde il proprio IP
Fra le altre cose: https://www.torproject.org/
A noi, per ora, serve più che altro per proteggere la nostra privacy
dalle analisi di marketing. In regimi più autoritari, però, può salvare
delle vite.
Per capire che Facebook è molto più uno strumento di controllo che di
liberazione, basta provare ad usarlo con Tor...
.c.
Al di là dello spamming che affligge tutti noi, quello che non si riesce
a capire è il livello di rischio che si corre a venire profilati
profondamente.
> La domanda che sento più comune è: perchè nascondere le propria identità
> se uno non ha nulla da nascondere ?
Ecco qualche esempio non penale: una donna picchiata dal marito o un
ragazzo vittima di bullismo a scuola che cerchino consiglio in rete sono
meglio protetti dai loro persecutori facendolo da anonimi. Un lavoratore
dipendente può parlare di un problema generale della sua organizzazione
senza venir licenziato. E così via.
L'anonimato, per me, ha poi anche il pregio di farci concentrare sulle
idee. Possiamo imparare cose interessanti anche da persone che, se
conoscessimo, non degneremmo di uno sguardo o che non avvicineremmo mai
perché socialmente distanti da noi.
> Al di là dello spamming che affligge tutti noi, quello che non si riesce
> a capire è il livello di rischio che si corre a venire profilati
> profondamente.
Vedo un rischio non nell'essere profilati ma nell'esserlo in modo
*concentrato e asimmetrico*. Facebook, per chi lo usa come vorrebbero i
suoi amministratori, ha in mano i dati dettagliati delle vite di milioni
di persone. Possiamo davvero essere sicuri che in un futuro remoto e
incerto userà questi dati *solo* per affinare i target pubblicitari?
E' davvero benefico per la nostra consapevolezza del mondo che ci venga
fatto vedere solo quello che si presume ci piaccia, sulla base del nostro
profilo? Pare, per esempio, che le ricerche di Google siano
personalizzate secondo le abitudini di navigazione dell'utente, con un
effetto "bolla" che è stato descritto così:
Di bolle ce ne sono già fin troppe nella cosiddetta vita reale...
.c.
> Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
Se passi tramite TOR, benche' sia una cosa bellissima e utilissima,
qualsiasi cosa e' lentissima, almeno oggi e' cosi'. E questo soprattutto
perche' la gente che condivide la sua banda, e' ancora poca. Se piu'
gente usasse TOR, diventerebbe come il P2P, ovvero piu' condividi, piu'
vai veloce. Nella fattispecie io, per esempio, uso TOR *soprattutto*
quando mi collego sui siti web di aziende che offrono servizi gratuiti.
Il problema e' che mentre la gente sente la necessita' di scaricare giga
e giga di roba h24 che non vedra' o ascoltera' mai sul P2P, riguardo al
fatto, infinitamente piu' cruciale, di essere perennemente tracciati e
profilati da n aziende private, non gliene frega nulla, tanto e' vero
sistemi di profilazione massiva come l'idea rubata dal padroncino di
Facemerd (perche' l'idea e' stata letteralmente *rubata*, molti neanche
lo sanno, ma ci ha pure perso la causa in tribunale e ha pure pagato
ammettendo di aver rubato) ha successo nonostante i piu' sappiano di
regalare i *propri* dati personali (diretti e indiretti, aggregati e
non) ad aziende PRIVATE le quali traggono profitto (non solo economico)
da questa raccolta di informazioni.
Riguardo ai social network IMHO la grossa rivoluzione (soprattutto
riguardo al controllo dei propri dati sensibili) si potra' a avere con
cose come "Diaspora" ( https://joindiaspora.com/ ), dove non esiste piu'
un singolo *proprietario* dei dati, ma tutto e' *diffuso* tra gli utenti
stessi, che restano sempre loro i reali reali controllori/proprietari
(nel senso di averne il controllo sulla paternita'/diffusione,
soprattutto, piu' che sul puro possesso, che ormai e' una chimera) di
qualsiasi bit mettano online, come DEVE essere.
--
BArrYZ
> Per capire che Facebook è molto più uno strumento di controllo che di
> liberazione, basta provare ad usarlo con Tor...
Le performance navigando tramite TOR, in realta', sono indipendenti dal
*dove* uno navighi. Se vai piano con TOR e' perche' la rete di proxy
criptata che c'e' dietro, ha tante richieste,e molta poca banda a
dispoziione. Non e' una rete gerarchica: non e' che se navighi su
Facemerd vai piu' lento che non su altre parti del web. Le prestazioni
dipendono dai tuoi "shortcircuit" e dalla banda disponibile nella rete
TOR dove passi.
--
BArrYZ
Non e' californiano.
> Certo. Mi spiego meglio: ho provato ad andare su Facebook con tor e
> privoxy, con i javascript disattivati (per questo motivo: https://
> www.torproject.org/torbutton/torbutton-faq.html.en#nojavascript) e altri
> plugins per proteggere la privacy e l'ho trovato pressoché
> inutilizzabile. Questo non mi succede in altri siti: www.repubblica.it,
> per esempio, è irto di javascript e tracker, ma, a parità di condizioni,
> ci navigo con una velocità accettabile.
Io per lo scambio socket uso polipo, non privoxy, ma ti posso dire con
quasi certezza che l'inutilizzabilita' e' dovuta ai blocca script del
tuo browser, non da TOR, che come ti dicevo non distingue tra Facemerd
(da ora in poi FM) o qualsiasi altro nodo sulla rete. Se e' lento, e'
lento ovunque.
> Devo ammettere che non sono sforzata gran che di indagare se ci fosse un
> modo per salvare la capra della privacy e i cavoli di Facebook - essendo
> interessata ai medesimi solo per un provvisorio spirito sperimentale.
> Però mi sembra abbastanza chiaro che FB non è pensato per rendere la vita
> facile a chi è interessato alla privacy.
In realta' non ci dovrebbero essere persone interessate o meno alla loro
privacy: e' chi fornisce i servizi, che *deve* tutelarla,
questo in praticamente tutte le legislazioni internazionali (con diverse
declinazioni, ovviamente).
FM formalmente lo fa, perche' infatti ha messo in campo vari specchietti
per le allodole (settaggi privacy dell'account) assolvendo, appunto solo
formalmente, a questo obbligo. Ma la sistematica, maniacale e totale
ricerca di dati sensibili e privati da raccogliere e profilare nei piu'
disparati modi, sono evidenti da molti altri elementi, uno tra tutti
quello per cui con i settings di default, un utente per vedere le cose
che pubblica un altro utente, deve prima identificarsi (ovvero
registrarsi, ovvero calare le braghe) per poterli vedere.
E qui sta il fatto diabolico: quella che apparentemente sembra tutela
della privacy, in realta' e' stata usata ad arte per aumentare la base
d'utenza e raccogliere ancora piu' dati sensibili!
> In generale, vale anche la pena di ricordare che si può offrire banda a
> Tor in modo legalmente sicuro e senza troppi sacrifici, facendo soltanto
> da bridge (https://www.torproject.org/docs/faq.html.en#RelayOrBridge) per
> aiutare chi è sotto censura a raggiungere la sua rete.
Nel momento in cui crei lo shortcircuit e usi TOR, diventi anche un
bridge, e' automatico, appunto come e' come il P2P in questo senso,
allocando piu' o meno banda, il concetto e' molto simile. Io alloco, da
anni, piu' o meno circa il 20% della mia banda, quando sono in idle.
--
BArrYZ
> Anche a me da fastidio facebook, ma i giovani usano quasi solo quello e
> a me interessa navigare tutta la rete.
Il (per me molto grave) problema (tra i tantissimi) e' che ormai i
social network stanno letteralmente *diseducando* i giovani ad usare la
posta elettronica.
Io conosco gente che (anche per lavoro) ormai comunica con gli altri
solo con la sua merdosa bacheca sui social network o tutt'al piu' con il
suo cellulare; in pratica o li chiami al telefono o apri una chat. Non
scrivono lettere, non sanno articolare frasi, non riescono a leggere
(perche' perdono immediatamente l'attenzione) cose piu' di lunghe di
qualche riga se non ci sono immagini o video incapsulati in qualche
modo. La casella di posta ce l'hanno (gli e' servita per iscriversi, di
solito ne hanno alcune decine), ma non la controllano mai perche' spesso
neanche si riescono a ricordare la password con cui l'hanno aperta e/o
non sanno o non gli va di recuperla.
Questo e' un *grande* problema introdotto dai social network, IMHO, e
noto che il fenomeno (ma la definirei proprio deriva) e' in crescita
quasi esponenziale presso i giovanissimi.
> Il mio consiglio è farsi un account di fantasia e non dare notizie né di
> sé e né dei propri amici, se si vuole mantenere la propria privacy.
Consiglio un po' vano e ampiamente previsto da chi ha progettato questi
network: a loro non interessa affatto il tuo nome e cognome, o la
verdicita' del singolo dato nella cella i-esima dei loro immensi
database. A loro interessano proprio i tuoi link, ovvero quanti gradi di
separazione ci sono tra determinati cluster di persone che loro possono
aggregare nei modi piu' disparati, quello e' il dato che gli fa fare i
soldi. In pratica anche se tu scrivi di chiamarti pippo, poi pero'
chiedi l'amicizia ai tuoi *veri* amici, e quindi si crea un network di
cose reali intorno a te. Ecco: quello e' cio' che interessa a chi poi fa
marketing o deve aggregare dati sensibili da vendere a terzi, non se
qualcuno non dice la verita' al 100%.
> Importantissimo replicare le basi di dati, poiché facebook si prende il
> privilegio di estrometterti senza fornire spiegazioni, visto che c'è la
> possibilità di "segnalarti".
Questo vale per *qualsiasi* servizio offerto (apparentemente) gratis da
una qualsiasi societa' privata nata per fare profitti.
> Nel caso di gruppi importanti con necessità di maggiore privacy in
> genere ci si sposta su i google groups.
Mejo me sento...
> Per la replica delle basi di dati disponibili a più utenti consiglio il
> software di wikipedia che è gratis (wikimedia).
Wikipedia (gestito da Wikimedia foundation) e' una fondazione senza
scopo di lucro (che non vuol dire "gratis"), semmai. Wiki e' il
software, Wikipedia e' un progetto web per usare il software wiki e
creare una enciclopedia basata sui contributi volontari delle persone.
Detto questo, il problema della censura, della democrazia, della
partecipazione digitale e degli spazi liberi in rete, esiste paro paro
anche su cose come Wikipedia, solo con meccanismi e manifestazioni
diverse. Quindi non e' *replicando* li' che risolvi i problemi del
controllo.
La soluzione piu' alternativa a tutto cio' esiste, e si basa sul
decentramento e la creazioni di reti *non* gerarchiche, ovvero sul
modello delle reti P2P.
--
BArrYZ