Google Gruppi non supporta più i nuovi post o le nuove iscrizioni Usenet. I contenuti storici continuano a essere visibili.

visto che se nparlava qualche giorno fa'...

15 visualizzazioni
Passa al primo messaggio da leggere

Suarez

da leggere,
14 lug 2011, 04:22:1814/07/11
a
...le dieci domande della SIAE:


Pari dignità
10 domande e un invito

1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non
deve essere remunerato?
2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il
furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di
proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una
forma di censura?
3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro
degli altri?
4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe
la rete senza i contenuti?
5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri,
avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?
6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro,
per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?
7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa
contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
contenuti e utenti?
8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà?
Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
disposizione?
9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie
per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e
sul futuro?
10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
figli di un Dio minore”?

L’invito
Auspichiamo che il regolamento AGCOM in quella che sarà la sua definitiva
formulazione possa essere realmente efficace.
Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
soluzioni vengano individuate, e al più presto.

riccardo

da leggere,
14 lug 2011, 05:06:0214/07/11
a
On Jul 14, 10:22 am, Suarez <Sua...@despammed.com> wrote:
> ...le dieci domande della SIAE:
>
> Pari dignità
> 10 domande e un invito
>
> 1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non
> deve essere remunerato?

Il diritto d'autore va riconosciuto nella stessa misura del diritto di
condivisione.

> 2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il
> furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di
> proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una
> forma di censura?

Dare per scontato il "furto" e' sbagliato. Spesso il contenuto
condiviso in rete e' stato regolarmente acquistato.
Quando lo e' , e' solitamente di cosi' scarsa qualita' da non
rappresentare una "minaccia"
Per quanto riguarda la censura, e' una domanda stupida. Visto che
quasi su qualsiasi contenuto si possono vantare diritti di qualche
tipo, praticamente tutto il materiale diventa censurabile anche per
motivi non realmente legati al diritto di autore.

> 3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro
> degli altri?

Spesso chi condivide materiale non trae nessun profitto da questa
operazione.E quando ne trae un profitto da counque afd una larga
fascia di utenti la possibilita' di provare materiale con cui magari
non sarebbe mai entrato in contatto, e magari decidere di acquistarlo
in seguito. Chiaramente se e quando i prezzi diventano ragionevoli.

> 4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
> gratis

In un paese civile e democratico la connessione di rete dovrebbe
essere gratuita.

> 5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
> chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri,
> avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

perche' il lavoro compiuto da un medico e' ogni volta uno sforzo
nuovo, un lavoro concreto. NOn semplicemnete la duplicazione di
materiale gia' esistente.

> 6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro,
> per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

Per gli autori di qualche valore non rappresenta una minaccia ma un
'opportunita'.
Se un contenuto e' particolarmente valido e' interessante normalmente
chi e' interessato lo compra.
Inoltre ci sono numerosi casi di autori che hanno acquisito fama
visibilita' e ritorni economici grazie alla libera condivisione dei
contenuti che avevano creato.
Per gli editori la rete e' una minaccia solo se si ostinano a far
pagare prezzi irragionevoli per i loro prodotti.

> 7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa
> contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
> contenuti e utenti?

?????

> 8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà?
> Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
> gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
> disposizione?

La "free syndrome ce l'avra' tua sorella, IDIOTA. Qui si tratta di una
minaccia lal liberta' di informazione, perche' anche un idiota capisce
che una volta concessa la possibilita' di oscurare contenuti su cui
grava un qualche diritto di autore questa possibilita' puo' essere
usata strumentalmente per censurare i contenuti scomodi. Infine come
gia' spiegato la pirateria in genere coinvolge prodotti che l'utente
non avrebbe comuqnue inetersse ad acquistare.

> 9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
> mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
> decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
> sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie
> per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e
> sul futuro?

Sciocchezze. L' industria "mediatica" ha sempre avuto fior di soldi e
ricchezza nonostante la libera condivisione in rete. Qui si tratta
solo di una lotta per massimizzare i profitti.

> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
> nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
> figli di un Dio minore”?

Il frutto del proprio lavoro si difende con la qualita', l'innovazione
e la capacita' di non fossilizzarsi su modelli superati. Non con la
censura.

> L’invito
> Auspichiamo che il regolamento AGCOM in quella che sarà la sua definitiva
> formulazione possa essere realmente efficace.
> Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
> soluzioni vengano individuate, e al più presto.

La soluzione e' un modo diverso di distribuzione dei contenuti. Vi
ostinate a non capire che la rete cambia radicalmente il modo in cui
vengono gestiti e utilizzati i contenuti. In partciolare c'e' un lato
importantissimo che vi sfugge. Un utente della rete e' interessato e
puo' entare in contatto con una quantita' enorme di contenuti. La
soluzione e' creare canali di diffusione a basso costo e alta qualita'
dei contenuti. In modo che diventi *superfluo* servirsi della
condivisione. Perche' con un piccolo costo si puo' usufruire senza
perdere il proprio tempo di contenuti di alta qualita'.
Sostanzialmente si tratta di passare dal fornire prodotti al fornire
servizi.

Il messaggio è stato eliminato

rootkit

da leggere,
14 lug 2011, 05:39:1814/07/11
a
On 14 Lug, 10:22, Suarez <Sua...@despammed.com> wrote:

> ...le dieci domande della SIAE:

tutte legittime, ma un po' furbine. nello stato di diritto la forma è
anche sostanza: siccome l'agcom non è un corpo di polizia ma un
organismo teoricamente indipendente ma de facto politico, alla gente
non piace che gli vengano attribuiti questi poteri che vanno oltre il
compito di vigilanza e "garanzia delle comunicazioni". tutto qua. mi
rendo conto che per la siae sia difficile accettare la tortuosa strada
del tribunale per tutelare i propri diritti e quelli dei propri
associati, ma si da il caso che questa sia la strada che è concesso di
seguire a tutti i comuni mortali senza scorciatoie.
è dura la vita in italia, che se ne rendano conto anche loro!

John Smith

da leggere,
14 lug 2011, 05:43:3914/07/11
a
Il 14/07/2011 10:22, Suarez ha scritto:
> ...le dieci domande della SIAE:
>
> Pari dignità
> 10 domande e un invito
>
> 1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non
> deve essere remunerato?

Perche' a fronte di una gestione del diritto vecchia e ferruginosa, che
fa acqua da tutte le parti, si vuole implementare lo stesso modello
anche in rete invece di definire un modello piu' adatto ai tempi?
Ad esempio il modello attuale della SIAE favorisce chi fa un determinato
genere musicale ... ...

> 2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il
> furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di
> proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una
> forma di censura?

Perche' impedendo la messa in rete si effettua una censura preventiva,
quello che e' da "punire", nel caso, e' l'utilizzo che si fa di quello
che si prende.

> 3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro
> degli altri?

Sarebbe da chiedere alla SIAE com'e' che complessi di liscio si vedano
recapitare proventi provenienti dall'esecuzione di brani altrui nelle
discoteche ...
In rete si dovrebbero trovare interviste di qualche anno fa' passate in
TV (a notte fonda).
Il lavoro deve essere tutelato, ma quello di tutti, non quello di chi
decice arbitrariamente un ente che ha assunto caratteristiche
tipicamente lobbystiche.

> 4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
> gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe
> la rete senza i contenuti?

E' giusto pagare (equamente) la connessione alla rete, cosi' come e'
giusto retribuire (equamente) chi ha creato con il proprio ingegno e la
propria opera dei contenuti originali.
La chiave e' l'interpretazione che soggettivamente si da al termine
"equamente".

> 5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
> chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri,
> avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

Perche' il compenso di medici, idrauli etc. viene corrisposto dopo il
godimento del cliente della prestazione, cosa che non avviene con il
balzello posto preventivamente sulle memorie di massa.

> 6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro,
> per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

Chi lo dice?
Quello affermato in tal senso dal suddetto ente di connotazione
lobbystica non ha valore di "verbo" universale, in questo caso
andrebbero interpellati anche gli editori ed autori non rappresentati
dalla SIAE.

> 7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa
> contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
> contenuti e utenti?

Domanda assurda, l'unica contrapposizione e' tra la SIAE ed il resto del
mondo.
La SIAE tutela gli interessi dei SUOI autori ed editori, non di TUTTI
gli autori ed editori.

> 8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà?
> Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
> gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
> disposizione?

La scelta in questo caso diventa tra pagare un prezzo iniquo per un
prodotto o recuperarlo "gratis", quando gratis di fatto non e', avendo
noi tutti pagato, oltre alla connettivita', anche il balzello SIAE sulle
memorie di massa.

> 9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
> mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
> decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
> sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie
> per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e
> sul futuro?

Non si puo' rispondere seriamente alle farneticazioni paranoiche di chi
vuole che il mondo sia come gli fa comodi, invece che come e' ...

> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
> nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
> figli di un Dio minore”?

Perche' il vostro lavoro consiste nello sfruttamento sistematico dei
"vostri" editori ed autori, con un ostracismo nei confronti dei piccoli
e degli indipendenti.

> Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
> soluzioni vengano individuate, e al più presto.

Soluzione semplice, creazione di un albo professionale (come per i
sopracitati dentisti, etc) per editori, ed autori e chiusura della SIAE.
Possono ricliarsi come consulenti dei professionisti, qualora la loro
opera fornisse un effettivo valore aggiunto e non fossse mero
parassitismo...

my 2 cents

M.
--
Nessun Bit e' stato maltrattato o ucciso
per scrivere questo messaggio.

Il messaggio è stato eliminato

McX

da leggere,
14 lug 2011, 06:05:0014/07/11
a
Il 14/07/2011 10.22, Suarez ha scritto:

> 1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non
> deve essere remunerato?

Il diritto d'autore è riconosciuto ovunque : il problema è che si parla
a vuoto non sapendo cosa sia il diritto d'autore.

Per diritto d'autore si intende una serie di diritti che solo in parte
hanno a che fare con la moneta e nessuno di questi dice che una
registrazione non puo' essere replicata. Al contrario parlano di diritti
cedibili e non cedibili, di chi ha diritto allo sfruttamento economico e
chi ha diritto della proprietà intellettuale dell'opera.


> 2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il
> furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di
> proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una
> forma di censura?

Perchè si vuole sfruttare economicamente l'economia del bene digitale (
che permette la spesa solo per la prima copia di un lavoro, mentre le
altre escono a costo zero ) , senza pagarne lo scotto del fatto che
proprio questa natura consente la libera copia. Si pretendono tutti i
vantaggi senza volerne pagare il prezzo.

> 3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro
> degli altri?

Nessuno dice che non si debba colpire chi sfrutta il lavoro degli altri.
Se qualcuno guadagna sul lavoro degli altri deve essere colpito. Il
concetto sbagliato è copiare=rubare ( non c'è sottrazione di un bene,
quindi non c'è lesione dei diritti altrui ) o peggio ancora l'equazione
copiato=non comprato. Ho scaricato cose che non mi sarei neanche sognato
di comprare. E ancora una volta si pretende di avere tutti i vantaggi di
una economia del bene digitale-informazione senza pagarne lo scotto : un
bene informazione è fatto per cui tu paghi in anticipo senza sapere se
quel bene ti soddisferà come promesso. Se entri in un cinema tu non sai
se quel film è bello : paghi e stai zitto. Se fa schifo, nessuno ti
restituisce i soldi indietro come succede con altri beni che tu puoi
provare o addirittura restituire.Senza contare che io devo andare al
cinema per avere un spesso un impianto audio pessimo e una visione non
migliore di quella di casa. Dov'è il vantaggio allora ?

> 4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
> gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe
> la rete senza i contenuti?

Guarda che la rete cresce in infrastrutture e velocità perchè trainata
dal mercato del porno che ne costituisce oltre il 66%. E non mi pare che
i pornografi si lamentino così come RIAA et similia.


> 5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
> chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri,
> avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

1- A me sta bene pagare l'equo compenso con la condizione che se ti ho
già pagato la tassa, poi non mi si rompa le balle se ci metto quello che
mi pare là sopra. Invece si prendono l'equo compenso in una tasca, e
nell'altra sei comunque sotto minaccia di denuncia. Se ti ho pagato
perchè dovrei farlo due volte ?

2- Perchè medici ingegneri e idraulici non fanno copia incolla e hanno
delle responsabilità se il lavoro è fatto male.

> 6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro,
> per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

Questa è una cazzata. Se si vanno a leggere tutte le ricerche fatte sul
campo , si è rivelato che la distribuzione libera non solo non ha
intaccato di un grammo le vendite ( non c'è variazione apprezzabile tra
il prima e il dopo internet ) ma per di piu' quando c'è stato un cambio
di tecnologia nelle sale ( ad esempio il 3D ) piu' il film è girato in
rete e piu' questo ha guadagnato. IL motivo è semplice : le sale hanno
offerto qualcosa che a casa non si puo' avere, la pubblicità è diventata
virale e questo ha messo tanti soldini in tasca ai produttori.

> 7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa
> contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
> contenuti e utenti?

Perchè è un miope tentativo di difendere solo una parte, non certo gli
utenti. Perchè non si aumenta la qualità delle registrazioni e delle
produzioni nel mercato audio ? Perchè gli schemi di marketing per
prodotti audio video per il popolino sono tutti uguali ?

> 8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà?
> Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
> gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
> disposizione?

Rubare è altra cosa. Già spiegato. Non c'è sottrazione di un bene. E non
c'è sottrazione di guadagno : anche se una cosa la scarico, non
significa che pagherei per averla.

> 9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
> mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
> decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
> sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie
> per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e
> sul futuro?

Cultura ? Nuove tecnologie ? Futuro ? Non riempirti la bocca di parole
altisonanti, ormai le usano tutti senza crederci. Il futuro sta
nell'investire in qualità, e la qualità non ha bisogno di capitali
faraonici, soprattutto nel campo delle arti. L'accesso al mondo nel giro
di un secondo ha decuplicato la possibilità, e ogni cosa potrebbe
costare molto ma molto meno , quando parliamo di beni di informazione
digitali. Invece si preferisce , in modo inefficente, tenere fermi i
prezzi ( assurdo ) e puntare le pistole su chi deve imporre il mercato
con le leggi invece di farlo regolando la domanda e l'offerta. Come ? Se
te lo dico mi paghi come consulente ?


> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
> nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
> figli di un Dio minore”?

PErchè siete incapaci di trovare nuovi modelli di business, arrocandovi
nelle posizioni e combattendo su un piano in cui il braccio di ferro vi
favorisce.

>
> L’invito
> Auspichiamo che il regolamento AGCOM in quella che sarà la sua definitiva
> formulazione possa essere realmente efficace.
> Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
> soluzioni vengano individuate, e al più presto.

Amen.

Morpher

da leggere,
14 lug 2011, 06:23:0314/07/11
a
John Smith ha scritto:

> Soluzione semplice, creazione di un albo professionale (come per i
> sopracitati dentisti, etc) per editori, ed autori e chiusura della SIAE.
> Possono ricliarsi come consulenti dei professionisti, qualora la loro
> opera fornisse un effettivo valore aggiunto e non fossse mero
> parassitismo...

> my 2 cents

> M.

Mi piace.Segnata ;)

--
cambFORZAJ...@liVIVAMILANbero.it

togli le due bestemmie per scrivermi.

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Gabriele

da leggere,
14 lug 2011, 06:02:4514/07/11
a
Suarez ha scritto:

> ...le dieci domande della SIAE:
>
>
> Pari dignità
> 10 domande e un invito

[CUT un sacco di fregnacce]


Rispondo solo alla numero 8:


> 8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà?
> Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
> gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
> disposizione?

Risposta: perché fintanto che ci sarà una selva di diritti che dividono in
modo artificioso il mercato (hint: blocco regionale DVD, divieto di vedere
certi programmi al di fuori della nazione, tipo sito RAI o MTV USA), fino a
quando l'offerta online legale non sarà paritaria per quantità (a volte pure
qualità) a quella illegale online, oltre a quella offline, allora la gente
continuerà a scaricare gratis.
La SIAE dovrebbe pensare al motivo per cui, ad esempio, l'iTunes Music Store
in Italia è arrivato così tardi rispetto ad altre nazioni...

Comunque la Cassazione ha già sentenziato più volte che non è furto, non
essendoci la sottrazione fisica.


> L’invito
> Auspichiamo che il regolamento AGCOM in quella che sarà la sua definitiva
> formulazione possa essere realmente efficace.
> Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
> soluzioni vengano individuate, e al più presto.

Invece io quasi quasi inviterei gli Anonymous a pensare fortemente al sito
SIAE...

G.

John Smith

da leggere,
14 lug 2011, 06:22:2414/07/11
a
Il 14/07/2011 12:05, McX ha scritto:
>
> Guarda che la rete cresce in infrastrutture e velocit� perch� trainata

> dal mercato del porno che ne costituisce oltre il 66%. E non mi pare che
> i pornografi si lamentino cos� come RIAA et similia.

Orpo!
Mi aspettavo numeri grandi, ma non cosi', anche se, a pensarci bene, il
porno e' stato la molla anche per i videoregistratori domestici.
Adesso capisco il detto di un amico in merito ad Internet.
"il 60% so' zozzeria, il 40% nun serve ad un Razzo".

> 2- Perch� medici ingegneri e idraulici non fanno copia incolla e hanno
> delle responsabilit� se il lavoro � fatto male.

Verissimo, mi sfuggi'.

Equinozio

da leggere,
14 lug 2011, 06:34:4714/07/11
a
> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
> nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
> figli di un Dio minore”?

Perché non è vostro il lavoro, ma quello degli artisti, voi difendete
solo le vostre poltrone. Non siete rappresentativi di niente,
commissariati, quasi falliti, opachi quanto potete esserlo,
elefantiaci, arrocati e senza proposte.

riccardo

da leggere,
14 lug 2011, 06:45:3514/07/11
a
On Jul 14, 12:23 pm, ni...@nonspammarmigrazie.com (Morpher) wrote:
> John Smith ha scritto:
>
> > Soluzione semplice, creazione di un albo professionale (come per i
> > sopracitati dentisti, etc) per editori, ed autori

> Mi piace.Segnata ;)

Con tutti quelli che abbiamo e che dovremmo abolire ti sembra il caso
di creare l'ennesimo???

Marcoxxx

da leggere,
14 lug 2011, 08:22:1914/07/11
a
Suarez ha scritto:

> ....le dieci domande della SIAE:

<premessa>
il copyright dovrebbe essere abolito dentro e fuori la rete, senza
se e senza ma!
</premessa>

ma supponiamo per assurdo che il copyright lo si voglia mantenere
(e quindi che non valga la premessa).

> Pari dignità
> 10 domande e un invito

> 1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete
non
> deve essere remunerato?

Gia' spiegato n-mila volte.

Rispieghiamolo per la nmila+1-esima volta:

Non vado al cinema, non compro CD, non compro libri, ecc. (ovviamente
c'e' qualche eccezione a quanto sopra. Ad esempio un corso di lingua
giapponese posso sempre acquistarlo).

Detto questo, se vado su youtube e vedo il filmato di una vecchia canzone
degli AC/DC (della quale magari avevo a suo tempo anche un disco in vinile
o una musicassetta), perche' questi signori pretendono di essere
remunerati ? Per il fatto che io navigo in internet e, navigando, mi
imbatto in un loro brano ? Io voglio poter navigare in internet. Se non
c'e' il brano non me ne frega una mazza. MA se mi ci imbatto non voglio
dover essere costretto a pagare per questo, nemmeno se dovessi
scaricarmeli.

> 2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano
anzitutto il
> furto della proprietà intellettuale?

Come gia' detto altri n milioni di volte, se pincopallino si reca a casa
del musicista o del regista e gli frega il CD con le prossime canzoni che
dovranno uscire e' gia' del tutto perseguibile penalmente.

Se il regista/musicista o chi per lui diffonde roba via internet (o via
etere, dove cioe' tutti possono vederla), non mi deve rompere i co**lioni
se io la vedo. Se vien trasmesso un film in televisione *sei gia' pagato*
per aver trasmesso quel film. Se uno lo prende e lo mette su youtube *non
ti crea nessun cazzo di danno*. Soprattutto, chi va in giro per internet
deve poterci andare indipendentemente dal fatto che ci siano le tue
porcherie o meno, visto che internet c'era da ben prima che tu o chi per
te ci poteste mettere i vostri cazzo di contenuti.


Perché impedire la messa in rete di
> proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata
una
> forma di censura?

Perche' non e' vero che e' acquisita illegalmente, a meno che non siano
andati a casa del regista/musicista o quellochee' e gli abbiano fottuto
qualcosa.

> 3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il
lavoro
> degli altri?

Secondo te, questi qui hanno sfruttato illegalmente il lavoro degli
altri ?

<http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_agosto_02/musica_multa_download_illegale_a2ddfd68-7f41-11de-9b97-00144f02aabc.shtml>

Se mi dici che questi hanno sfruttato illegalmente il lavoro degli altri,
per me sei da rinchiudere in manicomio senza se e senza ma.

Viceversa chiunque si sia intascato quelle multe andrebbe considerato un
ladro a tutti gli effetti, rinchiuso in una cella e buttata via la chiave

> 4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
> gratis, ed ingiusto pagare i contenuti?

Cazzo! Proprio perche' si paga gia' la connessione. Se neanche questo
si arriva a capire si e' proprio da manicomio.

Tra l'altro io accedevo alla rete quando sostanzialmente non c'erano
filmati e simili. Se vuoi metterceli, metticeli, poi pero' non mi rompere
i coglioni se io li vedo. Se non vuoi che li veda non ce li mettere. La
rete non e' tua (di te imprenditore che ci vuoi mettere i contenuti). E'
mia
(di me che ci navigo *pagando la connessione*). E questo concetto te lo
dovrai ficcare bene in testa. Sei tu che ti stai appropriando di cio' che
e' mio e non viceversa. E per questo dovresti essere rinchiuso in una
cella e dovrebbe essere buttata la chiave per sempre.

>E perché non ci si chiede cosa sarebbe
> la rete senza i contenuti?

Sarebbe quello che e' sempre stata fino ad oggi.


> 5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
> chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici,
ingegneri,
> avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

Questa e' un'ottima domanda. E la risposta, che dovrebbe chiarire molti
equivoci e' la seguente.

Perche' se voglio andare a vedere un concerto pago l'equo compenso per il
cantante e gli altri che lavorano al concerto, mentre se passo dalla
stazione termini mentre vado a lavorare (che e' l'equivalente di navigare
in rete) se poi qualcuno volesse farmi pagare perche' in quegli
schifossissimi, rumorosissimi e assolutamente rompipalle di monitor che
hanno installato passa una canzone che io non ho mai deciso di acquistare
(anche se la canzone dovesse piacermi e magari mi metto anche ad
ascoltarla [che puo' essere l'equivalente di mettersi a vedere un filmato
su youtube]) questo che vuole farmi pagare sarebbe da considerare un ladro
a tutti gli effetti. Andrebbe rinchiuso in una cella e dovrebbe essere
buttata la chiave

> 6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di
lavoro,
> per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

Perche' questi autori ed editori sono dei totali coglioni, se pensano
questo e sono dei ladri se pretendono dei "risarcimenti preventvi".

Nessuno gli vieta ne' di usare internet come tutti gli altri
(eventualmente anche per far conoscere le loro canzoni, se vogliono) ne'
di fare i loro concerti (che la gente paghera' per vedere, se la gente
vuole pagare).

> 7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare
questa
> contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
> contenuti e utenti?

La contrapposizione la creano le strutture parassitarie tipo la SIAE che
dovrebbe essere abolita senza se e senza ma, non certo altri.

> 8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale
libertà?
> Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
> gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
> disposizione?

Allra sei scemo.

Se tu rubi la gioconda dal Louvre e la esponi lungo l'autostrada, io che
passo con la macchina lungo l'autostrada , secondo te, dovrei pagare
all'ingresso dell'autostrada una maggiorazione sul prezzo del pedaggio per
risarcire il Louvre del furto dell'opera d'arte che ha subito ?


> 9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
> mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
> decina?

Cosa sono le societa' "over the top" ?

E anche constatato che l'industria della cultura occupa mezzo milione di
lavotatori, questo ti da il diritto di venire a casa mia a comportarti
come un ladro ?

> E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
> sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse
necessarie
> per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove
tecnologie e
> sul futuro?

Sei tu che te le sottrai da solo.
E nemmeno riesci a capirlo.

> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
> nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a
essere “
> figli di un Dio minore”?

Perche' non avete diritto di rubare agli altri in nome della difesa del
vostro lavoro. E' come se io, che oggi sono a casa fino a settembre (e poi
lavorero' 2 settimane e poi a casa un'altra volta) mettessi un portatile
con del codice scritto da me davanti al giardino di casa mia e poi
pretendessi da tutti quelli che passano li' davanti un obolo perche' hanno
potuto ammirare il mio codice.

Roba proprio da non crederci,

> L’invito
> Auspichiamo che il regolamento AGCOM in quella che sarà la sua definitiva
> formulazione possa essere realmente efficace.
> Non vogliamo sottrarci al dibattito e al confronto ma è necessario che le
> soluzioni vengano individuate, e al più presto.

PEr quanto mi riguarda dovrebbero essere rinchiusi in una cella e la
chiave dovrebbe essere buttata via. Per sempre.

Ciao,
Marco

--
Per i lavoratori a bordo dei cacciabombardieri non esistono sabati, ne'
domeniche. Mai un momento di pausa.
"Per costruire 12 ospedali servono 250 milioni di dollari, quel che ci
costano 8 ore di guerra in Iraq...si prendessero un giorno di ferie!".
Gino Strada

Suarez

da leggere,
14 lug 2011, 08:24:0414/07/11
a
On Thu, 14 Jul 2011 10:22:18 +0200, Suarez wrote:

Di seguito le mie personali risposte:

>1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non
>deve essere remunerato?

Nessuno nega il diritto d'autore, ne in rete ne fuori, vi sfido a trovare
iniziative legislative serie di paesi seri a riguardo, e di piu' nessuno nega il
diritto dell'autore a vedere remunerato il proprio lavoro. Non vorrei pero' che
qualcuno confonda in malafede il diritto d'autore con il copyright (che sono
cose diverse)

>2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il
>furto della proprietà intellettuale?

Perche' in prima istanza andrebbe anzitutto definito il concetto di furto
applicato ai beni digitali, una sciocchezzuola su cui neanche la suprema corte
e' riuscita a mettersi d'accordo. In seconda istanza andrebbe definito l'oggetto
della tutela, infatti: se io acquisto un contenuto sotto forma di libro cartaceo
e poi lo presto a mio nipote non sto commettendo un furto, se acquisto il
medesimo contenuto sotto forma di file digitale (ebook con i suoi bei DRM) e lo
presto a mio nipote sto commettendo un furto. Vorrei ben capire dunque, si deve
proteggere il contenuto o il contenitore?

>Perché impedire la messa in rete di
>proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una
>forma di censura?

Non lo e' nella misura in cui gli enti delegati dalla collettivita' a decidere
in merito (leggi l'autorita' giudiziaria) siano intervenuti e si siano espressi
rispettando tutti i crismi di questo tipo di decisioni.

>3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro
>degli altri?

Non lo e' nella misura in cui lo sfruttamento sia sancito non dalle parti in
causa ma dall'autorita' giudiziaria

>4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai
>gratis, ed ingiusto pagare i contenuti?

Chi l'ha detto e dove soprattutto?

>E perché non ci si chiede cosa sarebbe
>la rete senza i contenuti?

Vi dimenticate ovviamente cho oggi come oggi una buona meta' dei contenuti della
rete sono privi di qualsiasi licenza d'utilizzo e di conseguenza liberamente e
gratuitamente fruibili dagli utenti

>5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni,
>chiamato tassa?

E' vero non e' una tassa, tecnicamente parlando e' una "levy", ma e' sentita
come una tassa essendo stabilita per legge ed essendo totalmente insensibile al
reale uso dei supporti a cui e' agganciata

>Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri,
>avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?

Perche' non sono stabiliti per legge, perche' entro certi limiti vivono nel
mercato e perche' sono collegati ad una controprestazione effettiva

>6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro,
>per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?

Per gli autori non so' per gli editori sicuramente. Ma in questo caso e' bene
che biasimino solo loro stessi, non hanno capito come internet modificava il
mercato in cui operavano ed il modo di agire dei consumatori, sono stati lenti
ad adeguarsi, iTunes poteva nascere almeno un lustro prima e non essere fatto da
un terzo soggetto ma direttamente dagli editori. La figura di editore come
intermediario tra artista/autore e pubblico e' oramai quasi del tutto superata,
come sopravviveranno gli editori? buona domanda, forse inventandosi nuove forme
d'intermediazione, differenti da quelle del secolo scorso.

>7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa
>contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di
>contenuti e utenti?

Non sono gli utenti a crearla la contrapposizione, gli utenti, i consumatori, i
cittadini, chiedono di poter fruire dei contenuti che preferiscono, dove e come
preferiscono, pagando un prezzo che ritengono equo, e siccome sono i clienti,
quelli che hanno i soldi in tasca forse un qualche motivo di essere ascoltati
l'avrebbero, o no?

>8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori?
>Ma quale libertà?
>Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne
>gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a
>disposizione?

Nel momento in cui volete eleggere dei giudici del comportamento dei consumatori
fuori da ogni elementare garanzia prevista nello stato di diritto liberale a cui
ancora le nostre leggi dicono di ispirarsi, vi dichiarate anche se
indirettamente contro i consumatori. Le liberta che i consumatori reclamano sono
ben semplici e prevedono, la liberta di prendere un'oggetto e farne una copia
privata, di fruirlo quando vogliono, dove vogliono e con chi vogliono sul
dispositivo di loro scelta, la liberta' di regalrlo o prestarlo a terzi, la
liberta' di commentarlo, criticarlo o farne una parodia...

>9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi
>mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche
>decina?

Ma dove, ma quando mai, ma di quali over the top stiamo parlando? di quali
aziende culturali stiamo parlando?

>E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo
>sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie
>per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e
>sul futuro?

e vi pare molto furbo prendersela con i propri clienti e potenziali tali?

>10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del
>nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “
>figli di un Dio minore”?

Specchio riflesso :-) perche' i consumatori, i vostri clienti non hanno lo
stesos diritto di difendere nel mondo digitale i diritti che hanno acquisito nel
mondo fisico?

Marcoxxx

da leggere,
14 lug 2011, 08:43:1514/07/11
a
Suarez ha scritto:


> Non sono gli utenti a crearla la contrapposizione, gli utenti, i
consumatori, i
> cittadini, chiedono di poter fruire dei contenuti che preferiscono, dove e
come
> preferiscono, pagando un prezzo che ritengono equo, e siccome sono i clienti,
> quelli che hanno i soldi in tasca forse un qualche motivo di essere ascoltati
> l'avrebbero, o no?

Se tu hai il potere di far approvare una legge che ti permette di accedere
a quei soldi, anche senza che i clienti te li abbiano mai concessi, forse
non c'e' bisogno che tu li ascolti.

E in questo caso, dal mio punto di vista, chi ha tale potere, dovrebbe
poter essere considerato un ladro a tutti gli effetti, visto che accede a
denaro che e' di legittimi proprietari che non hanno mai consentito a
consegnare il denaro a questi tizi.


Ciao,
Marco.

--

Gabriele

da leggere,
14 lug 2011, 09:26:4714/07/11
a
John Smith ha scritto:

> Il 14/07/2011 12:05, McX ha scritto:
>>
>> Guarda che la rete cresce in infrastrutture e velocità perchè trainata

>> dal mercato del porno che ne costituisce oltre il 66%. E non mi pare che
>> i pornografi si lamentino così come RIAA et similia.

>
> Orpo!
> Mi aspettavo numeri grandi, ma non cosi', anche se, a pensarci bene, il
> porno e' stato la molla anche per i videoregistratori domestici.
> Adesso capisco il detto di un amico in merito ad Internet.
> "il 60% so' zozzeria, il 40% nun serve ad un Razzo".

Cioè davvero non sai a che serve internet?
Impara: http://www.youtube.com/watch?v=3CvVcz7Y5_8

:D

ciao
G.

Freddy Krueger

da leggere,
14 lug 2011, 11:51:0614/07/11
a
On Thu, 14 Jul 2011 15:26:47 +0200, Gabriele <mj2...@mclink.it> wrote:

>Cioč davvero non sai a che serve internet?
>Impara: http://www.youtube.com/watch?v=3CvVcz7Y5_8

Rilancio:

<http://www.youtube.com/watch?v=ULpSmZExuZU>
--
Living in Barbaropoli
http://www.barbaropoli.com

Net_Byt

da leggere,
14 lug 2011, 14:39:3214/07/11
a
Suarez wrote:

> 10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il
> frutto del nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo
> continuare a essere " figli di un Dio minore"?

Non avete credibilita' perche' perche' il vostro 'lavoro' non e' certo
quello per Vasco , Ramazzotti, Pausini, Antonacci, e gli altri che 'vendono'
sul serio. Il frutto del vostro vero 'lavoro' e' distribuire la montagna di
diritti incassati ma non assegnati.


Morpher

da leggere,
15 lug 2011, 07:31:1115/07/11
a
McX ha scritto:


> Guarda che la rete cresce in infrastrutture e velocità perchè trainata
> dal mercato del porno che ne costituisce oltre il 66%. E non mi pare che
> i pornografi si lamentino così come RIAA et similia.


http://picture.funnycorner.net/funny-pictures/5618/Rule-34.jpg

--
cambFORZAJ...@liVIVAMILANbero.it

togli le due bestemmie per scrivermi.

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito

0 nuovi messaggi