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Telelavoro

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Il Camerlengo

da leggere,
24 nov 2006, 04:34:2024/11/06
a
Qualcuno ha esperienza, come datore di lavoro o come dipendente, di
telelavoro?
A Gennaio vorrei assumere due persone, a tempo determinato, con la
modalità del telelavoro.
Mi pacerebbe conoscere delle esperienze.

Il Camerlengo


UC

da leggere,
24 nov 2006, 05:49:0824/11/06
a

Il Camerlengo ha scritto:

Nella mia azienda c'é un po' di tutto: due lavorano esclusivamente da
casa, uno viene solo il lunedi in ufficio, 3-4 vengono dal Lun al Giov
e il Ven stanno a casa, altri vengono sempre, io sono sempre in
ufficio, ma mi prendo 3-4 sett./anno di telelavoro (per poter stare
vicino alla ragazza che fa un lavoro "itinerante").

Uno dei due che lavora da casa è il classico flashato che è capace di
scriverti una mail alle 4:30 di notte perchè ha trovato un bug,
l'altra è una ragazza con famiglia che vive a 100 km dall'ufficio e
quindi ha un enorme vantaggio a lavorare da casa.

Il tutto funziona se alla base c'è una forte auto-responsabilità e
fiducia reciproca (oltre che a un'adeguata organizzazione del lavoro).
Ogni tanto qualche malumore affiora (del tipo "ma io perchè devo
venire in ufficio se quello non viene mai"), ma sono cose di ordinaria
amministrazione (c'è sempre quello che si lamenta di qualcosa).

Io personalmente ho provato, e non riesco a lavorare a casa. Oltre a
essere alienante, non riesco a concentrarmi. Questo sia se qualcuno è
in casa, sia quando sono da solo. Mi ritrovo alle 6 di sera che ho
combinato pochissimo e non ho mai messo il naso fuori di casa. Triste.

ciao, U.

Fox Mulder

da leggere,
24 nov 2006, 06:41:3724/11/06
a
UC ha scritto:

> Io personalmente ho provato, e non riesco a lavorare a casa. Oltre a
> essere alienante, non riesco a concentrarmi. Questo sia se qualcuno è
> in casa, sia quando sono da solo. Mi ritrovo alle 6 di sera che ho
> combinato pochissimo e non ho mai messo il naso fuori di casa. Triste.

quoto in pieno, la capacita' di lavorare da casa e' totalmente
oggettiva, io personalmente lo ho fatto per un breve periodo ma non
riesco ad avere la stessa concentrazione che in ufficio.

x il Camerlengo: imho dovresti almeno *prima* conoscere la persona
fisicamente, poi sta alla tua capacita' di valutazione capire se e' una
persona che potra' gestirsi il lavoro/tempo in autonomia da casa.

--
Mr. Eko: "Se non ti dispiace, partirò dal principio. Molto prima di
Cristo, il re della Giudea era Giosia"
Locke: "Quando tu dici "dal principio" intendi proprio... dal principio!"

Il Camerlengo

da leggere,
24 nov 2006, 06:42:1824/11/06
a
UC ha detto questo venerdì :
> Il Camerlengo ha scritto:

>
> Nella mia azienda c'é un po' di tutto: due lavorano esclusivamente da
> casa, uno viene solo il lunedi in ufficio, 3-4 vengono dal Lun al Giov
> e il Ven stanno a casa, altri vengono sempre, io sono sempre in
> ufficio, ma mi prendo 3-4 sett./anno di telelavoro (per poter stare
> vicino alla ragazza che fa un lavoro "itinerante").

Credo che il tuo caso non sia definibile di telelavoro ma "per qualche
settimana ti lascio lacorare da casa".
Mi chiedo se per gli altri ci sia effettivamente un contratto
saubordiunato che preveda il telelavoro con obblighi (ad esempio una
parte dell'orario in cui uno deve esserci per forza) e diritti (ad
esempio rimborso spese colleagmento ed energia)

>
> Il tutto funziona se alla base c'è una forte auto-responsabilità e
> fiducia reciproca (oltre che a un'adeguata organizzazione del lavoro).
> Ogni tanto qualche malumore affiora (del tipo "ma io perchè devo
> venire in ufficio se quello non viene mai"), ma sono cose di ordinaria
> amministrazione (c'è sempre quello che si lamenta di qualcosa).
>
> Io personalmente ho provato, e non riesco a lavorare a casa. Oltre a
> essere alienante, non riesco a concentrarmi. Questo sia se qualcuno è
> in casa, sia quando sono da solo. Mi ritrovo alle 6 di sera che ho
> combinato pochissimo e non ho mai messo il naso fuori di casa. Triste.
>

Ho fatto la domanda perchè di esperienze serie effettivamente non ce ne
sono, o meglio non ne ho trovate (nel nostro campo).


> ciao, U.

Ciao

Il Camerlengo


Il Camerlengo

da leggere,
24 nov 2006, 06:46:3124/11/06
a
Dopo dura riflessione, Fox Mulder ha scritto :
> UC ha scritto:
>

> x il Camerlengo: imho dovresti almeno *prima* conoscere la persona
> fisicamente, poi sta alla tua capacita' di valutazione capire se e' una
> persona che potra' gestirsi il lavoro/tempo in autonomia da casa.


Ovviamente la perosna va conosciuta, come per qualsiasi assunzione, e
penso che l'autonomia sia caratteristica necessaria sia che una persona
lavori nell'ufficio accanto sia che lavori da casa.
Preciso che non si tratterebbe di un contratto di lavoro che ti
consente "l'autonomia" ma pur sempre un contratto subordinato.

Il Camerlengo


Il Ruzzante

da leggere,
24 nov 2006, 15:53:5224/11/06
a

Il Camerlengo ha scritto:

> Ho fatto la domanda perchè di esperienze serie effettivamente non ce ne
> sono, o meglio non ne ho trovate (nel nostro campo).

Guarda, per la mia micro-impresa il 99% delle persone contattate
vorrebbe fare telelavoro. Io però sono mooooooolto scettico. Non
conosco nessuno che abbia realmente combinato qualcosa di buono.
La maggior parte di quelli che volevano fare telelavoro con me era
gente che aveva il seguente pensiero in mente: "lavoro a casa 10 minuti
e gli dico che ho lavorato 4 giorni... così lo frego". Quindi fai
attenzione perché la mentalità italiota è quella.
non so se ti può essere utile (e non conosco i ruoli da coprire),
però mi hanno consigliato questa cosa qua, che io sto valutando con
attenzione:

http://www.getacoder.com/
http://www.getafreelancer.com/

sono scettico quanto te, eh?
Però so che questa "roba" è parecchio usata "in the rest of the
world".

cià Il RUZ

Il Camerlengo

da leggere,
24 nov 2006, 16:06:5424/11/06
a
Il Ruzzante ha pensato forte :

Parto dalla fine. I link che citi mostrano che effettivamente non
esiste la cultura del telelavoro.
Il telelavoro non è quello di getacoder.

Nel telelavoro è prevista la flessibilità di orario entro certi limiti
e l'obbligo di alcuni orari concordati.
Non capisco come, a meno di non essere fessi, non si riesca a capire se
un lavoro dichiarato di 4 giorni è stato fatto in 10 minuti!! E tra
l'altro uno può fae la stesa cosa stando in ufficio e vagando per gli
ng invece di lavorare...

Il camerlengo


Black Future

da leggere,
24 nov 2006, 17:46:3224/11/06
a

"Il Camerlengo" ha scritto

> Non capisco come, a meno di non essere fessi, non si riesca a capire se

> un lavoro dichiarato di 4 giorni č stato fatto in 10 minuti!!

Il problema e' in certe realtą i fessi non mancano.

> E tra
> l'altro uno puņ fae la stesa cosa stando in ufficio e vagando per gli
> ng invece di lavorare...

Sacrosanto.

Due caratteristiche su tutte del perditempo aziendale:
a) l'arte dell'apparire "sempre" impegnato.
b) una propensione, maggiore degli altri, al lamento.


ngw

da leggere,
24 nov 2006, 18:01:4324/11/06
a
-Il Camerlengo <sono.il.c...@gmail.com>:

> Parto dalla fine. I link che citi mostrano che effettivamente non
> esiste la cultura del telelavoro.
> Il telelavoro non è quello di getacoder.
>
> Nel telelavoro è prevista la flessibilità di orario entro certi limiti
> e l'obbligo di alcuni orari concordati.
> Non capisco come, a meno di non essere fessi, non si riesca a capire se
> un lavoro dichiarato di 4 giorni è stato fatto in 10 minuti!! E tra
> l'altro uno può fae la stesa cosa stando in ufficio e vagando per gli
> ng invece di lavorare...

Io lavoro solo e unicamente in rete (la mia azienda e' americana) e il lavoro
effettivo lo vedi dai commit o comunque dal codice, per non parlare di chat e
non chat sul lavoro in quesione.
Il calcolo delle ore lo faccio io, e chiaramente sono ore effettive che mi
segno di giorno in giorno.
Tra l'altro ho preso l'abitudine di lavorare di notte per colpa di questi
fottuti americani.
Getacoder in effetti non c'entra granche', io lavoro sempre per gli stessi,
non accetto "bounties" per tre lire sul sitonzolo. Quei siti possono andare
bene per posti in cui con 500 dollari ci fai il mese ...

ngw

--
Now Playing: This Night Has Opened My Eye - Hatful of Hollow - The Smiths

Stefano Bodini

da leggere,
24 nov 2006, 18:03:2624/11/06
a
"Il Ruzzante" <giulio....@libero.it> wrote:

>Però so che questa "roba" è parecchio usata "in the rest of the
>world".

Non catalogherei "rentacoder" come "telelavoro".
Bisognerebbe iniziare a dare una definizione di telelavoro.

La mia e' "lavoro dipendente fatto solamente da casa".
In Italia e' impossibile per tanti fattori (gia' discussi anni fa su
questo gruppo), io sono ormai 10 anni che lavoro solo da casa e sono
dipendente (sono sviluppatore).
Il telelavoro puo' funzionare ma sono indispensabili infrastrutture,
determinate esperienze e decisamente una mentalita' meno paranoica e
furbastra, sia dei datori di lavoro che dei dipendenti.


--
Legge di Flon
Non c'e' linguaggio in cui sia difficile scrivere cattivi programmi.
FAQ del gruppo : http://aledeniz.blogspot.com/2006/11/le-faq-di-itlavoroinformatica.html

extrabyte

da leggere,
25 nov 2006, 05:06:0125/11/06
a
Fox Mulder wrote:

>
> x il Camerlengo: imho dovresti almeno *prima* conoscere la persona
> fisicamente,

in totale disaccordo: conoscere le persone online, significa conoscerle
*prima* nella mente (che è cosa + importante)

--
extrabyte
http://www.extrabyte.info | http://www.400boys.net
book:
http://stores.lulu.com/extrabyte


Il Camerlengo

da leggere,
25 nov 2006, 06:59:5325/11/06
a
extrabyte ha spiegato il 25/11/2006 :

> Fox Mulder wrote:
>
>>
>> x il Camerlengo: imho dovresti almeno *prima* conoscere la persona
>> fisicamente,
>
> in totale disaccordo: conoscere le persone online, significa conoscerle
> *prima* nella mente (che è cosa + importante)

IO penso che occorra conoscere la persona de visu, anzi che in un
rapporto di lavoro occrra ogni tanto incontrarsi faccia a faccia.
Il resto si che sono voli pindarici.

Il Camerlengo


Il Camerlengo

da leggere,
25 nov 2006, 07:08:2425/11/06
a
Nel suo scritto precedente, Stefano Bodini ha sostenuto :

> La mia e' "lavoro dipendente fatto solamente da casa".
> In Italia e' impossibile per tanti fattori (gia' discussi anni fa su
> questo gruppo), io sono ormai 10 anni che lavoro solo da casa e sono
> dipendente (sono sviluppatore).
> Il telelavoro puo' funzionare ma sono indispensabili infrastrutture,
> determinate esperienze e decisamente una mentalita' meno paranoica e
> furbastra, sia dei datori di lavoro che dei dipendenti.

Naturalmente simili cose possono funzionare solo in ammerica.


Il Camwrlengo


a.tr...@gmail.com

da leggere,
25 nov 2006, 07:37:4525/11/06
a

Il Camerlengo ha scritto:

> Ho fatto la domanda perchè di esperienze serie effettivamente non ce ne
> sono, o meglio non ne ho trovate (nel nostro campo).

io avrei un aneddoto su una delle prime esperienze di telelavoro (credo
risalga al 2000)

non vado tanto nei dettagli, pero' in pratica la societa' non riusciva
a licenziare delle persone, con la balla del telelavoro ha pero' almeno
liberato gli uffici e probabilmente intascato qualche contributo delle
fantasiose leggine che vengono fatte in italia (spesi per adeguamento
software per consentire ai dipendenti di lavorare da casa)

la ditta e' una delle maggiori aziende italiane

FabMind

da leggere,
25 nov 2006, 09:42:4725/11/06
a
Stefano Bodini ha scritto:
[...]

> La mia e' "lavoro dipendente fatto solamente da casa".
> In Italia e' impossibile per tanti fattori

alt.
mia moglie lavora per l'80% da casa.

--
FabMind

Stefano Bodini

da leggere,
25 nov 2006, 09:54:5825/11/06
a
FabMind <fab...@yahoo.com> wrote:

>mia moglie lavora per l'80% da casa.

Come dipendente ?
Perche' solo l'80% ?
Come ha fatto con le varie leggi che richiedono garanzie di sicurezza
sul luogo di lavoro, abilitazioni varie e relative extra tasse, ecc. ?
Questo almeno era quello che anni fa mi era stato chiesto per lavorare
da casa.

Non hai mai approfondito questa cosa piu' di tanto, sarebbe
interessante vedere quanto e' fattibile e a cosa si va incontro.

Come ho detto varie volte qui in USA e' decisamente semplice lavorare
da casa, al di la' di infrastrutture solide (poste efficienti, scelta
di connessione, ecc.) e costi accessibili, non ci sono particolari
leggi o regolamenti a cui si deve sottostare (sia da parte della ditta
che da parte del dipendente), in genere la ditta paga alcune spese
(es. telefono), altre sono deducibili per le tasse (es. elettricita',
acqua, servizi, ecc.) in proporzione a quanto spazio della casa usi
per il lavoro.

Da quello che so telelavoro come dipendente in Italia lo vedo
decisamente come un'eccezione che la regola.

C'ya
Steve

FabMind

da leggere,
25 nov 2006, 10:16:4925/11/06
a
Stefano Bodini ha scritto:

> FabMind <fab...@yahoo.com> wrote:
>
>> mia moglie lavora per l'80% da casa.
>
> Come dipendente ?

cocopro

> Perche' solo l'80% ?

perché per il resto partecipa a riunioni, fa trasferte in altre parti
d'Italia e talvolta va in ufficio qua in città dove ha una postazione.

> Come ha fatto con le varie leggi che richiedono garanzie di sicurezza
> sul luogo di lavoro, abilitazioni varie e relative extra tasse, ecc. ?
> Questo almeno era quello che anni fa mi era stato chiesto per lavorare
> da casa.

non essendo dipendente...

[...]

> Da quello che so telelavoro come dipendente in Italia lo vedo
> decisamente come un'eccezione che la regola.

sì, il punto è questo.
come ricorderai comunque io fino a marzo 2005 ho lavorato come
consulente esterno per l'università di pisa.
alcuni dipendenti, mi pare 20, operavano in telelavoro ma con l'obbligo
di recarsi in ufficio due volte a settimana.
credo sia ancora così.

--
FabMind

Stefano Bodini

da leggere,
25 nov 2006, 11:08:4725/11/06
a
FabMind <fab...@yahoo.com> wrote:

>> Come dipendente ?
>cocopro

Quindi "tecnicamente" sarebbe comunque autonoma, ovvero la modalita'
di lavoro la concorda in autonomia, non e' una scelta "aziendale".
Concorderai che c'e' una differenza tra "dipendente" e "libero
professionista".

>perché per il resto partecipa a riunioni, fa trasferte in altre parti
>d'Italia e talvolta va in ufficio qua in città dove ha una postazione.

Appunto. C'e' sempre la richiesta di "farsi vedere" qualche volta.
In 10 anni di telelavoro sono andato in giro solo per fare training a
vari clienti.
Solo 3 volte sono riuscito ad organizzare il training in uno degli
uffici della ditta, cosi' da poter conoscere qualche collega :-)
Il mio boss l'ho visto 2 volte in tutto finora ... e solo perche' sono
andato a trovarlo per fare due chiacchere, in ferie (fa un BBQ
favoloso :-) ).

>> Questo almeno era quello che anni fa mi era stato chiesto per lavorare
>> da casa.
>non essendo dipendente...

Beh credo tali leggi/limitazioni esistano anche se non sei dipendente.
Mi erano state chieste dal comune/regione, mica da un potenziale
datore di lavoro (oltretutto nessuno in Italia mi ha mai offerto
telelavoro).

>alcuni dipendenti, mi pare 20, operavano in telelavoro ma con l'obbligo
>di recarsi in ufficio due volte a settimana.

Gia' :-(
Poi c'e' anche da vedere che tipologia di lavoro puoi fare da casa.
Voglio dire, se come lavoro sviluppassi dei siti (o comunque tipici
lavori IT) alla fine ti basta qualche PC e sei a posto.
Io sviluppo embedded (lo sai meglio di me :-) ) il che richiede
determinate infrastrutture.
Strumentazione dedicata al tipo di sviluppo, oltre ai PC.
Ad esempio ho qui in ufficio analizzatori di protocollo vari,
simulatori di linea ISDN, ho un mini lab di elettronica visto che puo'
capitare (e' capitato) di sviluppare/modificare prototipi, con
relativi strumenti, ecc.

Quindi non stiamo solo parlando di avere un lavoratore, dipendente,
che lavora il 100% da casa, ma che ha anche un capitale non
indifferente di strumentazione.
Non credo proprio che con la situazione e mentalita' che esiste in
Italia esista un solo imprenditore capace di dare "fiducia" ad un
dipendente tanto da attrezzare un lab.

E ovviamente qui non e' un problema (ne' economico ne' di tempo)
spedire strumenti/prototipi a colleghi se ne hanno bisogno.

Leggevo proprio qualche tempo fa di un pacco che da Lodi a Varese ci
ha messo 7 mesi !!
Ok, e' un eccezione ovviamente (sfiga) ma il punto e' che puo'
capitare.
Qui se capita una cosa simile una marea di gente va nei casini e mica
da poco.

Infrastrutture funzionanti e costi accettabili sono fondamentali per
supportare il telelavoro.
Ma piu' di tutto la mentalita'.

C'ya
STeve

Il Camerlengo

da leggere,
25 nov 2006, 11:19:3925/11/06
a
Il 25/11/2006, Stefano Bodini ha detto :

> FabMind <fab...@yahoo.com> wrote:
>
>
> Non credo proprio che con la situazione e mentalita' che esiste in
> Italia esista un solo imprenditore capace di dare "fiducia" ad un
> dipendente tanto da attrezzare un lab.

Certo non siano l'amercia. l'unico pregio che abbiamo è che gli
americani che arrivano in Italia non diventano cosi stronzi.


> Leggevo proprio qualche tempo fa di un pacco che da Lodi a Varese ci
> ha messo 7 mesi !!
> Ok, e' un eccezione ovviamente (sfiga) ma il punto e' che puo'
> capitare.
> Qui se capita una cosa simile una marea di gente va nei casini e mica
> da poco.

Visto che si fanno esempi:
Io sinora l'unico bidone, ai limiti dela truffa, lo ho ricevuto da una
azienda americana (Sirit).
Naturalmente è una eccezione (sfiga) ma il punt è che può capitare :-)

Il camerlengo


FabMind

da leggere,
25 nov 2006, 12:46:3825/11/06
a
Stefano Bodini ha scritto:

> Quindi "tecnicamente" sarebbe comunque autonoma, ovvero la modalita'
> di lavoro la concorda in autonomia, non e' una scelta "aziendale".
> Concorderai che c'e' una differenza tra "dipendente" e "libero
> professionista".
>

concordo naturalmente.
ma anche nel panorama attuale dei cocopro mia moglie fa eccezione.
con tutti gli svantaggi del lavoro precario però almeno lavora dove
preferisce (casa o ufficio) e il compenso è adeguato (35K annui da
ridiscutere in rialzo a breve).

> Appunto. C'e' sempre la richiesta di "farsi vedere" qualche volta.
> In 10 anni di telelavoro sono andato in giro solo per fare training a
> vari clienti.
> Solo 3 volte sono riuscito ad organizzare il training in uno degli
> uffici della ditta, cosi' da poter conoscere qualche collega :-)
> Il mio boss l'ho visto 2 volte in tutto finora ... e solo perche' sono
> andato a trovarlo per fare due chiacchere, in ferie (fa un BBQ
> favoloso :-) ).

però, stefano, molti lavorano per forza di cose in team o comunque si
confrontano con analisti, utenti e cazzi vari, quindi ci può essere,
anche in un regime di telelavoro, l'esigenza di recarsi di persona in
qualche posto.
dove lavoro attualmente i dirigenti spesso colloquiano tra
firenze-torino-milano in videoconferenza e anche io in passato ho dovuto
utilizzare questa tecnologia per riunioni di lavoro con colleghi di
torino, ma non sempre è possibile come puoi immaginare (p.es. un cliente
senza possibilità o un mucchio di altri validi motivi).
[...]


> Infrastrutture funzionanti e costi accettabili sono fondamentali per
> supportare il telelavoro.
> Ma piu' di tutto la mentalita'.

non siamo ancora pronti.
non c'è stato il ricambio generazionale alla guida delle aziende medio
grandi in italia.
secondo me.

--
FabMind

noes...@noesiste.it

da leggere,
25 nov 2006, 13:38:4325/11/06
a

>Nel telelavoro è prevista la flessibilità di orario entro certi limiti
>e l'obbligo di alcuni orari concordati.
>Non capisco come, a meno di non essere fessi, non si riesca a capire se
>un lavoro dichiarato di 4 giorni è stato fatto in 10 minuti!! E tra
>l'altro uno può fae la stesa cosa stando in ufficio e vagando per gli
>ng invece di lavorare...

o chattando 6 ore al giorno con messenger...
(malattia molta diffusa nella mia azienda da quando il client di chatt
in questione comunica sulla porta http)

>
>Il camerlengo
>

Il Camerlengo

da leggere,
25 nov 2006, 13:49:2625/11/06
a
noes...@noesiste.it ha detto questo sabato :

Però poi se si controllano i log si lede la libertà :-)

Il Camerlengo


enricoe

da leggere,
26 nov 2006, 12:55:4826/11/06
a
> Qualcuno ha esperienza, come datore di lavoro o come dipendente, di
> telelavoro?

Ho lavorato in telelavoro come dipendente, personalmente lo trovo molto
difficile e alienante, un toltale fallimento.

Conosco comunque persone che ci lavorano con ottimi risultati.


Personalmente la penso una modalità non adatta a lavori di team, come
lo sviluppo di progetti complessi, perchè viene a mancare
l'interazione personale e il gruppo.

Sono mie opinioni naturalmente, ma do un certo valore all'aspetto
emotivo.

Il Camerlengo

da leggere,
26 nov 2006, 13:05:5026/11/06
a
enricoe ha pensato forte :

>> Qualcuno ha esperienza, come datore di lavoro o come dipendente, di
>> telelavoro?
>
> Ho lavorato in telelavoro come dipendente, personalmente lo trovo molto
> difficile e alienante, un toltale fallimento.
>

Ma si trattava semplicemnete di "lavori a casa" oppure erano previsti
incontri tra tutti.
E l'orario di lavoro era a tua discrezione?

Il Camerlengo


enricoe

da leggere,
26 nov 2006, 15:44:5026/11/06
a
> Ma si trattava semplicemnete di "lavori a casa" oppure erano previsti
> incontri tra tutti.

Si parla di alcuni anni fa e non c'era il desktop remoto google talk e
tante altre amenità.... solo parte della settimana era at home, il
resto in office.

> E l'orario di lavoro era a tua discrezione?

Si e no, io ero in contatto continuo con il cliente ed altre persone e
per lavorare efficacemente è indispensabile rispondere alle email e al
telefono in orario di ufficio... non erano lavori fini a se stessi o
lavoretti...

Se posso darti un consiglio, se vuoi rapporti di dipendenza, fissa
degli orari più o meno flessibili e degli strumenti per essere tutti
in contatto in quelle ore (cartelle condivise, chat, conferenze
audio-video ).

Comunque, bisogna fare una distrinzione tra tipi di lavoro. Ad esempio,
affidare progettini all'esterno funziona.

Il Camerlengo

da leggere,
26 nov 2006, 16:36:1526/11/06
a
enricoe ha detto questo domenica :

>
> Se posso darti un consiglio, se vuoi rapporti di dipendenza, fissa
> degli orari più o meno flessibili e degli strumenti per essere tutti
> in contatto in quelle ore (cartelle condivise, chat, conferenze
> audio-video ).

L'idea è quella di 4 ore fissate (2 alla mattina e due al pomeriggio)
ed il resto flessibile all'interno dell'orario 8-20


>
> Comunque, bisogna fare una distrinzione tra tipi di lavoro. Ad esempio,
> affidare progettini all'esterno funziona.

Intendi a terzi?

Il Camerlengo


Hermooz

da leggere,
27 nov 2006, 05:07:3227/11/06
a
Il Camerlengo ha scritto:

> Qualcuno ha esperienza, come datore di lavoro o come dipendente, di
> telelavoro?

come collega, diciamo: in una ditta con la quale collaboro il
telelavoro è stato utilizzato abbastanza spesso per venire incontro
soprattutto a neomamme o persone che abitano molto distante
dall'ufficio. Non ho notato particolari problemi: tieni presenti che
erano persone che lavoravano già in una sede distaccata dell'azienda,
per cui anche prima non facevano altro che andare in ufficio, accendere
il PC e metersi a scrivere codice, senza molte interazioni con il resto
dell'azienda se togliamo la connessione al server... non mi risulta che
i capi progetti si siano lamentati (più del normale, intendo) per la
produttività. In tali casi l'azienda ha fornito prima PC e modem
(entravano in RAS) e poi ha pagato una ADSL per entrare in VPN.

bye!

Marco

da leggere,
27 nov 2006, 07:39:3227/11/06
a
"Stefano Bodini" <steve...@gmail.com> wrote in message
news:m8uem2hhquv0gbknq...@4ax.com

> "Il Ruzzante" <giulio....@libero.it> wrote:

> Il telelavoro puo' funzionare ma sono indispensabili infrastrutture,
> determinate esperienze e decisamente una mentalita' meno paranoica e
> furbastra, sia dei datori di lavoro che dei dipendenti.


Che intendi con "infrastrutture" e "determinate esperienze" ?

Sull'ultima "mentalita' meno paranoica" probabilmente non c'e'
bisogno di specificare. Credo che in Italia il datore di lavoro sia
autorizzato ad installare sui PC di chi lavora degli appositi "software
di controllo" (pero' non so ne' in cosa consistano tali software
di controllo, ne' cosa controlloino, ne' se il PC debba essere fornito
dal datore di lavoro o se debba essere di proprieta' del dipendente)

Potresti specificare com'e' negli USA ? Nel senso: il PC e' tuo
o te lo forniscono ? Ci installano qualcosa ? Come avviene un
eventuale controllo del lavoro che hai svolto ?

Ok, le domande sono in seconda persona ma ovviamente
sono da intendersi impersonali.

Ciao,
Marco.


--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG

Marco

da leggere,
27 nov 2006, 07:49:1027/11/06
a
"Stefano Bodini" <steve...@gmail.com> wrote in message
news:8jpgm2d3knj6qcnkk...@4ax.com

> Non credo proprio che con la situazione e mentalita' che esiste in
> Italia esista un solo imprenditore capace di dare "fiducia" ad un
> dipendente tanto da attrezzare un lab.

Non avevo visto questo post che risponde a molte domande fatte nel
mio messaggio precedente...

il punto non e' tanto che gli imprenditori non sono capaci di dare

"fiducia" ad un dipendente tanto da attrezzare un lab.

Il punto e' che se i soldi che tiri fuori sono tuoi (del dipendente) in
italia vieni visto sostanzialmente come un professionista (ed
effettivamente e' sembrato un po' strano anche a me che i soldi
siano i tuoi, sara' che nonostante tutto la mentalita' di qui
e' piu' radicata in me di quanto pensassi) ed in ogni caso, un
analizzatore
di protocollo costa (qui per avere un analizzatore di protocollo per
2 giorni per capire se l'SMS spedito era arrivato a destinazione
o meno, il PM di turno ha fatto varie storie relative al fatto che
"affittare un analizzatore di protocollo costa" [e lo affittavano
da un altro "ente" della stessa multinazionale, il quale
ente sta al piano di sotto rispetto a dove sto io. Non e' che andavano
a prenderlo chissa' dove]). In ogni caso, se non dovessero
pagare un sacco di soldi all'ente del piano di sotto e lo
prendessero direttamente da un dipendente/professionista che lavora
a distanza, come farebbero i dirigenti del piano di sotto ad incassare ?

E ovviamente quando ci sara' da sviluppare un software, i dirigenti
del piano di sotto chiederanno qualche "risorsa" ai dirigenti del
piano di sopra invece di rivolgersi all'esterno per trovare gente
magari anche piu' preparata ma che costa meno (altrimenti come farebbero
i dirigenti del piano di sopra ad incassare ?)

Dacho

da leggere,
27 nov 2006, 08:09:1127/11/06
a
enricoe ha scritto:

>> Ma si trattava semplicemnete di "lavori a casa" oppure erano previsti
>> incontri tra tutti.
>
> Si parla di alcuni anni fa e non c'era il desktop remoto google talk e
> tante altre amenità....

Ti pare poco? (poco più di) dieci anni fa come telelavoratore al massimo
avresti potuto fare (in Italia) il centralinista od il call center.

Se guardiamo bene, le "cose" che sono state tirate fuori in questi ulti-
mi 2-3 anni sono state determinanti a rendere ancora più percorribile il
telelavoro.

> solo parte della settimana era at home, il resto in office.

Noi invece avevamo una giornata fissa, il martedì, nella quale i membri
del team dovevamo venire in ufficio per fare, se previste, tot riunioni
quanti erano i progetti in corso. Il giorno poteva cambiare ma soltanto
fra il martedì ed il giovedì, per evitare i casini dell'affollamento dei
treni il lunedì ed il venerdì. Attualmente - ora che progetto situazioni
di telelavoro - non mi pare che quel costume sia da cambiare, se non per
il fatto che le riunioni si possono fare (e spesso anche meglio) on-line
e che il "rientro" in sede ha, come insegnano tutti i buoni precetti del
telelavoro, più una valenza di socializzazione che prettamente tecnica.

Per il resto.. Nel 2000 si utilizzavano gli IM anche per parlare tra una
parete e l'altra. Oggi la stessa "architettura" serve a persone come me
per evitare di sbattersi tra gli 800 ed i 1000 Km a settimana solo per
"andare al lavoro" (le trasferte - che continuano ad esserci - ovviamen-
te non le calcolo).

>> E l'orario di lavoro era a tua discrezione?
>
> Si e no, io ero in contatto continuo con il cliente ed altre persone e
> per lavorare efficacemente è indispensabile rispondere alle email e al
> telefono in orario di ufficio... non erano lavori fini a se stessi o
> lavoretti...

Noi, invece, lavoravamo di brutto sui requisiti, e non si partiva sino a
che questi non erano ben chiari. A quel punto capitava solo di rado che
il PM/AM/CM di turno dovesse intervenire in itinere per rapporti straor-
dinari col cliente (per quelli ordinari c'erano degli "appuntamenti" ben
noti a tutti).

> Se posso darti un consiglio, se vuoi rapporti di dipendenza, fissa
> degli orari più o meno flessibili e degli strumenti per essere tutti
> in contatto in quelle ore (cartelle condivise, chat, conferenze
> audio-video ).

Parole sante!

> Comunque, bisogna fare una distrinzione tra tipi di lavoro. Ad esempio,
> affidare progettini all'esterno funziona.

Io, invece, credo che, come per gl'altri fattori inerenti al Telelavoro,
tutto si giochi sulla "convinzione" (e successivi interventi coerenti)
nello strumento/modalità di lavoro. Si tratti di progetti piccoli od im-
mensi, il problema è sempre quello del metodo: tanto più solo "a vista"
si naviga - problema diffuso nelle pmi italiane - tanto meno si è capa-
ci di affrontarli in maniera ragionata.

Io, personalmente, darei un consiglio in più relativamente ai mezzi tec-
nologici: oltre alla videoconferenza, lo sharing di risorse (magari via
VPN), l'istituzione di un server SIP per far "sembrare" i tuoi collabo-
ratori nella rete telefonica aziendale, un fax server condiviso per far
"sembrare" i tuoi collaboratori nella rete fax aziendale, etc......

Dico, oltre a questo, vale la pena di dotarsi di un sistema di PM (tipo
Project Server), di investire in generale sul groupware e la gestione
dei lavoratori ma SOPRATTUTTO di investire in formazione: project mana-
gement individuale/di gruppo (anche per chi non fa il PM), saper fare un
minimo di analisi di processo, saper gestire la propria attività e la
comunicazione/collaborazione coi colleghi. Il telelavoro non è qualcosa
che "attacchi con lo scotch" al preesistente, ma una modalità di lavoro
che si sposa solo con un pregresso miglioramento (soprattutto) organiz-
zativo.

Quando ogni lavoratore è capace, pur restando in sede, di lavorare in
maniera autonoma, collaborando con gli altri (cioè SAPENDO come si fa,
non pensando che basta discutere o passarsi i files), la allora si può
pensare di telelavorare, indipendentemente dal fatto che ciò significhi
starsene a casa (telependolarismo), lavorare fra più sedi (eventualmen-
te in quella di un cliente), lavorare "mobile" o costituire un network
di aziende (o singoli professionisti) che non si vedono mai o quasi.

Dacho

Il Camerlengo

da leggere,
27 nov 2006, 08:14:0327/11/06
a
Dopo dura riflessione, Marco ha scritto :

> "Stefano Bodini" <steve...@gmail.com> wrote in message
> news:m8uem2hhquv0gbknq...@4ax.com
>
>> "Il Ruzzante" <giulio....@libero.it> wrote:
>
>
>
>> Il telelavoro puo' funzionare ma sono indispensabili infrastrutture,
>> determinate esperienze e decisamente una mentalita' meno paranoica e
>> furbastra, sia dei datori di lavoro che dei dipendenti.
>
>
> Che intendi con "infrastrutture" e "determinate esperienze" ?
>
> Sull'ultima "mentalita' meno paranoica" probabilmente non c'e'
> bisogno di specificare. Credo che in Italia il datore di lavoro sia
> autorizzato ad installare sui PC di chi lavora degli appositi "software
> di controllo" (pero' non so ne' in cosa consistano tali software
> di controllo, ne' cosa controlloino, ne' se il PC debba essere fornito
> dal datore di lavoro o se debba essere di proprieta' del dipendente)
>

Il PC viene fornito dal datore di lavoro così come un rimborso spese
per collegameto ADSl ed energia.
Per quanto riguarda il "controllo" è semplice per lavori tipo helpdesk,
ecc.
Per lavori ad esempio di programmazione è inutile.
A mio parere, ed è quanto sono intenzionato a fare, Ci saranno 3-4 ore
di orario concordato fsso ogni giorno e le altre ore da effettuare
dalle 8 alle 20.
Per quanto riguarda il "controllo" saranno misurate ovviamente le
attività perchè non cambia che sia a casa sua o in ufficio: chi
cazzeggia cazzeggia comunque e te ne accorgi.

Il camerlengo


Il Camerlengo

da leggere,
27 nov 2006, 08:26:2527/11/06
a
Nel suo scritto precedente, Dacho ha sostenuto :

[Snip]


Solo per ringraziarti del cntributo.
Una domanda: avevi o hai un contratto particolare relativo al
telelavoro?


Il camerlengo


Stefano Bodini

da leggere,
27 nov 2006, 08:56:1427/11/06
a
"Marco " <aritop...@web.de> wrote:

>Che intendi con "infrastrutture" e "determinate esperienze" ?

Beh, infrastrutture perche' anche se lavori a casa hai bisogno di
interagire con l'esterno.
Ad esempio se un mio collega ha bisogno di qualcosa che ho qui io, o
se devo inviare un prototipo, o se devo comprare qualcosa che non e'
possibile "scaricare" dalla rete, hai bisogno di un servizio postale o
spedizioniere che funzioni, che dia delle garanzie e che abbia costi
accettabili.
Non puoi spedire qualcosa a qualcuno "sperando" arrivi chissa' quando
a meno di spendere uno sproposito (e non avere comunque garanzie).

Anche, cose come l'elettricita'.
Se ero in Italia avevo i 3 Kw standard, inizi a connettere un po' di
roba e ti ritrovi a gestire strumenti e server in concorrenza con la
lavatrice e il frigorifero.
Non e' il modo migliore di lavorare, sperare che nessuno accenda un
ferro da stiro.
Devi quindi richiedere piu' potenza, e li' giu' mazzate (qui sono
standard 18kW).

Poi ad esempio il comune dove vivevo in Italia, mi aveva fatto storie
sul fatto che serviva una qualche ben non specificata certificazione
per usare dei locali di casa per lavoro piu' delle non meglio
specificate tasse, ecc. ... insomma c'era da farsi venire il mal di
fegato molto prima di poter iniziare a lavorare.
Il tutto perche' ero "dipendente" di una ditta.
Se vuoi fare le cose secondo la legge in Italia ti ritrovi in breve
tempo con mani e piedi legati.

Sulle "esperienze" la mia impressione e' che il telelavoro non puo'
essere usato con persone che devono "crescere", imparare.
Devi aver lavorato per un po' di anni e avere acquisito determinate
esperienze e conoscenze, perche' il telelavoro implica che tu ti
risolva la maggior parte dei problemi da solo.
ALmeno per la tipologia di lavoro che faccio io e' cosi'.

>Potresti specificare com'e' negli USA ? Nel senso: il PC e' tuo
>o te lo forniscono ? Ci installano qualcosa ? Come avviene un
>eventuale controllo del lavoro che hai svolto ?

I PC, strumenti, SW, ecc. che uso per lavoro sono pagati dalla ditta
ovviamente, cosi' come alcuni servizi (es. telefono).
Altre cose, come elettricita'/riscaldamento sono deducibili in parte
dalle tasse a meno che negozi con la ditta un qualche rimborso.
Strumenti/PC/SW sono proprieta' della ditta (e infatti tra le altre
cose devi anche tenere un inventario).
I PC (ad esempio) e strumenti non arrivano dalla ditta, nel mio caso
li ho sempre comprati autonomamente (ho un budget) per cui sono io che
me li installo e decido cosa installare.

Non c'e' nessun "controllo", prima di tutto perche' e' totalmente
inutile, secondo costerebbe molto di piu' di eventuali benefici e
allora converebbe fissare un posto e accentrare tutti i dipendenti.
Il controllo comunque e' inutile perche' se non fai il tuo lavoro i
risultati mancano ed e' una cosa palese.

Anche per questo motivo, almeno nel nostro caso, non puoi assumere
qualcuno da formare tramite telelavoro.
Servono persone con esperienza, autonome e "motivate" a fare questo
tipo di lavoro.
Questo e' IMHO il grosso limite del telelavoro, anche ovviamente
l'impatto psicologico.
Ci ho messo qualche anno ad adattarmi, dopo piu' di 15 anni di lavoro
in ufficio/lab con altri.

>Ok, le domande sono in seconda persona ma ovviamente
>sono da intendersi impersonali.

Beh io posso solo riportare la mia esperienza :-)

Ciao
Steve

Fox Mulder

da leggere,
27 nov 2006, 09:04:5827/11/06
a
extrabyte ha scritto:

> in totale disaccordo: conoscere le persone online, significa conoscerle
> *prima* nella mente (che è cosa + importante)

ecco, senza offesa ma evidentemente di psicologia non capisci un cazzo.
l' unico modo per conoscere una persona e' averla davanti, anche perche'
cosi' hai modo di interagire e valutare le sue reazioni fisiche, il
linguaggio del corpo e' la cosa piu' difficile da simulare.

online puoi dire una marea di fregnacce, faccia a faccia e'
semplicemente troppo facile capire se una persona mente o e' insicura.

--
Mr. Eko: "Se non ti dispiace, partirò dal principio. Molto prima di
Cristo, il re della Giudea era Giosia"
Locke: "Quando tu dici "dal principio" intendi proprio... dal principio!"

Dacho

da leggere,
27 nov 2006, 14:39:1527/11/06
a
Il Camerlengo ha scritto:

Telelavoro "informale". Se chiedi a Bodini ti risponderà che, come per
altre cose, in Italia a voler fare le cose "per bene" si devono affron-
tare troppe spese accessorie (anche e soprattutto non pecuniarie).

Quindi.. Io ho lavorato sia in p.iva che a t.i in telelavoro; altri con
co.co.pro/co o t.i. in telelavoro, ma sempre senza un contratto specifi-
co che, pur essendoci degli accordi quadro, in realtà non c'è.

Dacho

Dacho

da leggere,
27 nov 2006, 14:48:3827/11/06
a
> Ciao
> Steve

Posso chiederti, gentilmente, se hai qualche url ufficiale sui requisiti
per la tassazione del telelavoro li da voi. Ho googlato ma ho trovato
solo roba parziale.

Grazie. Dacho

Stefano Bodini

da leggere,
27 nov 2006, 18:23:4827/11/06
a
Dacho <web_th...@hotmail.com> wrote:

>Posso chiederti, gentilmente, se hai qualche url ufficiale sui requisiti
>per la tassazione del telelavoro li da voi. Ho googlato ma ho trovato
>solo roba parziale.

Non mi risulta ci siano tassazioni particolari o anche
leggi/regolamenti particolari che si applicano al telelavoro qui in
USA.
Io almeno sono inquadrato come normale dipendente come contratto e si
applicano le leggi che regolano il "normale" rapporto
dipendente/ditta.
Che tu sia in ufficio o a casa non cambia nulla.
Pago le stesse tasse che pagherei se fossi in ufficio, anzi semmai ho
piu' deduzioni, tipo energia, riscaldamento, acqua, auto, ecc.

Semmai ci sono tante leggi e complicazioni in meno, nel senso che non
c'e' da richiedere nulla o dichiarare nulla a chichessia.
Per le tasse ho tutta una serie di cose che posso dedurre perche'
lavoro da casa (e' sufficiente l'equivalente dell'autocertificazione)
ed eventuali rimborsi di alcune spese sono concordati direttamente con
la ditta.

L'unica cosa particolare (ma poi nemmeno tanto) e' che la mia ditta
utilizza i servizi di un'altra ditta per gestire il personale.
Ma e' cosa abbastanza comune e non e' legata al fatto che lavoro da
casa.
Molte ditte non sono grandi abbastanza da giustificare di avere un
reparto di gestione del personale (buste
paga/assicurazioni/pensione/ecc.) e si affida a ditte specializzate
che fanno appunto questo.
Oltretutto ci sono dei vantaggi sia per la ditta che per il
dipendente.
Dato che queste ditte di gestione del personale gestiscono un bel po'
di gente, possono avere sconti/offerte piu' vantaggiose, cose che di
solito solo ditte enormi possono avere.
Quindi assicurazioni sanitarie migliori (a parita' di spesa), offerte
varie (es. sconti per acquisto di auto, facilitazioni per mutui, ecc.)
Ma appunto questo non centra nulla con il telelavoro.

L'unica cosa che questa ditta di gestione del personale ha chiesto
alla mia ditta (o meglio, a me :-) ) era l'indirizzo di lavoro, che
nel mio caso equivale a quello di casa.
Tutto qui.

enricoe

da leggere,
27 nov 2006, 19:01:3527/11/06
a
> > Si parla di alcuni anni fa e non c'era il desktop remoto google talk e
> > tante altre amenità....
>
> Ti pare poco? (poco più di) dieci anni fa come telelavoratore al massimo
> avresti potuto fare (in Italia) il centralinista od il call center.

No, non mi pare poco, al contrario.

> Se guardiamo bene, le "cose" che sono state tirate fuori in questi ulti-
> mi 2-3 anni sono state determinanti a rendere ancora più percorribile il

>Noi, invece, lavoravamo di brutto sui requisiti, e non si partiva sino a


>che questi non erano ben chiari. A quel punto capitava solo di rado che
>il PM/AM/CM di turno dovesse intervenire in itinere per rapporti straor-

Dipende dal contesto e dalla realtà, in progetti importanti in
produzione cliente e fornitore si parlano spesso...

[CUT]

Vorrei vedere una realtà come quella che ha dipinto, fatta di gente in
gamba che interagisce attraverso software di groupware, in cui tutti
sanno cosa devono fare ecc... non sono ironico vorrei vederla
veramente per imparare qualcosa.

enricoe

da leggere,
27 nov 2006, 19:05:1727/11/06
a
> Intendi a terzi?

Certo, a persone più o meno professioniste che svolgono una attività
in quasi totale autonomia. Piva o progetto non fa differenza. Se sai
scegliere le persone e trattarci funziona.

Dacho

da leggere,
27 nov 2006, 20:50:0327/11/06
a
> Vorrei vedere una realtà come quella che ha dipinto, fatta di gente in
> gamba che interagisce attraverso software di groupware, in cui tutti
> sanno cosa devono fare ecc... non sono ironico vorrei vederla
> veramente per imparare qualcosa.

Guarda.. Anch'io ne ho viste di cotte e di crude, e fortunatamente ho a-
vuto modo di vivere anche in aziende decenti. Concordo con te che siano
casi abbastanza rari, ma quando ci sei dentro impari davvero tante cose.

Dacho

Dacho

da leggere,
27 nov 2006, 20:48:0527/11/06
a
> Non mi risulta ci siano tassazioni particolari o anche
> leggi/regolamenti particolari che si applicano al telelavoro qui in
> USA.

Più che altro mi stavo informando sul "Telecommuter Tax Fairness Act"*,
che dovrebbe essere materia federale, e mi sono imbattuto in un bel po'
di articoli - che ora dovrei ripescare nei bookmark - che parlavano del-
le "grane" che sia certe aziende/enti/etc.. (IRS, ad esempio) che i self
employed devono affrontare per diventare "eligible" delle "fantomatiche"
deduzioni sul Telelavoro.

* pensa che mi son fatto pure un po' di cultura sulla "Employer's Con-
venience".

> Io almeno sono inquadrato come normale dipendente come contratto e si
> applicano le leggi che regolano il "normale" rapporto dipendente/ditta.
> Che tu sia in ufficio o a casa non cambia nulla.
>
> Pago le stesse tasse che pagherei se fossi in ufficio, anzi semmai ho
> piu' deduzioni, tipo energia, riscaldamento, acqua, auto, ecc.

Mi sono espresso male: per tassazione intendevo proprio la politica sul-
le deduzioni..
Più che altro mi pareva che le eventuali deduzioni sulla "persona fisi-
ca" derivassero da una legge fiscale nata come presidio ambientale (tipo
Clean Air Act et similia).

Ti ringrazio. Forse a furia di tante puntate di Report sto diventando un
maniaco delle obiettive differenze "politiche" tra stato e stato..;-)

Dacho


Marco

da leggere,
28 nov 2006, 02:34:0328/11/06
a
"Stefano Bodini" <steve...@gmail.com> wrote in message
news:kaqlm296nl0pcn9p4...@4ax.com

> Non puoi spedire qualcosa a qualcuno "sperando" arrivi chissa' quando
> a meno di spendere uno sproposito (e non avere comunque garanzie).

E qui e' una prima differenza. Qui il problema e' di costi/efficienza.



> Non e' il modo migliore di lavorare, sperare che nessuno accenda un
> ferro da stiro.

gia'... Anche qui diciamo che il problema e' sempre
di costi/efficienza delleinfrastrutture...


> Poi ad esempio il comune dove vivevo in Italia, mi aveva fatto storie
> sul fatto che serviva una qualche ben non specificata certificazione

Ecco... qui si comincia secondo me a riconoscere i sintomi non tanto
relativi al costo/efficienza delle infrastrutture che in qualche
modo potrebbero essere superati, ma si entra nei meandri della
mentalita' che in Italia e' ritenuta "auspicabile" e per la quale
ben difficilmente si potra' riuscire a fare qualcosa...

> esperienze e conoscenze, perche' il telelavoro implica che tu ti
> risolva la maggior parte dei problemi da solo.
> ALmeno per la tipologia di lavoro che faccio io e' cosi'.

Ok, qui dipende molto da quanto il lavoratore si sente preparato...



> I PC (ad esempio) e strumenti non arrivano dalla ditta, nel mio caso
> li ho sempre comprati autonomamente (ho un budget) per cui sono io che
> me li installo e decido cosa installare.

E gia' qui si comincia a sentire la differenza con l'Italia.
Presumo che in Italia non troveresti mai alcuna azienda disponibile
a fornirti un budget a meno che tu non abbia con quella azienda un
contratto da dirigente.



> Non c'e' nessun "controllo", prima di tutto perche' e' totalmente
> inutile, secondo costerebbe molto di piu' di eventuali benefici e
> allora converebbe fissare un posto e accentrare tutti i dipendenti.
> Il controllo comunque e' inutile perche' se non fai il tuo lavoro i
> risultati mancano ed e' una cosa palese.

E questo e' il vero motivo per cui secondo me in Italia il
telelavoro e' impossibile. Qualche hanno fa, nel 2003 quando si andava
avanti a forza di "progettini" di 2-3 settimane, ho provato a chiedere
ad uno qui che ora ha intrapreso un percorso di carriera per diventare
dirigiente. Gli ho chiesto : " ma perche' invece di far venire persone
in sede della multinazionale non commissionate all'esterno questi
software che basta una versione di Visual Studio o Delphi installata
sul PC personale del lavoratore per svilupparli ? Non costerebbe molto
meno fissare un compenso per il 'prodotto finito' piuttosto che
pagare x Euro/ora + iva ad una societa' esterna per la persona che
vi manda in sede ? Personalmente, visto che vivo a 300 Km da casa
mia e pago anche un affitto per venire qui a lavorare sarei contento
anche di guadagnare di meno pero' risparmiando i soldi dell'affitto
comunque riuscirei forse ad avere qualcosa in piu' sul conto corrente"

Risposta:
" Ma se io lascio fare al lavoratore come faccio a controllare ?"
(nel senso di: "come faccio a verificare che non abbia lavorato meno
ore di quelle che mi vengono fatturate ?")

Ad una risposta del genere corrisponde il fatto che ora quello stesso
sta per diventare dirigente della suddetta multinazionale e che *tutti*
i dirigenti che vengono scelti adesso hanno questa mentalita' =>
nessuna azienda, tranne pochissimi casi isolatissimi fara' mai fare
telelavoro in Italia.

> Questo e' IMHO il grosso limite del telelavoro, anche ovviamente
> l'impatto psicologico.
> Ci ho messo qualche anno ad adattarmi, dopo piu' di 15 anni di lavoro
> in ufficio/lab con altri.

Beh... personalmente dal punto di vista psicologico avrei scelto
decisamente il telelavoro fin da neolaureato (fino a qualche
hanno fa non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello
di non cercare di risolvere i problemi da solo). Ora dopo 8-9 anni
di lavoro in ufficio mi sto adattanto appunto al lavoro d'ufficio.

Marco

da leggere,
28 nov 2006, 02:38:1528/11/06
a
"FabMind" <fab...@yahoo.com> wrote in message
news:ek9vhs$14e$1...@nnrp-beta.newsland.it



> non siamo ancora pronti.
> non c'è stato il ricambio generazionale alla guida delle aziende medio
> grandi in italia.
> secondo me.

Il ricambio generaazionale dal punto di vista anagrafico c'e'.
Quello che sta per diventare dirigente qui e di
cui dicevo nell'altro post ha 2 anni piu' di me. Pero' all'eta'
anagrafica
non corrisponde minimamente l'eta' delle idee. Anzi... tra i "giovani"
anagraficamente vengono scelti quelli che hanno la mentalita'
piu' retrograda...

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