PREFAZIONE
Accade talora a chiunque debba - per ragioni d'ufficio o per curiosità
- leggere ciò che sul Partito e sul Regime si scrive negli ancora
troppo numerosi giornali d'Italia, di imbattersi in alcune storture di
concezioni e di espressione.
Storture che rivelano una preoccupante incomprensione dei principi
fondamentali.
Molti, presi dalla passione della dottrina e della argomentazione,
perdono spesso di vista le grandi linee e scambiano i lumi col faro.
Se tutto questo avviene nella schiera dei dotti o per lo meno di
coloro che della dottrina sono i commentatori, è ovvio che peggiore
disordine può prodursi nella mente degli umili o degli "orecchianti".
Necessita pertanto fermare in forma elementare i più importanti
concetti della nostra struttura politica.
Questo libro, che il camerata Berlutti ha preparato, ha pretesa molto
modesta e si rivolge ai giovanissimi ed al popolo.
Con umiltà , ricorrendo al testo unico e perfetto, i discorsi del
Duce, ha segnato in forma piana le risposte alle domande che ognuno
può rivolgere nel desiderio saggio di conoscere la luce di questa
nostra fede nella Patria.
Augusto Turati
IL FASCISMO SALVEZZA DELLA PATRIA
Quando e come nacque il fascismo?
Il Fascismo nacque dopo la guerra mondiale, allorché l'Italia non ebbe
la pace che meritava, e i difensori furono amnistiati, e gli eroi
furono scherniti, feriti e uccisi. Quando i comunisti potettero
spadroneggiare prepotentemente e crudelmente sopra alcune regioni
d'Italia, e i campi furono abbandonati, e le officine disertate, e gli
scioperi aumentavano la miseria, Benito Mussolini gridò: - Basta! - e
gli italiani degni di questo nome si strinsero intorno a lui.
Non c'era allora un Governo?
Non c'era un vero Governo: c'erano degli uomini che cercavano di
evitare certe responsabilità anziché affrontarle. Il popolo vedeva,
giudicava, e aspettava il momento di liberarsi da quegli uomini.
Il Fascismo era già nato dunque nel popolo?
Si. Prima che nei pochi uomini che si strinsero intorno al Duce, il
Fascismo era nella coscienza della Nazione, la quale avvertì il
pericolo e giudicò il Governo impotente a salvarla.
Ecco perché pochi uomini potettero sollevare tutta una nazione.
Perché il popolo fu subito col Duce?
Appunto perché Egli era l'espressione della Patria che non voleva
morire: Egli personificava il sentimento del popolo tradito e la
volontà tenace della Stirpe.
Ci fu dunque un cambiamento di ministero?
Nell'ottobre 1922 non ci fu un semplice cambiamento di ministero, ma
una profonda rivoluzione politica, morale, sociale.
Perché il Fascismo non seguì la via legale e preferì la rivoluzione?
Perché un nuovo ministero non avrebbe risolto il problema; lo avrebbe
soltanto rinviato.
Soltanto la rivoluzione, dando al Fascismo tutto il potere, poteva
assicurare la continuità dell'esperimento, sino al completo
raggiungimento del fine.
Quali furono i primi risultati dell'avvento del Fascismo?
Al disordine interno fu sostituito un Governo; cessò l'indisciplina
nelle officine; cessarono gli scioperi; fu rimessa in attività tutta
la produzione del paese; fu ispirato ai funzionari un maggior senso di
dovere e di responsabilità; fu impresso un andamento più severo ed
energico alle funzioni dello Stato, delle Provincie e dei Comuni.
Oggi cos'è il Fascismo?
Oggi il Fascismo è un movimento sindacale che raccoglie tutte le forze
produttrici della Nazione obbedienti alla stessa legge e alla medesima
idea. È un movimento politico con milioni di iscritti di una stessa
fede adamantina. È un movimento militare con un vero esercito di
Camicie Nere. E tutto ciò è fuso in una devozione quasi religiosa: la
devozione alla Patria.
Il Fascismo non è forse un partito?
Si, ma non soltanto un partito, bensì una fede, che ha conquistato il
popolo italiano.
Questa fede potrà modificare il popolo italiano?
Questa fede modificherà profondamente lo spirito del popolo italiano:
darà ad esso un nuovo modo di vivere.
Qual' è questo modo di vivere?
Vivere coraggiosamente, pericolosamente; sentire ripugnanza per la
vita comoda e molle, essere sempre pronti a osare tanto nella vita
individuale quanto nella collettiva; amare la verità e aborrire la
menzogna; amare la schietta sincerità e aborrire ciò che è subdolo;
sentire in ogni ora l'orgoglio d'essere italiani; lavorare con
disciplina; rispettare l'autorità.
E il Fascismo vuole imporre questo modo di vita?
Il Fascismo l'ha già imposto per forgiare la grande Italia dei nostri
poeti, dei nostri guerrieri, dei nostri martiri. Di un popolo che
invecchiava soddisfatto di meschini interessi, il fascismo ha fatto un
popolo nuovo che ha una superba meta da raggiungere.
Se il Fascismo vuole costruire, perché qualche volta abbatte?
Se qualche volta abbatte, distrugge, è per preparare le fondamenta del
futuro edificio. Come il muratore non può costruire se non ha spianato
e liberato il terreno da sassi e dai pruni, così il Fascismo non
potrebbe costruire ove fosse ancora la vecchia mentalità, le vecchie
camarille, i vecchi interessi egoistici.
Quale è la meta ultima?
Il secolo scorso è stato il secolo della nostra indipendenza. Il
secolo attuale deve essere il secolo della nostra potenza: potenza in
tutti i campi, da quello della materia a quello dello spirito.
Che cosa occorre per raggiungerla?
Occorre soltanto che i militi dell'idea fascista abbiano la volontà di
raggiungerla a qualunque costo.
COME I MILITI DEVONO SERVIRE L'IDEA FASCISTA
Di che cosa ha bisogno un'idea per trionfare?
Perché un'idea possa trionfare ha bisogno di servitori fedeli, di
militi disciplinati, di credenti intransigenti.
Chi è fedele servitore del Fascismo?
Non è fedele servitore del Fascismo cioè non è un buon fascista,
chiunque pensa che la propria fortuna vale più di quella della
Patria. È fedele servitore del fascismo ogni fascista che si
considera soldato anche se non indossa il grigio verde; soldato anche
quando lavora nell'ufficio, nelle officine, nei cantieri, o nei campi;
soldato legato a tutto il resto dell'esercito.
Come deve essere la disciplina del vero fascista?
La disciplina del vero fascista deve essere silenziosa, operante e
devota.
Che significa disciplina silenziosa, operante e devota?
Significa che la disciplina deve essere nello spirito più che nella
forma; che non deve manifestarsi solo nella parata, ma essere
sentimento che anima la vita.
Ma se obbedire costa sacrificio?
La vera, la saggia, la santa disciplina è nell'obbedire quando
dispiace, quando rappresenta sacrificio.
E se questa disciplina non venisse accettata?
Se questa disciplina non venisse accettata, verrebbe imposta.
Non sono permesse mormorazioni o critiche?
Il Fascismo bandisce dalle sue file i litigiosi, quelli che hanno
bisogno costante di creare difficoltà, che non potrebbero vivere senza
seminare intorno a sé il litigio e la discordia.
Anche i capi hanno una disciplina?
Si: la disciplina serve anche a chi comanda. Solo obbedendo ed avendo
l'orgoglio umile, ma severo, di obbedire, si conquista poi il diritto
di comandare.
Perché bisogna obbedire a un Capo?
Perché nella subordinazione di tutti alla volontà di un Capo, che non
è la volontà capricciosa, ma è la volontà seriamente meditativa, e
provata dagli avvenimenti, il Fascismo ha trovato la sua forza ieri e
troverà la sua forza e la sua gloria domani.
Quali limiti ha questa obbedienza al Capo?
Non deve aver limiti. Bisogna obbedire anche se il Capo chiede
troppo. Se qualche volta il Capo del Fascismo è duro, se qualche
volta è inflessibile, se qualche volta pare che voglia comprimere e
chiedere più dello stretto necessario, è perché porta sulle spalle il
peso formidabile del destino di tutta la nazione.
I veri fascisti hanno l'obbligo di aiutarlo a portare il grave
fardello.
Come il fascista deve allora trattare il non fascista?
Vi sono dei cittadini non iscritti al partito, ma onesti, lavoratori,
disciplinati. Essi vanno rispettati.
Vi sono degli altri che sordamente si adoperano ai danni del Fascismo:
combatterli senza quartiere è un dovere.
Anche con la violenza?
Anche con la violenza, se questa è necessaria: ma poiché il Fascismo è
forte e nessun pericolo lo minaccia, la violenza non è necessaria.
E se sarà necessaria?
Quando sarà necessaria essa non dovrà essere lasciata all'arbitrio di
ognuno.
In ogni circostanza poi non dovrà andare mai disgiunta dal senso di
cavalleria e di generosità; dovrà essere sempre guidata da un'idea e
mai da un basso calcolo.
Ma è morale la violenza?
Quando è una dolorosa necessità, quando è una necessità chirurgica, la
violenza è morale, più morale del compromesso e della transazione.
Quali violenze sono da riprovare?
Le violenze spicciole, le violenze brute, non intelligenti, quelle che
hanno carattere di vendetta personale e non di difesa nazionale,
soprattutto quelle di dieci contro uno.
È da augurarsi però di non doverla mai usare?
Certo. La violenza può essere necessità durissima di certe determinate
ore storiche, ma ogni fascista deve portare nel cuore il sogno
dell'Italia pacifica, concorde, laboriosa, in cui tutti si sentano
figli della stessa Patria.
Allora la Camicia Nera non è simbolo di violenza?
No. La Camicia Nera è simbolo di ardente devozione alla Patria, di
spirito di sacrificio, di coraggio e di forza, ma non di violenza:
essa perciò non può essere indossata se non da coloro che nel petto
albergano una fede pura.
Basta la fede?
Si, se la fede nasce da una volontà ferrea, tenace, che non
indietreggia davanti ad alcun ostacolo.
Come si costruisce la propria volontà?
Non si costruisce con gli evviva e con gli alalà, ma con la fatica
quotidiana, aspra, dolorosa, che non vuole e non chiede conforto di
parole.
Quale è il comandamento del fascista?
Ecco il comandamento del fascista:
ama il lavoro per l'orgoglio che dà all'individuo e per l'armonia che
crea nella Nazione.
Fa che la fede vinca sempre su la ragione egoista del tornaconto, del
puntiglio e del personalismo.
Pensa che ogni bega ed ogni dissenso sono un ritardo frapposto
all'ordine mirabile del Costruttore.
Pensa che ogni gesto inconsulto è un'offesa a coloro che realmente
combatterono nella guerra e nella Rivoluzione.
Come deve vivere il vero fascista?
Il fascista puro, degno, veramente servi fedele e milite disciplinato
dell'idea, deve contentarsi di servire con devota umiltà la Nazione.
LA NAZIONE E LE SUE BASI
Che cosa è la Nazione?
Oltre cinquanta milioni di italiani che hanno lo stesso linguaggio, lo
stesso costume, lo stesso sangue, lo stesso destino, gli stessi
interessi: una unità morale, politica ed economica che si realizza
integralmente nello Stato fascista: ecco la Nazione.
Un cittadino però può vivere a sé?
Vivere a sé per amore di tranquillità significa disinteressarsi della
Nazione per egoismo, e ciò è da vile, ed essendo da vile non è
fascista.
Poi non è possibile straniarsi dalla vita della Nazione.
Perché non è possibile?
Non è possibile, anche volendo, perché non è possibile rinnegare la
propria madre.
Che cosa ci lega alla Nazione?
Ciò che soprattutto ci lega alla Nazione è l'orgoglio di sentirci suoi
figli, l'orgoglio di esser figli di questa Italia che le altre genti
invidiano per il suo passato glorioso e il suo sicuro fulgido
avvenire.
Anche il Fascismo sente l'orgoglio del passato?
Si, ma per il Fascismo esso non è un orgoglio di passività: bisogna
essere degni di quella grandezza, non viverci sopra, non sfruttarla
come figli degeneri.
Dire: "Noi siamo grandi perché fummo grandi", no!
Noi saremo grandi quando il passato sarà un impulso, un fermento di
vita.
C'è anche un interesse che ci lega alla Nazione?
Quali che siano le fortune della Patria, un figlio le resta sempre
devoto; ma se la Nazione è pacifica, è concorde, è laboriosa, è
prospera ed è ricca, è evidente che tutti coloro che sono in essa ne
trarranno beneficio. Sta in ciò l'interesse che ci lega alla Nazione.
Che occorre perché la Nazione sia potente?
Non si arriva alla potenza senza una disciplina interna, senza la
collaborazione intelligente, razionale, quotidiana di tutte le
energie. Soltanto così la Nazione apparirà come un esercito solo,
inquadrato, saldo, sereno e silenzioso.
Siamo dunque servitori della Nazione?
Dobbiamo sentirci tutti servitori della Nazione, a cominciare da Capo
del Governo. Dobbiamo avere l'orgoglio sacro di questa devota servitù.
Che cosa ci chiede la Nazione?
Soltanto questo: l'adempimento silenzioso del nostro dovere.
Quale è questo dovere?
È il dovere del figlio verso la madre. Amarla gelosamente,
tenacemente, devotamente.
Onorarla con ogni atto della propria vita.
Aver fede nei destini di essa, non dubitarne mai, non permettere che
altri ne dubiti.
Servirla fedelmente, senza chiedere, senza neanche aspettare compensi.
Lavorare con l'orgogliosa certezza di giovarle.
Difenderla dentro e fuori da qualsiasi nemico.
Perdonare tutto al fratello disgraziato, eccetto un atto, una parola
ostile alla Patria.
Adoperarsi perché il Governo possa interamente ed efficacemente
esplicare la sua opera.
Quali sono, secondo il Fascismo, le basi della Nazione?
Il Fascismo considera basi della società nazionale lo Statuto, la
Monarchia, la Chiesa, il Parlamento, l'Esercito.
Che cos'è lo Statuto?
Lo Statuto è il Patto tra il Re e l'Italia stipulato nel 1848, quando
l'Italia era formata dal Piemonte, dalla Liguria, dalla Sardegna e
dalla Savoia.
È dunque un patto inviolabile?
Si, non potrà assolutamente essere violati in ciò che è conquista
incorruttibile del nostro Risorgimento, ma potrà essere aggiornato per
renderlo, là dove è incompleto o manchevole, consono ai nostri tempi.
E potrà essere modificato un patto tanto solenne?
Il potere legislativo può modificare lo Statuto, e l'ha già fatto per
parecchi articoli che sono stati adattati a bisogni nuovi non
prevedibili nel 1848.
Quale è la più importante di queste modificazioni?
L'inserzione del Gran Consiglio Fascista tra i massimi organi della
Costituzione italiana al fine di regolare i supremi rapporti tra il
Sovrano, il Governo e la Nazione, salvaguardando così gli inesorabili
sviluppi della Rivoluzione Fascista.
E la Monarchia che cos'è per il Fascismo?
La Monarchia è il simbolo sacro, glorioso, tradizionale, millenario
della Patria.
Perché la Rivoluzione fascista non l'ha toccata?
Perché essa rappresenta la continuità storica della Nazione e adempie
perciò ad un compito d'una importanza incalcolabile.
Non solo la Rivoluzione fascista non l'ha toccata, ma l'ha
fortificata, l'ha resa più augusta.
E la Monarchia si oppose al Fascismo?
Non si oppose e non poteva, perché il Fascismo si prefiggeva, prima di
tutto, di ristabilire il prestigio dell'autorità.
Del resto, Casa Savoia non si è mai opposta alla volontà popolare. E
nell'ottobre del 1922 permise d'immettere nelle stracche arterie dello
Stato Parlamentare la nuova impetuosa corrente fascista uscita dalla
Guerra ed esaltata dalla Vittoria.
Perché la Chiesa è considerata una delle basi della società nazionale?
Perché la Religione è patrimonio sacro dei popoli e la Chiesa ne ha la
suprema podestà.
Che cosa il Fascismo riconosce alla Chiesa?
Il Fascismo riconosce alla Chiesa questa suprema podestà, la sua
universalità, la sua necessaria libertà nel campo religioso, la forza
morale immensa esercitata nel mondo ed ha imposto ed impone nella vita
pubblica il massimo rispetto per la Chiesa.
Ha la Chiesa qualche particolare significato per il Fascismo?
Per il Fascismo la tradizione latina ed imperiale di Roma è
rappresentata anche dal Cattolicesimo, che è un'idea universale che si
irradia da Roma.
Può il Fascismo non essere religioso?
No. Il Fascismo non è ateo, è un esercito di credenti. Soltanto la
religione rende possibile la realizzazione dei grandi ideali umani. La
scienza cerca affannosamente di spiegare i fenomeni della vita, ma non
arriva a spiegare tutto: rimane sempre una zona di mistero, una parete
chiusa su cui una sola parola deve essere scritta: "Dio".
E l'Esercito che cosa rappresenta per il Fascismo?
L'Esercito ha diritto al maggior rispetto e alla devozione più
profonda: infatti esso occupa un posto d'onore nello spirito degli
italiani devoti alla Patria.
E perché in altri tempi era possibile vilipendere l'Esercito?
Erano tempi bastardi. Se oggi i soldati possono portare sul petto i
segni della gloria da loro conquistata in guerra, se i mutilati non
sono costretti a piangere sui loro moncherini, lo si deve al Fascismo.
Quale'è il compito dell'Esercito secondo il Fascismo?
Il Fascismo non chiede all'Esercito nulla che non sia l'adempimento
del suo dovere. L'Esercito ha un compito solo, il compito supremo:
prepararsi per essere pronto in ogni momento a difendere gli interessi
della Nazione.
E il compito della Milizia?
Il compito della Milizia è la difesa della Nazione e della Rivoluzione
fascista.
È un supplemento all'Esercito?
No, non è e non deve essere un supplemento all'Esercito, o, peggio, un
doppione dell'Esercito: i suoi compiti sono tali che l'Esercito, per
la sua stessa natura, non puo' più sopportare: e sono compiti
limitati, specifici, nettamente definiti, in modo da evitare
contrasti.
Di chi è composta la Milizia?
È composta di cittadini, contadini, operai, combattenti che lavorano
tutta la settimana e si presentano solo quando sono chiamati. La
Nazione fa affidamento sul loro spirito volontaristico.
Chi la comanda?
I tre quarti degli ufficiali della Milizia vengono dall'Esercito:
quasi tutti i comandanti sono generali dell'Esercito. Capo supremo è
il Duce.
Questo è una garanzia della completa devozione della Milizia alla
Patria.
Quali sono pertanto gli organi fondamentali del Regime?
Sono tre: il Partito che è la riserva politica del Regime, mentre le
Corporazioni ne sono la riserva economica e la Milizia ne è la sua
salvaguardia militare.
Qual' è il compito del Partito?
Il partito deve fascistizzare la Nazione dall'alto al basso e dal
basso all'alto, il Partito deve dare le classi dirigenti fasciste per
tutte le istituzioni maggiori e minori del Regime.
Il Fascismo e il Partito sono una cosa sola?
Il Fascismo non è soltanto un raggruppamento d'italiani intorno ad un
determinato programma realizzato e da realizzare, ma è soprattutto una
fede che ha avuto i suoi confessori e nei cui ordinamenti operano,
come militanti, gli Italiani nuovi. Il Partito è la parte essenziale
di questi ordinamenti e la funzione del Partito è fondamentalmente
indispensabile per la vitalità del Regime.
LO STATO FASCISTA
Che cosa è lo Stato?
Lo Stato è l'organizzazione politica e giuridica della Società
Nazionale, e si estrinseca in una serie di istituzioni di vario
ordine.
Ma più precisamente, secondo il Fascismo, che cos'è lo Stato?
Secondo il Fascismo lo Stato è l'Autorità suprema che subordina
l'attività e gli interessi sei singoli cittadini all'interesse
generale della Nazione.
Questa Autorità si esplica col potere esecutivo.
E gli interessi della Nazione coincidono allora con gli interessi
dello Stato?
Si. Lo Stato non può essere che la espressione unitaria, assoluta
della volontà, della potenza e della coscienza della Nazione intesa
come espressione di razza, e tutto ciò che è dentro i confini della
Nazione deve essere sottoposto all'autorità dello Stato. Lo Stato
inteso in questo sensi ha non solo il dovere ma ha il diritto di
fissare le norme, le vie e le leggi con le quali, e attraverso le
quali, l'attività delle classi e degli individui è nettamente
determinata.
Che cos'è il Potere esecutivo?
È il potere onnipossente ed operante nella vita della Nazione: il
potere che decreta le cose più grandi che possono avvenire nella
storia di un popolo: è il potere che dichiara la guerra e conclude la
pace.
È allora un Potere sovrano?
Questo potere esecutivo, che dispone di tutte le forze armate dello
Stato, è il potere sovrano della Nazione. Capo supremo di esso è il
Re.
Questa nuova concezione dello Stato urta contro vecchie concezioni?
Si. Urta contro la concezione dello Stato marxista e contro la
concezione dello Stato liberale, ambedue poggiate su errori
fondamentali.
Qual'è l'errore fondamentale del marxismo?
L'errore fondamentale del marxismo è quello di credere che nello Stato
vi siano due classi soltanto: quella degli operai e quella dei
capitalisti. Errore maggiore il credere che queste due classi siano in
perenne contrasto fra di loro. Il contrasto vi può essere, ma è di un
momento e non è sistematico.
In merito alla lotta di classe quale differenza v'è tra il marxismo e
il Fascismo?
Questa: che per i socialisti la lotta di classe è la regola, mentre
per il Fascismo la lotta di classe è la eccezione: la collaborazione
di classe per loro è la eccezione e per il Fascismo la regola.
Perché la lotta di classe non potrebbe essere la regola?
La lotta di classe può essere un episodio nella vita di un popolo, non
può essere la regola quotidiana, perché, se fosse la regola,
produrrebbe la distruzione della ricchezza e quindi la miseria
universale.
Allora capitale e lavoro non sono termini in opposizione?
No. Capitale e lavoro non sono due termini in opposizione, sono due
termini che si completano: l'uno non può fare a meno dell'altro, e
quindi devono intendersi.
Come devono intendersi?
Collaborando reciprocamente.
È nell'interesse degli industriali che gli operai siano sereni,
conducano una vita tranquilla, e non siano assillati da bisogni
insoddisfatti.
Ma è anche nell'interesse degli operai che la produzione si svolga con
ritmo ordinato, poiché il lavoro è la cosa più solenne, più nobile,
più religiosa della vita.
Anche il socialismo riconosceva i legittimi diritti degli operai?
Si, ma perché riteneva che il numero, la massa, la quantità senz'altro
potesse creare un tipo speciale di civiltà nell'avvenire.
Il Fascismo, invece, vuole il benessere del proletariato perché è
convinto che non ci può essere nazione tranquilla, concorde e forte,
se i suoi operai sono condannati a condizioni di vita disagiata.
È dunque giusto che gli operai vogliano migliorare le loro condizioni
di vita?
È giusto ed è legittimo che gli operai si difendano per migliorare le
loro condizioni di vita, materiali e morali. Ma per far ciò non è
necessario di seguire le chimere internazionalistiche; per far ciò non
è necessario di rinnegare la Patria e la Nazione, perché è assurdo,
prima ancora di essere criminoso, rinnegare la propria madre.
Perché il Fascismo ha combattuto i dirigenti del socialismo?
Se il Fascismo non può avversare le legittime aspirazioni dei
lavoratori, ha il preciso dovere di combattere i falsi profeti, che,
profittando della ingenuità e della ignoranza delle masse, dei loro
reali bisogni, delle reali loro sofferenze, le spingevano ciecamente e
brutalmente contro la Nazione.
I capitalisti non sono i nemici del proletariato?
Secondo la dottrina socialista, i capitalisti sono gli aguzzini, i
vampiri del povero proletario. Secondo la dottrina fascista, i
capitalisti moderni sono dei capitani di industria, dei grandissimi
organizzatori; uomini che hanno e devono avere altissimo senso di
responsabilità civile ed economica, uomini dai quali dipende il
destino di migliaia e decine di migliaia di operai.
E che cos'è la proprietà?
La proprietà non è già un furto, come si legge nella bassa letteratura
socialista, ma spesso è il risultato di risparmi e di fatiche da parte
di gente che si è sottoposta a prove durissime, si è spesso privata
del necessario pur di raggranellare quel peculio che ha poi il
sacrosanto diritto di trasmettere a coloro che verranno dopo.
Allora la proprietà è un diritto?
Si, ma non è soltanto un diritto, bensì anche un dovere; non è un bene
egoistico, ma piuttosto un bene che bisogna impiegare e sviluppare a
vantaggio degli altri.
Quale è l'errore fondamentale dello Stato liberale?
L'errore fondamentale dello Stato liberale è quello della neutralità
assoluta davanti alle competizioni collettive dei cittadini, i quali
possono combattersi sino ad annullarsi e a colpire, di conseguenza, lo
stesso Stato.
Quali erano le relazioni tra il popolo e lo Stato prima del Fascismo?
Durante gli anni del regime demo-liberale, le masse lavoratrici
guardavano con diffidenza allo Stato, la cui autorità non era benefica
a loro; erano al di fuori dello Stato e perciò operavano senza curarsi
di esso; erano contro lo Stato che consideravano come un nemico d'ogni
giorno e di ogni ora.
Quale posizione prendeva lo Stato liberale nei conflitti fra capitale
e lavoro?
Davanti ai conflitti fra capitale e lavoro lo Stato liberale si tirava
in disparte, e solo quando il contrasto veniva a minacciare troppo
pericolosamente e apertamente la compagine statale, esso interveniva e
troncava il contrasto pronunciando la sentenza.
E risolveva il conflitto?
Non lo risolveva, perché nessuna delle parti accettava l'arbitrato,
non riconoscendo allo Stato il diritto di sentenziare, ma
preoccupandosi piuttosto di sfuggire alla volontà statale.
Che cosa si è sostituito al vecchio Stato?
Al vecchio Stato ormai sepolto, si è sostituito lo Stato corporativo
nazionale, lo Stato che raccoglie, controlla e accorda gli interessi
di tutte le classi sociali.
È possibile questa corporazione integrale?
Si, ma solo sul terreno dello Stato, perché solo lo Stato sta al
disopra degl'interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi, per
coordinarli a un fine superiore. L'attuazione è resa più spedita dal
fatto che tutte le organizzazioni economiche riconosciute, garantite,
tutelate nello Stato corporativo, vivono nel Fascismo; accettano cioè
la dottrina e la pratica del Fascismo.
Quale è il caposaldo dello Stato fascista?
Il caposaldo dello Stato fascista è lo Stato forte: cioè lo Stato
capace di difendersi e di difendere la Nazione da tutti gli attacchi.
Il concetto di Stato forte non urta contro il concetto di libertà?
Il concetto di Stato fascista urta certamente contro il vecchio
concetto di libertà, per cui un cittadino può tutto, perfino
impunemente cospirare contro lo Stato, vilipendere le istituzioni e
negare la Patria.
Qual'è il giusto concetto di libertà?
Il concetto di libertà non può essere assoluto, perché nella vita
nulla vi è di assoluto. Anche nelle prime società barbare non era
possibile la libertà illimitata, la libertà di fare ciò che si vuole
contro l'altro individuo o contro la comunità. Anche allora c'era un
capo, una legge o semplicemente un patto che limitava la libertà
individuale.
Allora il concetto di libertà può essere modificato dalle vicende
storiche?
Certo, il concetto di libertà cambia secondo le vicende e il grado di
civiltà.
C'è una libertà in tempo di pace e una libertà in tempo di ricchezza
che non può essere goduta in tempo di povertà.
E come allora ogni partito invoca la libertà?
Ogni partito invoca non la libertà, ma la propria libertà. La libertà
dei comunisti, infatti, non è quella dei democratici, e la libertà dei
liberali non è quella dei popolari.
A ogni modo, la libertà è un diritto del cittadino?
Nella concezione fascista la libertà non è un diritto del cittadino, è
un dovere del cittadino. È dovere del cittadino giudicare liberamente,
lavorare liberamente, servire liberamente la Nazione.
La libertà non è una concessione del Governo; è una conquista che i
cittadini devono fare sopra se stessi, per rendersi cioè assolutamente
liberi da ogni altra idea, da ogni partito davanti alla Patria.
Quale libertà Fascismo non potrà mai dare?
Se per libertà s'intende il diritto di sospendere ogni giorno il ritmo
tranquillo e ordinato del lavoro della Nazione; se per libertà
s'intende il diritto di cospirare contro lo Stato; se per libertà
s'intende il diritto di offendere simboli della Religione, della
Patria e dello Stato, questa libertà il Fascismo non la darà mai.
Quali sono allora le libertà del Fascismo?
Quella di lavorare, quella di possedere, quella di onorare
pubblicamente Dio, quella di esaltare la Patria e le istituzioni,
quella di avere la coscienza di se stesso e del proprio destino,
quella di sentirsi un popolo forte e non già un semplice satellite
della cupidigia e della demagogia altrui. Ecco le libertà, già
compromesse o perdute, e ridate dal Governo fascista al popolo
italiano.
CAPITALE E LAVORO
Perché il lavoro è dovere sociale?
Il lavoro è dovere sociale perché colui che lavora non fa soltanto il
suo interesse, ma collabora agl'interessi della Nazione.
Allora le sorti del lavoratore sono legate a quelle della Nazione?
Si. Le sorti del popolo lavoratore sono intimamente legate alle sorti
della Nazione. Se la Nazione grandeggia, anche il popolo diventa
grande e ricco; ma se la Nazione perisce, anche il popolo muore.
Per questa superiore ragione sociale la collaborazione tra capitale e
lavoro è indispensabile.
Da che cosa è regolata la collaborazione tra capitale e lavoro nello
Stato fascista?
La collaborazione tra capitale e lavoro nello Stato corporativo
fascista è regolata dalla Carta del Lavoro.
Che cos'è la Carta del Lavoro?
La Carta del Lavoro è una specie di statuto il quale determina la
formula dell'accordo che deve regolare la prestazione dell'opera.
Perché lo Stato fascista tutela il lavoro?
Perché il lavoro, sotto tutte le sue forme intellettuali, tecniche e
manuali - è un dovere sociale; e come tale, e soltanto come tale, lo
Stato lo tutela e lo disciplina.
Significa ciò che l'organizzazione è obbligatoria?
No. L'organizzazione sindacale o professionale è libera; ma solo il
sindacato legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello
Stato ha diritto di rappresentare la categoria di datori del lavoro e
di lavoratori per cui è costituito.
Quali diritti concede questo riconoscimento?
L'organizzazione sindacale riconosciuta dallo Stato, per questo
riconoscimento, può tutelare i suoi iscritti di fronte allo Stato e
alle altre associazioni professionali, stipulare contratti collettivi
di lavoro, imporre contributi agli appartenenti, esercitare, rispetto
ad essi, funzioni delegate di interesse pubblico.
Allora le corporazioni sono organi dello Stato?
La legge infatti le riconosce come organi di Stato.
Quali doveri hanno verso lo Stato i datori di lavoro?
Le associazioni professionali di datori di lavoro hanno l'obbligo di
promuovere in tutti i modi l'aumento e il perfezionamento della
produzione e la riduzione dei costi.
Come lo Stato interviene nelle controversie del lavoro?
Interviene con la Magistratura del Lavoro che è organo creato a tale
scopo: essa opera quando le controversie sono causate da inadempienze
dei contratti o da nuove condizioni di lavoro.
Che cosa si è raggiunto con la Carta del Lavoro?
Dopo secoli di lotte feroci e sterili si è raggiunta l'armonia delle
varie classi: la solidarietà fra tutti i cittadini di fronte agli
interessi superiori della Patria.
Questi interessi sono i limiti a ogni diritto individuale, da quelli
della proprietà a quelli del lavoro e del salario.
LA VITA E LA FORZA DELL'ITALIA FASCISTA
La fede, la disciplina, il lavoro, la produzione basteranno ad
assicurare l'avvenire, il benessere e la potenza dell'Italia e degli
italiani?
No, tutto ciò è poggiato sulla vitalità e sulla natalità del popolo
italiano. Bisogna rammentare che la prima forza di una nazione, la
possibilità della sua potenza e del suo benessere sta nel numero dei
suoi figli.
Ma il popolo italiano non è forse il più prolifico?
Non è vero; la verità è diversa ed è triste; anche in Italia
diminuiscono le nascite.
Il moto di diminuzione non è soltanto progressivo, ma si accelera ogni
anno di più. I morti superano i nati. Le culle sono vuote, i cimiteri
si allargano.
Come si spiega allora che le città diventano sempre più popolose?
Le città diventano popolose ma non per virtù proprie, sibbene perché
vi accorrono i rurali. Così si fa il deserto nei campi; ma quando il
deserto estende le sue plaghe alla abbandonate e bruciate, la città è
presa alla gola; né i suoi commerci, né le sue industrie possono
ristabilire l'equilibrio ormai irreparabilmente spezzato perché le
famiglie rurali che prima erano prolifiche, fattesi cittadine,
divengono sterili.
Come si porta' impedire la diminuzione delle nascite?
È stato chiaramente dimostrato che la sterilità dei cittadini è in
relazione diretta coll'aumento sproporzionato della città.
Occorre con ogni legge favorevole tener fermi i contadini e gli operai
ai campi e ai piccoli centri; bonificare tutte le contrade oggi
malsane per dare possibilità di lavoro e di vita ai rurali; occorre
venire in aiuto con provvidenze varie alle famiglie che hanno ricca
figliolanza.
Questo non è già ciò che il regime farà; è ciò che ha già fatto o è in
via di fare.
E si potrà riuscire?
Non sarà impossibile, perché il popolo italiano è ancora capace di
reazione, perché il suo costume morale è sano e viva è la sua
coscienza religiosa.
E se non si riuscisse?
Sarebbe la morte della Nazione. Una nazione esiste non solo come
storia e come territorio, ma come massa umana che si riproduce di
generazione in generazione. Caso contrario è la servitù o la fine.
Se non si riuscisse ogni opera della rivoluzione fascista cadrebbe nel
nulla.
Perché?
Perché a un certo momento campi, scuole, caserme, navi, officine non
avranno più uomini.
Ma la natalità sarà quello che distinguerà il popolo fascista dagli
altri popoli europei, in quanto indicherà la sua vitalità e la sua
volontà di tramandare questa vitalità nei secoli.
Ma ci sarà posto e lavoro per altri milioni d'italiani?
Si, lo ha detto il Duce.
In una Italia tutta bonificata, coltivata, irrigata, disciplinata,
cioè fascista, c'è posto e pane ancora per dieci milioni di uomini.
Sessanta milioni d'italiani faranno sentire il peso della loro massa e
della loro forza nella storia del mondo.
Quale è dunque il comandamento del Duce?
Tornare alla Terra. Non si può parlare di ricostruzione nazionale, non
si può parlare di grandezza da conquistare, se non si risolve il
problema agrario.
Perché?
Perché l'Italia ha nella terra la sorgente maggiore di produzione e di
ricchezza, e il cittadino italiano è, nel suo intimo, contadino anche
quando non maneggia gli strumenti agricoli.
In che cosa essenzialmente consiste il problema agrario?
Essenzialmente consiste nella necessità urgente di ricavare dal suolo
nazionale tutto quanto occorre alla vita materiale della Nazione,
perché questa possa vivere del suo e affrancarsi da ogni dipendenza
straniera.
Gli altri Governi non hanno studiato l'importante problema?
Sempre il problema agrario è stato studiato dai Governi; ma il
Fascismo ha sostituito la volontà tenace al desiderio vago, il
provvedimento pronto ai lunghi studi delle Commissioni.
Potrà essere risolto il problema agrario?
Deve essere risolto, e sarà risolto. Il Duce, che ha viva simpatia per
i rurali, tanto da qualificarsi con orgoglio contadino, vuole
risolverlo, anche per un preciso dovere verso i contadini.
Che cosa occorre prima di tutto?
Prima di tutto occorre che i lavoratori restino affezionati alla loro
terra, non se ne allontanino, ma formino quasi una cosa sola con essa.
Come si potrà impedire che i contadini si allontanino dalla terra?
Aiutandoli perché trovino il loro tornaconto a restare contadini;
facilitando le varie forme di compartecipazione agli utili delle
aziende agricole; consentendo che, per gradi, senza sbalzi repentini,
che nuocerebbero all'economia rurale, essi giungano al pacifico
possesso della terra.
Il contadino merita questo interessamento dal Governo?
Si. Non bisogna dimenticare che i nostri contadini, sani di corpo e di
spirito, fecero la guerra eroicamente, e poi fermarono, col loro buon
senso e il loro attaccamento alle istituzioni, la marea bolscevica che
minacciava la Nazione. Essi hanno intatte le più belle virtù della
nostra razza e costituiscono la spina dorsale della Nazione.
LA PATRIA NEL MONDO
Quali sono i capisaldi della politica fascista?
Sono due: la dignità e l'utilità nazionale. Il Fascismo non farà mai
una politica estera che non salvaguardi gelosamente la dignità
dell'Italia; o non ne difenda a viso aperto i giusti interessi.
Esso segue perciò una politica di pace ma non di suicidio.
Che cosa significa precisamente: politica di pace ma non di suicidio?
Significa una politica che mira sinceramente e volontariamente a
mantenere la pace, senza per questo compromettere l'onore e
l'interesse, cioè la vita della Nazione, in omaggio a false ideologie.
Quali sono queste false ideologie?
È falsa ideologia che il diritto vinca sempre sulla violenza, che il
bene vinca sempre sul male; sono false ideologie la pace perpetua e
universale, la fratellanza dei popoli, ecc., ecc.
Ma una volta il popolo italiano non ha creduto a queste ideologie?
L'Italia ha creduto a queste ideologie e ha sinceramente operato a
servizio di esse, ma l'esperienza della pace dopo la guerra fu amara.
A sue spese l'Italia imparò che le nazioni le quali proclamano più
forte quei principi, agiscono poi per i loro egoismi.
La Società delle Nazioni non è sufficiente garanzia per la giustizia e
la pace?
Ammettiamo pure che la Società delle Nazioni abbia la buona intenzione
di assicurare la pace; ma i mezzi di cui essa dispone non danno la
sicurezza della buona riuscita.
Un disarmo generale non assicurerebbe la pace?
Nessuno può essere contrario a qualsiasi tentativo di disarmo, ma
bisogna essere prudenti e circospetti.
Il Fascismo, che ama guardare la realtà fin nel suo profondo, non
crede per ora alla possibilità del disarmo. Se anche esso fosse
universale, completo, sincero, simultaneo, controllato, sarebbe sempre
soltanto disarmo militare. Gli spiriti guerreschi sopravviverebbero e
sopravviverebbe la possibilità che un popolo grande ingoi un popolo
piccolo.
Allora avremo altre guerre?
Nessuno può sapere che cosa riserbi il destino all'Italia. Il Governo
fascista vuole sinceramente la pace, e infatti nessun paese può
vantare tanti accordi e trattati di pace quanti, in questi ultimi
anni, ne ha conclusi l'Italia.
Ma desiderare la pace e adoperarsi per mantenerla non significa negare
gli smodati egoismi, le gelosie, le invidie, i rancori internazionali.
L'Italia ha il preciso dovere di tenersi pronta alla difesa.
Che cosa occorre per essere pronti?
Per essere pronti a tutti gli eventi è necessario agguerrire
l'Esercito, la Marina, la Aviazione e la Milizia.
E basta?
Non basta. Non sarà ancora possibile fare una politica estera di
dignità e di fermezza se la nazione non darà quotidianamente
spettacolo di ferrea disciplina, dentro e fuori i confini politici.
Perché anche fuori i confini politici?
Perché i cittadini italiani che vivono fuori dalla Patria devono
essere i migliori collaboratori del Governo nella politica estera.
E come?
Se gl'italiani residenti all'estero danno quotidiano esempio di onesta
laboriosità, di dignità, di geloso orgoglio nazionale, di civile
disciplina, di fratellanza al di sopra delle classi e dei partiti, di
rispetto per le leggi del paese che li ospita; danno la migliore prova
del buon diritto dell'Italia a collaborare per la civiltà del mondo.
Insomma gl'italiani all'estero devono essere i propagandisti della
loro Patria, per tenere alto il prestigio e facilitarne la sempre più
larga espansione spirituale.
Che cosa significa espansione spirituale dell'Italia?
La nostra Italia, che è stata sempre maestra di civiltà, deve far
conoscere agli altri popoli i prodotti del suo spirito, cioè la sua
lingua, la sua arte, i suoi libri, le sue scoperte, le sue invenzioni,
il suo lavoro: la sua civiltà, insomma.
Come si può riassumere dunque la nuova politica estera dell'Italia?
Si riassume in questa necessità che deve essere sempre presente ai
governanti e al popolo: essere inesorabilmente forti, concordi,
produttivi.
La concordia dà prestigio al Governo che parla in nome del popolo; la
forza sostiene il prestigio del Governo; il lavoro produttivo affranca
la Nazione dagli altri e rende il Governo veramente indipendente.
IL DUCE
Che cosa è necessario alla buona riuscita di tutta la vasta opera di
ricostruzione nazionale?
Alla buona riuscita di tutta la vasta opera di ricostruzione nazionale
è necessario il concorde entusiastico sacrificio del popolo italiano
guidato e illuminato dalla volontà ferrea di Benito Mussolini.
Chi è Benito Mussolini?
Benito Mussolini è il Duce del Fascismo e il Capo del Governo
fascista. È il figlio prediletto della Patria rinnovellata: è Colui
che riuscì a salvarla dal precipizio verso cui correva con gli occhi
bendati, ed ora la guida per il raggiungimento di superbe mete degne
del passato.
Perché è Duce del Fascismo?
Perché è stato Lui che ha creato il Fascismo, cioè l'invitto difensore
della Patria contro i figli bastardi e i nemici esterni, il tenace
assertore del diritto dell'Italia.
Perché è Capo del Governo?
Perché soltanto il Capo del Fascismo che aveva sbaragliato i vari
partiti trascinanti l'Italia alla rovina, poteva raccogliere la
miseria eredità dei Governi precedenti e sulle miserie del tristo
passato ricostruire l'avvenire. Questo capì il popolo che lo chiamò a
gran voce, questo capì il RE che gli affidò il governo del Paese.
Da chi gli deriva allora il potere?
Il potere di Benito Mussolini deriva insieme dal Re e dal Popolo.
Quando è nato Mussolini?
Mussolini è nato nel 1883. Tra gli uomini politici che guidano le
grandi nazioni del mondo, Egli è il più giovane e il più grande.
Dov'è nato?
È nato a Predappio, provincia di Forlì; ma non importa il paese dov'è
nato. Egli è figlio dell'Italia e l'Italia tutta lo adora come il
migliore dei suoi figli.
Viene da famiglia nobile?
No: suo padre era un fabbro che piegava sull'incudine il ferro
rovente. Egli stesso da piccino aiutava il padre nel duro e umile
lavoro.
E come è potuto salire così alto?
Con la volontà tenace, la operosità instancabile, la fiducia serena
nelle sue forze, l'amore ardente per la Patria e il Popolo.
Quali sono le sue ambizioni?
Non ha alcuna ambizione personale.
L'unica sua ambizione è quella di render forte, prosperoso, grande e
libero il popolo italiano.
Quale è dunque la sua grande meta?
Fare il XX Secolo veda Roma, centro della civiltà latina, dominatrice
del Mediterraneo, faro di luce per tutte le genti.
Ama dunque il popolo?
Lo ama gelosamente, ma severamente: non cerca di blandirlo con la
retorica sonora di belle frasi, ma di educarlo a virili propositi: e
se domani fosse necessario essere duro con esso, saprebbe esserlo.
Ama molto i ragazzi?
Moltissimo. È il suo più tenero affetto. Egli vede nei ragazzi di oggi
l'avvenire della Patria, e vuole e si adopera perché siano degnamente
preparati.
Per questo il popolo lo segue?
Per questo il popolo lo segue e lo ama, e questo amore è la migliore
ricompensa alle sue fatiche.
Gli costa fatica il Governo?
Una fatica immane; e non si stanca perché appartiene alla razza dei
nuovissimi italiani, che non si sgomentano mai, ma procedono sempre
intrepidamente per la strada segnata dal destino. Egli stesso dice:
"se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se mi uccidono,
vendicatemi".
Qual'è il motto della sua vita?
Il motto della sua vita è quello dell'italiano nuovo: "Durare e
camminare".
Qual'è il dovere degl'italiani verso Mussolini e verso la Rivoluzione
fascista?
E' contenuto in questo: «Giuro di eseguire senza discutere gli ordini
del Duce e di servire con le mie forze e, se necessario, col mio
sangue, la causa della Rivoluzione fascista».
> LA DOTTRINA FASCISTA - 1929
>
W IL DUCE !!!
--
Radio Vaticana uccide
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
> LA DOTTRINA FASCISTA - 1929
Semplicemente aberrante.
Tra le forme di pensiero più abiette e meschine che abbia mai partorito il
pensiero umano.
--
Massimo < Nathan > Salvioni
scotte...@gmail.com
http://www.anobii.com/people/natanaele/
EIA EIA! ALALA'!
Camerata HAL:
Ma vaffa'...
La tua anima nera cova sempre sotto la merda, vero?
Ciao
Gigio c'è
Programma semplice: abolire la libertà dei cittadini.
W piazzale Loreto.
e
Segnalato alla Polizia Postale per apologia di fascismo.
Nara
"Zio Benito" <ziob...@ymail.com> ha scritto nel messaggio
news:7cb7e387-a549-4b13...@a31g2000vbt.googlegroups.com...
Non c'e' che dire, tu si che sei uno che sa argomentare. D'altronde
tutti quelli che cercano solo di derubare il prossimo dietro belle
parole, si sciolgono come neve al sole quando ci si approccia verso di
loro con un minimo spirito critico.
Affermazione stupida e pretestuosa. Sempre nella vita sociale degli
uomini la liberta' deve essere limitata. Ovunque esistono volonta'
contrapposte, c'e' qualcuno che deve rinunciare alla sua liberta'. il
punto è, da sempre , stabilire a quali liberta' si deve rinunciare per
il bene collettivo. Ed onestamente tanti di quelli che inneggiano alla
liberta', in realta' intendono solo liberta' di fare i propri porci
comodi.
Questo piatto lo abbiamo già assaggiato, e faceva schifo. Per questo lo
abbiamo sputato e non lo ordineremo più. Anche se ogni tanto cercano di
riproporcelo sul menu con qualche altro bel nome.
-pa-
senti ancora il bisogno di argomentare ? La Storia con la
esse maiuscola non ha già argomentato a sufficienza ?
> D'altronde
> tutti quelli che cercano solo di derubare il prossimo dietro belle
> parole,
questo non l'ho capito. La nostra costituzione, che rinnega
il fascismo e dichiara fuorilegge il partito omonimo,
secondo te si prefigge/va di derubare chicchessia ? Che idee
confuse :-(
> si sciolgono come neve al sole quando ci si approccia verso di
> loro con un minimo spirito critico.
Più che critico, direi criPtico
vabbè, tanto non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire
ciao
soviet_mario
Quoto: va a zappare e non rompere i coglioni ai veri gentiluomini,
schiavo di merda!
Impiccati te a piazzale Loreto, figlio di puttana !!!
Fottiti imbecille
No guarda qui se c'� qualcuno che cova sotto la merda sei tu....
Signor Vacca, guardi che l'apologia di fascismo non � una gran bella cosa,
dovrebbe informarsi prima di osannare ci� che la Repubblica italiana
ripudia.
Strano come certi topi di fogna siano rimasti per anni nascosti sotto la
merda, ma da un po' di tempo si siano ringalluzziti e tirino fuori la
testolina dal liquame..
Ciao, sci� sci�!
Gigio c'�
Ci vuole una derattizzazione il pi� presto possibile.
> Ciao, sci� sci�!
Ciao Gigio! ;-D
> Gigio c'�
Stella.
>