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Petizione Rai per Italiani all estero

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italiensk.info

unread,
Jun 26, 2007, 5:56:55 AM6/26/07
to
by http//www.italiensk.info
NOI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI IN EUROPA,
Stanchi, e irritati, di ricevere ormai da troppo tempo un servizio
televisivo della RAI di qualita scadente, limitato per la
distribuzione via cavo ad un solo canale,
con programmi spesso inaccessibili perche oscurati o criptati; Tenuto
conto della grande importanza per le Comunità Italiane all'estero
della
comunicazione televisiva dal punto di vista culturale, linguistico ed
informativo, come fondamentale legame con il proprio riferimento
cultuale di origine;
Ricordando che la missione della RAI come servizio pubblico è per
tutti gli Italiani, dentro e fuori i confini nazionali;
CHIEDIAMO:
1. L'eliminazione dell’oscuramento o criptaggio di programmi trasmessi
dalla RAI, siano essi sportivi (calcio, automobilismo, etc.), così
come film, serie
televisive o documentari, fuori dalle frontiere nazionali, come del
resto avviene in altri Paesi.
2. La creazione di una redazione del TG3 per i residenti italiani
nelle 5 Circoscrizioni Estero che elabori un "Telegiornale degli
Italiani all'Estero",
del tipo del "Telegiornale Regionale" di RAI 3. 3. Un adeguamento
culturale con la produzione, la programmazione e
diffusione di programmi specifici per noi Italiani all’estero, con
l’impegno delle Autorità italiane locali per la rappresentazione e la
difesa degli interessi
delle Comunità Italiane. Questi problemi si pongono in modo
specialmente urgente per noi Cittadini
Italiani residenti in Europa, in quanto non coperti dal segnale di
"RAI International"; ma hanno valenza per tutti gli Italiani
all'estero.
more from http://www.italiensk.info/article/article.php?itemID=84

R.L. Deboni

unread,
Jun 26, 2007, 8:08:22 AM6/26/07
to
italiensk.info wrote:
> by http//www.italiensk.info
> NOI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI IN EUROPA,
> Stanchi, e irritati, di ricevere ormai da troppo tempo un servizio
> televisivo della RAI di qualita scadente,

E' quello che si passa "gratis" ...

> limitato per la
> distribuzione via cavo ad un solo canale,
> con programmi spesso inaccessibili perche oscurati o criptati; Tenuto
> conto della grande importanza per le Comunità Italiane all'estero
> della
> comunicazione televisiva dal punto di vista culturale, linguistico ed
> informativo, come fondamentale legame con il proprio riferimento
> cultuale di origine;
> Ricordando che la missione della RAI come servizio pubblico è per
> tutti gli Italiani, dentro e fuori i confini nazionali;

Questa missione non e' gratuita. Agli abbonati italiani costa 104 euro
quest'anno:

http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/canone.asp

> CHIEDIAMO:
> 1. L'eliminazione dell’oscuramento o criptaggio di programmi trasmessi
> dalla RAI, siano essi sportivi (calcio, automobilismo, etc.), così
> come film, serie
> televisive o documentari, fuori dalle frontiere nazionali, come del
> resto avviene in altri Paesi.

E perche' non chiedere che si distribuisca una smart card per decoder
per la visione dei programmi oscurati ? La scheda sarebbe consegnata a
chi paga il canone. Questo tra l'altro potrebbe essere fatto anche in
Italia, specialmente con il passaggio al digitale, che e' predisposto
per una simile funzionalita' senza costi aggiuntivi per il
cliente/utilizzatore.

> 2. La creazione di una redazione del TG3 per i residenti italiani
> nelle 5 Circoscrizioni Estero che elabori un "Telegiornale degli
> Italiani all'Estero",
> del tipo del "Telegiornale Regionale" di RAI 3.

Chi paga ? Lo Stato italiano e' gia' pesantemente indebitato.

> 3. Un adeguamento
> culturale con la produzione, la programmazione e
> diffusione di programmi specifici per noi Italiani all’estero, con
> l’impegno delle Autorità italiane locali per la rappresentazione e la
> difesa degli interessi
> delle Comunità Italiane. Questi problemi si pongono in modo
> specialmente urgente per noi Cittadini
> Italiani residenti in Europa, in quanto non coperti dal segnale di
> "RAI International"; ma hanno valenza per tutti gli Italiani
> all'estero.

Un'altro della serie: "Cosa fa il mio paese per me ?"
Invece, perche' non rovesciamo la domanda: "Che cosa fa lei per il suo
paese ?"

R.L.Deboni

axo...@gmail.com

unread,
Jun 26, 2007, 4:01:28 PM6/26/07
to

> NOI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI IN EUROPA,

Con tutto il rispetto, parla per te.

Saluti Axon

italiensk.info

unread,
Jun 26, 2007, 4:28:34 PM6/26/07
to

Infatti era rivolto soltanto ai cittadini italiani residenti in europa.

axo...@gmail.com

unread,
Jun 27, 2007, 4:46:09 AM6/27/07
to

Infatti sono una cittadina italiana residente in Europa (Olanda). Il
"Comitato promotore petizione RAI" é formato da cittadini italiani
residenti all'estero, ma non mi sembra che siano stati eletti da enti
democratici e qundi dubito che possano parlare a nome di TUTTI gli
italiani residenti fuori i confini nazionali (e infatti non lo fanno).
Inoltre tra i membri appartenenti al comitato l'Olanda non vi é
neppure rappresentata. Quindi ripeto: parla per te. E se proprio ti
sta a cuore la faccenda invita eventualmente a firmare la petizione.


Saluti Axon

revm...@yahoo.com

unread,
Jun 28, 2007, 12:28:56 PM6/28/07
to
Caro Deboni,
- che si passa "gratis" non è proprio vero, dato che parliamo di un
servizio pubblico che viene pagato dalle tasse dei cittadini
italiani... di tutti... sia dentro che fuori dall'Italia, e non ci
provare a dire che "gli Italiani all'estero non pagano le tasse"
perché se no ti ricordo gentilmente cosa sono le "rimesse"... se non
lo sai.
- l'abbonamento, o canone, non c'entra più nulla con i programmi Rai.
È una tassa sul possesso dell'apparecchio televisivo, la paghi per
avere un televisore in Italia. Quindi non c'entra nulla neanche
discorsi di smartcart o cose del genere.
- se lo stato italiano è indebitato, non è certo per trasmettere i
programmi della Rai all'estero. Anzi.
- la domanda "chi fa cosa per chi", la faccia a qualcun altro, non a
chi cerca appunto di fare qualcosa per migliorare una situazione
assurda e intollerabile come l'oscuramento della Rai all'estero.
Saluti cordiali
M.Gabrielli

revm...@yahoo.com

unread,
Jun 28, 2007, 12:36:28 PM6/28/07
to

Cara Axon, se leggi con attenzione, il "Noi cittadini italiani" è sul
testo della Petizione, che richiede appunto la firma di cittadini
italiani residenti in Europa: non è il Comitato Promotore che pretenda
rappresentare "tutti", evidentemente. Petizione che sarà appunto di un
gruppo, speriamo il più ampio e rappresentativo possibile, di
cittadini italiani residenti in Europa, rivolta alle autorità
competenti italiane del Parlamento, del Governo e della stessa Rai.
Si invita a firmare la Petizione dal sito http://www.petizionerai.org,
dove si possono scaricare i moduli per le firme, e ci sono molte altre
informazioni, materiali, riferimenti.
Per l'Olanda, hai ragione, purtroppo non abbiamo per il momento nessun
contatto: se vuoi collaborare, naturalmente ne saremmo felicissimi!
Manda se vuoi un mail a comitato...@petizionerai.org. Quanti più
saremo, maggiori probabilità di successo avremo!
Un caro saluto
Mario

R.L. Deboni

unread,
Jun 29, 2007, 6:18:09 AM6/29/07
to
revm...@yahoo.com wrote:
> Caro Deboni,
> - che si passa "gratis" non è proprio vero, dato che parliamo di un
> servizio pubblico che viene pagato dalle tasse dei cittadini
> italiani... di tutti... sia dentro che fuori dall'Italia, e non ci
> provare a dire che "gli Italiani all'estero non pagano le tasse"
> perché se no ti ricordo gentilmente cosa sono le "rimesse"... se non
> lo sai.

Si legga il bilancio RAI prima di dire queste ...

http://www.bilancio2005.rai.it/ita/bilancio/index.htm

e poi provi a ripetere che la RAI e' finanziata DIRETTAMENTE con le
tasse dei cittadini.

> - l'abbonamento, o canone, non c'entra più nulla con i programmi Rai.
> È una tassa sul possesso dell'apparecchio televisivo, la paghi per
> avere un televisore in Italia. Quindi non c'entra nulla neanche
> discorsi di smartcart o cose del genere.

Mi scusi, chi incassa questa tassa (si legga il bilancio RAI).

> - se lo stato italiano è indebitato, non è certo per trasmettere i
> programmi della Rai all'estero. Anzi.

La menzione del debito era riferita alla sua proposta di "estendere il
servizio" con i soldi delle tasse.

> - la domanda "chi fa cosa per chi", la faccia a qualcun altro, non a
> chi cerca appunto di fare qualcosa per migliorare una situazione
> assurda e intollerabile come l'oscuramento della Rai all'estero.

Lei CHIEDE un servizio. Non sta offrendo qualcosa alla nazione.

R.L.Deboni

revm...@yahoo.com

unread,
Jul 3, 2007, 4:50:53 PM7/3/07
to
Caro R.L. Deboni,

La Rai, come servizio pubblico, è finanziata dalle tasse dei cittadini
(a parte i proventi della pubblicità naturalmente); direttamente o
indirettamente, attraverso i vari prelievi fiscali tra cui quello
della tassa sugli apparecchi televisivi - se non ci fosse questa, ce
ne sarebbe un'altra - ma la questione, la sostanza, è appunto quella:
nessun servizio pubblico è "gratis", ma è pagato dai cittadini con le
loro tasse.

Riguardo al fatto di "chiedere un servizio" e di "offrire qualcosa
alla nazione", vorrei non essere io a risponderle, ma un qualunque
cittadino di quelli di prima, seconda o terza generazione, che abbia
dovuto lasciare il suo paese per guadagnarsi la vita, e se l'è
guadagnata con un lavoro durissimo e spesso mortale... e a questo
paese, nonostante tutto, ha mandato i frutti del suo lavoro - sa
qualcosa degli accordi del 1946 "minatori-carbone" tra Italia e
Belgio? Sa qualcosa delle quantità di rimesse che sono arrivate in
tutti questi anni, e continuano ad arrivare? Questa non è retorica
facile, ma è storia, è realtà, sono fatti.... che purtroppo tanti,
troppi, oggi in Italia non conoscono, anzi proprio ignorano, in tutti
i sensi.

E l'ignoranza è brutta, molto molto brutta.

Ecco, provi a fare le sue "considerazioni" sul "chiedere" e
sull'"offrire" a uno di questi concittadini all'estero. Magari gliele
dica direttamente, faccia a faccia. Dubito molto che troverebbe la
cordialità con cui le sto rispondendo.

Allora, R.L. Deboni, provi a riflettere prima di parlare di cose che
non sa.

Saluti

M. Gabrielli

R.L. Deboni

unread,
Jul 3, 2007, 10:10:56 PM7/3/07
to
revm...@yahoo.com wrote:
> Caro R.L. Deboni,
>
> La Rai, come servizio pubblico, è finanziata dalle tasse dei cittadini
> (a parte i proventi della pubblicità naturalmente);

La RAI non e' un "servizio pubblico".

Questo lo trova su Wikipedia:

"La televisione pubblica italiana è quindi sotto il completo controllo
dei politici (parlamento e governo), e quindi strutturalmente non
assicura una informazione indipendente e libera da essi, come invece
vorrebbe la moderna teoria della separazione dei poteri. Molti critici
hanno spesso evidenziato questo fatto accusando la RAI di mancare di
pluralismo dell'informazione, di censurare professionisti meritevoli ma
scomodi per i politici e di essere "lottizzata" da persone raccomandate
dai partiti e asservite ad essi."

La RAI ha un monopolio discutibile dell'erogazione del servizio
pubblico. Ad esempio, anni fa, Radio Radicale si era offerta per fornire
lo stesso servizio (dirette del Parlamento) per meno di un decimo dei
costi offerti dalla RAI. Indovini come e' andata a finire, tanto
paghiamo noi ...

Vogliamo fare il confronto con questo:

"The BBC is a quasi-autonomous Public Corporation operating as a public
service broadcaster. The Corporation is run by the BBC Trust; however,
the BBC is, per its charter, to be "free from both political and
commercial influence and answers only to its viewers and listeners".[3]"

A questo aggiungiamo che in Italia e' obbligatoria l'iscrizione ad
un'ordine professionale, cioe' l'Ordine dei Giornalisti, fortemente
politicizzato, ed il cerchio e' chiuso. Infatti il comportamento
autoreferenziale e chiuso, fa espellere chi e' estraneo alla lobby di
potere (che e' trasversale a destra e sinistra), creando una vera e
propria oligarchia di potere. Unico esempio del genere nei paesi
occidentali (forse c'era qualcosa del genere nei paesi del comunismo
reale ?). E quindi il canone appare una vera e propria beffa. Finanziare
colui che ti opprime. Come sia chi chiama nei libri di storia ... ?

> direttamente o
> indirettamente, attraverso i vari prelievi fiscali tra cui quello
> della tassa sugli apparecchi televisivi - se non ci fosse questa, ce
> ne sarebbe un'altra - ma la questione, la sostanza, è appunto quella:
> nessun servizio pubblico è "gratis", ma è pagato dai cittadini con le
> loro tasse.

Se lei avesse seguito la vicenda del "Canone RAI" saprebbe che non e'
cosi'. E' stato solo un'escamotage per spuntare l'arma di disobbienza di
alcuni partiti riguardo al "Canone RAI".
E ripeto, non sta scritto da nessuna parte (o meglio solo in Italia) che
il servizio pubblico "deve" essere fornito solo dalla RAI. E non mi
faccia il confronto con la BBC che

> Riguardo al fatto di "chiedere un servizio" e di "offrire qualcosa
> alla nazione", vorrei non essere io a risponderle,

Tanto per capirci (altrimenti e' un discorso tra sordi), mi elenca
una serie di esempi di cosa intende per servizio pubblico (e spero che
le partite di calcio, come il varieta' ed i premi a quiz, oltre a tutte
quelle trasmissioni con lo sponsor piu' o meno nascosto, non vi siano
comprese).

> ma un qualunque
> cittadino di quelli di prima, seconda o terza generazione, che abbia
> dovuto lasciare il suo paese per guadagnarsi la vita,

La informo che in Italia le condizioni non sono cambiate. I giovani sono
sempre disoccupati. Percio' dove li trovano i soldi per le sue pretese ?
Emigrando anche loro ? E poi pretendendo anche loro ? In un circolo
senza fine. Finche' continuate a chiedere "che cosa fa lo Stato per me
?" non si esce da questa situazione. E l'Italia scendera' pian piano
nell'ombra politica anche di paesi come Spagna, Polonia, Corea, etc.

> e se l'è
> guadagnata con un lavoro durissimo e spesso mortale...

Quando uno scrive cosi' e' uno abituato a parlare nel nome degli altri
... un sindacalista ? ... un politico ?

> e a questo
> paese, nonostante tutto, ha mandato i frutti del suo lavoro

Libera contribuzione ? Interessante, vorrei vedere le ricevute. Non mi
pare vero. Io so solo che l'Italia ha un debito pubblico superiore al
suo PIL. Da qualche parte c'e' un buco, un vero colabrodo.

> - sa
> qualcosa degli accordi del 1946 "minatori-carbone" tra Italia e
> Belgio?

No. Mi illumina ?

> Sa qualcosa delle quantità di rimesse che sono arrivate in
> tutti questi anni, e continuano ad arrivare?

A me soldi non ne' sono arrivati.
Saltando di pallo in frasca, queste rimesse sono tassate in Italia ? O
sono tassate alla fonte ?

> Questa non è retorica

Infatti, io vado al soldo.

> facile, ma è storia, è realtà, sono fatti.... che purtroppo tanti,
> troppi, oggi in Italia non conoscono, anzi proprio ignorano, in tutti
> i sensi.

Lei non sa a chi sta scrivendo. Forse qualcuno qui sta gia' ghignando :-)

> E l'ignoranza è brutta, molto molto brutta.

A chi lo dice.

> Ecco, provi a fare le sue "considerazioni" sul "chiedere" e
> sull'"offrire" a uno di questi concittadini all'estero.

Attendo le risposte alle mie domande. E poi le dico "sulle
considerazioni" ...

> Magari gliele
> dica direttamente, faccia a faccia. Dubito molto che troverebbe la
> cordialità con cui le sto rispondendo.
>
> Allora, R.L. Deboni, provi a riflettere prima di parlare di cose che
> non sa.

Tanto per cominciare, chissa perche', ma comincio ad avere dei dubbi sul
fatto che lei stia lavorando all'estero ...

R.L.Deboni

revm...@yahoo.com

unread,
Jul 4, 2007, 4:39:17 AM7/4/07
to
Caro R.L. Deboni,

La Rai quindi per lei non è un servizio pubblico? Ah, bene. Allora i
cittadini italiani finanziamo la Rai attraverso le nostre tasse per
beneficenza. Che bello!

Guardi che il fatto, purtroppo oggettivo, che la Rai sia sotto il
controllo e l'influenza del governo di turno, dei partiti e anche dei
vari potentati economici e della comunicazione, non vuol dire che non
sia un servizio pubblico: significa semplicemente che non lo fa come
dovrebbe farlo. O magari lei è di quelli che dice, siccome la Rai non
funziona bene come servizio pubblico, allora privatizziamola? Cioé
legalizziamo e istituzionalizziamo definitivamente il fatto che sia
uno strumento di propaganda e di arricchimento dei soliti pochi? Ma
questo si chiama "buttare l'acqua sporca con il bambino", a vantaggio
dei suddetti soliti pochi.

Qual'è il servizio pubblico che deve prestare una azienda pubblica
come la Rai? Le dicono niente idee come informazione, cultura, e anche
intrattenimento? No? Certo, è vero che la Rai disattende spesso e
volentieri la sua missione di servizio pubblico. Ma è proprio per
questo che bisogna chiedere, anzi, esigere, che lo faccia: in quantità
- quindi non discriminando i cittadini italiani all'estero, o anche
quelli in Italia non coperti dal segnale terrestre e quindi usano una
parabola, quindi anch'essi colpiti dall'oscuramento dei programmi - lo
sa questo? O anche di questo non ne ha idea? - e in qualità, con più
programmi veramente informativi e culturali, e meno pagliacciate di
quelle che purtroppo la Rai ci somministra.

Sul "canone", non aggiungo altro: si metta come si metta, è un'imposta
sul possesso di un apparecchio televisivo. Un escamotage? Certo,
l'abbiamo già detto: l'"abbonamento" come tale non aveva più
fondamento dalla fine del monopolio Rai, e allora si è cambiata la sua
natura legale. Se non ci fosse questa imposta, ce ne sarebbe un altra:
la sostanza è che la Rai, come servizio pubblico, è finanziata (almeno
in parte) dallo Stato, cioé dalle tasse di tutti i cittadini.

Riguardo al lavoro durissimo e spesso mortale, non c'è bisogno di
essere un sindacalista né un politico per ricordarlo e rionoscerlo
come merita. È sufficiente averlo fatto e vissuto, direttamente o
indirettamente. Provi a parlare con chiunque di questi Italiani, in
Belgio, in Francia, in Germania, in Svizzera. Vedrà come glielo
spiegheranno. Ah, e se ammette di non avere la più pallida idea degli
accordi Italia-Belgio "minatori-carbone" del 1946, le posso solo dire
che, se è tanto bravo a cercare in Wikipedia e legge addirittura
l'inglese, non avrà difficoltà con una semplice ricerca su qualunque
motore della rete a trovare tutte le informazioni al riguardo. Così si
farà un minimo di cultura e chissà, magari potrà cominciare a capire
qualcosa riguardo all'emigrazione italiana in Europa. E potrà quindi
parlare, se ancora lo considera opportuno, con un minimo di conoscenza
di causa. Ed eviterà di dire bestialità - mi scusi, ma non trovo altri
aggettivi, salvo alcuni peggiori - come quella delle "ricevute" e che
a lei "soldi non ne sono arrivati". Espressioni come queste dicono
molto di lei, sa?

E in quanto al fatto di "non sapere chi sta scrivendo"... tralasciando
il lato comico della cara vecchia espressione "lei non sa chi sono
io!!!", da una ricerca in internet vedo solo che il suo nome (se è
quello vero, chiaro) compare in mille e uno newsgroups, fori di
dibattito, mail lists etc. sugli argomenti più disparati - mostra
evidentemente una cultura enciclopedica eh!, e molto tempo libero...
complimenti, ma appunto, invece di fare il tuttologo, provi ad
approfondire qualche argomento; magari eviterà cose tipo le figuracce
di ignoranza (effetto dell'ignorare) che sta facendo in questo spazio.

Tanti auguri, caro R.L. Deboni... credo che ne ha proprio bisogno.

Saluti

M. Gabrielli

Paolomaria

unread,
Jul 4, 2007, 6:36:56 AM7/4/07
to
R.L. Deboni wrote:
> La RAI ha un monopolio discutibile dell'erogazione del servizio
> pubblico. Ad esempio, anni fa, Radio Radicale si era offerta per
> fornire lo stesso servizio (dirette del Parlamento) per meno di un
> decimo dei costi offerti dalla RAI. Indovini come e' andata a finire,
> tanto paghiamo noi ...

E' andata a finire che il servizio l'ha dato Radio Radicale (alla radio).

R.L. Deboni

unread,
Jul 4, 2007, 8:15:23 AM7/4/07
to

E' vero.

R.L.Deboni

R.L. Deboni

unread,
Jul 4, 2007, 9:13:47 AM7/4/07
to
revm...@yahoo.com wrote:
> Caro R.L. Deboni,
>
> La Rai quindi per lei non è un servizio pubblico?

Quale e' la sua definizione ?

> Ah, bene. Allora i
> cittadini italiani finanziamo la Rai attraverso le nostre tasse per
> beneficenza. Che bello!

Magari. In realta' finanziano interessi privati.

> Guardi che il fatto, purtroppo oggettivo, che la Rai sia sotto il
> controllo e l'influenza del governo di turno, dei partiti e anche dei
> vari potentati economici e della comunicazione, non vuol dire che non
> sia un servizio pubblico:

Quale e' la definizione di "servizio pubblico" ?

> significa semplicemente che non lo fa come
> dovrebbe farlo. O magari lei è di quelli che dice, siccome la Rai non
> funziona bene come servizio pubblico, allora privatizziamola?

Non dovrebbe neanche esistere una RAI come lo e' oggi. Si tratta di una
banale esempio di "strumento del potere". E' una cultura che ricorda
molto quello del trentennio fascista.

> Cioé
> legalizziamo e istituzionalizziamo definitivamente il fatto che sia
> uno strumento di propaganda e di arricchimento dei soliti pochi?

E da cosa conclude che questo sarebbe il risultato ? Sa che cosa e' la
borsa ? Sa che cosa e' l'azionariato ? Ha seguito le vicende di
Telecomitalia ? Sa che cosa e' un'acquisizione aggressiva ?

> Ma
> questo si chiama "buttare l'acqua sporca con il bambino", a vantaggio
> dei suddetti soliti pochi.

No, questo e' una visione egualitaria e liberale dell'informazione.
Per quanto rigurda l'informazione, se il mercato non e' sufficiente,
basta stabilire un minimo di ore obbligatorie nelle fascie di maggior
ascolto PER TUTTI. Ed in quanto ai servizi, come le dirette del
parlamento, si danno in applato tramite concorso al migliore offerente
(migliore non solo come prezzo, ma anche come qualita').

> Qual'è il servizio pubblico che deve prestare una azienda pubblica
> come la Rai? Le dicono niente idee come informazione, cultura, e anche
> intrattenimento? No?

Lei glissa la domanda. Ognuno ha idee sue di cosa e' un servizio
pubblico. Per questo ho posto la domanda. Se fosse per me, vieterei
buona parte della pubblicita', almeno come e' fatta adesso che induce a
comportamenti contro l'interesse della collettivita'. Negativi sotto
tutti gli aspetti, sociali, economici e morali.

In quanto all'intrattenimento NON E' UN SERVIZIO PUBBLICO. A meno che
non stia pensando al "panem et circensis" ma in tal caso lei sta
pensando ad una societa' fascista, ove si propina intrattenimento per
tenere "buoni" gli oppressi ... no grazie, io preferisco essere libero.
L'intrattenimento di massa porta sempre agli eccessi, a partire dai
giochi dei circhi romani, agli assalti degli ultra calcistici.
Ma anche la violenza psicologica fatta sui malcapitati di turna in
moltre trasmissioni di intrattenimento ove il godimento e' la rovina altrui.

Informazione - sicuramente una informazione libera e' il cuore di un
servizio televisivo pubblico
Cultura - specialmente ove fornisca un'aiuto al miglioramento
collettivo, come i rimpianti programmi di "Non e' mai troppo tardi" con
il maestro Manzi (oggi sarebbero utili in versione informatica, a
partire dal caso piu' banale di come si usa un terminale e di cosa ci
sta dietro - dal bancomat ai servizi informativi dei chioschi
elettronici e le biglietterie elettroniche - al personal computer).
Cultura - con i documentari come quelli della BBC, specialmente nel
settore tecnico/scientifico, ove la popolazione italiana ha carenze
spaventose.

Lei dimentica (completamente assente in Italia ?)
Hobby e passatempi creativi - come si fanno, suggerimenti, consigli,
etc.: attivita' che hanno ricadute utili ed interessanti sulla
collettivita', altro che intrattenimento.

Sport - ma nel senso di come lo si pratica, non di guardare gli altri farlo.

> Certo, è vero che la Rai disattende spesso e
> volentieri la sua missione di servizio pubblico.

Disattende ? Peggio, e' dal lato opposto. E' un disservizio pubblico che
oltre a consumare risorse dei cittadini, fa immensi danni.
Quando ancora oggi sento i motivi per cui la gente e' contro il
nucleare, ad esempio, cosa si puo' dire ? Oppure quando si vede
l'entusiasmo irrazionale per il fotovoltaico, illudendo su una facile
soluzione che e' in realta impossibile ? E chi ha indotto queste
convinzioni autolesioniste ?
Senza parlare del mantenimento dello status politico attuale. La RAI
svolge una funzione chiave in questo senso.
Rimediare alla RAI o "riparare" la RAI e' umanamente impossibile.
Solo un'operazione drastica come la sua privatizzazione e la messa
all'asta del servizio pubblico potrebbe dare qualche speranza di un
futuro migliore.
Ma cosi' come e' mi viene solo in mente "la piovra ..."

> Ma è proprio per
> questo che bisogna chiedere, anzi, esigere, che lo faccia:

Perche' e come dovrebbe cambiare approccio ?
Andrebbe contro l'interesse diretto degli attuali dipendenti e degli
utilizzatori (che NON sono i consumatori del servizio) attuali.

> in quantità
> - quindi non discriminando i cittadini italiani all'estero,

Quello della stupida discriminazione dei cittadini italiani all'estero
e' una bazzeccola rispetto al problema di fondo.
Del resto e' facilmente agirabile con un'abbonamento a pagamento.

> o anche
> quelli in Italia non coperti dal segnale terrestre e quindi usano una
> parabola, quindi anch'essi colpiti dall'oscuramento dei programmi

Ha per favore, non si nasconda dietro a chi non fa parte del gruppo con
cui ha aperto. Parli per se.

> - lo
> sa questo? O anche di questo non ne ha idea?
> - e in qualità, con più
> programmi veramente informativi e culturali, e meno pagliacciate di
> quelle che purtroppo la Rai ci somministra.

Mi fa degli esempi di cosa considera "cultura" ?
Solo per curiosita'.

> Sul "canone", non aggiungo altro: si metta come si metta, è un'imposta
> sul possesso di un apparecchio televisivo. Un escamotage? Certo,
> l'abbiamo già detto: l'"abbonamento" come tale non aveva più
> fondamento dalla fine del monopolio Rai, e allora si è cambiata la sua
> natura legale. Se non ci fosse questa imposta, ce ne sarebbe un altra:
> la sostanza è che la Rai, come servizio pubblico, è finanziata (almeno
> in parte) dallo Stato, cioé dalle tasse di tutti i cittadini.

Se fosse cosi', sarebbe una imposta iniqua. Perche' il servizio pubblico
e' tale anche nei confronti di chi non ha il televisore. Perche'
consiste nel disseminare informazioni utili a tutti. Perche' i
comportamenti "positivi" che dovrebbe diffondere beneficiano anche
coloro che non hanno il televisore. Perche' la maggiore ricchezza
conseguenza di tale servizio (se fosse cosi') ricadrebbe anche su chi
non ha tempo o voglia di usufruirne. Ma cosi' no e'.

> Riguardo al lavoro durissimo e spesso mortale, non c'è bisogno di
> essere un sindacalista né un politico per ricordarlo e rionoscerlo
> come merita.

Ma se usato come "argomento" e' meglio lasciarlo ai diretti interessati.
Non e' la prima volta che il diretto interessato ha un parere diverso di
colui che "prende le sue parti" e che in fondo tende solo a
strumentalizzarlo per i suoi interessi (in questo caso vedere le partite
di calcio senza pagare ...?).

> È sufficiente averlo fatto e vissuto, direttamente o
> indirettamente. Provi a parlare con chiunque di questi Italiani, in
> Belgio, in Francia, in Germania, in Svizzera.

Lei ci ha parlato ? In Belgio, in Francia, in Germania ed in Svizzera ?
Curiosita', perche' ha escluso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ? O
l'Austria ? O l'Australia ?

> Vedrà come glielo
> spiegheranno. Ah, e se ammette

Non e' una ammissione, non ho neanche lontanamente fatto intende di
conoscerli...

> di non avere la più pallida idea degli
> accordi Italia-Belgio "minatori-carbone" del 1946,

e quindi questo e' un modo subdolo di dialogare ...

> le posso solo dire
> che, se è tanto bravo a cercare in Wikipedia e legge addirittura
> l'inglese, non avrà difficoltà con una semplice ricerca su qualunque
> motore della rete a trovare tutte le informazioni al riguardo.

Crede che abbia tutto questo tempo da dedicarle ?

> Così si
> farà un minimo di cultura e chissà, magari potrà cominciare a capire
> qualcosa riguardo all'emigrazione italiana in Europa.

Suppongo che lei e' un'esperto. La mia famiglia (ed ovviamente io con
essa) siamo andati via dall'Italia per la prima volta quando avevo sette
anni ...

> E potrà quindi
> parlare, se ancora lo considera opportuno, con un minimo di conoscenza
> di causa.

Ma e' lei ha lavorato all'estero ?

> Ed eviterà di dire bestialità - mi scusi, ma non trovo altri
> aggettivi, salvo alcuni peggiori - come quella delle "ricevute" e che
> a lei "soldi non ne sono arrivati". Espressioni come queste dicono
> molto di lei, sa?

Pero' non risponde alla domanda implicita. Che e' quella di confondere
il denaro versato ai propri parenti con il denaro versato allo Stato.
Mai sentito parlare di evasione fiscale (dei residenti italiani) ?
Percio' a molti italiani, coloro che non hanno "parenti" all'estero, il
beneficio delle rimesse dall'estero e' inferiore financo a quello
apportato dalla presenza di lavoratori extracomunitari in Italia.

A proposito, questa e' una cosa che non capisco: perche' uno se ne' va
dall'Italia (privandola di tutto il costoso investimento culturale) ed
altri invece vengono in Italia per lavorare ?
E non mi faccia discorsi che erano altri tempi. Le risorse e le
possibilita' c'erano allora come c'erano oggi.
Il punto e' che e' la mentalita' che esprime con questi scritti che
causa la poverta'.
Quando i veneti lo hanno capito, e si sono rimboccate le maniche,
passando a domandarsi: "che cosa posso fare IO per ME", invece di
chiedersi "che cosa fa lo STATO per ME", la regione e' passata
dall'essere una delle piu' povere d'Italia (ed ha perso piu' della meta'
della popolazione nel giro di mezzo secolo) alla locomotiva economica
italiana per svariati anni. Queste non sono chiacchere, sono fatti.
Il giorno che uno si domanda "che cosa posso fare Io ..." e' l'inizio
del progresso. Tutto il resto e' parassitismo culturale: "datemi
un'azienda ove lavorare e vi faccio vedere se lavoro ..." questo e' il
credo che temo ci si dietro la sua mentalita'. Troppo comodo. Cosi'
comodo che avete preferito trasferirvi all'estero, versione italiana di
una certa immigrazione che oggi c'e' in Italia. Oh, per quello, non
capisco solo io (che all'estero ci sono stato), ma anche chi dall'Italia
non si e' mosso. E temo per lei che abbiano capito anche troppo.

> E in quanto al fatto di "non sapere chi sta scrivendo"... tralasciando
> il lato comico della cara vecchia espressione "lei non sa chi sono
> io!!!", da una ricerca in internet vedo solo che il suo nome (se è
> quello vero, chiaro) compare in mille e uno newsgroups, fori di
> dibattito, mail lists etc. sugli argomenti più disparati - mostra
> evidentemente una cultura enciclopedica eh!, e molto tempo libero...

Cosa e' una critica alla mia eta' ed all'avere investito bene ... ?
O forse dovrei "tacere" ed andare a giocare a bocce ?
Vede, una delle cose che ho imparato dagli anglosassoni e' "I care ..."

R.L.Deboni
PS sottolineo la sua scortesia a rispondere direttamente alle domande ma
ad infarcire le sue risposte in un'unica indigesta filippica.

revm...@yahoo.com

unread,
Jul 5, 2007, 7:45:59 AM7/5/07
to
Caro R.L. Deboni,

Vedo che continua a disporre di gran tempo libero da dedicare al
computer; non so se è il caso di invidiarla o no. Ma sicuramente non è
il mio caso, quindi mi perdonerà se non la seguo ulteriormente nelle
sue "considerazioni".

Solo vorrei dirle che se parlo di Belgio, Francia, Germania e
Svizzera, è perché ho avuto modo di conoscere, direttamente o
indirettamente, quelle realtà di emigrazione italiana; cerco infatti
di evitare di parlare di ciò che non so. Le suggerirei di fare lo
stesso, anche se nel suo caso evidentemente non solo ignora, ma di
ignorare se ne fa vanto.

Allora, tanto per darle un'idea su questi temi, le suggerisco la
visione di un documentario, appena prodotto da da Sky-Eco TV, che sarà
trasmesso sabato 7 Luglio - ore 10.30 e 16.30 - su Eco TV (satellite:
hot bird 6, trasponder: 125, polarizzazione: orizzontale, frequenza:
11013, symbol rate: 27500, fec: 3/4) ed è già disponibile in internet
qui:

http://live2.callipigia.com:8080/sky_906/agendaitalia/musineri.wmv

Dura poco meno di mezz'ora. Lo veda, lo ascolti: si parla di
emigrazione, degli accordi minatori-carbone del 1946, di Marcinelle, e
del contributo fondamentale di questi concittadini alla rinascita del
loro paese. Del loro ingrato paese, che prima li ha barattati "per un
sacco di carbone", e oggi non solo non li riconosce degnamente, ma
addirittura si permette di ignorarli e di disprezzarli. Come fa la Rai
oscurando i programmi, caso unico in Europa. Come fa per esempio lei
con le sue "considerazioni".

Verrebbe da dire solo una cosa per tutto questo: vergogna.

Ma è ben vero che certi atteggiamenti non derivano da cattiva volontà,
ma da mancanza di conoscenza. Allora, appunto, R.L. Deboni, metta da
parte per un momento la tuttologia, e faccia uno sforzo: si informi.
Sicuramente potrà cominciare a capire.

Noi qui, da Bruxelles e in tanti altri paesi europei, continuiamo la
battaglia per l'eliminazione dell'oscuramento della Rai e per un
servizio pubblico radiotelevisivo veramente "per Tutti, di Più", dal
sito web http://www.petizionerai.org, con la raccolta delle firme
sulla Petizione, con le adesioni crescenti, con gli eventi organizzati
e da organizzare nei prossimi mesi. La battaglia sarà lunga e
difficile, lo sappiamo, perché c'è molta ignoranza e indifferenza da
superare, specialmente poi se si nascondono dietro considerazioni
economico-giuridiche senza vero fondamento; ma ci riusciremo. E questa
sulla Rai non è che la prima battaglia di una lunga serie, di tanti
temi ma che girano sempre intorno a quello fondamentale: il rispetto e
il riconoscimento degli Italiani all'estero. Una buona volta.

Cordiali saluti, e di nuovo tanti auguri, questa volta davvero
definitivi.

M. Gabrielli

R.L. Deboni

unread,
Jul 5, 2007, 4:11:57 PM7/5/07
to
revm...@yahoo.com wrote:
> Caro R.L. Deboni,
>
> Vedo che continua a disporre di gran tempo libero da dedicare al
> computer; non so se è il caso di invidiarla o no. Ma sicuramente non è
> il mio caso, quindi mi perdonerà se non la seguo ulteriormente nelle
> sue "considerazioni".

Trovo interessante che sono sempre gli altri a ... disporre di gran
tempo libero ... lei invece si sacrifica a scrivere ...

Trovo sgradevole coloro che in una discussione aggrediscono
l'interlocutore saltando di palo in frasca. Cosa c'entra il mio tempo
libero ? Sa, lei mi sta diventando antipatico.

Ancora non ho capito dove vuole parare con tutta questa filippica.
In altre parole, le devo qualcosa ? Le devo riconoscenza ?
Vuole quantificare questo presunto credito e spiegare un po' piu'
specificatamente come si e' formato ? Ad esempio, quanti euro avrei
messo in tasca in questo modo ? Perche' se *non* mi conferma e mi spiega
questo, io vedo solo una cosa: lei vuole qualcosa pagato da altri.

> Noi qui, da Bruxelles e in tanti altri paesi europei, continuiamo la
> battaglia per l'eliminazione dell'oscuramento della Rai e per un
> servizio pubblico radiotelevisivo veramente "per Tutti, di Più", dal
> sito web http://www.petizionerai.org, con la raccolta delle firme
> sulla Petizione, con le adesioni crescenti, con gli eventi organizzati
> e da organizzare nei prossimi mesi.

Suppongo che conosca la lingua del paese che la ospita. Ebbene,
considerando la bassa qualita' dei palinsesti RAI sono sicuro che
trovera' di meglio guardando le trasmissioni locali.

> La battaglia sarà lunga e
> difficile, lo sappiamo, perché c'è molta ignoranza e indifferenza da
> superare,

Ecco, mi illumini, mi faccia un'esempio di trasmissioni di servizio
pubblico su argomenti di cui sente la mancanza e che SOLO in RAI puo'
guardarsi.

> specialmente poi se si nascondono dietro considerazioni
> economico-giuridiche senza vero fondamento; ma ci riusciremo.

Vediamo di chiarire una cosa, la RAI oscura solo le trasmissioni dei
film di cui dovrebbe altrimenti pagare i diritti anche per la copertura
extranazionale. Cosa c'entra questo con il servizio pubblico ?

Voi ci riuscirete solamente perche' io ed altri riteniamo che il
risparmio che la RAI ottiene in questo modo e' ridicolo in confronto al
danno di immagine nazionale (gli italiani ... come sono "poaretti" ...).
Diverso il caso se invece le trasmissioni venissero criptate per la
visione solo a chi e' in regola con gli abbonamenti, perche' in tal caso
sarebbe un criterio valido per tutti. Ed infatti per svariato tempo la
BBC era visibile all'estero solo con una smartcard (oggi hanno aperto).

> E questa
> sulla Rai non è che la prima battaglia di una lunga serie, di tanti
> temi ma che girano sempre intorno a quello fondamentale: il rispetto e
> il riconoscimento degli Italiani all'estero. Una buona volta.

Curiosita', cosa ne' pensa del "riconoscimento" degli immigrati in Italia ?

> Cordiali saluti, e di nuovo tanti auguri, questa volta davvero
> definitivi.

Peccato. La mia curiosita' restera senza risposta.

> M. Gabrielli

Ing.R.L.Deboni

R.L. Deboni

unread,
Jul 5, 2007, 4:14:22 PM7/5/07
to
R.L. Deboni wrote:

> sarebbe un criterio valido per tutti. Ed infatti per svariato tempo la
> BBC era visibile all'estero solo con una smartcard (oggi hanno aperto).

Scusate, preciso che anche in Gran Bretagna ci voleva la smartcard.

R.L.Deboni

Luciano

unread,
Jul 6, 2007, 2:01:20 PM7/6/07
to

"Paolomaria" <federico...@hotmail.it> ha scritto nel messaggio
news:f6ftck$e31$2...@tdi.cu.mi.it...

In barba alle regole sugli appalti stabiliti dalla UE.
Radio Radicale non applica i contratti collettivi, perché si serve di molto
lavoro volontario. Se è vero, non potrebbe concorrere a un appalto di
servizio pubblico.
Non sono al corrente di come stanno le cose. Radio Radicale trasmette le
sedute del parlamento, ma lo fa anche una frequenza RAI. Non so se i
radicali ricevono soldi, quanti, e se hanno un regolare appalto assegnato
dopo una regolare gara. È anche possibile che abbiano avuto la concessione
del servizio a trattativa privata.
Se qualcuno è più informato di me, gli sarei grato se ci facesse sapere come
stanno esattamente le cose.


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