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Le lesioni di Mercurio

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Cyllenius

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Dec 22, 2005, 10:13:04 AM12/22/05
to
Come tutti coloro che conoscono l'Astrologia sanno, Mercurio è il pianeta
simbolo dell'intelligenza, cioè della facoltà della mente umana che ci rende
ciò che siamo, uomini invece che bestie. Se si considera l'insieme degli
esseri viventi sulla faccia della Terra, non c'è facoltà della mente che
l'Uomo non condivida con gli animali, essendo addirittura loro inferiore per
alcune di queste. È noto infatti che anche la preziosissima "intuizione",
cioè l'insieme delle facoltà precognitive che consentono di avere sentore
del prossimo avverarsi di alcuni accadimenti, sono più sviluppate negli
animali, perché questi avvertono con largo anticipo l'approssimarsi delle
catastrofi naturali. Anche la tanto decantata "curiosità" che viene
erroneamente considerata principale segno di intelligenza, è certamente più
sviluppata negli animali che nell'Uomo. Ma ciò che distingue l'Uomo da tutte
le altre creature viventi è la capacità di trarre insegnamento dalle proprie
esperienze, coordinarle in un quadro organico ed acquisire nuove conoscenze
mediante le sue facoltà di induzione e deduzione. L'induzione è un processo
mentale di ragionamento che partendo dai dati dell'esperienza sensibile, dai
fatti della vita, ci porta a trarne logiche conclusioni in merito alle leggi
che governanop la Natura e la vita associata, i comportamenti degli uomini.
La deduzione invece è il ragionamento che a partire da alcuni principi
astratti di immediata evidenza (assiomi) attraverso il succedersi di
pensieri assolutamente logici conduce all'acquisizione di nuove conoscenze
nei campi in cui l'esperienza diretta o non è possibile o non è ancora stata
fatta. Alla base dell'Intelligenza vi sono i processi di apprendimento e di
memoria coi quali essa interagisce sia perché il pensare è impossibile senza
i contenuti della coscienza (sensazioni e ricordi) sia perché l'Intelligenza
stessa supplisce ai vuoti di memoria integrando i ricordi parzialmente
consunti dall'oblio coi contenuti simili di altre esperienze ancora presenti
alla coscienza. In Astrologia il rapporto tra Intelligenza e Memoria,
Intelligenza ed Apprendimento, è significato dagli Aspetti tra Mercurio e la
Luna. La Luna, pianeta collegato alle acque ed a ciò che vi corrisponde come
sentimento/emozione nell'Uomo, domina sull'Umore e sulla Memoria,
subordinando l'Apprendimento e quindi la qualità dei nostri ricordi più o
meno profondi, alla nostra sfera emotiva le cui oscillazioni possono
pregiudicare l'incisività delle nostre esperienze e la loro capacità di
stabilizzarsi nella mente come patrimonio definitivamente acquisito alla
coscienza. La Luna presiede alle nascite, ed in modo particolare al periodo
di gestazione in cui le Parche filano lo stame della vita del nascituro nel
ventre materno. Allo stesso modo, come la vita si costruisce nell'atanor
della Donna, la Memoria possiede dei lati ricostruttivi delle esperienze
esulanti da modalità di semplice conservazione, archiviazione sotto forma di
incisione. Per fare un esempio: la nostra memoria non è paragonabile ad un
nastro magnetico, ad una videocassetta, perché non consiste di tracce incise
su di un supporto chimico-fisico, ma integra la capacità di ricostruire
quelle parti che il logorio del tempo ha cancellato.
Nella tarda antichità il poeta romano Manilio attribuì il Segno lunare del
Cancro al dio Mercurio chiamandolo "Cyllenius", cioè con l'appellativo che
nell'antichità designava il luogo di nascita del dio, il monte Cillene. Tra
i metalli al pianeta Mercurio fu assegnato l'argento vivo ossia il metallo
omonimo che riempie i nostri attuali termometri, mentre alla Luna l'argento.
Gli antichi avevano colto in forma simbolica il nesso esistente tra
Intelligenza e Memoria, tra argento vivo ed argento rispetto al quale il
primo non è che una forma di dinamizzazione, memoria in movimento cioè
trattata e rielaborata da un individuo pensante. È significativo il fatto
che lo si sia sempre voluto esaltato in Vergine, il Segno nel quale veniva
riconosciuta la Magna Mater, la Dea Madre Demetra impersonata dalla Luna. Il
rapporto, cioè la distanza in gradi di longitudine eclittica, tra la Luna e
Mercurio designa chiaramente la nostra capacità di trarre frutto dalle
nostre esperienze rielaborandole ai fini di una crescita e di una
maturazione interiore. Mercurio e Luna rappresentano anche rispettivamente
il figlio e la madre, cosa questa che dice quanto sia importante il legame
emotivo madre/figlio ai fini della preservazione del naturale sviluppo delle
capacità cognitive del bambino. Chiaramente i rapporti negativi tra questi
due pianeti come la quadratura l'opposizione e la congiunzione, indicano
varie forme di difficoltà nella dinamizzazione delle proprie esperienze
(ricordi) che ledono a fondo le capacità di ragionamento, di pensiero logico
e di apprendimento, poi riflesse in comportamenti stravaganti ed ambigui che
si ripercuotono sul destino dell'individuo facendone un perdente nella vita.
La Luna ha anche rapporto con le masse e la popolarità che il soggetto
raggiungerà nella vita, per cui il rapporto Luna/Mercurio dice della sua
"intelligenza sociale", cioè della capacità di capire al volo che aria tira
in certi ambienti e regolarsi di conseguenza.
La Luna fornisce la materia prima per l'intelligenza mercuriana, quella che
quest'ultima dovrà sgrossare per affinare sè stessa, ma non è l'unico
fattore che incide sull'intelligenza. Essa condiziona certamente la velocità
e la qualità dell'apprendimento, ma non può supplire alla mancanz di altri
fattori importanti come le capacità di Analisi e di Sintesi significate
rispettivamente da Saturno e da Giove. Saturno è il pianeta che sotto ogni
aspetto rappresenta la Scienza nella sua capacità di sviscerare qualsiasi
materia di studio riconducendola ai suoi principi primi, ai suoi elementi
puri. Ovviamente si tratta di una qualità indispensabile all'apprendimento
di ogni individuo perché i legami tra le cose quando queste sono indistinte
rispetto alle capacità individuali di percepirle, sono colti male, in modo
distorto ed illogico, onde portano l'Intelligenza a trarre conseguenze
sbagliate dalle loro relazioni. Saturno in Astrologia è il "principio di
divisione" nella più ampia gamma di significati possibili. "Divisione" come
"analisi", "divisione" come calcolo, "divisione" come dissidio tra due o più
persone, separazione, spoglio, privazione, povertà etc. Ciascuno di questi
significati indica dei fattori che influenzano i modi e le qualità
dell'Apprendimento. La divisione tra soggetto ed oggetto di conoscenza per
cui l'ultimo è estraneo al primo è condizione indispensabile per
l'obiettività del sapere e quindi per l'indipendenza di questo dalle
personali inflessioni di chi conosce. Ogni processo conoscitivo è sempre
conoscenza di un rapporto tra il soggetto e l'oggetto, ma mentre questo si
mantiene più o meno stabile ed uniforme, quello varia da individuo ad
individuo. Condizione di obiettività del sapere è che il soggetto che lo
apprende possa considerarsi come l'archetipo di ogni individuo interessato
ad acquisire quel determinato tipo di conoscenza, cioè che egli sia in
possesso delle qualità costituenti il comune denominatore di tutti gli
uomini. Per questo motivo l'obiettività del processo di apprendimento
richiede che il soggetto interessato ad acquisire conoscenze certe e valide
per tutti gli uomini si spogli di ogni elemento di personalità che lo
distingue dagli altri diventando non un uomo, ma l'Uomo. Le lesioni di
Saturno inficiano la sua capacità di spogliarsi di sè, di ogni elemento che
rimarchi le proprie differenze dagli altri, facendo del soggetto un essere
che si sente fortemente separato dagli altri e dal mondo che lo circonda.
Questo senso di separazione si fonda proprio sulle capacità di Analisi mal
sviluppate dalla personalità saturnina quando questa si lascia attrarre
troppo dalle differenze tra gli uomini e tra questi e le cose. Allora il
soggetto diviene autoritario, si sente l'unico detentore della Verità, si
circonda di un'aura di albagia, di atteggiamenti da genio incompreso e si
rinchiude in una torre d'avorio inaccessibile ad altri che non siano tra le
sue selezionatissime amicizie. Quando Mercurio subisce da Saturno aspetti
negativi come la quadratura e l'opposizione, l'alterigia del soggetto che si
crede migliore degli altri in quanto dotato di spiccate qualità che lo
differenziano da essi va ad incidere sulle capacità di intelligere e
relazionarsi con gli altri attribuite dal pianeta Mercurio. Il soggetto è
troppo meschino, gretto, incapace di larghe vedute perché perso nei dettagli
di un mondo che gli appare in sè stesso slegato, cioè privo di reciproci
legami tra le sue parti. Così dal processo di Analisi che dovrebbe infine
portare ad una Sintesi e quindi ad un risultato di Apprendimento dalle
proprie esperienze, non si riesce più ad uscire facendo tesoro di queste.
Ogni conoscenza che non sia animata dal bisogno di ritrovare l'Unità
dell'esperienza in una legge che la inquadri in un ordine universale non può
portare che alla grettezza d'animo, ad un uso meramente speculativo - a
livello economico - del disordinato sapere così acquisito, rendendo il
soggetto decrepito dal punto di vista morale, anzicché saggio di quella
canuta sapienza che Saturno rappresenta nei suoi significati positivi.
La Sintesi della conoscenza necessita che l'individuo si spogli di sè, e
questo è opera di Saturno, ma la Sintesi in sè stessa è opera di Giove.
Questo è il pianeta collegato per eccellenza al sublime, agli ideali elevati
dello spirito che si sono condensati storicamente negli scritti e nelle
opere di grandi personaggi del mondo della cultura alcuni dei quali legati a
doppio filo alle istituzioni accademiche. Volgarmente parlando diciamo che
Giove fa i laureati, soprattutto in Legge, in Filosofia, in Teologia, oltre
ai sacerdoti, ai professori d'università, ai giudici e ad ogni figura
professionale saldamente inserita in un contesto istituzionale riconosciuto
e prestigioso. Giove è considerato il pianeta della fortuna, il "Grande
Benefico" apportatore di tutti i doni dello spirito e della materia. Gli si
attribuisce una netta influenza sulla ricchezza materiale, talvolta
dimenticando la stretta relazione che il pianeta mostra tra le qualità umane
e spirituali dell'individuo ed il successo che pare accompagnarlo in ogni
cosa che egli fa nella vita. L'entusiasmo, la bontà d'animo, talvolta
l'ingenuità sembrano essere le sue connotazioni più evidenti, dispiegate in
ogni direzione come un'aura che accompagna il nativo irradiandosi su chi lo
circonda ed attirandogliene la simpatia. Ed è proprio la "simpatia" che
sotto forma di attributo individuale del gioviano potremmo tradurre come
"empatia", il fattore condizionante dell'Apprendimento che qui ci interessa.
"Empatia" significa "capacità di mettersi nei panni degli altri, o di
rivestire quelli dell'oggetto studiato", per cui non si sente più la
distanza tra sè e l'oggetto che alimenta una sua conoscenza puramente
esteriore, ma lo si avverte come una parte di sè conoscendolo dal suo
interno. Noi conosciamo questa modalità dell'Apprendimento soprattutto
attraverso le tecniche dello Yoga ed in generale attraverso quelle proprie
ad ogni sapere soteriologico, ma ad un livello più profano e diffuso
possiamo riconoscerlo nella conoscenza accademica. Nei corsi di laurea di
una qualsiasi disciplina si apprendono i suoi istituti, cioè i suoi principi
primi che attraverso un processo di induzione e deduzione - di cui si è
detto più sopra - consentono di seguire il suo evolversi nel tempo e di
conoscerne la storia facendo dello studente un essere più consapevole del
valore intrinseco degli atti che compierà nella sua vita professionale.
"Vita professionale" dovrebbe tradursi più appropriatamente come
"professione di vita", cioè dedizione esclusiva a quel campo del sapere che
il training di studi universitari ha ormai fatto diventare come una nostra
seconda natura, parte di noi stessi. Due sono quindi i caratteri del sapere
influenzato da Giove: l'universalità nel tempo e nello spazio delle nozioni
apprese circa una data disciplina ed il suo integrarsi nella persona del
soggetto che dal momento della laurea potrà dire - poniamo - "io sono un
giurista" anzicché "io conosco le leggi": nel primo caso egli ne conoscerà
lo spirito e la fonte da cui promanano senza sentirsi interdetto di fronte
ad eventuali novità normative, mentre nel secondo sarà un leguleio il cui
sapere si esaurisce in una conoscenza esclusivamente mnemonica e priva di
intelligenza. Ciò che stiamo cercando di illustrare è la differenza tra un
"erudito" ed un "sapiente", tanto grande quanto lo è la differenza tra la
Luna ed il Sole. La semplice Memoria ci mette in condizioni di ben figurare
in società con delle opportune citazioni prese a prestito da libri di autori
famosi, e ciò fa di noi degli "eruditi" che sanno di una materia ogni cosa
finora scoperta ma non trarre da questa conoscenza nuovi elementi mediante
le virtù dell'intelletto. I rapporti negativi come il quadrato e
l'opposizioine tra Giove e Mercurio fanno gli individui pomposi, ampollosi e
tronfi della loro vana erudizione dalla quale non sanno trarre alcun
giovamento nè nella vita pratica nè in quella spirituale. Certo essi
appaiono di primo acchito personaggi di notevole statura intellettuale, ma
conoscendone i comportamenti nel tempo ci si accorge che sono come nastri
magnetici registrati, semplici pappagalli che ripetono la lezione a memoria
per non sfigurare o per meglio presentarsi di fronte al loro prossimo visto
come un giudice inquisitore. Per loro è impossibile applicare il loro sapere
alla vita, perché Giove ha bisogno di Mercurio per manifestarsi nel concreto
quotidiano. Non a caso Mercurio era considerato il più fedele esecutore dei
comandi del padre Giove, il suo messo ed interprete tra gli uomini, il
"maggiordomo tuttofare" degli dèi. La voce di Giove è un tuono, il suo
sguardo è un fulmine che acceca e distrugge; nessuno può parlargli senza che
Mercurio si metta tra i due. I rapporti tra Giove e Mercurio rappresentano
quelli tra il padre ed il figlio, e quando sono disarmonici è lecito
attendersi che il figlio disubbidisca al padre, non lo rispetti, non lo
serva come sarebbe suo dovere di figlio. Sul piano dell'Apprendimento e
quindi della Conoscenza questo comportamento disubbidiente, antipatriarcale,
si traduce in un disprezzo delle conoscenze più elevate e delle istituzioni
sociali e statali che le rappresentano, oppure in albagia per le persone di
più umile condizione culturale e sociale che hanno un sapere soprattutto
tecnico cioè mercuriano. Il sapere dell'individuo e la sua intelligenza
appaiono quindi condizionati da una fondamentale mancanza di equilibrio che
non sa valutare l'importanza del pensiero teorico altrettanto bene rispetto
a quella del pensiero più pragmatico o viceversa. In sostanza l'individuo
manca di equilibrio e questo si ripercuote sulla logica dei suoi
ragionamenti e delle conclusioni cui perviene, in entrambi i casi privi di
fondamenti.
L'equilibrio è una funzione di Venere che si riconosce nella parola chiave
che la rappresenta: "Cosmo". Il Cosmo è in greco sinonimo di Ordine,
Bellezza ed Armonia, tre qualità poste alla base di ogni legge, naturale,
umana, artistica etc. Per questo Venere domina sui Segni della Bilancia (la
Legge Umana e l'Armonia che regna tra gli uomini associati in virtù del
famoso "contratto sociale") e del Toro (la Legge di Natura e la Bellezza del
Creato). Mercurio è Intelligenza e questa sta nella capacità di legare in
modo armonioso e quindi sottoposto ad una legge i dati di cui si dispone per
ricavarne nuovi tesori di conoscenza. Un rapporto negativo di quadratura o
opposizione tra Venere e Mercurio rende l'intelligenza dell'individuo meno
capace di trovare salde fondamenta al proprio sapere per l'impossibilità di
conciliare le apparenti divergenze di importanza e significato tra i
concetti coordinati dall'intelletto mercuriano. Disarmonia delle facoltà
logiche di ragionamento e quindi nei rapporti instaurati con gli altri, coi
più prossimi, i fratelli, i vicini, i compagni di scuola, sia de visu con le
parole e la mimica, sia per via epistolare. L'individuo tenderà ad essere
agnostico, cioè a non credere nella possibilità di arrivare a conclusioni
oggettive che diano una ordinata spiegazione del modo in cui la vita ed il
mondo si manifestano. Egli avrà allora traballanti nozioni concrete che lo
predisporranno ad un lavoro parco di soddisfazioni intellettuali e
materiali, alimentando frustrazioni ed aggressività verso il prossimo.
L'aggressività è una forza importante ai fini della socializzazione e del
successo affettivo e lavorativo. Essa non si esaurisce nella violenza sulle
persone e sulle cose - questa se mai è la sua degenerazione - ma si esplica
in ogni attività che richieda un contatto tra noi e l'Ignoto in tutte le
svariatissime forme in cui si manifesta. L'Ignoto ha il potere di suscitare
al tempo stesso paura e curiosità, attrazione e ribrezzo, possedendo in sè i
caratteri della polarità che contraddistingue la natura della
Manifestazione. A seconda del nostro sviluppo psicofisico qualsiasi cosa è
suscettibile di acquisire le imperscrutabili fattezze dell'Ignoto, sia nel
mondo esterno che in quello interno del nostro corpo e della nostra
coscienza. Il primo amore, il primo viaggio da soli, il primo incontro con
una persona di razza o religione diverse sono altrettanti modi in cui
l'Ignoto può manifestarsi nell'esperienza umana, ed a nulla vale che tali
circostanze siano conosciute e studiate dagli esseri umani quando
l'individuo non ne ha fatto esperienza in prima persona. Il nostro rapporto
con l'Ignoto richiede coraggio, intraprendenza, prontezza di spirito,
capacità di reagire in tempi brevi ed in modi proporzionati alla natura
degli stimoli ricevuti, tutte cose significate in astrologia dal pianeta
Marte. Poiché la conoscenza dell'Ignoto è il sale di ogni sapere - se
infatti non esistesse l'Ignoto non vi sarebbe nemmeno Apprendimento - gli
aspetti di Marte con Mercurio giocano un ruolo fondamentale. Un Marte
malmesso potrebbe inclinare il soggetto alla timidezza, al rifiuto del nuovo
in quanto ignoto e sentito come pericoloso in ogni forma in cui può
manifestarsi. Allora il soggetto può cadere in comportamenti di
"evitamento", sottraendosi a tutte quelle situazioni in cui gli viene
richiesta capacità di reagire con spontaneità ed immediatezza a stimoli
nuovi, specialmente di natura sociale. Talora, per compensazione, può
accadere il contrario: il soggetto diventa aggressivo e bisbetico , nel
tentativo di superare i timori che lo accompagnano nelle relazioni col
prossimo. Questi atteggiamenti si ripercuotono sulle idee e sui
comportamenti del nato, il quale tenderà ad essere fin troppo conservatore,
ostile al nuovo di cui ha paura ed a chi lo rappresenta a livello politico,
religioso, sociale, razziale etc. Le capacità di relazione sociale ne
saranno compromesse, anche nella sfera dei propri rapporti familiari,
soprattutto in quella relativa ai rapporti coi fratelli o i cugini.
L'affinità di sangue e di costumi non gli impedirà di cogliere la diversità
dei comportamenti altrui ed averne timore, suscitando quel "complesso di
Caino" che tutti conoscono per averne fatto prima o poi esperienza, anche se
non hanno letto la Bibbia. Il soggetto sarà allora inaffidabile per i suoi
più stretti collaboratori, il suo prossimo immediato, il quale dovrà
attendersi facilmente brutte sorprese tutte le volte in cui o il timore del
nuovo o la sua compensazione con atteggiamenti di superiorità ed arroganza
siano chiamati in causa dai propri comportamenti nei riguardi del soggetto.
Il timore dell'Ignoto può degenerare facilmente nel panico, in attacchi di
panico che ledono la salute del sistema nervoso. Il sistema nervoso è retto
da Mercurio ed in misura altrettanto importante da Urano, il quale presiede
ad ogni sorta di attività elettrica e quindi al modo principale in cui si
esplica l'attività del sistema nervoso e della stessa mente. Urano, come in
generale tutti i pianeti transaturniani, ha quasi sempre effetti negativi su
tutti i pianeti coi quali entra in rapporto. La sua azione è drastica ed
improvvisa, impone dei cambiamenti che se non attuati lasciano dietro di sè
solo rovine. Conseguentemente i rapporti tra Urano e Mercurio dicono della
nostra capacità di adattamento alle rivoluzioni che ogni tanto scoppiano
nella poltica, nel sociale, nel mondo della cultura e nella nostra stessa
vita. I rapporti migliori tra i due pianeti sono il sestile ed il trigono,
mentre quadratura ed opposizione sono disastrosi. La congiunzione è invece
ambigua, esplica degli effetti estremamente intensi che devono trovare il
modo di esplicarsi attraverso altri fattori del tema natale per non far
saltare tutti i transistor del soggetto interessato. L'spprendimento può
essere tanto iperveloce quanto iperlento o entrambe le cose in periodi
alterni, perché la potenza di Urano consuma le vie nervose che essa percorre
attraverso Mercurio e questo comporta degli alti e bassi nelle attività del
soggetto, caratterizzate quasi sempre da un periodo di frenetico lavoro
seguito subito dopo da un periodo di fiacca necessario a recuperare le
energie nervose. Le relazioni sociali ne restano influenzate allo stesso
modo, ma se i nervi si possono ricostruire con una dieta adeguata ed il
riposo, le relazioni interrotte non sempre lo sono. I ricambi nella sfera
delle amicizie sono ricorrenti perché pochi possono star dietro alla
lucidità di un'intelligenza governata da Urano. Quindi sia nel caso di
aspetti positivi sia in quello di aspetti negativi per lo più l'effetto di
Urano su Mercurio è negativo perché causa degli eccessi nel relazionarsi
agli altri ed al sapere che, in quanto tali, sono negativi. L'unico
vantaggio è costituito dalla velocità dell'intelligenza e da buone doti di
intuizione e programmazione molto concrete e quindi non confondibili con le
ispirazioni suscitate da Nettuno.
Nettuno è il pianeta dell'evasione; i limiti costituiti dalla materia, dalle
forme, dalle leggi naturali e sociali sono per i nettuniani una prigione
dalla quale assolutamente evadere per recuperare il contatto col Tutto sotto
spoglie materne. Qualcuno lo ha definito come un pianeta di natura
femminile, e questo è probabilmente vero se si considera il suo rapporto con
le acque ed il fatto che predispone i suoi nati ad un temperamento
flemmatico, pigro, sostanzialmente passivo nella sfera della conoscenza che
qui stiamo esaminando. Conoscere per il nettuniano significa smarrire il
senso della forma dell'Io, ritrovando l'unità primigenia di cui ha fatto
esperienza nell'epoca prenatale, nel ventre materno. In lui permane anche un
ricordo, più o meno cosciente, della sofferenza della nascita, nel corso
della quale il diminuire dello spazio nel ventre materno ed il senso di un
incombente morte per soffocamento dominavano gli indistinti orizzonti della
sua crepuscolare coscienza. Anche inconsciamente egli sentirà come a lui
estranee e nemiche le forme del vivere associato così rigidamente
organizzate sulla base di differenze di classi e di individui che
costringono la sua coscienza in ambiti troppo angusti rievocanti il
travaglio della nascita. Perciò il suo spirito risuonerà armonicamente con
qualunque persona o sapere lo aiuti ad uscire dai suoi limiti, dai limiti di
un'esistenza costituita da corrotti formalismi presenti in ogni cosa o
esperienza della vita reale. Evasione nel sogno, in idee utopistiche di
fratellanza universale, di condivisione del sapere, di comunione con la
natura e quindi tendenze spirituali di carattere panteistico quali sono oggi
presenti nella New Age. Gli aspetti positivi tra Mercurio e Nettuno dicono
del buon rapporto tra evasione ed impegno nel reale; l'intelligenza è
sostenuta da uno spirito umanitario, privo di snobismi verso i meno
fortunati, che si realizza nel servizio agli altri, per la realizzazione di
una causa che va oltre gli interessi dei singoli. Il nato saprà ben
conciliare l'ideale col reale senza subordinare l'uno all'altro facendo
astrazione dalle circostanze, e la fantasia creativa lo sosterrà nelle sue
opere. Al contrario gli aspetti negativi, tra i quali dovremmo comprendere
anche la congiunzione, tolgono al soggetto la lucidità mercuriana, ne
subordinano quanto rimane a delle tendenze losche miranti a trarre profitto
dall'inganno e dalla truffa, dal commercio di idee e dottrine religiose, dal
pettegolezzo fine a sè stesso. Il soggetto non ha consapevolezza dei limiti
delle sue possibilità di riflessione e di azione, si ritiene ispirato e
conoscitore delle esigenze di una comunità di cui è invece ignaro in toto
perché incapace di sentirle come realmente sono su sè stesso e cade
facilmente vittima delle sue illusioni talora sfocianti in allucinazioni
vere e proprie. Quando Nettuno affligge Mercurio, nel bene come nel male il
soggetto non ha il senso della realtà ed anche ritenendosi così furbo da
potersi dedicare professionalmente alla truffa, cade nelle reti che gli sono
tese dalla Giustizia.
Il rapporto con la Giustizia ci conduce ad esaminare infine gli aspetti tra
Mercurio e Plutone. Plutone - in greco Ade - significa "Invisibile" e come
tale rappresenta l'Ignoto, essendo la vista il senso maggiormente
rappresentativo delle nostre facoltà conoscitive. Plutone è anche definito
come l'ottava superiore di Marte, ed infatti entrambi ricoprivano lo stesso
ruolo se si considerano gli attributi del dio greco Ade e di quello
babilonese Nergal corrispondente al greco Ares e al latino Marte. Questo
ruolo consisteva nell'esercizio di un dominio sul più vasto popolo e regno
che esistesse nella sfera della manifestazione, ossia il popolo ed il regno
dei morti. Colà le ombre dei defunti erano destinate a perdere col tempo
ogni carattere di individualità per essere reimmessi nel ciclo della
generazione con la metempsicosi o trasmigrazione delle anime. Si parla
erroneamente a questo riguardo di "reincarnazione" la quale presuppone il
persistere di elementi della personalità del trapassato in quella della sua
vita attuale, mentre la dottrina greca affermava al contrario che la
stragranjde maggioranza degli uomini si bagnavano nelle acque del fiume Lete
nelle quali perdevano insieme ai ricordi anche ogni traccia di personalità
individua. Ade era chiamato "signore di molte genti" dai Greci, e su queste
esercitava il suo potere di sommo giudice, dal carattere impietoso ed
inflessibile. Queste caratteristiche mitologiche hanno facilmente consentito
l'interpretazione dei significati del pianeta che infatti nell'astrologia
moderna è associato all'Inconscio, al potere occulto sulle persone e sulle
masse, alla demagogia ed alla sessualità perché il Plutone era messo in
relazione alla rigenerazione degli esseri con la morte. Tra Plutone e
Mercurio esiste una relazione che il mito stesso può aiutarci ancora una
volta a comprendere meglio. Mercurio era chiamato "Psicopompo" in quanto
conduttore delle anime dei defunti nell'Ade. Egli conosceva i modi per
consentire ai vivi di entrare come tali nel regno delle ombre e di uscrine
senza danno ed egli stesso vi si recava regolarmente sia come accompagnatore
dei morti e degli eroi, sia come messaggero degli dèi superi e portatore
delle suppliche dei vivi che alle divinità degli inferi dedicavano frequenti
ecatombe (sacrifici di 100 tori o vacche in un bagno di sangue) per sfuggire
alle loro vendette. Dunque Mercurio era il prototipo del mago, dello
sciamano che conosce le vie del Cielo e degli inferni e si sposta sulle une
e sulle altre per fare il bene degli uomini e degli dèi. Scendendo di un
gradino nella dignità conferita dagli aspetti Mercurio/Plutone, potremmo
riconoscere i poteri dello sciamano nelle due categorie che oggi meglio li
rappresentano: i politici e gli psicologi. I primi mediano tra il popolo ed
i gruppi statali e non che esercitano un potere più o meno riconosciuto, e
così facendo esercitano un potere sulle masse; i secondi mediano tra la
psiche ed il corpo dei loro pazienti per guarirli dai mali causati da una
cattiva igiene mentale. Gli aspetti positivi di tra Mercurio e Plutone
favoriscono le abilità politiche, la capacità di influenzare le masse
suadendole ai propri consigli, in quanto il soggetto appare caratterizzato
da una spontanea, innata capacità di capire i concetti fondamentali della
psicologia e di mettersi allo stesso livello delle persone di cui cerca il
consenso. In caso di aspetti negativi il soggetto non riesce a trarre
profitto da questa conoscenza che pure gli permane integra perché non riesce
a dominare in sè quelle stesse tendenze che vorrebbe scatenare negli altri.
Egli quindi finisce vittima delle sue tentazioni mefistofeliche perché pur
avendo acquisito il sapere del demònio sugli aspetti più vili dell'esistenza
e della natura umana, non ha il potere di dominarli. La congiunzione
Mercurio/Plutone è potente in quanto mette in relazione intima due pianeti
affini per natura, ma proprio per questo, legando un pianeta personale ad un
potentissimo pianeta transpersonale, deve guardarsi con attenzione in quanto
allo stesso modo della congiunzione di Mercurio ed Urano, è troppo intensa e
quindi va valutata in relazione al contesto dell'intero tema.
Il piccolo e veloce Mercurio è quindi più importante di quanto normalmente
non si pensi perché nella sua fondamentale natura di mediatore tra le
istanze contrarie di una mente prigioniera della polarità esistente in tutte
le cose, occupa il luogo del Centro che è quello del Potere. Mercurio, il
pianeta dell'Intelligenza, della Ragione, della Logica, è ciò che fa di noi
quello che siamo, uomini, non animali. Come uomini esercitiamo un potere
sulla natura a noi esterna o interna che nessun altro essere, sottoposto
senza via di scampo all'inesorabilità dei cicli naturali, può vantare come
sua prerogativa. Tutto questo può sembrare limitativo delle pretese
divinatorie dell'astrologia, ma non lo è, perché questa non cessa di
confermarsi valida nella previsione delle conseguenze degli atti compiuti da
persone ignare della propria natura. La conoscenza di sè che l'Astrologia ci
mette nelle mani ci offre la possibilità di riflettere - avendone il tempo e
il desiderio - su noi stessi, non al fine di diventare l'ombelico del mondo
e così facendo porci ai suoi margini, ma per dominare la nostra natura
animale con la luce dell'Intelletto e gioire in noi stessi della nostra
raggiunta maturità di esseri umani che nella sua purezza sfuma in una
condizione divina. Chi sa far uso dell'Astrologia per elevarsi
spiritualmente sa che nell'Universo esistono molti centri, ovunque vi sia un
essere capace di costruirsi il suo mondo attorno con l'uso della percezione
e del pensiero, ma nessuno di questi finché ha un nome proprio ed una forma
individuata potrà mai considerarsi come *il Centro*. L'unico essere che
possa considerarsi tale è colui che avendo superato le barriere della
propria personalità, sconfinando oltre i limiti della sua psiche
individuale, possa riconoscersi nel Tutto seentendo la vita degli altri come
la propria.ù
Mercurio ci parla di questa "totalità organica" che è il mondo, ci invita a
conoscerlo e ad esercitarvi la nostra funzione (il lavoro) come membra
attive e non cancerose del suo grande corpo. Chiunque eserciti con dignità
ed onestà la sua professione, quantunque questa significhi sempre "servizio
agli altri", è un re, perché domina nel suo campo. Ma chi pretende di farsi
lume per gli altri, qualunque sia il loro bisogno, non può non uscire dal
seminato, rinnegando la propria natura quale emerge dal suo tema natale per
abbracciare quella del Tutto e così inquadrare ogni cosa nel suo giusto
posto. Ed è ancora Mercurio che qui gioca un ruolo fondamentale nella sua
capacità di cogliere la natura delle cose attraverso i rapporti che le
legano. Oggi qualcuno dice che viviamo in una società organizzata secondo
valori virginei perché ovunque predomina la burocrazia ed ormai la sola
parola suscita sensazioni negative per i disservizi che specie in Italia si
accompagnano ad essa. Se effettivamente fossimo in un'epoca della Vergine,
saremmo invece in compagnia degli dèi, come quando regnava Astrea nell'Età
dell'Oro. Invece tutto quello che ci circonda denota il permanere delle
caratteristiche della decrepita Era dei Pesci, durante la quale il Caos ha
regnato sovrano. Abissi che si spalancano su altri abissi in un vuoto di
valori che sul finire di quest'epoca preannuncia ancora più gravi
rivolgimenti nei costumi e nella vita degli uomini. Il pensiero ermetico che
costituisce il fondamento del sapere astrologico denuncia nell'Ignoranza la
causa di ogni male umano, ed oggi assistiamo al paradosso per cui la
crescita della conoscenza semina nuova ignoranza invece che diradarla o
eliminarla. Evidentemente non è questa la causa del dolore, non è
l'ignoranza del sapere profano che ha per oggetto il variegatissimo mondo
fenomenico ad affliggere gli uomini. Ciò che manca e causa dolore è un
metodo ed al tempo stesso una direzione. Ritrovare la strada dell'Unità,
fonte primigenia di ogni essenza e sapere, dovrebbe essere l'obiettivo. In
questa effettivamente si realizzerebbero le aspirazioni della Modernità alla
Libertà, all'Eguaglianza ed alla Fraternità che non significa rendere uguali
cose che non lo sono, ma attribuire ad ogni cosa il ruolo che le spetta in
un Universo che non ha nulla di arbitrario o casuale. Se ognuno di noi
avesse una visione del Tutto comprenderebbe l'importanza del proprio ruolo
che espleterebbe senza malumori ed invidie riconoscendovi un'estensione
della propria natura anzicché una sua limitazione. Non esisterebbero leggi,
nè giudici, nè poliziotti perché nella conoscenza del Tutto distribuita in
modo eguale per ognuno ciascuno saprebbe come agire per il bene proprio ed
altrui senza turbare l'ordine universale. Ma per giungere a questo
bisognerebbe cercare di spersonalizzarsi, facendo apparire l'asciutto dopo
il diluvio di contraddittorie emozioni basate sul nostro senso di
separatezza, di indipendenza dall'altrui destino. Che si possano realizzare
grandi ideali coi mezzi della menzogna, dell'egoismo, della violenza è
un'illusione di cui la storia universale non cessa mai di ammonirci, ma noi
prede, della maledizione di Sisifo, ci ostiniamo in inutili ed eternamente
ricorrenti sforzi. Sul piano individuale ed a fini egoistici la cosa è
ancora più vera. Mercurio, cioè la necessità di rapporti umani basati sulla
parola e sull'uso della ragione, ci costituisce fisicamente al punto che
l'esistenza dell'Uomo per come lo conosciamo oggi non sarebbe possibile
senza la preponderanza di valori mercuriani nella natura umana. Questo
significa che non c'è umanità dove non c'è comunità e spirito di
collaborazione coi propri simili. Un uomo preso per sè solo al di fuori di
qualsiasi rapporto sociale, è solo una bestia, incapace persino di
conservare la postura eretta. Gli antichi dicevano "unus homo, nullus homo"
per sottolineare l'importanza del vivere associato ai fini della piena
esplicazione delle potenzialità umane. Ma nello spirito della Modernità che
ha voluto affrancarlo da ogni forma di alienazione allo schiacciante potere
dellì'autorità politica e religiosa, l'individuo è stato considerato come un
universo chiuso ed in sè stesso completo, girante intorno all'asse della
Ragione. Una ragione materialistica che ignorava altri e più pressanti
bisogni che per reazione sarebbero emersi in seguito, quando
l'industrializzazione su larga scala avrebbe fatto apparire poca cosa le
vecchie schiavitù di fronte alle nuove che agli inevitabili dolori umani
hanno portato via anche la consolazione della speranza. Tutta la Storia
dell'umanità si spiega con l'involuzione delle aspirazioni mercuriane, col
divenir "pietra" di ciò che prima era "argento vivo". E qualcuno ebbe a dire
in uno scritto di molti anni fa che l'Uomo è come Medusa, cioè trasforma in
pietra qualunque cosa vivente verso cui volga lo sguardo. Trasformare la
vita in pietra significa disconoscerla come emanazione dell'unica Vita che
anima tutte le cose e gli esseri e volerla sottoporre a ponderazione secondo
pesi e misure utilitaristiche. L'Angelo Caduto, l'intelligenza celeste che
in origine cantava le lodi del Signore nei cori delle potenze astrali, si
schiantò sulla Terra come un pezzo staccatosi dalla volta celeste, come una
meteora, perché divenne pesante del desiderio di appropriarsi di un proprio
criterio di giudizio separato da quell'unico conforme a verità che
l'esistenza di una sola Realtà ammette. Voler conoscere la verità coi propri
soli mezzi per farne l'uso che si desidera prescindendo da qualsiasi legge
sovraordinata. La superbia luciferiana anima le conoscenze scientifiche del
nostro tempo e le intenzioni di chi si avvicina al sapere per soli scopi
utilitaristici, di tornaconto personale. Ed ecco quindi che il pianeta del
sapere diventa quello dei mercanti, dei giornalisti, degli informatori di
qualsiasi genere per i quali la conoscenza non è altro che una merce come
un'altra, un'optional che si aggiunge senza che la sua presenza o assenza
modifichi in nulla la natura dell'oggetto cui viene aggiunto. Un uomo colto
oggi non è migliore di uno zotico, anzi spesso gli è largamente inferiore
perché il secondo conserva integra la sua capacità di trasformarsi
attraverso la conoscenza, mentre il primo l'ha già perduta nel convertirla
in una merce di scambio o facendone uno strumento di autoesaltazione basato
sull'erudizione invece che sulla comprensione logica e vissuta dei suoi
principi.
Per concludere con una battuta, direi che il peccato originale è consistito
in realtà nella rottura di uno specchio, ed i sette anni di guai che la
superstizione popolare attribuisce a questo evento sono in realtà i sette
giorni della creazione. Dovremo quindi attendere la prossima domenica di Dio
ed il Suo riposo perché l'Uomo guarisca dalla sua stupidità, ossia dal suo
peccato originale che di era in era lo allontana sempre più dalla verità in
direzione di un Eden pietrificato da un concetto ed un uso distorti della
Ragione.

Saluti ed Auguri di Buon Natale e Buon Anno.

--
Cyllenius

http://cyllenius.altervista.org/
http://it.groups.yahoo.com/group/Atlantidi/


Ary

unread,
Dec 22, 2005, 5:37:26 PM12/22/05
to

"Cyllenius" ha scritto nel messaggio
news:43aac26c$0$1069$4faf...@reader1.news.tin.it...

Accidenti. Sono sbalordita!
Ti ringrazio della lunghissima ed elaborata analisi, e faccio tanto di
cappello.
(tra parentesi, il mio mercurio è in ariete, quadrato a Marte in cancro ,e
trigono a Urano in leone.Quindi ho qualche speranza?)

Auguri di Buon natale e tutte le feste che verranno.

Ary
>

Ary

unread,
Dec 22, 2005, 6:10:57 PM12/22/05
to

O grandissimo, eccelso, ineffabile Cyllenius, perdonami l'ardire.
manca un pianeta : il Sole. E' vero che il sole non può essere leso
da mercurio, ma avrei gradito conoscere la tua versione sul Sole
congiunto a Mercurio, anche. l'intelligenza si fonde con l'IO?
E viene rafforzato l'IO o l'Intelligenza?

ary

Cyllenius

unread,
Dec 23, 2005, 2:25:11 PM12/23/05
to

"Ary" <aryafa...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:GUFqf.13891$eD5.2...@twister2.libero.it...

>
> "Cyllenius" ha scritto nel messaggio
> news:43aac26c$0$1069$4faf...@reader1.news.tin.it...
>
> Accidenti. Sono sbalordita!
> Ti ringrazio della lunghissima ed elaborata analisi, e faccio tanto di
> cappello.
> (tra parentesi, il mio mercurio è in ariete, quadrato a Marte in cancro ,e
> trigono a Urano in leone.Quindi ho qualche speranza?)

Diciamo che il tuo Mercurio ha un carattere "igneo" che l'astrologia moderna
in realtà tratta un pò poco. Infatti il simbolo astrologico di Mercurio è il
glifo di Venere sormontato da una falce di luna, coerente con la natura
soprattutto ctonica del pianeta che emerge dallo studio dei miti che lo
accompagnano. In Alchimia invece esiste un altro, secondo, glifo mercuriano,
costituito come il primo da Venere sormontata da un bel paio di corna
arietine. Come sai la natura di Mercurio è doppia, per metà femminile e per
l'altra maschile, ed astrologicamente parlando i suoi effetti risentono
degli aspetti che riceve dagli altri pianeti maschili o femminili. Per cui
noi avremo un Mercurio androgino quando è isolato, cioè privo di aspetti o
soggetto ad influenze di natura maschile e femminile in pari misura, oppure
un Mercurio sessualizzato in senso maschile o femminile quando riceve
aspetti prevalentemente da pianeti dell'uno o dell'altro sesso. Mercurio in
Ariete ha un carattere prettamente maschile che l'astrologia egizia
considerava positiva, assegnando alla posizione del pianeta in Ariete
un'altra importante dignità oltre quelle già conosciute tradizionalmente dei
suoi domicili e della sua esaltazione rispettivamente nei Gemelli e nella
Vergine. Senz'altro vi è una spiegazione astronomica: Mercurio a causa della
sua particolare vicinanza al Sole è visibile solo durante brevi periodi
dell'anno al crescere della sua elongazione e nel suo sorgere eliaco. Ecco
perché gli Egizi lo consideravano dignificato in Ariete, data l'associazione
del Segno con l'aurora. Ovviamente per il motivo opposto, dato il carattere
ignifugo del metallo al quale è associato e quindi la sua natura ctonica, lo
si considerò esaltato nella Vergine perché era visibile anche - o meglio,
soprattutto, visto che le osservazioni del cielo si svolgevano per lo più di
notte - nel suo tramontare eliaco. Ovviamente questo spiega anche la caduta
di Mercurio in Pesci giacché questo Segno è associato alle prime due ore
dopo il sorgere del Sole, quando l'intensità della luce solare impedisce di
scorgere qualsiasi altro pianeta tranne la Luna e qualche volta Venere.
Quindi esistono due Mercuri entrambi dignificati in posizioni sotto
l'orizzonte: il primo di natura femminile e più potente in Vergine, ed il
secondo di natura maschile in Ariete.
La quadratura di Marte in Cancro di per sè sola, cioè presa nel suo
significato simbolico avulso dalla totalità del tema natale che può
riequilibrarne in positivo gli effetti, è ovviamente un fattore negativo,
indice di intenso nervosismo responsabile talvolta di infiammazioni che
colpiscono i nervi, soprattutto del capo (visto che Mercurio si trova in
Ariete), quindi cefalee, infiammazione del trigemino etc. La persona
caratterizzata da questo aspetto è piuttosto impulsiva nel suo modo di
esprimersi, tanto mimici che verbali e testuali, e tende ad arrivare
immediatamente a delle conclusioni che possono rivelarsi sbagliate. Mercurio
viene molto sollecitato dall'elemento Fuoco e diventa iperattivo,
ribollente, quando già di per sè la sua natura fondamentale è mobile, in
eterno movimento. Il Fuoco la esaspera e la velocità delle reazioni
mercuriane è enormemente accresciuta, col rischio di esaurimenti e di alti e
bassi nella qualità del lavoro che risente di un umore altalenante. Il
soggetto diventa allora troppo "primario" nel reagire agli stimoli esterni e
soprattutto ai comportamenti umani. I litigi, specie nell'ambito familiare
coi fratelli, sono una costante della sua vita. Può accadergli di subire dei
raggiri dai propri fratelli dai quali la sua spontaneità non gli consente di
difendersi con lucidità. Per esperienza so, al di là delle analogie da
manuale, che gli aspetti negativi tra Mercurio e Marte possono fortemente
condizionare la vita delle persone appartenenti al Segno dei Gemelli e del
Cancro, cioè a quelli maggiormente sensibili alle vicende del proprio nucleo
familiare d'origine. In altri soggetti, meno condizionati dai rapporti
familiari, questo aspetto può passare inosservato perché innaturalmente
considerato fisiologico. Sta di fatto che esistono famiglie che vanno
d'accordo in un modo meraviglioso ed altre in cui ci si scanna per delle
bazzeccole. La quadratura Mercurio/Marte è stata definita proprio da
Barbault come indicativa del "complesso di Caino", cioè di una vita
tormentata da violente gelosie tra fratelli. Il trigono tra Mercurio ed
Urano, pur splendido se considerato a sè stante, diventa meno luminoso
perché danneggiato dalla quadratura di Marte, ed anche perché Urano in Leone
è in esilio. Questo significa che si possono avere delle magnifiche doti di
creatività, intuitività, fantasia, ma bisognerà guardarsi dalla fretta
temendola come il nemico numero uno per le conclusioni sbagliate cui può
condurre, specialmente quando in gioco vi sia l'amore, il rapporto coi
figli, il gioco d'azzardo. Urano in Leone produce i colpi di fulmine, gli
amori brevi ma intensi col rischio di gravidanze indesiderate che possono
trasformare le liti nella famiglia di origine in quelle della famiglia che
si andrà a formare per effetto della maternità. Allora potrebbe accadere che
i figli (rappresentati anch'essi da Mercurio) si ribellino ai genitori
(Marte in Cancro) e quindi la quadratura di Mercurio a Marte, che già come
quadratura significa "blocco", produca uno stallo nei rapporti affettivi,
con la tendenza a ripetere sempre gli stessi errori nel pensiero e negli
atti.
Quanto sopra ovviamente è solo un'interpretazione globale del simbolismo dei
fattori coinvolti negli aspetti di cui mi hai parlato, considerando
esclusivamente pianeti, aspetti e segni e necessariamente ignorando le
importantissime case e tutti gli altri numerosi fattori del tema natale che
possono modificare queste tendenze.
Per rispondere infine al tuo secondo post concernente il rapporto tra il
Sole e Mercurio, premesso quanto già detto all'inizio di questo messaggio,
credo che una stretta congiunzione tra i due sia negativa, almeno nel
concreto quotidiano. Sul piano spirituale vale secondo me il principio
opposto, cioè il soggetto che abbia di nascita una congiunzione
Sole/Mercurio (da valutarsi però con orbite più strette rispetto a quelle
degli altri pianeti più distanti) potrebbe davvero trovare in vita la pietra
filosofale.

Buone Feste.

Ary

unread,
Dec 28, 2005, 2:21:55 PM12/28/05
to

"Cyllenius"

> Buone Feste.

Non ti dispiace, vero, se ti ho fatto un pò di pubblicità?
Ho usato la tua analisi per convincere qualche detrattore della validità
della simbologia astrologica. in TOTO.
Naturalmente io non ho la pazienza di spiegare le cose, non so perchè!:-)
In effetti sono sempre in lite coi miei familiari, e ho vissuto una grande
gelosia
(adesso tu mi dici che era più presunta che reale) con mia sorella minore.
(sole in toro gelosissimo) e che ha condizionato tutta la mia vita.
Ti ringrazio, Cyllenius, mi hai fatto tornare la voglia di studiare
seriamente.
Io purtroppo non ho la pazienza necessaria nell'arte di illustrare
le cose, ma le capisco immediatamente.
Può anche darsi che giunga a delle conclusioni precipitose, ma che
cos'è l'Intuito, in fondo, se non un calcolo ad altissima velocità?

Buone feste anche a te.

ary

Cyllenius

unread,
Dec 30, 2005, 2:53:40 AM12/30/05
to

"Ary" <aryafa...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:nBBsf.20049$eD5.3...@twister2.libero.it...

>
> "Cyllenius"
>
>> Buone Feste.
>
> Non ti dispiace, vero, se ti ho fatto un pò di pubblicità?
> Ho usato la tua analisi per convincere qualche detrattore della validità
> della simbologia astrologica. in TOTO.

L'intenzione è apprezzabile, ma è tempo perso cercare di convincere un
"detrattore". Di solito le persone accettano o non accettano una data realtà
non perché questa sia dimostrabilmente tale, ma solo perché la sentono
risuonare più o meno armoniosamente con la natura della loro anima. Ognuno
si costruisce un mondo attorno ad immagine della propria casa, per
renderselo più familiare e meno temibile. Chi rifiuta l'Astrologia a priori
la teme perché mette in discussione i valori sui quali poggiano le sue
certezze e quindi la sua sicurezza.

> Naturalmente io non ho la pazienza di spiegare le cose, non so perchè!:-)
> In effetti sono sempre in lite coi miei familiari, e ho vissuto una grande
> gelosia
> (adesso tu mi dici che era più presunta che reale) con mia sorella minore.

no, attenzione: io ti ho dato l'interpretazione di un aspetto non quella del
tuo tema natale, specificando che bisogna guardare tutto l'insieme per avere
la certezza che il problema esista e sia avvertito come tale dal soggetto
che possiede questo aspetto. Quindi è diverso dal dire "ti sei fatta l'idea
sbagliata che tua sorella sia gelosa di te o che tu sia gelosa di lei".
L'Astrologia vede l'uomo diversamente dal modo in cui lo concepisce la
medicina allopatica, cioè lo vede come un tutto organico e non come la
semplice somma degli organi che lo costituiscono e che possono essere
trattati separatamente gli uni dagli altri. In un certo senso gli Aspetti
planetari possono essere considerati come organi, apparati o funzioni
dell'essere umano; per capire come essi funzionino bisogna avere il quadro
completo davanti.

> (sole in toro gelosissimo) e che ha condizionato tutta la mia vita.
> Ti ringrazio, Cyllenius, mi hai fatto tornare la voglia di studiare
> seriamente.

l'Astrologia merita di essere studiata seriamente. È una perla preziosa ed
una chiave che apre le porte su mondi ancora sconosciuti alle scienze
ufficiali, la cui esplorazione può da sola riempire e dare significato ad
un'intera esistenza.

> Io purtroppo non ho la pazienza necessaria nell'arte di illustrare
> le cose, ma le capisco immediatamente.

ed è questa la cosa più importante.

> Può anche darsi che giunga a delle conclusioni precipitose, ma che
> cos'è l'Intuito, in fondo, se non un calcolo ad altissima velocità?

certo, non ogni calcolo o ragionamento viene svolto a livello cosciente, ed
è per questo che esiste chi nega alla ragione le possibilità conferite
dall'intuizione. Ma bisogna comunque stare attenti ed una volta intuita una
verità, prenderne nota in modo da fissarla nella nostra mente razionale e
poi, con calma, valutarla logicamente, altrimenti si possono prendere
abbagli ed al riguardo vi sono le testimonianze di astrologi che praticano
l'arte da una vita, tutte concordi nel mettere in guardia dai facili
entusiasmi.

Saluti.

Ary

unread,
Jan 3, 2006, 9:10:47 AM1/3/06
to

"Cyllenius" >

Chi rifiuta l'Astrologia a priori
> la teme perché mette in discussione i valori sui quali poggiano le sue
> certezze e quindi la sua sicurezza.

Oh Sì. Di solito è come per la religione. o sono atei razionalisti convinti
che negano qualsiasi approccio spirituale alla Realtà, oppure sono dei
fanatici che "credono" senza conoscere.
E' difficile trovare dei bravi astrologi, seri, che sappiano di cosa stanno
parlando.


>
> no, attenzione: io ti ho dato l'interpretazione di un aspetto non quella
del
> tuo tema natale, specificando che bisogna guardare tutto l'insieme per
avere
> la certezza che il problema esista e sia avvertito come tale dal soggetto
> che possiede questo aspetto. Quindi è diverso dal dire "ti sei fatta
l'idea
> sbagliata che tua sorella sia gelosa di te o che tu sia gelosa di lei".

Non ho detto questo, o forse mi sono spiegata male.
Voglio dire che è vero che ho avuto una sorella minore, la quale è
stata vezzeggiata in modo eccessivo da mia madre, perchè era l'ultima
nata, e quindi, sempre secondo mia madre, più debole e da proteggere
da Attila Re degli Unni (me)
ma è anche vero che io ho vissuto questa storia in modo tragico, e magari
un altra persona, con un tema natale di un altra "qualità temporale"
avrebbe reagito diversamente.

> L'Astrologia vede l'uomo diversamente dal modo in cui lo concepisce la
> medicina allopatica, cioè lo vede come un tutto organico e non come la
> semplice somma degli organi che lo costituiscono e che possono essere
> trattati separatamente gli uni dagli altri. In un certo senso gli Aspetti
> planetari possono essere considerati come organi, apparati o funzioni
> dell'essere umano; per capire come essi funzionino bisogna avere il quadro
> completo davanti.

Io mi interesso di Antroposofia, perciò so cosa vuoi dire.
Steiner si interessava un po' di tutti i campi del sapere, quindi,
nella sua apologia della "scienza occulta" (occulta in senso di "nascosta"
perchè appartiene all'altro polo della realtà, quello spirituale)
ha fornito le basi per una comprensione diversa anche al sapere
Astrologico.

> > Ti ringrazio, Cyllenius, mi hai fatto tornare la voglia di studiare
> > seriamente.
>
> l'Astrologia merita di essere studiata seriamente. È una perla preziosa ed
> una chiave che apre le porte su mondi ancora sconosciuti alle scienze
> ufficiali, la cui esplorazione può da sola riempire e dare significato ad
> un'intera esistenza.

Pur essendo consapevole
del valore e della validità dell'Astrologia, non riesco ad applicarmi
in modo costante a una materia e solo a quella.
penso però che l'Astrologia sia un'ottima strada, un mezzo.
Però dipende in misura proporzionale anche il grado di evoluzione
dell'individuo che si avvicina all'Astrologia.
Ho un amico che è un validissimo astrologo, membro del CIDA,
scrive pubblicazioni e libri, però non lo percepisco molto "sveglio".
(non viene qui sopra quindi posso dirlo impunemente)
Lui si è specializzato nei rapporti di coppia, e solo quelli.
Non gli interessa l'evoluzione spirituale dell'individuo (imho)
ma va bene anche così.

> certo, non ogni calcolo o ragionamento viene svolto a livello cosciente,
ed
> è per questo che esiste chi nega alla ragione le possibilità conferite
> dall'intuizione. Ma bisogna comunque stare attenti ed una volta intuita
una
> verità, prenderne nota in modo da fissarla nella nostra mente razionale e
> poi, con calma, valutarla logicamente, altrimenti si possono prendere
> abbagli ed al riguardo vi sono le testimonianze di astrologi che praticano
> l'arte da una vita, tutte concordi nel mettere in guardia dai facili
> entusiasmi.

E' vero. Però ai facili entusiasmi segue sempre un periodo di distacco
che io valuto di Stasi o di stallo. ( forse si ha bisogno di un po' di tempo
per digerire e integrare le cose nell'Esperienza) di modo che dopo si sia
pronti per immergersi di nuovo e con rinnovato interesse, però con
la qualità di ottava più alta. Se non si integrano le informazioni con
l'Esperienza il sapere non conta nulla.
L'hai detto anche tu.
E' solo un approccio diverso, un "modus operandi" che più si addice
alla mia incasinatissima personalità. Se dovessi approfondire una
qualsiasi cosa diventerei fanatica. E dato che sono consapevole di questo
rischio prendo le distanze. Mi piace procedere con calma .
>
> Saluti.

Salve. E' un piacere conversare con te.

ary

Cyllenius

unread,
Jan 4, 2006, 7:42:15 AM1/4/06
to

"Ary" <aryafa...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:HBvuf.26979$eD5.4...@twister2.libero.it...

>
> "Cyllenius" >
> Chi rifiuta l'Astrologia a priori
>> la teme perché mette in discussione i valori sui quali poggiano le sue
>> certezze e quindi la sua sicurezza.
>
> Oh Sì. Di solito è come per la religione. o sono atei razionalisti
> convinti
> che negano qualsiasi approccio spirituale alla Realtà,

ed in questo caso sono tutt'altro che razionali

> oppure sono dei
> fanatici che "credono" senza conoscere.

questi però sono più rari fra astrologi ed esoteristi perché l'approccio ai
problemi dello spirito è molto diverso da quello tipicamente religioso, in
quanto diversamente da quest'ultimo si basa sull'esperienza.

> E' difficile trovare dei bravi astrologi, seri, che sappiano di cosa
> stanno
> parlando.

dipende dai singoli casi. Un astrologo è un uomo come gli altri; si
distingue dagli altri solo perché è in possesso di una *tecnica* che gli
consente di ordinare la realtà interiore ed esteriore seguendone e
prevedendone le dinamiche evolutive. In quanto "techne" l'Astrologia non
presuppone che l'astrologo debba essere un santo per avere successo
nell'esercitarla, anche se un certo grado di purezza, debitamente intesa,
gli evita di prendere abbagli assegnando al consultante una posizione più
elevata o più bassa sui gradini della scala evolutiva. Per essere più
esplicito, un farabutto che ha nell'anima solo tenebre, darà necessariamente
una lettura di basso livello del grafico natale anche quando questo
appartenga ad un santo e lui non lo sappia; viceversa una persona dalle
tendenze troppo buoniste tenderà a collocare il consultante su di un piano
più elevato rispetto a quello da lui effettivamente raggiunto. Per "purezza"
quindi intendo la capacità di non contaminare con alcunché di proprio gli
esiti finali dell'interpretazione astrologica, dando un quadro il più
possibile obiettivo della personalità e del destino del consultante.
Tuttavia è difficile raggiungere questo grado di "purezza" nel senso
anzidetto, perché è la natura stessa dell'arte astrologica che esige che
essa sia appresa soprattutto attraverso una continua introspezione - oltre
che attraverso la pratica su altre persone - e di solito, per una legge
occulta poco conosciuta nel mondo profano, l'astrologo attira nella propria
orbita persone che in qualche modo possono essere considerate come
proiezioni della sua vita interiore. Nulla accade per caso, e le persone che
si incontrano, anche brevemente nella vita, hanno un legame sottile con la
personalità del soggetto che quindi funge in un certo senso come un magnete
verso persone e circostanze riguardanti anche la sua vita professionale. È
curioso ma è vero perché confermato dalla pratica. Un astrologo ed
alchimista Angelo Angelini che si interessava di astrologia egizia,
recentemente scomparso secondo quanto mi è stato riferito, sosteneva che il
grafico natale rappresenta l'"aura" del soggetto, quindi in sostanza
un'emanazione sottile che ha il potere di attrarre e trasmettere certe
'qualità' ... il sistema delle case derivate di Picard, che io trovo molto
valido, a parer mio dimostra inequivocabilmente l'esistenza di una relazione
intima, molto stretta, tra i destini delle persone che si incontrano, per
una qualsiasi ragione, nella vita. Altrimenti non sarebbe possibile risalire
dal tema natale di Tizio ad alcuni elementi precisi ed indipendenti della
vita di Caio, sia egli suo padre, suo nonno, suo zio, un suo amico o un suo
datore di lavoro. Quindi diciamo che le persone si incontrano sotto
l'effetto di una legge di polarità per cui il simile attrae il suo simile,
ma in questo l'uno funge da anodo e l'altro da catodo, cioè l'uno è dotato
di carica positiva e trasmette qualcosa all'altro che è invece dotato di
carica negativa. È il sempiterno gioco degli opposti complementari. Ed ecco
quindi dove si incontra la difficoltà: evitare di proiettare sul consultante
una parte della propria personalità ed al tempo stesso essere consapevoli
della non accidentalità dell'incontro, della similitudine fra astrologo e
consultante.

>> no, attenzione: io ti ho dato l'interpretazione di un aspetto non quella
> del
>> tuo tema natale, specificando che bisogna guardare tutto l'insieme per
> avere
>> la certezza che il problema esista e sia avvertito come tale dal soggetto
>> che possiede questo aspetto. Quindi è diverso dal dire "ti sei fatta
> l'idea
>> sbagliata che tua sorella sia gelosa di te o che tu sia gelosa di lei".
>
> Non ho detto questo, o forse mi sono spiegata male.
> Voglio dire che è vero che ho avuto una sorella minore, la quale è
> stata vezzeggiata in modo eccessivo da mia madre, perchè era l'ultima
> nata, e quindi, sempre secondo mia madre, più debole e da proteggere
> da Attila Re degli Unni (me)
> ma è anche vero che io ho vissuto questa storia in modo tragico, e magari
> un altra persona, con un tema natale di un altra "qualità temporale"
> avrebbe reagito diversamente.

certamente, questo è vero.

>> L'Astrologia vede l'uomo diversamente dal modo in cui lo concepisce la
>> medicina allopatica, cioè lo vede come un tutto organico e non come la
>> semplice somma degli organi che lo costituiscono e che possono essere
>> trattati separatamente gli uni dagli altri. In un certo senso gli Aspetti
>> planetari possono essere considerati come organi, apparati o funzioni
>> dell'essere umano; per capire come essi funzionino bisogna avere il
>> quadro
>> completo davanti.
>
> Io mi interesso di Antroposofia, perciò so cosa vuoi dire.
> Steiner si interessava un po' di tutti i campi del sapere, quindi,
> nella sua apologia della "scienza occulta" (occulta in senso di "nascosta"
> perchè appartiene all'altro polo della realtà, quello spirituale)
> ha fornito le basi per una comprensione diversa anche al sapere
> Astrologico.

in effetti non ha fatto altro che esplicare un principio ben conosciuto
millenni prima di lui e presente già nell'Ermetismo. D'altronde anche
Rudhyar diceva la stessa cosa. Non c'è mai niente di nuovo sotto il sole e
le idee non appartengono a nessuno.

>> > Ti ringrazio, Cyllenius, mi hai fatto tornare la voglia di studiare
>> > seriamente.
>>
>> l'Astrologia merita di essere studiata seriamente. È una perla preziosa
>> ed
>> una chiave che apre le porte su mondi ancora sconosciuti alle scienze
>> ufficiali, la cui esplorazione può da sola riempire e dare significato ad
>> un'intera esistenza.
>
> Pur essendo consapevole
> del valore e della validità dell'Astrologia, non riesco ad applicarmi
> in modo costante a una materia e solo a quella.

Mercurio ...

> penso però che l'Astrologia sia un'ottima strada, un mezzo.

infatti curiosamente accade che proprio l'Astrologia e l'esercizio di essa
come professione spinga chi la pratica ad interessarsi di molte materie
diverse. Considerando che un buon astrologo dovrebbe conoscere Mitologia,
Simbolismo, Psicologia, Esoterismo, Astronomia, Anatomia, Storia delle
Religioni, Antropologia Culturale etc., un potenziale tuttologo avrebbe di
ché deliziarsi nello studio della disciplina.

> Però dipende in misura proporzionale anche il grado di evoluzione
> dell'individuo che si avvicina all'Astrologia.
> Ho un amico che è un validissimo astrologo, membro del CIDA,
> scrive pubblicazioni e libri, però non lo percepisco molto "sveglio".
> (non viene qui sopra quindi posso dirlo impunemente)
> Lui si è specializzato nei rapporti di coppia, e solo quelli.
> Non gli interessa l'evoluzione spirituale dell'individuo (imho)
> ma va bene anche così.

beh, oggi la specializzazione è diventata necessaria in ogni campo dello
scibile e l'Astrologia non fa eccezione, però entro certi limiti ...

>> certo, non ogni calcolo o ragionamento viene svolto a livello cosciente,
> ed
>> è per questo che esiste chi nega alla ragione le possibilità conferite
>> dall'intuizione. Ma bisogna comunque stare attenti ed una volta intuita
> una
>> verità, prenderne nota in modo da fissarla nella nostra mente razionale e
>> poi, con calma, valutarla logicamente, altrimenti si possono prendere
>> abbagli ed al riguardo vi sono le testimonianze di astrologi che
>> praticano
>> l'arte da una vita, tutte concordi nel mettere in guardia dai facili
>> entusiasmi.
>
> E' vero. Però ai facili entusiasmi segue sempre un periodo di distacco
> che io valuto di Stasi o di stallo. ( forse si ha bisogno di un po' di
> tempo
> per digerire e integrare le cose nell'Esperienza) di modo che dopo si sia
> pronti per immergersi di nuovo e con rinnovato interesse, però con
> la qualità di ottava più alta. Se non si integrano le informazioni con
> l'Esperienza il sapere non conta nulla.

certamente. Al riguardo trovo molto valida la definizione data da Rudhyar
dell'astrologia come "algebra della vita". L'algebra fa uso di simboli per
esprimere dei nessi logici e necessari tra cose che dipendono
dall'esperienza della vita reale. Se A=B e B=C allora anche A=C. Un
ragionamento di questo tipo è valido qualsiasi cosa mettiamo al posto delle
tre lettere. Siamo quindi noi a riempire di significato, con la nostra
esperienza, i simboli astrologici.

> L'hai detto anche tu.
> E' solo un approccio diverso, un "modus operandi" che più si addice
> alla mia incasinatissima personalità. Se dovessi approfondire una
> qualsiasi cosa diventerei fanatica. E dato che sono consapevole di questo
> rischio prendo le distanze. Mi piace procedere con calma .

posso comprenderti perfettamente. Del resto per me il modo di approfondire
l'Astrologia è quello di leggere di tutto (quindi non solo libri
astrologici) ovviamente senza diventare un topo di biblioteca e sottrarmi
alla vita reale.

>> Saluti.
>
> Salve. E' un piacere conversare con te.
>
> ary

Il piacere è reciproco. Alla prossima.

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