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Licantropia bisestile

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Henry Newbolt

da leggere,
29 giu 2003, 09:30:5529/06/03
a
Letto stamattina "io venia pien d'angoscia..."
Avicenna dice che la licantropia colpisce soprattutto di febbraio, ma non
specifica se bisestile o no.
Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?

Già che ci siamo... perchè mischiare Adone con Atteone, perchè
anacronismizzare l'ologramma ed infine, esiste lo pseudo-maimonide ?
Licenza poetica ?

H.N.


paolo beneforti

da leggere,
29 giu 2003, 10:32:5229/06/03
a

Henry Newbolt

> Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?

no.
un po' di pazienza.


Mario

da leggere,
29 giu 2003, 18:41:5229/06/03
a
"Henry Newbolt" <henry.newb...@virgilio.it> wrote in message news:<jSBLa.158274$pR3.3...@news1.tin.it>...

> Letto stamattina "io venia pien d'angoscia..."
> Avicenna dice che la licantropia colpisce soprattutto di febbraio, ma non
> specifica se bisestile o no.
> Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?
>
Il 1813 NON poteva essere bisestile. Non e' divisibile x quattro.
Avicenna faceva bene a non specificare, dato che la faccenda degli anni
bisestili e' del tutto convenzionale.

Ciao

Mario

paolo beneforti

da leggere,
30 giu 2003, 04:02:2730/06/03
a

Mario <
> > Si č risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?

> >
> Il 1813 NON poteva essere bisestile. Non e' divisibile x quattro.

fino a lě ci s'era arrivati da un annetto circa.


Luca Tassinari

da leggere,
30 giu 2003, 04:43:4230/06/03
a
"Mario"

> "Henry Newbolt"


> > Letto stamattina "io venia pien d'angoscia..."
> > Avicenna dice che la licantropia colpisce soprattutto di febbraio, ma
non
> > specifica se bisestile o no.
> > Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?
> >
> Il 1813 NON poteva essere bisestile.

Nella finzione letteraria tutto è possibile. Il delizioso diario
marista, infatti, contiene il 29 febbraio 1813.

> Non e' divisibile x quattro.

Dal 15 ottobre 1582 la divisibilità per quattro non è più
garanzia di bisestilità.

> Avicenna faceva bene a non specificare, dato che la faccenda degli anni
> bisestili e' del tutto convenzionale.

Mica tanto. Senza la correzione gregoriana il febbraio di
Avicenna non coinciderebbe con il nostro. Un licantropo
avvistato il 26 gennaio, per esempio, parrebbe violare
l'assunto avicenniano, pur rientrandovi in pieno.

Ciao

Luca

Henry Newbolt

da leggere,
30 giu 2003, 07:07:2730/06/03
a

paolo beneforti <bene...@despammed.com> wrote in message

> no.
> un po' di pazienza.

Ok, temevo di essermi distratto.

H.N.

paolo beneforti

da leggere,
30 giu 2003, 09:36:0430/06/03
a

Luca Tassinari

> > Avicenna faceva bene a non specificare, dato che la faccenda degli anni
> > bisestili e' del tutto convenzionale.
>
> Mica tanto. Senza la correzione gregoriana il febbraio di
> Avicenna non coinciderebbe con il nostro. Un licantropo
> avvistato il 26 gennaio, per esempio, parrebbe violare
> l'assunto avicenniano, pur rientrandovi in pieno.

la risposta testé ricevuta dall'Autore tocca questo tipo di ambiguità.
MM dice che non si ricorda più perché aveva usato quel falso bisesto, ma
aggiunge che forse intendeva giocare sulla possibilità di ipotizzare una
convenzione diversa per il calcolo dei bisestili, data appunto la
convenzionalità della cosa e i vari calendari di cui la storia (e il
racconto di Mari) rende conto.
quindi l'errore non è altro che l'impronta residua di una parte di vicenda
che l'autore non ha poi più scritto.
dixi.
anzi, dixit.


Mario

da leggere,
30 giu 2003, 19:06:1330/06/03
a
"Luca Tassinari" <luca...@libero.it> wrote in message news:<bdot0e$v59nl$1...@ID-161214.news.dfncis.de>...

> "Mario"
>
> > "Henry Newbolt"
> > > Letto stamattina "io venia pien d'angoscia..."
> > > Avicenna dice che la licantropia colpisce soprattutto di febbraio, ma
> non
> > > specifica se bisestile o no.
> > > Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?
> > >
> > Il 1813 NON poteva essere bisestile.
>
> Nella finzione letteraria tutto è possibile. Il delizioso diario
> marista, infatti, contiene il 29 febbraio 1813.
>
> > Non e' divisibile x quattro.
>
> Dal 15 ottobre 1582 la divisibilità per quattro non è più
> garanzia di bisestilità.
>

No, ma e' una condizione necessaria.

> > Avicenna faceva bene a non specificare, dato che la faccenda degli anni
> > bisestili e' del tutto convenzionale.
>
> Mica tanto. Senza la correzione gregoriana il febbraio di
> Avicenna non coinciderebbe con il nostro. Un licantropo
> avvistato il 26 gennaio, per esempio, parrebbe violare
> l'assunto avicenniano, pur rientrandovi in pieno.

Ma qui , credo, si parla di licantropi bisestili.
Ora un licantropo cosa fa ? Aspetta i comodi di Avicenna ? Si adegua alle
riforme del calendario ?
Se si avvista un licantropo il 26 febbraio del 2003, basta, non e' piu'
questione di anni bisestili.

Ciao

Mario

Luca Tassinari

da leggere,
1 lug 2003, 03:31:1101/07/03
a

"paolo beneforti"

Grazie per il gentile riscontro.

> [...]


> MM dice che non si ricorda più perché aveva usato quel falso bisesto, ma
> aggiunge che forse intendeva giocare sulla possibilità di ipotizzare una
> convenzione diversa per il calcolo dei bisestili, data appunto la
> convenzionalità della cosa e i vari calendari di cui la storia (e il
> racconto di Mari) rende conto.

Questa è una dimostrazione pratica di quanto poco conti
l'intenzione dell'autore nel determinare il significato di un
racconto.

Mari *non sa*. Mari *non ricorda*. Mari dice che *forse*.
Eppure quel 29 febbraio 1813 colloca tutto il racconto in
una dimensione particolare, fuori dal tempo ordinario.

Una svista che innesca una reazione a catena di fatti narrativi:
Tardegardo non può più essere immagine di Leopardi, che quel
giorno non l'ha mai visto; la storia diventa *necessariamente*
irreale per via di quel falso in calendario; salta completamente
il calcolo dei giorni che dovevano separare una trasmutazione
lupesca dall'altra; meglio ancora: la luna piena resiste in cielo
un giorno in più, contro ogni legge astronomica. E chi più ne
ha più ne metta.

Tutto ciò è *meravigliosamente* letterario!

> quindi l'errore non è altro che l'impronta residua di una parte di vicenda
> che l'autore non ha poi più scritto.

Una storia parallela! Quest'uomo riesce a fare letteratura anche
con le cappelle.

> dixi.
> anzi, dixit.

Diglielo a Mari, da parte mia. Digli: Mari, ha detto un tale che
tu fai letteratura anche con le cappelle!

Ciao

Luca

Luca Tassinari

da leggere,
1 lug 2003, 03:53:1801/07/03
a
"Mario"

> [...]


> > Senza la correzione gregoriana il febbraio di
> > Avicenna non coinciderebbe con il nostro. Un licantropo
> > avvistato il 26 gennaio, per esempio, parrebbe violare
> > l'assunto avicenniano, pur rientrandovi in pieno.
>
> Ma qui , credo, si parla di licantropi bisestili.

Difficile da dire, veh!

Stando alle regole del tempo ordinario il licantropo narrato
nel libro non dovrebbe essere bisestile. Ma il tempo del
racconto non segue quelle regole, rendendo bisestile il suddetto
licantropo. Non se ne esce, caro Mario: qui ci troviamo di
fronte ad un paradosso diegetico insormontabile. Anche il
buon Genette ne uscirebbe pazzo, credo.

> Ora un licantropo cosa fa ? Aspetta i comodi di Avicenna ? Si adegua alle
> riforme del calendario ?

Chi può dirlo, a questo punto. E' ormai assodato che un licantropo
fu avvistato da più persone fidedegne nel 1813, anno notoriamente
non bisestile. Il documento che ne dà notizia, però, reca in chiaro la
data del 29 febbraio di quell'anno! Fu il licantropo ad adeguarsi a
cotale bizzaria astronomica? o fu piuttosto il tempo a fermarsi per un
giorno, come sorpreso da codesto licantropo fuori posto? Non
sapremo mai con certezza cosa realmente avvenne.

> Se si avvista un licantropo il 26 febbraio del 2003, basta, non e' piu'
> questione di anni bisestili.

Sempre che Mari non faccia un'altra delle sue mirabili cappelle
letterarie.

Ciao

Luca

Henry Newbolt

da leggere,
1 lug 2003, 07:21:0501/07/03
a

Luca Tassinari <luca...@libero.it> wrote in message

> Grazie per il gentile riscontro.

Mi associo

> Una storia parallela! Quest'uomo riesce a fare letteratura anche
> con le cappelle.

Tutto un universo parallelo, in cui gli anni bisestili vengono calcolati
diversamente, in cui Adone venne sbranato dai cani ed il buon Atteone
continuņ a pascolare pecore, e chissą quante altre differenze che Mari aveva
intenzione di scrivere e si č dimenticato :-)

H.N.

paolo beneforti

da leggere,
1 lug 2003, 09:37:1801/07/03
a

Luca Tassinari

> > MM dice che non si ricorda più perché aveva usato quel falso bisesto, ma
> > aggiunge che forse intendeva giocare sulla possibilità di ipotizzare una
> > convenzione diversa per il calcolo dei bisestili, data appunto la
> > convenzionalità della cosa e i vari calendari di cui la storia (e il
> > racconto di Mari) rende conto.
>
> Questa è una dimostrazione pratica di quanto poco conti
> l'intenzione dell'autore nel determinare il significato di un
> racconto.
>
> Mari *non sa*. Mari *non ricorda*. Mari dice che *forse*.
> Eppure quel 29 febbraio 1813 colloca tutto il racconto in
> una dimensione particolare, fuori dal tempo ordinario.
[snip]

condivisibile, anche lo snippato; e pure io avevo fatto di questi vagabondi
pensieri; ma in qualche modo li trovo stridenti con l'opera di Mari, e mi
parrebbe anche fargli un torto il sottolineare questo aspetto surreale ed
intratestuale, per quanto evidentemente affascinante esso sia.
sarebbe imo un torto alla compiutezza del pastiche e al nocciolo che esso,
sì compiutamente, sostiene ed espone.
non si tratta di fedeltà agli intenti dell'autore, quanto proprio di
coerenza stilistica di un testo in cui l'aspetto formale (filologico, parola
che ci va infilata per forza) è sostanziale.

in altre opere di mari l'errore involontario avrebbe senz'altro
cittadinanza; in IVPDAAR direi di no.ù

preferisco vederlo come un memento a non prender troppo sul serio il gioco
letterario e tanto meno le proprie di-noi-lettori esegesi del medesimo.


Luca Tassinari

da leggere,
1 lug 2003, 11:46:4001/07/03
a
"paolo beneforti"

> [...]


> > Questa è una dimostrazione pratica di quanto poco conti
> > l'intenzione dell'autore nel determinare il significato di un
> > racconto.
> >
> > Mari *non sa*. Mari *non ricorda*. Mari dice che *forse*.
> > Eppure quel 29 febbraio 1813 colloca tutto il racconto in
> > una dimensione particolare, fuori dal tempo ordinario.
> [snip]
>
> condivisibile, anche lo snippato; e pure io avevo fatto di questi
vagabondi
> pensieri; ma in qualche modo li trovo stridenti con l'opera di Mari, e mi
> parrebbe anche fargli un torto il sottolineare questo aspetto surreale ed
> intratestuale, per quanto evidentemente affascinante esso sia.

L'unica cosa che mi sento di sottolineare è che - nonostante
tutta l'evocazione di dati reali e "colti", da Leopardi in giù -
IVPDAAR è un "vero" romanzo, ben fondato su un solido
strato di invenzione.

La capacità di scrivere "colto" senza violare le regole del
racconto è una caratteristica di Mari che apprezzo in modo
particolare, e quel "baco di calendario", intenzionale o meno
che sia, contribuisce a rafforzare l'aspetto puramente narrativo
del testo, senza intaccare il suo valore formale e stilistico.

> sarebbe imo un torto alla compiutezza del pastiche e al nocciolo che esso,
> sì compiutamente, sostiene ed espone.
> non si tratta di fedeltà agli intenti dell'autore, quanto proprio di
> coerenza stilistica di un testo in cui l'aspetto formale (filologico,
parola
> che ci va infilata per forza) è sostanziale.

Concordo sulla compiutezza e sulla coerenza, alle quali non
vorrei davvero far torto. Anzi, secondo me quella "svista" sul
bisestile rientra perfettamente nella storia, dove l'errore, come
parte ineliminabile della conoscenza, ha un ruolo importante.

> in altre opere di mari l'errore involontario avrebbe senz'altro
> cittadinanza; in IVPDAAR direi di no.ù

Ti dirò che sull'attributo "involontario" non è che la risposta di
Mari mi convinca del tutto: la possibilità che ci stia prendendo
per i fondelli non mi sentirei di escluderla a priori, anche se,
personalmente, mi piacerebbe davvero che di involontarietà
si trattasse.

> preferisco vederlo come un memento a non prender troppo sul serio il gioco
> letterario e tanto meno le proprie di-noi-lettori esegesi del medesimo.

D'accordo, ma non poniamo limiti alle possibilità di divertimento
(anche "intellettuale", perché no?) che ciascuna lettura degna
di questo nome offre. Questo romanzo, ad esempio, invita
alla "caccia all'errore", come TIFDTE invita a compilare un
indice analitico. Sono aspetti piacevoli della lettura, senza
pretese "accademiche".

Ciao

Luca

paolo beneforti

da leggere,
2 lug 2003, 09:57:5402/07/03
a
tassinari

>>ma in qualche modo li trovo stridenti con l'opera di Mari, e mi
> > parrebbe anche fargli un torto il sottolineare questo aspetto surreale
ed
> > intratestuale, per quanto evidentemente affascinante esso sia.
>
> L'unica cosa che mi sento di sottolineare è che - nonostante
> tutta l'evocazione di dati reali e "colti", da Leopardi in giù -
> IVPDAAR è un "vero" romanzo, ben fondato su un solido
> strato di invenzione.

beh, sì, ma l'aspetto pastiche e divertissement non è secondario; fermo
restando che tutto ciò veicola un'idea della letteratura piuttosto forte.


>
> La capacità di scrivere "colto" senza violare le regole del
> racconto è una caratteristica di Mari che apprezzo in modo
> particolare, e quel "baco di calendario", intenzionale o meno
> che sia, contribuisce a rafforzare l'aspetto puramente narrativo
> del testo, senza intaccare il suo valore formale e stilistico.

in effetti non stona affatto, lo pensavo io pure: entra coerentemente nella
finzione fantastica della vicenda (che non sto a spoilerare)

> > sarebbe imo un torto alla compiutezza del pastiche e al nocciolo che
esso,
> > sì compiutamente, sostiene ed espone.
> > non si tratta di fedeltà agli intenti dell'autore, quanto proprio di
> > coerenza stilistica di un testo in cui l'aspetto formale (filologico,
> parola
> > che ci va infilata per forza) è sostanziale.
>
> Concordo sulla compiutezza e sulla coerenza, alle quali non
> vorrei davvero far torto. Anzi, secondo me quella "svista" sul
> bisestile rientra perfettamente nella storia, dove l'errore, come
> parte ineliminabile della conoscenza, ha un ruolo importante.

ecco, sì, appunto. però...

> > in altre opere di mari l'errore involontario avrebbe senz'altro
> > cittadinanza; in IVPDAAR direi di no.ù
>
> Ti dirò che sull'attributo "involontario" non è che la risposta di
> Mari mi convinca del tutto: la possibilità che ci stia prendendo
> per i fondelli non mi sentirei di escluderla a priori, anche se,
> personalmente, mi piacerebbe davvero che di involontarietà
> si trattasse.

...però, dicevo, a me pare invece che in un sì dotto pastiche non possa
esservi spazio per l'involontarietà.


>
> > preferisco vederlo come un memento a non prender troppo sul serio il
gioco
> > letterario e tanto meno le proprie di-noi-lettori esegesi del medesimo.
>
> D'accordo, ma non poniamo limiti alle possibilità di divertimento
> (anche "intellettuale", perché no?) che ciascuna lettura degna
> di questo nome offre. Questo romanzo, ad esempio, invita
> alla "caccia all'errore", come TIFDTE invita a compilare un
> indice analitico. Sono aspetti piacevoli della lettura, senza
> pretese "accademiche".

l'esegesi semiseria è pratica che mi vede favorevolissimo, così come la pura
invenzione di significati mai concepiti dall'autore; con la consapevolezza
che è un gioco (anzi, sarebbe coerente, interessante e divertente - oltre
che forse gradito all'Autore - sbizzarrirsi in compilazioni e
pseudo-bibliografie riguardo ad alcune delle opere del Mari, e magari anche
riguardo ad egli stesso medesimo (che per altro si mescola e si contamina
volentieri alla propria produzione letteraria in un testo come "Rondini sul
filo", ove il protagonista è lui stesso ma non si sa quanto è
autobiografico)).

nel frattempo il sito su MM, col beneplacito ma senza la supervisione
dell'autore, è quasi pronto; mi manca solo un editor html decente e un tot
di tempo.


Luca Tassinari

da leggere,
3 lug 2003, 08:18:0903/07/03
a
"paolo beneforti"

> [...]
> "Luca Tassinari"


> > Ti dirò che sull'attributo "involontario" non è che la risposta di
> > Mari mi convinca del tutto: la possibilità che ci stia prendendo
> > per i fondelli non mi sentirei di escluderla a priori, anche se,
> > personalmente, mi piacerebbe davvero che di involontarietà
> > si trattasse.
>
> ...però, dicevo, a me pare invece che in un sì dotto pastiche non possa
> esservi spazio per l'involontarietà.

Apposta dico che, secondo me, quando Mari dice "non ricordo
perché ho infilato lì quella data sbagliata", può essere che ci pigli un
po' in giro. Ciò non toglie che un lapsus in quel dotto pastiche ci
entrerebbe a pennello: oltre a rendere più "umano" il Mari medesimo,
aprirebbe tutta quella sfilza di divagazioni narrative di cui sopra. Ma
la mia è a sua volta una divagazione; un "mi piacerebbe", appunto,
non una certezza.

> [...]


> l'esegesi semiseria è pratica che mi vede favorevolissimo, così come la
pura
> invenzione di significati mai concepiti dall'autore; con la consapevolezza
> che è un gioco (anzi, sarebbe coerente, interessante e divertente - oltre
> che forse gradito all'Autore - sbizzarrirsi in compilazioni e
> pseudo-bibliografie riguardo ad alcune delle opere del Mari, e magari
anche
> riguardo ad egli stesso medesimo (che per altro si mescola e si contamina
> volentieri alla propria produzione letteraria in un testo come "Rondini
sul
> filo", ove il protagonista è lui stesso ma non si sa quanto è
> autobiografico)).

Ah sì! s'ha da fare!

Si apra la caccia agli "errori popolari del Tardegardo" in /Io venia
pien d'angoscia a rimirarti/; si compili un indice dei nomi e dei luoghi
per /Tutto il ferro della torre Eiffel/, fino a tramutarlo in una
garzantina;
si scriva una biografia di Michele Mari basata esclusivamente su
/Rondini sul filo/.

> nel frattempo il sito su MM, col beneplacito ma senza la supervisione
> dell'autore, è quasi pronto; mi manca solo un editor html decente e un tot
> di tempo.

Non c'è fretta. E' ormai noto che, quando si tratta di Mari, occorre
una buona provvista di pazienza.

Ciao

Luca

paolo beneforti

da leggere,
3 lug 2003, 10:54:5203/07/03
a

Luca Tassinari

> Si apra la caccia agli "errori popolari del Tardegardo" in /Io venia
> pien d'angoscia a rimirarti/; si compili un indice dei nomi e dei luoghi
> per /Tutto il ferro della torre Eiffel/, fino a tramutarlo in una
> garzantina;
> si scriva una biografia di Michele Mari basata esclusivamente su
> /Rondini sul filo/.

"Rondini sul filo" è un mirabolante ritratto delle contorsioni
eroticosentimentalpatologiche di un filologo; assolutamente verosimile e
stilisticamente, come sempre, perfetto. ma insisterei sul verosimile - non
sull'autobiografico, benché il protagonista-narratore sia senza dubbio mari
michele.


>
> > nel frattempo il sito su MM, col beneplacito ma senza la supervisione
> > dell'autore, è quasi pronto; mi manca solo un editor html decente e un
tot
> > di tempo.
> Non c'è fretta.

aggiungo che ho riportato (col contributo decisivo di daniele ms, ormai
fisicamente emigrato) i 3d integrali sui libri di mari.
non occorre autorizzazione per farlo, tuttavia chi non volesse essere citato
lo dica ora (in mailbox) o taccia per sempre.


Matrix Reloaded

da leggere,
4 lug 2003, 07:52:2004/07/03
a
"Henry Newbolt" <henry.newb...@virgilio.it> wrote in message news:<jSBLa.158274$pR3.3...@news1.tin.it>...
> Letto stamattina "io venia pien d'angoscia..."
> Avicenna

Giusto. Licantropia "howling like a wolf" e goetia. Vedi
alt.magick.goetia Goethe dice qualcosa!?!

Si tratta di invocazioni "barbare" magiche (attribuite anche al Cristo) .

dice che la licantropia colpisce soprattutto di febbraio,

Balle. Candelora?

ma non
> specifica se bisestile


Bisestile, scusa?

o no.
> Si è risolto o no il mistero sul 1813 falso bisestile ?
>

????

> Già che ci siamo... perchè mischiare Adone con Atteone, perchè
> anacronismizzare l'ologramma ed infine, esiste lo pseudo-maimonide ?
> Licenza poetica ?

Liscio poeticcio?

>
> H.N.

http://puck.dhs.org toh manda me'n email t8@ puck. dhs .org

xiaou

Francesco Giannici

da leggere,
10 lug 2003, 06:56:1210/07/03
a
paolo beneforti <bene...@despammed.com> wrote:

> "Rondini sul filo" è un mirabolante ritratto delle contorsioni
> eroticosentimentalpatologiche di un filologo; assolutamente verosimile e
> stilisticamente, come sempre, perfetto. ma insisterei sul verosimile - non
> sull'autobiografico, benché il protagonista-narratore sia senza dubbio mari
> michele.

"Come sempre perfetto" direi anche no. Ingegnoso, come sempre.
Didattico, come sempre (il prof. Mari non se l'è scordato neanche per un
momento, che è un didatta, qui come in TIFDTE). Pirobutirrico senza
essere manierista, e di questo gli siamo grati. Sempre preciso e nitido
e vero. Ma alla lunga sfianca anche più di Foto di gruppo con signora. O
almeno, ha sfiancato me (il che non implica nulla, lo so).

Io venìa pien d'angoscia a rimirarti, insomma, mi pare l'unico piccolo
capolavoro, di quelli che ho letto.

[chiedo scusa per il ritardo nella risposta.
Io. :P]

Ciao
--
Francesco Giannici
http://iamr.cjb.net

daniele ms

da leggere,
10 lug 2003, 11:01:3810/07/03
a
"paolo beneforti" a écrit:

> aggiungo che ho riportato (col contributo decisivo di daniele ms, ormai
> fisicamente emigrato) i 3d integrali sui libri di mari.

Si, ma ti tengo d'occhio, cosa credi?
Peccato per l'editor Html, ancora non mi spiego perchè quello non funge.

Saluti da Parigi
DMs

Ginesio di Passamonte

da leggere,
10 lug 2003, 12:59:1310/07/03
a
On Thu, 10 Jul 2003 12:56:12 +0200, chie...@me.it (Francesco Giannici) wrote:

>Ma alla lunga sfianca anche più di Foto di gruppo con signora.

Madonnina santa: un libro che sfianca più di Foto di gruppo con signora?

Io non ne avevo ancora trovati di più pallosi!

g

Francesco Giannici

da leggere,
11 lug 2003, 15:51:0011/07/03
a
Ginesio di Passamonte <GinesioDi...@katamail.com> wrote:

> Madonnina santa: un libro che sfianca più di Foto di gruppo con signora?
>
> Io non ne avevo ancora trovati di più pallosi!

No, non è più palloso. Anzi, non è affatto palloso.
Solo un po' stiracchiato.

paolo beneforti

da leggere,
14 lug 2003, 10:00:4814/07/03
a

Francesco Giannici

> > "Rondini sul filo" è un mirabolante ritratto delle contorsioni
> > eroticosentimentalpatologiche di un filologo; assolutamente verosimile e
> > stilisticamente, come sempre, perfetto.
> "Come sempre perfetto" direi anche no. Ingegnoso, come sempre.
> Didattico, come sempre (il prof. Mari non se l'è scordato neanche per un
> momento, che è un didatta, qui come in TIFDTE). Pirobutirrico senza
> essere manierista, e di questo gli siamo grati. Sempre preciso e nitido
> e vero. Ma alla lunga sfianca anche più di Foto di gruppo con signora. O
> almeno, ha sfiancato me (il che non implica nulla, lo so).

lettura faticosa, senza dubbio. ma da quando ciò è un difetto?

> Io venìa pien d'angoscia a rimirarti, insomma, mi pare l'unico piccolo
> capolavoro, di quelli che ho letto.

ego te absolvo.

> [chiedo scusa per il ritardo nella risposta.

io sono in ritardo sulle fotocopie perecchiane, del resto.


paolo beneforti

da leggere,
14 lug 2003, 09:55:5214/07/03
a

daniele ms <

> > aggiungo che ho riportato (col contributo decisivo di daniele ms, ormai
> > fisicamente emigrato) i 3d integrali sui libri di mari.
> Si, ma ti tengo d'occhio, cosa credi?
> Peccato per l'editor Html, ancora non mi spiego perchè quello non funge.

l'unico problema è in realtà di pigrizia, dato che gli editor html si
trovano anche nei fossi.

a parte ciò, vi sono, nei libri di MM, altre ambiguità, imprecisioni e
curiosità di cui mi appresto a chiedere conto all'Autore (benché ciò sia
evidentemente un poco impudico).


Francesco Giannici

da leggere,
15 lug 2003, 07:29:2815/07/03
a
paolo beneforti <bene...@despammed.com> wrote:

[Rondini sul filo]
> lettura faticosa, senza dubbio. ma da quando ciň č un difetto?

Faticosa? Centinaia di pagine che vengono giů una dietro l'altra. Mari
non sa essere faticoso neanche se ci si mette d'impegno, credo.
Un po' tirata per i capelli (il che č funzionale ecc., lo capisco).

> > [chiedo scusa per il ritardo nella risposta.
>
> io sono in ritardo sulle fotocopie perecchiane, del resto.

Vedo che hai afferrato. :)

paolo beneforti

da leggere,
15 lug 2003, 16:46:1115/07/03
a

Francesco Giannici

>[Rondini sul filo]
>> lettura faticosa, senza dubbio. ma da quando ciň č un difetto?
>Faticosa? Centinaia di pagine che vengono giů una dietro l'altra. Mari
>non sa essere faticoso neanche se ci si mette d'impegno, credo.
>Un po' tirata per i capelli (il che č funzionale ecc., lo capisco).

il flusso ininterrotto di paranoie tanto lucide quanto autolesionisticamente
chirurgiche con cui il protagonista dipana le proprie viscere scorre in virtů
della maravigliosa commistione di lingua colta e trancianti anacoluti di sfogo.
perň l'indigestione incombe ogni venti pagine.
facile il rimedio: piccole dosi.


>> io sono in ritardo sulle fotocopie perecchiane, del resto.
>Vedo che hai afferrato. :)


firulě, firulŕ...


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