Google Groups no longer supports new Usenet posts or subscriptions. Historical content remains viewable.
Dismiss

"La dolce vita"

4 views
Skip to first unread message

solania

unread,
Mar 7, 2011, 6:56:47 PM3/7/11
to
Rivedere questo autentico capolavoro di Federico Fellini è come rileggere un
grande libro e restare stupito della sua estrema attualità nonostante sia
ormai passato mezzo secolo da quando fu girato.

La "Secolarizzazione", subito, all'inizio,
http://www.youtube.com/watch?v=I-j_scvDxds
in quel Cristo, "Gesù", oramai separato e lontano dalla terra, distaccato,
che vola sopra a quel nuovo mondo, di "palazzinari" e dell'Eur.
L'"altra Roma", quella "moderna"

E poi quello stupendo affresco del "Nichilismo gaio" in tutte le sue
sfaccettature, suicidio, omosessualità, eccetera, quando ancora nessuno ne
lo vedeva ne si immaginava o poteva immaginare che sarebbe stata poi, mezzo
secolo dopo, la quotidiana realtà di tutti e non solo di un ristretto mondo
d'avanguardia e d'elites.

Ma poi non solo.
Anche un suggerimento di soluzione
http://www.youtube.com/watch?v=6Opglbu1NTY
in quel personaggio interpretato da una giovanissima Valeria Ciangottini
che, specularmente al mostro, simbolo di quell'Io (nichilista) che bisogna
superare per sviluppare un Io superiore (Sé), rappresenta quell'Anima nel
più puro senso e stile junghiano, che è necessario raggiungere per ottenere
questa meta interiore ma che Mastroianni, per debolezza, per ,
consentitemelo, un "desiderio" ormai atrofizzato, declina.

Questo, assieme a "Otto e mezzo" appartiene infatti all'epoca in cui
Federico Fellini seguiva una analisi personale con il primo junghiano
"approdato" in Italia.
Quell'Ernst Bernhard a cui si rifanno, nella loro genesi, tutte le scuole
junghiane d'Italia e che in questi due film traspare sostanziosamente e ne
rende ineliminabile la conoscenza per comprenderne appieno lo spessore
simbolico.

Insomma, non si può non restare ammirati del genio di quest'uomo che riesce
ancora ad emozionarti oggi come ieri e in tre ore non concede un attimo alla
noia e non solo, ma riesce a parlare e a dire delle cose tutt'ora in modo
assolutamente i-ne-gua-glia-to e ineguagliabile.

Credo che non esista un' altra lettura così dettagliata e completa
dell'epoca che ora viviamo.
O almeno io non saprei trovarla.

mircips

unread,
Mar 8, 2011, 4:27:34 AM3/8/11
to
solania ha scritto:

> in quel personaggio interpretato da una giovanissima Valeria Ciangottini
> che, specularmente al mostro, simbolo di quell'Io (nichilista) che bisogna
> superare per sviluppare un Io superiore (Sé), rappresenta quell'Anima nel
> più puro senso e stile junghiano, che è necessario raggiungere per ottenere
> questa meta interiore ma che Mastroianni, per debolezza, per ,
> consentitemelo, un "desiderio" ormai atrofizzato, declina.

Il finale è rifatto su quello de "il Bidone" dove il protagonista, pestato
a morte, si trascina dicendo a un gruppo di contedini che passa senza
vederlo o sentirlo:-Vengo con voi-". Qui c'è un accenno chiaro di
redenzione. Mastroianni, separato dall'apparsa Ciangottini da un ramo
d'acqua, sorride sconsolato e le fa segno che non la sente.Fine d'ogni
speranza. Per così dire, i truffatori di uomini hanno una speranza negata
ai truffatori della vita.

"Questo, assieme a "Otto e mezzo" appartiene infatti all'epoca in cui
Federico Fellini seguiva una analisi personale con il primo junghiano
"approdato" in Italia."

Se guardi poi al finale di 8 e 1/2, vedrai che la ricomposizione in finale
che si mostrava impossibile di incubi, onirismi e sorprese, è in una banda
di circo che suona e li trascina tutti con sé, in spettacolo. Che è il e
la fine del problema

cinephile mr. chips

--


questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it

0 new messages