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La mistica del sangue di santa Caterina da Siena

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donquixote

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15 apr 2004, 18:08:0315/04/04
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A FRATE RAIMONDO DA CAPUA DELL'ORDINE DEI PREDICATORI
Al nome di Gesų Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Dilettissimo e carissimo padre e figliuolo mio caro in Cristo Gesų. Io
Catarina, serva e schiava dei servi di Gesų Cristo, scrivo a voi
raccomandandomivi nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio; con desiderio di
vedervi affuocato e annegato in esso dolcissimo sangue suo, il quale sangue
č intriso col fuoco dell'ardentissima caritā sua. Questo desidera l'anima
mia, cioč di vedervi in esso sangue, voi, e Nanni e Jacomo, figliuolo. Io
non veggo altro remedio, onde veniamo a quelle virtų principali, le quali
sono necessarie a noi.
Dolcissimo padre, l'anima vostra, la quale mi s'č fatta cibo (e non passa
punto di tempo, che io non prenda questo cibo alla mensa del dolce Agnello
svenato con tanto ardentissimo amore) dico, non perverrebbe alla virtų
piccola della vera umiltā, se non fuste annegato nel sangue. La quale virtų
nascerā dall'odio, e l'odio dall'amore. E cosė nasce l'anima con
perfettissima puritā, come il ferro esce purificato dalla fornace.
Voglio dunque che vi serriate nel costato aperto del Figliuolo di Dio, il
quale č una bottiga aperta, piena di odore; in tanto che il peccato vi
diventa odorifero [profumato]. Ivi la dolce Sposa [la Chiesa] si riposa nel
letto del fuoco e del sangue. Ivi si vede ed č manifestato il secreto del
cuore del Figliuolo di Dio.
Sangue č fuoco, inestimabile amore! Poiché l'anima mia sarā beata di vedervi
cosė annegati; io voglio che voi facciate come colui che attigne l'acqua con
la secchia, il quale la versa sopra alcuna altra cosa, e cosė voi versiate l
'acqua del santo desiderio sopra il capo dei fratelli vostri, che sono
membri nostri, ligati nel corpo della dolce Sposa. E guardate che per
illusioni di dimonėa (le quali so che v'hanno dato impaccio, e daranno) o
per detto d'alcuna creatura, voi non vi tiriate mai addietro; ma sempre
perseverate ogni volta che vedeste la cosa pių fredda, infine che vediamo
spargere il sangue con dolci e amorosi desiderii.
Sų, sų, padre mio dolcissimo! e non dormiamo pių.
Io ho giā cominciato a ricevere uno capo [la testa decapitata di Niccolō di
Toldo] nelle mani mie, il quale mi fu di tanta dolcezza, che'l cuore non lo
puō pensare, né la lingua parlare, né l'occhio vedere, né l'orecchio udire.
Andai a visitare colui che sapete [Niccolō di Toldo]: onde egli ricevette
tanto conforto e consolazione, che si confessō, e disposesi molto bene. E
fecemisi promettere per amore di Dio, che, quando fusse il tempo della
giustizia [dell'esecuzione] io fussi con lui. E cosė promisi e feci. Poi la
mattina innanzi la campana andai a lui; e ricevette grande consolazione.
Menailo a udire la Messa; e ricevette la santa Comunione, la quale mai pių
aveva ricevuta. Era quella volontā accordata e sottoposta alla volontā di
Dio: e solo v'era rimasto uno timore di non essere forte in su quel punto
[al momento dell'esecuzione]. Ma la smisurata e affocata bontā di Dio lo
ingannō, creandogli tanto affetto ed amore nel desiderio in me di Dio, che
non sapeva stare senza lui, dicendo: "Sta meco, e non mi abbandonare. E cosė
non starō altro che bene; e muoio contento."
E teneva il capo suo in sul petto mio. Io allora sentivo uno giubilo e uno
odore del sangue suo; e non era senza l'odore del mio, il quale io desidero
di spandere per lo dolce sposo Gesų. E crescendo il desiderio nell'anima
mia, e sentendo il timore suo, dissi: "Confōrtati, fratello mio dolce,
perocchč tosto giungeremo alle nozze. Tu vi andrai bagnato nel sangue dolce
del Figliuolo di Dio, col dolce nome di Gesų, il quale non voglio t'esca mai
dalla memoria. E io t'aspetto al luogo della giustizia."
Or pensate, padre e figliuolo, che il cuore suo perdette allora ogni timore,
e la faccia sua si trasmutō di tristizia in letizia; e godeva, esultava, e
diceva: "Onde mi viene tanta grazia, che la dolcezza dell'anima mia mi
aspetterā al luogo santo della giustizia?" Vedete che era giunto a tanto
lume, che chiamava il luogo della giustizia santo! E diceva parole tanto
dolci, che č da scoppiare, della bontā di Dio.
Aspettailo dunque al luogo della giustizia; e aspettai ivi con continua
orazione e presenzia di Maria e di Catarina vergine e martire [santa
Caterina d'Alessandria]. Ma prima che io giugnessi a lei, io mi posi gių, e
distesi il collo in sul ceppo, ma non mi venne fatto, che io avessi pieno l'
affetto di me. Ivi su, pregai, e costrinsi, e dissi: Maria! che io volevo
questa grazia che in su quello punto [al momento dell'esecuzione] gli desse
uno lume e una pace di cuore, e poi lo vedessi tornare al fine suo [Dio].
Empissi allora l'anima mia tanto, che, pur essendo ivi moltitudine del
popolo, non potevo vedere creatura, per la dolce promessa fatta a me.
Poi egli giunse, come uno agnello mansueto: e vedendomi, cominciō a ridere;
e volle che io gli facessi il segno della croce. E ricevuto il segno, dissi
io: "Giųso! alle nozze, fratello mio dolce! Che tosto sarai alla vita
durabile [eterna]."
Posesi gių con grande mansuetudine; e io gli distesi il collo, e chināmi
gių, e rammentāili il sangue dell'Agnello. La bocca sua non diceva se non
"Gesų" e "Catarina". E, cosė dicendo, ricevetti il suo capo nelle mani mie,
fermando l'occhio nella divina bontā, e dicendo: "Io voglio"
Allora si vedeva Dio-e-Uomo, come si vedesse la chiaritā del sole; e stava
aperto, e riceveva il sangue; nel sangue suo uno fuoco di desiderio santo,
dato e nascosto nell'anima sua per grazia; riceveva nel fuoco della divina
sua caritā.
(..)
Riposto che fu, l'anima mia si riposō in pace e in quiete, in tanto odore di
sangue, che io non potevo sostenere di levarmi il sangue, che mi era venuto
addosso, di lui.
Oimč misera miserabile! Non voglio dire pių. Rimasi nella terra con
grandissima invidia. E perciō non vi meravigliate, se io non v'impongo altro
se non di vedervi annegati nel sangue e nel fuoco che versa il costato del
Figliuolo di Dio. Or non pių dunque negligenza, figliuoli miei dolcissimi,
poiché il sangue comincia a versare, e a ricevere la vita.
Gesų dolce, Gesų amore.


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