On 10 Mar, 10:18, ITechnodemocratic <
riccardosensazi...@gmail.com>
wrote:
Aria di Ponte
Le porte del mezzo dell’ATAN non chiudevan mai/ e quante stagioni son
trascorse/ anche quelle della scuola le notavo sempre aperte/ alle
otto e qualche minuto la campanella cessava di trillare/ il bidello
sulla soglia non lasciava entrare/ chi dentro era salvo e chi fuori,
pure/ Fosse la scuola troppo stretta per decantine di studenti?/ La
porta aperta donava spazio, profondità alla scuola/ facci entra’
vogliamo studia’/ Ritardo/ Ingiustificato/ La strada si è rotta/ Due
operai stanno nel fosso/ Chi non studia finisce nel fosso/ Aprite le
porte fateci entrare vulimm studia’/ Rappresentiam studenti pot
moderni non ci piace atteggià a quaqquaaraqua/ Il pullman del ritorno
poi, inutile parlarne/ sicuramente al mattino/ cent’e più trollal nas
cotti fuori al finestrino
Dall’Istituto al parco lontan tanto non era/ muoviti fai presto stai
sempre all’Enrico Fermi/ fiori e fauna nella Floridiana/ L’aria fresca
si respira al mattino/ Ehilà chi è che apparso all'intrasatte sul net-
work sociale/ questi confidommi ricordarsi una mattina ritardo a
scuola o in filone cosa cambia/ a fare l’acchiappanze, lontani dal
kaos/ dalle parti della carcioffola/ c’inoltrammo/ io a Nuccio Lama a
quei tempi manco lo conoscevo/ mah?/ mi confidò ricordarsi una volta
c’incontrammo al Vomero e nella Floridiana facemmo le acchiappanze/ io
a Nuccio Lama a quei tempi nemmeno lo conoscevo/ mah?/ L’amico di un
giorno trascorso passato, se n’è andato, ho controllato/ solo me ha
lasciato/ dalla mia pagina di facebook, si è squagliato/ Noi che ci
conosciamo da sempre, un po’ di chat su facebook porta allegria o rido
io solo?/ certo che a lui passare per FLCK chissà contento/ Uh!
Illuminaria!/ Ma tu già sai l’aria fresca si respira al mattino/ le
porte del pullman non chiudevan mai/ e c’era sempre chi era appeso
allo staffane/ ecco mi spiego come mai al mattino non lo avessi notato
nell’autobustaffone/ come i lupi con il naso fuori al finestrino/
Tiemp bell’e na vota, senza le droghe, che non tornano più/ ‘Ncoppo
Vomm’er ‘nce stanne carciofol/
Al Vomero di quand’ero io studente il popòpolo guardava alla
villeggiatura, al mare/ la gente dei debiti non sapeva proprio niente/
l’Italia in gloria del periodo BOOM aveva l’industriale che amava dare
i soldi agli operai per vendere le sue macchinette popolari/ Aprite le
porte vogliamo studiare/ non ci piace drogare, ubriacare, abbracciati
al cesso vomitare, non vogliamo stare/ uh, Il luminaria/ vacac are, la
religione non si può più sopportare, pure le droghe, per fare soldi,
sanno giustificare. Alor Le Quartier che da’ sur mar era diviso in
comitive/ pure nel Bronx c’erano le bande/ poi il cinema americano
mischia tutto e rende la realtà più deleteria non si può, Scampia ora/
Qual è il mistero?/ Tutto va in malore causa i preti della B.C.E./ Lo
fanno per amore/ Le comitive erano splendide/ una volta una bella
paesanotta dichiarò quelli del Vomero non gli piacevano perchè avevano
la puzza sotto al naso, guardavano gli altri dalla testa ai piedi,
eleganti, snob, chiusi in comitive/ Tornando dalla villeggiatura la
mia comitiva era P. B. C. Pochi, Boni & Carini/ Ohibo’/ Un membro
femminile, autorevole, P. B. C. organizza tutta la massa from la
villeggiatura in quel di lato, al Sartruliano di P.za Medaglie d’Oro,
occupato dalla comitiva storica del luogo/ e c’era pure chi della
Comitiva del Lido Azzurro avesse discoteca a San Martino/ lì mi vidi
tutto psichedelico/ Aprite le porte vogliamo studiare/ la prima ora
Inglese/ lì hanno l’Underground, giungono in orario / il professore
d’Inglese, alias la contro figura di James Dean/ tutte le femmine si
pigliava lui/ con la capa,’ra matin ’a ser nel giornale sportivo, era
intransigente, fuori orario, il portone era chiuso, manco il marchese
si presentava/ Miracolo chat allegria/ bisogna svelare come mai suono
così bene io/ allora ecque qua, che ora è? A mezzanotte chiude questa
discoteca qui? Un po’ più tardi di qualche annetto, c’era quello,
l’amico dell’americano della comitiva del Bartaniello, questi ballava
suonando la chitarra, mimava, non si fermava mai e tentava ad occupare
sempre il centro della pista/ quando capitava dalle parti mie gli davo
un acuto in capa da farlo rinculare immediatamente nel coro/ si notava
andava fuori tempo, tanto che pensando a lui/ siccome so cantare/
m’iscrissi convinto al corso di Logic e pure a Music Theory/ uhe`,
suona lui, almeno io so’ cantare/ Comprende/ il tempo lo so portare.
ciak
riccardo