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………….avi

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Riccardomustodario

da leggere,
1 mar 2010, 21:23:3401/03/10
a
Riccardomustodario
………….avi
L’accecante sfera rossa era giusto nel quadrato della finestra; no, il
mare non si poteva guardare. L’animo era distante mille miglia,
incolore, poco interessava fosse freddo o caldo, dietro i vetri di
marzo. La sedia a dondolo oscillava lenta sotto il peso leggero di un
volto verso occidente che salutava il tardo pomeriggio fronte sera. Il
ventilatore dalle larghe pale era fermo su un lato della stanza; un
velo bianco lungo, appeso ad un braccio, fantasma danzante sotto la
luna piena di una calda estate, attendeva il suo turno d’animazione in
giro nell’ambiente, la primavera sarebbe entrata tra un paio di
settimane. Il dì precedente era stato luminoso, quasi caldo al nord,
forse il primo giorno da vivere appieno fuori casa sin da un paio di
mesi. A guardare il sole e poi volgere di rimbalzo lo sguardo sulla
parete bianca con ciglia socchiuse al minimo, era come dipingere la
quadratura del cerchio e poi un tac e susseguente tic, colonna sonora
dal pendolo in attesa del cucù da lì a poco. Un colpo al cerchio ed
uno alla botte. Legno stagionato, isolante, tinto a mogano, della
sedia dai due punti curvi sul pavimento. Sudare freddo al pensiero del
corpo sotto osservazione dai mille diodi trasmettenti in un punto
c’era qualcuno non riconosciuto che pungeva e tale potesse essere una
manifestazione aliena, disturbava l’atmosfera della sfida tecnologica
tra le parti e peggio ancora considerare essere la cavia di un
incrocio nel dubbio del quadrato il cui rosso della sfera era quasi
del tutto a salutare. Le rondini tornano a primavera; forse al primo
buio il camino entrerà in azione, la cena ad orario, la pillola. Il
pensiero di esistere in una risata aldilà della serietà della morte
prendeva corpo, c’era molto da fare, il tempo non poteva aspettare,
tanto meno accettare di essere ignorato, abbandonato, scusa di
trapasso, andato. Il tempo vuole essere vincente e segnare mentre
tutti lavorano. Cottimo. I morti bruciano, il forno apre la sua bocca
alla bara di legno, i corpi ardono, si consumano, cenere grigia da
contenitore vitreo, la buona banca genetica conserva le loro
informazioni. Un giorno non lontano qualcuno tornerà e racconterà le
sue sensazioni di un decadente passato in sciopero, nuvole di bandiere
rosse reclamavano occupazione a ciel sereno chiedendo ricchezza. Il
film finger murder pungeva l’aria, le immagini erano precise, sebbene
differenti, causa i tanti filtri. La prima mosca dell’anno era entrata
in scena nel nuovo mese, affascinata dalla luce del monitor si muoveva
libera, quasi giocosa e tale rimaneva novità; da qualche parte la
bomboletta spray, scaccia ronzii, domani l’avrebbe cercata per porla a
portata di mano onde spruzzare il rumore nell’aria. Cera stato un
tempo degli insetti particolari, mezzi elaborati, meccaniche spie
naturali, sembianze aliene sarebbe facile considerare oggi. Guardare
il film scaricato da internet, sulla sedia a dondolo il sonno va e
viene.
Fine
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