Dialogo con Assurdo
gli eserciti nella polvere
Prima del dopoguerra gli individui marciavano stando in fila,
talvolta lunghe e serrate, taluni stanchi, giocoforza si trovavano in
coda, dallo sbriciolamento d’essa, una divisa smessa, venne espulsa in
panchina.
Nella polvere e` difficile distinguere se l’esercito di turno, al
passaggio in massa, sia dei vinti o dei vincitori. - Il vento della
polvere annienta gli effetti cromosomatici dei panni, della pelle e
dei vessilli. - Al cronista zelante, non resta accomiatarsi sulla
panchina, in attesa si calmi la buriana.
Dall'incapacita` totale d’intendere e di volere, date le estenuanti
fatiche, il soldato voglioso di assoldarsi con se stesso, apre il
tascapane, estrae un libro e si mette a leggere - corpo fisso,
immobile, di stucco imbalsamato nella polvere.
<< Il soldato e` una forza braccio al soldo di un esercito ed il
guerriero cos'e`? >> - S’interroga il cronista, questi malgrado la
guerra deve inviare l'articolo in redazione - nonostante sia difficile
trovare una linea telegrafica efficiente, non demorde – bisogna pur
scrivere - come spedire ci pensera` poi. – Pervaso da un impeto
gestuale, allunga la mano verso il libro, sibilando tra i pensieri:-
<< Scusi un attimo - mi faccia vedere! >>.
- L'altro non si smuove per niente! – Imperterrito! – L’occhio
vitreo sulla pagina con orecchietta, resta nella sua espressione
inanimata, fisso sulla carta piombata.
8.7.1997
- Ci sono: - << I guerrieri (warriors) sono orsi da guerra nella
cattura del loro salmone >>.
- La guerra e` una situazione paradossale fuggevole dalla realta`,
essa si esprime in forza di sviluppo abnorme della litigiosità` in
zuffa d’individui vogliosi di vestire panni da uomini, essi vanno
sopportati per ragioni opinabili di schieramenti a confronto, fino a
quando sara` di vittoria in vittoria il momento arrivato del cessate
il fuoco, a sigillo della “ Evoluzione ” la quale chiede agli eserciti
di essere pronti al combattimento e di prepararsi sempre piu` a non
soccombere davanti al nemico, in quanto da tutti i contendenti si è in
attesa di trionfo! – Ora, nella radura della disperazione ove la
polvere e` la vera sovrana, siamo in un periodo storico “Decadente”
cui sara` impossibile vincere per tutti. - Non c'e` altro sostantivo
“Guerra” che meglio esprima in se stesso contemporaneamente:
evoluzione e decadenza, frutto d’incredibili tecnologie del pensiero
scientifico belligerante a confronto, in effetti, idee d’avanguardia
brillano a discapito della logica pacifista, era così nei secoli
passati allorquando si combatteva in nome della ragione, ove in alcuni
frangenti si anteponeva la questione civile agli obblighi militari, e
tanto è quanto viaggia in altra direzione dal mondo dei graduati. -
Tutti noi conveniamo qualitativamente che un buon soldato fa
risparmiare vite, centrando solo obiettivi militari, ugualmente
l’obiettore s’adopera ad evitare che i vincitori non profittino dei
vinti, anche se spesso si perde il bandolo della matassa inseguendo
chimere di stampo sociale in tempo di guerra, non risolte prima. – Ma
come sciogliere i problemi sociali prima di proclamare la battaglia? -
Orbene, la ricerca scientifica viaggia a mille, quando bisogna
primeggiare nel dilemma: difesa attacco – allora si notano le barbe
bianche esaltarsi nell’assurdo topico affermativo della ragione di
Stato dei potenti ” La bomba atomica e` pacifista vietando le guerre
”. - Indubbiamente, tale dato di fatto, rischia di confondere
oltremodo l’obiettore. - L’ufficiale medico, specialista psico
attitudinale, conscio di valore civile, accetta riconoscere "
Obiettore " il soldato assolvente al proprio dovere presentandosi alla
chiamata per le armi, quantunque senza voglia d’arruolarsi, codesti
spesso è immagazzinato ugualmente nel calderone guerra per lui sezione
coscienza, processata a beneficio dei propositi pacifisti, causa
inconfutabili tesi umanitarie presentate a difesa dei suoi presupposti
al servizio degli altri.
- Ma chi poteva immaginare quella persona soldato mancato fosse il
cronista? - Il fazzoletto annodato al collo porta il giornalista,
coprendo con esso pure il naso; estrae questi dalla tasca il notes ed
inizia a scrivere, fermandosi dopo un paio di paginette, come un mezzo
pesante in prossimità di un corso d’acqua sconosciuto. - Rilegge a
voce alta, rivolto all'altro seduto di fianco per verificare
l’interesse “ L’emozionante passaggio delle armate, si manifesta in
questa panchina vuota, nonostante i soldati siano stanchi morti, non
vinti risultano dalle fatiche, sentono vicino l’odore della vittoria
cadenzata dal passo, dopo passo ritmico in marcia “. - Resta fisso a
guardarlo e non ricevendo alcun segno d’accondiscendenza, si fa
sentire forte: - << La smetta di fingere d’essere impegnato tra le
righe e mi dia una risposta! - Cosa ne pensa di cio` che le ho letto?
- Ho impegni, con un’importante testata di giornale, devo inviare
quest’articolo in redazione! - Lei lo ritiene d’impatto? >>.
Soldato:- << Lei, non fosse stato preso da se medesimo, in questo
vortice di rumore lontano da giungermi a quanto mostro ascolto, forse
si sarebbe accorto: non ho letto mai, da quando sto seduto non paleso
entusiasmo. – Si! - E` vero! - Ho il libro aperto, semplicemente le
dirò: c'era un segno …! >>.
Cronista:- << Lei vorrebbe far credere non riesce a ricordare,
quando sia stata l’ultima volta che abbia aperto il libro per leggere?
>>.
Soldato:- << L’assordante rumore degli scarponi sui ciottoli e`
superiore al frastuono del blindato disperso in cerca di una via
d’uscita attraverso i monti, tra poco passera` di qua e lei farebbe
meglio a prestare attenzione, perche` non vedendoci, potrebbe
travolgerci ed addio panchina, ignorata sulle mappe da guerra, dove
nessuno ha scritto che la polvere puo` tutto: far sentire un nodo in
gola, diminuire la visuale, entrare nelle palpebre, far strizzare la
retina e coprire addirittura le montagne, ma non riuscira` mai ad
attenuare il rumore – ahime`! - Temo di diventare sordo! - Se ne vada
- e` ancora in tempo! - Questo non e` scenario da palcoscenico per un
civile, anche se giornalista! >>.
Cronista:- << In passato, qualcuno, artista conosciuto, ha avuto
dei problemi di polvere alle orecchie nel suo edificare che andava ad
ingrossare la massa di cerume preesistente - tutto fu risolto con
dell’olio di lino sparso a liberare le trombe d’Eustacchio del
muratore.
Soldato:- << Un nottolino di cerume nelle orecchie e` pericoloso,
puo` far perdere l’equilibrio o causare la caduta verticale dell’udito
e quando si riesce ad ascoltar qualcosa, in siffatte condizioni, non
si ode altro che il riverbero del rimbombo nella scatola cranica;
insomma, in clima di guerra anche il cerume ha l'effetto apocalittico
di una bomba! >>
Cronista:- << Ai nervini? – Ripercussioni acustiche, da banda
militare stonata >>.
Soldato:- << In piedi! - Si alzi e mi segua! - Il mezzo corazzato
viaggia in questa direzione e tra qualche secondo facilmente
soppiantera` la panchina! >> - Esclama allarmato il soldato tutto d’un
fiato senza filtrare l’agente atmosferico avverso, determina una
situazione tragica – allora tossisce, per scaricare la raucedine
impastata, impolverata.
Cronista:- << I blindati sono dotati d’infrarossi, eviteranno la
panchina? – Meglio affrettarsi e darsi una direzione, non vorrei
restarne travolto per inesperienza o per soddisfare la conoscenza del
dubbio. - Ha dell'acqua? - Mi brucia la gola! >>.
Soldato:- << No! - Ho una cartina topografica della zona - magra
consolazione: da qualche parte, non distante da qui, dovrebbe esserci
un corso d’acqua. - Penso tutti siano diretti li`, non resta altro
seguirli, ma vorrei controllare. - Saranno piu` i dispersi in questa
marcia, che i sicuri di andare nella giusta direzione - come si fa a
stabilire i punti cardinali? – Non si vede niente, a parte il chiarore
polveroso, il quale rende tanti fantasmi.
20.4.2001
Cronista:- << I prelati dell’esercito sono in carriera, graduati
come gli ufficiali, non portano armi anche se hanno una pistola in
dotazione, si curano dell'integrita` spirituale delle truppe, affinché
questi non
perdano la bussola. - La guerra produce direzioni d'emozioni forti. –
Alla fine resteremo noi stessi? - Ma perche` scappiamo: la panchina
sara` travolta? >>.
Soldato:- << Può essere! – Sul campo di battaglia non c’e`
certezza, pure gli infrarossi hanno difficolta` nella polvere ed il
pilota non riesce a distinguere nemmeno nelle immediate vicinanze –
davanti c’e` sempre una ronda di passaggio in circo, la quale assicura
ai mezzi corazzati che il percorso non sia minato. - Dio abbia
misericordia di noi! - Ogni tanto s’ode un’esplosione, ma non ho mai
visto un corpo saltare >>.
Cronista:- << Sol perche`, a suo dire, al di sotto del metro
d’altezza e` territorio incontrastato dei cingoli non visibile dalla
torretta a seguire le sagome scure di scorta al carro armato, io
dovrei portar certezza che la panchina verra` soppiantata? >>.
Soldato:- << Non so più da quanti calendari sto in questa radura. –
Saremo diverse centinaia di migliaia, forse un giorno si riuscirà a
contare le anime sperse, intanto le assicuro sono uno dei pochi ad
avere la mappa; se fossi riuscito a dispiegarla almeno una volta, a
leggerla appieno, piuttosto pochi centimetri quadrati e solo quando
c’è l’opportunità, cercando di memorizzare i dati per non sentirmi
trasportato dal vento, in questa perenne situazione meteorologica
avversa, le saprei dare indicazioni piu` precise >>.
S’ode un rumore infernale: il gracchiare del legno che si sbriciola
sotto i cingoli, distoglie da ogni altra attivita` mentale, producendo
una mummificante percezione di stasi. – Un fermo molto imbarazzante,
inchioda nell’ascolto del mezzo pesante, sempre vicino, cui al momento
niente si scorge. - Led luminosi, improvvisamente s’intravedono nella
polvere – il fragore, scemando s’allontana con l’ombra di un carro
armato, il quale non s’e` visto arrivare, cio` nonostante rimane
schermato in testa, minaccia di un’ulteriore riapparizione
inavvertita, agghiacciante >>.
Soldato: gridando a squarciagola per farsi sentire e per
distogliere il cronista - << Ci siamo mossi appena in tempo! - La
consapevolezza del rischio, abnorme in questa valle, c’indichera` la
strada per la caverna, ubicata in un dove sempre difficile da
identificare, nonostante da qui sia passato molte volte, così come
penso. - Ho sfruttato appieno tutto il tempo riposo offerto dalla
panchina, per mente locare altresì, la strategica condizione
trascinata a procedere e secondo le stime della “ Concentrazione “ lei
avrebbe dovuto indicare il tracciato - finora ha solo scocciato! >>.
Cronista:- << Abbi Fede! – Cos’e` questa caverna meta dei suoi
programmi? – E come faceva a conoscere il mezzo corazzato fosse sul
punto di giungere a noi e sarebbe passato da ... aiuto! - Questo
rumore e` impossibile! >>.
Soldato:- << Le ronde in circo! – Piu` dei cingoli, e` il frastuono
del loro susseguirsi cadenzato che si urta con i ritmi sul selciato di
altre ronde o drappelli – passi s’infrangono con gli stessi medesimi
provenienti da altre direzioni - tutti in marcia sullo scenario di
guerra, dove il caos rende i rumori contrapposti, una sola miscela
scombinata per la sopravvivenza – preludio di entrate in scena sul
campo di battaglia per truppe e squadroni - ombre d’eserciti che si
fronteggiano nella polvere di una vittoria per la gloria delle loro
bandiere che non distinguono >>.
Cronista:- << Ma e` una bolgia! >>.
Soldato:- << Certamente! – La paura di essere investiti produce
decibel all’impazzata. - I militari si sentono esposti oltre misura,
da questa esigenza di riparo si manifesta un passo non più ritmato. –
Ansia invisibile fracassa in noi soldati nascosti nella polvere, e
quando usciamo allo scoperto da noi stessi, in ogni caso, avvolti in
questa coltre, la quale oltre non ci premette di vedere, quindi, nella
speranza di farci riconoscere aumentiamo il volume della nostra
presenza rumore, unica possibilita` d’identificazione nello spazio
circostante. - Anche noi, come tutti nella valle, credo, dobbiamo
temere il pilota, il quale non vedendoci potrebbe investirci -
cerchiamo di raggiungere la caverna - non la sento lontana! >>.
Cronista:- << Non mica lei e` un erogatore di caos? >>.
Soldato:- << Non so … strofinavo le unghia! >>.
Cronista:- << Vedendo gli artigli viene da pensare agli ultrasuoni
>>.
Giungere in un posto incrocio, risultante di un percorso
accidentato, come se il presente sito, debba raccontarci la gloria del
nostro passato. - Caverna di polvere bianca, con bianco soffitto e
bianco pavimento e pareti; entrasse anche il vento, stare in radura
sarebbe la stessa cosa. - “ Polvere eri e polvere tale e quale
tornerai “ si legge all’ingresso sotto al portale - passato e futuro
in marcia nella valle tralasciano sul presente tragitto.
Soldato:- << Eccoci arrivati a destinazione, deambulando un gesto
al saluto, non so qual buon Dio ci abbia ascoltato – potenza della
polare magnetizzazione : bentornato! – Questa e` la mia cassetta! >>.
- Apre il portello - estrae un sacchetto busta, che pone nel
tascapane senza neanche guardarci dentro.
Cronista:- << Dove siamo? – Dove andiamo? – Inizio a dubitare chi
sia lei ed io di piu`! >>.
Wroompflbhou! - un Sibilo rincorso, afferrato dal riverbero esploso
in uno strano boato, fende l’aria, carica con se il cronista
scaraventandolo alla parete opposta; di lui si nota la mano, vicino ad
uno sportello, il quale si apre, manco fosse a comando ubbidiente. –
Questi, incredulo e con le dita che si allontanano dalla faccia
cerata, estrae la busta con il suo vitto e ne certifica il contenuto
annotandolo come da ricevuta:
a) n* uno Tascapane
b) n* quattordici Gallette
c) n* sette Cioccolata fondente
d) n* uno Cordiale ml. cento
e) n* tre lt. acqua
f) n* uno Sigaretta
Cronista:- << Una sigaretta? >>.
Soldato:- << Puo` sempre esprimere l’ultimo desiderio ... da
nuvoletta atomizzata inquinata.
- Abbi cura della busta, sono i necessari per una settimana. – Se
vuole puo` tirare qualcosa dalle cassette impolverate di coloro dal
ripostiglio del “ Se mai saranno qui ” i quali se si presenteranno e
quando, verranno non so in che modo, soddisfatti comunque.
- Auguri!
- Questo posto ad entrarci sembra asettico eppure c’e` tanto di
quel cibo raffermo, stranamente non ci sono insetti, topi. - E` stato
fortunato a trovare immediatamente il suo sportello gia` fornito –
forse stessero ad aspettarla? - Chissa` chi doveva essere? >>.
Cronista:- << Perche` dichiara “ Doveva essere ” mica sono ...
imbalsamato nel bel aspetto di fotoreporter? ” - Una volta ... >>.
Soldato:- << ... Non c’ e` tempo! - Dobbiamo uscire immediatamente!
-
Stanno entrando in molti e non sappiamo chi sono! >>.
Un’accozzaglia umana, proiettandosi all’entrata, quasi calpesta chi
s’appresta ad uscire. – Udire la baraonda dei riconoscimenti che si
stanno lasciando alle spalle, quando vengono schizzati alle pareti di
bordo dell’edificio, e` gia` ricordo.
Malconci, notano di li` a poco, la sagoma di un albero di Natale
sintetico o forse naturale - sembra abete. – Per registrarne la
qualita`, bisognerebbe toccarlo con mano e sentirne gli aculei,
eventualmente annusarne le resine. - Inutile aggiungere ai pensieri,
quale possa essere l’importanza che hanno le certificazioni e le
classificazioni in siffatte condizioni, se non per il dovere di
cronaca.
Cronista:- << Quando siamo entrati nella caverna, ho avuto
l’impressione di stare sulle nevi: tutto quel bianco accecante,
riempiva la vista di colore d’immacolato candore, il quale alzando gli
occhi al cielo nel sereno del dopo tempesta, di troppa luce nuova
d’argento, sembra si cristallizzi il passato sui capelli che ora posso
leggere nel soldato di fronte a me senza cappello >>.
– Adesso che siamo rientrati nella bolgia, apprezzo il momento
appena trascorso, dove ci riconoscevamo umani, mentre nella valle
siamo sempre
diffidenti di chicchessia non riconoscendo >>.
Soldato:- << Non lo dica troppo forte! – In quella caverna gli
eserciti identificandosi avversi, edificano il loro scempio
spacciandosi per quello che sono: criminali! - Caverna schiaccia
tempo: clessidra, imbuto di fazioni che stringono all’uscio e se
fossimo stati piu` di due non ci sarebbe altro tempo, nel nostro
domani, c’è solo il giorno dopo, che so … un altro dopo domani e se
fosse l’altro ieri, può essere presente tra una settimana, un mese, un
anno, un secolo, un millennio: da quando tempo sono qua? >>.
Cronista:- << Dall’uscio si entra dove? – E poi quella voce ... nel
sibilo? >>.
Soldato:- << Al riconoscimento c’e` lo scontro - e` quasi
impossibile non trovare infiltrati, se proprio non dovessero esserci
stendardi opposti, gioco forza compaiono loro, altrimenti la guerra
cesserebbe di esistere >>.
- Nella caverna si subisce il rinculo di tutte le abnegazioni
d’ordine morale in materia guerra. - I sopraffatti vengono espulsi da
una cassetta piu` grande, che lei non ha notato e scompaiono per
sempre dalla polvere, e non e` solo una questione di Fede! >>.
Cronista:- << La Fede d’allungare l’esistenza che fa piu`
eternita`! >>.
Soldato:- << Per la collezione “ Il tempo e la polvere! ” – Come la
mettiamo con la Terra che si consuma? >>.
Cronista:- << E` la vita che e` strana in questa valle, dove non si
parla per non farsi avvincere dalla polvere che s’insidia dappertutto
o per timore di trovarsi a marciare al centro di un plotone nemico non
riconoscendosi?
- Che domanda, da ombre vaganti nella radura della vergogna del
nostro
passato ove non ci siamo mai intesi fino ad oggi >>.
Soldato:- << Sbranandoci! - Lei sta iniziando ad entrare nel clima
di guerra - qui possiamo parlare un po` senza gridare, perche` questa
parete ci ripara e dopo un’espulsione c’e` sempre un momento di calma
apparente, prevista, solo in questo luogo >>.
Cronista:- << Siamo stati espulsi dallo Stato Maggiore che non
voleva
lo scontro con noi nella baraonda? >>.
Soldato:- << Probabilmente si, o forse, semplicemente radiazioni
magnetiche non compatibili con l’equilibrio delle forze in campo o
ancora diversamente o chissa` cosa, finche` non lo
scopriremo.
- E` tutto un rebus, lei compreso! - Da dove sia piombato, di
fianco apparso accomodato, lei, colui trovato seduto alla panchina,
dandomi pure a parlare ... e se fossi stato di lingua diversa dalla
sua? >>.
Cronista:- << Ma dove stiamo andando? >>.
Soldato:- << In questa guerra non si spara, ma esistono forze
magnetiche che sbattono, schiacciano come lo schioccar di dita possa
macinare un insetto ... ma lei da chi e` stato mandato? >>.
Cronista:- << Non sono una spia! >>
Soldato:- << Di questo non ho alcun dubbio – un agente segreto deve
parlare minimo due lingue e vestire altrettanti uniformi – ci saranno
spie diventate tali per il piacere di cambiarsi? >>.
Cronista:- << Uhm! - Il fatto che sia in borghese mi scagiona? >>.
Soldato:- << La borghesia e` sempre stata l’ala forte della guerra
>>.
Cronista:- << Gli eserciti si respingono in massa, al suono delle
menate di classe dai fermenti continui pseudo culturali, mentre nella
piana non si riconoscono neanche le divise dei corpi allo sbando.
- Che titolo “ La cassetta fischiata “ e che articolo! – A me un
telefono: bisogna trasmettere! >>.
Soldato:- << Non perda la calma nell’inseguire l’impossibile: mai!
>>.
Cronista:- << Gia`!- Le supreme volonta` degli eserciti: sara` pur
necessario seguire un capo, almeno sapessimo a chi affidarci? >>.
Wroompflbhu! – Il boato sibilante gia` udito, sfiorandoli si
schianta alla parete, rimbalzando nel cubo impazzito che mai
l’investe, non essendo in alcuno spazio chiuso.
Soldato:- << Presto, presto! – Muoviamoci come i gatti senza
miagolare: la sicurezza e` svanita totalmente e non vorrei fare la
figura del topo al comparire del felino >>.
Camminare su selciati scalcinati, spesso coperti di detriti,
chissa` da quali mura bombardati, non deve essere confortevole per il
cronista. - Pietre che rotolando da scarpone a scarpone, presagendo un
di` nefasto diverranno polvere non rendono confortevole il cammino,
nonostante si proceda con attenzione, cercando di evitare qualsiasi
sventurato, abbandonato, forse perche` non riconosciuto fa lo stesso,
tale resta – altresi`, bisogna fare attenzione a portarsi fuori tiro
dall’improvvisa apparizione dei cingoli, inavvertiti nella loro
comparsa, se non dalla fragorosa messa in scena infernale, la quale
tragicamente impossibilita la precisa collocazione a breve distanza
per i barellieri che si muovono nel tratto in essere dove sono i
nostri eroi di battaglia piu` cruenta. - I malcapitati, raccolti senza
dovuta certificazione d’ubicazione, non smuovono di una virgola le
assicurazioni, le quali non hanno bisogno di dati per pagare i loro
premi di guerra – alla fine saranno le chiamate sul corpo che faranno
medaglia da appuntare in divisa. - Adesso, il cronista nei suoi panni,
sembrerebbe una spia: corpo borghese immerso in una dimensione che non
giustifica il malcelato intento, mentre meriterebbe compassione,
perche` addivenire in breve, ad un punto di fluidita` mentale, dato il
territorio, senza gli scarponcini tecnici proprio non puo`, per tal
motivo andrebbe giustificato da chi e` presente – eliminando dal
pensiero un giudizio di massa avvenente. - Invece ci si chiede perche`
il rappresentante dei midia sia li` e siccome nella guerra si diffida
di tutti, senza documento di certificazione, che il cronista sia una
spia, viene lecito pensare. – Non mica ha specificato a quale
redazione dovra` trasmettere? – E non lo fara` mai, e` un “
Occidentale “ del tipo che presume lavorare per tutti e senza di lui
la notizia non nasce. – E se fosse pubblicita` Alta Moda? - Questi,
tirando il pastrano del soldato, per richiamare la sua attenzione,
riceve dal commilitone, segno d’invito a procedere o, eventualmente, a
scrivergli la domanda.
- Il cronista scrive e passa il foglietto al compagno, sul quale
avvicinandolo il piu` possibile agli occhi, il milite a noi ormai
noto, legge:- << Impossibilitato a procedere in siffatte condizioni,
chiedo abbigliamento tattico per il proseguimento della marcia! >>.
Soldato:- << Lei e` un obiettore di coscienza - non puo` andare in
giro vestendo panni militari - sarebbe ancora piu` equivoco, in questa
valle! >>.
- Cronista:- << Mi faccia tornare tra i civili allora! >>.
Soldato:- << Non posso! – Questo potere è lontano dalla mia
competenza, quantunque sia sicuro: per stare qua, lei dovra` pur avere
una missione? - Non sta a me conoscerla, altrimenti le eviterei patemi
d’animo nella ricerca della sua entita`, la quale sembra non trovi >>.
Cronista:- << Potrebbe essere! - Ma se il capo in testa parla due
lingue e veste due eserciti, allora … fa il doppio gioco! >>.
Soldato:- << Doppio gioco a tressette e` un’accusa che potrebbe
anche
essere con il morto, qualora si giocasse a tre mancando il quarto. –
Qui si potrebbero contare, grazie ad una strumentazione
fantascientifica, i punti in passo d’orma in orma di tutti gli
eserciti che marciando sulla terra, lasciano le impronte delle loro
suole e se mettiamo che ogni generale non abbandona mai i propri
uomini ... allora, forse contandoci, scopriremo che in questa valle
siamo piu`di un milione e mi sembrano troppi per un sol generale,
anche se ministro della guerra o dittatore >>.
Cronista:- << Inizio a temere, veramente, ci sara` da marcire in
questa radura, alla ricerca di un capo che non ci faccia fusi, cioe`
un generale volto al recupero ufficiale di questa accozzaglia di
militari dispersi ed in guerra tra loro, alla ricerca di un grado
superiore, il quale accomuni >>.
Soldato:- << Lei ha svelato la sua missione – ora so qual e` la
strada: deve trasmettere! >>.
Cronista:- << Ma e` sicuro che non ci condurra` nella dimensione
dell’Apocalisse? >>.
Soldato:- << Quale “ Dimensione ” pensa … Apocalittica? – In questo
modo definisce la strada che Dio indica agli uomini, trasmettendo
forza di spirito e sacrificio, ovvero quel senso d’abnegazione
collettivo a non farsi avvincere dalle sventure, per sfuggire al
perdersi, in queste ultime. - Cristiani timorosi a Dio si affidano, il
Signore clemente, dal cataclisma sviscera la vita, indicando a noi
tutti il futuro. – Ecco! – Le ho rivelato il sacrificio, cio` si puo`
leggere, in questa valle di lagrime di guerra >>.
Cronista:- << Uffa! – Manca solo “ Bensi` “ si rende conto: lei ha
asserito cose che avrei dovuto pronunciare io? >>.
Wroompflbhu: salta l’albero.
Soldato:- << Ahia! - Ci risiamo! - Sappiamo dove andiamo –
procediamo, conosciamo. – Eviti segni di disperazione, paragrafi di
dubbio valore patriottico e non butti via la penna >>.
Il soldato segue il cronista che s’avvia in marcia spedito -
guidato da una sicurezza avvertita a naso, quasi incurante, nel suo
proseguire su percorsi e sentieri che potrebbero essere minati,
finche` lui stesso esausto, urta contro un traliccio sradicato ed
esclama “ Auch! “.
Soldato:- << Non lo aveva notato? - Per forza! – E scappato come se
accecato dal pericolo incombente, mentre in guerra ci vuole cinismo,
calcolo della cattiveria umana! – Tutte le matricole delle guerre sin
qui combattute, dovrebbero unirsi ed odiare il diavolo e dichiarargli
guerra e chissa` se si riuscisse a stare in pace >>.
Cronista:- << Io non odio, forse per questo sono qua? – Credo,
sarei niente utile, alla sua trama di far saltare l’inferno. - Non so
se sostengo l’andatura militare per imparare a marciare nel marcio, di
conseguenza per dovere di cronaca stemperare gli avvenimenti per
restituire fiducia alle genti e poi, è certezza, abbisogni siffatta
condizione mentale per analizzare i pretesti ... fare soldi? - Per
esempio, il marketing d’assalto non e` una scienza fondata sempre e
solo sul profitto? - A questo punto ovviamente scaturisce una sorta
d’odio nel concorrente o cinismo che dir si voglia, in quanto spesso
e` il successo operativo conseguente, ad affermare l’attenta analisi
riflessiva d’investimento e poco conta che la guerra, comunemente,
possa sembrare un passaggio di capitale politico economico, da chi per
essi vinto a vincitore, stabilito ormai, i debiti di guerra sono
optional e nessuno più li paga >>.
Soldato:- << Perche`, lei i meccanismi economici li misura tutti in
virtu` dei soldi? – E` sicuro che sempre piu` spesso i perdenti non
paghino? >>.
Cronista:- << E come diversamente, vuol quantificare il discorso? –
Lei conosce per caso qualcuno che senza un tornaconto economico le da
un proiettile? >>.
Soldato:- << Nella societa`, piu` avanzate o meno, la dinamica
delle organizzazioni è guidata da forme di socializzazioni che
prescindono dal potere economico, il quale si avverte solo in cima. -
Esistono purtroppo anche gli “ Invasati ” questi sparano per una
ragione d’ordine differente >>.
Cronista:- << Lei ha giusto affermato “ Invasati “ ministri di un
valore pervasi da un’ideologia per teste di legno che non comandano,
ma facili da manovrare. - Lei pensa che il generale appartenga alle
prime schiere, quelle di Ministro o è preso solo da se stesso,
militare aldilà dei civili? – Se fosse affetto da forme di potere
croniche di divisa e stellette, una volta ricevuto le redini del
comando, senza nulla togliere allo stato sociale democratico, pur di
continuare il suo gioco, dove ci condurrà, nel momento che nemmeno
sappiamo dove siamo? >>.
Soldato: - << No! – Pero`, quale potrebbe essere lo scopo
economico? – In questa radura non crescono neanche “ Cocozzielli ” -
cosa comprerebbe? – Dove andrebbe a spendere? - Seppur ammettendo
vivesse ai confini della realtà, lo stesso e` pur sempre qua; non
avverte anche lei un’impalpabile presenza, la cui animosità` non
riesce a quantificare? >>.
Cronista:- << Ohibo`! – Questo traliccio mi sembra un palo
telegrafico, seguendo il filo potremmo condurci alla stazione e
trasmettere >>.
1.5.2001
Soldato:- << Attento! >>.
Cronista:- << Aiuto! – Scappiamo! >>.
Il mezzo corazzato scompare nel nulla trascinando con se palo
telegrafico e fili – sogno di un articolo mai redatto in un territorio
di battaglia senza scampo, dove la guerra improvvisa, drappeggia i
suoi teschi al vento.
Un’aria di sconforto pervade tra le schiere fluttuanti,
accompagnate da umane grida che si levano fin sulla parete, sempre
piu` alta e chissà mai se il mezzo corazzato, ivi si fosse inerpicato.
I cingoli al passaggio, hanno sparato in altro lido, un attimo di
polvere fitta, facendo girare la rosa dei venti all’impazzata, in cima
alla caverna dei bisogni dell’uomo, dove c’e` l’edificio dello Stato
Maggiore. – Faccia nella terra, carponi, giace il cronista –
frastornato, si tocca le parti del corpo ancora intatte e quando tutte
le ha trovate, solo dal dolore le sente attaccate.
Ossa scaraventate a terra dal carro armato in presa frontale,
lasciano corpi tumefatti dallo spavento paragonabile al pensiero di un
cane bastonato, cui s’ode il rimbombo latrato nella testa appesantita
– cingoli che macinano il suolo, rumori noiosi a fil d’orecchi,
captati sotto la pancia del blindato, ormai passato nel ricordo che si
allontana sonoramente – una scarpa e` stata pure urtata dai cingoli
ed altro da elencare a pericolo e` inutile striscia da tramandare a
memoria di vita al trapasso, di per se, scampato.
Se almeno si potesse riconoscere il colore della terra, forse
sarebbe possibile risalire alla stagione. - Immaginando riesca a
mettermi in contatto con la redazione, quale data accompagnera`
l’articolo a fronte? – Qualora, chiedessi loro in che periodo
dell’anno siamo, come minimo mi radierebbero dal giornale o forse no,
accigliandosi per conoscere gli avvenimenti provenienti dalla radura
senza tempo, dove i soldati marciano in giro indefessi come l’onde a
risacca, sbattendo da monte a monte, cambiano il flusso al comparir
delle ronde, esplosive di fiato al percepir del mezzo corazzato:
parapiglia, baraonda!
La natura, come abbiamo visto, in guerra e` amica della polvere, a
parte caldo e freddo, non svela le stagioni. – Un filo d’erba in un
campo di combattimento sembra non cresca, quantunque Attila, da li` il
percorso avesse deviato; potrebbe il tempo d’attesa al cessate il
fuoco esser fermato, tanto da non esser mai iniziato, fin che si possa
dichiarar nulla l’ostilita` e procedere per raccogliere l’armi da
buttare nel fosso?
Che scocciatura! – Perche` l’erba seccandosi, diventa color della
terra, perdendo il verde del dollaro, produttore di piazza fermento? -
Ammesso che in guerra, ad ogni domanda irrisolta si scateni una
battaglia, c’e` da temere qualche zolla salti di li` a poco,
inflazionando il banco? - E poi il pigmento del colore terra che
c’entra con l’ocra? – L’oca, non ha il piumaggio bianco? – Ho
dimenticato una “Erre” l’animale non e` un colore e cerchiamo
d’evitare nel contempo le mine esplodenti per ottenere effetti
brillanti. – Ocre e no - sto vaneggiando – è mai possibile ciffatte
domande debbano scaturire le guerre, perche` non si e` piu` sicuri di
chi toglie o mette la “ Erre ”? - Avrei bisogno di riposare - da
troppo tempo sto in questa valle di lacrime ed il pensiero vola al se
mai ci usciro`? – Toh ... una panchetta! – Si siede, apre il tascapane
e dopo un goccio di cordiale, mangia una galletta ed inizia a scrivere
sul notes “ Il bianco candore del piumaggio incantava i suoi occhi che
seguivano la scia del volatile leggero su l’acque chiare e fresche
come solo nel trecento si potevano contemplare … “. - Dalla bufera che
si lasciava dietro, sbuca il soldato, il quale trascina seco sulle
spalle il peso delle responsabilita` di una guerra che non cessa per
stremati da panchina. – Ad osservarli, lancette da orologio in campana
di vetro, pendoli oscillanti nella luce, mentre intorno l’inferno
impazzisce, sembrano due stranieri sconosciuti di stanchezza da
viaggio impolverati.
Soldato:- << Lei e` un uomo fortunato! – L’avevo dato per
spacciato! >>.
Cronista:- << Contavo di essere in chissa` quale stagione, quando è
apparso questo posto seduta in un momento di demenza susseguente a
situazione naturale, la quale si potrebbe anche descrivere,
parafrasando l’orologio a corda, mentre ad un palmo da qui e` bolgia
in tutte le direzioni, ahinoi, la tensione non si scarica mai e non
bisogna perdere la bussola >>.
Soldato:- << Una volta lei mi dichiaro` convinto, sarebbe rientrato
con piacere da dove proveniva – eravamo seduti e la stessa cosa ha
espresso tempo dopo e forse, se questo suo desiderio lo avesse
manifestato d’acchito, chissa` non poteva essere rispedito al
mittente, appena espulso da chissà dove in questa valle con gli
eserciti nella polvere che non l’aggrada, seduto attualmente come
comparve in un tempo andato. - Questa panchina non la conosco, nemmeno
è catalogata sulla mappa - ma so per certo che esse di siffatta forma,
come questa sulla quale sediamo, stanno ad indicare “ Volontà ” - Non
deve fare altro che pensare intensamente ai fili telegrafici e
tenendoci per mano ... >>.
... Wroompflbhu e si trovano al centro della buriana polverosa con
i fili sotto i piedi.
Cronista:- << I fili? – Esclamare “ Fortuna! “ - Non significa aver
apprezzato il tempo in beata quiete sulla panchina, quando ho ripreso
a pensare come se stessi scrivendo? >>.
Soldato:- << Camminiamoci sopra - il filo ci guidera` da sotto i
piedi e saremo sicuri di essere in rotta - direzione difficile da
mantenere, data la caducità della visibilità del mondo esterno, oltre
la punta del proprio naso quanto si nota in questo ambiente? – In
piu`, prestando un orecchio alle ronde e l’altro all’eventuale arrivo
del carro armato, speriamo di giungere a destinazione ... >>.
Cronista:- << ... Di cosa? >>.
Soldato:- << Precisamente, non so! – Mi coglie allo scoperto, pero`
sono sicuro questa valle non e` la mia collocazione – essendo per una
vita piu` comoda! – Quale? – Ripeto: più comoda! >>.
Soldato:- << I fili dovranno pur avere un terminale! >>.
Cronista:- << Mi compiaccio con lei! – All’inizio ha detto di
essere
qui da piu` calendari - temevo oramai fosse alieno da mettere in
mostra nei mesi invernali: rami coperti di neve, soffiata dalle cime
ventose del nostro recinto di guerra >>.
Camminare per un lungo tratto, occhi socchiusi, guidati dal filo
che indichi loro la strada, cosi` come la rotaia pilota il treno,
mentre chi segue con mano sulla spalla del precedente, a guisa di
troll non si sente vagone, perche` senza passeggeri sparsi, pronti in
caso di pericolo a tirare la manopola d’allarme per non terminare il
viaggio di vita dilaniata dallo scoppio di bombe da uomo sul
territorio ... – Entrambi, con naso e bocca coperti dal fazzoletto,
risulterebbero indigesti, qualora comparissero allo sportello di
banca; con quale cifra verrebbe quantizzata all’incasso, la guerra
come fattore economico? – La guerra non è un prodotto da servire a
pranzo, anche se si registra sul tavolo del comando lo spiegamento
delle carte ufficiali che determinano la strategia.
Soldato:- << Ho l’impressione che siamo dalle parti della caverna!
– Solo li` intorno c’e` un qualche distinguo di visibilita` - di tanto
in tanto si nota qualcosa più delineato, frutto delle manovre del
carro armato, led luminosi, seguendo il loro percorso s’incrociano ed
illuminano … può essere? - Si! – Ci siamo proprio! – Probabilmente,
siamo esattamente nella parte diametralmente opposta all’albero … >>.
Cronista:- << … Guardi! - Si nota il filo che s’arrampica sradicato
dal palo, il quale sara` a terra da queste parti, cerchiamo di non
inciamparci e seguiamo il cavo fin che possiamo, su per le pareti,
muri attaccati al vuoto della montagna, i cui mattoni nell’ombra
sembrano edificio, neanche tanto gigantesco, comunque montagna erta
alta sulla valle >>.
Soldato:- << Dall’altro lato ci deve essere il tracciato della
telegrafica – l’albero sara` un finto traliccio. – Ma come abbiamo
fatto a non avvertire il filo per tutto il tragitto? >>.
Cronista:- << Albero finto - traliccio? – Ma cosa dice? – L’albero
fa da palo? – Scommetto: continuando su questa sintonia, tra poco
incontreremo il fusto a sentinella dei nostri invalicabili confini
mentali. - Lei ha espresso cose notevolissime, ma queste ultime
chiariscono perche` i gradi non siano appuntati sulle sue spalline. -
Soprassediamo e torniamo alla luce, la quale forse illumina girando
intorno all’edificio, controllandolo. – Quando noi eravamo dall’altra
parte, ci siamo trattenuti pochissimo e per tale motivo la luce non e`
giunta in quella postazione, anche se ho impressione che stiamo
correndo da sempre per fuggire la polvere, la quale profitta delle
pause illuminando di bianco dove si deposita. – In quale maniera
possiamo salire? – Come uscire? – A chi confessare i nostri peccati? -
Questo blocco appare a volte montagna ed a volte edificio, ha una
stranissima forma ad imbuto rovesciato, sembra fatto apposta per
accogliere dall’alto una stella capovolta, pronta per essere spedita
all’altro emisfero. – La nostra posizione a terra e` poco felice e va
risolta salendo, ma la parete sembra inaccessibile. - Possiamo provare
a sostituire le funi che tra l’altro non abbiamo, però adoperando i
fili, cosi` come farebbero gli Alpini in caso di bisogna, indi calarci
nel blocco, sempre con gli stessi cavi, per giungere in un luogo
sconosciuto, ove penetrare grazie all’apertura, la quale per forza
dovremo incontrare alla sommita`. - Altrimenti, la struttura conica
non sarebbe giustificata >>.
Soldato:- << Imbuto rovesciato ... foro? - Che strano edificio sta
disegnando cianciando? - Manca solo il coperchio con la valvola a
pressione antiesplosione – ma tant’e`! >>.
Arrampicandosi fin su e raggiunta la cresta, hanno l’impressione di
versarsi nell’imbuto di un tempo superato; aperta una porta si trovano
al centro di un ampio salone color diverso dal bianco che solo ad
immaginarlo in radura il pensiero all’incredibile avrebbe prestato il
fianco; un boccaporto si apre e “ Wroompflbhu “ i due vengono
risucchiati all’interno dell’immagine.
Al cospetto, di fronte, presente, in divisa lustrata, nell’enorme
stanzone, si trovano il corpo eretto del Generale ad attenderli.
Generale:- << Vi stavo aspettando! – Non e` mia abitudine origliare
–
vi ho intravisto attraverso il telespolvex - parlavate a squarciagola
e
nemmeno m’interessa cosa dicevate – in questo posto e` insolito
comunicare! – Chi siete non so. - I vostri dati stanno nell’archivio
in fureria. - Qui vi somigliate tutti. – E` quasi impossibile trovare
motivi validi nei soggetti in questa valle di dannati alla ricerca di
uno scopo d’evasione latente che forse alle altre matricole in circolo
manca, conseguentemente cio` non trovano.
- Ma lei soldato ha la mappa! – Avra` qualcosa in piu` da chiedere
rispetto agli altri, allora le e` concesso una domanda. … E lei
cronista rappresenta il primo visitatore della categoria midia e come
tale puo` rivolgermi, anche lei, una sola domanda >>.
Soldato:- << Non ricordo bene come, quando e perche` giunsi in
questa radura segnata dai monti, i quali delimitano una valle piatta
sul cui orlo gira un bordo di cime imbiancate di polvere piu` che
innevate. – Confine della realtà segnata da vette inaccessibili e
tempestose, le quali non si vedono ma si avvertono, capaci di soffiare
continuamente quantita` incommensurabili di pulviscoli bianchi, atti a
costituire una movenza di fronte militare visto dall’alto, qualora si
riuscisse andare oltre la polvere, in un girone infernale senza
uscita.
– Ma io ho la mappa ... la quale non sono riuscito mai a spiegare,
per ignorare l’esatta dimensione dell’inferno.
- Questione di Fede, direbbe il cronista, il quale mi permette,
grazie alle sue domande, di uscire dai gironi del caos dell’umanita`
in polvere, raccolta in questo fastidioso limbo a lungo vissuto, il
quale mi ha tenuto partecipe ad una guerra senza colpo ferire da parte
mia, dove si combatte una bandiera che non si conosce >>.
… “ Wroompflbhu “ ed il soldato si volatilizza.
Generale:- << Se ha dimenticato dove infilzava il suo vessillo e`
salvo, altrimenti non so – potrebbe anche avere le polveri bagnate dal
sudor freddo - l’alienazione della valle gioca di questi scherzi. – I
segni di una ricerca sbriciolata dai cingoli si notano sul campo di
battaglia, ma chi ha evitato d’ottimizzarli e nulla appare secondo la
volontà del momento imperante, non ha alimentato l’errore e ciò gioca
a suo favore, e lei cronista? >>.
Cronista:- << Avrei bisogno di una telescrivente per trasmettere il
mio articolo in redazione. – Potrei dare uno sguardo attraverso il
telespolvex? >>.
Generale:- << Prego! – Puo` usare il fax e mentre scrive, parli –
cosi` ascoltero` ciò che trasmette senza dover leggere quel foglio che
ha davanti accingendosi a scrivere. – Osservo ogni cosa, dai monitor a
lei invisibili, sparsi come le telecamere nell’ambiente circostante;
grazie a queste lenti tecnico tattiche, seguo dagli schermi le diverse
zone del teatro di guerra >>.
Cronista:- << Dopo che un Assurdo soldato, col quale ho dialogato sin
dall’immediato mio apparire n questa valle, e` stato appena espulso
dai confini dell’umana conoscenza dal luogo del dissenso totale, dove
gli eserciti si combattono senza neanche riconoscersi, se non nella
caverna, la quale risulta neppure nota, ai piu` che marciano nella
radura ove sembra si fronteggino per conquistarla senza saperla, in
genere intuendola com’esigenza di conquista, quale postazione per
spaccio o mensa, cui non vedo, ne` sento, tantomeno in questo momento
penso. - Mi trovo attualmente, a parlare al fax machine, mentre il
comandante in capo di tutte le guerre con il sigaro in bocca marcia
nella stanza palesando aria interessata all’ascolto di quanto dichiaro
a voce sostenuta, battendo sulla tastiera i contenuti del mio discorso
o rileggendo quando questi s’incrina >>.
Il Generale di tutti gli eserciti, sciolto e disinvolto si alza, a
passo sontuoso si dirige verso un armadietto; dall’anta appena aperta
estrae un vassoio d’argento e tenendolo sul palmo della mano lo porge
al cronista, interrogandosi sul come salvare gli eserciti >>.
Cronista:- << Snif … fine >>.
The End
Scritto in quattro tempi 7.71997
8.7.199/20.4.2001/1.5.2001
pagine 20x30
numero battute 29.194
Righe
iscritto al Premio Letterario città di Teramo
584
Riccardomustodario
6 Coates Court
2 Aspern Grove
London NW3 2AF U.K.
E_Mail: rmcl...@cableinet.co.uk
agosto 2004 riveduto e corretto
http://groups.google.co.uk/group/it.politica/browse_frm/thread/9099c3b465f56fe1/30dd00ea0e655193?lnk=st&q=Gli+eserciti+nella+polvere+author:Riccardomustodario&rnum=1&hl=it#30dd00ea0e655193
> 584
racconto folle, assurdo, reso misterioso da una musicalità insensata e
insana, e di una kafkiana veritazione della scena. Interessante... e anche
pesantuccio!
Scrivi " pesantuccio " come se avessi apprezzato il dato di
coinvolgimento totale nell'assurdo di una condizione dalla quale non
si esce, invece sì, esiste un foro in sommità, capovolto, un buco
nero, polvere bianca.
La musicalità della frase è pura, movimento di parola figurata
nell'aria, ricerca Alta Moda scrittura oltre la follia, di tutto
quanto sia stato prodotto e premiato dagli istituti competenti circa
la letteratura finora.
Ci troviamo di fronte allo scrittore che attacca la giuria dei
Karolingi di Stoccolma chiedendo il Premio Nobel onde assurgere a più
grande artisti di tutti i tempi, riconosciuto in vita, non in morte.
ciak
riccardo