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Tristano Scala

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enclosure

unread,
Dec 7, 2007, 1:24:59 PM12/7/07
to
qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?


Moosbrugger

unread,
Dec 7, 2007, 1:31:06 PM12/7/07
to
enclosure ha scritto:

> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?


Io molto distrattamente, mentre mia moglie è attaccata alla
radio dello stereo. Mi pare che chi dava la Meier come giù di
voce abbia toppato alla grande.

M.

prostetnic vogon jeltz

unread,
Dec 7, 2007, 2:20:17 PM12/7/07
to
"Moosbrugger" <bass_des...@yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:njg6j.4000$8j3....@tornado.fastwebnet.it...
enclosure ha scritto:

>> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?


>Io molto distrattamente, mentre mia moglie č attaccata alla radio dello
>stereo. Mi pare che chi dava la Meier come giů di voce abbia toppato alla
>grande.

a me veramente č sembrato che negli acuti alla fine del primo atto calasse
di brutto, perň ero in macchina ... ci vorrebbe la zaz per una perizia ;-)


Moosbrugger

unread,
Dec 7, 2007, 2:25:48 PM12/7/07
to
prostetnic vogon jeltz ha scritto:

> a me veramente è sembrato che negli acuti alla fine del primo atto calasse
> di brutto, però ero in macchina ... ci vorrebbe la zaz per una perizia ;-)


Negli acuti si sta chiaramente risparmiando ( segno di grande
esperienza, in un'opera in cui si sta in scena così tanto),
tutto il resto mi pare molto molto bello.

M.

sunbather

unread,
Dec 7, 2007, 4:42:38 PM12/7/07
to
enclosure ha scritto:

> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv?

Io, tutto per radio + libretto.

> prime impressioni?

Du' palle! Ma che si era fumato, Wagner?

.
.
.
.
.
.
.
.

--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Message has been deleted

Bingrui

unread,
Dec 7, 2007, 5:16:55 PM12/7/07
to
enclosure ha scritto:

> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?
>
>
bello. ma confesso ascolto discontinuo...
Bing

v i n i x ©

unread,
Dec 7, 2007, 6:50:14 PM12/7/07
to
On Fri, 7 Dec 2007 19:24:59 +0100, "enclosure" <me...@kl.org> wrote:

>qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?

TV. Un capolavoro.

ciao

Rudy

unread,
Dec 7, 2007, 7:11:01 PM12/7/07
to
enclosure <me...@kl.org> wrote:

> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv? prime impressioni?

L'ho ascoltato nelle pseudodiretta ARTE.
Mi è parso uno spettacolo straordinario, nel quali i personaggi hanno
saputo vivere, e far vivere il loro dramma. Direzione fantastica, regia
teatrale super. Meno, molto meno mi è sembrata la regia televisiva.

Posso aggiungere anche che ho trovato una differenza enorme, da un punto
di vista proprio qualitativo e della resa sonora, fra la diretta su
Classica Sky (solo il primo atto, ovviamente) e la diretta-differita
ARTE, naturalmente tutto a vantaggio di quest'ultima.

Vedrò prossimamente l'opera a teatro, e confronterò le impressioni
davanti al video con quelle che avrò alla Scala.

Ciao

Rudy

------------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

v i n i x ©

unread,
Dec 7, 2007, 7:30:32 PM12/7/07
to
On Sat, 8 Dec 2007 01:11:01 +0100, rodolfo....@tin.it (Rudy)
wrote:

>Mi č parso uno spettacolo straordinario, nel quali i personaggi hanno


>saputo vivere, e far vivere il loro dramma.

Davvero! Che bellezza, che soddisfazione un cast di interpreti cosě
bravi a scogliere i nodi drammaturgici dell'opera wagneriana. Questa
rappresentazione farŕ storia.

>Vedrň prossimamente l'opera a teatro, e confronterň le impressioni
>davanti al video con quelle che avrň alla Scala.

Ti invidio sempre un po'. Questa volta mi fai pure leggermente schifo.

ciao

Giampaolo Lomi

unread,
Dec 7, 2007, 9:32:33 PM12/7/07
to
Il Sat, 08 Dec 2007 01:30:32 +0100, v i n i x © <ask@me> ha scritto:


>Davvero! Che bellezza, che soddisfazione un cast di interpreti così


>bravi a scogliere i nodi drammaturgici dell'opera wagneriana. Questa

>rappresentazione farà storia.


Sono rimasto entusiasta. Un grazie alla Scala che ha prodotto uno
spettacolo veramente grande, direi perfetto. Si è fatta perdonare i
tagli dell' Idomeneo e tutto il resto, compresi i troppi anni di Muti.
Stasera mi è sembrato tornare ai tempi di Grassi, di Strehler e di
Abbado.
Le riprese televisive sono state fatte dalla RAI, probabilmente presa
in affitto da ARTE e da SKY. La regia televisiva è stata curata da
Patrizia Carmine. Abbastanza buona nell'uso discreto dei primi piani e
nella parte descrittiva che si è avvalsa di numerosi campi lunghi. Non
mi sono piaciute alcune cose tipo l'attacco delle scene con degli
effetti brevi di "fade in a fade out" che in generale si usano per
convenzione a indicare il passaggio del tempo. Ne ha fatto un
fastidioso e prolungato uso totalmente non necessario. Non mi è
piaciuta l'idea dei titoli sull'introduzione orchestrale, fantasiosi e
inutili con un misto di rosso sangue, onde marine e lune vaganti sulle
nuvole etc. Il Tristan und Isolde non ne ha nessuna necessità. Avrei
preferito che la ripresa televisiva si fosse concentrata
sull'orchestra e su Baremboin, che, come riporta un'agenzia e come
anch'io penso è stato il vero protagonista della "prima" della Scala.
Ha diretto per oltre 5 ore il Tristan und Isolde di Richard Wagner
senza partitura e, nell'ultimo atto, in qualche momento anche...senza
scarpe. La lunga maratona del sessantacinquenne maestro argentino di
nascita e israeliano di adozione e' stata portata a termine con
disinvoltura, anche se nella parte finale si e' concesso qualche
momento di comfort, togliendosi le scarpe di vernice nera e rimanendo
con i soli calzini dello stesso colore.
Fra gli errori delle riprese fatte, specialmente all'inizio, oltre a
varie sfocature, c'è stato quello di inquadrare, chi sa perchè, il
maestro di spalle mostrando la sua testa assai calva dal di dietro.
L'orchestra è stata meravigliosa. La regia mi è piaciuta moltissimo e
così i costumi e le scene. Splendido il secondo atto che ha raggiunto
un diapason di emozione insuperabile. Un duetto d'amore così non mi
era mai capitato di ascoltarlo neppure a Beireuth una quarantina
d'anni fa quando assistetti la tetralogia diretta da Bohm.
L'interpretazione dei protagonisti è stata al livello delle loro voci,
cioè eccellente. Il tempo è passato in fretta avendomi la musica e il
canto coinvolto emotivamente con l' azione che si stava svolgendo sul
palcoscenico. Anche l'inizio del terzo atto, assai ostico in genere
per la lunghezza del racconto di Tristan, mi è sembrato volar via con
leggerezza e la voce della Meier che improvvisamente ha iniziato il
Liebestod, mi è parso arrivare addirittura in anticipo. E proprio alla
Meier voglio rivolgere il mio apprezzamento per la sua ancora
splendida vocalità, per il suo modo di cantare e di interpretare,
considerando che il suo debutto risale a oltre 30 anni fa. Bravo anche
Ian Storey che ha dovuto affrontare momenti difficili superati con
grande qualità vocale e ablità. Bravo anche Matti Salminen, bellissimo
re Marke, ma con la voce un po' stanca e non più potente come in
passato.
Un amico mi ha telefonato per chiedere se ci fossero disturbi di
trasmissione, tipo scomparsa dell'audio per qualche frazione di
secondo, più volte, che lui aveva notato nella trasmissione di Sky, ma
nella differita di ARTE non ci sono state.
Fra l'altro la TV dell'australopiteco, ha trasmesso in 16:9 col
risultato che i sottotitoli scritti su due righe, delle quali sembra
se ne potesse leggere una sola.

La regia ha mantenuto per tutta l'opera una compattezza di stile
stupenda. Si capisce che Cherau l' ha studiata e pensata a fondo e ha
aspettato dopo tanti anni di gestazione, questo, che lui ha ritenuto
essere il momento della sua maturità, per poterla affrontare.
L'unico appunto che posso rivolgere alla regia è stata la scelta di
far sanguinare Isolde nel momento della morte, facendole scendere
dalla testa un rivoletto di sangue che lei ha poi con la mano sparso
sul viso.
Trovo che il finale di quest'opera è così colmo di intensità
drammatica che coinvolge lo spirito fino all'estrema astrazione
emotiva capace di condurre alla morte, che non ci dovrebbe essere
nessun bisogno di effetti speciali per rendere visivamente presente la
materialità del corpo.
Ma questo è comunque un'inezia in un insieme meraviglioso che non è
facile aver la fortuna di ascoltare in Italia al giorno d'oggi.
Come avrete visto sullo schermo il successo è stato immenso. Poche
volte mi ricordo di aver visto e ascoltato la Scala così compatta
negli applausi e nei "bravo" e "bis".
Spero proprio che dopo questo trionfo si possa invitare Baremboin ad
essere il direttore stabile di quel teatro, continuando una tradizione
che sembra dimenticata dopo l'addio di Muti.

GP

Giampaolo Lomi

unread,
Dec 7, 2007, 9:43:49 PM12/7/07
to
Il Sat, 08 Dec 2007 01:30:32 +0100, v i n i x © <ask@me> ha scritto:


>Davvero! Che bellezza, che soddisfazione un cast di interpreti così


>bravi a scogliere i nodi drammaturgici dell'opera wagneriana. Questa

>rappresentazione farà storia.

era mai capitato di ascoltarlo neppure a Bayreuth una quarantina


d'anni fa quando assistetti la tetralogia diretta da Bohm.
L'interpretazione dei protagonisti è stata al livello delle loro voci,

cioè eccellente. Il tempo è passato per me in fretta avendomi la


musica e il canto coinvolto emotivamente con l' azione che si stava
svolgendo sul palcoscenico. Anche l'inizio del terzo atto, assai

ostico in genere per la lunghezza del racconto di Tristan, che precede
la morte mi è sembrato volar via con leggerezza e la voce della Meier


che improvvisamente ha iniziato il Liebestod, mi è parso arrivare
addirittura in anticipo. E proprio alla Meier voglio rivolgere il mio
apprezzamento per la sua ancora splendida vocalità, per il suo modo di
cantare e di interpretare, considerando che il suo debutto risale a
oltre 30 anni fa. Bravo anche Ian Storey che ha dovuto affrontare

momenti difficili superati con grande qualità e abilità vocale . Bravo


anche Matti Salminen, bellissimo re Marke, ma con la voce un po'
stanca e non più potente come in passato.

Un amico mi ha telefonato per chiedere se ci fossero stai su ARTE


disturbi di trasmissione, tipo scomparsa dell'audio per qualche

frazione di secondo, più volte da lui avvertiti nella trasmissione di


Sky, ma nella differita di ARTE non ci sono state.
Fra l'altro la TV dell'australopiteco, ha trasmesso in 16:9 col
risultato che i sottotitoli scritti su due righe, delle quali sembra
se ne potesse leggere una sola.

La regia ha mantenuto per tutta l'opera una compattezza di stile
stupenda. Si capisce che Cherau l' ha studiata e pensata a fondo e ha

aspettato dopo tanti anni di gestazione, questo che lui ha ritenuto


essere il momento della sua maturità, per poterla affrontare.
L'unico appunto che posso rivolgere alla regia è stata la scelta di
far sanguinare Isolde nel momento della morte, facendole scendere
dalla testa un rivoletto di sangue che lei ha poi con la mano sparso
sul viso.
Trovo che il finale di quest'opera è così colmo di intensità
drammatica che coinvolge lo spirito fino all'estrema astrazione

emotiva capace di condurre alla morte, che non ci dovrebbero essere
necessari effetti speciali di alcun tipo per rendere visivamente


presente la materialità del corpo.

Ma questa è comunque un'inezia in un insieme meraviglioso che non è

Luca Logi

unread,
Dec 8, 2007, 3:18:49 AM12/8/07
to
Giampaolo Lomi <gialo...@fastwebnet.it> wrote:

> La regia ha mantenuto per tutta l'opera una compattezza di stile
> stupenda. Si capisce che Cherau l' ha studiata e pensata a fondo e ha
> aspettato dopo tanti anni di gestazione, questo che lui ha ritenuto
> essere il momento della sua maturità, per poterla affrontare.
> L'unico appunto che posso rivolgere alla regia è stata la scelta di
> far sanguinare Isolde nel momento della morte, facendole scendere
> dalla testa un rivoletto di sangue che lei ha poi con la mano sparso
> sul viso.

Io non guardo Sky e non ho visto niente se non il brevissimo estratto
che è passato per televisione: al termine del primo atto Tristano si
avventa su Isotta, la sbatte per terra e la bacia.

Ora, il meccanismo dell'opera è questo: Tristano e Isotta bevono il
filtro, scoppia un amore immenso ma vengono immediatamente separati. I
primi quindici minuti del secondo atto sono l'attesa da parte di Isotta
dell'arrivo del suo amato; la musica all'inizio del secondo atto, forse
la migliore dell'opera, riesce mirabilmente a descrivere questa attesa
carica di eccitazione e di elettricità, con un crescendo di intensità
immenso in quanto studiatamente lento, fino all'entrata di Tristano e
all'abbraccio.

Ora, se Tristano sbatte per terra e la bacia nel primo atto, direi che
la prima scena del secondo non serve più a niente. Potrebbe anche
scoparsela lì per lì davanti ai marinai, già che c'è. Un macroscopico
errore registico, anzi direi un caso di eiaculazione prematura da parte
del regista; e basta un semplice inserto pubblicitario per esporlo.

Naturalmente - le immagini non erano il massimo della chiarezza perchè
c'è sempre sovrapposto un commentatore con le usuali banalità - se mi
sono sbagliato ritratto tutto.

--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ll...@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)

Andrea Solari

unread,
Dec 8, 2007, 4:39:15 AM12/8/07
to
Il 23 sarò a vederla anche io. Incrocio le dita affinchè il cast, sulla
carta identico per tutte le repliche, effettivamente lo sia.

Andrea

"Rudy" <rodolfo....@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1i8s2uu.15qrs4a5bpu09N%rodolfo....@tin.it...

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 8, 2007, 5:26:00 AM12/8/07
to
In data Sat, 08 Dec 2007 09:18:49 +0100, Luca Logi <ll...@dada.it> ha
scritto:

> Tristano e Isotta bevono il
> filtro, scoppia un amore immenso

In verità i due si amano già... ma a parte i movimenti scenici e la
recitazione che giudicherò una volta guardato attentamente il video (non
ne ho ancora avuto tempo) mi pare che Chereau abbia riciclato il Ring del
'76 (o '80 - perché il video risale appunto a quell'anno); addirittura nel
terzo atto Tristan giace su quello che ai tempi era il molo sito davanti
alla dimora dei Gibichunghi, ed anche lo sfondo della scena rimanda al
mondo espressivo della Inszenierung di 30 anni fa. Uno Zeffirelli di
sinistra? Ossia uno che continua ad ammannirci sempre la stessa roba -
nella fattispecie il suo eskimo ormai tarlato?

--
Giuseppe Sottotetti
gso...@alice.it
http://SottotettiGiuseppe.ilcannocchiale.it

Danny Rose

unread,
Dec 8, 2007, 6:27:44 AM12/8/07
to

"Archeopteryx" <cor.bonukFANCULOSPAM@libero_NOMAIL_.it> ha scritto nel
messaggio news:4759beab$0$17949$4faf...@reader1.news.tin.it...

>> Du' palle! Ma che si era fumato, Wagner?
>

> Evvai col flameeeeeee... :D


Siii...(detto con tono vagamente serpentino e insinuante, alla Panelli; non
so se rendo).

Scherzi a parte, può fare questo effetto se lo si ascolta senza seguire il
testo. Ho detto "può", non che debba per forza...

dR

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 7:03:22 AM12/8/07
to
Luca Logi <ll...@dada.it> wrote:


> Ora, se Tristano sbatte per terra e la bacia nel primo atto, direi che
> la prima scena del secondo non serve più a niente.

Chéreaux dise espressamente che l'amore-attrazione (forse meglio dire la
passione) è un fatto pubblico (come del resto appare anche nelle parole
di Wagner: Brangane mette in guardia i due, incosapevoli del mondo che
li circonda). Questo è ciò che conclude il primo atto.

La stupenda musica del secondo, non fa altro che dare voce all'attesa
spasmodica di due persone in preda alla passione, che l'hanno già
sperimentata una volta, e che anche poche ore di distacco, accendono in
modo violento: più violento ancora, se possibile. della prima volta.

Il filtro è solo un pretesto. E questo ormai è un dato largamente
accettato. Nel primo atto c'è la presa di coscienza, la consapevolezza
di questa passione che travolge e che rompe ogni difesa. Nel secondo
atto c'è l'attesa spasmodica.


> Potrebbe anche
> scoparsela lì per lì davanti ai marinai, già che c'è. Un macroscopico
> errore registico, anzi direi un caso di eiaculazione prematura da parte
> del regista; e basta un semplice inserto pubblicitario per esporlo.

No, non mi sembra un errore registico. Anzi, mi sembra che il tutto
interpreti molto bene le potenti spinte che la passione è in grado di
esercitare su chi ne è vittima.

D'altre parte mi sembra che Chereaux abbia cercato di avvicinarci a
Tristano e a Isotta come a due esseri umani, non come a due simboli, o a
due semidei, o a due personaggi mitologici. E in questo credo che sia
riuscito benissimo.

Ciao

Rudy

---------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

P.

unread,
Dec 8, 2007, 8:19:48 AM12/8/07
to
On 8 Dic, 11:26, "Giuseppe Sottotetti" <gso...@alice.it> wrote:

> ne ho ancora avuto tempo) mi pare che Chereau abbia riciclato il Ring del
> '76 (o '80 - perché il video risale appunto a quell'anno); addirittura nel

84 (fonte radio popolare)

P.

Message has been deleted

P.

unread,
Dec 8, 2007, 8:55:20 AM12/8/07
to
On 8 Dic, 13:03, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:

> Il filtro è solo un pretesto. E questo ormai è un dato largamente
> accettato.

Filtro accettato da Wagner, lui non credeva piu' a niente, solo alla
morte. Non ha risposte all' amore e' per questo che confida nel
'filtro'. Tristano e' una opera ambigua tra il vivere e il credere di
vivere, ad un fine romanticismo cara ai musicisti ed ad una
"rimembranza" a noi cara.

P.

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 10:18:09 AM12/8/07
to
P. <pier...@gmail.com> wrote:

In opere come il Tristano, io credo che le implicazioni dell'autore non
siano e non debbano essere dei termini di riferimento assoluti.
In opere complesse, diciamo pure in capolavori come questi,
interpretazioni diverse, surrogate ad es. da conoscenze e culture
successive all'epoca dell'autore (penso a Freud, ad esempio), possano
essere legittime, al di là delle intenzioni dell'autore.
Io penso a quel filtro come pura "aqua putei", ma che, interpretato dai
due che lo bevono come filtro di morte (ovvero veleno), ne libera le
pulsioni amorose, ampiamente preesistenti, e le trasforma in una forma
di passione violenta e irreversibile.
(Che queste pulsioni siano preesistenti, mi pare che venga sottolineato
a più riprese nel libretto, seppure in modo non esplicito)

Comunque sono convinto che molte altre interpretazioni siano possibili
in quest'opera che, giustamente, tu definisci ambigua.

Ciao

Rudy

-----------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Bingrui

unread,
Dec 8, 2007, 10:23:32 AM12/8/07
to
Rudy ha scritto:

.
>
> D'altre parte mi sembra che Chereaux abbia cercato di avvicinarci a
> Tristano e a Isotta come a due esseri umani, non come a due simboli, o a
> due semidei, o a due personaggi mitologici. E in questo credo che sia
> riuscito benissimo.

ma e' proprio qui' lo sbaglio.

insomma, da TB Shaw in poi se non provi a comunistizzare Wagner sei out.
(vedi pure il boulez di bayreuth che a qualcuno piace come altro esempio)

Bing

enziotempo

unread,
Dec 8, 2007, 10:45:04 AM12/8/07
to
On 8 Dic, 16:23, Bingrui <violino...@yahoo.it> wrote:
>
> insomma, da TB Shaw in poi se non provi a comunistizzare Wagner sei out.
> (vedi pure il boulez di bayreuth che a qualcuno piace come altro esempio)
>


Ehm... "comunistizzare" è una parolina faziosamente irritante; diciamo
che "pulire" le partiture di RW da quel reazionario che si annida un
po' ovunque nella sua opera è compito dell'interprete intelligente,
regista, direttore, costumista, etc... Poi liberi di esaltare RW per i
suoi aspetti più lugubri e pesanti.

ET

Bingrui

unread,
Dec 8, 2007, 12:03:41 PM12/8/07
to
enziotempo ha scritto:

> On 8 Dic, 16:23, Bingrui <violino...@yahoo.it> wrote:
>> insomma, da TB Shaw in poi se non provi a comunistizzare Wagner sei out.
>> (vedi pure il boulez di bayreuth che a qualcuno piace come altro esempio)
>>
>
>
> Ehm... "comunistizzare" č una parolina faziosamente irritante; diciamo

> che "pulire" le partiture di RW da quel reazionario che si annida un
> po' ovunque nella sua opera č compito dell'interprete intelligente,

> regista, direttore, costumista, etc... Poi liberi di esaltare RW per i
> suoi aspetti piů lugubri e pesanti.
>
> ET

Ehm reazionario č una parolina faziosamente irritante. Diciamo che la
filologia vorrebbe che la pura ispirazione nordica, eroica, pura, dei
caratteri wagneriani rimanesse intonsa.
Bing

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 12:15:22 PM12/8/07
to
Bingrui <violi...@yahoo.it> wrote:


> Ehm reazionario č una parolina faziosamente irritante. Diciamo che la
> filologia vorrebbe che la pura ispirazione nordica, eroica, pura, dei
> caratteri wagneriani rimanesse intonsa.

La filologia a teatro č un valore?
Io credo di no.

Naturalmente se si considera l'opera principalmente teatro. Se la
considera un'altra cosa, allora nin zo.

Ciao

Rudy

----------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Bingrui

unread,
Dec 8, 2007, 12:35:38 PM12/8/07
to
Rudy ha scritto:

> Bingrui <violi...@yahoo.it> wrote:
>
>
>> Ehm reazionario č una parolina faziosamente irritante. Diciamo che la
>> filologia vorrebbe che la pura ispirazione nordica, eroica, pura, dei
>> caratteri wagneriani rimanesse intonsa.
>
> La filologia a teatro č un valore?
> Io credo di no.
>
> Naturalmente se si considera l'opera principalmente teatro. Se la
> considera un'altra cosa, allora nin zo.
>
> Ciao
>
> Rudy
>

beh, l'opera appunto non e' principalmente teatro. cmq, a prescindere
dalla filologia, la regia non dovrebbe comunque snaturare un testo
nemmeno a teatro.

la regia dovrebbe al limite amplificarlo. Come esempio mi viene in mente
l'incipit del Riccardo III, E' finito l'inverno del nostro scontento,
ora inizia la gloriosa estate di York, pronunciato da riccardo.
Normalmente detto pomposamente, una volta l'ho sentito "a parte" con
voce schifata. E questo modo, questa decisione registica, appunto
amplifica la malvagita' del personaggio di riccardo, giustamente
incazzato perche' la guerra e' finita.

Invece, banalizzare la morte di isotta con il sangue, come ho apprezzato
su youtube ora, facendola vagare con aria rincoglionita, perde la magia
della trasfigurazione che le parole e la musica indicano con tanta
chiarezza. Grand guignol, invece di magia. Se poi si aggiunge
chiaramente che lei dovrebbe spegnersi tra le braccia di Brangane e
SOPRA il corpo di Tristano, come in un fondersi insieme nella morte...

Bing

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 8, 2007, 1:22:38 PM12/8/07
to
In data Sat, 08 Dec 2007 14:19:48 +0100, P. <pier...@gmail.com> ha
scritto:

> 84 (fonte radio popolare)

Il Ring targato Chereau andò in pensione nel '80. Nell'83 in occasione del
centenario della morte di Wagner si fece un altro Ring con Solti, Peter
Hall e William Dudley. Tanto tradizionali quanto erano iconoclasti Boulez,
Chereau e Peduzzi. Tra l'altro lo ricordo molto bene perché fu la mia
prima volta a Bayreuth.

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 8, 2007, 1:31:13 PM12/8/07
to
In data Sat, 08 Dec 2007 16:18:09 +0100, Rudy <rodolfo....@tin.it>
ha scritto:

> Io penso a quel filtro come pura "aqua putei", ma che, interpretato dai
> due che lo bevono come filtro di morte (ovvero veleno), ne libera le
> pulsioni amorose

Io la vedo come "Colpi di timone", una vecchissima commedia il cui
protagonista, Gilberto Govi, comincia a dire quello che pensa quando gli
diagnosticano un male incurabile. Tristano e Isotta fanno la stessa cosa:
quando credono di essere sul punto di stincare confessano quello che
sentono realmente, un poco come due adolescenti timidi che si dicono le
cose importanti solo al momento di lasciarsi, dopo che magari hanno
passato tutto un pomeriggio a fingere di interessarsi a Tacito. Se
vogliamo fare i raffinati possiamo parlare di "placebo in musica"
(l'importante non è che cosa ci sia nel bicchiere ma quello che Tristano e
Isotta credono che esso contenga). La musica non lascia dubbi: confronta
la musica del filtro nel Tristan con il passaggio analogo del
Gotterdammerung - nella tetralogia il filtro modifica tutto qui invece no.

Ho visto attentamente il video. Bello, senza dubbio. Un buono spettacolo
senza molti aggettivi anche se la mia impressione è che a tenere altissima
la temperatura fosse un Baremboim in vero stato di grazia (Tristano mi ha
fatto dormire nel III atto - Windgassen, dove sei? - e la Meier è stata
tutto sommato fortunata perchè nel secondo atto gli acuti non le uscivano
proprio dalla gola)

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 1:42:39 PM12/8/07
to
On Sat, 8 Dec 2007 09:18:49 +0100, ll...@dada.it (Luca Logi) wrote:

>Ora, se Tristano sbatte per terra e la bacia nel primo atto, direi che
>la prima scena del secondo non serve più a niente. Potrebbe anche
>scoparsela lì per lì davanti ai marinai, già che c'è. Un macroscopico
>errore registico, anzi direi un caso di eiaculazione prematura da parte
>del regista; e basta un semplice inserto pubblicitario per esporlo.

Non sono affatto d'accordo, ma arrivo tardi e Rudy l'ha già spiegato
per bene.

ciao

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 1:52:02 PM12/8/07
to
On Sat, 08 Dec 2007 19:31:13 +0100, "Giuseppe Sottotetti"
<gso...@alice.it> wrote:

>la Meier č stata
>tutto sommato fortunata perchč nel secondo atto gli acuti non le uscivano
>proprio dalla gola

La Meier non č mai stata perfetta nel canto e non ha neppure una voce
gradevolissima. Ma quando riesce a non gigioneggiare troppo (come
ieri) resta una delle piů grandi *interpreti* che abbia mai calcato le
scene.

ciao

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 1:54:32 PM12/8/07
to
On Sat, 08 Dec 2007 18:35:38 +0100, Bingrui <violi...@yahoo.it>
wrote:

>Invece, banalizzare la morte di isotta con il sangue

Si, è stata una scelta registica che non mi ha convinto un granché.
Pareva un omaggio a Flowers ... :-))

ciao

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 1:58:46 PM12/8/07
to
On Sat, 08 Dec 2007 19:52:02 +0100, v i n i x Š <ask@me> wrote:

>Ma quando riesce a non gigioneggiare troppo (come
>ieri)

Nel senso che ieri non ha gigioneggiato troppo.

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 2:04:28 PM12/8/07
to
On Sat, 08 Dec 2007 03:43:49 +0100, Giampaolo Lomi
<gialo...@fastwebnet.it> wrote:

>Spero proprio che dopo questo trionfo si possa invitare Baremboin ad
>essere il direttore stabile di quel teatro

Fosse vero!

ciao

Giampaolo Lomi

unread,
Dec 8, 2007, 2:41:59 PM12/8/07
to
Il Sat, 8 Dec 2007 09:18:49 +0100, ll...@dada.it (Luca Logi) ha
scritto:


>Io non guardo Sky e non ho visto niente se non il brevissimo estratto
>che è passato per televisione: al termine del primo atto Tristano si
>avventa su Isotta, la sbatte per terra e la bacia.

Fai bene ! Sky è una porcheria. Però mi pare un po' poco il pezzo
visionato su cui esprimi il tuo giudizio a riguardo della regia.

>Ora, il meccanismo dell'opera è questo: Tristano e Isotta bevono il
>filtro, scoppia un amore immenso ma vengono immediatamente separati. I
>primi quindici minuti del secondo atto sono l'attesa da parte di Isotta
>dell'arrivo del suo amato; la musica all'inizio del secondo atto, forse
>la migliore dell'opera, riesce mirabilmente a descrivere questa attesa
>carica di eccitazione e di elettricità, con un crescendo di intensità
>immenso in quanto studiatamente lento, fino all'entrata di Tristano e
>all'abbraccio.
>Ora, se Tristano sbatte per terra e la bacia nel primo atto, direi che
>la prima scena del secondo non serve più a niente. Potrebbe anche
>scoparsela lì per lì davanti ai marinai, già che c'è. Un macroscopico
>errore registico, anzi direi un caso di eiaculazione prematura da parte
>del regista; e basta un semplice inserto pubblicitario per esporlo.

Secondo me è il contrario e credo che Patrick Chéreau che ha studiato
e meditato per 40 anni la regia di quest'opera prima di ritenersi
maturo per metterla in scena, non possa essere liquidato così in
fretta per un bacio appassionato, cioè per un accostamento carnale,
verso l'oggetto del suo delirio amoroso.
Mi convince la risposta che ti ha dato Canaletti e concordo con quanto
ha fatto notare. Perciò non ripeto gli argomenti.
A parte questo non è ancora ben capito che regia ti piace. Sulla Dama
di Picche, un vero capolavoro di regia, trovasti da ridire, per non
parlare di quello che hai commentato dell' Otello. Dodin non ti
piacque. Chéreau neppure. Fai prima a dire che regista apprezzi e
perchè. Se quello che interpreta e modifica sotto certi aspetti anche
le intuizioni dell'autore o quello che pedissequamente segue i
libretti che spesso non esprimono nè la corretta drammaturgia nè il
reale senso dell'azione.
Ripeto che questo Tristano è stato per me un vero capolavoro. Una
gloria della Scala che si è, grazie a Dio, con questa prova
riconfermata come uno dei migliori teatri del mondo. Oggi mi sono
nuovamente rivisto la registrazione e questa "tragedia" di stile che
hai rilevato, non mi ha minimamente sfiorato.
Solo sul sangue della morte di Isotta non sono d'accordo, anche se non
inficia l'importanza e il valore di questa produzione. Come dicevano i
vecchi verdiani a proposito del "rataplan" : è stato lo sputo di un
genio !

Ciao

Giampaolo


v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 4:13:19 PM12/8/07
to
On Sat, 08 Dec 2007 03:43:49 +0100, Giampaolo Lomi
<gialo...@fastwebnet.it> wrote:

>La lunga maratona del sessantacinquenne maestro argentino di
>nascita e israeliano di adozione e' stata portata a termine con
>disinvoltura, anche se nella parte finale si e' concesso qualche
>momento di comfort, togliendosi le scarpe

http://tinyurl.com/2ce82f

ciao

Luca Logi

unread,
Dec 8, 2007, 5:54:34 PM12/8/07
to
Giampaolo Lomi <gialo...@fastwebnet.it> wrote:

> A parte questo non è ancora ben capito che regia ti piace. Sulla Dama
> di Picche, un vero capolavoro di regia, trovasti da ridire, per non
> parlare di quello che hai commentato dell' Otello. Dodin non ti
> piacque. Chéreau neppure. Fai prima a dire che regista apprezzi e
> perchè. Se quello che interpreta e modifica sotto certi aspetti anche
> le intuizioni dell'autore o quello che pedissequamente segue i
> libretti che spesso non esprimono nè la corretta drammaturgia nè il
> reale senso dell'azione.

Faccio un esempio stupido: quasi sempre le regie di Graham Vick mi
sembrano orride ad una prima visione. Poi continuano le repliche, e mi
rendo conto che Vick - che ha una reale sensibilità per il testo
musicale, sa come muoversi tecnicamente nel teatro, sa come muovere le
masse - finisce con il trovare un significato spesso nascosto nella
partitura, della quale percepisce il ritmo e lo rispetta. E soprattutto
- questo è il segno dell'allestimento interessante e non banale - ogni
volta che lo si rivede si trova un particolare nuovo e non notato prima.

Mi viene in mente per esempio il suo allestimento di Lucia di
Lammermoor, che inizialmente non mi piacque per niente (soprattutto per
l'idea di far passare il cadavere di Lucia nel breve episodio prima di
"Tu che a Dio spiegasti l'ali"). Poi, fra varie riprese e tournèe ne
abbiamo fatte una quarantina di repliche e l'occhio si abitua. Capii
come la regia rispettasse perfettamente il ritmo musicale (addirittura
si riaprirono dei tagli tradizionali perchè le parti usualmente
tagliate, come il recitativo che segue la scena della pazzia dove il
precettore fa un cazziatone a Enrico, si rivelarono essenziali al ritmo
dello spettacolo); alla fine, la stessa scena che meno mi era piaciuta
mi sembrà di grande poesia. Due quinte mobili si aprivano sul preludio
dei corni prima di "Tombe degli avi miei" ambientandolo su una radura
scozzese con rada vegetazione agitata dal vento: la desolazione del
personaggio diventava desolazione della stessa natura.

Per non dire del bellissimo Mahagonny sempre di Vick del 90, forse
l'allestimento più straordinario che ricordi (aiutava anche lo
spettacolo di una giovanissima Barbara Frittoli in guepiere).

Per Tristano ed Isotta mi piacque tantissimo un allestimento dell'opera
di Los Angeles ripreso da noi (doveva essere l'88 o l'89) con scene e
costumi di David Hockney - che poi credo sia lo stesso ripreso a Torino
quest'anno. Tanta luce e tanti colori, una atmosfera fiabesca.

In definitiva, che cosa mi piace? Mi piacciono i registi che comprendono
il reale significato della partitura, il che richiede una sensibilità
particolare. Una sensibilità musicale, non basta leggere il libretto,
bisogna entrare dentro la musica.

La prima scena della Dama di Picche, per esempio, è ambientata (vado a
memoria e spero di non sbagliarmi) in un giardino. Non mi piacque che
Dodin l'ambientasse - come tutto lo spettacolo del resto - in un
manicomio. Perchè il concetto di giardino non sta solo nelle didascalie,
ma nella stessa musica della prima scena, nella quale senti gli
uccellini che cantano e il calore di un giardino in estate. Non basta
sopprimere una didascalia per finire in un manicomio, bisognerebbe
riscrivere la musica.

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 6:36:45 PM12/8/07
to
Bingrui <violi...@yahoo.it> wrote:


> beh, l'opera appunto non e' principalmente teatro. cmq, a prescindere
> dalla filologia, la regia non dovrebbe comunque snaturare un testo
> nemmeno a teatro.

Resta da strabilire che cosa si intende per snaturare, e in base a quali
criteri si forma il giudizio.


> la regia dovrebbe al limite amplificarlo. Come esempio mi viene in mente
> l'incipit del Riccardo III, E' finito l'inverno del nostro scontento,
> ora inizia la gloriosa estate di York, pronunciato da riccardo.
> Normalmente detto pomposamente, una volta l'ho sentito "a parte" con
> voce schifata. E questo modo, questa decisione registica, appunto
> amplifica la malvagita' del personaggio di riccardo, giustamente
> incazzato perche' la guerra e' finita.

A quale alludi? MacKellan?

> Invece, banalizzare la morte di isotta con il sangue,

Effettivamente qui c'è una caduta. In una regia, per il resto geniale.
Ma non mi sembra gravissimo. E' solo la prosecuzione di una logica che
non vuole la trasfigurazione dei personaggi.

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 6:44:05 PM12/8/07
to
On Sun, 9 Dec 2007 00:36:45 +0100, rodolfo....@tin.it (Rudy)
wrote:

>E' solo la prosecuzione di una logica che
>non vuole la trasfigurazione dei personaggi.

Spiegami un po' meglio. Mi interessa.

ciao

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 7:45:45 PM12/8/07
to
Giuseppe Sottotetti <gso...@alice.it> wrote:

> Se
> vogliamo fare i raffinati possiamo parlare di "placebo in musica"

Sì, proprio così. Loro credono di bere la morte, mentre bevono acqua di
fonte (come dicono i medici).
La prossimità della morte (o quello che loro credono essere) libera,
direi senza neppure la partecipazione della volontà, la forza di enorme
tensione e quindi tutto ciò che fino a quel momento è stato dominato,
rinchiuso, controllato esplode.

Ciao

Rudy

--------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Rudy

unread,
Dec 8, 2007, 7:56:05 PM12/8/07
to

Oddio! come se fosse una cosa elementare.... se dovessimo parlarne a
voce mi verrebbe fuori un torrente di parole. Scriverlo, potrei provarci
e riprovarci all'infinito senza tuttavia essere soddiisfatto da ciň che
ne verrebbe fuori.

Molto banalmente: Isotta muore perché č una donna (essere umano). Ma
questo, secondo il libretto č impossibile. Il libretto la fa morire, ma
non dice come. Muore perché č morto Tristano. La sua vita, oltre
Tristano non ha senso, non esiste, quindi deve morire

Chereau, secondo me, non poteva accettare una mistica cosě spinta. Ha
cercato una soluzione fisica, stante che per tutta l'opera i personaggi
si comportano come esseri umani e non come espressioni di una mitologia.
Forse la soluzione non č stata brillantissima, ma mi riesce difficile
immaginare qualche cosa di diverso.

Ciao

Rudy

------------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Giampaolo Lomi

unread,
Dec 8, 2007, 8:19:33 PM12/8/07
to
Il Sat, 8 Dec 2007 23:54:34 +0100, ll...@dada.it (Luca Logi) ha
scritto:

>Faccio un esempio stupido: quasi sempre le regie di Graham Vick mi


>sembrano orride ad una prima visione. Poi continuano le repliche, e mi
>rendo conto che Vick - che ha una reale sensibilità per il testo
>musicale, sa come muoversi tecnicamente nel teatro, sa come muovere le
>masse - finisce con il trovare un significato spesso nascosto nella
>partitura, della quale percepisce il ritmo e lo rispetta. E soprattutto
>- questo è il segno dell'allestimento interessante e non banale - ogni
>volta che lo si rivede si trova un particolare nuovo e non notato prima.

Diceva una volta Strehler che il teatro, l'opera come del resto
qualsiasi fatto d'arte, deve spiegarsi da solo. E aveva ragione
secondo me. Più della dialettica semplicistica di tanti intellettuali
e di tanti critici lo spettatore attento recepisce subito, a prima
vista, il vero contenuto di ciò che sta vedendo e ascoltando. Non
occorrono le repliche per dover capire una regia, per trovare un
significato nascosto nella partitura.
Una regia riuscita, uno spettacolo di successo il pubblico lo
recepisce al primo contatto. Non è un fatto di logica ragionata o di
osservazione di dettagli. Il linguaggio visivo della regia deve
arrivare immediatamente. Il Tristano della Scala lo ha dimostrato. Il
teatro è esploso alla fine di ogni atto in un entusiamante coro di
applausi che non puoi negare. E non è stato solo per la bravura di
Baremboin , dell'orchestra e dei cantanti, ma anche per quello che ha
visto. Chi se ne frega se Tristan ha toccato carnalmente o baciato
sulle labbra Isolde? Quello che il pubblico ha capito e ha visto è
Wagner nella sua essenza, tradotto in suoni e in immagini dalla magia
di Baremboin, dall'orchestra da lui diretta e da ciò che Chéreau gli
ha mostrato. Questo è quello che conta, Questo vuol dire aver capito
un'opera e averla saputa trasmettere allo spettatore.
Non puoi fare una critica ad un successo strepitoso citandomi il
cadavere di Lucia che passa nel momento sbagliato in un'opera forse
sbagliata. E' semplicismo gratuito, scusami, quasi quanto il mio nel
criticare il rivoletto di sangue della Meier. Secondo te dopo 10 volte
che avrò rivisto questo "rivoletto", lo capirò, lo accetterò e lo
troverò bello come è accaduto per te con la Lucia, malgrado la
traslazione della salma?
E invece non serve. Il rivoletto non mi è piaciuto ma non ha cambiato
il messaggio che mi è arrivato dal Tristano della Scala.


>
>In definitiva, che cosa mi piace? Mi piacciono i registi che comprendono
>il reale significato della partitura, il che richiede una sensibilità
>particolare. Una sensibilità musicale, non basta leggere il libretto,
>bisogna entrare dentro la musica.

E mi sembra che Chéreau abbia fatto proprio questo. Non si è limitato
a leggere i libretto, anzi con la sua sensibilità musicale è entrato
dentro la musica e l'accostamento carnale è scaturito da Wagner non
dal regista che lo ha semplicemente intuito e realizzato visivamente.
E a me non ha arrecato nessun disturbo nè alle altre migliaia di
ascoltatori che hanno applaudito e che, come sempre rammento ai
signori del pentagramma, sono quelli che contano.


>La prima scena della Dama di Picche, per esempio, è ambientata (vado a
>memoria e spero di non sbagliarmi) in un giardino. Non mi piacque che
>Dodin l'ambientasse - come tutto lo spettacolo del resto - in un
>manicomio. Perchè il concetto di giardino non sta solo nelle didascalie,
>ma nella stessa musica della prima scena, nella quale senti gli
>uccellini che cantano e il calore di un giardino in estate. Non basta
>sopprimere una didascalia per finire in un manicomio, bisognerebbe
>riscrivere la musica.

Queste sono affermazioni assurde. Tu non ami Dodin e si percepisce.
Cosa c'entrano nell'economia di una regia che nasce e finisce in un
manicomio gli uccellini di un giardino d'estate, parvenza
tchasikowskiana di una non estate nell'inverno di Pietroburgo ?
Herman è pazzo. Il suo ambiente è il manicomio o l'ospedale e Dodin
approfittando dei colori sbiaditi delle pareti del comunale, simili ai
colori di un manicomio, le ha prolungate fino al palcoscenico. Il
Teatro è tutto un immenso manicomio e la pazzia di Herman si
ricostruisce con tutti le morti accidentali e volute, quando la zia di
Liza lo tradisce nel sogno. La follia lo porta al suicidio dopo aver
perso tutto al gioco, compreso l'amore morto nelle acque della Neva.
In questo scenario, tragico da inverno russo, popolato da fantasmi
irreali e vivi, che senso ha rimpiangere gli uccellini della scena
iniziale?
Permetti che Dodin, grande conoscitore dell'animo russo ha
interpretato nel modo migliore e più logico la follia di Herman e di
quel mondo corrotto ? Dodin non si è fermato a leggere il libretto. E'
andato molto oltre. E' entrato nell'anima paurosa e sofferente di
Tchaikovsky e l'ha tresferita nel pubblico. E' un dramma di
sentimenti umani, di desiderio di ricchezza, di amore distrutto in una
Pietroburgo di fine 800 preludio del futuro che l'avrebbe travolta
dopo poco.
Se hai ancora (e la devi avere) la registrazione riguardatela con
attenzione e con spirito disteso e magari fai in modo che venga messa
in commercio perfettamente rimasterizzata e farai la gioia di tanti
amanti della musica.

ciao

GP

v i n i x ©

unread,
Dec 8, 2007, 9:10:59 PM12/8/07
to
On Sun, 9 Dec 2007 01:56:05 +0100, rodolfo....@tin.it (Rudy)
wrote:

>se dovessimo parlarne a
>voce mi verrebbe fuori un torrente di parole.

Ah, lo so!! :-))

A proposito, sarà un millennio che non ci si vede.

Ciao

Arne Saknussem

unread,
Dec 9, 2007, 3:35:08 AM12/9/07
to
Archeopteryx <cor.bonukFANCULOSPAM@libero_NOMAIL_.it> wrote:


> La trovo un'opera estremamente ostica per quello che dal
> mio punto di vista č il grande limite di Wagner, ovvero il
> suo ipertrofico gigantismo architettonico. Per me č molto
> difficile ascoltare quasi 4 ore di musica o su di lě
> quando non si tratta di polifonia. Il libretto mi
> soccorre, effettivamente, e probabilmente se assistessi
> alla rappresentazione sarei ancora piů soccorso, forse
> come effetto della sintesi delle arti a cui Wagner
> aspirava; ma anche col libretto... č dura davvero. Resto
> con l'impressione di alcuni momenti tra i piů belli di
> tutta la parabola creativa della nostra musica, sepolti in
> tante lungaggini.

Wagner č cosě e va accettato cosě. Anch'io penso che, effettivamente, vi
sono alcuni monologhi nelle sue opere che sono davvero pallosi. Prendila
un po' come la "Struttura" nella Divina Commedia, che Croce
contrapponeva alla "Poesia".
Perň vi sono anche squarci di musica immensa.

Arne
--
La Grande Musica č quella austro-tedesca

Bingrui

unread,
Dec 9, 2007, 3:54:06 AM12/9/07
to
Rudy ha scritto:

> Bingrui <violi...@yahoo.it> wrote:
>
>
>> beh, l'opera appunto non e' principalmente teatro. cmq, a prescindere
>> dalla filologia, la regia non dovrebbe comunque snaturare un testo
>> nemmeno a teatro.
>
> Resta da strabilire che cosa si intende per snaturare, e in base a quali
> criteri si forma il giudizio.
>

il mio personale pensiero e' che un regista e' libero fino al punto
consentitogli dal testo. Se, ad es., sul testo e' scritto chiaramente
dall'autore quello che sta sulla scena e come devono agire i personaggi,
beh, il regista non se ne dovrebbe discostare. Vedi appunto morte d'isotta.

>
>> la regia dovrebbe al limite amplificarlo. Come esempio mi viene in mente
>> l'incipit del Riccardo III, E' finito l'inverno del nostro scontento,
>> ora inizia la gloriosa estate di York, pronunciato da riccardo.
>> Normalmente detto pomposamente, una volta l'ho sentito "a parte" con
>> voce schifata. E questo modo, questa decisione registica, appunto
>> amplifica la malvagita' del personaggio di riccardo, giustamente
>> incazzato perche' la guerra e' finita.
>
> A quale alludi? MacKellan?
>

no, uno visto a teatro anni fa, manco mi ricordo chi interpretava o il
regista;). Mi piacque il MK, ma se non mi ricordo male, la battuta che
citavo, pur nel contesto di una messa in scena moderna, e' citata al
modo classico.

>> Invece, banalizzare la morte di isotta con il sangue,
>
> Effettivamente qui c'è una caduta. In una regia, per il resto geniale.
> Ma non mi sembra gravissimo. E' solo la prosecuzione di una logica che
> non vuole la trasfigurazione dei personaggi.
>

pero' e' una logica che a me continua a sembrare contro quello che la
musica (e anche il testo) dice accadere.

Bing

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Luca Logi

unread,
Dec 9, 2007, 7:05:35 AM12/9/07
to
v i n i x © <ask@me> wrote:

> >Ora, se Tristano sbatte per terra e la bacia nel primo atto, direi che
> >la prima scena del secondo non serve più a niente. Potrebbe anche
> >scoparsela lì per lì davanti ai marinai, già che c'è. Un macroscopico
> >errore registico, anzi direi un caso di eiaculazione prematura da parte
> >del regista; e basta un semplice inserto pubblicitario per esporlo.
>
> Non sono affatto d'accordo, ma arrivo tardi e Rudy l'ha già spiegato
> per bene.

Leggo sul Corriere di oggi la medesima osservazione che ho fatto io
dalla penna di Isotta che l'opera l'ha vista per intero. Ora, non
nascondo un po' di preoccupazione nel vedere che Isotta legge la scena
esattamente come me: per rimbambire vorrei aspettare di aver passato
almeno il mezzo secolo. Però la interpreto così: la volgarità del gesto
e la sua inutilità - anzi, il danno che apporta allo sviluppo
drammaturgico dell'opera - è tale e talmente patente che non solo se ne
accorge l'Isotta (quello che scrive non quella che canta), ma che è
persino evidente in servizio del TG1 (quello che dell'opera ha mostrato
solo Napolitano che applaude, l'emiro del Qatar e una scena talmente
orribile da colpire persino l'immaginazione del giornalista).

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 9, 2007, 7:11:50 AM12/9/07
to
In data Sun, 09 Dec 2007 13:05:35 +0100, Luca Logi <ll...@dada.it> ha
scritto:

> la volgarità del gesto
> e la sua inutilità

Anche Siegmund e Sieglinde alla fine del primo atto della Valchiria
consumavano subito sul posto. Deve essere un riflesso condizionato del
sessantottino in andropausa.

v i n i x ©

unread,
Dec 9, 2007, 8:10:56 AM12/9/07
to
On Sun, 9 Dec 2007 13:05:35 +0100, ll...@dada.it (Luca Logi) wrote:

>Leggo sul Corriere di oggi la medesima osservazione che ho fatto io
>dalla penna di Isotta che l'opera l'ha vista per intero.

Veramente Isotta dice un'altra cosa (sulla quale mi sento di dare
ragione). Non si riferisce più che tanto all'atto in se, ma al fatto
che avviene sotto gli occhi di tutta la ciurma e non nel privato della
tenda di Isotta. Conseguentemente viene a risultare piuttosto
indebolita l'inconsapevolezza di Marke e tutto il tema dell'onore,
della fedeltà e del tradimento non certo secondario nell'opera.

ciao

enziotempo

unread,
Dec 9, 2007, 8:14:29 AM12/9/07
to
On 9 Dic, 09:35, texwil...@ngi.it (Arne Saknussem) wrote:
>
> Wagner è così e va accettato così. Anch'io penso che, effettivamente, vi

> sono alcuni monologhi nelle sue opere che sono davvero pallosi.

Ciò significa che RW non è poi così "immenso" come ci vogliono far
credere. La sua importanza storica come compositore è fuori
discussione, ma l'equilibrio mancante tra l'uomo e il compositore
spesso produce certa prolissità e certo gigantismo che possono
risulltare indigesti. Mi fa specie ascoltare Barenboim quando dice che
occorre "separare" l'uomo dal compositore. Con tutto il bene che
voglio a Barenboim mi sento di ribadire che questa del "separare" è
una scappatoia. Direttori e registi, quando si trovano alle prese con
RW, sentono per istinto che devono liberarsi di quella parte che più
sopra ho definito "reazionaria". Il pensiero a tutto tondo di un RW è
manna per la psicoanalisi; i suoi rapporti con l'altro sesso sono
tanto devastanti per la sua psiche da produrre una colossale energia
creativa sul piano musicale e drammaturgico, all'interno della quale
l'artista dal talento immenso cerca la via della "guarigione". La via
però non la trova e a noi consegna opere colossali che hanno
modificato la storia della musica ma che rimangono comunque in balia
di un percorso umano psichicamente fallito e dove l'unica soluzione
liberatoria rimane la morte.

Scusate la sintesi e l'accetta ma sto scrivendo mentre su TVP è appena
terminato il Così fa tutte....

ET

v i n i x ©

unread,
Dec 9, 2007, 8:28:29 AM12/9/07
to
On Sun, 9 Dec 2007 05:14:29 -0800 (PST), enziotempo
<enzio...@libero.it> wrote:

>l'unica soluzione
>liberatoria rimane la morte.

Veramente la soluzione wagneriana è la Verklaerung ovvero la
trasfigurazione ovvero la consapevolezza. Che poi questo conduca alla
morte è un semplice comprensibilissimo effetto side-effect.

ciao

v i n i x ©

unread,
Dec 9, 2007, 8:29:31 AM12/9/07
to
On Sun, 09 Dec 2007 14:28:29 +0100, v i n i x © <ask@me> wrote:

>morte è un semplice comprensibilissimo effetto side-effect.

Troppi effetti. D'altronde è Wagner. :-)

ciao

P.

unread,
Dec 9, 2007, 9:20:13 AM12/9/07
to
On 9 Dic, 14:14, enziotempo <enziote...@libero.it> wrote:

> di un percorso umano psichicamente fallito e dove l'unica soluzione
> liberatoria rimane la morte.


Giusto. Pero' io trovo che la morte e' una componente ma non la sola
nel discorso, ritengo l' amore diverso dalla componente morte e nel
modo in cui RW ha inteso rappressentarla pari ad amore-morte e', si
potrebbe dire, un compromesso una risposta all' inispiegabile. Quasi
come Epicuro raccomandava dell' uso piacevole dei piaceri umani il
cibarsi e le varianti del cibo e dell' uso dei non necessari come l'
arricchirsi. Vorrei dire che l' amore non e' necessario, come la
morte. Riporto un passaggio di una lettera a F.Liszt (simbolo musicale
di RW imho)di RW:
"Poiche' in vita mia non ho mai gustato la vera felicita' dell' amore,
voglio erigere al piu' bello dei miei sogni un monumento nel quale dal
principio alla fine sfoghero' appieno questo amore. Ho sbozzato nella
mia testa un T e I; un concetto musicale della massima semplicita', ma
puro sangue; col bruno vessillo che sventola in fine del dramma,
voglio avvolgermi per morire!"(1854).Gulp! piu di cosi'...

P.

prostetnic vogon jeltz

unread,
Dec 9, 2007, 10:17:48 AM12/9/07
to
"Giuseppe Sottotetti" <gso...@alice.it> ha scritto nel messaggio
news:op.t22hh0ifv1t9dc@nome-173108dd1a...

> In data Sun, 09 Dec 2007 13:05:35 +0100, Luca Logi <ll...@dada.it> ha
> scritto:
>
>> la volgarità del gesto
>> e la sua inutilità
>
> Anche Siegmund e Sieglinde alla fine del primo atto della Valchiria
> consumavano subito sul posto. Deve essere un riflesso condizionato del
> sessantottino in andropausa.

a proposito di andropausa dei sessantottini, da semi-ignorante wagneriano e
Tristaniano, al
di là dei gesti scenici chiesti dal regista, che non so dire se siano
appropriati proprio perchè conosco poco l'opera, devo dare ragione per una
volta a Isotta (Paolo non la protagonista ...) nella critica che ha fatto a
Chéreau, nel senso che una certa impostazione registica "concettuale", con
scelte scenografiche "povere" a tutti i costi (e spesso incongrue rispetto
alla drammaturgia dell'opera, almeno per quello che ci ho capito io) mi
sembra veramente un po' datata. Sembra insomma che trent'anni siano passati
invano, possibile che non si possano trovare idee un po' nuove ? Per me
personalmente è stata la prima volta che vedevo Tristano, dopo averlo
ascoltato in disco, e l'impressione sulla messa in scena non è stata
positiva, come succede quasi il 100% in casi analoghi. Agli esperti l'ardua
sentenza.

cg


prostetnic vogon jeltz

unread,
Dec 9, 2007, 10:27:24 AM12/9/07
to
"Rudy" <rodolfo....@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1i8tzlv.12q46ioapus44N%rodolfo....@tin.it...
>
> Chereau, secondo me, non poteva accettare una mistica così spinta. Ha

> cercato una soluzione fisica, stante che per tutta l'opera i personaggi
> si comportano come esseri umani e non come espressioni di una mitologia.
> Forse la soluzione non è stata brillantissima, ma mi riesce difficile

> immaginare qualche cosa di diverso.

perchè scusa, non potrebbe semplicemente morire di dispiacere nel vedere il
suo uomo morto ? il termine tecnico lo lascio a te ;-)
e poi la prima impressione che ho avuto io vedendo il sangue sul viso di
Isotta è stata che si fosse macchiata del sangue di lui, che dovrebbe essere
ferito, e muore molto tempo dopo la ferita, come se appunto si fosse
dissanguato. So di volare basso, ma a volte ci vuole: mettiti nei panni di
qualcuno che vede per la prima volta l'opera, tipo appunto me, e puoi capire
le osservazioni banali ;-)

ciao vecio

c.


Rudy

unread,
Dec 9, 2007, 1:32:26 PM12/9/07
to
v i n i x © <ask@me> wrote:


> A proposito, sarà un millennio che non ci si vede.

Ci si può sempre mettere un rimedio!!! :-)))
Per esempio davanti a un bel piatto di culatello

Ciao

Rudy

--------------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Rudy

unread,
Dec 9, 2007, 1:32:26 PM12/9/07
to
prostetnic vogon jeltz <mancoc...@libero.it> wrote:


> perchè scusa, non potrebbe semplicemente morire di dispiacere nel vedere il
> suo uomo morto ? il termine tecnico lo lascio a te ;-)

Grazie, mi lasci una cosa che non esiste... :-))


> e poi la prima impressione che ho avuto io vedendo il sangue sul viso di
> Isotta è stata che si fosse macchiata del sangue di lui, che dovrebbe essere
> ferito, e muore molto tempo dopo la ferita, come se appunto si fosse
> dissanguato.

Isotta muorfe dopo che Tristan è già morto da diversi minuti. I morti
non perdono sangue. Lo perdono i vivi. Il sangue sul volto di Isotta
compare dopo che Tristano è gia morto da un po' di tempo


> So di volare basso, ma a volte ci vuole: mettiti nei panni di
> qualcuno che vede per la prima volta l'opera, tipo appunto me, e puoi capire
> le osservazioni banali ;-)

Mah, guarda, credo che in una regia discutere dei particolari non aiuti.
La regia può piacere, può interessare, può dare nuove idee
nell'interpertare i fatti, oppure può fare tutto il contrario.
Discuterne è bello, anche se di solito poi ognuno rimane della propria
idea. Discuterne costringe in fin dei conti a riflettere

Comunque, come ho detto tante altre volte, l'opera va vista a teatro. E
io ci andrò domenica prossima!!!

> ciao vecio

Ciao baby

Rudy

-------------------
rodolfo....@tin.it
http://www.dicoseunpo.it

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 9, 2007, 1:36:34 PM12/9/07
to
In data Sun, 09 Dec 2007 16:17:48 +0100, prostetnic vogon jeltz
<mancoc...@libero.it> ha scritto:

> Sembra insomma che trent'anni siano passati
> invano, possibile che non si possano trovare idee un po' nuove

D'accordissimo!
Quando si è alzato il sipario sul primo atto a me sono calati a terra gli
zebedei dallo sconforto. O se vogliamo fare i fini Chereau non si è fatto
venire il mal di testa per realizzare questa regia.

prostetnic vogon jeltz

unread,
Dec 9, 2007, 3:04:18 PM12/9/07
to
"Rudy" <rodolfo....@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1i8vch6.ht7twc1qunepwN%rodolfo....@tin.it...

> prostetnic vogon jeltz <mancoc...@libero.it> wrote:
>
>
>> perchè scusa, non potrebbe semplicemente morire di dispiacere nel vedere
>> il
>> suo uomo morto ? il termine tecnico lo lascio a te ;-)
>
> Grazie, mi lasci una cosa che non esiste... :-))

che so, una volta si diceva crepacuore, clinicamente un ischemia, un
infartino, una cosa così ... bello cmq il potere di queste discussioni sulle
morti dei personaggi d'opera, direi quasi che aiutino a sublimare
l'increscioso fenomeno ;-)

> Isotta muorfe dopo che Tristan è già morto da diversi minuti. I morti
> non perdono sangue. Lo perdono i vivi. Il sangue sul volto di Isotta
> compare dopo che Tristano è gia morto da un po' di tempo

mica tanto ... nel "trattamento Chéreau" quando Isotta arriva, la sensazione
è che Tristano sia morto da pochissimo, quindi potrebbe benissimo essere il
sangue di lui. Almeno io che vedevo l'opera per la prima volta ho avuto
questa impressione.

> Comunque, come ho detto tante altre volte, l'opera va vista a teatro. E
> io ci andrò domenica prossima!!!

buon per te: comunque hai ragione, l'opera va vista in teatro, e
specialmente questa. Questa come quasi nessun'altra.

ciao

cg


Bingrui

unread,
Dec 9, 2007, 4:17:45 PM12/9/07
to
prostetnic vogon jeltz ha scritto:

>
> mica tanto ... nel "trattamento Chéreau" quando Isotta arriva, la sensazione
> è che Tristano sia morto da pochissimo, quindi potrebbe benissimo essere il
> sangue di lui. Almeno io che vedevo l'opera per la prima volta ho avuto
> questa impressione.
>

il sangue comincia a uscire dall'attaccatura dei capelli, in un rivolo,
quando isotta e' in piedi e inizia a vagolare. Non e' sicuramente sangue
tristaniano...
Bing

prostetnic vogon jeltz

unread,
Dec 9, 2007, 5:16:26 PM12/9/07
to
"Bingrui" <violi...@yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:5s34bnF...@mid.individual.net...

>>
> il sangue comincia a uscire dall'attaccatura dei capelli, in un rivolo,
> quando isotta e' in piedi e inizia a vagolare. Non e' sicuramente sangue
> tristaniano...

devo rivedermela allora, e cmq questo significa che si tratta di un preciso
"segno" registico.

grazie x la puntualizzazione.

ciao

cg


alex63

unread,
Dec 10, 2007, 4:55:11 AM12/10/07
to
On 9 Dic, 14:14, enziotempo <enziote...@libero.it> wrote:

Interessante quest'ultima analisi di enziotempo. Per quanto mi
riguarda, ascolto il Tristano da trent'anni (la prima volta avevo 14
anni: lo trovai allucinante!) e solo da qualche anno lo gusto con
sommo piacere. diceva bene chi paragonava il Tristano, ma anche
l'Anello del Nibelungo alla Divina Commedia dantesca. Bisogna essere
pazienti, approfondire il più possibile il testo insieme alla musica.
Alla fine del percorso "iniziatico" il Richard sa ricompensarti
sempre :-)
Suggerirei di andare a sentirlo a Bayreuth, nel tempio wagneriano per
eccellenza. Lo spettacolo della Scala è stato adeguato ad una Prima.
La regia di Chereau ha fatto già incazzare i critici (basterebbe
leggere Isotta e Zurletti), mentre la direzione di Baremboim pare
mettere tutti d'accordo. La Meier straordinaria nonostante la voce
abbia naturalmente perso un po' dello smalto di dieci anni fa, mentre
il tenore Ian Storey non mi è sembrato proprio all'altezza del ruolo
di Tristan. Bene l'orchestra (ma può fare senz'altro meglio). Sta di
fatto che SKY CLASSICA ha regalato una strenna davvero fantastica ai
suoi abbonati, alla faccia di Mamma Rai che continua a fregarsene
altamente di noi appassionati.

Matteo Scala

unread,
Dec 10, 2007, 5:15:18 AM12/10/07
to
Il 07 Dic 2007, 20:25, Moosbrugger <bass_des...@yahoo.it> ha scritto:
> prostetnic vogon jeltz ha scritto:
>
> > a me veramente č sembrato che negli acuti alla fine del primo atto
calasse
> > di brutto, perň ero in macchina ... ci vorrebbe la zaz per una perizia
;-)
>
>
> Negli acuti si sta chiaramente risparmiando ( segno di grande
> esperienza, in un'opera in cui si sta in scena cosě tanto),
> tutto il resto mi pare molto molto bello.
>

Ho ascoltato per intero il primo atto a casa, l'inizio del secondo in
macchina e ne ho ricavato esattamente la stessa impressione (solo un po' di
delusione per quei do acuti appena sfiorati all'inizio del duetto, ma č una
scelta che ha una sua logica). Spero di poter vedere la registrazione
dell'intero spettacolo.

Ciao.

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Matteo Scala

unread,
Dec 10, 2007, 5:34:21 AM12/10/07
to
Il 10 Dic 2007, 11:15, scalama...@libero.it (Matteo Scala) ha scritto:
> (cut)

Mi attacco qui per una domanda, giusto una curiosità:

quindi possiamo dare per buono che Barenboim abbia definitivamente smesso di
fare "cagare i sassi" (cit.) in questo NG?
:-P

Ciao.

P.S. a inizio di settimana ho voglia di flame anch'io :-D

Giampaolo Lomi

unread,
Dec 10, 2007, 8:00:46 AM12/10/07
to
Il Mon, 10 Dec 2007 01:55:11 -0800 (PST), alex63 <alex...@libero.it>
ha scritto:

>Sta di
>fatto che SKY CLASSICA ha regalato una strenna davvero fantastica ai
>suoi abbonati, alla faccia di Mamma Rai che continua a fregarsene
>altamente di noi appassionati.


Regalato un bel niente ! Per poter vedere questo "regalo di Natale"
devi pagare 60 euro al mese per avere l'abbonamonto a Sky, più l'extra
per classica che in questo specifico caso è stato soppresso, ma credo
che costi almeno 10 auro in più al mese normalmente.

Arte invece lo ha trasmesso gratis al mondo intero via satellite.
Spero che l'australopiteco fallisca quanto prima o che il governo
italiano si decida a togliergli il monopolio satellitare ridotto
all'uso della scatoletta di latta che chiamano decodificatore . Ho
visto un pezzodel Tristano registrato da Sky da un amico. Fa schifo in
confronto al digitale di Arte, sia per l' assenza totale di
compressione video (arte ha trasmesso tutta l'opera in 15 giga, ) e
sono stati necessari 3 DVD (uno per atto) per mantenere la qualità. Il
suono di Sky presentava dei buchi proprio nel secondo atto che è
quello che il mio amico mi ha prestato per il confronto e la
definizione video è almeno la metà di quella di ARTE.
ciao

GP

Luca Logi

unread,
Dec 10, 2007, 8:31:09 AM12/10/07
to
enziotempo <enzio...@libero.it> wrote:

> Ciò significa che RW non è poi così "immenso" come ci vogliono far
> credere. La sua importanza storica come compositore è fuori
> discussione, ma l'equilibrio mancante tra l'uomo e il compositore
> spesso produce certa prolissità e certo gigantismo che possono
> risulltare indigesti.

Sul gigantismo posso essere d'accordo: mentre mi piacciono Tristano e
Maestri cantori, trovo un po' ridicola la serietà con la quale Wagner
affronta i draghi, dei, semidei, nani e giganti del Ring. Wagner non era
eccessivamente dotato di umorismo, e ancora meno di autoironia. Però
bisogna far doverosamente notare che in ogni pagina delle sue partiture
ci sono tante di quelle idee musicali - melodiche, armoniche,
orchestrali - da far passare in secondo piano qualsiasi difetto.

Sulla prolissità: in primo luogo io trovo le opere di Wagner
insopportabilmente prolisse se ascoltate per radio o su disco o viste in
televisione. In teatro è sempre un'altra cosa. E' una questione di
dimensioni: un conto è trovarsi nello spazio di S.Pietro o del Duomo di
Milano, altra cosa vederne un modellino o un servizio fotografico. Mai
come nelle opere di Wagner il disco si rivela poco più che un ausilio
della memoria di quello che è il vero evento, e cioè quello dal vivo.

A parte questo, c'è un dettaglio architettonico. Se, per avventura,
provassi a tagliare senza pietà quello che di prolisso c'è in Wagner (e
io per primo osservo che dopo 42 minuti dall'inizio Rodolfo e Mimì
escono mano nella mano, dopo 42 minuti dall'inizio Tristano e Isotta non
si sono ancora parlati), scopri che il resto della costruzione cade. Le
pagine che sembrano stirate servono per inquadrare quelle sublimi, i
momenti studiamente lenti, quasi fermi, servono per far risaltare quelli
dinamici. E tutti insieme richiedono una concezione del tempo nella
quale, per esempio, io non riesco ad entrare ascoltando un CD.

Moosbrugger

unread,
Dec 10, 2007, 11:07:39 AM12/10/07
to
Matteo Scala ha scritto:

> Il 10 Dic 2007, 11:15, scalama...@libero.it (Matteo Scala) ha scritto:
>
>>(cut)
>
>
> Mi attacco qui per una domanda, giusto una curiosità:
>
> quindi possiamo dare per buono che Barenboim abbia definitivamente smesso di
> fare "cagare i sassi" (cit.) in questo NG?
> :-P


Boh, a dire il vero a me non ha mai fatto questa impressione, ma
devo dire che lo conosco poco sia come direttore che come pianista.

M.

v i n i x ©

unread,
Dec 10, 2007, 1:14:59 PM12/10/07
to
On Mon, 10 Dec 2007 01:55:11 -0800 (PST), alex63 <alex...@libero.it>
wrote:

>La regia di Chereau ha fatto già incazzare i critici (basterebbe
>leggere Isotta e Zurletti)

L'elenco delle regie (e non solo) che alla prima hanno fatto incazzare
i critici e che in seguito sono state osannate dai critici (tra cui
quelli di prima) produrrebbe un catalogo leporelliano. Sono un po'
favelesse i critici.

ciao

dimitri

unread,
Dec 12, 2007, 8:58:29 AM12/12/07
to
Oh, gente, avete letto cosa ha scritto sunbather?
> enclosure ha scritto:
>> qualcuno lo sta ascoltando per radio o tv?
>
> Io, tutto per radio + libretto.
>
>> prime impressioni?
>
> Du' palle! Ma che si era fumato, Wagner?
>

effetivamente io che già trovo pallosissimo Wagner in genere trovo che qua
(e nel Parsifal) superi se stesso... però de gustibus...
D.


enrico

unread,
Dec 13, 2007, 5:41:46 AM12/13/07
to
On 8 Dic, 16:18, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> P. <piergi...@gmail.com> wrote:
> > On 8 Dic, 13:03, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:

> In opere come il Tristano, io credo che le implicazioni dell'autore non
> siano e non debbano essere dei termini di riferimento assoluti.
> In opere complesse, diciamo pure in capolavori come questi,
> interpretazioni diverse, surrogate ad es. da conoscenze e culture
> successive all'epoca dell'autore (penso a Freud, ad esempio), possano
> essere legittime, al di là delle intenzioni dell'autore.
> Io penso a quel filtro come pura "aqua putei", ma che, interpretato dai
> due che lo bevono come filtro di morte (ovvero veleno), ne libera le
> pulsioni amorose, ampiamente preesistenti, e le trasforma in una forma
> di passione violenta e irreversibile.
> (Che queste pulsioni siano preesistenti, mi pare che venga sottolineato
> a più riprese nel libretto, seppure in modo non esplicito)

Ti si addice tutta la fredda grettezza delle regie di Cherau, che non
è solo rifiuto del mito, ma rifiuto della fiaba, in favore di
masturbazioni intellettualistiche adatte agli sproloqui dei
capiscioni. La tua generaione non è riuscita a rendere questo mondo
abbastanza brutto: doveva mettere le mani anche sul teatro per
smontare, smitizzare, spoetizzare.

E.

Rudy

unread,
Dec 13, 2007, 6:39:11 AM12/13/07
to
enrico <sieg...@iol.it> wrote:


> Ti si addice tutta la fredda grettezza delle regie di Cherau, che non

> č solo rifiuto del mito, ma rifiuto della fiaba, in favore di


> masturbazioni intellettualistiche adatte agli sproloqui dei

> capiscioni. La tua generaione non č riuscita a rendere questo mondo


> abbastanza brutto: doveva mettere le mani anche sul teatro per
> smontare, smitizzare, spoetizzare.

Il giocattolone si rifa vivo. E' in fregola. Coraggio, ancora uno sforzo
e ce la farai!

Rudy

enrico

unread,
Dec 13, 2007, 7:57:46 AM12/13/07
to
On 13 Dic, 12:39, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:

> enrico <siegm...@iol.it> wrote:
> > Ti si addice tutta la fredda grettezza delle regie di Cherau, che non
> > è solo rifiuto del mito, ma rifiuto della fiaba, in favore di

> > masturbazioni intellettualistiche adatte agli sproloqui dei
> > capiscioni. La tua generaione non è riuscita a rendere questo mondo

> > abbastanza brutto: doveva mettere le mani anche sul teatro per
> > smontare, smitizzare, spoetizzare.
>
> Il giocattolone si rifa vivo. E' in fregola. Coraggio, ancora uno sforzo
> e ce la farai!
>
> Rudy

Devono averti bucato il pallone da piccolo.
Non sono stato io, mi dispiace.

E.

Giuseppe Sottotetti

unread,
Dec 13, 2007, 12:54:31 PM12/13/07
to
In data Thu, 13 Dec 2007 11:41:46 +0100, enrico <sieg...@iol.it> ha
scritto:

> La tua generaione non è riuscita a rendere questo mondo
> abbastanza brutto: doveva mettere le mani anche sul teatro per
> smontare, smitizzare, spoetizzare

Es ist eine alte Geschichte. Hugo von Hoffmanstahl ne ha parlato
nell'Ariadne auf Naxos con risultati straordinari (Zerbinetta che come un
Canaletti ante litteram smitizza la storia di Arianna e la riduce a un
puro cambio di partner). M'aspetto di sentire Rudy gorgheggiare
Grossmächtige Prinzessin :-)

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