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Across the universe

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Once Upon a Time in IACine

unread,
Oct 26, 2007, 9:23:49 AM10/26/07
to
Embé?
Nessuno l'ha visto?
Quanto devo aspettare ancora per leggere qualche parere?
Devo tornare tra qualche anno?

Dai, dai muoversi, su!

Michele

un fake di Alberto

unread,
Nov 3, 2007, 6:45:54 AM11/3/07
to

Eccomi. Facile, scrivere post articolati quando sei in treno, meno
facile quando sei a casa, preso dai quotidiani e non necessariamente
spiacevoli affanni. Ma ora sono in treno di nuovo. :-)

Occhio che puo' darsi che dica delle cose sul finale del film (che non
e' praticamente spoilerabile ma, si sa, c'e' gente che vive per trovare
cause da difendere e che con un po' di buona volonta' potrebbe riuscire
ad adombrarsi anche in questo caso), quindi se vuoi arrivare vergine
alla visione tieniti i vestiti addosso ed esci da questo post.

Allora.

Dopo un film di Julie Taymor viene voglia di mettersi a dieta per
qualche giorno: vedere, per un po', film in bianco e nero, rigorosi
piani sequenza, minimalismo, silenzio, non oltre gli ottanta minuti che
erano la norma qualche decennio fa, quando il cinema non era ancora
obbligato a strappare gli spettatori alla programmazione televisiva.

Pero', come avviene con certi cenoni familiari nelle occasioni
importanti, ogni tanto una bella scorpacciata bisogna pur farsela, e un
film come "Across the Universe" e' un'occasione piu' che discreta per
tornarsene a casa barcollando, alla ricerca di un bicchiere di
bicarbonato visivo.

La Taymor e' una provocatrice barocca che viene dal teatro (e ci torna
spesso e volentieri) e che, come spesso accade ai registi di derivazione
teatrale quando impugnano la macchina da presa, si scatena
nell'esplorazione forsennata di tutti i mezzi che il teatro non offre.
In misura minore e modi diversi e' quel che e' successo, soprattutto nei
primi film, a Mike Nichols (e, piu' di recente, a Sam Mendes e perfino
al nostro Fausto Paravidino), solo che la Taymor sembra aver intenzione
di rilanciare di film in film, cosi' che "Across the Universe" e'
stilisticamente ancora piu' radicale di "Frida", che a sua volta
esasperava le tendenze all'eccesso che erano gia' evidenti in "Titus".

In qualche modo, l'eccesso viene qui in parte giustificato dal genere
cui il film appartiene: "Across the Universe" e' a tutti gli effetti un
musical, costruito su un'ampia scelta di canzoni dei Beatles utilizzate
intere o in frammenti, di volta in volta per sostituire una o piu'
battute di dialogo, per reggere un'intera scena, o anche semplicemente
per rappresentare un numero musicale che fa parte della narrazione. Il
musical e' per sua natura un genere a stilizzazione marcata, sia che ci
si sbizzarisca nel montaggio sia che ci si valga a coreografie
elaborate, sia, infine, che ci si affidi agli artisti della composizione
digitale per combinare l'uno e l'altro con le regole e le potenzialita'
dell'animazione.

Se un problema c'e', e' nel materiale di partenza: partendo da
Shakespeare o dalla biografia di un personaggio interessante come Frida
Kahlo, la Taymor disponeva di basi molto solide su cui costruire le piu'
immaginose stiribaccole visive. Ma i Beatles sono materiale molto piu'
difficile: estrapolate dal loro contesto, le canzoni sono, spesso, solo
canzonette e illustrarle in modo significativo non e' affatto scontato.
E' probabilmente per questo che la Taymor ha ambientato il film
nell'epoca della contestazione, di Timothy Leary, degli hippies e del
flower power, imbastendo la storia dell'amore fra un ragazzo di
Liverpool di estrazione proletaria e una fanciulla dell'America
benestante, benpensante e benenata.

Ma non basta: le immagini e nuovi arrangiamenti riescono a dare qualche
spessore in piu' ad alcune canzoni d'amore, pero' poi il film procede
per la sua strada senza sviluppare i temi a cui accenna: l'incipit di
"Girl" annuncia un amore che si rivelera' molto meno tormentato di
quanto non sembri promettere (e non puo' che ricordare l'apertura del
pur sopravvalutato "Moulin Rouge", che il suo bel po' po' di dramma in
serbo ce l'aveva), "Something in the Way She Moves" anticipa la
separazione fra i due amanti in un momento che si direbbe prematuro. E
"I Wanna Hold Your Hand", resa particolarmente tenera da un contesto
omosessuale, introduce un tema che li', semplicemente, si esaurisce.

"Across the Universe" e' un po' tutto cosi': funziona bene finche' si
tratta di descrivere un clima, ma inciampa ogni volta che accenna a
voler alzare il tiro, con numeri musicali che esprimono la promessa di
un qualcosa senza che il resto del film si senta obbligato a mantenerla.
C'e' un bellissimo balletto sulla visita di leva dei giovani da spedire
in Vietnam, ma la provocazione rimane visiva e si spegne sull'ultima
nota. Il grande conflitto fra i due protagonisti si rivolve nel fatto
che lei decide di impegnarsi a fondo nella protesta, mentre lui si
chiude nella sua ricerca artistica e diventa geloso della "causa" che
impegna la fidanzata. E quando alla fine, dopo il Vietnam, gli arresti e
le sparatorie sugli studenti, questo amore mica tanto contrastato si
chiude in bellezza co un grande abbraccio, per giunta sulle note di "All
You Need It's Love", l'impressione e' che la Taymor abbia scelto la via
piu' facile, mettendo su un'antologia beatlesiana che ricorda piu' i
greatest hits prodotti dalle case discografiche in vena di strenne di
facile smercio, senza minimamente porsi il problema di ricavarne un
concept album.

È' un limite importante, che forse spiega l'accoglienza nel complesso
non entusiasmante che il film ha ricevuto da parte di alcuni critici.
Eppure non si puo' negare che "Across the Universe" resti nonostante
tutto uno spettacolo generoso, defatigante in modo piacevole, strapieno
di idee, di colori e, ovviamente, di musica. Con un paio di
partecipazioni straordinarie che dovrebbero essere apprezzate da chi
conosce meglio di me il mondo del rock (ma anche no: ho sentito i
recensori del gradevole podcast Fimspotting lamentare che l'apparizione
di Bono sia quasi offensiva, e che la presenza di Joe Cocker abbia come
unico risultato quello di far risaltare quanto i protagonisti, per
quanto talentosi, non siano vocalmente all'altezza di cantanti veri e
propri).

A Roma, la sala era entusiasta: il ritmo del numero musicale che chiude
il film e' stato accompagnato tutto dagli applausi, che hanno proseguito
lungo tutti i titoli di coda e si sono prolungati per altri cinque
minuti a schermo spento, con la Taymor e gli altri membri del cast che
si riconfortavano un poco dopo i deludenti risultati del film al
botteghino americano. Vedremo se le cose andranno meglio da noi, ma per
apprezzare "Across the Universe" e' consigliabile dare una piccola
sfoltita alle proprie aspettative.
--
UFV:P.S.(DVD)/Die Hard:vivere o morire/40 anni vergine(DVD)/Il cielo
può attendere(DVD)/Into the Wild - http://www.albertofarina.tk

Antonello Blueberry

unread,
Nov 3, 2007, 9:41:24 AM11/3/07
to
"un fake di Alberto" <sin...@iaciners.org.invalid> ha scritto nel messaggio
news:1i6wk5d.1f5nqpynebat7N%sin...@iaciners.org.invalid...

> A Roma, la sala era entusiasta: il ritmo del numero musicale che chiude
> il film e' stato accompagnato tutto dagli applausi, che hanno proseguito
> lungo tutti i titoli di coda e si sono prolungati per altri cinque
> minuti a schermo spento, con la Taymor e gli altri membri del cast che
> si riconfortavano un poco dopo i deludenti risultati del film al
> botteghino americano.

Lei non era delusa dai risultati del botteghino americano, a quanto so.
Il film è uscito in poche copie con una media per sala molto alta e quando
hanno aumentato le copie, gli incassi sono aumentati in proporzione.
Poi sembra stia diventando un piccolo cult tra le ragazzine.
http://www.calendarlive.com/movies/cl-et-across12oct12,0,5892345.story


Enrico Battocchi

unread,
Nov 3, 2007, 11:56:28 AM11/3/07
to
Il Sat, 03 Nov 2007 11:45:54 +0100, un fake di Alberto ha scritto:

Faccio il rompicoglioni? Lo faccio, eh?

> "Something in the Way She Moves"

"Something" e basta.

> "I Wanna Hold Your Hand",

"I Want to Hold Your Hand" (anche se poi nel testo usano la forma
gergale, e infatti è quella che usò Zemeckis per il titolo del suo
debutto)

> "All You Need It's Love"

"All You Need Is Love"

Per la precisione ;-)

Corrado Farina

unread,
Nov 3, 2007, 2:04:36 PM11/3/07
to
Enrico Battocchi <enrico.b...@gmail.com> wrote:

> Il Sat, 03 Nov 2007 11:45:54 +0100, un fake di Alberto ha scritto:
>
> Faccio il rompicoglioni? Lo faccio, eh?
>
> > "Something in the Way She Moves"
>
> "Something" e basta.

Giusto. Ecco il rischio di scrivere i post in treno, senza poter
controllare.

Grazie anche per le rettifiche successive - e anche per quella di
Blueberry. Un po', devo dire, mi stupiva che il film fosse andato cosi'
male, dato che pecca semmai di essere troppo "facile". Evidentemente
avevo sentito male qualcosa o letto male una notizia.

(il fake, da account usurpato)
--
http://www.corradofarina.tk

eduard

unread,
Nov 3, 2007, 6:00:29 PM11/3/07
to Enrico Battocchi
Enrico Battocchi ha scritto:


precisione e precisazioni molto gradite,almeno da me :-)

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