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La sottile linea rossa

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susanna

unread,
Jan 18, 2006, 7:38:06 PM1/18/06
to

"Questo grande male da dove viene?" (Witt)

Bisogna andare a vedere l'ultimo di Malick, quindi e' meglio prepararsi a
dovere.
Questo mattone del 1998 non e' male, anzi, e' proprio un filmone.
La netta impressione che ho e' che cio' dipenda da questo fotografo, questo
'mezzo' Gregg Toland di cui ignoravo, peraltro bellamente, l'esistenza. Ma
il filmone si dispiega anche perche' Malick, a differenza dei suoi
conterranei, ha qualcosa da dire (che e' il problema maggiore della
cinematografia).

Come nei precedenti suoi film, Malick non nasconde la sua formazione
culturale e gira una pellicola su due piani distinti, di cui il predominante
e' quello puramente testuale. La minacciosa voce off e' la dislocazione
delle sue riflessioni, che in La sottile linea rossa (LSLR) diventa per la
prima volta corale e del tutto maschile. Ma, come dicevo, stavolta il
secondo piano, quasi interamente rilasciato al fotografo, si prende la sua
bella parte e rende LSLR nettamente superiore ai suoi lavori precedenti.

Infatti e' con il linguaggio delle immagini che Malick riesce a comunicare,
mentre il suo piano testuale si rivolta, naturalmente, in una sterile
prosopopea morale. Ed e' giusto. Il senso tematico di Malick ha una
strutturale difficolta' ad essere 'spiegato' o 'parlato'. Il pensiero
trascendente che, con una serie infinita di domande (retoriche) i soldatini
filosofi continuano a suggerire allo spettatore non raggiunge il cuore. E se
lo raggiunge e' per mortificarlo. Questo lungo apologo sulla morte e sul
senso dell' "abitare il mondo" non puo' essere spiegato a parole senza che
se ne venga a noia. Anche a leggere il suo maestro calano le palpebre
velocemente.

Ma questo fotografo coglie nel segno quando ci mostra i campi lussureggianti
e animati dal vento 'abbracciare' i soldatini filosofi. Oppure quando stacca
con le contro-plonge' (le inquadrature sulla verticale ma dal basso verso
l'alto) a inquadrare l'ente (ehm, cioe' Dio) che buca il fogliame. O a
immettere il coccodrillo, lentamente, nella melma di una palude verde
smeraldo. Se c'e' un modo per rappresentare l' "abitazione del mondo" be',
questo e' molto buono. Se c'e un modo per rappresentare il dasein, questo e'
migliore di quello del suo maestro.

Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi - ci vogliono
convincere a parole, ecco che Malick mostra la sua vera faccia, cioe' quella
del moralista inesorabile. Con le immagini ci cade una sola volta, con
quell'orrido finale sul germoglio. Ma come, non e' la morte a dare identita'
all' essere, ehm, cioe', all'uomo? Consideriamolo un peccato veniale del
regista (non del fotografo, tra l'altro).

Perche' e' un fascistone?
Ma perche' per le sue sbrodolate esistenzialiste mi sceglie la guerra,
ovvero l'atto sociale per eccellenza. Espelle senza appello la storia e i
rapporti tra gli uomini strumentalizzando l'atto sociale definitivo come
atto individuale definitivo. Attenzione, il discorso di Malick *non* e'
metaforico (es. Coppola in Apocalypse), e' *diretto*. La guerra non e'
nient'altro che la natura, non e' un discorso a piu' livelli. E' per questo
che si chiede 'da dove viene il male?', ben sapendo la risposta, cosi'
tradendo il suo moralismo testuale.
I neri ci sono, ma dalla parte sbagliata. Essi vanno contromano (quando
l'esercito marcia in avanti), oppure sono dei cretini che non sanno parlare
(difettano di logos) e giocano con le pietre. Ma sono buoni, perlopiu'.

Il dono e la fiammella che Sean Penn rinfaccia a Witt sulla tomba di
quest'ultimo sono solo specchietti per le allodole, la verita' di Malick e'
stata detta, continuamente e senza alcuna dialettica, per tre ore di film:
il Male (come direbbe endrix), ce lo portiamo dentro, ecco da dove viene.

La musica: ottima, un due quarti.


susanna

Davide Tanganelli

unread,
Jan 19, 2006, 2:19:50 AM1/19/06
to
In tutto il thread di The new world, mi sono trovato con questa
difficolta': difendere Malick non apprezzandone il suo ultimo lavoro.
Questo perche' nella mia mente e' ancora vivo il ricordo dell' estasi
nel vedere La sottile linea rossa. Attendo con ansia il tuo pensiero su
TNW.

fede

unread,
Jan 19, 2006, 2:30:43 AM1/19/06
to
susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Bisogna andare a vedere l'ultimo di Malick

ma anche no.

--
"Un altro giorno un'altra ora ed un momento
perso nei miei sogni con lo stesso smarrimento"

bax

unread,
Jan 19, 2006, 3:30:16 AM1/19/06
to
Davide Tanganelli ha scritto:

> In tutto il thread di The new world, mi sono trovato con questa
> difficolta': difendere Malick non apprezzandone il suo ultimo lavoro.
> Questo perche' nella mia mente e' ancora vivo il ricordo dell' estasi
> nel vedere La sottile linea rossa.

Anche io ho avuto lo stesso problema. Forse mi aspettavo qualcos'altro
non lo so. Pero' non posso nascondere la delusione di TNW, pur
mantenendo il mio giudizio ottimo sul regista di Waco.

ciao,
bax

--

http://bax.blogspot.com/

"Basta fatti, vogliamo promesse."

www.iaciners.org

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 3:51:50 AM1/19/06
to
Tu, susanna, il Thu, 19 Jan 2006 01:38:06 +0100 hai scritto:

> Questo mattone del 1998 non e' male, anzi, e' proprio un filmone.
> La netta impressione che ho e' che cio' dipenda da questo fotografo, questo
> 'mezzo' Gregg Toland di cui ignoravo, peraltro bellamente, l'esistenza.

Il fotografo, con al curriculum niente di nemmeno paragonabile a LSLR, č
sicuramente "guidato" in maniera molto precisa visto che per The New World
Malick ne sceglie (se ne ritrova) un altro, Lubezki, e i risultati sono, a
occhio, molto simili. Stessi controluce, stesse riprese "acquatiche"
(notevole l'incipit, praticamente identico a quello de LSLR), stessi
movimenti sul piano verticale, stesso magnifico uso delle variazioni di
luce atmosferica all'interno della stessa sequenza/inquadratura, stesse
posizioni della mdp (molto vicina al terreno quando č la natura il
soggetto, a altezza uomo quando sono gli attori ad agire).

L'altro ieri mi sono rivisto LSLR, mi chiedo quanto si debba e si sia
disposti ad aspettare perché una nuvola passi a schermare il sole e a
gettare una macchia d'ombra sulle foglie piegate dal vento. O se magari si
tratti di un effetto ottenuto in postproduzione (ma mi sembra molto
difficile). In The New World a un certo punto č inquadrato un uccello
stagliato sul bianco del cielo, poi la mdp scende quasi perfettamnete in
verticale a inquadrare il corrucciatissimo Colin Farrell; anche qui, se non
c'č trucco, una cosa abbastanza da maniaco.

--
adamski


"You know, there's like a butt-load of gangs at this school.
This one gang kept wanting me to join because I'm pretty good
with a bo staff"

(Napoleon Dynamite)

AP

unread,
Jan 19, 2006, 4:21:52 AM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 09:51:50 +0100, adamski wrote:

> L'altro ieri mi sono rivisto LSLR, mi chiedo quanto si debba e si sia
> disposti ad aspettare perché una nuvola passi a schermare il sole e a
> gettare una macchia d'ombra sulle foglie piegate dal vento.

Ada, conosci Piavoli?

hai visto "al primo soffio di vento"?

Non penso, non per demeriti, ma e' veramente una cosa passata di gran corsa
nelle sale e tu mi sembri molto mainstream, attirato dai grossi nomi, come
quasi tutti qui.
Beh, "al primo soffio di vento" e' quello che Malick voleva fare, si
assomigliano molto, il lavoro di Piavoli e' forse superiore, ma e'
sicuramente, decisamente poetico.

Non voglio aprire un lungo escursus sulla poesia, escursus che non saprei
nemmeno tenere, cio' che definisce cosa sia la poesia, cosa e' la poesia e'
materia per, appunto, poeti e io non lo sono, non solo, ma le mie corde ne
sono abbastanza lontane, leggo saggi piuttosto che romanzi, seguo la Storia
e la politica piuttosto che le vicende umane e colgo il grande affresco del
mutare dei tempi nelle sue tendenze sociali, piuttosto che le vicende
minuscole di singoli microcosmi.

Cio' non toglie che la sappia apprezzare, la buona pesia, quando la vedo e
la riconosco e parla un linguaggio semplice, come secondo me la poesia
dovrebbe fare.
Delle tante definizioni lette di poesia e prosa, una che mi piace e' questa
"la prosa dice in modo complicato cose semplici, la poesia dice in modo
semplice cose complesse", certamente ho scelto per me un criterio non e'
ne' prosa ne' poesia quando si capita sugli altri due estremi.

Il lavoro di Piavoli e' poetico, nelle sue lunghe riprese da una finestra,
nelle lunghe imamgini di un'ansa di un fiume, riesce a dare significato
alla fronda di un ramo, rende le vicende di una famiglia, immobilizzata ed
estesa nel istante del suo essere.
Nel mutare della natura cogliamo il rapporto di noi stessi col nostro
divenire e questo e' poco, detto cosi', ma nel film tocca corde profonde e
molto intime.


LSLR e' poetico, ma questo e' il problema, non mi arrabbio di solito, ma mi
verrebbe da farlo, perche' anche questa "poesia" mi tocca nel profondo, ma
questa volta non sono corde personali, sono valori generali, sociali,
riconoscibili da tutti, e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia
sulla guerra.
Non si puo' mostrare una azione di guerra come se fosse un documentario sui
fili d'erba.
Non si puo', nel mio universo morale e non solo, non si puo', in generale
usare un linguaggio che nasce per uno scopo, usarlo per un altro.

Quando lo si fa si offre la penna a una operazione ideologica che la
Susanna denuncia senza mezzi termini e con la sua consueta lucidita', si
entra nel pieno di quella tradizione dove gia' epigoni come Dannunzio hanno
versato inchostro e fatto versare sangue, in una commistione che trova
poetica solo il benpensante, contento di avere le chiappe al sicuro e
talmente felice da trovare il buon umore di comporne dei sonetti.

Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho odiato, fin
da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp in mezzo ai
soldati che camminano, per questa retorica militaresca, per questo lirismo
del sacrificio umano, poi l'ho rivisto su sky, ma male, perhce' a pezzi,
interrompendo, sempre col medesimo fastidio.

Ma se adesso mi si chiama ad aiutare dei "compagni che sbagliano" sedotti
ancora una volta da finte muse, lo faccio volentieri. Il robusto animale
equino e' un po pigro pero' e dovrebbe portare il suo carico in serata,
dopodiche' potro' articolare meglio.

Nel frattempo sono grato a Susanna per aver aperto le danze.

Potete farvi piacere La Sottile Linea Rossa, come potete esservi fatti
piacere Fight Club, sappiate pero' di essere stati sedotti dal fascismo e
di aver trovato affascinante la sua romantica poetica.

--
www.iaciners.org

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 4:46:41 AM1/19/06
to
Tu, AP, il Thu, 19 Jan 2006 10:21:52 +0100 hai scritto:

>> L'altro ieri mi sono rivisto LSLR, mi chiedo quanto si debba e si sia
>> disposti ad aspettare perché una nuvola passi a schermare il sole e a
>> gettare una macchia d'ombra sulle foglie piegate dal vento.
>
> Ada, conosci Piavoli?
>
> hai visto "al primo soffio di vento"?

[cut]

> Il lavoro di Piavoli e' poetico, nelle sue lunghe riprese da una finestra,
> nelle lunghe imamgini di un'ansa di un fiume, riesce a dare significato
> alla fronda di un ramo, rende le vicende di una famiglia, immobilizzata ed
> estesa nel istante del suo essere.
> Nel mutare della natura cogliamo il rapporto di noi stessi col nostro
> divenire e questo e' poco, detto cosi', ma nel film tocca corde profonde e
> molto intime.

Grazie del consiglio. Vedrò di vederlo.

[cut]

> e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia sulla guerra.

Oh, bene, quindi mandiamo a puttane un bel pezzo della poesia del novecento
(per non andare più indietro nel tempo)...

> Non si puo' mostrare una azione di guerra come se fosse un documentario sui
> fili d'erba.
> Non si puo', nel mio universo morale e non solo, non si puo', in generale
> usare un linguaggio che nasce per uno scopo, usarlo per un altro.

Guarda che questa cosa che la poesia nasca per parlare di alcuni oggetti e
non di altri non sta né in cielo né in terra. La poesia parla di quello che
vuoi, politica, storia, intimità, guerra, pesca subacquea.

> Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho odiato, fin
> da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp in mezzo ai
> soldati che camminano, per questa retorica militaresca, per questo lirismo
> del sacrificio umano,

Ma quando mai! La retorica de LSLR è senza dubbio retorica
*anti*-militarista, non militaresca. Se ci hai visto un'esaltazione della
guerra allora non ne parliamo proprio che è inutile. Si puo' discutere se
l'antimilitarismo di Malick sia efficace, funzionale, ma assolutamente non
si puo' accusarlo di essere un fomentato dannunziano.

> Potete farvi piacere La Sottile Linea Rossa, come potete esservi fatti
> piacere Fight Club, sappiate pero' di essere stati sedotti dal fascismo e
> di aver trovato affascinante la sua romantica poetica.

Sei monocorde quando fai così. Fascismo-non fascismo ci sono dei momenti
che penso a quello, altri in cui non me ne puo' fregare di meno e guardo ad
altre cose. Il caso di Malick è proprio quello in cui si puo' e si deve
guardare ad altro, tanto è naif e semplice il suo punto di vista sul male e
sulla guerra, sembra "ripetiamo insieme: guerra è male perché brutto" di
Scafroglia...
Poi che significa che hai visto il film dieci anni fa e parti in quarta co
'sta tirata sul fascismo (ma che è, va di moda in questi giorni sul ng?).

Infine io non ho paura né mi vergogno a farmi affascinare da qualunque
poetica - D'Annunzio fu un grande poeta (mediocre romanziere imho) - anche
quando sottende ideologie in cui non mi riconosco.

Rivediti il film e correggi il tiro perché per come sei partito credo che
il tuo apporto a questo e ad altri thread su Malick non possa che essere
trascurabile.

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 5:02:07 AM1/19/06
to
Tu, AP, il Thu, 19 Jan 2006 10:21:52 +0100 hai scritto:

>> L'altro ieri mi sono rivisto LSLR, mi chiedo quanto si debba e si sia
>> disposti ad aspettare perché una nuvola passi a schermare il sole e a
>> gettare una macchia d'ombra sulle foglie piegate dal vento.

Aggiungo anche che il mio post parlava di due o tre cosucce prettamente
estetiche/tecniche, per cui il tuo slancio verso un discorso di ordine
completamente diverso lascia intravedere un certo pregiudizio su come io
abbia visto e elaborato il film. Capisci che, se queste sono le basi, mi
cascano le palle per terra.

Lorenzo

unread,
Jan 19, 2006, 5:03:35 AM1/19/06
to
Mr. susanna il 19/01/2006 alle 1.38.06 ha scritto:

[CUT]

>
> Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi

[CUT]

Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione
razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di
colore... eccetto Cuba in Pearl Harbor naturalmente :')

--
Lorenzo


Don Quijote

unread,
Jan 19, 2006, 5:10:15 AM1/19/06
to
AP ha scritto:

> Non voglio aprire un lungo escursus sulla poesia, escursus che non saprei
> nemmeno tenere, cio' che definisce cosa sia la poesia, cosa e' la poesia e'
> materia per, appunto, poeti e io non lo sono, non solo, ma le mie corde ne
> sono abbastanza lontane, leggo saggi piuttosto che romanzi, seguo la Storia
> e la politica piuttosto che le vicende umane e colgo il grande affresco del
> mutare dei tempi nelle sue tendenze sociali, piuttosto che le vicende
> minuscole di singoli microcosmi.

Allora guarda dei documentari non i film.

> Delle tante definizioni lette di poesia e prosa, una che mi piace e' questa
> "la prosa dice in modo complicato cose semplici, la poesia dice in modo
> semplice cose complesse"

La vedo dura dato che in genere parlano delle stesse cose.
Definizione da bigino di quart'ordine.

> LSLR e' poetico, ma questo e' il problema, non mi arrabbio di solito, ma mi
> verrebbe da farlo, perche' anche questa "poesia" mi tocca nel profondo, ma
> questa volta non sono corde personali, sono valori generali, sociali,
> riconoscibili da tutti, e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia
> sulla guerra.
> Non si puo' mostrare una azione di guerra come se fosse un documentario sui
> fili d'erba.
> Non si puo', nel mio universo morale e non solo, non si puo', in generale
> usare un linguaggio che nasce per uno scopo, usarlo per un altro.

Dimmi che stai scherzando, ti prego.

> Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho odiato, fin
> da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp in mezzo ai
> soldati che camminano, per questa retorica militaresca, per questo lirismo
> del sacrificio umano

Ne LSLR si parla del male e della morte e la guerra č solo un contesto
in cui tutto questo č massimizzato, non č un film su Quattrocchi.
Comincio a chiedermi se hai mai letto Hemingway o Mailer.

> Potete farvi piacere La Sottile Linea Rossa, come potete esservi fatti
> piacere Fight Club, sappiate pero' di essere stati sedotti dal fascismo e
> di aver trovato affascinante la sua romantica poetica.

Sě, stai scherzando.
La prossima volta perň metti il tag [scirio] davanti a post di questo tipo.

AP

unread,
Jan 19, 2006, 5:11:43 AM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 10:46:41 +0100, adamski wrote:

>> e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia sulla guerra.
>
> Oh, bene, quindi mandiamo a puttane un bel pezzo della poesia del novecento
> (per non andare più indietro nel tempo)...

No, teniamola per quello che e' stata, preparatoria del primo conflitto
mondiale.
E' quello che si vuole ora?

Io temo che molto cinema americano lo sia.

Ma per piacere non decontestualizzare storicamente l'arte, perche' non ha
senso farlo.
Altrimenti mi recuperi la poetica del cuore oltre l'ostacolo e finisci per
rivendicare un posto al sole e di andare a spezzare le reni a destra e a
manca, e ti trovano sul Frejus che lanci improperi contro la perfida
albione e i mangiarane.

> Guarda che questa cosa che la poesia nasca per parlare di alcuni oggetti e
> non di altri non sta né in cielo né in terra. La poesia parla di quello che
> vuoi, politica, storia, intimità, guerra, pesca subacquea.

E guerra e pedofilia e stupri e bere fino a morire.
E' tutto sullo stesso piano?
O hai dei contorni morali?



> Ma quando mai! La retorica de LSLR è senza dubbio retorica
> *anti*-militarista, non militaresca. Se ci hai visto un'esaltazione della
> guerra allora non ne parliamo proprio che è inutile.

Ok, se tu non ce l'hai visto, pure, era un film poetico su un gruppo di boy
scout allora.

> Sei monocorde quando fai così. Fascismo-non fascismo ci sono dei momenti
> che penso a quello, altri in cui non me ne puo' fregare di meno e guardo ad
> altre cose.

Ok, e rilassi le chiappe e te lo trovi dentro. Male.

> Rivediti il film e correggi il tiro perché per come sei partito credo che
> il tuo apporto a questo e ad altri thread su Malick non possa che essere
> trascurabile.

Probabilmente si, come sempre.


--
www.iaciners.org

n3tgan3sh

unread,
Jan 19, 2006, 5:13:44 AM1/19/06
to
Il Thu, 19 Jan 2006 01:38:06 +0100, susanna ha scritto:


> Perche' e' un fascistone?
> Ma perche' per le sue sbrodolate esistenzialiste mi sceglie la guerra,
> ovvero l'atto sociale per eccellenza.

non sono d'accordo, compagna.
Un fascistone non affiderebbe dialoghi interiori del genere a dei
guerrieri, neanche per sbaglio.
Potrebbe utilizzare la figura individuale come eroica, e non lo fa (non
bisogna farsi confondere dall'apparente scelta eroica di non arrendersi ai
giap che ti hanno circondato, scelta non eroica ma per sfuggire a ben altro
dolore, quasi cercata ).
Sul ruolo dei neri, non saprei. C'è aderenza ai tempi, susanna... non
poteva certo mettere un bel capitano coraggioso e abile stratega di colore:
non ce n'erano, non entravano in Accademia. Sarebbe fascista questo?
Vero che utilizza un luogo comune fascista nato (e rafforzato con
l'armistizio), cioè l'alto ufficiale è spesso un inetto vigliacco che manda
a morire assurdamente i suoi valorosi sottoposti mentre si beve un tè nella
tenda da campo in retrovia o davanti alla mappa nel quartier generale.
Mallick ha scelto la guerra come topos, non come paradigma sociale, e ha
scelto non ha caso Guadalcanal, ovvero un topos dove la natura schiaccia
completamente e toglie ogni significato eroico alla guerra.
Anzi, utilizza un ricorrente errore tattico di alcuni ufficiali
individualisti (perchè se ne trovano a bizzeffe, di questa tipologia, nella
storia delle guerre umane), cioè l'imporre un attacco inutile e stupido
(dal punto di vista bellico), conquistate quel luogo (la collina) perchè
devo coprirmi di gloria, perchè è assurdo, perchè non serve ad altro che
alla mia gloria, e spoglia completamente di eroismo quell'assalto tra i
fili d'erba.
L'entrata nell'accampamento nemico la ricordo come una scena fortemente
antimilitarista, anti-fascista per eccellenza.
Casomai lo riempie dell'originale significato che i romani davano alla
guerra, b(is)ellum, separazione,contrapposizione tra gli opposti,
contrasto,conflitto,combattimento a due (il primo giapponese che uccide, il
soccorso del compagno).
Lo impregna di terrore, allucinazione e lo trasforma nel luogo che descrive
tutta l'assurdità della guerra.
Mi sbaglierò, ma come dicevo in un altro thread ad Aramesh non
sopravvaluterei, nonostante l'ingombrante presenza, i lunghi monologhi di
voce off. Non sono affatto sicuro che siano le SUE riflessioni.
Sono pesanti,retoriche, e credo che Mallick,non a caso, ce le somministri
sapendo che sono essenzialmente inutili.
Ecco perchè non credo che strumentalizzi l'atto sociale come atto
individuale.
Non sono riuscito nè credo riuscirò bene a comprendere la filosofia di
Mallick nel rappresentarci la Natura in QUEL modo, non riesco nemmeno a
stabilire se Mallick ci veda veramente Dio, in quei contro-plongè, o
semplicemente ci voglia dare la visione della meraviglia totale,
dell'armonia, del suo assorbire (e pensare che guerra viene da werra,antico
germanico che significava avviluppare,mischiare) quietamente le nostre
velleitarie battaglie, siano esse quelle collettive che le individuali.

AP

unread,
Jan 19, 2006, 5:15:21 AM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 11:02:07 +0100, adamski wrote:

> Aggiungo anche che il mio post parlava di due o tre cosucce prettamente
> estetiche/tecniche,

E io ripeto, non si puo' fare della poesia sulla guerra.

Spielberg fa un bellissimo film (almeno per i primi 20 minuti) e lo fa
asciutto, senza romanticismo, senza capriole, senza gente che muore
piroettando, senza zompi, senza urli, senza ultime parole, senza testamenti
lasciati alla mdp, senza movimenti poetici d'erba.
Si muore e basta.

Complimenti a Spielberg, cacca a Malick.


--
www.iaciners.org

n3tgan3sh

unread,
Jan 19, 2006, 5:16:52 AM1/19/06
to
Il Thu, 19 Jan 2006 10:21:52 +0100, AP ha scritto:

> Potete farvi piacere La Sottile Linea Rossa, come potete esservi fatti
> piacere Fight Club, sappiate pero' di essere stati sedotti dal fascismo e
> di aver trovato affascinante la sua romantica poetica.

a parte l'inutile e sciocco paragone tra i due film, col cavolo che mi è
piaciuto LSLR per la romantica poetica fascista.
Per me, che ho pure letto a lungo (e sentito in viva voce) autori
ascrivibili a quella retorica di cui tu parli (citando a sproposito
D'Annunzio), è l' esatto opposto.

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 5:23:10 AM1/19/06
to
Tu, AP, il Thu, 19 Jan 2006 11:15:21 +0100 hai scritto:

>> Aggiungo anche che il mio post parlava di due o tre cosucce prettamente
>> estetiche/tecniche,
>
> E io ripeto, non si puo' fare della poesia sulla guerra.

Sě, ma ieri sera la bistecca di bufalo l'ho rimandata indietro, era troppo
cotta! Da FLB, a via Velletri, specificatelo bene se amate la carne al
sangue.

n3tgan3sh

unread,
Jan 19, 2006, 5:25:32 AM1/19/06
to
Il Thu, 19 Jan 2006 11:11:43 +0100, AP ha scritto:

> On Thu, 19 Jan 2006 10:46:41 +0100, adamski wrote:
>
>>> e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia sulla guerra.
>>
>> Oh, bene, quindi mandiamo a puttane un bel pezzo della poesia del novecento
>> (per non andare più indietro nel tempo)...
>
> No, teniamola per quello che e' stata, preparatoria del primo conflitto
> mondiale.
> E' quello che si vuole ora?

ma si, bruciamo l'epica, bandiamo Omero, mettiamo sul libro nero Brecht....

n3tgan3sh

unread,
Jan 19, 2006, 5:28:22 AM1/19/06
to

ecco, esattamente.
Grosso errore di valutazione, susanna, questo, lasciatelo dire.

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 5:30:22 AM1/19/06
to
Tu, AP, il Thu, 19 Jan 2006 11:11:43 +0100 hai scritto:

> No, teniamola per quello che e' stata, preparatoria del primo conflitto
> mondiale.
> E' quello che si vuole ora?

Io pensavo a Ungaretti, Rilke...

AP

unread,
Jan 19, 2006, 5:35:37 AM1/19/06
to
On 19 Jan 2006 11:25:32 +0100, n3tgan3sh wrote:

> ma si, bruciamo l'epica, bandiamo Omero, mettiamo sul libro nero Brecht....

tu sei quello che chiamano "lo svelto"? (cit.)


--
www.iaciners.org

n3tgan3sh

unread,
Jan 19, 2006, 5:40:46 AM1/19/06
to
Il Thu, 19 Jan 2006 11:35:37 +0100, AP ha scritto:

> On 19 Jan 2006 11:25:32 +0100, n3tgan3sh wrote:
>
>> ma si, bruciamo l'epica, bandiamo Omero, mettiamo sul libro nero Brecht....
>
> tu sei quello che chiamano "lo svelto"? (cit.)

quando mi sento dire che se mi è piaciuto LSLR è perchè ne ho amato la sua
poetica fascista estraggo la sciabola... :)

Davide Tanganelli

unread,
Jan 19, 2006, 5:55:23 AM1/19/06
to

AP ha scritto:


>
> Potete farvi piacere La Sottile Linea Rossa, come potete esservi fatti
> piacere Fight Club, sappiate pero' di essere stati sedotti dal fascismo e
> di aver trovato affascinante la sua romantica poetica.
>
>

Sono rimasto sinceramente affascinato dalla romantica poetica de La
sottile linea Rossa e sedotto da Fight Club...mi verrà comminata una
multa? Una settimana di squalifica su IAC? :-)

Lorenzo

unread,
Jan 19, 2006, 6:00:29 AM1/19/06
to
Mr. Lorenzo il 19/01/2006 alle 11.03.35 ha scritto:

> Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione razziale,
> quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di colore...
> eccetto Cuba in Pearl Harbor naturalmente :')

Hanno ampiamente compensato dopo in Vietnam naturalmente :')


--
Lorenzo


Roberto1 (U-N-O)

unread,
Jan 19, 2006, 6:10:33 AM1/19/06
to

"susanna" <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:43cedf6c$0$1067$4faf...@reader4.news.tin.it...

>
> Infatti e' con il linguaggio delle immagini che Malick riesce a
> comunicare,
> mentre il suo piano testuale si rivolta, naturalmente, in una sterile
> prosopopea morale.

Perchè sterile? Sono semplici, elementari domande, che fanno da continuo
contrappunto all'immagine. Non vanno (quasi) nemmeno ascoltate nei loro
elementari "contenuti", fungono da mera litania che si interroga sulle cose
ultimissime. Cosa le renderebbe feconde, una risposta di qualche genere?

Il senso tematico di Malick ha una
> strutturale difficolta' ad essere 'spiegato' o 'parlato'. Il pensiero
> trascendente che, con una serie infinita di domande (retoriche) i
> soldatini
> filosofi continuano a suggerire allo spettatore non raggiunge il cuore.

Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla per loro,
collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?
E poi il "senso tematico", proprio per la sua elementarità che non trova
risposta, non può che essere ripetuto e ripetuto all'infinito. A me sembra
che sia proprio la ripetizione estenuata a giovare ai voice-over, a renderli
efficaci.

> Ma questo fotografo coglie nel segno quando ci mostra i campi
> lussureggianti
> e animati dal vento 'abbracciare' i soldatini filosofi. Oppure quando
> stacca > con le contro-plonge' (le inquadrature sulla verticale ma dal
> basso verso
> l'alto) a inquadrare l'ente (ehm, cioe' Dio) che buca il fogliame. O a
> immettere il coccodrillo, lentamente, nella melma di una palude verde
> smeraldo. Se c'e' un modo per rappresentare l' "abitazione del mondo" be',
> questo e' molto buono. Se c'e un modo per rappresentare il dasein, questo
> e'
> migliore di quello del suo maestro.

Chi è il maestro cui alludi? Tarkovskij forse? Herzog?
E poi: le belle cose di cui discetti qua sopra sarebbero merito del
fotografo? Malick cosa fa, pesca i salmoni mentre il suo dipendente va alla
ricerca del dasein? (Ora poi se come dice adamski il fotografo di the new
world è un altro, la questione su chi sia autore delle immagini mi pare
chiusa)

>I neri ci sono, ma dalla parte sbagliata. Essi vanno contromano (quando
l'esercito marcia in avanti), oppure sono dei cretini che non sanno parlare
(difettano di logos) e giocano con le pietre. Ma sono buoni, perlopiu'.

Innanzitutto, ad andare contromano mi son sembrati decisamente i bianchi,
laddove incrociano l'indigeno che li guarda come pazzi o alieni.

Quanto al buonismo innocuo: malick evidentemente idealizza, è chiaro,
costruisce una sorta di eden biblico per contrapporlo coscientemente al
degrado conseguente alla "caduta" (mettiamola così).
Ciò è male? Perchè?

> Perche' e' un fascistone?


> Il dono e la fiammella che Sean Penn rinfaccia a Witt sulla tomba di
> quest'ultimo sono solo specchietti per le allodole, la verita' di Malick
> e'
> stata detta, continuamente e senza alcuna dialettica, per tre ore di film:
> il Male (come direbbe endrix), ce lo portiamo dentro, ecco da dove viene.

Se dice questo, non si riferisce certo all'uomo in sè o alla società umana,
ma semmai alla natura, al cosmo, al creato, all'essere, o che so io.
Vogliamo anche negare che distruzione e trasformazione siano in qualche modo
insiti nel "cuore stesso" della materia?

E, soprattutto, non mi pare che la cosa lo tranquillizzi o lo pacifichi.
Per come la vedo io, Malick, in assoluta trasparenza e semplicità,
s'interroga sulla condizione e sul destino del singolo individuo nel
mondo, e usa la guerra come mero pretesto, in quanto condizione estrema in
cui tutti i nodi vengono al pettine.
E non mi pare proprio voglia sentenziare su alcunchè, o dire che l'uomo
trova dignità solo nella morte. Questo, poi, meno che mai: la morte
volontaria del soldato, cristologica, è concepita come esempio per
gli altri (il rifiuto della violenza), si proietta insomma idealmente nel
futuro, non è espressione di una rinuncia o di un mero ripiegamento.

AP

unread,
Jan 19, 2006, 6:14:00 AM1/19/06
to
On 19 Jan 2006 02:55:23 -0800, Davide Tanganelli wrote:


> Sono rimasto sinceramente affascinato dalla romantica poetica de La
> sottile linea Rossa e sedotto da Fight Club...mi verrà comminata una
> multa? Una settimana di squalifica su IAC? :-)

Peggio, manderai felice i tuoi figli a combattere i mussulmani per la
difesa del "bello".

--
www.iaciners.org

Davide Tanganelli

unread,
Jan 19, 2006, 6:20:12 AM1/19/06
to

AP ha scritto:

Penso sia più probabile che li manderò a combattere gli occidentali
;-)

Davide Tanganelli

unread,
Jan 19, 2006, 6:23:08 AM1/19/06
to

AP ha scritto:


>
> Peggio, manderai felice i tuoi figli a combattere i mussulmani per la
> difesa del "bello".
>

A parte gli scherzi, incomincio a pensare che tu non sia riuscito a
capirlo molto il film ...probabilmente lo devi vivere con maggiore
attenzione, senza farti distrarre dai tuoi pensieri...

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 6:27:51 AM1/19/06
to
Tu, Roberto1 (U-N-O), il Thu, 19 Jan 2006 12:10:33 +0100 hai scritto:

[cut]

> Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla per loro,
> collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?

No, è di Witt-Caviezel la voce.

> E poi il "senso tematico", proprio per la sua elementarità che non trova
> risposta, non può che essere ripetuto e ripetuto all'infinito. A me sembra
> che sia proprio la ripetizione estenuata a giovare ai voice-over, a renderli
> efficaci.

Quoto.

[cut]

> Chi è il maestro cui alludi? Tarkovskij forse? Herzog?

Heidegger?

> E poi: le belle cose di cui discetti qua sopra sarebbero merito del
> fotografo? Malick cosa fa, pesca i salmoni mentre il suo dipendente va alla
> ricerca del dasein? (Ora poi se come dice adamski il fotografo di the new
> world è un altro, la questione su chi sia autore delle immagini mi pare
> chiusa)

Ma guarda che comunque ce ne sono di registi che lasciano mano libera ai
fotografi, non c'è niente di male né di strano.

[cut]

> E, soprattutto, non mi pare che la cosa lo tranquillizzi o lo pacifichi.
> Per come la vedo io, Malick, in assoluta trasparenza e semplicità,
> s'interroga sulla condizione e sul destino del singolo individuo nel
> mondo, e usa la guerra come mero pretesto, in quanto condizione estrema in
> cui tutti i nodi vengono al pettine.

E' questo che gli si contesta. Usare la guerra (e non una guerra qualsiasi,
indefinita, ma la WWII, precisamente Guadalcanal) come pretesto.

> E non mi pare proprio voglia sentenziare su alcunchè, o dire che l'uomo
> trova dignità solo nella morte. Questo, poi, meno che mai: la morte
> volontaria del soldato, cristologica, è concepita come esempio per
> gli altri (il rifiuto della violenza), si proietta insomma idealmente nel
> futuro, non è espressione di una rinuncia o di un mero ripiegamento.

Beh, lui aveva rinunciato e ripiegato prima ancora che il film cominciasse,
rifugiandosi sull'isola, con fare fra il bucolico e il l'ingenuo, la
medaglietta ancora al collo, i pantaloni della mimetica addosso mentre
impara a costruire capanne con fibre e tronchi. Come rinunciatario è il
personaggio di Elias Koteas, che accetta supinamente il compromesso
proposto da Nick Nolte. Come rinunciatario è Nick Nolte, che accetta
supinamente il gioco del potere a scapito della vita dei suoi soldati, per
inseguire una soddisfazione ben meschina ("tu sei giovane, non puoi capire,
questa è la mia unica guerra").

klein

unread,
Jan 19, 2006, 7:31:38 AM1/19/06
to

Roberto1 (U-N-O) ha scritto

>> l'alto) a inquadrare l'ente (ehm, cioe' Dio) che buca il fogliame. O a
>> immettere il coccodrillo, lentamente, nella melma di una palude verde
>> smeraldo. Se c'e' un modo per rappresentare l' "abitazione del mondo"
>> be',
>> questo e' molto buono. Se c'e un modo per rappresentare il dasein,
>> questo
>> e'
>> migliore di quello del suo maestro.

> Chi è il maestro cui alludi? Tarkovskij forse? Herzog?

alla signora piaciono le allusione raffinate ed elitarie, credo parli di
heidegger e della sua "ontologia fondamentale".


Roberto1 (U-N-O)

unread,
Jan 19, 2006, 9:24:02 AM1/19/06
to

"adamski" <act...@iaciners.org> ha scritto nel messaggio
news:2d2vmqb67v1m.qrrdz4djnogx$.dlg@40tude.net...

> Tu, Roberto1 (U-N-O), il Thu, 19 Jan 2006 12:10:33 +0100 hai scritto:
>> Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla per
>> loro,
>> collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?
>
> No, è di Witt-Caviezel la voce.

Ah, ecco, mi pareva, è un bel pò che non lo vedo. E' solo lui a
"filosofare", insomma, contrapponendosi idealmente agli altri e fungendo da
voce di una coscienza che tende a farsi collettiva, a influenzare anche gli
altri, alla fine.
Correggete pure se sbaglio, comunque.

> Ma guarda che comunque ce ne sono di registi che lasciano mano libera ai>
fotografi, non c'è niente di male né di strano.

Chi dice che c'è qualcosa di male? Solo che un conto è la realizzazione
tecnica, o il lasciar spago finchè il fotografo ti trova l'inq. giusta, un
conto è sapere cosa cerchi e cosa vuoi e metterlo nel film, direi.
Sostenere che in TTRL abbia fatto tutto il fotografo, e che qui malick si
sia limitato a dire al nuovo venuto "copia, su", mi pare un pò forzato.

> E' questo che gli si contesta. Usare la guerra (e non una guerra
> qualsiasi,
> indefinita, ma la WWII, precisamente Guadalcanal) come pretesto.

Sì, avevo capito, ma allora gettiamo via un mare di opere. Però malick è
decisamente dalle parti di ungaretti, non è certo d'annunzio.
E poi, del dove e quando te ne dimentichi o quasi dopo pochi minuti di film.

>> E non mi pare proprio voglia sentenziare su alcunchè, o dire che l'uomo
>> trova dignità solo nella morte. Questo, poi, meno che mai: la morte
>> volontaria del soldato, cristologica, è concepita come esempio per
>> gli altri (il rifiuto della violenza), si proietta insomma idealmente nel
>> futuro, non è espressione di una rinuncia o di un mero ripiegamento.
>
> Beh, lui aveva rinunciato e ripiegato prima ancora che il film
> cominciasse,
> rifugiandosi sull'isola, con fare fra il bucolico e il l'ingenuo, la
> medaglietta ancora al collo, i pantaloni della mimetica addosso mentre

> impara a costruire capanne con fibre e tronchi.[cut]

Sì, ma era chiaramente in conflitto con sè stesso, con la sua coscienza, è
un individuo decisamente problematico, pur restando un essere umano "con le
sue incertezze e le sue paure" etc. etc. Soprattutto, mi pare sia
esplicitamente concepito come personaggio che si contrappone alla maggiore
apatia, debolezza, codardia, cinismo; allo stesso spirito rinunciatario
degli altri (di cui scrivi nel cuttato).
E' un personalità in cui si mescolano coraggio e debolezza/rinuncia, ma
la cosa non fa altro che aggiungergli spessore, direi.
E la sua morte semi-volontaria in qualche modo sembra influire sui compagni,
smuove la loro apatia, visto anche come gli si erano
affezionati."E' ora che le cose cambino", mi pare dica uno dei commilitoni
sulla nave poco dopo. E poi Malick inquadra un germoglio.

Se qui ci volete vedere un inno ripiegato e rinunciatario alla morte, intesa
come "unica soluzione di fronte all'orrore etc. etc."...boh..
A me quelli di malick paiono inni alla vita.


Danny Rose

unread,
Jan 19, 2006, 9:36:19 AM1/19/06
to

susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote in message
43cedf6c$0$1067$4faf...@reader4.news.tin.it...

> Questo mattone del 1998 non e' male, anzi, e' proprio un filmone.

Meno male.

> La netta impressione che ho e' che cio' dipenda da questo fotografo,
questo
> 'mezzo' Gregg Toland di cui ignoravo, peraltro bellamente, l'esistenza.

Lol (per il mezzo).

> La musica: ottima, un due quarti.

Gabriel Fauré apprezzerà.

ciao

dR


Pictor

unread,
Jan 19, 2006, 10:42:48 AM1/19/06
to

Ma che discorsi sono?

E' totalmente assurdo che tu veda un'ode alla guerra dentro LSLR. Non
c'è da nessuna parte.
E' vero. C'è una scena che con la solita vena artistica di Malick
mostra il combattimento nel villaggio, con una musica struggente e
tutto un pò.
Ma è per far vedere che la gente muore; non che stiamo attaccando i
Vietcong.

Perchè pensi che Sean Penn sia sempre così mogio per tutto il film?
Perchè non gli hanno dato il grado di lavapiatti o perchè gli fa
schifo quella guerra e oramai non si aspetta niente.

Ma soprattutto, quello che secondo me ti è sfuggito (non lo dico per
provocarti) è che tutta la poesia è riguarda l'uomo, la natura, la
vita che non ha senso se messa nella guerra (contrastata con gli
indigeni locali, semplici, buoni, a contatto con la natura).
Quello che voglio dire è che, prima di tutto, non c'è assolutamente
nessun limite in poesia, come in qualunque arte.
Come ci son state già poesie sulla guerra (che sinceramente non mi
piacciono molto... ma perchè ho letto solo gli odiati D'annunzio e
Ungaretti), ci son stati quadri su battaglie, dipinti di gente che
muore o che fa sesso. Lo stesso Carrol scrisse un libro con connotati
pedofili... ma è veramente un bel libro sulla crescita e tutto il
resto.
Porre dei limiti alle arti è sbagliato. Se dei limiti ci sono sono
solo del singolo.
Cioè in una società supercattolica sarà pieno di gente che non
apprezzerà poesia a sfondo sessuale. Ma significa che non si può fare
poesia sul sesso? (uno degli atti più animaleschi e poetici allo
stesso tempo)
Così come la guerra.

Secondo, e più importante, di tutto: il film di Malick *non* è sulla
guerra!
Si scandaglia tutto. Dalla malinconia della vita, il non trovare il
proprio posto, il rapporto della natura e dell'uomo che la distrugge e
mille altre cose.
Ma non è certo una descrizione della bellezza della guerra.
Tutt'altro!
Quel poco che Malick ci fa capire della guerra è sicuramente un
messaggio negativo. Che questa tira fuori il peggio di noi e che solo
pochi riescono ad andare avanti proprio per la sua natura crudele
(nonostante sia nella nostra natura).
Della guerra prende solamente il contesto (avrebbe potutto ambientarlo
in un club di golf, ma sarebbe stato un casino esprimere la stessa
disperazione) e non si approfondisce quasi niente.
Ci sono le battaglie.... ma quando scatta la 'poesia' riguarda
tutt'altro. E sinceramente non mi sembra così nascosto il messaggio
(almeno se l'ho capito io a 13 anni :/).

Il problema dei film di Malick (quelli che ho visto) è che il senso
finale è sempre molto etereo, sfuggevole, indefinito.
Sì capiscono bene le singole immagini, i singoli messaggi, ma poi dove
vuole andare a parare è di solito altrove.

Spero di averti fatto capire (non pretendo convinto ^_^). E spero di
averti fatto venire la voglia di rivederlo, con paziena e senza il
pregiudizio della visione passata.
So che è molto lento, ma se ti metti a guardare le immagini, ne
osservi la perfezione, l'arte, e ascolti i (relativamente) pochi
dialoghi riuscirai a capire quel che forse ti è sfuggito alla prima
visione.
Non odiare Malick. Se proprio devi odiare odia il film.
Non pretendo certo che ti piaccia... però una nuova visione magari ti
potrebbe sorprendere ora che ti abbiamo (diciamo) 'instradato' ;)

Ciao ciao! :>
Pictor

Jerr Bruckheimer

unread,
Jan 19, 2006, 10:57:00 AM1/19/06
to
AP <duc...@iaciners.org> writes:

>> Aggiungo anche che il mio post parlava di due o tre cosucce
>> prettamente estetiche/tecniche,

> E io ripeto, non si puo' fare della poesia sulla guerra.

> Spielberg fa un bellissimo film (almeno per i primi 20 minuti) e lo fa
> asciutto, senza romanticismo, senza capriole, senza gente che muore
> piroettando, senza zompi, senza urli, senza ultime parole, senza
> testamenti lasciati alla mdp, senza movimenti poetici d'erba. Si
> muore e basta.

Si muore per salvare l'ultimo fratello rimasto vivo in una Famiglia che
ha perso tre Figli sacrificatisi per la Patria, si muore per esportare
la Democrazia e la Libertà, si muore perché il cattivissimo ufficiale
dell'esercito nemico ti ammazza non ricambiando il gesto misericordioso
con il quale tu gli avevi lasciata salva la vita, si muore per la
Bandiera.

Se davvero ti sfugge tutta la retorica propagandistica di quel film,
sollevata di peso e traslata tale e quale cinquant'anni in avanti, o sei
in malafede o sei completamente rincoglionito.


--
Jerr
"Ma che uomo sei?" "UNANIME!"

Jerr Bruckheimer

unread,
Jan 19, 2006, 11:06:35 AM1/19/06
to
adamski <act...@iaciners.org> writes:

> > Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla per loro,
> > collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?

> No, è di Witt-Caviezel la voce.

Tu sei fresco di visione, mi pare, vero? Io sono abbastanza sicuro,
perché ricordo di averci fatto caso all'epoca, alla seconda o terza
visione, che le voci fuori campo appartenevano a diversi soldati. E non
mi riferisco a qualche sporadico pensiero di Nick Nolte, sulla nave, ma
anche ad altri soldati semplici.

Jerr Bruckheimer

unread,
Jan 19, 2006, 11:11:28 AM1/19/06
to
fe...@cinemah.com (fede) writes:

>> Bisogna andare a vedere l'ultimo di Malick

> ma anche no.

So, o meglio credo di aver capito che a te non era piaciuto nemmeno
LSLR, ma a questo punto, pur essendone uscito abbastanza deluso, sarei
davvero curioso di sapere cosa ne pensa.

AP

unread,
Jan 19, 2006, 11:26:17 AM1/19/06
to
On 19 Jan 2006 16:57:00 +0100, Jerr Bruckheimer wrote:

> Si muore per salvare l'ultimo fratello rimasto vivo in una Famiglia che...

I primi venti minuti ho detto...

La rappresentazione della guerra, non tutta la manfrina dopo.

--
www.iaciners.org

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 11:40:07 AM1/19/06
to
Tu, Jerr Bruckheimer, il 19 Jan 2006 17:06:35 +0100 hai scritto:

>> No, è di Witt-Caviezel la voce.
>
> Tu sei fresco di visione, mi pare, vero?

Sì, anche se ho mancato l'ultima mezz'ora.

> Io sono abbastanza sicuro,
> perché ricordo di averci fatto caso all'epoca, alla seconda o terza
> visione, che le voci fuori campo appartenevano a diversi soldati. E non
> mi riferisco a qualche sporadico pensiero di Nick Nolte, sulla nave, ma
> anche ad altri soldati semplici.

Ci sono degli inserti, dei sogni (tipo quando uno riceve la notizia della
moglie che l'ha cannato), ma la voce narrante principale, quella che si
sente all'inizio, quella che fa i "discorsi importanti", è di Caviezel.
Anche Koteas mi pare a un certo punto parli con voce off. Ma, ripeto, la
voce narrante, quella di Malick, coincide con quella di Witt.

Jerr Bruckheimer

unread,
Jan 19, 2006, 11:50:57 AM1/19/06
to
AP <duc...@iaciners.org> writes:

> > Si muore per salvare l'ultimo fratello rimasto vivo in una Famiglia
> > che...

> I primi venti minuti ho detto...

Quindi per SPR ci possiamo permettere di estrapolare venti minuti su due
ore e quaranta di film, trascurandone il senso complessivo, per La
Sottile Linea Rossa no.

Senza contare che la presa della collina vale cinematograficamente i
venti minuti di botti e arti mozzati di SPR.


> La rappresentazione della guerra, non tutta la manfrina dopo.

La rappresentazione della guerra č solo nella mattanza o anche nel
senso, nelle ragioni di quella mattanza? La rappresentazione della
guerra č piů vera quanti piů morti ci sono, e come si misura, sui litri
di emoglobina versati, sui decibel sparati in sala, sul numero di
comparse che cadono?

Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 11:54:21 AM1/19/06
to
susanna ha scritto:
> "Questo grande male da dove viene?" (Witt)
>
> Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi -

Ed e' un problema per un film sulla seconda guerra mondiale?

Bye,
Red

--
"Beh, Stephen,
quell'uccello e' senza ali..."
"Si'."
"...allora non si muovera'
da li'."

Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 11:57:24 AM1/19/06
to
Lorenzo ha scritto:
> Mr. susanna il 19/01/2006 alle 1.38.06 ha scritto:
>
> [CUT]
>
>>
>> Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi
>
>
> [CUT]

>
> Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione
> razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di

Quando ho scritto il mio non avevo letto ancora questo post :)

Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 12:00:05 PM1/19/06
to
n3tgan3sh ha scritto:
>
> Mallick ha scelto la guerra come topos, non come paradigma sociale, e ha
> scelto non ha caso Guadalcanal, ovvero un topos dove la natura schiaccia
> completamente e toglie ogni significato eroico alla guerra.

Concordo pienamente. Di sicuro non c'e' niente di fascista ne' di
compiacimento della guerra nel film. Anzi.

La guerra e' inutile ed e' solo un "incidente di percorso" in un mondo
che, a ben altri livelli, se ne sbatte appieno di quello che combinano
giapponesi e americani intenti a macellarsi fra di loro.

AP

unread,
Jan 19, 2006, 12:30:15 PM1/19/06
to
On 19 Jan 2006 17:50:57 +0100, Jerr Bruckheimer wrote:

>> I primi venti minuti ho detto...
>
> Quindi per SPR ci possiamo permettere di estrapolare venti minuti su due
> ore e quaranta di film, trascurandone il senso complessivo, per La
> Sottile Linea Rossa no.

E' un esempio, se io ti dico, fai come ho fatto ieri al distributore, non
e' che tu fai come ho fatto io negli ultimi 20 anni, no?



> Senza contare che la presa della collina vale cinematograficamente i
> venti minuti di botti e arti mozzati di SPR.

Ci torneremo su LSLR.


> La rappresentazione della guerra č solo nella mattanza o anche nel
> senso, nelle ragioni di quella mattanza? La rappresentazione della
> guerra č piů vera quanti piů morti ci sono, e come si misura, sui litri
> di emoglobina versati, sui decibel sparati in sala, sul numero di
> comparse che cadono?

Non c'e' nulla di vero al cinema, ma rappresentazioni diverse, tra quella
vergognosamente poetica di M. e quella priva di fronzoli, secca, dura di S.
preferisco la seconda.


--
www.iaciners.org

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 11:18:01 AM1/19/06
to
fede scrive:


:: Bisogna andare a vedere l'ultimo di Malick
:
: ma anche no.

Sono d'accordo sulla selezione preventiva. Nel tuo caso, pero', stante i
fatti, deduco che derivi proprio dalla Sottile linea rossa che hai, deduco
ancora, visto.
Dimmi anche solo due parole, ma perche'; cosi' ti dico, in due parole,
perche' non vado a vedere Woody Allen al cinema.


susanna

Pictor

unread,
Jan 19, 2006, 11:40:49 AM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 16:42:48 +0100, Pictor
<pictorSPA...@email.it> wrote:

>On Thu, 19 Jan 2006 11:15:21 +0100, AP <duc...@iaciners.org> wrote:
>
>>On Thu, 19 Jan 2006 11:02:07 +0100, adamski wrote:
>>
>>> Aggiungo anche che il mio post parlava di due o tre cosucce prettamente
>>> estetiche/tecniche,
>>
>>E io ripeto, non si puo' fare della poesia sulla guerra.
>>
>>Spielberg fa un bellissimo film (almeno per i primi 20 minuti) e lo fa
>>asciutto, senza romanticismo, senza capriole, senza gente che muore
>>piroettando, senza zompi, senza urli, senza ultime parole, senza testamenti
>>lasciati alla mdp, senza movimenti poetici d'erba.
>>Si muore e basta.
>>
>>Complimenti a Spielberg, cacca a Malick.

E' aggiungo che Spielberg invece ci mette tutto il contrario davanti.
E' vero... la guerra risulta brutta. Ma i continui riferimenti al
'fare la cosa giusta', viaggiare in mezzo al casino per arrivare a
salvare un soldato la cui famiglia ha dato la vita per la Patria.
Hanks che è un professore d'italiano molto più promettente come
soldato.
Stelle e strisce per tutto il finale. Un cimiterone di lapidi tutte
uguali e una lacrimuccia.
Il film è bello... leggermente antimilitarista anche. Ma americano
fino all'osso. E propagandistico nel diffondere proprio il loro
idelismo di conquista.
Fare la guerra per combattere le ingiustizie. Andare avanti perchè
siamo gli unici paladini che possono salvare il mondo da questa
guerra.
E un bel pò di musica pompatona ed epica a sottolineare il tutto (ne
LSLR la musica evidenzia gli stati d'animo e i sottomessaggi... non ci
trovi composizioni di sottofondo che enfatizzano la battaglia in
quanto atto violento in cui si combatte e si cerca di arrivare
all'obbiettivo, come succede con Spielberg).
E non mi pare (non ricordo) ci sia mai un accenno al fatto che anche i
soldati tedeschi, poveretti, son carne al macello (solo straniera)
almeno quanto gli americani. I tedeschi sono il nemico. E non è
accettata eccezione in quanto siamo in guerra.
Tutt'altra cosa viene detta nella Sottile Linea Rossa.

Spielberg ha fatto un bel film, senza dubbio discreto (comunque uno di
quelli che mi è piaciuto meno... anzi... diciamo molto vicino al
'poco'). Ma non è quello il film che nasconde un'ideologia militare
sotto la facciata pacifista (neanche troppo sventolata alla fine).

"La Sottile Linea Rossa" e "Salvate Il Soldato Ryan" (odioso e
asettico anche solo il titolo del secondo :/) ... usciti
contemporaneamente.... quasi un boicottaggio da parte del secondo.

Mi son sempre chiesto come SISR possa esser piaciuto più de LSLR....

.... mi è calata la tristezza addosso quando ho capito la risposta :(

(non vuole essere una provocazione in particolare nei tuoi
confronti.... ma solo l'esposizione in generale delle mie idee)

Ciao
Pictor :)

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 11:35:12 AM1/19/06
to
Lorenzo scrive:

:: Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi


:
: [CUT]
:
: Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione
: razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di

: colore... eccetto Cuba in Pearl Harbor naturalmente :')


"Non pensavo che ci fossero dei negri, nel 9^ Cavalleria" (I dannati e gli
eroi, J. Ford)

Ho sentito, di questa cosa. Ma i conti non mi tornano. Il 9° cavalleria, ad
esempio, e' stato (e', dato che ne faceva parte anche Colin Powell, se non
ricordo male) un reparto a maggioranza nera. Ricordo pure che il Vaticano
chiese agli Alleati di non far entrare a Roma le truppe di colore. Ci sono i
dati di questo NAACP (National Association Advancement Colored People), che
parla di migliaia di ufficiali neri nella IIGM.
Naturalmente la segregazione razziale, abolita solo negli anni '60, era
adeguatamente applicata; magari ghettizzando i reparti o negando diritti. Ma
mi suona veramente strano che non mandassero a macellare proprio i servi.


susanna

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 12:36:18 PM1/19/06
to
Roberto1 (U-N-O) scrive:

: "susanna" <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel
::
:: Infatti e' con il linguaggio delle immagini che Malick riesce a


:: comunicare,
:: mentre il suo piano testuale si rivolta, naturalmente, in una sterile
:: prosopopea morale.
:
: Perchè sterile? Sono semplici, elementari domande, che fanno da
: continuo contrappunto all'immagine. Non vanno (quasi) nemmeno
: ascoltate nei loro elementari "contenuti", fungono da mera litania
: che si interroga sulle cose ultimissime. Cosa le renderebbe feconde,
: una risposta di qualche genere?

Il problema e' che nulla e' in grado di fecondare questo pensiero. Sterile,
non cretino, tra l'altro. Ma infecondabile, perche' *dato*, senza alcuna
dialettica che possa farlo vivere. E che si appoggia sulla forma
interrogativa proprio perche' incapace di un qualsiasi altro piano. Domande
che non possono avere risposta, o che ne hanno sempre solo una (che poi e'
la stessa cosa, in questo senso).


: Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla per


: loro, collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?

Si'.


: E poi il "senso tematico", proprio per la sua elementarità che non


: trova risposta, non può che essere ripetuto e ripetuto all'infinito.
: A me sembra che sia proprio la ripetizione estenuata a giovare ai
: voice-over, a renderli efficaci.

La voce fuori campo e' il cinema, e mi e' sempre sembrata una ottima scelta
cinematografica. E cogli, quando ricordi la reiterazione come unica
possibilita' dialettica dei nostri soldatini filosofi.

:: Ma questo fotografo coglie nel segno quando ci mostra i campi


:: lussureggianti
:: e animati dal vento 'abbracciare' i soldatini filosofi. Oppure quando
:: stacca > con le contro-plonge' (le inquadrature sulla verticale ma
:: dal basso verso
:: l'alto) a inquadrare l'ente (ehm, cioe' Dio) che buca il fogliame. O
:: a immettere il coccodrillo, lentamente, nella melma di una palude
:: verde smeraldo. Se c'e' un modo per rappresentare l' "abitazione del
:: mondo" be', questo e' molto buono. Se c'e un modo per rappresentare
:: il dasein, questo e'
:: migliore di quello del suo maestro.
:
: Chi è il maestro cui alludi? Tarkovskij forse? Herzog?
: E poi: le belle cose di cui discetti qua sopra sarebbero merito del
: fotografo? Malick cosa fa, pesca i salmoni mentre il suo dipendente
: va alla ricerca del dasein? (Ora poi se come dice adamski il
: fotografo di the new world è un altro, la questione su chi sia autore
: delle immagini mi pare chiusa)

Il film viene fatto da tante persone, ma alla fine l'autore e' il regista.
Non intendo sminuire Malick, intendevo qualificare questo Toll.
Ma il fatto che cambi, in The new world, non vuol dire mica tanto. Magari
The new world e' una ciofeca.

:
:: I neri ci sono, ma dalla parte sbagliata. Essi vanno contromano


:: (quando l'esercito marcia in avanti), oppure sono dei cretini che
:: non sanno parlare (difettano di logos) e giocano con le pietre.
:: Ma sono buoni, perlopiu'.
:
: Innanzitutto, ad andare contromano mi son sembrati decisamente i
: bianchi, laddove incrociano l'indigeno che li guarda come pazzi o
: alieni.

L'indigeno diciamo che se ne strafrega. Sono i militari a guardarlo.
Ricorda, il nero e' un po' come l'animale: assiste incurante. Ce ne sono,
che vanno contromano come il nero (e' sempre la minoranza che va contromano)
in questo film: un uccellino morente, un orsetto, un coccodrillo, vari
tucani e pappagalli, una gallina con pulcini, un gufo, svariati pipistrelli
e, naturalmente, molte aquile.


: Quanto al buonismo innocuo: malick evidentemente idealizza, è chiaro,


: costruisce una sorta di eden biblico per contrapporlo coscientemente
: al degrado conseguente alla "caduta" (mettiamola così).
: Ciò è male? Perchè?

Certo, i buoni sono i trogloditi. Il buon selvaggio. La guerra e' figlia
della ragione, dell'uomo moderno.

:: Perche' e' un fascistone?


:: Il dono e la fiammella che Sean Penn rinfaccia a Witt sulla tomba di
:: quest'ultimo sono solo specchietti per le allodole, la verita' di
:: Malick e'
:: stata detta, continuamente e senza alcuna dialettica, per tre ore di
:: film: il Male (come direbbe endrix), ce lo portiamo dentro, ecco da
:: dove viene.
:
: Se dice questo, non si riferisce certo all'uomo in sè o alla società
: umana, ma semmai alla natura, al cosmo, al creato, all'essere, o che
: so io. Vogliamo anche negare che distruzione e trasformazione siano
: in qualche modo insiti nel "cuore stesso" della materia?

La trasformazione. Che e' tutto un altro paio di maniche.
Il pensiero di Malick, invece, e' statico, trascendentale, non ammette alcun
rapporto tra gli elementi, se non rapporti ammissibili e risolvibili
esclusivamente all'interno dell' io.

: E, soprattutto, non mi pare che la cosa lo tranquillizzi o lo


: pacifichi. Per come la vedo io, Malick, in assoluta trasparenza e
: semplicità, s'interroga sulla condizione e sul destino del singolo
: individuo nel mondo, e usa la guerra come mero pretesto, in quanto
: condizione estrema in cui tutti i nodi vengono al pettine.
: E non mi pare proprio voglia sentenziare su alcunchè, o dire che
: l'uomo trova dignità solo nella morte. Questo, poi, meno che mai: la
: morte volontaria del soldato, cristologica, è concepita come esempio
: per gli altri (il rifiuto della violenza), si proietta insomma
: idealmente nel futuro, non è espressione di una rinuncia o di un mero
: ripiegamento.

Si proietta in quello che e': la risposta esclusivamente individuale ad una
condizione sociale. Il sacrificio o la cura, come sarebbe meglio dire. E il
suo unico futuro e' la morte, cioe' il presente cristallizzato dell'uomo, il
nulla, to'.
Witt non rifiuta la violenza, checcristo: fa la guerra per tre ore di film!
Ne parla, della violenza, ma guai se decide qualcosa in merito, se si
proietta, se diverge. Non puo' decidere nulla, perche' la decisione implica
una ragione. Una ragione sufficiente. Ma Malick non ha alcuna ragione
sufficiente da fornire.


susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 12:39:43 PM1/19/06
to
klein scrive:

::: e' migliore di quello del suo maestro.


:
:: Chi è il maestro cui alludi? Tarkovskij forse? Herzog?
:

: alla signora piacciono le allusioni raffinate ed elitarie, credo parli


: di heidegger e della sua "ontologia fondamentale".

Klein bello!
L'unica recensione vivente de La sottile linea rossa che non riporta
"Heidegger" nel testo, e mi dai dell'elitaria? Ahi, ahi, ahi.


susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 12:41:45 PM1/19/06
to
Danny Rose scrive:

: susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote in message
:
:: Questo mattone del 1998 non e' male, anzi, e' proprio un filmone.
:
: Meno male.

<omissis>


:: La musica: ottima, un due quarti.
:
: Gabriel Fauré apprezzerà.


Veramente io pensavo a Lilith, Rapsodic e quell'altro, quello tedesco.

: ciao

Ciao, VitoZ

susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 12:45:03 PM1/19/06
to
adamski scrive:

: Il fotografo, con al curriculum niente di nemmeno paragonabile a
: LSLR, è sicuramente "guidato" in maniera molto precisa visto che per
: The New World Malick ne sceglie (se ne ritrova) un altro, Lubezki, e
: i risultati sono, a occhio, molto simili. Stessi controluce, stesse
: riprese "acquatiche" (notevole l'incipit, praticamente identico a
: quello de LSLR), stessi movimenti sul piano verticale, stesso
: magnifico uso delle variazioni di luce atmosferica all'interno della
: stessa sequenza/inquadratura, stesse posizioni della mdp (molto
: vicina al terreno quando è la natura il soggetto, a altezza uomo
: quando sono gli attori ad agire).

Stasera ci do un'occhiata.


: L'altro ieri mi sono rivisto LSLR, mi chiedo quanto si debba e si sia
: disposti ad aspettare perché una nuvola passi a schermare il sole e a
: gettare una macchia d'ombra sulle foglie piegate dal vento. O se
: magari si tratti di un effetto ottenuto in postproduzione (ma mi
: sembra molto difficile). In The New World a un certo punto è
: inquadrato un uccello stagliato sul bianco del cielo, poi la mdp
: scende quasi perfettamnete in verticale a inquadrare il
: corrucciatissimo Colin Farrell; anche qui, se non c'è trucco, una
: cosa abbastanza da maniaco.

Io ho notato la stessa cosa nella scena in cui Witt riceve la missiva della
moglie: mentre legge e si morde le mani, atterrano alle sue spalle ben due
aereoplani militari, a 30m da lui. La scena durera' si e no 30 secondi,
quindi ha sincronizzato non male, direi.
Comunque pare che abbia girato ettolitri di pellicola, qualcosa se l'e'
ritrovata in mano sicuramente.


susanna

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 1:10:39 PM1/19/06
to
adamski scrive:

:: e dico una cosa sola, non si puo' fare della poesia sulla guerra.
:
: Oh, bene, quindi mandiamo a puttane un bel pezzo della poesia del
: novecento (per non andare più indietro nel tempo)...


:: Non si puo' mostrare una azione di guerra come se fosse un
:: documentario sui fili d'erba.
:: Non si puo', nel mio universo morale e non solo, non si puo', in
:: generale usare un linguaggio che nasce per uno scopo, usarlo per un
:: altro.
:
: Guarda che questa cosa che la poesia nasca per parlare di alcuni
: oggetti e non di altri non sta né in cielo né in terra. La poesia
: parla di quello che vuoi, politica, storia, intimità, guerra, pesca
: subacquea.


Ho spesso richiamato il compagno anziano, su questo fronte: saper
distinguere la tecnica, saper valutare la qualita', distinguere il piano
estetico. Ma mi sento di richiamare anche te, se me lo permetti: si puo'
parlare di cio' che si vuole, ma non ci si puo' astenere dal giudizio in
nome della qualita' estetica. L'opera vive sicuramente almeno su questi due
piani, e ne e' il risultato complessivo. Se c'e' da buttare a puttane,
insomma, e' sufficiente dirlo e non muore nessuno.
Al compagno anziano, invece, voglio ricordare che e' molto piu' proficuo
indagare sul *come* l'ideologia borghese viene esplicata, su quali livelli,
con quali tecniche, attraverso quali mistificazioni.


:: Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho
:: odiato, fin da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp
:: in mezzo ai soldati che camminano, per questa retorica militaresca,
:: per questo lirismo del sacrificio umano,
:
: Ma quando mai! La retorica de LSLR è senza dubbio retorica
: *anti*-militarista, non militaresca. Se ci hai visto un'esaltazione
: della guerra allora non ne parliamo proprio che è inutile. Si puo'
: discutere se l'antimilitarismo di Malick sia efficace, funzionale, ma
: assolutamente non si puo' accusarlo di essere un fomentato
: dannunziano.

La retorica di Malick e' "militarista" nel momento in cui si astiene dal
collocare la guerra come conflitto storico-sociale, rigettandola tra le
ragioni interiori dell'io, ovvero considerandola parte di natura, seppur
negativa.
E' militarista quando afferma che la reazione al conflitto e' solo
responsabilita' del singolo, negando ogni possibilita' storica alla sua
rimozione. Appiattisce cosi' il concetto di "guerra" come risultato di una
contrapposizione sociale storicamente determinata, negandogli ogni possibile
evoluzione.
E questo *deve* essere detto, anche se gira bene.

susanna

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 1:12:33 PM1/19/06
to
Jerr Bruckheimer scrive:

::: Però i soldatini non sono per nulla filosofi. E' Malick che parla


::: per loro, collettivizzando idealmente le loro coscienze, no?
:
:: No, è di Witt-Caviezel la voce.
:
: Tu sei fresco di visione, mi pare, vero? Io sono abbastanza sicuro,
: perché ricordo di averci fatto caso all'epoca, alla seconda o terza
: visione, che le voci fuori campo appartenevano a diversi soldati. E
: non mi riferisco a qualche sporadico pensiero di Nick Nolte, sulla
: nave, ma anche ad altri soldati semplici.

Confermo. Predomina Witt, ma la riflessione fuori campo e' di varie figure,
compreso il finale. C'e' collettivizzazione, cioe' c'e' l'intenzione di
universalizzare i concetti.

susanna

BArrYZ

unread,
Jan 19, 2006, 1:27:36 PM1/19/06
to
"susanna" <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel
messaggio news:43cedf6c$0$1067$4faf...@reader4.news.tin.it

> Questo mattone del 1998 non e' male, anzi, e' proprio un filmone.

> La netta impressione che ho e' che cio' dipenda da questo fotografo,
> questo 'mezzo' Gregg Toland di cui ignoravo, peraltro bellamente,

> l'esistenza. Ma il filmone si dispiega anche perche' Malick, a
> differenza dei suoi conterranei, ha qualcosa da dire (che e' il
> problema maggiore della cinematografia).

Non concordo su tutto quanto, ma mi sembra un'ottima analisi. Soprattutto
l'aver sottolineato il dominio delle (ottime) immagini che in qualche modo
fanno accettare anche la retorica piu' nauseabonda che, purtroppo, a volte
aleggia inesorabile, quanto ingenua, in certi passaggi della costruzione
Malickiana.

Pero' per andare piu' a fondo anche io dovrei rivederlo, quindi mi fermo
qui.

--
BArrYZ

"Non piangere. Ho bisogno di tutto il mio coraggio per morire a vent'anni."

[Evariste Galois 1811-1832]


Moritz Benedikt

unread,
Jan 19, 2006, 1:41:15 PM1/19/06
to

"Lorenzo" <nonna...@topolinia.ru> ha scritto nel messaggio
news:mn.9a977d613...@topolinia.ru...

> Mr. susanna il 19/01/2006 alle 1.38.06 ha scritto:
>
> [CUT]
>
> >
> > Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi
>
> [CUT]
>
> Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione
> razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di
> colore... eccetto Cuba in Pearl Harbor naturalmente :')
>
Falso.
C'era la segregazione (fino al famoso episodio del sangue per la Croce Rossa
segregato) ma le truppe americane di colore combatterono, anche se
all'inizio vi furono resistenze dal MoW. Vi furono persino squadriglie aeree
all-blacks.
Vero è che la larga maggioranza delle truppe di colore combatte' in Europa e
non nel Pacifico: si temeva che potessero simpatizzare con i 'colorati'
nipponici.
La segregazione venne abolita da Truman nel 1948, grazie anche al fatto che
molti soldati neri si erano distinti ed erano stati decorati.


Moritz Benedikt

'Passar de alhos para bugalhos'


Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 1:59:50 PM1/19/06
to
Russell Coutts ha scritto:

> Lorenzo ha scritto:
>
>> Mr. susanna il 19/01/2006 alle 1.38.06 ha scritto:
>>
>> [CUT]
>>
>>>
>>> Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi
>>
>> [CUT]
>>
>> Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione
>> razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati di
>
> Quando ho scritto il mio non avevo letto ancora questo post :)

Mi e' sfuggito il pezzo "ruoli di combattimento attivi".
I soldati di colore combattevano si'. Solo c'erano reparti composti
rigorosamente da neri (comandati da ufficiali binachi.. cfr, sempre
restando in tema filmico "Storia di un soldato").

Per molto tempo si giunse a pensare che andassero bene solo in fanteria
e furono in molti a essere sorpresi della loro abilita' anche in aria
(cfr. la storia dei cosiddetti Tuskegee Airmen, quando la moglie di un
senatore in visita alla base aerea in cui si addestravano sui P47
Thunderbolt rimase esterreffatta nel notare che i neri erano in grado di
pilotare meccanismi complessi come gli aeroplani).

Nathan

unread,
Jan 19, 2006, 2:02:01 PM1/19/06
to
giovedì 19/01/2006 11:55, *Davide Tanganelli* ha scritto:

[cut]

> Sono rimasto sinceramente affascinato dalla romantica poetica de La
> sottile linea Rossa e sedotto da Fight Club...mi verrà comminata una
> multa? Una settimana di squalifica su IAC? :-)

No, ma al massimo ti becchi l'accusa di essere rimasto sottilmente
affascinato dalla retorica fascista. In pratica, secondo AP, ne LSLR vi
sarebbero intervallati fotogrammi subliminali del Duce.


--
< Nathan > ~ email nata...@despammed.com ~
«All I ever wanted - All I ever needed
Is here in my arms - Words are very unnecessary
They can only do harm» (Enjoy the silence, Depeche Mode)

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 2:20:12 PM1/19/06
to
Russell Coutts scrive:

: susanna ha scritto:

:: "Questo grande male da dove viene?" (Witt)
::
:: Quando i soldatini filosofi - tutti rigorosamente bianchi -
:
: Ed e' un problema per un film sulla seconda guerra mondiale?


Boh, chi lo sa. Fattosta' che e' cosi'.
Noto solo ora che il 25 giugno del 1941 il presidente Roosvelt approvo' un
ordine esecutivo per l'integrazione dei neri nelle forze armate.
Probabilmente a Guadalcanal non ce n'era (Malick e' un pignuolo), anche se
da una foto d'epoca se ne vede uno in primo piano. Con la divisa, voglio
dire.

susanna

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 2:33:13 PM1/19/06
to
Moritz Benedikt scrive:


:: Durante la 2a g.m. l'esercito americano applicava la segregazione


:: razziale, quindi niente ruoli di combattimento attivi per i soldati
:: di colore... eccetto Cuba in Pearl Harbor naturalmente :')
::
: Falso.
: C'era la segregazione (fino al famoso episodio del sangue per la
: Croce Rossa segregato) ma le truppe americane di colore combatterono,
: anche se all'inizio vi furono resistenze dal MoW. Vi furono persino
: squadriglie aeree all-blacks.
: Vero è che la larga maggioranza delle truppe di colore combatte' in
: Europa e non nel Pacifico: si temeva che potessero simpatizzare con i
: 'colorati' nipponici.
: La segregazione venne abolita da Truman nel 1948, grazie anche al
: fatto che molti soldati neri si erano distinti ed erano stati
: decorati.

Rimanendo IT, c'e' un ottimo film di Lattuada, con il mitico negro italiano,
J. Kitzmiller (che meriterebbe qualche nota), Senza pieta', 1948, che
impersona un militare statunitense in Italia fuggito da un campo di
concentramento.

susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 2:34:23 PM1/19/06
to
susanna scrive:

: Boh, chi lo sa. Fattosta' che e' cosi'.


: Noto solo ora che il 25 giugno del 1941 il presidente Roosvelt
: approvo' un ordine esecutivo per l'integrazione dei neri nelle forze
: armate. Probabilmente a Guadalcanal non ce n'era (Malick e' un
: pignuolo), anche se da una foto d'epoca se ne vede uno in primo
: piano. Con la divisa, voglio dire.


Mi correggo: e' in calzoncini corti.


susanna

un fake di Alberto

unread,
Jan 19, 2006, 2:58:53 PM1/19/06
to
susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> I neri ci sono, ma dalla parte sbagliata. Essi vanno contromano (quando
> l'esercito marcia in avanti), oppure sono dei cretini che non sanno parlare
> (difettano di logos) e giocano con le pietre. Ma sono buoni, perlopiu'.

Non l'ho (ancora) rivisto, ma ne ho un ricordo abbastanza nitido da
voler azzardare una prima risposta su questo punto.

Non sono d'accordo sulla valenza che dai al modo in cui gli indigeni
vengono presentati da Malick. L'incontro con l'esercito non mi pare
mostrato come opposizione, come direzione opposta, come parte sbagliata:
non piu' di quanto non si possano considerare opposizioni, reistenze o
altro le presenze di alberi, erba o altri ostacoli o altre presenze
naturali. Ci sono, come ci sono gli alberi, gli animali, la luce fra gli
alberi. Che non sono visti come cretini solo perche' non parlano.

E sono parte della natura. Qualcosa di piu', forse, perche' prima
accettano Witt fra di loro, poi lo scansano dopo che e' stato
risucchiato e contaminato dalla guerra e dal male e dalla morte. Ma
altrimenti sono parte del paesaggio - il vecchio che incrocia una
colonna di soldati nemmeno alza lo sguardo. Resta indifferente come le
montagne.

(Vediamo se anche questo thread si riaffaccia Moreno, che fu uno degli
acerrimi oppositori di questo film e che bazzica in genere IAF)
--
UFV:Fantozzi - Il ritorno(VHS)/Match Point/Il posto delle
fragole(DVD)/Histoire d'O(DVD)/Americano rosso(DVD)/Me and
You and Everyone We Know - http://www.albertofarina.tk

Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 3:45:19 PM1/19/06
to
susanna ha scritto:
> Russell Coutts scrive:

>
> Boh, chi lo sa. Fattosta' che e' cosi'.
> Noto solo ora che il 25 giugno del 1941 il presidente Roosvelt approvo' un
> ordine esecutivo per l'integrazione dei neri nelle forze armate.

Leggi quello che scrissi in altro post e in altri post a riguardo.

Danny Rose

unread,
Jan 19, 2006, 4:24:15 PM1/19/06
to

AP <duc...@iaciners.org> wrote in message
ni52u5nisb1b$.1doj9u2ljf947$.dlg@40tude.net...

> Beh, "al primo soffio di vento" e' quello che Malick voleva fare, si
> assomigliano molto, il lavoro di Piavoli e' forse superiore, ma e'
> sicuramente, decisamente poetico.

Il che è ampiamente condivisibile. Anche se non mi va di fare classifiche
(non rispondo seriamente a Susanna perché è molto che non lo vedo, anzi,
l'ho visto una volta sola; en passant, mi pareva di ricordare che la voce
over fosse quella del protagonista che rammenta. Ma evidentemente mi
sbaglio, e in ogni caso non ha importanza).

> Non voglio aprire un lungo escursus sulla poesia, escursus che non saprei
> nemmeno tenere, cio' che definisce cosa sia la poesia, cosa e' la poesia
e'
> materia per, appunto, poeti e io non lo sono,

Senza intenti offensivi: questa è cattiva letteratura. Anche il parlare di
"poesia" come se fosse una categoria metafisica piuttosto che una forma di
scrittura con le sue tecniche e la sua storia è abbastanza strano, viste le
conclusioni a cui tendi.

> sono abbastanza lontane, leggo saggi piuttosto che romanzi, seguo la
Storia
> e la politica piuttosto che le vicende umane e colgo il grande affresco
del
> mutare dei tempi nelle sue tendenze sociali, piuttosto che le vicende
> minuscole di singoli microcosmi.

Di nuovo; l'ipostatizzazione del crepuscolarismo come "poesia" tout court.
Pare esista solo la poesia lirica, e per giunta di un certo sottotipo. Di
solito questa è l'idea di scrittura poetica che si coltiva al Liceo,
all'epoca degli esperimenti in proprio.

> Cio' non toglie che la sappia apprezzare, la buona pesia, quando la vedo e
> la riconosco e parla un linguaggio semplice, come secondo me la poesia
> dovrebbe fare.

Vedi sopra.

(taglio, per evitare di diventare ripetitivo).

> questa volta non sono corde personali, sono valori generali, sociali,
> riconoscibili da tutti, e dico una cosa sola, non si puo' fare della
poesia
> sulla guerra.

Replica facile, un po' sfrontata: si può fare "poesia" su qualsiasi cosa. Il
nostro liceale ipotetico è passato da Corazzini ad Adorno? Sto scherzando,
eh.
Replica seria: dove collochiamo la sottile linea amaranto fra il personale e
il sociale, "riconoscibile da tutti" (oh bella, Owen o Montale non sono
"riconoscibili", sono portatori di valori di senso squisitamente personali?
"La primavera hitleriana" ha un senso solo per chi l'ha scritta? "Se questo
è un uomo" si salva perché è prosa, perché è un reportage? Mi duole
informarti che non è così, quel testo tutto è fuor che retorica della
testimonianza)? Non è che forse parliamo di punti diversi di vista per la
stessa realtà, piuttosto che di fenomeni diversi?

> Non si puo', nel mio universo morale e non solo, non si puo', in generale
> usare un linguaggio che nasce per uno scopo, usarlo per un altro.

Mi pareva strano non saltasse fuori il giudizio morale. A me sa un poco di
fascismo (solo un po'; quel tanto che alberga in ogni trepido e commosso
cuoricino piccolo borghese), visto che dopo ne parli, questo ricondurre
qualsiasi problema alla morale (di fatto, al moralismo) prima ancora di
averlo inquadrato. La congruenza delle scelte espressive è prima di tutto un
problema estetico e semiotico. In altre parole, la prima domanda logica da
porsi è: l'apparente distanza fra forme e contenuti (banalizzo) mi trasmette
qualche senso inedito, impensato? Evitare finanche di porsela per correre a
scandalizzarsi, per ribadire che quel linguaggio "è nato per altri scopi" è
un gesto di censura vera e propria, altroché. Non è poi così difficile
accorgersi che i linguaggi nascono, crescono e muoiono cambiando scopi e
destinazioni, veicolandone una pluralità in continuazione. Se così non fosse
l'impiego estetico dei medesimi non avrebbe alcun costrutto, essendo
totalmente prevedibile.

E non ho ancora detto sia La sottile linea ecc.ecc. sia o non sia
documentarismo ecc. ecc. come sostieni tu. Mi sono limitato a commentare il
tuo ragionamento. Che parte da un premessa discutibile, e questa finisce per
inficiare tutto.

dR


Danny Rose

unread,
Jan 19, 2006, 4:26:21 PM1/19/06
to

AP <duc...@iaciners.org> wrote in message
17v5qsr0w442i$.d42jsdetm3fq.dlg@40tude.net...

> > Oh, bene, quindi mandiamo a puttane un bel pezzo della poesia del
novecento

> > (per non andare pių indietro nel tempo)...
>
> No, teniamola per quello che e' stata, preparatoria del primo conflitto
> mondiale.

Mi domando seriamente se stai dicendo sul serio.


dR


AP

unread,
Jan 19, 2006, 4:32:39 PM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 22:24:15 +0100, Danny Rose wrote:

> E non ho ancora detto sia La sottile linea ecc.ecc. sia o non sia
> documentarismo ecc. ecc. come sostieni tu. Mi sono limitato a commentare il
> tuo ragionamento. Che parte da un premessa discutibile, e questa finisce per
> inficiare tutto.

Scusa vito, il tuo reply merita piu' spazio, ma a quest'ora mi e' rimasto
ben poco cervello del gia' modesto, ma una cosa va chiarita subito.

Concepisci la morale o tendi all'amoralita'?

Qualunque regola e' una censura?


--
www.iaciners.org

Napoleon Dynamite: Deb just called me. She pretty much hates me by now.
Pedro: Why?
Napoleon Dynamite: Because my uncle Rico's an IDIOT.
Pedro: Do you have anything to give to her?
Napoleon Dynamite: No. Not unless she likes fish.

Danny Rose

unread,
Jan 19, 2006, 4:35:16 PM1/19/06
to

susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote in message
43cfcedc$0$1074$4faf...@reader4.news.tin.it...

> L'unica recensione vivente de La sottile linea rossa che non riporta
> "Heidegger" nel testo, e mi dai dell'elitaria? Ahi, ahi, ahi.

Dai Susanna, proprio per questo può dirtelo. Ormai il bacucco della Foresta
Nera lo citano proprio tutti, e ometterlo è un gesto d'eleganza. Una delle
cose che ho apprezzato nel tuo scritto.

dR


un fake di Alberto

unread,
Jan 19, 2006, 5:16:17 PM1/19/06
to
AP <duc...@iaciners.org> wrote:

> Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho odiato, fin
> da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp in mezzo ai
> soldati che camminano, per questa retorica militaresca, per questo lirismo
> del sacrificio umano

Ma che sciocchezza.

Nessun lirismo del sacrificio e nessuna retorica militaresca. Solo
formiche che strisciano in mezzo all'erba, solo che queste hanno una
divisa e un fucile.
--
UFV:Il laureato(DVD)/Fantozzi - Il ritorno(VHS)/Match Point


Il posto delle fragole(DVD)/Histoire d'O(DVD)/Americano

rosso(DVD) - http://www.albertofarina.tk

un fake di Alberto

unread,
Jan 19, 2006, 5:59:48 PM1/19/06
to
susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Io ho notato la stessa cosa nella scena in cui Witt

Jack (Ben Chaplin)

> riceve la missiva della
> moglie: mentre legge e si morde le mani, atterrano alle sue spalle ben due
> aereoplani militari, a 30m da lui.

Russell Coutts

unread,
Jan 19, 2006, 6:37:50 PM1/19/06
to
AP ha scritto:

>
> da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp in mezzo ai
> soldati che camminano, per questa retorica militaresca, per questo lirismo

Retorica militaresca in LSLR?

Rotfl.

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 7:32:57 PM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 19:10:39 +0100, susanna wrote:

[cut]

> Ma mi sento di richiamare anche te, se me lo permetti: si puo'
> parlare di cio' che si vuole, ma non ci si puo' astenere dal giudizio in
> nome della qualita' estetica.

Ma guarda che il tuo post, o almeno la parte del post a cui ho replicato,
verteva su questioni esclusivamente tecniche e stilistiche. E ribadisco il
"diritto" ad astenermi circa qualsiasi cosa io non abbia il tempo o la
voglia di approfondire senza che chi legge si senta autorizzato a trarre
conclusioni su ciò che ho tralasciato. Fosse stata la mia una recensione,
un tentativo di analisi con qualche pretesa di esaustività, mi prenderei
pure il rimbrotto senza problemi. Ma così non è.

> L'opera vive sicuramente almeno su questi due
> piani, e ne e' il risultato complessivo. Se c'e' da buttare a puttane,
> insomma, e' sufficiente dirlo e non muore nessuno.

Non ho capito, proprio a livello lessicale, quello che intendi. "Buttare a
puttane" cosa?

[cut]

>: Ma quando mai! La retorica de LSLR è senza dubbio retorica
>: *anti*-militarista, non militaresca. Se ci hai visto un'esaltazione
>: della guerra allora non ne parliamo proprio che è inutile. Si puo'
>: discutere se l'antimilitarismo di Malick sia efficace, funzionale, ma
>: assolutamente non si puo' accusarlo di essere un fomentato
>: dannunziano.
>
> La retorica di Malick e' "militarista" nel momento in cui si astiene dal
> collocare la guerra come conflitto storico-sociale, rigettandola tra le
> ragioni interiori dell'io, ovvero considerandola parte di natura, seppur
> negativa.

A parte che non è che il non essere antimilitarista implichi per forza il
contrario, posso anche correggere il tiro e convenire, con qualche sforzo,
che LSLR non sia "abbastanza" antimilitarista. Quello che non è, in ogni
caso, è un film militarista, né tantomeno "militaresco". Non è Gunny, non è
Berretti Verdi. Non è nemmeno Il grande uno rosso (giusto per prendere un
esempio sublime di antimilitarismo di quello duro, di quello "politico").
Semplicemente usa la guerra come sfondo, come tu stessa dici in risposta a
Lorenzo, su cui far risaltare i dilemmi esistenziali *privati* dei
protagonisti.

E' una colpa usare la guerra come sfondo? E' una colpa non indagare sulle
implicazioni storiche e dialettiche quando il tema dichiarato, abbastanza
esplicitamente, è un altro, di ordine trascendente e spirituale? Non credo.

> E' militarista quando afferma che la reazione al conflitto e' solo
> responsabilita' del singolo, negando ogni possibilita' storica alla sua
> rimozione. Appiattisce cosi' il concetto di "guerra" come risultato di una
> contrapposizione sociale storicamente determinata, negandogli ogni possibile
> evoluzione.

Non è che si puo' pretendere però che un film parli per forza di cose di
ciò che interessa a noi. Per curiosità, cosa ne pensi di Black Hawk Down?
Per me è un *capolavoro*, lo ritengo senza dubbio il miglior film di Scott.
Anche lì di domande sulla guerra non se ne pongono. La guerra è un panorama
per costruire un discorso basato interamente su questioni di ordine
estetico. Questo lo rende automaticamente un film "militarista"?

La reazione al conflitto.
La reazione al conflitto non è affatto responsabilità del singolo, non in
questo film, nella capoccia di Malick, probabilmente sì, ma non in LSLR. In
LSLR il singolo non reagisce, viene semplicemente schiacciato, soggiogato,
ricacciato in una dimensione intima ed esistenziale. Malick non se lo pone
nemmeno il problema di una possibile reazione. Il dramma dei protagonisti,
anche di chi - come il personaggio interpretato da Koteas - si pone il
problema del rapporto con gli altri, è sempre squisitamente privato. Qual'è
dunque la "colpa" di Malick?

E poi, siamo proprio sicuri che esista un solo modo degno di essere
*sinceramente* antimilitaristi? Di esprimere la propria avversione alla
violenza e al male? Non parlo di efficacia pedagogica, o di acutezza
nell'analisi storica dialettica dei fatti rappresentati, ma proprio di
dignità artistica (oddio, ho usato "artistico", uno degli aggettivi che
detesto di più)?

> E questo *deve* essere detto, anche se gira bene.

*Deve* essere detto da chi ha una concezione imho un po' limitata del
cinema, dell'arte (oddio, un'altra volta), dello scrivere e parlare di
entrambe. Visto che sei te, guarda, ti accordo un "punto di vista
privilegiato" invece che "concezione limitata". Ma nel caso del compagno
anziano rientriamo piuttosto nel caso di chi non sopporta che si parli
d'altro che di quello che di più importante c'è al mondo (per lui, in
questo momento). E, peggio, di chi non riesce neanche a ipotizzare che
esistano nell'uomo delle angoscie dettate da una condizione esistenziale.

Che sono cazzi amari (non saranno amari in una prospettiva storica, ma
vallo a dire al depresso, a quello che gli è morto un parente, a quello che
la donna l'ha lasciato e non riesce a consolarsi) da mandare giù, tanto
amari quanto la guerra, la povertà, l'ingiustizia sociale. Tanto amari da
farci un film.

P.S.
E' grave che tu non abbia visto Lord of War di Niccol, sai?


--
adamski


"A te i concetti non piacciono vero?"
(Giannetto)


UFV:The New World/Mildred Pierce(HV)/Me and You and Everyone We
Know/King Kong/Parole d'amore/A History of Violence/Memorie di
una Geisha/Lord of War/Broken Flowers/Crash/Mr and Mrs Smith/L
a regola del sospetto(HV)/Graveyard of Honor(HV)/Session 9(HV)

adamski

unread,
Jan 19, 2006, 7:34:11 PM1/19/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 23:59:48 +0100, un fake di Alberto wrote:

>> Io ho notato la stessa cosa nella scena in cui Witt
>
> Jack (Ben Chaplin)

Uff, meno male. Cominciavo a credere di essermi perso qualcosa di più
dell'ultima mezz'ora.


--
adamski


"A te i concetti non piacciono vero?"
(Giannetto)


UFV:La neve nel cuore/The Thin Red Line(HV)/The New World/Mildr

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 8:42:39 PM1/19/06
to
adamski scrive:


: Ma guarda che il tuo post, o almeno la parte del post a cui ho


: replicato, verteva su questioni esclusivamente tecniche e
: stilistiche. E ribadisco il "diritto" ad astenermi circa qualsiasi
: cosa io non abbia il tempo o la voglia di approfondire senza che chi
: legge si senta autorizzato a trarre conclusioni su ciò che ho
: tralasciato. Fosse stata la mia una recensione, un tentativo di
: analisi con qualche pretesa di esaustività, mi prenderei pure il
: rimbrotto senza problemi. Ma così non è.

Mi prendo la liberta' d'esser franca, perche' penso di potere: l'omissione
e' colpa, nel senso di remissione di responsabilita'.
Perche' si decide cosa comprendere e si decide cosa omettere sempre e solo
in base ad un giudizio. Che e' un giudizio di *valore*.

:: L'opera vive sicuramente almeno su questi due


:: piani, e ne e' il risultato complessivo. Se c'e' da buttare a
:: puttane, insomma, e' sufficiente dirlo e non muore nessuno.
:
: Non ho capito, proprio a livello lessicale, quello che intendi.
: "Buttare a puttane" cosa?

E' vero, avevi detto 'mandare' a puttane. Quello che voglio dire e' che se,
ipoteticamente, un discorso conduce a 'mandare a puttane' un grosso pezzo
della cultura del novecento, la cosa non deve, necessariamente, far
rabbrividire. Lo si mandi pure, se vale la pena.


:: La retorica di Malick e' "militarista" nel momento in cui si astiene


:: dal collocare la guerra come conflitto storico-sociale, rigettandola
:: tra le ragioni interiori dell'io, ovvero considerandola parte di
:: natura, seppur negativa.
:
: A parte che non è che il non essere antimilitarista implichi per
: forza il contrario, posso anche correggere il tiro e convenire, con
: qualche sforzo, che LSLR non sia "abbastanza" antimilitarista. Quello
: che non è, in ogni caso, è un film militarista, né tantomeno
: "militaresco". Non è Gunny, non è Berretti Verdi. Non è nemmeno Il
: grande uno rosso (giusto per prendere un esempio sublime di
: antimilitarismo di quello duro, di quello "politico"). Semplicemente
: usa la guerra come sfondo, come tu stessa dici in risposta a Lorenzo,
: su cui far risaltare i dilemmi esistenziali *privati* dei
: protagonisti.


Ci sono diversi stadi per valutare il contenuto di un film, naturalmente. E
bisogna 'beccare' quello consono all'opera. Il 'militarismo' di Malick non
e' parente con il becerume di cui parli, e sono sicura che sai che il
paragone non si puo' porre in questi termini. Malick "alza" il livello del
contenuto e supera il dualismo militarismo/antimilitarismo. Ma e' un
dualismo semplice, manicheo, rudimentale.
Il fatto e' che:
1. O il dramma esistenziale e' presente aldila' del contesto (la guerra)
2. o la guerra e' necessaria per il dramma esistenziale.

L'opera ci dice che la risposta e' la 1.
Il conflitto di cui parla Malick e' connaturato, e' ontologico, e' in se' e
per se'. Lo dimostra con questo Il nuovo mondo (anche se un po' a
posteriori).
Ma allora perche' usare la guerra come catalizzatore o sfondo? L'unica
risposta e': per dimostrare che la guerra - come massima ed estrema
espressione del rapporto tra uomini - E' secondaria, e' subordinata, e',
come diceva n3tgan3sh, *velleitaria*. Tutte le guerre sono una sola guerra,
tutte le guerre sono uguali, tutte sono storicamente assimilabili.
Questo e' il 'militarismo' di Malick, un militarismo sopraffino, che non
adula il suo soggetto (la guerra), gli basta svalutarlo.


: E' una colpa usare la guerra come sfondo? E' una colpa non indagare


: sulle implicazioni storiche e dialettiche quando il tema dichiarato,
: abbastanza esplicitamente, è un altro, di ordine trascendente e
: spirituale? Non credo.


E' una operazione di mistificazione ideologica. In questo senso e' colpa.
Una volta appiattito il concetto, se ne legittima l'uso. Una volta spogliato
delle sue connotazioni, quello che resta e' usabile in qualsiasi modo, non
esiste piu' ne' l'aggressore ne' l'aggredito, ne' l'attaccante ne' chi si
difende, ne' lo sfruttato ne' lo sfruttatore.


:: E' militarista quando afferma che la reazione al conflitto e' solo


:: responsabilita' del singolo, negando ogni possibilita' storica alla
:: sua rimozione. Appiattisce cosi' il concetto di "guerra" come
:: risultato di una contrapposizione sociale storicamente determinata,
:: negandogli ogni possibile evoluzione.
:
: Non è che si puo' pretendere però che un film parli per forza di cose
: di ciò che interessa a noi.

No di certo. Ma l'operazione in gioco non e' questa: sta parlando delle cose
che interessano me, e ne parla male. Non esigo la lotta di classe in Indiana
Jones. Ma esigo che la guerra esposta in chiave realistica rimanga quello
che e': il risultato di un conflitto sociale.
Se vuoi la guerra come pretesto per parlare d'altro NON mi metti in scena la
guerra per tre ore di fila. Me la metti sullo sfondo, o come metafora, o ne
metti in risalto qualche aspetto peculiare, anche satirico, grottesco,
fantastico, umoristico, estetico, quello che vuoi. Ma se la messa in scena
e' spudoratamente realistica e ci ragioni sopra ESIGO che il tema sia posto
per quello che e', altrimenti ti becchi la critica pesante. Perche' vai
cercando, tu, autore, lo scontro ideologico.

: Per curiosità, cosa ne pensi di Black


: Hawk Down? Per me è un *capolavoro*, lo ritengo senza dubbio il
: miglior film di Scott.

In due parole, un grande film. Ma non il migliore di Scott.


: Anche lì di domande sulla guerra non se ne
: pongono. La guerra è un panorama per costruire un discorso basato
: interamente su questioni di ordine estetico. Questo lo rende
: automaticamente un film "militarista"?

E' di un militarismo che non mi tocca e solo in determinate parti, se non
ricordo male. L'intenzione di Scott non e' quella di porre una
concettualizzazione della guerra, ma solo una questione di rappresentazione.
Il militarismo di Black hawk down, in quelle parti in cui fuoriesce, e' il
militarismo becero di cui sopra, militarismo per militaristi, per chi ha
gia' interiorizzato il concetto.

: La reazione al conflitto.


: La reazione al conflitto non è affatto responsabilità del singolo,
: non in questo film, nella capoccia di Malick, probabilmente sì, ma
: non in LSLR. In LSLR il singolo non reagisce, viene semplicemente
: schiacciato, soggiogato, ricacciato in una dimensione intima ed
: esistenziale. Malick non se lo pone nemmeno il problema di una
: possibile reazione. Il dramma dei protagonisti, anche di chi - come
: il personaggio interpretato da Koteas - si pone il problema del
: rapporto con gli altri, è sempre squisitamente privato. Qual'è dunque
: la "colpa" di Malick?

Ben questa.
Non e' pensabile l'assenza di reazione di fronte alla guerra, e' un concetto
falso in se'. E siccome lo sappiamo sia io che Malick, io deduco che Malick
stia costruendo un discorso ideologico. Il discorso di chi ha interesse ad
espellere un aspetto che non e' eludibile.

: E poi, siamo proprio sicuri che esista un solo modo degno di essere


: *sinceramente* antimilitaristi? Di esprimere la propria avversione
: alla violenza e al male? Non parlo di efficacia pedagogica, o di
: acutezza nell'analisi storica dialettica dei fatti rappresentati, ma
: proprio di dignità artistica (oddio, ho usato "artistico", uno degli
: aggettivi che detesto di più)?

Scusami, ma dell'antimilitarismo non so che farmene. E' un concetto vuoto e
imbroglione. E chi lo cavalca e' in mala fede, se superati i 18 anni.
Mi accontento di capire come sia militarista chi fa film di guerra. E' il
come che conta.

:: E questo *deve* essere detto, anche se gira bene.


:
: *Deve* essere detto da chi ha una concezione imho un po' limitata del
: cinema, dell'arte (oddio, un'altra volta), dello scrivere e parlare di
: entrambe. Visto che sei te, guarda, ti accordo un "punto di vista
: privilegiato" invece che "concezione limitata". Ma nel caso del
: compagno anziano rientriamo piuttosto nel caso di chi non sopporta
: che si parli d'altro che di quello che di più importante c'è al mondo
: (per lui, in questo momento). E, peggio, di chi non riesce neanche a
: ipotizzare che esistano nell'uomo delle angoscie dettate da una
: condizione esistenziale.

Il compagno anziano badera' a se', mi astengo. Dico solo che ogni essere
normodotato ha una precisa percezione dell'angoscia esistenziale. Il fatto
non sta qua. Il fatto sta nel come e dove collocarla.
E ribatto sulla limitatezza (che so essere una espressione anche
benevolente, detta da te a me): non e' limitato chi riesce e decide di
interloquire sul piano dei contenuti di una opera. E' limitato chi omette di
farlo.


: Che sono cazzi amari (non saranno amari in una prospettiva storica, ma


: vallo a dire al depresso, a quello che gli è morto un parente, a
: quello che la donna l'ha lasciato e non riesce a consolarsi) da
: mandare giù, tanto amari quanto la guerra, la povertà, l'ingiustizia
: sociale. Tanto amari da farci un film.

Certo.
Ma non e' il film di Malick, adam.


: P.S.


: E' grave che tu non abbia visto Lord of War di Niccol, sai?

Guarda, l'ha noleggiato stasera mio figlio. Dici che inizia a capire
qualcosa di cinema?

susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 8:57:31 PM1/19/06
to
un fake di Alberto scrive:


: Non sono d'accordo sulla valenza che dai al modo in cui gli indigeni


: vengono presentati da Malick. L'incontro con l'esercito non mi pare
: mostrato come opposizione, come direzione opposta, come parte
: sbagliata: non piu' di quanto non si possano considerare opposizioni,
: reistenze o altro le presenze di alberi, erba o altri ostacoli o
: altre presenze naturali. Ci sono, come ci sono gli alberi, gli
: animali, la luce fra gli alberi. Che non sono visti come cretini solo
: perche' non parlano.

Fermo restando che la funzione metaforica degli indigeni e' questa che dici,
analizziamo la breve sequenza: una colonna di militari avanza e gli si pone,
da lontano e di fronte, un individuo. Militari e individuo mantengono stessa
velocita' e direzione, ma verso opposto. Malick insiste nella sequenza fino
all'incrociarsi, inevitabile, dei due soggetti (anche se uno e' collettivo).
da un punto di vista semiotico questa sequenza ha un solo significato:
opposizione. Acquista un senso aggiuntivo solo quando i due soggetti si
trovano a contatto: indifferenza (dell'indigeno) e limitato sconcerto (del
gruppo). Ora, se Malick non voleva il significato 'opposizione' doveva
optare per una sequenza differente.


: E sono parte della natura. Qualcosa di piu', forse, perche' prima


: accettano Witt fra di loro, poi lo scansano dopo che e' stato
: risucchiato e contaminato dalla guerra e dal male e dalla morte. Ma
: altrimenti sono parte del paesaggio - il vecchio che incrocia una
: colonna di soldati nemmeno alza lo sguardo. Resta indifferente come le
: montagne.

Giusto, anche se precisabile: nella fase introduttiva il buon selvaggio ha
gia' il sentore di morte: la donna ha paura e, anche in questo caso, per via
semiotica: e' un segno che fa paura (non ricordo se la piastrina o la divisa
o tutti e due).
Il buon selvaggio intuisce, annusa, percepisce (non per niente e' un buon
selvaggio); il militare razionalizza, deduce, usa un linguaggio (la
piastrina, la divisa, la spiegazione del fatto).

susanna


susanna

unread,
Jan 19, 2006, 9:05:30 PM1/19/06
to
un fake di Alberto scrive:

: AP <duc...@iaciners.org> wrote:
:
:: Ci ritornero' sul LSLR che ho visto una volta al cinema e l'ho
:: odiato, fin da subito, proprio per questi svolazzi poetici della mdp
:: in mezzo ai soldati che camminano, per questa retorica militaresca,
:: per questo lirismo del sacrificio umano
:
: Ma che sciocchezza.
:
: Nessun lirismo del sacrificio e nessuna retorica militaresca. Solo
: formiche che strisciano in mezzo all'erba, solo che queste hanno una
: divisa e un fucile.


Il lirismo del sacrificio c'e'. Witt e' poco meno di una crocerossina e la
sua funzione narrativa termina con un agone sacrificale. La sequenza e'
esplicita cosi' come la sua 'centralita' nel film.

E dissento sulla soluzione liquidatoria delle formiche.
Le formiche sono gli indigeni e la fauna, gli alberelli e l'erba e il vento
e il mare e il sole.
I soldatini filosofi sono altro, sono cio' che si contrappone alle formiche.
Anelano allo stato di formiche, ma non lo sono. E', tra l'altro, il
conflitto di base che Malick tenta di spacciare.
Scusa, Alberto, ma hai mai sentito di formiche parlare tre ore di seguito?


susanna

susanna

unread,
Jan 19, 2006, 9:09:36 PM1/19/06
to
un fake di Alberto scrive:

: susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:
:
:: Io ho notato la stessa cosa nella scena in cui Witt
:
: Jack (Ben Chaplin)

Si'.


susanna

AP

unread,
Jan 20, 2006, 1:22:27 AM1/20/06
to
On Thu, 19 Jan 2006 01:38:06 +0100, susanna wrote:

> "Questo grande male da dove viene?" (Witt)


What's this war in the heart of nature ?

Why does nature vie with itself?.

The land contend with the sea?

is there an avenging power in nature?

Not one power, but two?
(parte il coretto delle voci angeliche)
(piccoli selvaggini che giocano, con pietre, il coro alza di volume, ora
sono bimbi che nuotano sott'acqua, leggeri, gli angeli cantano piu' forte,
siamo sopra l'acqua, un uomo pagaia felice, e' tutto bellissimo intorno a
lui, e lui sorride, ha la piastrina da militare, il coro scema)

I remember my mother when she was dying.

Looked all shrunk up and gray.

I asked her if she was afraid.

She just shook her head.

l was afraid to touch the death l seen in her.

(lui e' in piedi e adesso gli si vedono i pantaloni, non sorride piu',
vorrei ben vedere, la mammamorta e' una cosa seria)
(i bimbi intorno giocano)
(stacco, immagini di vesti bianche, cuori che battono, suoni d'arpa, e'
casa)

l wondered how it'd be when l died.

What it'd be like to know that this breath now
was the last one you was ever gonna draw.

l just hope l can meet it the same way she did.

With the same... calm.

Cos that's where it's hidden -
the immortality l hadn't seen.

-----
Siamo solo al quinto minuto, e ho gia' cacato tutta l'indocina fino alla
nuova zelanda. E' un film di guerra, occorre ricordarlo, e gia' andare
avanti diventa durissima, e abbiamo gia' scomodato la mammamorta, gli
angeli e la ricerca dell'immortalita', ne faro' 5 minuti al giorno, per i
prossimi 20 giorni, per la nostra gioia.


BTW, l'ara ha detto che lo vedeva e tornava, questo 4 giorni fa', ha detto
che lo vedeva o che andava a parlarci insieme?


--
www.iaciners.org

What did you expect? You just take credit for killing a shark and then
everything would be fine and dandy?

AP

unread,
Jan 20, 2006, 1:58:02 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 01:32:57 +0100, adamski wrote:

> Ma guarda che il tuo post, o almeno la parte del post a cui ho replicato,
> verteva su questioni esclusivamente tecniche e stilistiche.

Si, ma non e' una operazione lecita, chiudi con "lord of war" e io uso
quello per girarti una domanda, vendere armi e' come vendere lavatrici?
Fare un film di guerra, sulla guerra, a favore della guerra, sulla
naturalita' della guerra, e' come farne uno d'amore?

> E ribadisco il
> "diritto" ad astenermi circa qualsiasi cosa io non abbia il tempo o la
> voglia di approfondire senza che chi legge si senta autorizzato a trarre
> conclusioni su ciò che ho tralasciato.

Susanna ha gia' risposto ma io ci metto una codina, cio che hai tralasciato
E' una risposta, in merito a cosa consideri importante o meno.

> A parte che non è che il non essere antimilitarista implichi per forza il
> contrario, posso anche correggere il tiro e convenire, con qualche sforzo,
> che LSLR non sia "abbastanza" antimilitarista.

Il che implica un giudizio, cosa che, per esempio, io non faccio.
Puo' essere militarista o antimilitarista quanto vuole, purche' non ci
siano dubbi sul fatto che lo sia.

> E' una colpa usare la guerra come sfondo? E' una colpa non indagare sulle
> implicazioni storiche e dialettiche quando il tema dichiarato, abbastanza
> esplicitamente, è un altro, di ordine trascendente e spirituale?

Si.

> Non è che si puo' pretendere però che un film parli per forza di cose di
> ciò che interessa a noi. Per curiosità, cosa ne pensi di Black Hawk Down?
> Per me è un *capolavoro*, lo ritengo senza dubbio il miglior film di Scott.

Indecente, vergognoso. Penso che tu sappia che BHD e' una enorme marchetta
commissionata dall'esercito per rimediare a un deterioramente dell'immagine
dell'esercito. Non c'e' una scena dove la cosa non sia evidente.

> Anche lì di domande sulla guerra non se ne pongono.

lol


> E poi, siamo proprio sicuri che esista un solo modo degno di essere
> *sinceramente* antimilitaristi? Di esprimere la propria avversione alla
> violenza e al male?

No, non solo, si puo' anche essere deliberatamente a favore, molti film lo
sono, molti bei film, che sono coerenti "esteticamente" con la loro
rappresentazione.

> *Deve* essere detto da chi ha una concezione imho un po' limitata del
> cinema, dell'arte (oddio, un'altra volta), dello scrivere e parlare di
> entrambe. Visto che sei te, guarda, ti accordo un "punto di vista
> privilegiato" invece che "concezione limitata". Ma nel caso del compagno
> anziano rientriamo piuttosto nel caso di chi non sopporta che si parli
> d'altro che di quello che di più importante c'è al mondo (per lui, in
> questo momento).

A parte che l'andare a morire in guerra potrebbe essere considerato
importante un po per tutti, magari abbiamo avuto culo, noi, nati nella
seconda meta' del secolo e in europa, nel periodo di pace piu' lungo della
nostra storia, la stessa cosa non si puo' dire per altri, io dico che
questo film fa della guerra una cosa poetica, questo e' il problema.
Ammesso che si debba considerare un film solo dal punto di vista estetico,
il che non e' giusto, non per tutti i film, ho iniziato citandoti "al primo
soffio di vento", lo uso ancora perche' forse il senso della citazione e'
sfuggito.
Non mi passerebbe nemmeno per la testa di giudicare politicamente il film
di Provani, ma questo E' un film che dichiara di voler essere un film
ideologicamente schierato fin dal primo minuto, fin dal soldato con la
piastrina che gioca coi bimbi. Non considerarlo da questo punto di vista e'
un limite, ma non mio, e' una operazione deangelisiana, che prende un
discorso di un politico e ne commenta la punteggiatura.
Va bene commentare la puntuggiatura, ma non si puo' ignorare quello che uno
dice.

> E, peggio, di chi non riesce neanche a ipotizzare che
> esistano nell'uomo delle angoscie dettate da una condizione esistenziale.

fanculo le angoscie esistenziali quando ti arrivano le bombe in testa.

> Che sono cazzi amari (non saranno amari in una prospettiva storica, ma
> vallo a dire al depresso, a quello che gli è morto un parente, a quello che
> la donna l'ha lasciato e non riesce a consolarsi) da mandare giù, tanto
> amari quanto la guerra, la povertà, l'ingiustizia sociale. Tanto amari da
> farci un film.

fanculo le angoscie esistenziali se nel frattempo che pensi alla mammamorta
tiri le bombe in testa alla gente.


--
www.iaciners.org

Pedro: They're pretty good, except for one little problem. That little guy
right there. He is nipple number five. A good dairy cow should have, like,
four.

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 2:41:08 AM1/20/06
to
susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Il lirismo del sacrificio c'e'. Witt e' poco meno di una crocerossina e la
> sua funzione narrativa termina con un agone sacrificale. La sequenza e'
> esplicita cosi' come la sua 'centralita' nel film.

Questo e' vero.

Ma non mi basta per parlare di un film sul lirismo del sacrificio. Witt
e' sicuramente un agnello sacrificale, lo strumento con cui Malick
sottolinea il male che colpisce anche l'osservatore sensibile.

Ma gli altri soldati - o almeno molti degli altri soldati - muoiono e
basta. I due che vanno in avanscoperta e vengono seccati in mezzo
all'erba sono uccisi senza nemmeno il beneficio di un campo medio. E
quello scemo di Harrelson che si tira la bomba sulle palle? Lirismo del
sacrificio?

> E dissento sulla soluzione liquidatoria delle formiche.
> Le formiche sono gli indigeni e la fauna, gli alberelli e l'erba e il vento
> e il mare e il sole.
> I soldatini filosofi sono altro, sono cio' che si contrappone alle formiche.

Quando dici "i soldatini filosofi" accorpi tutti insieme personaggi
molto diversi fra loro. Qui dovrei (dovro') rivedere e soprattutto
riascoltare. Ma, per dire, i pensieri di Nick Nolte sono pensieri da
formica, non certo da filosofo.

> Anelano allo stato di formiche, ma non lo sono. E', tra l'altro, il
> conflitto di base che Malick tenta di spacciare.

Non credo di essere d'accordo, ma qui bisogna che riveda. Non vedo
conflitto, vedo giustapposizione - e la differenza non e' sottile.

> Scusa, Alberto, ma hai mai sentito di formiche parlare tre ore di seguito?

Se e' per questo non ne ho mai viste nemmeno con divisa e fucile.
--
UFV:Il laureato(DVD)/Una botta di vita(VHS)/Fantozzi - Il ritorno
(VHS)/Match Point/Il posto delle fragole(DVD)/Histoire d'O(DVD) -
http://www.albertofarina.tk

AP

unread,
Jan 20, 2006, 3:43:20 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 08:41:08 +0100, un fake di Alberto wrote:

> Ma non mi basta per parlare di un film sul lirismo del sacrificio.

Tu taci, che ti basta una parola di 4 lettere, avulsa dalla sua frase,
avulsa dal discorso, avulsa dal contesto per parlare di "film volgare".


> Ma gli altri soldati - o almeno molti degli altri soldati - muoiono e
> basta. I due che vanno in avanscoperta e vengono seccati in mezzo
> all'erba sono uccisi senza nemmeno il beneficio di un campo medio.

Sono gli agnelli del sergentino, che gli dice di andare, e loro non vanno,
gli ripete di andare, e loro non vanno, glielo dice una terza volta, e loro
non vanno... poi si guardano (non dirmi che il tutto non e' meglio di un
"campo medio"), si annuiscono e partono, lo spettatore meno gonzo ha gia'
capito cosa succede, ma ciononostante resta stupito e spiazzato dal
regista, che supera persino l'immaginazione, si alzano insieme in piedi e
insieme, presi di mira da un agente della spectre o da Lucky Luke o peggio,
PAM PAM, si vedono due lampi di luce, due colpi in meno di un secondo,
secchi tutti e due.
Primo piano del sergentino che li ha mandati a sacrificarsi.


> Quando dici "i soldatini filosofi" accorpi tutti insieme personaggi
> molto diversi fra loro.

Accomunati dalla banalita' dei pensieri...


>> Scusa, Alberto, ma hai mai sentito di formiche parlare tre ore di seguito?
>
> Se e' per questo non ne ho mai viste nemmeno con divisa e fucile.

Quindi siamo d'accordo, non sono formiche?


--
www.iaciners.org

adamski

unread,
Jan 20, 2006, 3:48:27 AM1/20/06
to
Tu, susanna, il Fri, 20 Jan 2006 02:42:39 +0100 hai scritto:

>: P.S.
>: E' grave che tu non abbia visto Lord of War di Niccol, sai?
>
> Guarda, l'ha noleggiato stasera mio figlio. Dici che inizia a capire
> qualcosa di cinema?

Chiedigli chi è il personaggio "peggiore" del film, se ti risponde "la
moglie" è sulla buona strada.


--
adamski


"You know, there's like a butt-load of gangs at this school.
This one gang kept wanting me to join because I'm pretty good
with a bo staff"

(Napoleon Dynamite)

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 4:03:26 AM1/20/06
to
Roberto1 (U-N-O) <tit...@libero.it> wrote:

> E la sua morte semi-volontaria

(Di nuovo, devo rivederlo)

Ma...volontaria? Non mi pare che appaia felicissimo quando viene mandato
in missione - ne' quando viene recuperato dal suo Eden iniziale.

Ma e' anche vero che le frasi di apertura, riportate e ovviamente
fraintese da AP in questo thread, forse vanno anche lette legandole al
finale. Il desiderio di Witt di saper accettare la morte - come sua
madre tempo prima - con una calma che le toglie le connotazioni piu'
spaventose.

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 4:09:26 AM1/20/06
to
AP <duc...@iaciners.org> wrote:

> On Fri, 20 Jan 2006 08:41:08 +0100, un fake di Alberto wrote:
>
> > Ma non mi basta per parlare di un film sul lirismo del sacrificio.
>
> Tu taci, che ti basta una parola di 4 lettere, avulsa dalla sua frase,
> avulsa dal discorso, avulsa dal contesto per parlare di "film volgare".

No, sciocchino, "Lady Henderson" non e' un film volgare ma solo un film
mediocre. Che usa certe volgarita' come scorciatoie per cercare di dare
l'impressione di avere disegnato dei personaggi.

> > Ma gli altri soldati - o almeno molti degli altri soldati - muoiono e
> > basta. I due che vanno in avanscoperta e vengono seccati in mezzo
> > all'erba sono uccisi senza nemmeno il beneficio di un campo medio.
>
> Sono gli agnelli del sergentino, che gli dice di andare, e loro non vanno,
> gli ripete di andare, e loro non vanno, glielo dice una terza volta, e loro
> non vanno... poi si guardano (non dirmi che il tutto non e' meglio di un
> "campo medio"), si annuiscono e partono, lo spettatore meno gonzo ha gia'
> capito cosa succede, ma ciononostante resta stupito e spiazzato dal
> regista, che supera persino l'immaginazione, si alzano insieme in piedi e
> insieme, presi di mira da un agente della spectre o da Lucky Luke o peggio,
> PAM PAM, si vedono due lampi di luce, due colpi in meno di un secondo,
> secchi tutti e due.
> Primo piano del sergentino che li ha mandati a sacrificarsi.

Lampi di luce? Non sono il solo che deve rivederlo.

> > Quando dici "i soldatini filosofi" accorpi tutti insieme personaggi
> > molto diversi fra loro.
>
> Accomunati dalla banalita' dei pensieri...

Trascrivi un po' dei pensieri di Nick Nolte, dai.

> >> Scusa, Alberto, ma hai mai sentito di formiche parlare tre ore di seguito?
> >
> > Se e' per questo non ne ho mai viste nemmeno con divisa e fucile.
>
> Quindi siamo d'accordo, non sono formiche?

Se uno ti dice "mi sento a pezzi" tu sei convinto che sia stato appena
amembrato, giusto?

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 4:17:50 AM1/20/06
to
susanna <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> : Non sono d'accordo sulla valenza che dai al modo in cui gli indigeni
> : vengono presentati da Malick. L'incontro con l'esercito non mi pare
> : mostrato come opposizione, come direzione opposta, come parte
> : sbagliata: non piu' di quanto non si possano considerare opposizioni,
> : reistenze o altro le presenze di alberi, erba o altri ostacoli o
> : altre presenze naturali. Ci sono, come ci sono gli alberi, gli
> : animali, la luce fra gli alberi. Che non sono visti come cretini solo
> : perche' non parlano.
>
> Fermo restando che la funzione metaforica degli indigeni e' questa che dici,
> analizziamo la breve sequenza: una colonna di militari avanza e gli si pone,
> da lontano e di fronte, un individuo. Militari e individuo mantengono stessa
> velocita' e direzione, ma verso opposto. Malick insiste nella sequenza fino
> all'incrociarsi, inevitabile, dei due soggetti (anche se uno e' collettivo).
> da un punto di vista semiotico questa sequenza ha un solo significato:
> opposizione.

Opposizione puo' voler dire tante cose. Non sono un ignegnere, quindi
andro' per approssimazione, ma non credo che sia esattamente la stessa
cosa quando due forze uguali si oppongono - e danno come risultato zero,
annullandosi una nell'altra (oppure, se una delle due e' maggiore
dell'altra, danno una risultante che e' la differenza algebrica fra una
e l'altra)... e quando due forze si passano una accanto all'altra, senza
influire.

Una cosa e' se giochiamo al tiro alla fune. Una cosa e' se scorriamo su
due corsie parallele, io verso Parma e tu verso Roma.

Ora vedi tu quale e' il caso della scena di cui stiamo parlando.

> Acquista un senso aggiuntivo solo quando i due soggetti si
> trovano a contatto: indifferenza (dell'indigeno) e limitato sconcerto (del
> gruppo). Ora, se Malick non voleva il significato 'opposizione' doveva
> optare per una sequenza differente.

Enno'. Se pure Malick vuole farti ipotizzare un'opposizione, e' sempre
Malick che poi ti mostra che non di opposizione si tratta. Questo
avvalora, semmai, la lettura di non opposizione: la mancata
soddisfazione dell'aspettativa di essa ne rafforza l'assoluta assenza.

> : E sono parte della natura. Qualcosa di piu', forse, perche' prima
> : accettano Witt fra di loro, poi lo scansano dopo che e' stato
> : risucchiato e contaminato dalla guerra e dal male e dalla morte. Ma
> : altrimenti sono parte del paesaggio - il vecchio che incrocia una
> : colonna di soldati nemmeno alza lo sguardo. Resta indifferente come le
> : montagne.
>
> Giusto, anche se precisabile: nella fase introduttiva il buon selvaggio ha
> gia' il sentore di morte: la donna ha paura e, anche in questo caso, per via
> semiotica: e' un segno che fa paura (non ricordo se la piastrina o la divisa
> o tutti e due).
> Il buon selvaggio intuisce, annusa, percepisce (non per niente e' un buon
> selvaggio); il militare razionalizza, deduce, usa un linguaggio (la
> piastrina, la divisa, la spiegazione del fatto).

Direi che su questo sono d'accordo.

Dammi qualche giorno per rivedermelo, e magari vedere anche questo
famigerato "The New World", poi torno.


--
UFV:Il laureato(DVD)/Una botta di vita(VHS)/Fantozzi - Il ritorno

(VHS)/Match Point/Il posto delle fragole(DVD)/Histoire d'O(DVD) -
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Roberto1 (U-N-O)

unread,
Jan 20, 2006, 4:26:51 AM1/20/06
to

"adamski" <act...@iaciners.org> ha scritto nel messaggio
news:gee2y4suxcfj$.dlg@actuals.it...

> On Thu, 19 Jan 2006 19:10:39 +0100, susanna wrote:
>
> [cut]
Quoto perchè sono d'accordo.

> La reazione al conflitto.
> La reazione al conflitto non è affatto responsabilità del singolo, non in
> questo film, nella capoccia di Malick, probabilmente sì, ma non in LSLR.
> In
> LSLR il singolo non reagisce, viene semplicemente schiacciato, soggiogato,
> ricacciato in una dimensione intima ed esistenziale. Malick non se lo pone
> nemmeno il problema di una possibile reazione.

Qui non sono d'accordo, no, o forse non capisco che intendete. Non vi sembra
che il personaggio di caviezel, pur con tutta la sua debolezza e
indecisione, sia chiaramente concepito come in conflitto e in antitesi
rispetto agli altri? Che da lui si muova una reazione, che da lui si
inneschi un qualche genere di dialettica che finisce per influenzare gli
altri, che vengono "convertiti" pur imperfettamente e confusamente, chi più
chi meno, al suo punto di vista?
Anche da un punto di vista formale, visto che il voice-over originario è
suo.

E poi non è ripiegato esclusivamente nel privato, caviezel: sente fortemente
la responsabilità nei confronti dei commilitoni (il che non fa certo di lui
un ideologo o un riformatore, intendiamoci. Malick rappresenta coscienze
imperfette, in fieri).


AP

unread,
Jan 20, 2006, 4:29:40 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 10:09:26 +0100, un fake di Alberto wrote:

>>> Ma non mi basta per parlare di un film sul lirismo del sacrificio.
>>
>> Tu taci, che ti basta una parola di 4 lettere, avulsa dalla sua frase,
>> avulsa dal discorso, avulsa dal contesto per parlare di "film volgare".
>
> No, sciocchino, "Lady Henderson" non e' un film volgare ma solo un film
> mediocre. Che usa certe volgarita' come scorciatoie per cercare di dare
> l'impressione di avere disegnato dei personaggi.

whatever, ma ti basta per il "lirismo del sacrificio" o no?

>> PAM PAM, si vedono due lampi di luce, due colpi in meno di un secondo,
>> secchi tutti e due.
>> Primo piano del sergentino che li ha mandati a sacrificarsi.
>
> Lampi di luce? Non sono il solo che deve rivederlo.

I due colpi, si vedono bene.



> Trascrivi un po' dei pensieri di Nick Nolte, dai.

Ok.



>>>> Scusa, Alberto, ma hai mai sentito di formiche parlare tre ore di seguito?
>>>
>>> Se e' per questo non ne ho mai viste nemmeno con divisa e fucile.
>>
>> Quindi siamo d'accordo, non sono formiche?
>
> Se uno ti dice "mi sento a pezzi" tu sei convinto che sia stato appena
> amembrato, giusto?

Giusto, quindi non sono formichine, sono soldati, siamo d'accordo?


--
www.iaciners.org

Lorenzo

unread,
Jan 20, 2006, 4:31:29 AM1/20/06
to
Mr. Russell Coutts il 19/01/2006 alle 19.59.50 ha scritto:

> Mi e' sfuggito il pezzo "ruoli di combattimento attivi".
> I soldati di colore combattevano si'.

Mi son fatto traviare dal cuoco di Pearl Harbor... o forse per la
marina c'erano regole diverse.


--
Lorenzo


AP

unread,
Jan 20, 2006, 4:48:03 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 10:03:26 +0100, un fake di Alberto wrote:

> Ma e' anche vero che le frasi di apertura, riportate e ovviamente
> fraintese da AP in questo thread, forse vanno anche lette legandole al
> finale. Il desiderio di Witt di saper accettare la morte - come sua
> madre tempo prima - con una calma che le toglie le connotazioni piu'
> spaventose.

Certo che vanno lette insieme, soprattutto l'apologo dell'immortalita'.

Se adesso ci alziamo tutti in piedi possiamo intonare insieme i Puritani,
riporto le parole:

Suoni la tromba, e intrepido
Io pugnerò da forte;
Bello è affrontar la morte
Gridando: libertà!
Amor di patria impavido
Mieta i sanguigni allori,
Poi terga i bei sudori
E i pianti la pietà.
All'alba!

E per chi ne ha nostalgia:

http://www.italia-rsi.org/cantiitalia/canfascivent.htm

--
www.iaciners.org

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 4:55:40 AM1/20/06
to
AP <duc...@iaciners.org> wrote:

Vedo che mi ero illuso pensando che fossi in grado di discutere di
questo film con un minimo di lucidita'. Sorry.

Se hai voglia di abbinare il senso delle parole che su citi con
qualsiasi sequenza di LSLR ti leggero' con interesse, altrimenti
parliamo pure ancora di Lady Henderson, o del tempo, cosi' in amicizia.
Magari invitiamo pure Scirio.

Roberto1 (U-N-O)

unread,
Jan 20, 2006, 5:04:07 AM1/20/06
to

"un fake di Alberto" <sin...@iaciners.org.invalid> ha scritto nel messaggio
news:1h9gjru.1h0h30mk0oym9N%sin...@iaciners.org.invalid...

> Roberto1 (U-N-O) <tit...@libero.it> wrote:
>
>> E la sua morte semi-volontaria
>
> (Di nuovo, devo rivederlo)
>
> Ma...volontaria?

La sua morte è semi-volontaria (alza il fucile, poteva non farlo, no? E i
giapponesi gli sparano. E' lui che si suicida), e, se non ricordo male,
influisce indirettamente sui compagni, anche sul tenente (o capitano..)
cinico che gli fa da antagonista. E non è certo una "bella morte"
sacrificale e guerrafondaia, è un abbandonarsi, un lasciarsi andare, un
cedere.
Insomma, il suo punto di vista "filosofico" (che non mi pare proprio
riconducibile alla mera formula: è meglio morire, è meglio rientrare
nell'essere, tanto nun ce sta niente a fà. Semmai è una richiesta di
"maggior coscienza") tende ad influenzare gli altri, a farsi collettivo,
fecondo.
(Da cui l'inqudratura finale del germoglio, che nella rece di susanna sembra
essere contradditoria, e che a me invece è parsa la conclusione perfetta del
film)

un fake di Alberto

unread,
Jan 20, 2006, 5:07:42 AM1/20/06
to
AP <duc...@iaciners.org> wrote:

> >> PAM PAM, si vedono due lampi di luce, due colpi in meno di un secondo,
> >> secchi tutti e due.
> >> Primo piano del sergentino che li ha mandati a sacrificarsi.
> >
> > Lampi di luce? Non sono il solo che deve rivederlo.
>
> I due colpi, si vedono bene.

http://rojking.altervista.org/immagini/LSLR.jpg

E' il fotogramma col colpo che becca il secondo soldato. Non e' il lampo
di luce che indica lo sparo, e' l'impatto del proiettile sul corpo.

Quando l'avrai rivisto, fai un fischio, eh.

AP

unread,
Jan 20, 2006, 5:16:25 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 11:07:42 +0100, un fake di Alberto wrote:

>> I due colpi, si vedono bene.
>
> http://rojking.altervista.org/immagini/LSLR.jpg
>
> E' il fotogramma col colpo che becca il secondo soldato. Non e' il lampo
> di luce che indica lo sparo, e' l'impatto del proiettile sul corpo.

Non ti seguo, si vedono i lampi bianchi, siamo d'accordo?

Dov'e' il problema?

E perche' e' cosi' importante?


--
www.iaciners.org

Lorenzo

unread,
Jan 20, 2006, 5:22:38 AM1/20/06
to
Mr. susanna il 19/01/2006 alle 17.35.12 ha scritto:

>
> "Non pensavo che ci fossero dei negri, nel 9^ Cavalleria" (I dannati e gli
> eroi, J. Ford)
>
> Ho sentito, di questa cosa. Ma i conti non mi tornano. Il 9° cavalleria, ad
> esempio, e' stato (e', dato che ne faceva parte anche Colin Powell,
> se non
> ricordo male) un reparto a maggioranza nera. Ricordo pure che il Vaticano
> chiese agli Alleati di non far entrare a Roma le truppe di colore. Ci sono i
> dati di questo NAACP (National Association Advancement Colored People), che
> parla di migliaia di ufficiali neri nella IIGM.

Non dico che non ci fossero neri nell'esercito. Come ha detto Russell
non esistevano reparti misti. Sulle spiagge del d-day secondo S.
Ambrose ad esempio di neri non ce ne sono stati assolutamente. Più che
altro i neri non avevano ruoli diretti di combattimento ma, sempre come
ha detto Russell, sicuramente c'erano reparti che facevano eccezione
(non so se in tutte le armi).


> Naturalmente la segregazione razziale, abolita solo negli anni '60, era
> adeguatamente applicata; magari ghettizzando i reparti o negando diritti. Ma
> mi suona veramente strano che non mandassero a macellare proprio i servi.

Anche a me.

Vedremo Spike Lee cosa dice in proposito.


--
Lorenzo


AP

unread,
Jan 20, 2006, 5:37:40 AM1/20/06
to
On Fri, 20 Jan 2006 10:55:40 +0100, un fake di Alberto wrote:

> Vedo che mi ero illuso pensando che fossi in grado di discutere di
> questo film con un minimo di lucidita'. Sorry.

Dove manca la lucidita'?

Se ti dico che e' un apologo dei valori fascisti, cosa cambia se lo scrivo
o se lo canto?
(cantata mi sembrava piu' simpatica)

Mi ricollego al discorso sui valori dell'inizio secolo, del quale si
discuteva ieri, forse con adam, QUELLA e' la poesia della quale qualcuno
sembra avere nostalgia, e quella poesia ha portato al fascismo.

E alle frasi d'apertura, che tu dici che ho frainteso, spiegami come, io
leggo l'apologo della dolce morte, dell'eroismo che porta all'immortalita',
della morte silenziosa e dignitosa, il film ci apre e ci chiude con quello,
del lirismo del sacrificio, che non e' gia' nei due soldatini, ma in tutti
i cori d'angeli e arpa che accompagnano le morti dei soldati.

Io ho la mia tesi, esplicitata, e tu e altri la contestate, ma la vedo
dura, il film lo dichiara in quelle prime parole, che posso tradurre, ma
che anche a chi l'inglese non lo masterizza, sono chiare, il soffio finale,
l'anelito d'immortalita', e tutto il resto.

Mi son preso una pausa, rispondendo al tuo motteggio poco simpatico
(scirio) con un esempio senz'altro piu' simpatico.
Quel periodo c'e' stato, e allora?
Per me, se la si vuole buttare tutta nel solito sciacquone, buttiamo anche
questo, pero' non accetto paralleli tra inizio secolo e la fine... tra
Bellini e Malick c'e' oltre un secolo, andiamo avanti.


--
www.iaciners.org

Lorenzo

unread,
Jan 20, 2006, 5:39:51 AM1/20/06
to
Mr. Moritz Benedikt il 19/01/2006 alle 19.41.15 ha scritto:

> Falso.
> C'era la segregazione (fino al famoso episodio del sangue per la Croce Rossa
> segregato) ma le truppe americane di colore combatterono, anche se
> all'inizio vi furono resistenze dal MoW. Vi furono persino squadriglie aeree
> all-blacks.

Addette soprattutto a voli di servizio. Cosi come in fanteria la
maggioranza aveva ruoli di supporto. Nei paracadutisti neri non ce
n'erano. In marina erano tutti cuochi o macchinisti.

> Vero è che la larga maggioranza delle truppe di colore combatte' in Europa e
> non nel Pacifico: si temeva che potessero simpatizzare con i 'colorati'
> nipponici.

E in Africa invece?

> La segregazione venne abolita da Truman nel 1948, grazie anche al fatto che
> molti soldati neri si erano distinti ed erano stati decorati.

Eppure qualche differenza deve esserci fra guerra del Vietnam e 2a g.m.
Mi sembra evidentissimo.
Forse Ford era di parte e ha ripreso solo i bianchi il 6/6/44? Non
credo.

--
Lorenzo


dalai lamah

unread,
Jan 20, 2006, 7:10:57 AM1/20/06
to
Un bel giorno susanna digitò:

> Perche' e' un fascistone?
> Ma perche' per le sue sbrodolate esistenzialiste mi sceglie la guerra,
> ovvero l'atto sociale per eccellenza. Espelle senza appello la storia e i
> rapporti tra gli uomini strumentalizzando l'atto sociale definitivo come
> atto individuale definitivo. Attenzione, il discorso di Malick *non* e'
> metaforico (es. Coppola in Apocalypse), e' *diretto*. La guerra non e'
> nient'altro che la natura, non e' un discorso a piu' livelli.

Mi sembra che Malick si limiti a mostrare la natura e l'umanità come entità
passive e indifferenti, non esprimendo giudizi di alcun genere (men che
meno fascistoni).

--
asd

dalai lamah

unread,
Jan 20, 2006, 7:10:59 AM1/20/06
to
Un bel giorno susanna digitò:

> Le formiche sono gli indigeni e la fauna, gli alberelli e l'erba e il vento

> e il mare e il sole.
> I soldatini filosofi sono altro

Giustificano le loro azioni da formiche pregnandole di significati. Sono
formiche che credono di non esserlo.

--
asd

susanna

unread,
Jan 20, 2006, 8:24:47 AM1/20/06
to
dalai lamah scrive:

:: Perche' e' un fascistone?


Mostrare l'umanita' in guerra e sostenere che e' una "umanita' passiva" non
e' un giudizio?
La prossima volta ti tolgo il Nobel.


susanna


susanna

unread,
Jan 20, 2006, 8:37:54 AM1/20/06
to
un fake di Alberto scrive:

:: E la sua morte semi-volontaria


:
: (Di nuovo, devo rivederlo)
:
: Ma...volontaria? Non mi pare che appaia felicissimo quando viene
: mandato in missione - ne' quando viene recuperato dal suo Eden
: iniziale.


Non sara' felice, ma per la missione suicida (l'attacco al bunker sulla
collina) si offre volontario.

: Ma e' anche vero che le frasi di apertura, riportate e ovviamente


: fraintese da AP in questo thread, forse vanno anche lette legandole al
: finale. Il desiderio di Witt di saper accettare la morte - come sua
: madre tempo prima - con una calma che le toglie le connotazioni piu'
: spaventose.

Witt e' il signore della morte. Witt e' Malick. Witt impersonifica una
teologia precisa e geometrica, scritta prima sui libri e tradotta quindi per
immagini.


susanna

susanna

unread,
Jan 20, 2006, 8:45:03 AM1/20/06
to
Roberto1 (U-N-O) scrive:

:: Ma...volontaria?


:
: La sua morte è semi-volontaria (alza il fucile, poteva non farlo, no?
: E i giapponesi gli sparano. E' lui che si suicida), e, se non ricordo
: male, influisce indirettamente sui compagni, anche sul tenente (o
: capitano..) cinico che gli fa da antagonista.

Non influisce. Penn, sulla sua tomba, lo rimprovera. Witt non puo' influire,
nulla influisce su niente, in questo film. Le tesi sono poste solamente,
nessun movimento in nessun luogo. Solo per se' stessi.

: E non è certo una


: "bella morte" sacrificale e guerrafondaia, è un abbandonarsi, un
: lasciarsi andare, un cedere.


Un tendere. Witt va verso la morte come unica risoluzione, come destino,
come realizzazione. Witt si offre volontario per una missione suicida, pero'
fa anche la crocerossina, cioe' e' schizofrenico.
Witt cerca di opporsi al suo fato, ma c'ha qualcosa dentro che lo spinge
verso il finale.

: Insomma, il suo punto di vista "filosofico" (che non mi pare proprio


: riconducibile alla mera formula: è meglio morire, è meglio rientrare
: nell'essere, tanto nun ce sta niente a fà. Semmai è una richiesta di
: "maggior coscienza") tende ad influenzare gli altri, a farsi
: collettivo, fecondo.

Non feconda nulla. Devi dimostrare dove avviene. Il germoglio lo fa
fecondare il regista; nel film i rapporti tra i personaggi non mutano.

: (Da cui l'inqudratura finale del germoglio, che nella rece di susanna


: sembra essere contradditoria, e che a me invece è parsa la
: conclusione perfetta del film)

E' lo specchietto per le allodole, e una pessima soluzione registica. E' una
giustapposizione, addirittura trans-filmica: in The new world il germoglio
diventa albero (cioe' l'inquadratura finale e' un albero).

susanna


susanna

unread,
Jan 20, 2006, 9:01:47 AM1/20/06
to
dalai lamah scrive:

: Un bel giorno susanna digitò:


Ti rido' il Nobel.


susanna

klein

unread,
Jan 20, 2006, 9:04:52 AM1/20/06
to

susanna ha scritto

> La retorica di Malick e' "militarista" nel momento in cui si astiene dal
> collocare la guerra come conflitto storico-sociale, rigettandola tra le
> ragioni interiori dell'io, ovvero considerandola parte di natura, seppur
> negativa.

dove di preciso avresti rilevato questa "considerazione"? o il fatto che
witt, da quel povero illuso idealista che e', si ponga delle domande cosi
platealmente "interiori" ma neanche tanto generiche sui perche' e i percome
della guerra - chiedendosi ti ricordo non solo metafisicamente da dove
venga questo male ma anche CHI sia a derubarci della vita e della luce (e
il film questo CHI lo mostra e vi allude con precisione lucidissima, altro
che espulsione della storia e dei rapporti tra gli uomini!) - ti autorizza
automaticamente a dire che malick ci voglia convincere o pensi seriamente
che la guerra sia una "ragione interiore dell'io"?

l'unico riferimento che ho sentito a questa stronzata di equivalenza
natura/guerra e' da parte del colonello coso, nick nolte ("la natura e'
crudele, staros" - tra l'altro a supporto di tutto cio' sarebbe bastato
cosi' poco a malick mostrarci il coccodrillone iniziale che azzanna qualche
preda, e invece il coccodrillo che fine fa? impacchettato dai soldati e
portato in giro sul camion...), posta nel modo piu' esplicito e "retorico"
da malick come un alibi di merda per giustificare il cinismo e la
meschinita' vendicativa di questo perfetto rappresentante del perche' del
male del mondo, configurato comunque anche lui come la solita rotella
dell'ingranaggio perverso per cui, come dice sean penn dalla cui bocca esce
tutto il contrario della brodaglia filosofica in cui vorresti annegare
unilateralmente il film, "un uomo da solo non conta niente in questo
mondo".

al limite il film si sforza di mostrare il contrario e cioe' l'ovvia
innaturalita' e totale assurdita' e surrealta' di una guerra iscritta in
quel contesto. e' perfino john travolta, altra ovvia pedina del male
sociale che sovrintende alla guerra, a chiedersi molto prosaicamente
perche', ma perche' i giapponesi hanno scelto di mettere un campo
d'aviazione proprio li' (domanda che non interessa affatto l'ottuso nolte
che pensa solo ad arraffare l'ultima occasione di gloria che gli si
presenta), dando immediatamente il tono dell'assurdo a tutto il film. ed
ecco perche' malick non ha scelto di parlare dello sbarco in normandia o
dell'assedio di stalingrado, guadalcanal, questo paradiso incontaminato,
gli da proprio l'occasione perfetta per sviluppare visivamente la sua tesi
dell'antinaturalita' e irrazionalita' allucinante del conflitto, di un
mondo che come dice ancora sean pean "si sta trasformando velocemente in un
inferno", irrazionalita' supportata tra l'altro da un'organizzazione e
pianificazione della battaglia che malick con penetrante lucidita' e
pignoleria storica - altro che soldati tutti bianchi! - ci mostra in tutta
la sua criminale approssimazione (" se non sanno che questa spiaggia e'
deserta cosa sanno?").


BArrYZ

unread,
Jan 20, 2006, 9:04:14 AM1/20/06
to

"susanna" <su...@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:43d0ed47$0$1084$4faf...@reader1.news.tin.it...

Forse in questo caso volevi dire:" Tie', ri-pjatelo ".

--
BArrYZ

[_Sign?_]


Danny Rose

unread,
Jan 20, 2006, 9:10:49 AM1/20/06
to

AP <duc...@iaciners.noto> wrote in message
17u7xq629gl5w$.1q7125sd04153$.dlg@40tude.net...

> Concepisci la morale o tendi all'amoralita'?

La concepisco applicata ai comportamenti nella vita reale, non all'arte.
Della moralità nelle opere d'arte non potrebbe importarmene di meno, mi pare
un'infinocchiatura pura e semplice.

> Qualunque regola e' una censura?

Ogni disciplina artistica ha le *sue* regole. Non c'è bisogno d'altro. Può
essere buona o cattiva. Non bisogna chiederle di essere pedagogica o
socialmente utile; se è fatta bene lo è già, anche quando non ce ne
accorgiamo.

dR


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