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[XPOST] Into the Wild

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Px

unread,
Feb 12, 2008, 6:29:04 PM2/12/08
to
Crossposto su IAMR perchè anche gli amici musici hanno tessuto ampie
lodi di questo film :)
Non dirò cose nuove, perchè mi sono imbattuto in un lungo post di
adamski il quale, anche se mi odia, ha scritto per filo e per segno
esattamente ciò che penso io di questo film [colonna sonora a parte]:
http://tinyurl.com/yoc5gy

Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
minimo ritegno, pubblico trattato come bambini dell'asilo, concetti
ripetuti più volte allo sfinimento cambiando solo narratore o
situazione, luoghi comuni cinematografici a volontà, praticamente lo
svolgimento di ogni scena è chiaro fin dal primo istante.
Un'irritazione tale che gli unici momenti di pace sono le inutili e
zuccherose riprese naturalistiche.
L'acclamata colonna sonora, imbarazzante nella sua banalità e
programmaticità [i testi in sovraimpressione acuiscono la sensazione
di essere a un meeting infrociante, modello Stefania Nobile che cerca
di venderti una crema].

A distanza di un paio di giorni mi è sovvenuto il possibile paragone
con la Straight Story di Lynch, altro mondo.

Tuttavia non è difficile capire gli entusiasti, sono probabilmente
entusiasti di quei luoghi, della "americanità", dell'impatto visivo,
delle idee del protagonista, la gente che si immedesima nei personaggi
e vive i film esclusivamente di pancia, ecco, questo è il film giusto
per loro.

Per IAMR: bastonatemi pure, che su iacine sono già impegnato a
litigare su EELST :)

Gadison Maside (il_poetO)

unread,
Feb 12, 2008, 9:09:20 PM2/12/08
to

"Px" <chied...@etelodo.it> ha scritto nel messaggio
news:i6a4r31bfqudoc7qb...@4ax.com...


> Crossposto su IAMR perchè anche gli amici musici hanno tessuto ampie
> lodi di questo film :)
> Non dirò cose nuove, perchè mi sono imbattuto in un lungo post di
> adamski il quale, anche se mi odia, ha scritto per filo e per segno
> esattamente ciò che penso io di questo film [colonna sonora a parte]:
> http://tinyurl.com/yoc5gy
>
> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
> minimo ritegno, pubblico trattato come bambini dell'asilo, concetti
> ripetuti più volte allo sfinimento cambiando solo narratore o
> situazione, luoghi comuni cinematografici a volontà, praticamente lo
> svolgimento di ogni scena è chiaro fin dal primo istante.

Credo che il tuo concetto massimo di frontiera sia il Piave :)
La forza della vicenda narrata da Into the Wild sta proprio nel riproporre
la metafora/parabola americana per eccellenza: la frontiera come zona
liminale, come soglia, che pone in un serrato rapporto dialettico le
possibilità del sé, con un territorio così vasto da sembrare un grande
abbraccio, ma che spesso si configura non solo come scena, ma come arbitro
del destino di chi lo abita. Un paese/padre, insomma.
Forse a non essere americani ci si perde un po'. Whitman però potrebbe dare
una mano.
Insomma, difendo la vicenda che mi ha preso a tal punto da mandare a ramengo
il mio occhio critico :) Per un giudizio complessivo, attendo una seconda
visione.
Ciao

cuccuhead

unread,
Feb 12, 2008, 10:33:55 PM2/12/08
to
Px wrote:
> Crossposto su IAMR perchè anche gli amici musici hanno tessuto ampie
> lodi di questo film :)
> Non dirò cose nuove, perchè mi sono imbattuto in un lungo post di
> adamski il quale, anche se mi odia, ha scritto per filo e per segno
> esattamente ciò che penso io di questo film [colonna sonora a parte]:
> http://tinyurl.com/yoc5gy

Allego recensione trovata in giro. Pizz, indovina il recensore (hint:
somiglia al protagonista di Into the wild, ma gira in vespa)

per quanto mi riguarda, into the wild è una cagata pazzesca. retorico,
buonista, pretenzioso, forzato, banale, finto (e ce ne vuole a far
sembrare finta una - presunta - storia vera). e non solo per la colonna
sonora, che grazie alla ridondante voce dell'odioso vedder asseconda
adeguatamente il ridondante film, ma tutto (sceneggiatura, recitazione,
dialoghi, concetti) contribuisce a dare una patina artificiosa e
americana al primo vero passo falso di sean penn. In confronto i seppur
mediocri american gangster e sogni e delitti sembrano dei capolavori
visto che, se non altro, non annoiano e non stancano. e, soprattutto,
non si prendono così sul serio.
a conti fatti il film meno peggio che mi sia capitato di vedere tra le
novità delle ultime settimane è il furbissimo quanto ruffianissimo juno,
e ho detto tutto.

===

Notare il commento sulla "patina artificiosa e americana", come se le
due cose andassero insieme. Mi pare che ci sia un problema culturale e
che il film sia difficilmente esportabile, come sottolinea l'amico PoetO.

[Poi non voglio nemmeno pensare agli scempi del doppiaggio o dei
sottotitoli, ecco]

markav

unread,
Feb 13, 2008, 3:00:29 AM2/13/08
to
Px ha scritto:

> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
> minimo ritegno,

beh, quanti modi ci sono per raccontare un suicidio? ovvio che c'è
retorica, non è un documentario di NetGeo...

--
"SCAVARE BISOGNA!"
Marco
http://www.flickr.com/photos/markav/
http://clouder.deviantart.com/gallery/
"us ved che con la digitela i rulì i gosta poc!" - (by raga)

adamski

unread,
Feb 13, 2008, 3:35:49 AM2/13/08
to
Il Tue, 12 Feb 2008 19:33:55 -0800, cuccuhead ha scritto:

> [Poi non voglio nemmeno pensare agli scempi del doppiaggio o dei
> sottotitoli, ecco]

Che avevano i sottotitoli che non andavano? Dovevano doppiare anche le
canzoni come nei cartoni Disney?

--
UFV:Il vento fa il suo giro / La guerra di Charlie Wilson / Cloverfield /
Into the Wild / American Gangster / Leoni per agnelli / Halloween - The
Beginning / The Party / Fronte del porto / L'assassinio di Jesse James

AP

unread,
Feb 13, 2008, 3:38:22 AM2/13/08
to
Il Wed, 13 Feb 2008 09:00:29 +0100, markav ha scritto:

> beh, quanti modi ci sono per raccontare un (SPOILER EDITED)


La retorica comicia alla scena #1 e non ci molla mai.

DJreedoo

unread,
Feb 13, 2008, 5:22:51 AM2/13/08
to

> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
...

straquoto tutto
Una Storia Vera, Forrest Gump, Golden Boy e Siddharta ricuciti insieme con
inutili chilometri di pellicola e piglio filosofico degno d'un Ricky
Memphis

(ad oggi, la top - ehm - 4 mi risulta cosě: Jesse james, La Promessa
dell'Assassino, Paranoid Park e - massě - Cloverfield)

--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Px

unread,
Feb 13, 2008, 7:00:17 AM2/13/08
to

Sì la cosa incredibile è la costanza, un'onda unica e ininterrotta, un
pressing che manco Sacchi...


Bogus

unread,
Feb 13, 2008, 7:01:45 AM2/13/08
to
Gadison Maside (il_poetO) ha scritto:

> Credo che il tuo concetto massimo di frontiera sia il Piave :)
> La forza della vicenda narrata da Into the Wild sta proprio nel riproporre
> la metafora/parabola americana per eccellenza: la frontiera come zona
> liminale, come soglia, che pone in un serrato rapporto dialettico le
> possibilità del sé, con un territorio così vasto da sembrare un grande
> abbraccio, ma che spesso si configura non solo come scena, ma come arbitro
> del destino di chi lo abita. Un paese/padre, insomma.

sì tutto bello e commovente ma 'la vicenda' me la leggo nel libro, anzi
nel soggetto che faccio prima. un film dovrebbe essere un'altra cosa.

> Forse a non essere americani ci si perde un po'.

ma dove vuoi perderti, che si inizia con una poesia sui massimi sistemi
scritta, poi letta, poi cantata e nel frattempo illustrata ad immagini in
stile videoclip? il tutto poi riproposto una dozzina di volte? non ci si
può perdere. la retorica è nella forma: ridondante, didascalica,
paternalistica, cosmetica e nostalgica più di rob zombie. un cinema che
potrebbe essere ineffabile e invece è ricoperto di parole e pleonasmi. la
frontiera è una cosa che non c'è nel film. nulla di male eh, ma è
importante capirlo: per inquadrare into the wild come un doppio cd (ben
fatto, piacevole, consolatorio, carino blah) di una band neoprog o di
quelle che ascoltano i muffosi di iamr.
in tim treadwell che si mette a posto la frangetta, lì invece sì che ci si
perde.
no?


--
Bog

Px

unread,
Feb 13, 2008, 7:02:04 AM2/13/08
to
DJreedoo wrote:

> straquoto tutto

non puoi essere tu :)

> La Promessa dell'Assassino,

semidelusion, anche trequartidelusion

> Paranoid Park

perso, purtroppo.

> Cloverfield

me lo risparmio :)


Px

unread,
Feb 13, 2008, 7:04:19 AM2/13/08
to
Gadison Maside (il_poetO) wrote:

> a ramengo il mio occhio critico :)

quoto :)


/ times

unread,
Feb 13, 2008, 7:32:57 AM2/13/08
to
Il Wed, 13 Feb 2008 13:02:04 +0100, Px ha scritto:

> DJreedoo wrote:
>> La Promessa dell'Assassino,

> semidelusion, anche trequartidelusion

Bellissimo (anche io come il poetO spesso mi concedo all'estasi senza
critica; c'č da dire che anzi nel mondo del cinema mi lascio guidare
dall'istinto molto piů che in musica).


--
good
rock

Bogus

unread,
Feb 13, 2008, 7:51:42 AM2/13/08
to
Px ha scritto:

> Per IAMR: bastonatemi pure, che su iacine sono già impegnato a
> litigare su EELST :)

e, tra parenti, potresti anche smetterla di sparare cacate (d)a macchietta
su quest'argomento (tipo che -vale la pena ripeterle- non è musica perché
fa ridere o che la musica è ininfluente nella loro comunicazione)

Al-Farid

unread,
Feb 13, 2008, 7:52:59 AM2/13/08
to

"Px" <chied...@etelodo.it> ha scritto nel messaggio
news:i6a4r31bfqudoc7qb...@4ax.com...

cut

> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
> minimo ritegno,

[snip!]

Mi dichiaro in parte d'accordo con te e con gli altri critici anche se il
film non mi sembra così ingenuo da aderire a ciò che ci rappresenta ma anzi
in maniera quieta e non moralistica ci spiattella, nel bene e nel male,
tutto un retroterra culturale ( o se vogliamo, sottoculturale; la cosa non è
qui rilevante ai fini del mio discorso).
Non è un caso che sia sostanzialmente la morte del protagonista a colorare
in maniera definitiva tutta la storia -e, se vogliamo, ad innalzarla.

Insomma eviterei di mettere sullo stesso piano le convinzioni del
protagonista (discutibili e criticabili come tutte le altre, del resto;
comprese quelle di chi crede di vivere nel migliore dei mondi possibili) con
quelle del regista, anzi del film, perché non sarei tanto sicuro che
collimino del tutto.


Px

unread,
Feb 13, 2008, 7:56:11 AM2/13/08
to
/ times wrote:
> Il Wed, 13 Feb 2008 13:02:04 +0100, Px ha scritto:
>
>> DJreedoo wrote:
>>> La Promessa dell'Assassino,
>
>> semidelusion, anche trequartidelusion
>
> Bellissimo (anche io come il poetO spesso mi concedo all'estasi senza
> critica; c'è da dire che anzi nel mondo del cinema mi lascio guidare
> dall'istinto molto più che in musica).

E' più facile, la potenza delle immagini è più coinvolgente, se noti è più
facile che anche un criticone apprezzi del cinema 'popular' piuttosto che
della musica. Poi il paragone avrebbe mille altre sfaccettature...

Parlando invece de La Promessa dell'Assassino, non vedo bene il nesso con
"l'estasi senza critica", non mi sembra un film che possa estasiare, anzi.


/ times

unread,
Feb 13, 2008, 8:04:03 AM2/13/08
to
Il Wed, 13 Feb 2008 13:56:11 +0100, Px ha scritto:

> Parlando invece de La Promessa dell'Assassino, non vedo bene il nesso con
> "l'estasi senza critica", non mi sembra un film che possa estasiare, anzi.

:-) A me basta poco, ma quel poco mi deve convincere molto: fotografia,
riprese, recitazione, ad esempio possono bastare. Lě c'era pure la
narrazione a convincere! e che vuoi di piů da un film? che ti cucini due
spaghettini?
Poi 'estasi' č una parolona, intendevo 'piacere estetico'.


--
good
rock

klein

unread,
Feb 13, 2008, 8:15:24 AM2/13/08
to

Px ha scritto

> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
> minimo ritegno, pubblico trattato come bambini dell'asilo, concetti
> ripetuti più volte allo sfinimento cambiando solo narratore o
> situazione, luoghi comuni cinematografici a volontà, praticamente lo
> svolgimento di ogni scena è chiaro fin dal primo istante.
> Un'irritazione tale che gli unici momenti di pace sono le inutili e
> zuccherose riprese naturalistiche.
> L'acclamata colonna sonora, imbarazzante nella sua banalità e
> programmaticità [i testi in sovraimpressione acuiscono la sensazione
> di essere a un meeting infrociante, modello Stefania Nobile che cerca
> di venderti una crema].

ottima sintesi condivido in toto. nello specifico, stomachevole il rifiuto
del tipo di fare l'amore con la ragazza perche' "minorenne", di abissale
cretineria poi tutta la sequenza dove si sente "sopraffatto" in modo
"insostenibile" dalla "corruzione della società" al punto da vedere il suo
possibile doppio tirato a lucido in un locale e da fuggire inorridito al
solo pensiero. il punto di più alto godimento e' stata invece l'immancabile
sequenza in cui l'imbecille si becca un bel po' di calci dal poliziotto
della ferrovia, mi son dovuto trattenere dall'alzarmi ad applaudire.
assolutamente orrendo il finale con stupidissimo pentimento in extremis,
roba degna di certe cattocazzate anni cinquanta quando c'era sempre una
scena in cui l'ateo si faceva battezzare in punto di morte.

> A distanza di un paio di giorni mi è sovvenuto il possibile paragone
> con la Straight Story di Lynch, altro mondo.

a me e' sovvenuto il paragone ipotetico con quello che avrebbe potuto fare
un herzog con il grasso materiale a disposizione.


Px

unread,
Feb 13, 2008, 8:22:23 AM2/13/08
to
Bogus wrote:

> non è musica perché fa ridere

ecco bravo, siamo d'accordo :)


/ram

unread,
Feb 13, 2008, 8:24:05 AM2/13/08
to
Px ha scritto:

> Un'irritazione tale che gli unici momenti di pace sono le inutili e
> zuccherose riprese naturalistiche.

...


> Tuttavia non è difficile capire gli entusiasti, sono probabilmente
> entusiasti di quei luoghi, della "americanità", dell'impatto visivo,

non so che film hai visto, il merito del regista è di non abusare della
bellezza del paesaggio, la lealtà di non cadere in un film fotografico
(nonostante fosse moooolto facile)

Px

unread,
Feb 13, 2008, 8:25:21 AM2/13/08
to
Al-Farid wrote:

> Insomma eviterei di mettere sullo stesso piano le convinzioni del
> protagonista (discutibili e criticabili come tutte le altre, del
> resto; comprese quelle di chi crede di vivere nel migliore dei mondi
> possibili) con quelle del regista, anzi del film, perché non sarei
> tanto sicuro che collimino del tutto.

D'accordo, non è affatto chiaro quanto scionpenn sia genuinamente pervaso
dalla retorica che ci propina, ma alla fine siamo di fronte a questo bivio:
o si tratta di un'operazione a tavolino, caricata all'eccesso per far presa
sulla maggior parte del pubblico, oppure si tratta di un film profondamente
sentito dal suo autore, che si è lasciato prendere la mano. Raccapriccio in
entrambi i casi :)


adamski

unread,
Feb 13, 2008, 8:27:32 AM2/13/08
to
Il Wed, 13 Feb 2008 14:15:24 +0100, klein ha scritto:

> a me e' sovvenuto il paragone ipotetico con quello che avrebbe potuto fare
> un herzog con il grasso materiale a disposizione.

Anche a me:

<1rselusoiak6.q1dhnv1eq1ws$.d...@40tude.net>

[...]non è Herzog[...]

Px

unread,
Feb 13, 2008, 8:37:24 AM2/13/08
to

Infatti alcune persone si aspettavano addirittura un maggior impatto dalla
fotografia, ciò non toglie il resto della critica.


Gadison Maside (il_poetO)

unread,
Feb 13, 2008, 8:52:24 AM2/13/08
to

"Bogus" <boog...@non.ride> ha scritto nel messaggio
news:foum79$sc4$1...@news.newsland.it...


> Gadison Maside (il_poetO) ha scritto:
>
>> Credo che il tuo concetto massimo di frontiera sia il Piave :)
>> La forza della vicenda narrata da Into the Wild sta proprio nel
>> riproporre
>> la metafora/parabola americana per eccellenza: la frontiera come zona
>> liminale, come soglia, che pone in un serrato rapporto dialettico le
>> possibilità del sé, con un territorio così vasto da sembrare un grande
>> abbraccio, ma che spesso si configura non solo come scena, ma come
>> arbitro
>> del destino di chi lo abita. Un paese/padre, insomma.
>
> sì tutto bello e commovente ma 'la vicenda' me la leggo nel libro, anzi
> nel soggetto che faccio prima. un film dovrebbe essere un'altra cosa.

D'accordo; non per niente ho scritto "vicenda". E il film è stato -per ora-
il mio unico modo di "fruire" della vicenda.

>> Forse a non essere americani ci si perde un po'.
>
> ma dove vuoi perderti, che si inizia con una poesia sui massimi sistemi
> scritta, poi letta, poi cantata e nel frattempo illustrata ad immagini in
> stile videoclip? il tutto poi riproposto una dozzina di volte? non ci si
> può perdere. la retorica è nella forma: ridondante, didascalica,
> paternalistica, cosmetica e nostalgica più di rob zombie. un cinema che
> potrebbe essere ineffabile e invece è ricoperto di parole e pleonasmi.

Mi sa che qui si rischia di volere soltanto della buona cronaca. Fosse stato
un documentario saremmo stati tutti d'accordo? Ecco, le strade per
rappresentare questa "storia" erano due: o il documentario, appunto, oppure
la parabola retorica. Adesso resta da decidere se tutto ciò che è retorico è
male. Possono il cinema e l'arte tutta avere una funzione educativa? Ce ne
frega qualcosa della risposta? Ecco, si rischia di cadere in questioni così.

>la
> frontiera è una cosa che non c'è nel film.

Nella vicenda sì, però. Il film è disseminato di conflitti paterni, dove il
padre si presenta sempre come mancanza o sottrazione: a cominciare da quello
biologico, pressoché evanescente, per poi proseguire con l'hippy bacato
dalla mancanza del figlio, l'agricoltore che finisce in gattabuia, i divieti
dell'autorità del fiume e del ferroviere che lo piglia a calci in culo, il
vecchio eremita e il vecchio senza famiglia, il grosso alce ucciso ma che
punisce il protagonista putrefacendosi; sono tutti episodi che sottraggono
al ragazzo-in-formazione una rotta, una direzione, fino a spingerlo diritto
verso le grandi braccia della madre-terra-morte. La volontà del giovane
Supertramp c'entra poco: è la funzione paterna a strutturare l'io, a fornire
al soggetto una traccia nella trama della socialità, con le sue regole,
divieti, con i suoi protocolli. Altrimenti la perdita di sé, la scoperta che
al di là dell'esperienza sociale c'è solo la morte.
Forse è il rimarcare questo aspetto "conservatore" dell'esperienza umana a
non piacere troppo, in questo film?

> nulla di male eh, ma è
> importante capirlo: per inquadrare into the wild come un doppio cd (ben
> fatto, piacevole, consolatorio, carino blah) di una band neoprog o di
> quelle che ascoltano i muffosi di iamr.

Insomma, il mondo è solo rosso o solo nero? Credo che in IDW ci siano più
livelli che valgano la pena essere esaminati: in alcuni emergeranno aspetti
positivi, in altri meno. E credo che il piano della vicenda non lo si possa
alienare dalla valutazione globale del film: la scelta della storia da
narrare è già un atto creativo in sé, con un suo valore programmatico.

> in tim treadwell che si mette a posto la frangetta, lì invece sì che ci si
> perde.
> no?

C'è un film/documentario su Treadwell?

Ciao

johndrake

unread,
Feb 13, 2008, 9:26:28 AM2/13/08
to

"Px" <chied...@etelodo.it> ha scritto nel messaggio
news:i6a4r31bfqudoc7qb...@4ax.com...

no dico....ma perchè?:)


johndrake

unread,
Feb 13, 2008, 9:27:07 AM2/13/08
to

"DJreedoo" <djre...@katamail.com> ha scritto nel messaggio
news:fougdr$13v$1...@news.newsland.it...

>
>> Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
> ...
>
> straquoto tutto
> Una Storia Vera, Forrest Gump, Golden Boy e Siddharta ricuciti insieme con
> inutili chilometri di pellicola e piglio filosofico degno d'un Ricky
> Memphis
>
> (ad oggi, la top - ehm - 4 mi risulta cosě: Jesse james, La Promessa
> dell'Assassino, Paranoid Park e - massě - Cloverfield)
>

Forse con l'etŕ comincio a prendere cantonate, ma scusami......davvero
Cloverfield ti č piaciuto?


momo

unread,
Feb 13, 2008, 9:46:09 AM2/13/08
to
>Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
>minimo ritegno, pubblico trattato come bambini dell'asilo, concetti
>ripetuti più volte allo sfinimento cambiando solo narratore o
>situazione, luoghi comuni cinematografici a volontà, praticamente lo
>svolgimento di ogni scena è chiaro fin dal primo istante.
>Un'irritazione tale che gli unici momenti di pace sono le inutili e
>zuccherose riprese naturalistiche.

Non sarei così drastico ma concordo - probabilmente non avrei la
stessa opinione se avessi 18 anni, suppongo, ma anche noi abbiamo
avuto l'attimo fuggente :-)

mm

DJreedoo

unread,
Feb 13, 2008, 9:49:30 AM2/13/08
to

> Forse con l'età comincio a prendere cantonate, ma scusami......davvero
> Cloverfield ti è piaciuto?

.'divertente', si (non chiedevo di più, in effetti)
[sfiziosa - anche se non nuova - tecnica di regia/montaggio; ottima
effettistica; trama (Godzilla sta a Hiroshima come Cloverfield sta all'11
Settembre) con ricchi 'buchi' (deus ex machina a pioggia) e una Odette
Yustman da sturbo]

Bogus

unread,
Feb 13, 2008, 10:25:49 AM2/13/08
to
Gadison Maside (il_poetO) ha scritto:

> C'è un film/documentario su Treadwell?

tra i due propenderei per film: grizzly man. c'è la frontiera che non c'è
nel film di penn, non c'è tutta la ridondanza che c'è nel film di penn, è
più divertente, ci sono bei paesaggi, grande musica, il protagonista è un
attore fenomenale e in più si pettina.

Bogus

unread,
Feb 13, 2008, 10:26:58 AM2/13/08
to
Gadison Maside (il_poetO) ha scritto:

> C'è un film/documentario su Treadwell?

tra i due propenderei per film: grizzly man. c'è la frontiera che non c'è


nel film di penn, non c'è tutta la ridondanza che c'è nel film di penn, è
più divertente, ci sono bei paesaggi, grande musica, il protagonista è un
attore fenomenale e in più si pettina.

cuccuhead

unread,
Feb 13, 2008, 10:44:53 AM2/13/08
to
adamski wrote:
> Il Tue, 12 Feb 2008 19:33:55 -0800, cuccuhead ha scritto:
>
>> [Poi non voglio nemmeno pensare agli scempi del doppiaggio o dei
>> sottotitoli, ecco]
>
> Che avevano i sottotitoli che non andavano? Dovevano doppiare anche le
> canzoni come nei cartoni Disney?

No, dicevo esattamente il contrario

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