Da Il Mattino del settembre 2009
Via Paolo Emilio Imbriani costeggia palazzo San Giacomo e sbuca in piazza Municipio, dove c’è la statua di Giuseppe Mazzini che non è in piazza Mazzini, perché lì c’è la statua di Paolo Emilio Imbriani... Siete confusi? Niente paura, è normale in una città dove toponomastica e patrimonio monumentale fanno a cazzotti. Gli aneddoti sono tanti, la realtà è sotto gli occhi. Ripartiamo da Mazzini e Imbriani, storia nota a quasi tutti i napoletani.Al centro della piazza dedicata al padre della patria Giuseppe Mazzini troneggia la statua a Imbriani, patriota e sindaco di Napoli per due anni dal 1870 al 1872. Il monumento è torturato dai vandali e dai writers e viene costantemente monitorato dalle associazioni civiche che chiedono protezione e rispetto per lo storico personaggio.Quando nel 2002, l’allora assessore ai servizi interni Alfredo Ponticelli, cercò uno spazio per restituire alla città il busto di Mazzini, trovò la piazza di destinazione già occupata, e così lo fece sistemare nei giardini in fondo a piazza Municipio, giusto di fronte al Maschio Angioino.
La raffigurazione di Carlo II si trova in cima alla fontana di largo Monteoliveto, anche perché in città non ci sono strade o piazze che portano il suo nome.
A Carlo III, invece, è dedicata
l’immensa piazza dominata dall’Albergo dei Poveri. Però, in
tutto quello spazio, non s’è trovato un posticino per il monumento
equestre di Carlo III, che è stato sistemato dalla parte opposta di
Napoli, al centro di Piazza del Plebiscito.
Per riannodare i fili che legano confusamente la città a Carlo Troya, personalità politica di metà ’800, bisogna essere molto pazienti. Troya è ricordato con una viuzza che collega il Rettifilo a via Marina; il busto che lo raffigura, però, è sistemato nei cortili della Federico II. La lapide che ne celebra le gesta, naturalmente, non si trova né nella strada né all’università ma è incastonata nei muri di palazzo San Giacomo.
Anche la storia del monumento di Nicola Amore è conosciuta da molti napoletani. Si trova in piazza Vittoria, sfrattata per volere di Mussolini dalla piazza che porta il suo nome. A un passo dalla statua di Nicola Amore c’è quella di Giovanni Nicotera, valoroso che partecipò alla spedizione di Pisacane e si unì ai mille di Garibaldi. Al patriota è dedicata, naturalmente, anche una strada (distante duecento metri in linea d’aria, due chilometri in auto), ma in via Nicotera non c’era spazio per la statua che è rimasta a piazza Vittoria.
A dominare il Municipio, fino a pochi mesi fa, c’era il grande bronzo equestre di Vittorio Emanuele che si trovava in piazza Municipio e non al posto giusto, cioè al corso Vittorio Emanuele dove, invece, c’è la statua di Saverio Mercadante (in una rientranza alla quale è stato dato il nome del compositore). Il problema, però, è temporaneamente risolto: per via dei lavori, il monumento è stato spostato ed è conservato nei fossati del Maschio Angioino.
Su via Caracciolo si affaccia, da un altissimo piedistallo, una statua. Naturalmente non rappresenta l’ammiraglio Francesco Caracciolo, sarebbe stato troppo facile. Lassù c’è un generale, Armando Diaz. La sua presenza è giustificata dalla rotonda che è a un passo. La strada intestata al generale, via Armando Diaz, invece si trova tre chilometri più a ovest e scivola da via Toledo al Corso Umberto.
Concludiamo proprio con Umberto I. Al re d’Italia ucciso a Monza nel 1900, Napoli ha dedicato il corso più ampio della città e la galleria che si trova tra via Toledo e il San Carlo. La statua di Umberto primo si trova in uno di questi due luoghi? Naturalmente no: il monumento di Umberto I, lo troviamo in via Nazario Sauro...