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Da: Il Mattino del 27/03/2011
Un tempo si sarebbe detto un trip, nel senso di un viaggio
psichedelico e allucinogeno. È questa la cifra tra pop art e optical
art, colori squillanti, giallo, fucsia, azzurro, come se Almodovar si
fosse fidanzato con LaChapelle. Dietro c’è tutta una teoria di
conoscenza ispirata alla nuova era digitale che si avvia verso il
cablaggio globale. Un pizzico di citazioni, come le colonne che
simulano l’elmo di Darth Veder di «Star Wars» e i disegni di Dante e
Beatrice sulle scale pedonali per indicare le direzioni da prendere.
Sulle mattonelle, invece, s’inseguono parole dell’universo web (ma
anche un Vito e un Filippo e persino un Digipoop, con effetti
scatologici, al posto di un più naturale Digipop), a fare immaginare
un Metrò 2.0. È effettivamente un altro pianeta che si nasconde sotto
piazza Bovio, nella stazione Università, la fermata che si collega con
una navetta a piazza Dante, dove si scende e si prende un altro treno.
L’ha progettata, insieme all’Atelier Mendini, il designer Karim
Rashid, nato al Cairo e trasferitosi in Canada. Ieri è stata
inaugurata in pompa magna, mentre sarà disponibile da domani mattina
con corse ogni quarto d’ora (durata 5 minuti). È possibile visitarla
(anche oggi fino alle 18) e molti napoletani l’hanno fatto: famiglie
con il passeggino, giovani con la fotocamera, pensionati con tanto
tempo da perdere. Ieri però la chiusura è scattata mezz’ora prima, tra
le proteste dei curiosi pionieri, perché mancavano le chiavi. La
metropolitana va, insomma. Un pezzo alla volta, con qualche scintilla
lungo i binari tra istituzioni e aziende, con qualche finanziamento da
obliterare, qualche tornello economico da far girare. La solita
giostra. Ma ieri è scattata l’ora dell’orgoglio. A rivendicarlo è
stata il sindaco, Rosa Russo Iervolino che, accanto alla scultura
globulosa, Synpopsis (realizzata da Corrado Tamborra), ha parlato a
una folla di inauguranti che sono stati portati direttamente da piazza
Dante, con i vagoni che su un solo binario effettueranno il
collegamento (si stima che la useranno 15mila persone al giorno). Con
lei c’erano il vicesindaco, Tino Santangelo, l’assessore regionale ai
Trasporti, Sergio Vetrella, il presidente di Metropolitana Napoli,
Giannegidio Silva. Nel pubblico spiccavano l’ex governatore Bassolino
e il candidato Pd al Palazzo San Giacomo, Mario Morcone. «È un
importante passo per la città» ha commentato la Iervolino. «Chiunque
sarà il nuovo sindaco spero che metta lo stesso amore e la stessa
tenacia che abbiamo messo noi». Vetrella, a parte, ha parlato di soldi
e del futuro della rete. «Lavoriamo alle prossime aperture» ha
spiegato «soprattutto a quelle che si intersecheranno con la linea 6 e
che chiuderanno l’anello cittadino, con il tratto Garibaldi-
Capodichino». Per la linea 1, ha fatto un po’ di conti l’assessore,
sono disponibili 400 milioni (di cui 190 già stanziati) per la linea 6
ce ne sono altri 100. La stazione Università è invece costata in tutto
75 milioni, di cui 5 per la rifinitura, cioè l’installazione di
Rashid, che, per il progetto, è stato pagato 150mila euro. C’era pure
il designer, ma in collegamento video da casa sua da dove ha
raccontato in toni legittimamente esaltanti l’idea e la realizzazione
della stazione che, va detto, non si limita a ospitare installazioni
artistiche come le altre fermate del metrò, ma è un’opera d’arte in
sé. «È un lavoro che ho pensato visitando 120 paesi» ha spiegato
Rashid. «Si tratta di un’opera molto poetica che vuole dare cinque
minuti di distrazione a chi viaggia in città. Neanche a New York,
Bloomberg, che pensa solo agli affari, sarebbe capace di realizzare
qualcosa del genere». Finita l’inaugurazione ci sarà la manutenzione,
che a Napoli conosciamo bene. Ma su questo sono arrivate
rassicurazioni. Tenere pulita e sotto controllo la stazione sarà
facile e meno costoso del solito. E il materiale usato, altamente
tecnologico, ha assicurato Francesco Mendini, è resistente anche se,
all’apparenza, sembra fragile (ieri un vetro blu sembrava già rotto,
ma probabilmente è solo provvisorio). Sul futuro c’è stata qualche
scintilla tra Silva e l’ad di Metronapoli, Antonietta Sannino, sulla
necessità di mettere a reddito, con negozi, gli spazi delle stazioni.
Si sono dati un appuntamento per chiarirsi. Più dura la contestazione,
nella piazza, di giovani che protestavano contro l’aumenti del
biglietto (striscioni, megafoni, slogan) e dipendenti dell’Anm in
agitazione per i temuti tagli. A riprova che la città di sopra ha
altre allucinazioni e l’arte vorrebbe metterla da parte.