On 21 Dic, 16:07, "Tommaso Russo, Trieste" <
tru...@tin.it> wrote:
> Il 21/12/2011 10:03, Luciano Buggio ha scritto:
>
> > L'equivalenza di esperimenti la decide la teoria.
>
> Il fatto che in un esperimento un oggetto possa venir sostituito da una
> altro lasciando invariato il risultato e' una delle sue previsioni, che
> altri esperimenti possono falsificare o corroborare. Esempi:
>
> il campo M esterno generato da una barretta megnetizzata ferma in un
> riferimento e' lo stesso generato da una bobina di pari dimensioni
> percorsa da corrente opportuna fermo nello stesso riferimento.
>
> il campo generato da due bobine ferme percorse da corrente e' la somma
> vettoriale dei campi generati da ognuna di esse.
>
> Si comincia da qui, proprio per togliersi il dubbio di non essere poi
> costretti a ripetere ogni esperimento con un magnete, con una bobina,
> con due bobine eccetera.
Esatto.
Hai fatto un esempio.
Qui noi pescindiamo dal fatto che il mangete sia permanente o sia una
bobina con corrente, che, sotto certe condizioni, produce un analogo
campo mangetico.
L'equivalenza (da te) qui assunta è però un'altra: che agli effetti
della corrente indotta in una spira la rotazione del polo magnetico
intorno alla spira ferma equivale alla rotazione della spira in
rotazione davanti al polo fermo.
Ed è questo che io contesto.
Lo contesto su due fronti.
1 - Sul fronte teorico.
A seguito della rotazione del polo io dico che il campo elettrico
ortogonale al moto indotto davanti ad esso mantiene sempre lo stesso
verso, decrescendo con la distanza come il campo magnetico, perchè,
come ho spiegato, non v'è ragione che succeda altro, in particolare
quello che tu dici, che cioè che decresce solo, più velocemente, fino
al centro della rotazione, per poi, ricomparendo miracolosamente, per
un altro tratto crescente, invertirsi.
Questo tu lo affermi in base a quell'assunto dell'equivalenza e della
relatività dei due moti.
Sei obbligato ad affermarlo: infatti, se è la spira che ruota, la
forza di Lorentz (la f.e.m in quel caso), con la distanza dal polo, ha
esattamente quell'andamento (col segno invertito).
A suo tempo, da me stimolato, deducesti in questo modo il campo
elettrico indotto dal moto rettilineo del magnete, senza renderti
ancora conto del vespaio in cui ti saresti messo (lì non si parlava
ancora di rotazione del polo). In seguito, considerando non più la
sola traslazione rettilinea ma il moto rotatorio, coerentemente
tirasti fuori questa cosa del campo che si annulla nel centro della
rotaizne e poi si ritrova per un tratto crescente col verso cambiato,
quella cosa che io ho definito una "bestialità", avendone come
risposta, alla Celentano, che la bestia sono io.
Osservo due cose, anzi, tre:
1.1 - Tu non avevi mai pensato, prima di questo dibattito col
sottoscritto, a questa cosa: ti ho indotto io a tirarla fuori, e forse
tu stesso te ne sei stupito.
1.2 - Nel corso di questo dibattito, che si protrae ormai da tempo,
nessun alro è mai intervento, nonostanti i miei solleciti, a
confermare quanto tu dici sullo strano andamento di questo campo
elettrico indotto da unico polo: il sostegno al più è stato di tipo
clap ("vai così, Tommaso, che sei tutti noi!").
Can no magna can, e capisco che per Paolo Russo (e per Fabri, se sta
seguendo) sia un problema mettersi contro il peralto omonimo collega,
con l'aggravante di prendere posizione a favore di un troll come me.
1.3 - In rete o altrove non c'è traccia di questo campo che si annulla
e poi si inverte.
Per la verità in rete (ho gloogato per ore) non c'è traccia nemmeno
del campo elettrico "obiettivo" che si induce davanti ad un magnete in
moto traslante: d'altra parte tu me l'hai confermato, dicendomi che
non serve salire su Notre Dame per verificare quello che Galileo aveva
provata dalla cima della Torre di Pisa, cioè hai riconosciuto che
questa cosa non è detta "espressamente".
Io (mi riferisco qui al campo elettrico indotto dal moto traslante del
Magnete) questa cosa l'ho sentita "espressamtne" solo qui, nei NG, da
te e da Fabri.
2 - Sul fronte speriretale.
Se non v'è traccia, in rete o nei testi del liceo (non so in quelli
universitari) dell'affermazione, dedotta dalla teoria, di quel campo,
men che meno ve n'è di esperiemti fatti per vedere qual'è l'andamento
di quel campo, sia nel caso del magnete in semplice traslazione che in
quello della rotazione.
Nessuno li ha mai fatti.
Ciò si evince anche dall'interesse che tu hai dimostrato per la mia
proposta della misurazione (con un elettroscpio? A proposito, hai
tagliato dalla quotazione quella parte...) del campo antistante un
polo in rotazione, collocando il misuratore di campo alle varie
distanze.
"Si può fare - mi hai detto, solo che costicchia un po".
Magari, vista la crisi ed i prezzo dell'oro, bastano due epezzettini
di stagnola di uno dei pochi cioccolatini che quest'anno ci mangeremo
a Natale.
Ho chiesto privatamente a Gino Ansel se lui può farlo, e mi ha rispsto
di no, di avere solo attrezzi da elettricista e che ci vogliono
strumenti più sensibili.
Ho gradito comunque molto i suoi auguri (non solo di Buon Natale).
(cut)
Ne puoi trovare tanti in rete o in libreria, corredati di
> chiare immagini esplicative.
Ho cercato, come ti ho detto sopra, e non ho trovato niente di
pertinete a quello di cui qui si sta parlando: il campo elettrico
indotto davanti ad unico polo in moto.
>Se non ti curi di loro, perche' dovresti
> curarti del mio?
Me ne curerei se entrasse nel merito della questione, cosa che quelle
fonti non fanno.
E che tu non vuoi fare.
Concludo con un'ultima osservazione, per farti vedere come la cultura
dell'unico polo e del suo moto è proprio assente.
La prima volta che ti parlai dell'unico polo, tu mi rispondesti che il
monopolo magnetico non è ancora stato trovato.
Alla mia replica (l'altro lo sbattiamo dall'altra parte, fuori dalle
balle), naturalmente non replicast i a tua volta, e non se ne parlò
più.
Sei scivolato giù dallo specchio facendo finta di niente.
Ciao.
Lucian Buggio.