Ciao a tutti/e,
come sapete stiamo attivando una comunicazione congiunta 
ed incisiva per le mobilitazioni territoriali del 12 ottobre. 
Stiamo 
giocando sul rovesciamento e contrapposizione alla campagna ENEL sui 
guerrieri.
Per fare questo però, c'è bisogno dello sforzo di tutti/e, 
innanzitutto sui social networks. 
Chiunque abbia twitter può comporre i 
messaggi usando l'hashtag #ribelli. 
Su facebook si può condividere il 
sito ma, soprattutto, invitare all'evento:
https://www.facebook.com/events/651558631551234/Si può 
far girare le proprie iniziative e segnalarle sul sito (
ribelli.org), oltre a produrre 
approfondimenti tematici da condividere.
Intanto, di seguito, il nuovo 
comunicato aggiornato con le diverse indicazioni, facciamolo girare.
Insomma 
un piccolo sforzo per dare visibilità oltre che alla giornata, anche ai 
contenuti!
Territori ribelli in difesa dei beni 
comuni
Il 12 ottobre lanciamo una giornata di mobilitazione 
nazionale “in difesa dei territori e dei beni comuni, contro vecchi e nuovi 
colonialismi”. Lo facciamo a partire dall’incontro tra diverse battaglie 
territoriali, consapevoli che, per quanto possa cambiare il contesto, la 
speculazione o la valorizzazione, i processi e le dinamiche coincidono. Questo 
processo di controllo e dominio sviluppato dai grandi poteri finanziari e dai 
poteri forti, come  multiutility e banche, ma anche organizzazioni 
criminali, lo vediamo nei nostri territori. Per massimizzare i profitti e 
appianare i debiti vengono sacrificati interi territori ed erosi i diritti delle 
persone che li abitano.
Improvvisamente le terre agricole demaniali 
diventano una risorsa spendibile per creare liquidità, vengono date in  
gestione alla Cassa Depositi e prestiti perchè siano valutate e 
svendute.
L’imperativo è fare cassa: i diritti non contanto. A partire dai 
fondi immobiliari degli enti locali, passando per la gestione dell’acqua, 
dell’energia, dei servizi pubblici, per giungere ai rifiuti, si profila una 
sistematica espropriazione e privatizzazione dei beni comuni. Si assiste ad una 
continua erosione della democrazia diretta: negando il diritto 
all’autodeterminazione si cerca di impedire la tutela del patrimonio 
ambientale.
Questo accade in Italia come nel resto del mondo.
Le 
recenti mobilitazioni dei campesinos che da metà agosto paralizzano la Colombia, 
ci fanno riflettere su come sia possibile globalizzare le lotte il cui 
denominatore comune sono i processi di privazione delle risorse e quindi 
l’estromissione delle popolazione dall’accesso ai beni comuni.
L’America 
Latina, infatti, è un chiaro esempio di come il mercato si muove: dalle 
coltivazioni di agrocombustibili (pensiamo alla Monsanto), alla costruzione di 
un enorme diga nella regione del Huila per produrre energia che verrà venduta; 
opera in cui è coinvolta l’italiana Enel e che provocherà l’inondazione di 8000 
ettari di terreno e  lo sfollamento di centinaia di contadini dai loro 
terreni.
In tutta Italia, da nord a sud, sono diffusi impianti inquinanti 
di ogni genere e tipo:dagli inceneritori e discariche, alle trivellazioni per 
"ricerca idrocarburi"in Adriatico-Sicilia e quelle per nuove centrali 
geotermiche, passando per gli ecomostri responsabili delle emissioni tossico- 
nocive e le inutili-dannose "grandi opere".
Questa devastazione 
socio-ambientale deforma e compromette per sempre le caratteristiche originarie 
dei territori.
Le  privatizzazioni , gli accaparementi di beni comuni 
e  servizi pubblici attraverso leggi e decreti, sono gli arbitrari 
strumenti attraverso i quali, l'acqua,l'energia , la terra, la casa,la 
salute,l'istruzione, vengono sottratte alla disponibilità sociale per aggiungere 
ulteriore voracità al possesso-profitto privato. Un insano, corruttivo e 
speculativo circuito insito nel sistema capitalistico che solo la resistenza e 
la ribellione delle popolazioni è in grado di inceppare e 
sbaragliare.
Ogni territorio si trova ad affrontare battaglie differenti, 
ma è proprio a partire dalle singole specificità che bisogna ripartire per 
costruire un percorso comune che ci renda liberi dal capitalismo finanziario e 
che sia in grado di produrre un’alternativa.
Per questo il 12 ci 
mobiliteremo, in tutta Italia, e sarà solo un primo 
passo!