RE:(Foro-urs) PLATAFORMA DE LUCHA...Nostra piattaf.+ 3 opuscoli. Saluti rossi dal proletariato italiano.

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23 may 2009, 4:26:2423/5/09
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CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA

GIANCARLO LANDONIO

VIA STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO –VA-

Quart. Sant’Anna dietro la piazza principale)

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I lavoratori possono salvarsi dallo sfacelo capitalistico solo se si battono per i propri interessi contro padroni banchieri e Stato

Creare l'organizzazione di lotta proletaria. Unire i lavoratori combattivi in Italia e nel mondo.

- Risoluzione conclusiva della 16a Conferenza Operaia -

[Il titolo, che campeggia in alto, è la parola d'ordine adottata dalla nostra 16a Conferenza Operaia e dalla stessa indirizzata a tutti i lavoratori combattivi. La Conferenza si è svolta il 22 febbraio 2009. Tra le più specifiche decisioni operative la Conferenza ha aggiornato la nostra rivendicazione del salario minimo garantito, portandolo da euro 1.032 a euro 1.250. Era dal 2000, dalla 15a Conferenza Operaia, che la nostra rivendicazione era rimasta invariata e che da un po' di tempo andava aggiornata. La Conferenza ha approvato all'unanimità la proposta del Comitato Centrale di aumentare il salario minimo garantito. Quindi la nostra rivendicazione passa ora a euro 1.250 mensili intassabili. Riportiamo sul Murale la risoluzione conclusiva varata al termine di una giornata di intensi lavori.]

Il 22 febbraio 2009 si è tenuta a Milano la 16a Conferenza Operaia; la quale, al termine dei lavori, ha approvato la seguente risoluzione conclusiva.

1°) Collegamento tra la 15a Conferenza (9 marzo 2000) e la 16a

La 16a Conferenza Operaia, ricollegandosi preliminarmente alla 15a svoltasi il 9 marzo 2000, rileva che nei 9 anni trascorsi, considerati sotto l'angolo visuale dei rapporti operai-padroni e più specificamente della contrapposizione dinamica di questi rapporti, il dispotismo padronale ha imposto la elasticizzazione massima della forza-lavoro e scatenato la razzia del lavoro; e che, per converso, il movimento operaio attivo ha resistito ai meccanismi di super-sfruttamento. Essa rileva, altresì, che in questo periodo la contrapposizione operai-padroni si è evoluta come accentuazione e massimizzazione dello scontro; e che il baricentro della correlazione dei rapporti di classe tra operai e padroni si sposta e poggia in modo sempre più evidente sulla forza pura, sull'impiego dei mezzi massimi di violenza. E conclude che il decennio, che va a chiudersi, ha portato a un inasprimento generale dei contrasti sociali e che il movimento operaio può sostenere lo scontro con l'apparato di violenza padronal-statale, col militarismo totalitario, solo elevando i propri livelli di organizzazione e di lotta.

2°) La flessibilizzazione e la razzia padronali del lavoro nel periodo 2000-2008

Passando a esaminare i punti nodali della dinamica dei rapporti operai-padroni nel periodo 2000-2008, la 16a Conferenza Operaia osserva. Il periodo 2000-2008 è contrassegnato, per quanto riguarda il campo padronale, dal riassetto dispotico e schiavistico del mercato e dei rapporti di lavoro, che si radica nel 2003 e si completa nel 2007.

Questo riassetto si snoda nei seguenti passaggi:

a) Il 15 marzo 2000 viene aggravata dal governo la legge anti-sciopero ed imposte nuove restrizioni all'iniziativa operaia: obbligo di indicare durata e modalità dello sciopero, supremazia della commissione di garanzia, potere al ministro e ai prefetti di bloccare gli scioperi, sanzioni a tutto spiano a carico degli scioperanti.

b) Il 15 luglio 2002 Governo-Cisl-Uil firmano il Patto per l'Italia diretto a ridurre i salari e ad elasticizzare la forza-lavoro. Esso prevede: affitto del personale anche a tempo indeterminato, contratto a chiamata, elasticizzazione del part-time sul piano dell'orario e dello straordinario, collocamento privato, incentivi alla mobilità del lavoro ed altre delizie del genere.

c) Il 10 ottobre 2003 il Patto viene trasformato nel decreto-legislativo n. 276, che legalizza la manipolazione negriera della forza-lavoro (il caporalato), mercifica il lavoratore nello scambio tra agenzie di somministrazione e imprese utilizzatrici, trasforma i sindacati in intermediari di manodopera. In dettaglio esso prevede: l'appalto di manodopera, il trasferimento di pezzi di azienda, un'infinità di tipologie di utilizzo del lavoratore/ice che ne annullano la personalità e la dignità. Esemplificativamente: lavoro intermittente, lavoro ripartito, part-time a turni mutevoli, lavoro a chiamata, affitto di squadre, apprendistato dai 15 ai 29 anni, ecc.

d) Nel 2004 con la legge n. 243 il terzo governo Berlusconi dà un ulteriore colpo al sistema pensionistico allungando l'età pensionabile per le pensioni di anzianità e forzando il TFR verso i fondi pensione. Esso trasforma il sistema pensionistico, ripetutamente controriformato, in un affare privato e gli sforzi contributivi dei salariati in un campo di pascolo del capitale speculativo.

e) Col protocollo 20 luglio 2007 il governo Prodi e le Confederazioni sindacali elevano l'età pensionabile e i contributi e preparano la compressione generale delle pensioni attraverso i coefficienti di trasformazione che dovranno essere applicati indifferibilmente entro il 2010. Inoltre col protocollo del 23 luglio essi completano le regole schiavistiche del mercato e del rapporto di lavoro, elasticizzando al massimo il lavoro usa e getta, sgravando e premiando le imprese, aumentando i contributi previdenziali a carico dei lavoratori, funzionalizzando i sindacati a certificatori di lavoro schiavistico.

f) Infine col nuovo modello di contrattazione, delineato da Confindustria e Confederazioni il 10 giugno 2008 e approvato il 22 gennaio 2009 da Governo - Confindustria - Cisl - Uil - Ugl, viene dato l'ultimo colpo alle relazioni industriali superstiti. L'accordo prevede: l'unificazione dei contratti del settore pubblico e privato; la triennalizzazione del contratto, il rinvio alla contrattazione decentrata di qualsiasi possibile elargizione, la legalizzazione del sottosalario, l'esproprio di ogni rappresentanza espressa dai lavoratori combattivi, la criminalizzazione dell'iniziativa operaia, la messa al bando della difesa e della lotta operaia.

3°) La resistenza operaia ai meccanismi di supersfruttamento nel periodo 2000-2008

Per quanto riguarda la dinamica operaia nel periodo in esame essa è contrassegnata fondamentalmente dalla resistenza ai meccanismi di supersfruttamento e schiavizzazione. Essa si è articolata in una miriade di azioni e lotte: contenimenti dei ritmi, stacchi temporanei dalle catene, rivendicazioni di pause, insubordinazioni più o meno estese contro il dispotismo padronale, lotte contro le turnazioni doppie o triple, per il pagamento dei salari, per i rinnovi contrattuali, blocchi e proteste contro gli omicidi bianchi, ecc. E si snoda in tre fasi specifiche.

a) La prima fase è quella dello sciopero improvviso e va dal 2001 al 2003. Essa è aperta dai 147 giovani licenziati a Mirafiori, i quali il 2 febbraio 2001 si rivoltano nei reparti contro i licenziamenti arbitrari e si trascinano dietro per diversi giorni gli altri lavoratori. Questo inizio è poi proseguito e allargato nel novembre 2003 dai lavoratori Fiat di Termini Imerese i quali ingaggiano uno sciopero prolungato con una mobilitazione permanente che giunge fino al blocco dello stretto di Messina. La fase raggiunge l'apice il primo dicembre con lo sciopero improvviso degli autotranvieri milanesi, i quali anticipano lo sciopero e paralizzano la metropoli. Lo sciopero improvviso diventa l'arma della categoria. Le aziende di trasporto corrono a trattare e a chiudere.

b) La seconda fase è quella dello sciopero ad oltranza e prende gli anni 2004-2005. Una significativa protesta, che prende le mosse come sciopero ad oltranza, è la mobilitazione dei lavoratori dell'Alitalia che il 28 aprile scendono in lotta contro i licenziamenti e le esternalizzazioni programmati dal piano Cimoli, paralizzando con picchetti e il blocco dei varchi Fiumicino Capodichino e altri scali. La lotta si estende il 29 e il 30 a tutti gli scali nonostante i sindacati confederali proclamino la sospensione delle agitazioni. L'episodio specifico, che riassume e caratterizza la fase, è lo sciopero ad oltranza messo in atto il 19 aprile 2005 dai lavoratori della Fiat Sata di Melfi e concluso il 9 maggio dopo l'accoglimento di una parte delle richieste avanzate.

c) La terza fase è quella dello sciopero generale e della rivolta e abbraccia gli anni 2006-2008. Benché in questa fase il movimento operaio rimane ancora internamente frammentato, nei momenti di esasperazione esso reagisce agli attacchi padronali e stragisti con imponenti mobilitazioni di massa e rivolte impetuose. Spiccano gli scioperi generali del 3 novembre 2006 con l'oceanica manifestazione di Roma, del 9 novembre 2007, del 17 ottobre 2008. Tipizza esemplificativamente la fase la travolgente sollevazione degli immigrati africani del 19 settembre contro camorra e Stato in segno di disprezzo e di collera per l'ignobile e terrorizzante strage compiuta dai casalesi la sera prima a Castel Volturno.

In conclusione il movimento operaio, e in modo specifico la sua parte combattiva, ha cercato di tener testa ai passaggi e agli attacchi più feroci della schiavizzazione militaristica del lavoro, incutendo via via al padronato il giusto timore del proprio potenziale di forza.

4°) La svolta nei rapporti di classe e lo sfacelo economico finanziario

Dopo avere esaminato la dinamica dei rapporti operai-padroni nel periodo 2000-2008 e lo sbocco di questa dinamica, sfociata nella più aspra correlazione di classe della guerra statale totale da parte del padronato e della guerra sociale da parte del movimento operaio combattivo, la 16a Conferenza Operaia passa a considerare la svolta interna nel quadro del più vasto e sconvolgente sfacelo economico finanziario mondiale ed osserva.

Con settembre 2008 la correlazione dei rapporti di classe operai-padroni si centralizza sulla forza pura. Con ottobre questa correlazione è attratta e condizionata dallo sfacelo economico finanziario mondiale. Lo sfacelo economico finanziario è la forma materiale che ha preso la crisi la crisi generale di sovrapproduzione e che si sta svolgendo come collasso del sistema bancario e creditizio, come crollo del sistema produttivo e degli scambi, come sconvolgimento delle monete e dei rapporti tra Stati. Lo sconvolgimento investe non solo operai e padroni ma tutte le classi. Quindi i rapporti di classe sul piano interno e sul piano internazionale.

Nei paesi ad alta e media industrializzazione lo sfacelo ha già distrutto decine di milioni di posti di lavoro e distruggerà centinaia di milioni di posti di lavoro. Negli altri paesi semina una povertà spettrale. Con l'ultimo trimestre 2008 è iniziata la fase dei licenziamenti di massa e dell'affamamento operaio. In Italia si è allargata l'emorragia di posti di lavoro e, a dismisura, la cassa integrazione. Non c'è tipo di azienda (grossa media piccola) in ogni settore che non elimini forza-lavoro. Si sta andando incontro a un livello di disoccupazione di massa mai visto fino ad ora. Quindi lo sfacelo economico finanziario spinge il padronato a spostare il controllo-repressione di disoccupati e lavoratori in movimento sui reparti più agguerriti di guerra statale e sull'esercito, per impedire che il sollevamento sociale incrini il potere e la macchina statale.

La 16a Conferenza Operaia osserva inoltre che il governo, mentre continua a prendere provvedimenti a favore delle banche e a preparare piani a sostegno delle imprese, pensa solo a qualche elemosina per i disoccupati; e che intanto, in uno spirito aggiornato di meridionalismo sciacallesco, frega metà dei fondi del FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) per puntellare gli ammortizzatori in deroga. Essa mette in guardia i lavoratori che il governo si muove in questo modo ultraborghese e folle in quanto esso punta sul potenziamento dell'apparato di sicurezza. Nell'ultimo provvedimento governativo di guerra statale, approvato dal Senato il 5 febbraio, vengono inglobati nell'apparato del militarismo totalitario ronde e squadre di picchiatori fasci-razzisti. Le varie espressioni di volontariato sicuritario diventano ora la prima linea mobile a servizio di sfruttatori usurai e magnaccia. E si estende così al massimo l'apparato di protezione del padronato. Pertanto la svolta interna nei rapporti di classe, maturata prima dello scatenarsi della tempesta mondiale, subisce dallo sfacelo un'accelerazione belluina che spinge allo scannamento sociale e bellico.

5°) Organizzazione e obbiettivi di lotta

La 16a Conferenza Operaia passa poi a occuparsi della linea delle condizioni e degli obbiettivi di lotta e considera valuta e stabilisce quanto segue.

Il nucleo centrale della linea di Rivoluzione Comunista è consistito nella promozione estensione stabilizzazione degli organismi autonomi di lotta; nello sviluppo di questi organismi in direzione del fronte proletario e del sindacato di classe. E questo nucleo rimane tuttora, con i necessari innalzamenti dei livelli di organizzazione e di lotta, il filo conduttore di fase. L'organizzazione ha teso al contempo a contrastare il dispotismo padronale e la terrorizzazione statale respingendone ogni passaggio; e a rilanciare l'iniziativa operaia per l'aumento del salario la riduzione dell'orario la difesa della dignità della salute dell'autonomia e indipendenza di classe. Anche questo lavorio va proseguito e sviluppato in aderenza ai termini inaspriti della lotta operaia e sociale. Quindi questo impianto conserva il ruolo di impulso nella fase attuale.

In tutto il mondo gli operai si stanno muovendo e sollevando contro i primi sconquassi causati dallo sfacelo economico-finanziario. In Italia il movimento operaio si sta esprimendo con tre atteggiamenti: a) con un atteggiamento di insubordinazione e di rivolta non ancora ben visibile per le divisioni interne; b) con un atteggiamento di collaborazione col padrone; c) con un atteggiamento di paura o distruttivo. L'atteggiamento prevalente è il primo, l'atteggiamento collaborazionista è transitorio; l'atteggiamento di paura e distruttivo è marginale. Quindi, come indica la rivolta dei 1.500 immigrati rinchiusi nel Cie di Lampedusa, è il primo atteggiamento che tende ad estendersi e a generalizzarsi.

Tracciando gli obbiettivi la Conferenza Operaia prima di tutto approva e fa propria la proposta del Comitato Centrale di elevare il salario minimo garantito da euro 1.032 a euro 1.250. E invita i disoccupati i sottoccupati i sottopagati i pensionati con assegni inferiori a sostenere e a far propria, fino all'ottenimento, la rivendicazione del salario minimo garantito di euro 1.250 mensili intassabili. In secondo luogo dà le seguenti indicazioni operative, articolandole dettagliatamente su tre piani.

A) Sul piano organizzativo

a- promuovere la formazione degli organismi proletari di lotta in ogni luogo di lavoro;

b - costituire i comitati ispettivi operai a difesa della salute e dell'integrità fisica;

c- collegare questi organismi tra di loro con coordinamenti territoriali;

d - suscitare e sviluppare l'unità di azione tra operai della stessa azienda, della stessa categoria e del comparto, mirando alla ricomposizione operaia nel quadro della solidarietà di classe;

e - convogliare le forze organizzate nel " fronte proletario";

f- procedere alla costituzione del sindacato di classe;

g - promuovere l'unione dei lavoratori in Europa e nel Mondo, stabilendo prima di tutto il collegamento tra gli organismi e le associazioni di lotta.

 
B) Sul piano rivendicativo

a - ogni rivendicazione ed ogni obiettivo deve ispirarsi "all'interesse di classe", che contrappone gli operai ai padroni e al loro Stato protettore, sia nei luoghi di lavoro che negli altri luoghi e ambienti;

b - salario minimo garantito di euro 1.250 mensili intassabili a tutti i senza salario disoccupati giovani in cerca di lavoro sottopagati e pensionati con importi inferiori;

c - aumento generalizzato del salario di euro 300 mensili in paga base;

d - TFR in busta paga;

e - riduzione generalizzato dell'orario di lavoro a 33 ore settimanali; abolizione dello straordinario;

f - detassazione della busta paga almeno fino al livello del salario minimo garantito;

g - eliminazione dell'IVA sui generi di largo consumo ed in particolare "sulle utenze domestiche";

h - alloggi dignitosi a tutti i lavoratori, locali ed immigrati; ed affitti non superiori al 10% del salario;

i - scuola e trasporti gratuiti al servizio delle masse;

l - sanità preventiva-curativa non mortifera, senza ticket, trafile e controlli per lavoratori locali e immigrati.

C) Metodi e strumenti di lotta

a - massimo sviluppo all'iniziativa operaia contro ogni limitazione-ricatto-terrorizzazione padronale-statale;

b - mettere in atto tutti i metodi necessari di lotta, dallo sciopero improvviso a quello ad oltranza, con picchetti, presidi, blocchi ecc.;

c - dotarsi degli strumenti adatti di lotta per reggere lo scontro con gli apparati di forza dello Stato permanentemente mobilitati contro i lavoratori;

d - scatenare la guerra sociale contro la guerra statale.

6°) Crisi e prospettive

A conclusione delle analisi e delle indicazioni operative la 16a Conferenza Operaia getta il proprio sguardo sulle prospettive ed osserva.

Lo sconvolgimento delle condizioni di vita e dei rapporti sociali, portato dallo sfacelo economico finanziario sul piano interno e internazionale, investe i termini della lotta operaia e della lotta politica. I lavoratori non possono affrontare lo sfacelo capitalistico, né sfuggire ai suoi terribili effetti (disoccupazione di massa, compressione dei salari e delle pensioni, povertà, razionamenti inauditi e distruzioni) senza ingaggiare una lotta risoluta contro il padronato e lo Stato a difesa dei propri interessi di classe e battersi per la conquista del potere. La situazione impone questa scelta e prospettiva. Oggi questa prospettiva è anche l'unica via di salvezza umana dalla distruttività del capitalismo marcescente. Quindi il movimento operaio è chiamato, nei suoi ranghi più avanzati, ad accelerare la propria organizzazione classista, a rimorchiarsi le fasce più arretrate staccandole dal collaborazionismo di crisi o dal nazionalismo conservatore, a controbattere la guerra statale con la guerra sociale fino a travolgerla con la guerra rivoluzionaria.

Conseguentemente e a chiusura essa propone a disoccupati e occupati, locali e immigrati, uomini e donne la seguente parola d'ordine: I lavoratori possono salvarsi dallo sfacelo capitalistico solo se si battono per i propri interessi contro padroni banchieri e Stato - Creare l'organizzazione di lotta proletaria - Unire i lavoratori combattivi in Italia e nel mondo. E sottolinea che con questa parola d'ordine essa ha inteso dare la risposta alla questione del momento di chi deve pagare la crisi. Essa indica ai lavoratori, che da mesi sono martellati dallo sfacelo che si aggrava, che questo sfacelo va affrontato sul terreno specifico di classe attaccando padroni banchieri speculatori e parassiti che sono i responsabili politici e materiali del disastro. E che la battaglia va lanciata e condotta sulla base dell'unità dei lavoratori in azione e in lotta.

Milano 22 febbraio 2009

La 16a Conferenza Operaia di Rivoluzione Comunista

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Edizione a cura di
                                                                 
RIVOLUZIONE COMUNISTA
                         SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3  - 20154 Milano -
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e-mail: rivolu...@libero.it
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