Il giorno lunedì 1 giugno 2015 15:30:02 UTC+2, ilMusso ha scritto:
> [ Per il copyright:
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http://mondodegliscacchi.ilcannocchiale.it/2015/06/01/ecco_come_semplicemente_risolv.html
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http://tinyurl.com/na8vrz9 ]
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> Visto che la Commissione anti-cheating FIDE-ACP sembra non dare il meglio a proposito del problema per il quale è stata istituita e comunque lontana dal risolverlo o dal contrastarlo efficacemente (lo stesso Fabiano Caruana in persona qualche giorno fa si è onestamente espresso in termini non molto buoni nei confronti della commissione nel corso di un'intervista pubblicata sul sito ufficiale della Federazione russa) e visti i recenti scandali, in particolare il caso Sandu, direi che è ora di muoversi, facendolo in un'altra direzione, prima che magari le varie federazioni inizino a battagliare una contro l'altra, anche a suon di carte bollate e attraverso tribunali ordinali e sportivi, mettendo in serissima difficoltà l'organo mondiale, ovvero la FIDE.
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> Io non sono un Professore di Buffalo (con il massimo rispetto per Regan, che tra l'altro mi è simpatico)... ma la soluzione ce l'ho.
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> E, come spesso accade nella cose della vita, la soluzione per risolvere il problema è semplicissima.
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> Ve la dico subito, ma prima lasciate che aggiunga la seguente considerazione.
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> Non so se avete letto i vari articoli sui siti scacchistici ma sta un po' alla volta emergendo lo step numero 2, ossia non più il cheating classico, per così dire, ma il cheating intelligente, consistente in pratica nel cosiddetto "antigioco".
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> Va anche precisato che sul concetto di antigioco in termini pratici c'è chi la pensa in un modo e chi in un modo diametralmente opposto, e cioè chi lo intende in un modo e chi un altro.
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> Ma a parte questo non c'è dubbio che questa è la nuova frontiera, il nuovo campo di "studio" per gli imbroglioni.
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> Ma quello che io prevedo, qualora non si metta presto un punto a tutta la questione, è che prima o poi si arriverà allo step numero 3, che sarà quello di trovare ad arte il modo di farsi accusare sapendo che l'accusatore non riuscirà a sostenere le sue accuse per poi agire per vie legali sotto vari profili ottenendo dei risarcimenti.
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> Quindi, la soluzione da adottare è semplicemente quella che il giocatore sospettato di eseguire mosse che non sono farina del proprio sacco - e quindi frutto di suoi ragionamenti - debba qualora richiesto dimostrare a fine partita in una sala analisi il corso dei suoi pensieri in partita.
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> Non fa niente se non riuscirà a ricostruirli tutti, ci mancherebbe.
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> Infatti, sarà comunque facilissimo (ripeto: facilissimo) per chi lo ascolterà capire come stanno le cose.
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> Il lavoro dell'ascoltatore (ossia di chi valuterà) sarà svolto da due o tre persone stabilite in precedenza e incaricate dalla FIDE.
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> A me piacerebbe vedere tra le persone incaricate gli stessi arbitri, e possibilmente quelli del torneo interessato (per evitare i magna magna).
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> Sembra un metodo strano?
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> Sembra un metodo non percorribile? Invasivo della privacy? Più delle perquisizioni?
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> Lasciamo perdere queste stupidaggini, signori!
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> Io trovo invasivo obbligare un giocatore ad effettuare una conferenza subito al termine della sua partita, che magari è durata sette ore e dalla quale è uscito sfinito.
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> Trovo invasivo obbligarlo a rilasciare interviste.
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> Ma, mi direte, ci sono gli sponsor.
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> Trovo strano di questi tempi obbligarlo ad un inno nazionale quando il medesimo nel frattempo ha già cambiato bandiera.
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> Intendiamoci... non sono contro il senso di appartenenza e gli inni nazionali, anzi!!
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> Ma fino a quando le regole nel mondo degli scacchi saranno (a differenze di quelle di altri ambiti sportivi) quelle in vigore attualmente, mi permetto di affermare che trovo "strana" la cosa.
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> Un conto sono le partite di pallone, le visite guidate ed al limite gli spot per incentivare il giardinaggio, il verde o altro, nel giorno di riposo (che tra l'altro vengono per lo più lasciate alla scelta personale del giocatore), un altro conto sono quelle conferenze stampa, eccetera.
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> Tu pensi che il tuo avversario stia facendo delle mosse non frutto del suo cervello?
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> Bene, lo segnali alla direzione arbitrale del torneo assumendotene le responsabilità.
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> A fine partita, l'accusato dovrà dimostrare i ragionamenti fatti in partita.
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> Se sarà riconosciuto colpevole, pagherà.
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> Se sarà riconosciuto innocente, pagherà l'accusatore.
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> Non serve altro.
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> Cominciamo a studiare sopra in quest'ottica, vah, senza perdere ulteriore tempo e senza tanti paroloni privi alla fin fine di reale efficacia.
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> Riccardo Musso
> Liceo scientifico
> Treviso (Italia)
Dimostrare il ragionamento di una mossa frutto di un calcolo di un software secondo me mi sembra facile, cioè è facile ingannare chi ti ascolta perchè una mossa suggerita da un computer alla fine viene capita dal giocatore che ne fa uso.